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    Net-Zero Banking Alliance, BPER Banca verso “emissioni zero”

    (Teleborsa) – BPER Banca, a seguito dell’adesione alla Net-Zero Banking Alliance (NZBA) del 2022, ha definito i primi target di decarbonizzazione dei propri portafogli per alcuni settori prioritari. “La definizione degli obiettivi – spiega la banca in una nota – costituisce un decisivo sforzo di BPER Banca nell’allineare il proprio business alle ambizioni di decarbonizzazione stabilite dall’Accordo di Parigi del 2015 e costituisce un’ulteriore evoluzione dell’impegno in favore della sostenibilità e della mitigazione dei cambiamenti climatici”.I primi target individuati dalla banca si riferiscono a due settori ad elevata intensità di carbonio presenti all’interno dei portafogli creditizi: la produzione di energia elettrica e l’estrazione, lavorazione e distribuzione di petrolio e gas. L’attività di definizione dei target è stata svolta da BPER Banca tramite l’attivazione di un processo di calcolo delle emissioni di portafoglio (cosiddette emissioni finanziate). Il meccanismo di attribuzione delle emissioni dei clienti è basato sul valore dei finanziamenti erogati, tramite l’apposita analisi delle esposizioni della Banca e dell’allineamento delle stesse alle traiettorie di decarbonizzazione previste dagli scenari Net Zero raccomandati dalla stessa NZBA. l calcolo dei target, al 2030, per i due settori, si riferisce direttamente allo scenario Net Zero 2050 definito dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) e in linea con i requisiti dell’Alleanza.Settore “Produzione di energia elettrica”: riduzione del 36% dell’intensità emissiva ponderata delle controparti in portafoglio, da una base di 256 chilogrammi di CO2 equivalenti per megawattora (256 kg CO2e/MWh) al 2022 a un valore medio di 165 chilogrammi di CO2 equivalenti per megawattora (165 kg CO2e/MWh) al 2030. L’obiettivo fissato fa riferimento a emissioni finanziate pari a 143 mila tonnellate di CO2 equivalenti (143 mila tCO2e), riguarda le attività di generazione di energia e tiene in considerazione le emissioni di Scope 1 delle aziende.Settore “Petrolio e gas”: riduzione del 29% delle emissioni finanziate da BPER Banca entro il 2030, a partire da una base di 464 mila tonnellate di CO2equivalenti (464 mila tCO2e) nel 2022. Tale obiettivo include le attività di estrazione, raffinazione e distribuzione di petrolio e gas e relativi derivati e copre le emissioni di Scope 1, 2 e 3 delle controparti.BPER Banca ha integrato il perseguimento dei target fissati nel proprio business, a partire dall’evoluzione delle politiche e dei processi creditizi e dalla strutturazione di soluzioni di finanziamento a sostegno delle imprese nella realizzazione dei loro percorsi di transizione ecosostenibile.”BPER Banca – ha dichiarato la presidente di BPER Banca, Flavia Mazzarella – vuole essere sempre in prima linea nel favorire soluzioni di sostenibilità e l’individuazione dei traguardi da raggiungere a seguito dell’adesione alla NZBA rientra in questa strategia. In linea con gli impegni sanciti con l’adesione a questo accordo, la Banca proseguirà le attività di analisi e pianificazione utili all’aggiornamento dei target prefissati e alla definizione di nuovi obiettivi Net Zero per gli altri settori ad alta intensità emissiva”. LEGGI TUTTO

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    Societe Generale, utile secondo trimestre sopra le attese

    (Teleborsa) – La banca francese Societe Generale ha chiuso il secondo trimestre del 2023 con un utile netto sottostante pari a 1,2 miliardi di euro, mentre l’utile netto è stato di 900 milioni euro (contro i -1.511 milioni euro dello stesso periodo del 2022 e i 670 milioni euro attesi dagli analisti, secondo un consensus compilato dalla società).Il net banking income è diminuito nel secondo trimestre 2023 dell’8,9% rispetto al secondo trimestre 2022, in gran parte a causa del calo del margine di interesse netto nel Retail Banking francese, di un contesto di mercato meno favorevole nelle attività di Global Banking e Investor Solutions e la contabilizzazione di partite una tantum in Corporate Center. Il costo del rischio è stato basso a 12 punti base, ovvero 166 milioni di euro.”Durante il trimestre, l’attività commerciale è stata buona nella maggior parte delle aziende – ha commentato il CEO Slawomir Krupa – I ricavi sono in contrazione per la flessione del margine di interesse in Francia e dei ricavi delle attività di mercato in un contesto di progressiva normalizzazione dopo alcuni anni particolarmente favorevoli. I costi operativi sono stati contenuti nonostante le persistenti tendenze inflazionistiche. Il costo del rischio è stato molto basso, riflettendo la qualità della nostra origination e del nostro portafoglio crediti. Il gruppo presenta un solido bilancio con un CET 1 ratio al 13,1% e un robusto profilo di liquidità”. LEGGI TUTTO

