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    SVB, Biden: “Sistema bancario americano è sicuro: nessuna perdita per i contribuenti”

    (Teleborsa) – “Gli americani possono stare tranquilli: il sistema bancario americano è sicuro”. È quanto ha affermato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden nel suo discorso sulla crisi di Silicon Valley Bank. “Faremo tutto il necessario – ha assicurato Biden –. Grazie alla rapidità della mia amministrazione, gli americani possono avere fiducia sul fatto che il sistema bancario è solido. Nessuna perdita sarà a carico dei contribuenti”. In tale scenario Biden ha, tuttavia, annunciato che chiederà al Congresso di rafforzare le regole per le banche in modo da “rendere meno probabile” che un fallimento come quello di Svb si ripeta.Quelle annunciate dall’amministrazione Biden sono misure volte a tutelare i depositi ma non gli azionisti i quali – come evidenziato da Biden – hanno assunto rischi in modo consapevole e “quando i rischi non pagano, gli investitori – ha detto il presidente Usa –. perdono i loro soldi. È così che funziona il capitalismo”.Quanto alle responsabilità del fallimento dell’istituto, il presidente ha osservato che “i manager delle banche che si sono rivelate in difficoltà dovrebbero essere licenziati”. Per evitare che il fallimento di Silicon Valley Bank si tramuti in una nuova Lehman Brothers, il Tesoro, la Fdic e la Fed avevano annunciato che tutti i depositi presso Svb sarebbero stati disponibili da oggi. Tra questi figurano anche quelli sopra i 250mila dollari – che rappresentano il 90% dei depositanti di Svb – assicurati dalla Federal Deposit Insurance Corp. La banca centrale ha, inoltre, messo a disposizione una nuova finestra di liquidità per aiutare le banche a rispondere alle richieste dei clienti in caso di fuga. LEGGI TUTTO

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    Intesa Sanpaolo: parte la prima Elite Lounge del 2023, supporto a PMI

    (Teleborsa) – Prende il via, per il quinto anno consecutivo, una nuova edizione dell’Elite Lounge di Intesa Sanpaolo, la prima del 2023, destinata a celebrare i cinque anni di collaborazione tra il gruppo bancario ed Elite, l’ecosistema di Euronext che aiuta le piccole e medie imprese a crescere e ad accedere ai mercati dei capitali privati e pubblici. In cinque anni dalla prima Lounge, Intesa Sanpaolo ha affiancato oltre 300 imprese d’eccellenza provenienti da tutta Italia e operanti in ogni settore, favorendone la competitività sui mercati internazionali, la crescita dimensionale e la spinta agli investimenti.Il lancio di questa nuova edizione conferma ancora una volta il grande fermento e dinamismo che caratterizza l’imprenditoria italiana desiderosa di crescere nonostante le incertezze dell’attuale contesto macro-economico. Le piccole e medie imprese selezionate da Intesa Sanpaolo avranno l’opportunità di unirsi al network e beneficiare anche di percorsi di formazione altamente qualificati, potendo godere della consulenza esperta e tecnica dei più solidi e importanti partner in Italia.Le PMI provengono da tutta Italia, ed appartengono a diversi settori industriali di eccellenza dell’economia nazionale tra cui la meccanica, la moda, l’agroalimentare, l’edilizia. LEGGI TUTTO

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    Spazio, MIMIT: “Firmati contratti per oltre 285 milioni per nuovi strumenti di trasporto spaziale”

    (Teleborsa) – Sono stati firmati oggi al ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla presenza del ministro Adolfo Urso, due importanti contratti da oltre 285 milioni di euro complessivi per potenziare le capacità tecnologiche dell’industria italiana per l’accesso allo spazio.L’obiettivo – fa sapere il Mimit in una nota – è sfruttare le capacità esistenti in Italia, attraverso i programmi, Vega C e Vega E, e realizzare le prossime generazione di motori con caratteristiche eco-sostenibili che faranno parte delle future famiglie di lanciatori spaziali europei.L’iniziativa – sottolinea il Ministero – rappresenta un passaggio importante per l’implementazione del “Next Generation EU” e utilizza fondi del PNRR, pari a oltre 1,2 miliardi, affidati ad ESA con una convenzione.Alla cerimonia erano presenti, oltre al ministro delegato dal Governo allo Spazio e Aerospazio, Urso, il direttore dei trasporti spaziali dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), Daniel Neuenschwander e l’amministratore delegato di Avio, Giulio Ranzo, appaltatore principale.”La firma di oggi è importante per il raggiungimento degli obiettivi PNRR per lo spazio. Ancora una volta viene ribadito il nostro impegno su un settore determinante, in cui l’Italia può e deve avere un ruolo di leadership grazie al lavoro fatto dalle imprese italiane, la cui tecnologia riscuote unanime riconoscimento – ha dichiarato Urso durante la cerimonia di firma –. La sigla di oggi è la prima pietra miliare di un percorso che sarà certamente positivo – continua Urso – Non posso che augurare il miglior successo alle iniziative e ai progetti che scaturiranno da questi due contratti, che valorizzeranno l’intera filiera del comparto”.I due progetti saranno guidati da Avio come appaltatore principale supportato da una filiera d’eccellenza fatta da importanti realtà industriali italiane, da startup e piccole/medie imprese, nonché da centri di ricerca e università.Il primo contratto, Space Transportation System (STS), finanziato con 181,6 milioni di euro sarà dedicato allo sviluppo entro il 2026 di un dimostratore in volo di nuove tecnologie e progetti per un lanciatore con motori a ridotto impatto ambientale.Il secondo programma High Thrust Engine (HTE) finanziato con 103 milioni di euro sarà invece dedicato allo sviluppo di un nuovo motore ad alta spinta, anche questo a basso impatto ambientale, per arrivare ad un primo test di qualifica a terra entro il 2026. LEGGI TUTTO

