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    Unicredit, ok BCE aumento per OPS su Banco BPM

    (Teleborsa) – La Banca Centrale Europea ha autorizzato Unicredit a modificare il proprio statuto includendo la facoltà per il CdA di effettuare un aumento di capitale sociale a servizio dell’offerta relativa al Banco BPM e, a classificare le nuove azioni che saranno emesse nel patrimonio di vigilanza di qualità primaria della banca (CET1).La decisione della BCE – si legge in una nota – è subordinata alla condizione che l’assemblea straordinaria di Unicredit convocata per il 27 marzo 2025 approvi tali modifiche. LEGGI TUTTO

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    Banco BPM, ok Consob a OPA su Anima. Al via lunedì 17 marzo

    (Teleborsa) – Consob ha approvato il documento di offerta relativo all’OPA su Anima di Banco BPM. Il periodo di offerta, si legge in una nota, sarà pari a 15 giorni di Borsa aperta: l’OPA partirà lunedì 17 marzo per concludersi il 4 aprile (salvo proroghe).Il pagamento dell’offerta è previsto il giorno 11 aprile 2025 per un corrispettivo pari a 7,00 euro (cum dividendo) per ciascuna azione di Anima portata in adesione. Il corrispettivo, precisa Banco BPM, “si intende cum dividendo ed è pertanto stato determinato sull’assunto che Anima non approvi e dia corso ad alcuna distribuzione ordinaria o straordinaria di dividendi prelevati da utili o riserve prima della Data di Pagamento. Qualora Anima, prima di detta data, dovesse pagare un dividendo ai propri azionisti, o comunque fosse staccata dalle azioni Anima la cedola relativa a dividendi deliberati ma non ancora pagati da Anima, il Corrispettivo sarà automaticamente ridotto di un importo pari per ciascuna azione portata in adesione all’Offerta a quello di tale dividendo”. LEGGI TUTTO

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    Deutsche Bank, ex dipendente chiede 152 milioni di euro di danni per vicenda MPS

    (Teleborsa) – Nel secondo trimestre del 2024, un ex dipendente di Deutsche Bank ha presentato un ricorso contro il gruppo bancario presso i tribunali tedeschi, chiedendo circa 152 milioni di euro per presunti danni causati alla sua carriera da un procedimento penale italiano riguardante alcune operazioni in derivati con Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS). Anche gli altri cinque ex dipendenti di Deutsche Bank coinvolti nel procedimento penale hanno minacciato di presentare le proprie rivendicazioni presso tribunali inglesi. È quanto emerge dal report annuale 2024 pubblicato oggi, che non nomina direttamente né l’ex dipendente che ha già chiesto i danni, né gli altri.”Deutsche Bank ritiene che tutte queste rivendicazioni siano del tutto prive di fondamento e si difenderà con fermezza, anche contestando presunte perdite gonfiate e irrealistiche come la cifra dichiarata in Germania”, si legge nel report annuale.Deutsche Bank non ha rivelato se ha stabilito una riserva o una passività potenziale in relazione a queste questioni perché ha concluso che tale divulgazione potrebbe pregiudicare seriamente il loro esito.Nel novembre 2019, il Tribunale di primo grado di Milano ha condannato cinque ex dipendenti della Deutsche Bank e un dipendente allora in carica per favoreggiamento in falso in bilancio e manipolazione del mercato in relazione a operazioni con derivati che Deutsche Bank aveva stipulato con MPS nel 2008. Gli individui sono stati condannati a 3 anni e 6 mesi o 4 anni e 8 mesi. Deutsche Bank è stata ritenuta responsabile e il tribunale ha ordinato il sequestro di presunti utili pari a 64,9 milioni di euro e una multa di 3 milioni di euro. A seguito dei ricorsi presentati da Deutsche Bank e dai sei individui, nel 2022 la Corte d’appello di Milano ha assolto tutti gli imputati da tutte le accuse. Il PM ha presentato ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione nel novembre 2022. Nell’ottobre 2023, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso e ha confermato le decisioni di assoluzione della Corte d’appello di Milano, che ora sono quindi definitive.Nel maggio 2018, la CONSOB ha emesso sanzioni di 100.000 euro ciascuna nei confronti dei sei individui di Deutsche Bank imputati nel procedimento penale. Ai sei individui è stato inoltre imposto il divieto di svolgere funzioni dirigenziali in Italia e per istituti con sede in Italia per tre o sei mesi ciascuno. Non è stata imposta alcuna sanzione o multa separata a Deutsche Bank, ma è responsabile in solido per le sanzioni dei sei individui di Deutsche Bank. Nel giugno 2018, Deutsche Bank e i sei individui hanno presentato ricorso presso la Corte d’appello di Milano contestando la decisione della CONSOB. Nel dicembre 2020, la Corte d’appello di Milano ha accolto i ricorsi presentati da Deutsche Bank e dai sei individui e ha annullato la delibera che li sanzionava. Nel giugno 2021, la CONSOB ha presentato ricorso alla Corte suprema contro la decisione della Corte d’appello, ma ha ritirato il ricorso nel novembre 2024 a seguito della piena assoluzione dei sei individui dalle accuse penali a loro carico. Di conseguenza, la decisione della Corte d’appello di Milano è ora definitiva e vincolante. LEGGI TUTTO

