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    Bonomi: non combattere inflazione solo con aumento tassi

    (Teleborsa) – “Non si può combattere la nostra inflazione solo con un aumento dei tassi”. Lo ha detto il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, intervenendo alla presentazione del nuovo Affari&Finanza di Repubblica a Milano, dal palco della Bocconi. Poco prima aveva detto che “noi siamo stati abituati a un decennio strano, con tassi negativi, economicamente sbagliato ma ne abbiamo usufruito. Ora siamo in una situazione intermedia con un 3,5% di tassi che si può tranquillamente gestire. Ulteriori aumenti dei tassi ci preoccupano non tanto per il debito pubblico quanto per il sistema delle imprese che ha ricevuto prestiti a breve garantiti da garanzie pubbliche”. “Ovvio che – ha concluso – con una dinamica così dei tassi qualche preoccupazione inizia a esserci”.”Va detto che purtroppo la BCE ascolta molto la Germania che per natura, storia e Dna è molto spaventata dall’inflazione. Ma dobbiamo fare attenzione a combattere inflazione e non creare i presupposti della recessione”, ha aggiunto. Un passaggio sulla flat tax che – osserva Bonomi – “non verrà fatta con questa delega fiscale. Io credo che sia corretta la progressività. Se si vuole andare sulla flat tax andiamo ma studiamo un sistema che possa reggere. Noi pensiamo a una delega fiscale organica, non si può affrontare pezzo a pezzo”, ha aggiunto. A margine poi parlando sempre della delega fiscale ha detto: “Il governo ha fatto le sue scelte, noi auspichiamo che sia una riforma organica. Staremo a vedere, capiremo dai decreti attuativi se ci saranno più vantaggi o svantaggi per le imprese”.Il numero uno di Confindustria auspica che “ci sia un fisco di impresa che non guardi più a fisco come gettito ma come leva di politica industriale. Questa è la grande sfida”. “Se potessi scegliere – ha aggiunto – vorrei un fisco premiale, che premia chi investe, chi patrimonializza e fa crescere il Paese. Non è la leva fiscale la leva corretta per premiare chi crea posti di lavoro, se si deve fare, occorre lavorare sulla leva contributiva, è lo strumento corretto per premiare chi crea posti di lavoro”. LEGGI TUTTO

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    Ponte Messina, Cattaneo: “Opera da fare il prima possibile”

    (Teleborsa) – “Sono più che d’accordo sulla necessità di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina, l’ho sempre detto anche prima che venisse formato questo Governo. Va fatto subito, prima possibile, per la generazione di PIL e fatturato che avverrà per la costruzione e anche per dopo la costruzione, che porterà un PIL importante con minori costi per l’economia siciliana che gli economisti stimano intorno al 5%”. È quanto ha detto Flavio Cattaneo, vice presidente esecutivo di Italo, intervenendo all’evento Feuromed. “A volte – ha aggiunto Cattaneo – mi chiedo come mai ci domandiamo della necessità di questo ponte. C’è un Paese nel mondo civilizzato che ha una regione insulare di 5 milioni di abitanti che dista qualche chilometro dalla penisola e non sia collegata? Non esiste. Oggi chi produce o vive in Sicilia subisce un danno implicito, ovvero il costo del trasporto che è superiore del 50% che nel resto del Paese”. LEGGI TUTTO

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    Natalità, ISTAT: 2022 anno con meno nati. Verso record negativo (-3%)