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    MEF, Leo: “Ridaremo organicità e sistematicità al nostro modello tributario”

    (Teleborsa) – “Ridare organicità e sistematicità al nostro modello tributario, semplificando l’intera materia, è l’obiettivo principale. La legge delega che presenteremo in Consiglio dei Ministri la prossima settimana è strutturata in quattro parti: nella prima metteremo in evidenza quelli che sono i principi generali che sono riferibili sia all’ordinamento interno sia a quello sovranazionale; lavoreremo sullo Statuto del Contribuente per far sì che possa diventare una legge tributaria generale; incideremo sui singoli tributi, correggendo le anomalie che nel corso del tempo si sono verificate; tratteremo, infine, la parte dei procedimenti dichiarativi di accertamento, sanzionatori e riscossori”. È quanto ha annunciato Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze, nel corso del convegno “2023 l’evoluzione delle professioni, rapporto tra amministrazione pubblica e professionisti”, promosso dall’Associazione Nazionale Commercialisti.”La legge delega sarà completata elaborando dei testi unici organici – ha proseguito il viceministro del Mef – per evitare la presenza di norme disseminate qua e là nel nostro ordinamento dando corso ad un ‘codice’ organico che sarà composto da una parte generale, in cui saranno racchiusi i principi generali, lo Statuto del Contribuente, l’accertamento, le sanzioni le riscossioni e il contenzioso e infine una parte speciale che sarà rappresentata dagli aspetti sostanziali quindi dai singoli tributi. Un lavoro impegnativo e ambizioso che dovrà necessariamente arricchirsi del confronto con i professionisti”.”Avrei preferito – ha detto Marco Cuchel, numero uno di Anc – che per una riforma così importante come quella del Fisco si fosse scelta la strada della proposta di legge elaborata sentendo tutti i protagonisti, in special modo i professionisti. Con la delega fiscale temo che possano esserci problemi o ripensamenti in fase attuativa. Ad ogni modo ritengo necessario che la legge delega preveda una semplificazione consistente all’insegna dell’equità orizzontale e maggiori certezze normative per favorire gli investimenti e rilanciare, così, l’economia del Paese. Aspettiamo di vedere come saranno rimodulate le aliquote e quali detrazioni e deduzioni verranno eliminate poiché ci dovrà essere un equilibrio tra benefici fiscali e sostenibilità economica e vediamo quale impatto effettivo si avrà sull’intero sistema. Oggi la fiducia degli italiani nel fisco è molto bassa. L’unico modo per ristabilire il giusto rapporto è quello di fissare regole certe, chiare, mantenute nel tempo, che siano il risultato di un dialogo anche con i commercialisti”.”Un testo importante, frutto della visione unitaria dell’attuale maggioranza di governo che è riuscita ad unire la tenuta dei conti pubblici, con le esigenze delle persone fisiche, di imprese e professionisti. In questa ‘delega’ – ha detto Luigi Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività produttive alla Camera dei Deputati – ci sono tante semplificazioni, un riequilibrio del rapporto tra Fisco e cittadino attraverso rivalutazione dello Statuto del Contribuente che torna a essere nodale, e poi c’è la riduzione della pressione fiscale. Un Fisco che sarà più amico sia sul piano degli aspetti sanzionatori, facendo differenza tra chi evade e chi non può pagare per difficoltà economiche. Una riduzione delle aliquote da 4 a 3 scaglioni per arrivare entro fine legislatura alla flat tax incrementale per tutti. Infine cambia l’approccio sull’evasione fiscale che si combatte in termini di prevenzione e non più complicando la vita ai cittadini”.”L’idem sentire della cultura economica – ha detto Andrea De Bertoldi, parlamentare di Fratelli d’Italia in Commissione Finanze a Montecitorio – sta accelerando il processo delle riforme con un percorso che arriverà al termine grazie a una maggioranza coesa. Questa è la differenza con la vecchia proposta di legge delega. Il vero punto qualificante è la volontà di fare una riforma pratica guidata dalla competenza del Viceministro Leo che ha considerato le preoccupazioni e le esperienze raccolte dal confronto con professionisti ed esperti. Una riforma che dà anche risposta al tema delle casse di previdenza, intervenendo con tassazioni ridotte a chi si occupa del nostro welfare unitamente alle agevolazioni per professionisti e studi