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    BFF propone di destinare 160 milioni di euro alla riserva utili portati a nuovo

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di BFF Bank, società attiva nella finanza specializzata e quotata su Euronext Milan, ha approvato il progetto di bilancio d’esercizio della Capogruppo e il bilancio consolidato al 31 dicembre 2024. A livello consolidato, BFF ha chiuso l’esercizio 2024 con un Utile Netto Contabile pari a 215,7 milioni di euro, rispetto a 171,7 milioni di euro nel 2023. La Capogruppo ha chiuso l’esercizio 2024 con un Utile Netto Contabile di 160,2 milioni di euro, rispetto a 131,4 milioni di euro del 2023.L’approvazione del progetto di bilancio d’esercizio della Capogruppo include la proposta di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea ordinaria degli Azionisti, convocata per il 17 aprile 2025, in unica convocazione: il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2024; la proposta di destinare alla Riserva Legale 211.816 euro; la proposta di destinare alla “Riserva Utili portati a nuovo” 159.984.604 euro. LEGGI TUTTO

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    UBS riceve approvazione per vendere quota in Credit Suisse China

    (Teleborsa) – Il colosso bancario svizzero UBSridurrà la sua quota nella sua joint venture cinese, Credit Suisse Securities (CSS). La China Securities Regulatory Commission (CSRC) ha infatti approvato la vendita di una quota del 36,01% a Beijing State-Owned Assets Management (BSAM). Ciò ridurrà la quota di UBS al 15%.Dopo il completamento della transazione, BSAM deterrà l’85,01% di CSS. CSS è stata fondata nel 2008 e da giugno 2020 Credit Suisse deteneva una quota del 51% nella joint venture. Da giugno 2023, Credit Suisse fa parte di UBS.”Questa transazione aiuta a ottimizzare l’impostazione strategica delle nostre piattaforme onshore in Cina e siamo lieti di continuare la nostra collaborazione con il nostro partner commerciale ventennale, BSAM – ha affermato Iqbal Khan, Co-Head of Global Wealth Management e Head of Asia Pacific di UBS – L’Asia Pacific è centrale per le nostre ambizioni strategiche e la Cina è un mercato importante qui”.”Continueremo a investire in Cina e ad ampliare la nostra posizione di leadership nell’Investment Bank, espandendo al contempo le nostre attività di Wealth Management e Asset Management”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Buch (BCE): nuova metodologia Pillar 2 non comporta bruschi cambiamenti in requisiti patrimoniali

    (Teleborsa) – “Le banche finanziano le loro operazioni attraverso diverse fonti di finanziamento: i depositi sono la fonte più grande, rappresentando il 64% delle passività, seguiti da obbligazioni (17%) e capitale (7%). Il capitale è fondamentale per consentire alle banche di fornire servizi e finanziare l’economia reale in modo sostenibile”. Lo ha affermato Claudia Buch, presidente del consiglio di vigilanza della Banca centrale europea (BCE), in un post sul blog dell’istituto.”A differenza del finanziamento tramite debito, (il capitale, ndr) è direttamente disponibile per assorbire potenziali perdite, il che protegge i depositanti e i contribuenti in caso di fallimento di una banca – ha proseguito – Il capitale è anche un’importante fonte di finanziamento per investimenti a lungo termine in quanto non ha una scadenza fissa. Le banche hanno bisogno di livelli di capitale sufficienti per garantire la sicurezza e la solidità delle loro operazioni e del sistema finanziario. Un obiettivo chiave della vigilanza bancaria europea è quindi quello di garantire che le banche mantengano livelli di capitale adeguati”.Buch ha spiegato che la revisione della metodologia dei requisiti Pillar 2 mira a semplificare i processi, “rendere più facile per le banche comprendere e agire sui risultati Pillar 2 e rendere la vigilanza bancaria più efficace”. Inoltre, “non cambierà il modo in cui esaminiamo e valutiamo i rischi che le singole banche devono affrontare – ha spiegato – Poiché la metodologia rivista rimane strettamente collegata alle valutazioni SREP, riflettendo la nostra visione di vigilanza sul profilo di rischio di ogni banca, non ci aspettiamo che l’introduzione della nuova metodologia comporti bruschi cambiamenti nei requisiti patrimoniali. I requisiti patrimoniali Pillar 2 per le banche europee continueranno a riflettere i loro profili di rischio individuali e i controlli interni che hanno in atto per affrontare questi rischi”.La metodologia sarà testata internamente nel 2025 e sarà applicata a partire dal ciclo SREP del 2026, ha ricordato la numero uno della Vigilanza BCE. I requisiti Pillar 2 basati sulla nuova metodologia entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2027. LEGGI TUTTO