    (Teleborsa) – “Ogni anno facciamo il record della più bassa natalità di sempre. Nel 2021 abbiamo 400mila nati e nei primi 11 mesi del 2022, rispetto agli stessi mesi del ’21, il 3% di nati meno. Usciranno lunedì i dati dell’intero 2022, però è verosimile che si sia sfondato al ribasso il tetto dei 400mila nati”. Questo l’allarme lanciato dal presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo in occasione dell’assemblea del Forum delle famiglie, che ha visto al centro il tema della denatalità e del sostegno pubblico alle famiglie, e in vista della pubblicazione, lunedì prossimo, del report aggiornato dell’Istituto. “L’Italia è un malato la cui diagnosi è chiara – ha osservato Blangiardo – e si conoscono anche quali sarebbero le terapie. Qualcosa si è fatto però bisogna continuare in quella direzione e accentuare alcuni aspetti. Penso soprattutto alla conciliazione vita-lavoro perché il tema non è solo il costo dei figli, ma che i figli vincolano e condizionano i progetti di vita. Quindi l’idea di un avere un bambino piace ma le coppie aspettano. Conosciamo quali sono i punti deboli”. Blangiardo ha osservato che l’Italia è “un Paese che negli ultimi 4 anni ha perso 1 milione di abitanti. Siamo un grande Paese perché – ha aggiunto – abbiamo una dimensione demografica importante, se la perdiamo non saremo più un grande Paese”. Non è solo una questione di status, ma – come ha osservato l’Istat – di tenuta del sistema di welfare, di invecchiamento della popolazione e sostenibilità della spesa sanitaria.L’Istituto di statistica ha già stimato che da 59,2 milioni al 1 gennaio 2021 si scenderà a 57,9 milioni nel 2030, poi la flessione aumenterà a 54,2 milioni nel 2050 fino a 47,7 milioni nel 2070. “Il governo ha una grande responsabilità: fare una riforma fiscale che finalmente tenga conto in maniera seria della composizione familiare e del ruolo strategico delle famiglie – ha detto il presidente del Forum delle Famiglie Gigi De Palo, incalzando l’esecutivo sulla delega fiscale e le politiche di sostegno –. Chiediamo di migliorare l’assegno unico già dal prossimo anno: è determinante lavorare oggi per mettere risorse a novembre. Una riforma fiscale che tenga conto della progressività, noi avevamo proposto un fattore famiglia. E poi utilizziamo i fondi del Pnrr anche in chiave natalità”. LEGGI TUTTO

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    Cambiamenti climatici, COP28: intesa Italia-Emirati per garantire successo

    (Teleborsa) – Rafforzare la collaborazione tra i due Paesi per garantire il successo della Cop28 sui cambiamenti climatici, che si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre negli Emirati Arabi. Questo l’obiettivo della dichiarazione di intenti siglata oggi da Italia ed Emirati Arabi Uniti.”Un testo – commenta il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto – che mette in evidenza tante possibili connessioni tra i Paesi nell’importante snodo rappresentato dalla prossima Conferenza delle Parti”. Nell’intesa è riconosciuta l’importanza dell’azione globale per affrontare la sfida del climate change e si ritiene “urgente accelerare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi di lungo termine dell’Accordo di Parigi, incluso l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050”. In evidenza nell’atto congiunto, che per l’Italia reca la firma del ministro degli Esteri Antonio Tajani, vi è l’importanza del primo “Global Stocktake” per monitorare i progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra, l’impegno a limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, la finanza per il clima e la necessità di indirizzare i sistemi energetici verso fonti rinnovabili. Entrambi i Paesi hanno inoltre riconosciuto l’importanza di lavorare insieme per migliorare la resilienza globale e sostenere l’adattamento. In particolare, nell’accordo si sottolinea l’importanza di trovare soluzioni per la sicurezza alimentare e idrica, la salute e la protezione degli ecosistemi naturali. In vista della COP28, i due Paesi continueranno a impegnarsi per nuove modalità di finanziamento, come il fondo per assistere i Paesi in via di sviluppo, particolarmente vulnerabili, alle perdite e al danno, fondamentali per l’obiettivo collettivo di aumentare i finanziamenti per il clima, nonché raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Infine, la dichiarazione riconosce e applaude gli sforzi dei giovani di tutto il mondo nella lotta alla crisi climatica e ribadisce la volontà a rafforzarne il coinvolgimento nella COP28, sulla base dei risultati raggiunti dall’iniziativa Youth4Climate. LEGGI TUTTO

