More stories

  • in

    UniCredit lancia nuova obbligazione retail “fixed to floater con leva”

    (Teleborsa) – UniCredit lancia la nuova obbligazione retail “fixed to floater con leva”, direttamente negoziabile sul mercato MOT e Bond-X di BorsaItaliana, disponibile quindi per tutti gli investitori, che potranno negoziarla direttamente dal proprio conto titoli indipendentemente dalla banca di appoggio.La nuova obbligazione è caratterizzata da una durata di tredici anni e un tasso misto. Prevede infatti cedole annuali fisse per i primi due anni, pari a 5%, mentre dal terzo al tredicesimo anno le cedole sono legate all’andamento del tasso Euribor 3 mesi, con un fattore di partecipazione al 150% e un cap al 5,00%. Il tasso di riferimento Euribor 3 mesi viene rilevato il secondo giorno lavorativo antecedente la data di inizio di ciascun periodo di interesse.Le obbligazioni sono state pensate in ottica di chi vuole continuare a investire a un tasso variabile nonostante il previsto calo dei tassi. Andando ad analizzare la curva dei tassi in Euro, è osservabile come i tassi siano previsti in discesa: questa obbligazione è strutturata per pagare cedole fisse nei primi anni e successivamente pagare il tasso Euribor a tre mesi moltiplicato per una partecipazione positiva. La partecipazione al 150% permette di migliorare il tasso di interesse che si ottiene, fino a un massimo (cap) previsto al 5% annuale e un minimo (floor) pari allo 0%.Dal 1 settembre al 26 settembre, in base alle condizioni di mercato e in linea con il regolamento del mercato di riferimento (MOT e Bond-X), l’obbligazione sarà offerta sul mercato MOT e Bond-X a un prezzo pari al 100% del prezzo di emissione. Il valore nominale e l’investimento minimo sono pari a 1.000 Euro. La liquidità sul mercato è garantita da UniCredit e sarà quindi possibile rivendere l’obbligazione prima della naturale scadenza. Il valore di rimborso a scadenza è pari al 100% del valore nominale, mentre durante la vita dell’obbligazione il prezzo seguirà le condizioni di mercato e potrà essere differente rispetto al valore nominale. LEGGI TUTTO

  • in

    OPS MPS su Mediobanca, richieste adesione salgono oltre il 28%

    (Teleborsa) – Nell’ambito dell’offerta pubblica di scambio (OPS) volontaria totalitaria promossa da Banca Monte dei Paschi di Siena sulle azioni ordinarie di Mediobanca, risulta che oggi 29 agosto 2025 sono state presentate 8.126.701richieste di adesione. Pertanto, complessivamente le richieste di adesione sono a quota 233.640.865, pari al 28,0387% delle azioni oggetto dell’offerta (o al 27,5047% sulle eventuali massime 849.458.551 azioni oggetto di offerta emesse a favore dei beneficiari dei Piani di Incentivazione). L’offerta è iniziata il 14 luglio 2025 e terminerà l’8 settembre 2025. Borsa Italiana ricorda che le azioni ordinarie Mediobanca acquistate sul mercato nei giorni 5 e 8 settembre 2025 non potranno essere apportate in adesione all’offerta. LEGGI TUTTO

