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    UE revoca parzialmente decisione su aiuti illegittimi a compagnie aeree in Sardegna

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha parzialmente revocato una decisione del 2016 che ingiungeva all’Italia di recuperare gli aiuti illegali e incompatibili concessi ad alcune compagnie aeree operanti negli aeroporti sardi. La decisione fa seguito a una sentenza della Corte di giustizia che annulla parzialmente la decisione della Commissione del 2016.Nel luglio 2016 la Commissione ha constatato che il sostegno concesso dall’Italia ad alcune compagnie aeree operanti negli aeroporti sardi era incompatibile con le norme dell’UE sugli aiuti di Stato. Quattro compagnie aeree – easyJet, Volotea, Ryanair e Germanwings – hanno impugnato la decisione della Commissione. Nel maggio 2020 il Tribunale ha confermato la decisione della Commissione per quanto riguarda easyJet, Volotea e Germanwings. Nel novembre 2022, a seguito di un ulteriore ricorso da parte di easyJet e Volotea, la Corte di giustizia ha parzialmente annullato la decisione della Commissione. La Corte di giustizia ha constatato che la Commissione non aveva dimostrato che l’Italia avesse concesso un vantaggio indebito a easyJet e Volotea. Il ricorso di Ryanair contro la decisione della Commissione, basato sugli stessi motivi presentati da easyJet e Volotea, è pendente dinanzi al Tribunale.Nella decisione odierna la Commissione ha parzialmente revocato la decisione del 2016 per quanto riguarda easyJet e Volotea. Analogamente, la Commissione ha deciso di ritirare la sua decisione in relazione a Ryanair. La Commissione riesaminerà ora il sostegno pubblico concesso dall’Italia a easyJet, Volotea e Ryanair ai sensi delle norme dell’UE sugli aiuti di Stato, alla luce degli orientamenti forniti dalla Corte di giustizia. In particolare, la Commissione valuterà se l’aiuto concesso a dette compagnie aeree non vada al di là di quanto un operatore privato sarebbe disposto a offrire nelle stesse circostanze (il cosiddetto “principio dell’operatore in un’economia di mercato”). LEGGI TUTTO

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    Greenway Group cerca partner finanziari per la crescita all'estero

    (Teleborsa) – Greenway Group, holding di partecipazioni di proprietà della famiglia Molinari e attiva nella manutenzione lungo le infrastrutture di trasporto, è pronta “per aprire il proprio capitale per una quota non superiore al 49% a partner finanziari e/o industriali”. Lo ha dichiarato il fondatore Valerio Molinari, spiegando che ciò può “consentire, in particolare modo alla controllata Ecogest, di accelerare i propri processi di crescita, soprattutto sui mercati nord americani”.Intanto, l’assemblea dei soci di Greenway Group ha comunicato l’ingresso di Camilla Molinari, secondogenita della famiglia, nell’azionariato attraverso l’acquisto del 7,50% delle quote societarie. La famiglia Molinari è detentrice della totalità delle azioni del gruppo di Ravenna.L’assemblea ha anche approvato il bilancio 2022 di Ecogest, controllata del gruppo e leader in Italia nella manutenzione del verde stradale e autostradale, che vede nuovamente confermata il trend di crescita della società con un +6,6% di EBITDA e un +29% di utile rispetto al bilancio relativo al 2021.Ecogest ha registrato nel 2022 un fatturato di 12,6 milioni di euro, un EBITDA 1,4 milioni di euro (11% del fatturato) e un utile netto di oltre 440 mila euro. LEGGI TUTTO

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    USA, fiducia consumatori Università di Michigan marzo scende a 63,4 punti

    (Teleborsa) – Peggiora la fiducia dei consumatori americani a marzo 2023. Secondo i dati preliminari dell’Università del Michigan, il sentiment dei consumatori è stimato in decremento a 63,4 punti rispetto ai 67 punti del mese di febbraio, e risulta anche peggiore delle attese degli analisti che si attendevano 66,9 punti.Nello stesso periodo l’indice sulla situazione presente è sceso a 66,4 punti dai 70,7 punti precedenti (le attese erano per 70 punti), mentre l’indice sulle attese è diminuito a 61,5 punti dai 64,7 precedenti (il consensus era a 64,5 punti). LEGGI TUTTO