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    ING, utile netto balza dell’83% nel secondo trimestre

    (Teleborsa) – Il gruppo bancario olandese ING ha chiuso il secondo trimestre del 2023 con un risultato netto pari a 2.155 milioni di euro, rispetto a 1.178 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno (+83%). L’aumento riflette la forte crescita dei ricavi, mentre le spese operative sono diminuite e i costi di rischio sono rimasti contenuti, e ha consentito di battere le attese degli analisti per 1,64 miliardi di euro (secondo un consensus fornito dalla società).Il ricavi sono stati pari a 5.759 milioni di euro (+23%), trainati in particolare dal Retail Banking e dalle attività di cash management all’interno del Wholesale Banking, riflettendo l’attuale contesto dei tassi di interesse. Le commissioni nette sono aumentate del 2,7% su base annua, trainate dalla crescita del Wholesale Banking, che ha riflesso un aumento del flusso di operazioni nel Lending e nel Global Capital Markets.”Il secondo trimestre del 2023 è stato caratterizzato da sfide continue, poiché il sentiment economico si è indebolito, le incertezze geopolitiche sono persistite e l’inflazione è rimasta elevata, anche se meno pronunciata rispetto ai trimestri precedenti – ha affermato il CEO Steven van Rijswijk – In queste circostanze, abbiamo continuato a fornire ottimi risultati. L’attuale contesto di tassi d’interesse ha guidato la crescita del reddito sia nel settore bancario Retail che Wholesal, con continui afflussi di depositi in tutti i nostri mercati retail. Nonostante il raffreddamento delle economie, abbiamo registrato un altro trimestre caratterizzato da una crescita dei prestiti e da commissioni più elevate”. LEGGI TUTTO

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    Cassa di Risparmio di Orvieto, utile semestrale sale a 3,04 milioni di euro

    (Teleborsa) – La Cassa di Risparmio di Orvieto, appartenente al Gruppo Bancario Mediocredito Centrale, ha chiuso il primo semestre del 2023 con una crescita del 31,3% dell’utile netto a 3,04 milioni di euro (2,32 milioni di euro al 30 giugno 2022). Inoltre, registra un aumento (+10,8%) del margine di intermediazione (25,92 milioni di euro vs i 23,39 milioni di euro del 30 giugno 2022), grazie all’incremento dei volumi e dei tassi di interesse di mercato. La crescita degli impieghi alla clientela è pari a 4,5%, da 1,12 miliardi di euro al 31 dicembre 2022 a 1,17 miliardi di euro al 30 giugno 2023, grazie alla crescente propulsione commerciale a sostegno dell’economia reale (le erogazioni dei finanziamenti a medio lungo termine alle famiglie e alle piccole e medie imprese sono state pari a 80,6 milioni di euro, in incremento pari all’11,9% rispetto al primo semestre 2022).La raccolta diretta da clientela si attesta a 1,08 miliardi di euro al 30 giugno 2023 (vs 1,10 miliardi al 31 dicembre 2022, -1,24%). La componente indiretta della raccolta si attesta, invece, a 525,51 milioni di euro registrando una crescita del 3,6% rispetto al dato di fine 2022 (507,49 milioni di euro).L’incidenza percentuale dei crediti non-performing lordi rispetto al totale impieghi lordi (NPLs ratio lordo) si posiziona all’8,44%, in ulteriore calo rispetto al 9,27% di fine 2022. Analogamente, si riduce l’indicatore al netto delle rettifiche di valore (NPL ratio netto) pari al 2,98 (3,45% al 31 dicembre 2022). Ulteriormente in crescita, inoltre, il grado di copertura complessivo dei crediti deteriorati che passa dal 65,15% di dicembre 2022 al 66,83% al 30 giugno 2023.Si rafforzano anche i coefficienti di solidità patrimoniale (CET1/Tier1 ratio e Total Capital ratio) che si attestano al 12,79% (12,63% al 31 dicembre 2022), su un livello ampiamente superiore alle soglie minime regolamentari. LEGGI TUTTO

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    BPER, Montani: semestrale da incorniciare, M&A non è una priorità