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    Federbalneari chiede a Governo tavolo interministeriale

    (Teleborsa) – “Federbalneari Italia esprime la sua preoccupazione al Governo, guidato dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per la situazione di stallo della riforma sulle concessioni balneari, che dovrebbe seguire l’iter del Decreto Milleproroghe dove, tra l’altro, si stabiliva la necessita’ di aprire un tavolo interministeriale a Palazzo Chigi in tempi rapidi, vista l’urgenza della situazione, anche per conoscere l’iter per la mappatura dei beni pubblici in concessione”. Così Marco Maurelli, Presidente di Federbalneari Italia, sollecitando la presidenza del Consiglio ed i Ministeri interessati.”E’ necessario che tutte le parti interessate dal decreto siedano quanto prima intorno ad un tavolo per avviare il previsto iter di riforma, evitando di mettere a rischio il futuro del settore mare e che siano le sentenze, e non le leggi, a riorganizzare il comparto che vive in regime di 4 proroghe da 13 anni ormai, aggiunge Maurelli, convinto che “occorra iniziare subito a ragionare su un percorso che dia continuità al settore e, parallelamente, conduca ad una riforma seria e ragionata ad una legge organica di riordino e di tutela delle nostre imprese turistiche a partire dalla revisione del codice della navigazione ed allo sblocco immediato degli investimenti per modernizzare offerta turistica e beni in concessione”. “Siamo realmente preoccupati per il tempo trascorso dall’approvazione del Milleproroghe e non vorremmo che questa norma faccia la fine di tanti altri testi normativi. Auspichiamo, infine, che il Governo chieda con fermezza a Bruxelles di rivedere l’applicazione della Direttiva Servizi al settore di beni demaniali in concessione. Federbalneari Italia, da parte sua, vigilerà con attenzione affinchè nessuno, compresi i comuni interessati dalle gare sulle concessioni balneari, faccia passi affrettati e in autonomia e soprattutto a danno del nostro importante patrimonio imprenditoriale”. LEGGI TUTTO

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    Fisco, Unimpresa: serve riassetto totale imposte

    (Teleborsa) – “La riforma fiscale, ormai attesa da parecchi anni, per dare una scossa alla ormai perduta competitività delle piccole e medie imprese italiane, sia nel contesto nazionale sia in quello estero, dovrebbe passare attraverso il riassetto sostanziale della struttura delle imposte dirette e indirette per modificare cosiddetto cuneo fiscale e ridurre drasticamente la pressione del fisco sulle PMI.” Lo dichiara il consigliere nazionale di Unimpresa, Manlio La Duca, sottolineando che l’associazione ha inviato un documento al governo contenente una serie di proposte nell’ambito della definizione dei decreti attuativi della riforma varata ieri dal consiglio dei ministri. “Del resto, il peso delle tasse, pari al oltre il 50% del PIL, non rende competitive le nostre imprese, mentre la burocrazia rallenta e appesantisce tutti i processi produttivi”.(Foto: © lucadp / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Sud, il piano del Governo per attrarre lavoratori digitali in Italia

