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    Banca Ifis scala posizioni nella classifica “Top 500 Banking Brands”

    (Teleborsa) – Banca Ifis, gruppo attivo nello specialty finance e quotato su Euronext STAR Milan, rafforza il valore del proprio brand e scala sei posizioni nella classifica “Top 500 Banking Brands” redatta da The Banker (Gruppo Financial Times), nella quale era entrata per la prima volta nel 2022. Secondo l’analisi condotta da Brand Finance e pubblicata dal magazine finanziario britannico, il valore economico del marchio Banca Ifis è cresciuto del 47% dall’operazione di rebranding, avvenuta nel settembre 2019, e del 15% negli ultimi dodici mesi. Nel 2022, inoltre, la challenger bank presieduta da Ernesto Furstenberg Fassio ha scalato nuove posizioni del prestigioso ranking che include le più importanti istituzioni bancarie internazionali passando dalla 488ma alla 482ma posizione.”Negli ultimi dodici mesi abbiamo ulteriormente consolidato il processo di rafforzamento del brand Banca Ifis avviato con il rebranding nel settembre 2019 – dichiara Rosalba Benedetto, Direttore Comunicazione, Marketing, Public Affairs e Sostenibilità di Banca Ifis – Per farlo, abbiamo realizzato nuovi progetti di comunicazione integrata pensati per nutrire il marchio e comunicarlo a tutti i nostri stakeholder, in particolare alle piccole e medie imprese alle quali ci rivolgiamo con i nostri prodotti e servizi”. “L’aver scalato ulteriori posizioni nella classifica “Top 500 Banking Brands” conferma l’efficacia di un percorso che quest’anno si arricchirà di nuove attività e progetti legati alla celebrazione del 40mo anniversario dalla fondazione della Banca.Per il posizionamento di Banca Ifis, oltre agli investimenti in marketing, advertising e sponsorizzazioni, sono state importanti anche le iniziative sul fronte della sostenibilità, in particolare per la dimensione sociale. Nel 2022, Banca Ifis ha infatti lanciato Kaleidos, il Social Impact Lab che raccoglie tutte le iniziative realizzate a favore di persone, comunità e territori. LEGGI TUTTO

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    Banca Sistema, Intermonte taglia target price e conferma Outperform

    (Teleborsa) – Intermonte ha tagliato il target price su Banca Sistema, quotata su Euronext STAR Milan e specializzata nell’acquisto di crediti commerciali verso la PA e di crediti fiscali, a 1,90 euro per azione (da 2,35 euro) e confermato la raccomandazione a “Outperform”. Gli analisti sottolineano che la società ha registrato un utile netto inferiore alle attese nel 4trim22, legato a un margine di interesse debole che ha risentito del costo della raccolta più elevato e del repricing più lento del portafoglio prestiti.Il broker ha quindi rivisto al ribasso l’EPS 2023/24 del -30% in media, poiché vuole “incorporare uno scenario più severo sul costo del finanziamento e alcuni ritardi nel repricing del portafoglio CQ”. Il factoring “potrebbe riservare una sorpresa positiva”, mentre non sono previsti grandi venti contrari per il capitale, con la politica dei dividendi probabilmente confermata (payout del 25%).Intermonte ritiene che il mercato abbia già scontato un taglio estremamente severo delle stime di EPS per il 2023, con “la valutazione che sembra ancora interessante”. La quotazione della controllata Kruso, prospettata nel 2023, “potrebbe essere un modo per ottenere una società quotata attraverso la quale Banca Sistema potrebbe far crescere la propria attività di prestito su pegno, anche attraverso acquisizioni”, viene sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Banca Popolare di Lajatico, utile netto a massimo storico di 5,3 milioni

    (Teleborsa) – La Banca Popolare di Lajatico, istituto di riferimento della provincia di Pisa, ha chiuso il 2022 con un utile netto pari a 5,3 milioni di euro, in incremento del 45% rispetto all’esercizio precedente e il miglior risultato conseguito nell’arco dei 139 anni di vita della banca. Il Consiglio di Amministrazione proporrà quindi alla prossima assemblea dei soci la distribuzione di un dividendo di euro 0,60 per azione, in crescita del 50%.Risultano in crescita gli indici patrimoniali, con un CET 1 ratio al 14,9%, un Tier 1 ratio al 14,9% e un Total Capital Ratio al 15,5%. Il rapporto tra crediti deteriorati lordi ed impieghi lordi (NPL ratio) si attesta al 5,80%, rispetto al 7,75% dell’anno precedente, mentre le coperture dei crediti deteriorati raggiungono il 43,25% (ex 41,10%).I costi operativi sono in calo del 4,2%, consentendo una diminuzione dell’indicatore cost-income, che risulta pari al 60,41% (ex 67,66%). Il prodotto bancario gestito si attesta ad oltre 2 miliardi di volumi gestiti e la rete territoriale “ha consolidato la propria presenza nelle aree servite in continuità con la propria mission di banca popolare al servizio della comunità”, si legge in una nota. LEGGI TUTTO

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    SRB: verificare che piani di risoluzione banche funzionino, ispezioni in loco