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    Mezzogiorno, Gentiloni: ha le potenzialità per diventare l'hub energetico dell'Europa

    (Teleborsa) – “La possibilità di portare il Mezzogiorno come hub energetico del Mediterraneo non è solo una chiacchiera, ma una realtà che posiamo realizzare, perchè posiamo collegare Nord, Sud e Est del Mediterraneo. Ed è evidente che oggi questa prospettiva coinvolge quella politica industriale ora, anche a Bruxelles, ha diritto di cittadinanza”. È quanto ha dichiarato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni intervenendo al Festival Euromediterraneo dell’economia (Feuromed), organizzato dal Quotidiano del Sud. “Questa prospettiva – ha aggiunto – deve esser vissuta come una grande prospettiva non solo italiana ma europea, per la nova attenzione che dobbiamo dare alle catene del valore e della logistica”. “Come sempre capita quando discutiamo del futuro la domanda da farci è se questa volta ci sia una occasione vera, perché sappiamo che di unioni del Mediterranno con le politiche europee si parla da 30 anni. E che la storia di recuperare il divario del Sud ha avuto qualche periodo di successi negli anni 70 e 60, ma complessivamente negli ultimi 30 anni non ha visto successi”. “Dobbiamo prendere atto che la distanza tra Centro Nord e Mezzogiorno è aumentata – ha proseguito Gentiloni – e la quota di PIL del Mezzogiorno è passata dal 25% al 22% negli ultimi anni, ma anche la distanza tra le due sponde del Mediterraneo è complessivamente cresciuta”. “Io penso che ci siano due ragioni per dire che l’occasione oggi c’è – ha spiegato il Commissario UE –. La prima è banalmente il tema della disponibilità di risorse: abbiamo una quantità di risorse disponibili per il Mezzogiorno dal PNRR da qui al 2026 di 86 miliari di euro. Il problema sarà spenderle. Il problema deve avere questa come bussola fondamentale”. “Riusciamo ad assorbire questa straordinaria quantità di risorse, che da sola può portare la quota di PIL dal 22 al 23,5%?”, ha aggiunto. La seconda ragione è il tema energia. “La guerra ha svelato la dipendenza dal gas russo e la risposta Ue è stata straordinaria, in 10 mesi abbiamo ridotto l’import di gas russo dal 40% a 7%, incredibile. Ma ora sappiamo bene che la strada non è in discesa e che sia sulla diversificazione, che sulle rinnovabili il Mezzogiorno ha un ruolo possibile e importante”, ha sottolineato. “Abbiamo una parte consistente dei collegamenti che arrivano nel Mediterraneo nelle Regioni del Mezzogiorno e abbiamo la consapevolezza che sulle rinnovabili già oggi il Mezzogiorno contribuisce per il il 50% alla produzione italiana”. E sulle nuove politiche industriali Ue, che non sono più “un tabù”, secondo Gentiloni, “c’è una potenzialità per il Mezzogiorno d’Italia. Qui è cruciale la prospettiva verticale. Veniamo da anni in cui la prospettiva orizzontale e dei rapporti tra noi e la Russia ha dominato le nostre politiche. Ma dobbiamo sapere che il destino che la geografia determina è verticale, verso l’Africa”. LEGGI TUTTO

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    USA, produzione industriale febbraio +0% m/m, manifattura +0,1%