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    Fineco, CdA approva bilancio 2024 con proposta di dividendo di 0,74 euro

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di Fineco ha approvato il bilancio 2024 (già reso noto il mese scorso), che si è chiuso con un risultato netto pari a 648,8 milioni di euro per la capogruppo (604,5 milioni di euro nell’esercizio 2023) e a 652,3 milioni di euro a livello consolidato (609,1 milioni di euro nell’esercizio 2023).L’approvazione del progetto di bilancio d’esercizio include la proposta di destinazione dell’utile dell’esercizio, che recepisce la proposta già formulata dal Consiglio di Amministrazione. Verranno sottoposti all’approvazione dell’Assemblea ordinaria, prevista per il 29 aprile 2025, il bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2024 e la distribuzione di un dividendo di 0,74 euro per azione.Più precisamente, la proposta del Consiglio prevede la distribuzione alle 611.575.321 azioni ordinarie del valore nominale di 0,33 euro, costituenti il capitale sociale inclusivo di 575.894 azioni relative all’aumento di capitale a supporto del sistema incentivante del personale dipendente approvato dal Consiglio di Amministrazione del 5 febbraio 2025, un dividendo unitario di 0,74 euro per complessivi euro 452.565.737,54.La distribuzione, se approvata dall’Assemblea del 29 aprile 2025, avrà luogo il giorno 21 maggio 2025 (con stacco cedole il 19 maggio 2025 e record date il 20 maggio 2025). LEGGI TUTTO

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    Fondazione di Modena e Fondazione Estense verso la fusione

    (Teleborsa) – Nuova aggregazione all’orizzonte per le fondazioni di origine bancaria. Si è intensificato infatti il dialogo tra Fondazione di Modena e Fondazione Estense, che potrebbe portare alla fusione per incorporazione di Fondazione Estense in Fondazione di Modena. Dopo una prima e non vincolante lettera di intenti firmata a fine 2024, che prevedeva l’attivazione di un tavolo paritetico congiunto di confronto, arriva ora l’approvazione dell’Accordo Quadro e delle Linee guida relative alla fusione da parte degli Organi di Indirizzo di entrambi gli enti, per proseguire poi verso la redazione del vero e proprio Progetto di fusione, che dovrà ricevere il necessario benestare del ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).Fondazione Estense ha manifestato la volontà di procedere alla fusione in considerazione della complessa situazione economico-patrimoniale in cui versa a seguito della liquidazione coatta amministrativa della Cassa di Risparmio di Ferrara, sua banca conferitaria.Fondazione Estense rientra nel novero delle Fondazioni in gravi difficoltà, come individuate dalla legge n. 197 del 2022 che prevede agevolazioni in caso di fusione. Significa, di fatto, che con la fusione che porterebbe Fondazione Estense ad essere incorporata in Fondazione di Modena, fino al 2027 le somme che l’ente modenese erogherebbe a beneficio del territorio di competenza di Fondazione Estense godrebbero di un credito di imposta del 75%. A questo beneficio e per lo stesso periodo si aggiungerebbe una contribuzione di ACRI di un ulteriore 25% a concorrenza del totale delle somme erogate nel primo triennio 2025/2027.Per le annualità successive al 2027, alla comunità ferrarese verrebbe destinata la specifica redditività del patrimonio incorporato in quello di Fondazione di Modena, con un’operazione di ottimizzazione finanziaria e gestionale che, lasciando inalterato l’ammontare di erogazioni che la Fondazione di Modena destina al proprio tradizionale territorio, consentirebbe per questa via di ricostituire una capacità erogativa rivolta alla comunità territorio ferrarese, da anni di fatto azzerata.Ad occuparsene, attraverso i fondi trasferiti da Fondazione di Modena, sarebbe la neonata Fondazione della Comunità di Ferrara e Provincia (sorta a seguito della fusione di quattro enti collaterali di Fondazione Estense: Fondazione Magnoni Trotti, Fondazione Giuseppe Pianori, Fondazione Lascito Niccolini, Fondazione Conte Olao Gulinelli), individuata quale ente filantropico destinatario delle erogazioni a beneficio della comunità locale, con cui Fondazione di Modena stipulerebbe in via permanente un Accordo di Erogazione. La Fondazione di Comunità, in seguito, potrà attivarsi per raccogliere ulteriori contribuzioni presso la comunità e le istituzioni ferraresi.Con il perfezionamento dell’operazione, Fondazione di Modena garantirebbe la continuità delle attività istituzionali attraverso il sostegno della Fondazione di Comunità e l’efficace gestione del patrimonio, che verrebbe incorporato in quello di Fondazione di Modena. Il rilevante patrimonio artistico di Fondazione Estense sarebbe invece destinato con una donazione ad istituzioni pubbliche ferraresi. LEGGI TUTTO