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    Citigroup, utile primo trimestre sale del 7% grazie a margine di interesse

    (Teleborsa) – Citigroup ha registrato un utile netto per il primo trimestre 2023 di 4,6 miliardi di dollari, o 2,19 dollari per azione, su ricavi di 21,4 miliardi di dollari. Ciò si confronta con un utile netto di 4,3 miliardi di dollari (+7%), o 2,02 di dollari per azione, su ricavi di 19,2 miliardi di dollari per il primo trimestre 2022. Su base rettificata, Citi ha guadagnato 1,86 dollari per azione, battendo la stima media degli analisti di 1,67 dollari, secondo i dati Refinitiv.La banca ha accantonato 241 milioni di dollari nel trimestre per coprire potenziali perdite su prestiti sullo sfondo di un’economia in rallentamento e rispetto a un rilascio di riserve di 138 milioni di dollari un anno fa.I ricavi sono aumentati del 12%. Escludendo gli impatti legati alla cessione, trainati principalmente dal guadagno sulla vendita del business Consumer in India nel trimestre in corso, i ricavi sono aumentati del 6%.L’aumento ha rispecchiato la forza nei mercati dei servizi e del reddito fisso, nonché la forte crescita media dei prestiti nel Personal Banking statunitense. I maggiori ricavi sono stati parzialmente compensati da un calo in Investment Banking e Equity Markets e da minori ricavi da prodotti di investimento in Global Wealth Management, nonché dagli impatti derivanti dalla chiusura dei mercati di uscita e dalle liquidazioni.”Citi ha ottenuto ottimi risultati operativi, mostrando una buona crescita dei ricavi e disciplina delle spese nonostante il tumultuoso contesto per le banche – ha commentato la CEO Jane Fraser – Il nostro bilancio solido e ben gestito è stato una fonte di forza per i nostri clienti e continuiamo a fare progressi nell’esecuzione della nostra strategia incentrata sulle nostre cinque principali attività interconnesse, semplificando e trasformando l’azienda”. LEGGI TUTTO

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    BFF Bank, soci approvano bilancio, dividendo e nuova remunerazione

    (Teleborsa) – L’assemblea degli azionisti di BFF Bank, società attiva nella finanza specializzata e quotata su Euronext Milan, ha approvato il bilancio 2022 e la proposta di distribuzione di dividendo 2022 pari a 0,419 euro per azione, che porta il dividendo complessivo per l’anno 2022 a 0,7898 euro per azione. Via libera anche alla politica di remunerazione e al piano di buyback.”L’approvazione del bilancio 2022, ricco di gratificazioni, ci permette di guardare con piena soddisfazione all’anno trascorso e con motivato ottimismo al nostro futuro – ha commentato il presidente Salvatore Messina – Desideriamo ringraziare i nostri azionisti, per il coinvolgimento che li rende ogni giorno partecipi del successo della nostra banca, e per l’approvazione della proposta di dividendo, segno del valore crescente che BFF continua a realizzare per il gruppo nella sua interezza e per i suoi investitori”.”Oggi, inoltre, abbiamo approvato la nuova politica sulla remunerazione, risultato di un constante dialogo con gli investitori, volto al rafforzamento di una cultura di gruppo basata sul “pay-for-performance”, all’incentivazione dell’eccellenza, al perseguimento di una crescita sostenibile”, ha aggiunto.(Foto: © rawpixel) LEGGI TUTTO

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    BCE: banche hanno rafforzato riserve di capitale e redditività in 4° trim