    (Teleborsa) – Peggiore delle attese la produzione industriale negli Stati Uniti nel mese di febbraio 2023. L’attività industriale ha registrato una variazione nulla su base mensile dopo il +0,3% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare dello 0%) e rispetto al +0,2% delle attese degli analisti. Su base annua si registra una discesa dello 0,2%.La produzione manifatturiera registra una crescita dello 0,1%, contro il -0,2% del consensus e dopo il +1,3% di gennaio (dato rivisto da un preliminare di +1%).Nello stesso periodo la capacità di utilizzo relativa a tutti i settori industriali è invariata al 78,3% e risulta inferiore alle stime degli analisti (78,5%).(Foto: Foto di Clayton Cardinalli su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    OCSE conferma una ripresa fragile ma alza stime PIL

    (Teleborsa) – L’OCSE rivede al rialzo le stime di crescita globale per il 2023 ed il 2024, migliorando le prospettive di crescita della UE e degli USA ed alzando più che proporzionalmente le previsioni per la Russia, che accuserà una recessione meno pronunciata di quanto previsto in precedenza. E’ quanto emerge dall’Economic Outlook dell’OCSE di metà anno intitolato “A fragile Recovery”. Le stime di crescita mondiale sono state alzate dello 0,4% nel 2023 e dello 0,2% nel 2024, con un PIL indicato a +2,6% quest’anno ed a +2,9% il prossimo, che sconta ancora l’effetto di una politica monetaria restrittiva da parte delle banche centrali nelle principali economie.Una ripresa che fa perno sul miglioramento delle previsioni per l’Eurozona a +0,8% nel 2023 e +1,5% nel 2024 e per gli Stati Uniti a +1,5% nel 2023 e +0,9% nel 2024. La crescita in Cina dovrebbe invece recuperare al 5,3% quest’anno ed al 4,9% il prossimo.Da segnalare soprattutto l’incisivo miglioramento delle previsioni per la Russia, la cui economia si contrarrà in modo meno pronunciato del previsto: il PIL segnerà -2,5% quest’anno con una revisione al rialzo di 3,1 punti percentuali rispetto alla stima di novemnbre, e -0,5% nel 2024 (-0,3 punti percentuali rispetto al precedente report).Fra le principali economie europee la Germania registrerà una crescita più alta pari allo 0,3% quest’anno ed all’1,7% il prossimo, la Francia dello 0,7% nel 2023 e dell’1,3% nel 2024, la Spagna dell’1,7% in entrambi gli anni. Previsioni su anche per l’Italia a +0,6% quest’anno e +1% nel 2024.La Gran Bretagna è l’unico paese del continente a sperimentare una decrescita dello 0,2% quest’anno ed un recupero a +0,9% il prossimo.Discorso diverso per l’inflazione: quella di fondo scenderà ma l’inflazione core rimarrà elevata, sostenuta da forti aumenti dei prezzi dei servizi, margini più elevati in alcuni settori e pressioni sui costi dovute a tensioni nei mercati del lavoro. L’inflazione dovrebbe moderarsi gradualmente nel 2023 e nel 2024, ma rimanere al di sopra degli obiettivi delle banche centrali fino alla seconda metà del 2024 nella maggior parte dei paesi. L’inflazione primaria nelle economie del G20 dovrebbe scendere al 5,9% nel 2023 ed al 4,5% nel 2024, mentre l’inflazione core è attesa al 4% nel 2023 ed al 2,5% nel 2024. In particolare, l’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di inflazione dell’Eurozona al 6,2% quest’anno ed al 3% il prossimo, mentre per gli USA si prevede un +3,7% nel 2023 ed un +2,5% nel 2024. Il miglioramento delle prospettive è ancora fragile. I rischi sono diventati un po’ più bilanciati – spiega l’OCSE – ma rimangono orientati verso il basso. L’incertezza sull’andamento della guerra in Ucraina e sulle sue conseguenze è la principale preoccupazione, mentre la direzione e la forza dei cambiamenti di politica monetaria è difficile da valutare e potrebbe mantenere vulnerabili i mercati finanziari. Per l’OCSE, la politica monetaria dovrà rimanere restrittiva fino a quando non vi saranno chiari segnali che le pressioni inflazionistiche si sono ridotte durevolmente e sono necessari ulteriori aumenti dei tassi di interesse in molte economie, compresi gli Stati Uniti e l’Eurozona, dove è probabile che i tassi ufficiali rimarranno elevati per gran parte del 2024.Il sostegno fiscale, volto a mitigare l’impatto della crescita dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, deve concentrarsi maggiormente sui più bisognosi. Un migliore orientamento delle politiche di sostegno aiuterebbe a garantire la sostenibilità fiscale, preservare gli incentivi per ridurre il consumo di energia e limitare ulteriori stimoli alla domanda in un momento di alta inflazione. LEGGI TUTTO