    (Teleborsa) – Il Comitato di risoluzione unico (Single Resolution Board, SRB), l’autorità UE di risoluzione delle crisi bancarie, intende garantire che i piani di risoluzione degli istituti “possano essere messi in pratica in modo efficace” e quindi nei prossimi anni punta a “testare e verificare che i piani di risoluzione funzionino effettivamente in simulazioni realistiche” e attuerà “ispezioni in loco presso le sedi delle banche”. Lo ha detto Dominique Laboureix, neo-presidente dell’organismo, in un’audizione presso il Parlamento europeo.L’SRB è stato istituito in seguito alla crisi finanziaria globale del 2007-2009, quando gli Stati si sono trovati a dover salvare alcuni istituti di credito. La prima fase, ha spiegato Laboureix, è stata quella di richiedere alle banche dei piani di “risoluzione”, ma ora, dopo otto anni di esistenza, “è tempo che l’SRB entri nella fase due”, prevista per il 2024-2028.”Voglio vedere come l’SRB potrebbe funzionare e fornire risultati migliori – ha spiegato – Quest’anno intraprenderemo una revisione strategica. Ascolteremo e ci impegneremo con il nostro personale, la più ampia comunità del single resolution mechanism (SRM) e l’industria”. LEGGI TUTTO

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    Open banking, in Italia 4 piattaforme. Inedita competizione con operatori tradizionali

    (Teleborsa) – La diffusione dell’open banking sta determinando “una profonda discontinuità nelle modalità di possesso e di utilizzo dei dati degli utenti dei servizi finanziari” e nel settore dei pagamenti porta a “un parziale ridimensionamento del ruolo – finora esclusivo – degli intermediari presso cui i conti dei clienti sono radicati, consentendo a “terze parti”, ovvero alle loro applicazioni basate sulla tecnologia delle API, di effettuare il pagamento per conto del consumatore, senza la necessità che esse abbiano una relazione contrattuale con la banca.Lo sostiene la Banca d’Italia nel rapporto “L’Open Banking nel sistema dei pagamenti: evoluzione infrastrutturale, innovazione e sicurezza, prassi di vigilanza e sorveglianza”. Il termine open banking si riferisce alla possibilità che terze parti accedano a dati e informazioni relativi ai conti correnti tenuti presso le banche dai clienti, con l’assenso di questi ultimi, al fine di fornire loro nuovi servizi e applicazioni.Secondo il rapporto, si stanno “creano le basi, di mercato e infrastrutturali, per un’inedita competizione tra gli operatori tradizionali (i cosiddetti Account Servicing Payment Service Providers – ASPSP) e nuovi soggetti (i Third-Party Providers – TPP) caratterizzati da una forte connotazione digitale”.Viene anche sottolineato che l’open banking genera “una maggiore complessità tecnologica e aumenta le interconnessioni” all’interno dell’industria dei pagamenti, e ciò richiede che le autorità pubbliche definiscano assetti regolamentari e di vigilanza in grado di fare evolvere l’intero sistema finanziario verso una maggiore efficienza e inclusività, mantenendolo nel contempo sicuro e affidabile.Secondo la Banca d’Italia, sul mercato italiano sono state sviluppate quattro soluzioni di sistema (cosiddette piattaforme di sistema), aperte anche a soggetti non italiani: CBI GLOBE, offerta da CBI S.c.p.a.; Cedacri Open Banking API Portal, di Cedacri S.p.a.; Fabrick Platform, offerta da Fabrick S.p.a. (società del Gruppo Sella); SIA Open Banking Platform di NEXI.Dal rapporto emerge che il totale dei clienti che utilizzano i nuovi servizi di open banking è ancora limitato, ma presenta “margini di crescita elevati nei prossimi anni, non appena sarà terminata la fase iniziale di sviluppo del mercato”. Nel primo semestre del 2022 i e clienti di servizi di open banking in Italia (contati come Payment Service User, o PSU) erano 407.319, in aumento dai 353.920 del secondo semestre del 2021 e dai 163.337 del primo semestre del 2021.(Foto: Photo by path digital on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Banca Sella, emesso primo green bond da 100 milioni di euro

    (Teleborsa) – Banca Sella ha emesso il suo primo green bond, dopo due soli giorni dall’apertura, con una domanda complessiva per 100 milioni di euro, raddoppiando l’importo iniziale dell’offerta. Si tratta di una emissione obbligazionaria green senior preferred a scadenza 5 anni, rivolta alla clientela retail, alle controparti qualificate e ai clienti professionali, con taglio minimo di 1.000 euro, che prevede una cedola annua del 5,10%, riconosciuta semestralmente a partire dal 21 settembre 2023.I proventi netti – si legge in una nota – saranno dedicati a finanziare nuovi o esistenti prestiti, investimenti e progetti selezionati nell’ambito dell’edilizia sostenibile, delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.”Banca Sella è da tempo impegnata a promuovere una finanza a impatto positivo sull’ambiente, sull’economia e sulla società – ha commentato Francesco Plini, responsabile Finanza e Pianificazione Strategica di Banca Sella – Con questa iniziativa proseguiamo il percorso intrapreso per offrire a tutti i nostri stakeholders strumenti che li accompagnino nel processo di transizione verso una economia sostenibile, anche attraverso soluzioni di risparmio rivolte verso investimenti che portano benefici a tutta la comunità”. L’obbligazione è collocata sul sistema multilaterale di negoziazione Vorvel e sarà ammessa a negoziazione a partire dal 21 marzo 2023. Il rating dell’emittente è BBB Low (DBRS), mentre il rating ESG assegnato al green bond da MainStreet Partners è di 4.09/5. LEGGI TUTTO