    (Teleborsa) – I coefficienti patrimoniali aggregati delle banche significative dell’eurozona (ovvero quelle vigilate direttamente dalla BCE) sono aumentati nel quarto trimestre del 2022, con gli istituti che hanno osservato una riduzione dei crediti deteriorati e un aumento dei margini d’intermediazione, spinto dall’aumento dei tassi di interesse. È quanto emerge dalle “supervisory banking statistics” riferite al quarto trimestre del 2022, pubblicate oggi da Francoforte.Il coefficiente aggregato Common Equity Tier 1 (CET1) si è attestato al 15,27%, il coefficiente aggregato Tier 1 al 16,60% e il coefficiente aggregato di capitale totale al 19,26%. I coefficienti aggregati di CET1 a livello di paese variavano dal 12,60% in Spagna al 22,86% in Estonia. Le banche di importanza sistemica globale (G-SIB) hanno riportato il coefficiente CET1 aggregato più basso (14,21%) e gli istituti development/promotional hanno riportato il più alto (30,27%).Qualità degli assetIl rapporto dei crediti deteriorati (NPL) – escluse le disponibilità liquide presso banche centrali e altri depositi a vista – è rimasto stabile al 2,28% nel quarto trimestre del 2022. Sia lo stock di NPL (numeratore) che i prestiti e le anticipazioni escluse le disponibilità liquide (denominatore) sono diminuiti, rispettivamente, a 339 miliardi di euro e 14,873 miliardi di euro.L’incidenza dei prestiti Stage 2 sul totale dei prestiti è scesa al 9,63% (dal 9,82% del trimestre precedente), invertendo parte dell’aumento osservato nel corso del 2022. Lo stock dei prestiti Stage 2 è pari a 1.381 miliardi di euro (rispetto a miliardi nel trimestre precedente).RedditivitàIl return on equity annualizzato aggregato è aumentato al 7,68% nel quarto trimestre del 2022 (rispetto al 7,55% del trimestre precedente e al 6,70% di un anno prima). L’aumento del margine di interesse è stato un fattore trainante della redditività rispetto sia al trimestre precedente (aumento di 10,3 miliardi di euro) sia al quarto trimestre del 2021 (aumento di 37,3 miliardi di euro). Nel quarto trimestre del 2022 il margine di interesse netto è migliorato in modo significativo all’1,36% (rispetto all’1,23% del trimestre precedente e all’1,21% di un anno fa).Liquidità e finanziamentoIl Liquidity Coverage Ratio si è mantenuto stabile al 161,46% nel quarto trimestre 2022 (rispetto al 161,99% del trimestre precedente e al 173,43% nel quarto trimestre 2021) mentre il Net Stable funding ratio è leggermente diminuito al 125,76% (rispetto al 127,06% nel trimestre precedente e 129,40% nel quarto trimestre 2021). LEGGI TUTTO

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    Banca Valsabbina, dopo Integrae SIM altri target. PMI più pronte per la Borsa