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    Banca Prealpi SanBiagio aumenta prodotto bancario e derisking

    (Teleborsa) – Banca Prealpi SanBiagio, istituto di credito cooperativo con sede a Tarzo (TV) e parte del Gruppo Cassa Centrale, ha chiuso il 2022 con attivo di bilancio a 4,97 miliardi, raccolta complessiva a 5,6 miliardi (+2,7%), impieghi verso la clientela a 2,5 miliardi (+4,2%) e patrimonio netto a 429 milioni (+5%). Il prodotto bancario complessivo – dato dalla somma di raccolta complessiva e impieghi verso la clientela – supera gli 8 miliardi di euro (+3,1%).”I risultati straordinari che abbiamo registrato l’anno scorso ci consentono di proseguire lungo un percorso di crescita e consolidamento, a beneficio del territorio – ha commentato il presidente Carlo Antiga – In particolare, permetteranno di elevare ulteriormente la solidità patrimoniale del nostro istituto e la buona posizione di liquidità. Il tutto grazie ad un modello di business diversificato, che guarda in primo luogo al soddisfacimento dei bisogni di famiglie e imprese. Ciò è reso possibile dalla qualità dell’attivo che presenta un livello di esposizioni deteriorate molto contenuto, che fa il paio con l’elevato ammontare degli accantonamenti”.L’NPL Ratio lordo è sceso ulteriormente al 3,56% (era al 4,14% nel precedente esercizio). Dato il contesto macroeconomico, la copertura dei deteriorati è stata alzata al 100%, rispetto all’87,88% di fine 2021 e a una media del 49,8% del sistema bancario a giugno 2022. Il cost income (costi operativi/margine di intermediazione) si attesta al 52,19%. Il Cet1 Ratio si conferma ben al di sopra dei requisiti richiesti (pari al 26,8%). LEGGI TUTTO

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    Il Ponte sullo Stretto Messina diventa realtà: via libera CdM

    (Teleborsa) – Il Consiglio dei Ministri riunitosi oggi per l’approvazione della delega fiscale ha dato il via libera anche al cosiddetto Decreto Ponte, che prevede l’immediato riavvio del percorso di progettazione e realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Lo annuncia il MIMS con una nota al termine del CdM.Rinasce così la Società Stretto di Messina, che avrà una nuova e più moderna governance. E’ prevista – si sottolinea – una solida partecipazione del MEF e del MIT, a conferma dell’importanza che il governo attribuisce al collegamento stabile tra Calabria e Sicilia. Ed un rappresentante delle due regioni siederà nel CdA della nuova società.In concreto, si riparte dal progetto definitivo del 2011 – spiega il MIMS – che verrà adeguato alle nuove norme tecniche, di sicurezza e ambientali. Il nuovo iter autorizzativo dovrà bollinare il ponte strallato più lungo al mondo (circa 3,2 chilometri) che rappresenterà il fiore all’occhiello dell’arte ingegneristica italiana.Il Ministro Matteo Salvini ha voluto sottoòineare che “si tratta di un’opera fortemente green” che “consentirà di ridurre l’inquinamento da anidride carbonica, oltre a permettere un consistente risparmio di tempo e denaro a tutti coloro che devono attraversare lo Stretto”.Il Ponte – ha aggiunto il vicepremier – sarà anche “motivo di grande attrazione turistica” ed un “volano di crescita infrastrutturale” per le regioni Sicilia e Calabria. LEGGI TUTTO