    (Teleborsa) – “Il primo semestre 2023 di BPER Banca è stato “da incorniciare, con risultati che saranno difficilmente ripetibili nella seconda parte dell’anno. La banca ha saputo associare un’attività di sviluppo con un’attività di consolidamento. Va ringraziata la rete che, in un mercato non facile, ha saputo cavalcare l’onda e conseguire obiettivi di successo. Sarà un anno che sicuramente darà risultati soddisfacenti”. Lo ha affermato l’amministratore delegato Piero Luigi Montani nella call con gli analisti che ha seguito la pubblicazione dei risultati del primo semestre 2023.”Il piano è in anticipo rispetto alle aspettative – ha spiegato – Siamo stati aiutati come tutti dall’aumento del margine di interesse, ma il piano industriale ha sprigionato tutti i suoi effetti in maniera completa e anticipata, e quindi siamo ottimisti nel poter affrontare il contesto macroeconomico con serenità”.Montani ha sottolineato che “la rete sta performando molto bene, dando risultati non scontati” e che “tutte le filiali entrate stanno perfomando bene e pensiamo di avere un buon sviluppo della clientela e commissionale”.Dopo il rialzo della guidance per il 2023, l’AD non si è sbilanciato oltre: “Non ci sentiamo di dare previsione sul 2024, aspettiamo ancora un trimestre, e avremo le idee più chiare”.In merito al sentiero dei tassi di interesse della BCE e al loro effetto sui conti della banca, ha evidenziato che “questo semestre abbiamo raggiunto il picco del margine di interesse”.A una domanda riguardante i recenti stress test BCE-EBA, ha replicato: “Non c’è nessuna indicazione da parte della BCE sugli accertamenti recenti, che sono andati bene. Nel confronto complessivo viene fuori un risultato tra i più bassi, ma noi partivamo da un dato al 31 dicembre che ci ha penalizzato, perché abbiamo incamerato le DTA a dicembre, che sono andate a capitale il 1 gennaio”. “Sul fronte dell’M&A, l’ho già detto. Oggi come oggi non è una priorità – ha affermato Montani – Vogliamo integrare bene le due realtà che abbiamo acquisito e portarle a regime nel più breve tempo possibile. L’M&A non è un problema dell’oggi, non lo stiamo esaminando e non abbiamo nulla da dire – quindi non c’entrano i tassi – e crediamo che i livelli di capitale che abbiamo siano appropriati. In futuro lo vedremo con calma”. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM alza target di utile 2023 dopo forte primo semestre

    (Teleborsa) – Banco BPM ha registrato un risultato lordo dell’operatività corrente pari a 1.015,6 milioni di euro nei primi sei mesi del 2023, che rappresenta il miglior risultato semestrale, e un utile netto di 624,4 milioni di euro, crescita del 77,9% rispetto al primo semestre 2022. Escludendo le componenti non ricorrenti, l’utile netto si attesta a 652,3 milioni di euro.Il margine di interesse si attesta a 1.552,9 milioni di euro, in crescita del 49,4% rispetto al dato del primo semestre 2022 (pari a 1.039,1 milioni), attribuibile principalmente all’incremento dello spread commerciale, conseguente al rialzo dei tassi di interesse, e al limitato impatto sul costo dei depositi che hanno più che compensato il venir meno dei benefici relativi alla remunerazione dei finanziamenti TLTRO.Le commissioni nette del primo semestre ammontano a 948,2 milioni di euro, in calo dell’1,9% rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente. Il comparto dei servizi di gestione, intermediazione e consulenza evidenzia una contrazione del 5,8%, riferibile principalmente al collocamento di fondi e sicav, parzialmente compensata dalla crescita dell’1,8% delle commissioni relative ai servizi di banca commercialeGli impieghi netti a clientela sono pari a 108,2 miliardi: -2,4% a/a (di cui crediti in bonis -1,7% e crediti deteriorati -27,0% rispetto al 30 giugno 2022) e -1,2% rispetto al 31 dicembre 2022 (di cui crediti in bonis -1,0% e crediti deteriorati -11,4%). La raccolta diretta da clientela è pari a 124,7 miliardi: -1,3% a/a e +1,0% rispetto a fine dicembre 2022; raccolta core a € 101,3 miliardi.Per l’intero esercizio Banco BPM prevede un significativo miglioramento dell’utile netto rispetto allo scorso anno, con un EPS 2023 di 80 centesimi di euro (contro una guidance precedente di circa 0,75 euro), in ulteriore rafforzamento per il 2024 (0,90 euro, +12,5%), superando significativamente sia la traiettoria di redditività che i target complessivamente delineati nel Piano Strategico, che sarà oggetto di aggiornamento nel quarto trimestre 2023. In tale sede la banca procederà ad aggiornare i target di remunerazione degli azionisti che potranno riflettere i positivi risultati raggiunti in termini di redditività e di creazione organica di capitale. LEGGI TUTTO

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    BCE, de Guindos: banche mantengano riserve di capitale per preservare resilienza