  • in

    UK, banche in forte calo su proposta di tassare riserve detenute presso BoE

    (Teleborsa) – Per recuperare le perdite sui tassi di interesse attualmente registrate dalla banca centrale, il governo britannico dovrebbe tassare le banche sui miliardi di sterline che ricevono in interessi dalla Bank of England (BoE) per le riserve che detengono presso la banca centrale. Lo sostiene un report dell’Institute for Public Policy Research (IPPR), che sta pesando sull’andamento del settore sulla Borsa di Londra nella seduta odierna.Da dicembre 2021, la BoE ha aumentato il tasso di interesse da quasi zero a un picco del 5,25%, sebbene attualmente si attesti al 4%. Sebbene gli elevati tassi di interesse mirassero a ridurre l’inflazione, hanno anche avuto un effetto indesiderato sul massiccio programma di acquisto di titoli di Stato della banca centrale, il cosiddetto “quantitative easing” (QE). Dopo un periodo in cui ha realizzato profitti significativi con questo programma, la BoE sta ora registrando perdite record, il che è storicamente molto insolito per le banche centrali, e il Tesoro sta pagando per queste perdite.Secondo le stime dell’IPPR, le perdite della BoE costeranno al contribuente 22 miliardi di sterline all’anno per ogni anno di questa legislatura. Ciò equivale a circa l’1,5% del gettito fiscale totale. Ed è più o meno la stessa cifra del bilancio annuale dell’intero Ministero degli Interni (comprese le attività di polizia e sicurezza pubblica). Il costo netto per l’intero ciclo di vita è stimato in 134 miliardi di sterline.”Il Tesoro versa questi fondi alla BoE e alimenta direttamente i ricavi delle banche commerciali e, se non trasferiti ai clienti, i profitti – si legge nel rapporto – Inoltre, nelle condizioni attuali, più velocemente la Banca d’Inghilterra conclude la sua operazione di QE, più costa al Tesoro”.Queste perdite derivano da due fonti: perdite derivanti dalla vendita di titoli di Stato al di sotto del valore di acquisto; e perdite sui tassi di interesse. Secondo IPPR, “le perdite sui tassi di interesse possono essere descritte come un sussidio governativo alle banche commerciali”. In questo caso, il QE ha rappresentato un trasferimento del rischio al settore pubblico, che ora si traduce in perdite, mentre i servizi pubblici cruciali affrontano forti pressioni di finanziamento. Data la mancanza di concorrenza e di dinamismo nel settore bancario del Regno Unito, questo sussidio non viene in gran parte trasferito ai risparmiatori. Invece, matura principalmente agli azionisti delle banche come profitti straordinari. Gli utili delle quattro principali banche – HSBC, Barclays, Lloyds e NatWest – sono aumentati di 22 miliardi di sterline rispetto a prima della pandemia di Covid-19, essendo più che raddoppiati. L’altra parte delle perdite è dovuta alla vendita da parte della BoE dei titoli di stato in suo possesso derivanti dal QE a “prezzi di dumping”. Così facendo, sta realizzando, in media, perdite di valutazione pari a 13 miliardi di sterline in ogni anno di questa legislatura. I guadagni derivanti da queste perdite non hanno una controparte diretta nel settore privato, ma ricadono su una rete frammentata di operatori del settore finanziario.Per affrontare questo problema, l’IPPR raccomanda un approccio duplice: in primo luogo, per recuperare le perdite sui tassi di interesse per i contribuenti attualmente registrate presso la Banca d’Inghilterra, il governo dovrebbe istituire una “tassa sulle riserve derivanti dal QE” sulle banche commerciali, che potrebbe essere mirata a coprire i profitti straordinari direttamente collegati alle “riserve correlate al QE” e quindi alle perdite della BoE. Si applicherebbe solo alle riserve “correlate al QE”, e non a quelle detenute per liquidità e altri scopi operativi. Inoltre, raccomanda di concentrarsi solo sulla “componente degli utili straordinari” (tassando i rendimenti delle riserve superiori al 2%), stimando che ciò potrebbe prevenire perdite per i contribuenti tra 35 e 40 miliardi di sterline nel corso di questa legislatura; in secondo luogo, il governo dovrebbe sollecitare la BoE a rivedere e gestire meglio le implicazioni fiscali delle sue politiche, in particolare rallentando il ritmo di smantellamento del QE – il cosiddetto restringimento quantitativo (QT) – e qualsiasi futuro QE.Guardando ai peggiori titoli del FTSE 100, forte pressione su NatWest Group, che mostra una discesa del 5,40%. Ribasso per Lloyds Banking Group, che passa di mano in perdita del 4,88%. Ribasso anche per Barclays, che tratta in perdita del 4,07% sui valori precedenti. LEGGI TUTTO

  • in

    Mediobanca, i Gavio continuano ad acquistare opzioni call

    (Teleborsa) – Aurelia, la holding della famiglia Gavio, ha acquistato opzioni call su 50.000 azioniMediobanca il 28 agosto 2025, con un prezzo strike di 21 euro e scadenza al 19 settembre 2025. I Gavio fanno parte del patto di consultazione dei soci Mediobanca.Si tratta di un contratto a termine che attribuisce al compratore il diritto di decidere se acquistare oppure no un’attività sottostante a una certa data a un prezzo prefissato. LEGGI TUTTO

  • in

    Mediobanca, Gruppo Lucchini vende azioni per 7,5 milioni di euro

    (Teleborsa) – Gilpar, società del Gruppo Lucchini, ha venduto 180.247 azioni Mediobanca il 28 agosto 2025. Il prezzo medio ponderato è stato pari a 20,76896 euro, per un controvalore di circa 3,74 milioni di euro.Sinpar, altra società del Gruppo Lucchini, ha venduto 180.248 azioni Mediobanca, sempre nella seduta di ieri. Il prezzo medio ponderato è stato pari a 20,7689 euro, per un controvalore di circa 3,74 milioni di euro.Il Gruppo Lucchini, secondo l’ultimo aggiornamento al 23 agosto, aderiva al patto di consultazione dei soci Mediobanca con complessive 3.695.300 azioni, pari al 6,13% del patto e allo 0,45% del capitale sociale della banca. LEGGI TUTTO