    (Teleborsa) – Banca Valsabbina ha voglia di continuare a crescere e non si fermerà all’acquisizione di Integrae SIM per presidiare meglio i territori in cui opera e ampliare la propria offerta commerciale, con un occhio di riguardo al mercato dei capitali. L’obiettivo è comunque quello di servire meglio le aziende clienti, nella maggior parte Piccole e Medie Imprese (PMI), che si dimostrano sempre più aperte a strumenti di finanza alternativa e all’apertura del capitale per favorire la crescita.”Abbiamo fatto un investimento importante su Integrae SIM e siamo convinti che con il nostro ingresso il business possa accelerare, anche perché vogliamo dare un servizio ulteriormente avanzato alla nostra clientela”, spiega a Teleborsa Hermes Bianchetti, Vicedirettore Generale Vicario di Banca Valsabbina. “Vogliamo puntare – oltre che sull’Equity Capital Markets – anche sul Debt Capital Markets, andando a proporre strumenti come bond e minibond che possono essere particolarmente appetibili a società che hanno interesse a crescere e farsi conoscere”, ha aggiunto.Banca Valsabbina ha annunciato ieri l’accordo per acquisire la quota di maggioranza del 52% detenuta nella SIM milanese da Arkios Italy, raggiungendo pertanto il 78% del capitale. L’istituto bresciano nel corso del 2020 aveva perfezionato l’acquisito del 26% di Integrae SIM, nell’ambito di un’operazione che aveva visto la partecipazione anche di Arkios Italy, advisor finanziario indipendente specializzato in M&A, in qualità di socio di maggioranza di Integrae SIM.Integrae SIM è un intermediario specializzato nella strutturazione di operazioni di Equity Capital Market sul mercato Euronext Growth Milan (EGM), il mercato di Borsa Italiana dedicato alle PMI ad alto potenziale di crescita. In questo segmento si posiziona – per numero di operazioni seguite – tra i principali Global Coordinator, Euronext Growth Advisor (EGA) e Specialist. La SIM ha portato a termine due nuove quotazioni da inizio anno, dopo le 11 del 2022. Se si considerano gli ultimi tre anni, ovvero dal 2020, sono invece 33 le società che hanno fatto il proprio ingresso in Borsa grazie al team di professionisti guidato da Luigi Giannotta, mentre il totale dalla nascita dell’EGM è arrivato a quota 83.Bianchetti è sicuro che i territori di riferimento di Banca Valsabbina – i principali capoluoghi del Nord Italia con una forte presenza in Lombardia – siano un bacino molto interessante per alimentare la pipeline di IPO a Piazza Affari: “Quella alla quotazione è una sensibilità che cresce sempre più nel tempo. Fino a qualche anno fa, nel proporre a un’azienda familiare l’apertura del capitale, ci si trovava di fronte a una non disponibilità. Oggi questo strumento viene sempre più conosciuto e le opportunità crescono. Se in origine non era all’ordine del giorno parlare di IPO con le PMI, vediamo ora che questa sensibilità sta crescendo e lo strumento della quotazione viene considerato, anche grazie agli incentivi fiscali”.Banca Valsabbina, la principale banca popolare di Brescia, è stata fondata nel 1898 e da alcuni anni ha avviato un processo di rinnovamento delle proprie strategie di sviluppo e di offerta dei servizi, con soluzioni complementari rispetto al modello tradizionale e un focus sulle PMI. Rientrano in questo percorso i servizi che la banca, anche con il supporto di Integrae SIM, sta fornendo alle PMI che intendono accedere al mercato dei capitali, ma anche le numerose collaborazioni con realtà che operano in ambito Fintech, per operazioni di finanza strutturata ed integrata.Questo percorso continuerà nei prossimi anni. “Vogliamo creare delle collaborazioni commerciali e strategiche e, dove c’è l’opportunità, anche di ingresso nel capitale, con quelle che realtà che possono essere complementari al nostro modo di essere tradizionali – afferma Bianchetti – Si tratta di tutto quello che può permetterci un servizio più completo o diverso alla clientela rispetto alla filiera tradizionale, su cui però continuiamo a puntare come dimostra il fatto che proseguiamo nell’aprire filiali. La tradizionalità resta un caposaldo, ma può essere tranquillamente abbinata a operazioni come quella con Integrae SIM o con opportunità fintech, con prodotti innovativi, veloci e che ci permettono di raggiungere territori non coperti dalle reti fisiche o a distanza”.Banca Valsabbina ha chiuso il 2022 con la migliore performance della sua storia: l’utile netto ha raggiunto i 41,4 milioni di euro, gli impieghi a clientela sfiorano i 3,9 miliardi di euro e le masse in gestione sono superiori agli 11 miliardi di euro. Oggi l’istituto opera attraverso una rete territoriale che conta 70 filiali, di cui 43 in provincia di Brescia, 8 in provincia di Verona e 3 a Milano, e impiega più di 800 dipendenti.Questi numeri potrebbero portare a nuove operazioni straordinarie, a cui il manager non chiude la porta, anche perchè dice che la banca è “sempre attenta alle occasioni che il mercato presenta”. “Sicuramente dei target sono in corso di valutazione, anche se non è obbligatorio fare qualcosa – precisa – Se ci fosse qualche opportunità che ci permetta di incrementare la forza commerciale sul territorio o la nostra capacità di offrire servizi sicuramente la valuteremo”.Ora il focus è però sul perfezionamento dei rapporti con Integrae SIM, per la quale Banca Valsabbina ha battuto la concorrenza di altre realtà, anche perchè “eravamo agevolati dal fatto di essere nella compagine societaria, avevamo rapporti diretti e non ci siamo fatti distrarre dalle voci di interesse da parte di terzi soggetti”.Inevitabile qualche avvicendamento in CdA, vista l’uscita di Arkios Italy, ma in quanto a board e management “non c’è nessuna necessità di stravolgere le cose”, sottolinea Bianchetti, aggiungendo che “la macchina di Integrae SIM funziona bene, produce redditività e abbiamo grande fiducia nel management”. 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    BPPB, assemblea approva bilancio e nomina nuovo CdA

    (Teleborsa) – L’assemblea dei soci di Banca Popolare di Puglia e Basilicata (BPPB) ha, tra le altre deliberazioni, approvato il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2022 e la distribuzione di un dividendo pari a 0,07 euro per azione (in pagamento l’11 aprile 2023 e con data valuta 13 aprile 2023).Il soci hanno nominato, per il triennio 2023-2025, il consiglio di amministrazione composto da: Leonardo Patroni Griffi, Alessandro Maria Piozzi, Giuseppe Abatista, Rosa Calderazzi, Lucia Forte, Luigi Montemurro, Guglielmo Morea, Giovanni Rosso, Mara Pasquamaria Squicciarini, Valeria Stefanelli e Giuseppe Tammaccaro. LEGGI TUTTO

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    Mediolanum, raccolta netta per 853 milioni a marzo (3 miliardi YTD)