    (Teleborsa) – Lo stress test 2023 sulle banche dell’eurozona, condotto dalla BCE in coordinamento con l’Autorità bancaria europea (EBA), ha mostrato che gli istituti “sono in condizioni ragionevolmente buone” e “sarebbero abbastanza forti da resistere a una grave recessione economica”. Quindi, la politica macroprudenziale “dovrebbe concentrarsi sul mantenimento della resilienza del settore bancario”. Lo ha affermato Luis de Guindos, vicepresidente della Banca centrale europea (BCE), in un post sul blog dell’istituzione di Francoforte.”Dovremmo garantire che le riserve di capitale macroprudenziali esistenti non vengano rilasciate – ha spiegato – Aumenti mirati delle riserve di capitale potrebbero ancora essere presi in considerazione in alcuni paesi con vulnerabilità, purché il rischio di prociclicità rimanga basso”.Secondo de Guindos, la constatazione che i settori bancari di alcuni paesi subirebbero perdite sostanziali e diffuse se lo scenario avverso dovesse concretizzarsi aggiunge informazioni rilevanti a queste discussioni: “Dal punto di vista della stabilità finanziaria, il capitale non dovrebbe fuoriuscire dal sistema e le banche dovrebbero mantenere un approccio prudente alla distribuzione dei dividendi”.Nella situazione in cui lo scenario avverso dovesse concretizzarsi, “un rilascio della riserva sarebbe giustificato se si verificassero perdite diffuse e vi fosse un restringimento dell’offerta di credito a causa di vincoli di capitale”. Inoltre, l’economista spagnolo ha sostenuto che “le riserve accumulate dopo la pandemia potrebbero essere rilasciate, il che aiuterebbe le banche ad assorbire le perdite pur continuando a fornire servizi chiave all’economia”.Nella sua analisi dei risultati dello stress test, de Guindos ha osservato che “alcune banche sembravano cavarsela meglio di altre nello scenario avverso. Ciò è dovuto a diversi fattori che sono fondamentali per superare lo shock grave e inaspettato. Ad esempio: la loro capacità di generare reddito, che dipende dalle loro strutture di asset liability management e repricing; la loro minore dipendenza dal finanziamento wholesale, che è più costoso in uno scenario di stress; la loro cost efficiency che svolge un ruolo importante nel mitigare gli effetti negativi del contesto inflazionistico proiettato nello scenario avverso; e, infine, le loro strategie di copertura dal rischio di tasso e di spread creditizio che sono diventate più efficaci dall’ultimo stress test”. LEGGI TUTTO

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    Fitch: stress test EBA mostra vulnerabilità a ulteriori shock sui tassi

    (Teleborsa) – I risultati dello stress test 2023 dell’Autorità bancaria europea (EBA) per le banche del SEE sottolineano le sfide che i tassi di interesse nettamente più elevati in un ambiente economico stressato creerebbero. Lo scrive Fitch Ratings, commentando i risultati pubblicati venerdì scorso, i quali “dimostrano come costi di finanziamento più elevati eserciterebbero una pressione significativa sugli utili delle banche con l’aumento simultaneo delle perdite su crediti, e che ciò può rendere i coefficienti patrimoniali più vulnerabili a una riduzione”. Viene osservato che le banche con un margine di interesse netto (NII) più debole nello scenario avverso dell’EBA hanno generalmente mostrato una maggiore depletion di capitale nel test. I risultati dimostrano anche i rischi derivanti da ulteriori shock al rialzo dei tassi di interesse e dall’aumento dei costi di finanziamento: ciò colpisce in particolare le banche con ingenti volumi di unhedged fixed-rate asset nei loro bilanci.I risultati confermano inoltre che i tassi di interesse più elevati nel 2023, riflessi nello scenario di base, sono positivi per gli utili delle banche. Secondo lo scenario, il NII aggregato per il 2023 era superiore dell’8% al NII aggregato effettivo delle banche nel 2022. Molte banche hanno recentemente pubblicato i risultati del primo semestre 2023 che implicano aumenti ancora più forti di quelli dello scenario di base dell’EBA.Tuttavia, il NII diminuisce significativamente nello scenario avverso dell’EBA, diminuendo del 19% nel 2023 poiché i costi di finanziamento più elevati superano i margini di prestito più elevati. Su un orizzonte di tre anni, il NII aggregato è stato inferiore del 21% nello scenario avverso rispetto allo scenario di base. Il maggiore impatto negativo sulla redditività – e quindi sui coefficienti patrimoniali – sarebbe per i settori bancari con grandi volumi di prestiti a tasso fisso e che sono maggiori utilizzatori di raccolta wholesale, comprese le banche tedesche e francesi.(Foto: Ben Tovee su Unsplash) LEGGI TUTTO