  • in

    Mediobanca, adesioni a OPS di MPS salgono al 27%. Focus su mosse Caltagirone

    (Teleborsa) – Le adesioni all’offerta pubblica di scambio (OPS) lanciata da MPS su Mediobanca hanno raggiunto il 27,1% dei titoli oggetto dell’offerta al termine della seduta del 28 agosto, rispetto al 19,4% in cui erano da qualche giorno e che rifletteva prevalentemente le azioni conferite dal primo azionista di Piazzetta Cuccia, Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio.Ieri è stato consegnato il 7,6% del capitale e, sebbene non ci siano conferme ufficiali su chi abbia consegnato il mega pacchetto, gli occhi del mercato sono puntati sull’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone, che all’assemblea Mediobanca dello scorso 21 agosto si era presentato con una quota appena inferiore al 10%, la più alta dopo quella di Delfin.L’offerta è iniziata il 14 luglio 2025 e, salvo proroghe, si concluderà alle 17,30 dell’8 settembre con pagamento del corrispettivo il 15 settembre. Ad oggi, l’offerta propone di scambiare ciascuna azione Mediobanca con 2,533 azioni MPS. Alla chiusura di Borsa di ieri, il valore implicito dell’offerta era di 20,16 euro, a sconto del 3%.MPS, che ha posto come soglia il raggiungimento del 66,67% del capitale, si è però riservata di accettare anche solo il 35%, soglia minima irrinunciabile e che appare a portata di mano. Oltre che del supporto certo di Delfin e Caltagirone, MPS può contare su quello probabile di chi, tra le accuse di conflitto di interessi da parte del CEO di Mediobanca Alberto Nagel, ha contribuito alla bocciatura dell’operazione su Banca Generali (oltre alle casse Enpam, Cassa Forense ed Enasarco, anche Amundi, Anima, Tages, Benetton, Unicredit), anche se questi soggetti potrebbero aspettare un rilancio prima di aderire. Per utilizzare le DTA (deferred tax assets, crediti di imposta differiti) l’offerta dovrebbe comunque superare la soglia del 50%. LEGGI TUTTO

  • in

    TD Bank, l’utile rettificato sale a 3,9 miliardi di dollari nel terzo trimestre

    (Teleborsa) – La banca canadese TD Bank ha chiuso il terzo trimestre (terminato il 31 luglio 2025) con un utile di 3,3 miliardi di dollari, rispetto a una perdita di 181 milioni di dollari nel terzo trimestre dell’anno scorso, e un utile rettificato di 3,9 miliardi di dollari, in aumento del 6%. L’utile rettificato per azione è stato di 2,20 dollari, rispetto ai 2,05 dollari dello scorso anno.L’utile netto di Canadian Personal and Commercial Banking ha raggiunto il record di 1.953 milioni di dollari, con un aumento del 4% su base annua, a seguito dell’aumento dei ricavi, parzialmente compensato da maggiori oneri non finanziari e accantonamenti per perdite su crediti. I ricavi hanno raggiunto il record di 5.241 milioni di dollari, con un aumento del 5%, dovuto principalmente alla crescita del volume di prestiti e depositi. Escludendo i contributi di 178 milioni di dollari nel terzo trimestre dello scorso anno derivanti dall’investimento in Charles Schwab, ceduto il 12 febbraio 2025, il settore Retail statunitense ha registrato un utile netto di 760 milioni di dollari (554 milioni di dollari), con un aumento di 3.337 milioni di dollari (2.433 milioni di dollari) su base annua. In questo trimestre, il settore Retail statunitense ha mantenuto il suo slancio con una crescita dei portafogli di prestiti core e degli asset del settore Wealth statunitense su base annua. La banca ha compiuto progressi significativi nella ristrutturazione del bilancio, completando il programma di riposizionamento obbligazionario e raggiungendo l’obiettivo di riduzione degli asset del 10%.”I nostri team hanno registrato un altro trimestre di ottime performance, trainati da una solida attività con i clienti e da un’esecuzione disciplinata, a dimostrazione della solidità del nostro modello di business diversificato – ha dichiarato il CEO Raymond Chun – Siamo ben posizionati per sfruttare questo slancio mentre competiamo, cresciamo e costruiamo la nostra banca per il futuro”.(Foto: Adobe Stock (ex Fotolia.it)) LEGGI TUTTO

  • in

    Barclays vende l’intera quota in Entercard al partner di JV Swedbank

    (Teleborsa) – Il colosso bancario britannico Barclays ha stipulato un accordo per la vendita dell’intera partecipazione nella sua joint venture svedese Entercard Group al suo partner di joint venture, Swedbank.Entercard è stata costituita come joint venture nel 2005. La sua attività principale è l’erogazione di credito al consumo a clienti in Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia. Al 31 marzo 2025, Entercard aveva un patrimonio totale di 36 miliardi di corone svedesi (circa 3,25 miliardi di euro), composto principalmente da crediti verso carte e prestiti.Swedbank acquisirà la partecipazione di Barclays in Entercard al valore contabile (pari alla metà del patrimonio netto di Entercard e stimato in 2,6 miliardi di corone svedesi al 31 marzo 2025, circa 235 milioni di euro), pagabile in contanti al completamento dell’operazione. Si prevede che la vendita libererà circa 0,9 miliardi di sterline di RWA, aumentando il coefficiente CET1 di Barclays di circa 4 punti base al closing. La transazione dovrebbe concludersi entro la fine del 2025.Al completamento, Entercard rimborserà il finanziamento, per un importo pari a circa 1,2 miliardi di sterline, attualmente erogato da Barclays a Entercard. LEGGI TUTTO