    (Teleborsa) – Banca Mediolanum, big italiana del risparmio gestito, ha comunicato che i risultati commerciali si attestano a 1,21 miliardi di euro a marzo 2023 (3,88 miliardi YTD), di cui: raccolta netta totale a 853 milioni di euro, 3 miliardi YTD; raccolta netta in risparmio gestito a 343 milioni di euro, 1,35 miliardi YTD; nuovi finanziamenti erogati per 343 milioni di euro, 841 milioni YTD; premi polizze protezione per 16 milioni di euro, 43 milioni YTD.Alla fine del primo trimestre del 2022, i risultati commerciali si attestavano a 3,13 miliardi di euro, mentre la raccolta netta totale a 2,38 miliardi di euro.”Continua con decisione l’ottimo trend dei risultati commerciali, che ci porta a chiudere il primo trimestre con 3 miliardi di raccolta totale – ha commentato l’AD Massimo Doris – Con 343 milioni nel mese il risparmio gestito rimane solido per quantità e qualità nonostante il clima di incertezza, grazie anche alla forte componente di flussi ricorrenti dei nostri servizi di investimento automatici”.”Il comparto amministrato si mantiene ampiamente positivo dimostrando la stabilità dei depositi, in costante crescita supportati anche dall’apporto di liquidità dei nuovi clienti, che raggiungono quota 56.500 da inizio anno, il 15% in più rispetto al primo trimestre 2022 – ha continuato -Anche i business del credito e delle polizze protezione continuano a riflettere grande resilienza con 343 e 16 milioni nel mese rispettivamente”.”Banca Mediolanum, anche in questo contesto, si conferma un istituto di riferimento per le famiglie grazie alla sua eccellente solidità patrimoniale”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    UniCredit cede portafoglio NPL da 240 milioni di euro

    (Teleborsa) – UniCredit ha annunciato che, per il tramite di una società del Gruppo, UniCredit Bank AG, ha stipulato un accordo per la cessione (pro-soluto) di un portafoglio, composto da prestiti verso imprese Corporate e PMI tedesche, a fondi gestiti da LCM Partners.Il portafoglio ha una creditoria lorda di circa 240 milioni di euro.La vendita del portafoglio rientra nella strategia complessiva del Gruppo UniCredit di mantenere l’esposizione deteriorata (NPE) a livelli minimi, si legge in una nota. LEGGI TUTTO

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    La Svizzera taglia i bonus per i vertici del Credit Suisse

    (Teleborsa) – Il Consiglio federale della Svizzera ha incaricato il Dipartimento federale delle finanze (DFF) di sopprimere tutte le retribuzioni variabili non ancora versate ai tre massimi livelli gerarchici di Credit Suisse, oppure di ridurle del 50 o del 25 per cento. Inoltre, UBS dovrà stabilire un criterio nel suo sistema retributivo che consenta una realizzazione efficace, e quindi possibilmente proficua, degli attivi di Credit Suisse coperti dalla garanzia di perdita statale. Dopo la sospensione a titolo provvisorio delle retribuzioni variabili avvenuta il 21 marzo 2023, il Consiglio federale ha quindi ora deciso le misure definitive. Queste seguono il pacchetto di misure per sostenere l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS, approvato lo scorso 19 marzo 2023.Scendendo nei dettagli, le autorità hanno annunciato che, presso Credit Suisse, tutte le retribuzioni variabili dei massimi livelli gerarchici (direzione) non ancora versate alla fine del 2022 vengono soppresse, ridotte del 50 per cento (primo livello gerarchico al di sotto della direzione) o del 25 per cento (secondo livello gerarchico al di sotto della direzione).”Questo intervento interessa le retribuzioni di circa 1.000 collaboratori, da cui verrà dedotto un importo complessivo di 50–60 milioni di franchi”, si legge in una nota.Attualmente le retribuzioni variabili differite degli oltre 49.000 collaboratori ammontano a 635 milioni di franchi, mentre al momento dell’assegnazione il valore di tali retribuzioni era ancora pari a 2,76 miliardi di franchi. In altri termini, a causa dell’andamento negativo delle azioni di Credit Suisse, tutti i collaboratori hanno già subito perdite per oltre 2 miliardi di franchi. Sono inoltre soppresse o ridotte tutte le retribuzioni variabili del 2023 per i tre massimi livelli gerarchici fino al completamento dell’acquisizione da parte di UBS. Credit Suisse dovrà inoltre esaminare le possibilità di restituire le retribuzioni variabili già corrisposte e redigere un pertinente rapporto da presentare al DFF e alla FINMA.UBS dovrà invece prevedere nel suo sistema retributivo un criterio per le persone che si occuperanno della realizzazione degli attivi di Credit Suisse coperti dalla garanzia statale, secondo cui la garanzia di perdita non deve essere utilizzata. “In questo modo viene incentivata una realizzazione possibilmente proficua dei summenzionati attivi”, sottolinea il Consiglio federale. UBS deve inoltre continuare “a tenere adeguatamente conto di fattori come la consapevolezza dei rischi e il rispetto delle regole di condotta nel suo sistema retributivo”. LEGGI TUTTO