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    Unicredit, Mazzucco (Cariverona): polemiche “ingiustificate” su compenso Orcel

    (Teleborsa) – Le polemiche sul pacchetto retributivo dell’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, sono considerate da Cariverona “ingiustificate, pretestuose, dannose per il quotidiano perseguimento degli obiettivi di breve e medio termine da parte del gruppo e del suo management”. Lo ha scritto Alessandro Mazzucco, presidente dell’ente scaligero, in un suo intervento pubblicato sul sito IlSussidiario.net. Il compenso di Orcel “è stato negoziato con procedure rigorose e trasparenti ed è stato acquisito in modo meritato: per nulla anomalo rispetto agli standard adottati correntemente presso gruppi comparabili in Europa e negli Stati Uniti”, ha aggiunto il presidente dello storico azionista dell’istituto di Piazza Gae Aulenti.”Fin dalla sua chiamata – avvenuta nel totale rispetto delle regole di governance di UniCredit, per concludersi nel vaglio dell’assemblea annuale del 2021 – l’amministratore delegato ha operato per rilanciare tutte le condizioni di competitività del gruppo – ha aggiunto Mazzucco – Il ritorno a una redditività congrua (appena confermata nel progetto di bilancio 2022) ne è stato l’esito più rilevante. Il parallelo ritorno di una congruo dividendo per gli azionisti e la notevole rivalutazione del titolo sono stati effetti specifici dell’azione manageriale del dottor Orcel: che ha espresso le competenze per cui era stato chiamato precipuamente nella ricostruzione gestionale di UniCredit, anzitutto come rete bancaria nei territori dell’Azienda-Paese”. LEGGI TUTTO

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    Intesa colloca green bond dual tranche, ordini 5,3 miliardi

    (Teleborsa) – Intesa Sanpaolo ha collocato con successo sul mercato istituzionale un’emissione dual tranche raccogliendo ordini complessivi per 5,3 miliardi di euro. Si tratta di un green bond senior non preferred a 5 anni con possibilità di essere richiamato al quarto anno, per un ammontare nominale di 1,5 miliardi di euro; un green bond senior non preferred a 10 anni per un ammontare nominale di 750 milioni di euro. L’emissione ha raccolto da subito l’interesse da parte degli investitori superando i 3 miliardi di euro di ordini congiunti nelle prime due ore dal lancio. Ordini finali superiori a 3 miliardi di euro per la tranche a breve hanno permesso un restringimento di 20 punti base rispetto all’indicazione iniziale di spread, mentre ordini superiori a 2 miliardi di euro per la tranche a lungo termine hanno reso possibile un restringimento di 15 punti base rispetto allo spread iniziale. Questa transazione rappresenta la più grande, in termini di ammontare totale, in formato multi-tranche emessa da un nome financial italiano da giugno 2019 quando sempre Intesa Sanpaolo ha chiuso con successo un 5 e 10 anni Senior Preferred per un totale di 2,25 miliardi.L’ammontare totale congiunto del libro ordini è stato di circa 5,3 miliardi di euro e ha visto la partecipazione di più di 195 investitori per la tranche a 5 anni, così suddivisi: 76% di Fund Managers, l’11% di Banks e Private Banks, il 4% di Hedged Funds e l’8% di Assicurazioni e Fondi Pensione. La distribuzione geografica degli accounts evidenzia il 25% dalla Francia, il 19% proveniente dal RegnoUnito/Irlanda, il 15% dall’Italia, il 13% Germania e Austria, l’8% dai Nordici, l’8% dal Benelux, l’8% dalla Spagna ed il 3% dalla Svizzera. Oltre 135 investitori per la tranche a 10 anni, così suddivisi: 73% di Fund Managers, il 9% di Hedge Funds, il 5% di Banks e Private Banks e l’11% di Assicurazioni e Fondi Pensione. La distribuzione geografica degli accounts evidenzia il 39% dal Regno Unito/Irlanda, il 21% dalla Germania e Austria, il 13% proveniente dalla Francia, il 6% dall’Italia, il 6% dalla Spagna, il 5% da Svizzera, il 5% dai Nordici ed il 2% dal Benelux.Il libro ordini congiunto si è inoltre dimostrato molto diversificato e ha visto la partecipazione per circa l’80% di investitori dedicati al comparto Esg. Le Banche che hanno partecipato al collocamento in qualità di Joint book runner sono state, oltre alla Divisione Imi Cib diIntesa Sanpaolo, Bbva, Bnp Paribas, BofA Securities, Citi, Commerzbank, Morgan Stanley e Ubs. LEGGI TUTTO