    (Teleborsa) – “Quest’anno si riscrivono le regole della politica industriale europea: bisogna cambiare la politica industriale europea non solo sui veicoli leggeri o pesanti, ma anche su tutti i dossier che sono stati esaminati sempre con una visione ideologica di rispetto ambientale”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, al Feuromed in corso a Napoli.”Non mettiamo in discussione gli obiettivi, ma con quali tempistiche e modalità si raggiungono?”, si è chiesto Urso. “Lo dobbiamo fare quest’anno: quest’anno si vince o si perde la sfida con la Cina. Gli Usa hanno messo in campo in pochi mesi 2mila miliardi di dollari, una politica industriale come mai si era vista dopo aver raggiunto l’autonomia energetica. L’Europa – ha sottolineato Urso – se rimane inerte rimane schiacciata tra Usa e Cina”. Secondo il ministro, che ha ribadito di essere “al fianco” degli Stati Uniti, la sfida da “vincere” con la Cina è anche “di civiltà”, una partita che si gioca “in Africa: per l’approvvigionamento delle materie prime critiche e per sviluppo industriale e sociale” di un continente in ascesa.Urso ha anche annunciato che il governo lavora a un provvedimento legislativo per incentivare chi nel mondo lavora nell’economia digitale a venire a vivere in Italia, in particolare al Sud. Parlando del cantiere legislativo per delineare la nuova politica industriale italiana dei prossimi 12 mesi, Urso ha spiegato che “un provvedimento riguarderà il Mezzogiorno per cogliere le novità dell’economia globale e digitale e incentiverà i lavoratori digitali a risiedere nel nostro Paese. Si chiamerà: ‘Lavora nel mondo e vivi in Italia’. Oggi è possibile farlo per sempre più numerose imprese e settori professionali” e “faremo un provvedimento specifico”, ha chiosato Urso.Sulla dipendenza dal gas russo: “Nel 2021 era al 14%, entro fine anno taglieremo ogni dipendenza dal gas russo”. L’Europa si fornirà sempre di più dal Sud, diventano centrali le linee di approvvigionamento che arrivano in Italia e dall’Italia portano all’Europa centrale”. Un percorso che può fare dell’Italia, ha concluso, “l’hub del gas”.Infine, un passaggio sulla riforma del fisco. “L’altro ieri è stato importante l’approvazione del disegno di legge delega per la riforma fiscale che segue di poche settimane il disegno di legge delega sulla riforma degli incentivi. Sono come due binari di una politica industriale che ovviamente si deve avvalere anche di una politica fiscale per l’industria. Questi due riforme, che passeranno in Parlamento e poi saranno attuate con i vari decreti attuativi procederanno insieme perchè delineeranno la nuova politica fiscale e industriale del nostro paese che sia da stimolo e sostegno alle imprese produttive”. LEGGI TUTTO

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    USA, leading indicator febbraio -0,3%

    (Teleborsa) – Scende come atteso il superindice USA relativo alle condizioni economiche americane a febbraio 2023. Secondo quanto comunicato dal Conference Board degli Stati Uniti, il Leading Indicator (LEI) si attesta a quota 110 punti in calo dello 0,3% rispetto al mese precedente (quando il calo era stato dello 0,3%) e rispetto al -0,3% atteso dagli analisti. La componente che riguarda la situazione attuale è aumentata dello 0,1% a 109,8 punti, mentre quella sulle aspettative future è cresciuta dello 0,2% a 118,5 punti.”Il LEI per gli Stati Uniti è sceso di nuovo a febbraio, segnando il suo undicesimo calo mensile consecutivo – ha affermato Justyna Zabinska-La Monica, Senior Manager, Business Cycle Indicators, presso The Conference Board – I contributi negativi o piatti di otto delle dieci componenti dell’indice hanno più che compensato il miglioramento dei prezzi delle azioni e una lettura migliore del previsto per i permessi di costruzione residenziale”. “Mentre negli ultimi mesi il tasso di calo mensile del LEI si è attenuato, il principale indice economico indica ancora il rischio di recessione nell’economia statunitense – ha aggiunto – La più recente turbolenza finanziaria nel settore bancario statunitense non si riflette nei dati LEI ma potrebbe avere un impatto negativo sulle prospettive se persiste. Nel complesso, il Conference Board prevede che l’aumento dei tassi di interesse, insieme al calo della spesa dei consumatori, molto probabilmente spingerà l’economia statunitense in recessione nel breve termine”.(Foto: Photo by Nik Shuliahin on Unsplash ) LEGGI TUTTO