associati per garantire un futuro alla categoria”.”La bozza della proposta di riforma – ha sottolineato Emiliano Fenu, componente della Commissione Finanze alla Camera –denota che si tratta di un mero restyling. Cosa che si stava cercando di fare anche nella scorsa legislatura con il governo Draghi. In Parlamento cercheremo di migliorarla. Tra le novità che proporremo c’è quella della realizzazione di un Testo unico sulla tassazione dell’economia digitale e sulla gestione dei dati dei cittadini. Bisogna partire dalla creazione di un tavolo permanente costituito da commercialisti e ingegneri informatici per creare anche una mappatura dei dati disponibili da inserire in un Registro unico. La stessa professione dei commercialisti si deve adattare alle innovazioni tecnologiche anche per fronteggiare la profonda crisi di vocazione che la riguarda”.”I grandi malati del nostro sistema – ha detto Andrea Delmastro, sottosegretario al ministero della Giustizia – sono la giustizia civile e quella tributaria le cui disfunzioni costano all’Italia circa il 2 per cento del Pil. Durante la scorsa legislatura è stata fatta la Riforma della Giustizia tributaria che però ha fatto registrare due storture: Il Giudice che non è terzo autonomo e indipendente ma nominato dal Mef e l’inversione dell’onere probatorio. Questa situazione produce una sorta di imbuto nelle commissioni tributarie. Spesso si arriva in Cassazione dove c’è un contenzioso pazzesco e dove il 50 per cento delle sentenze tributarie viene ribaltato. Altro problema serio riguarda la giustizia civile lenta che rende incerto il tempo in cui verrà garantito l’eventuale credito e questo ammazza imprese, economia, occupazione e ricchezza sociale diffusa sul territorio. Le nostre imprese hanno bisogno di velocità per competere con il resto dell’Europa e attrarre investimenti. Non dobbiamo rassegnarci al declino di una nazione che non produce più”.Si dichiara soddisfatto per il percorso che sta compiendo il nuovo governo con la legge delega Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili: “Se fosse realizzata integralmente potremmo essere di fronte a una vera svolta. Non vorrei, però, che ne venisse snaturato lo spirito al momento della discussione in Aula. Per ciò che attiene i suoi contenuti innovativi, trovo importante l’idea della pianificazione biennale per le imprese alle quali si cerca di dare continuità e stabilità, privilegiando il fattore umano. Vediamo come la proposta verrà declinata in concreto. Sono ottimista”.”Abbiamo una situazione anomala in Italia. Da una parte – ha detto Marcella Caradonna, presidente dell’Odcec di Milano – c’è un eccesso di disoccupazione allarmante e dall’altra registriamo la carenza di offerta di lavoro per tutta una serie di settori. Dire che questo fenomeno è collegato anche al ‘Reddito di Cittadinanza’ è un po’ superficiale. Quando parliamo dei giovani la domanda che mi sorge spontanea: Ma siamo sicuri che è fondamentale ed è il percorso giusto accelerare sul conseguimento della laurea per tutti? O è anche importante che ci siano delle risposte a una richiesta di lavoro che è tutt’ora inevasa? A Milano, ad esempio, c’è difficoltà a trovare persone che lavorino all’interno degli studi professionali. Abbiamo avviato un corso di formazione proprio per superare questa criticità in modo specifico”. LEGGI TUTTO

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    Trasporti, Cingolani: “Decarbonizzazione solo con auto elettrica rallenta transizione ecologica”

    (Teleborsa) – “Che l’elettrificazione dei trasporti sia un processo irreversibile su cui siamo tutti d’accordo senza se e senza ma credo sia superfluo sottolinearlo. L’Europa stabilisce un grande target di decarbonizzazione insieme alle grandi organizzazioni internazionali, come ridurre i gas serra del 55% al 2030 rispetto al 1990 e questo va bene, però la stessa commissione europea non può pretendere di dire che quel target si raggiunge in un solo modo, nel caso specifico dei trasporti con l’auto elettrica”. È quanto ha affermato Roberto Cingolani, fisico ed ex ministro della Transizione ecologica del governo Draghi, intervenuto oggi a Focus Economia di Sebastiano Barisoni su Radio 24. “Bisogna stare molto attenti, nessuno si è opposto all’elettrificazione delle auto, anzi. Stiamo tutti lavorando per cambiare la filiera, per cambiare i modelli produttivi – prosegue Cingolani –. Chi dice solo con l’auto elettrica in realtà sta rallentando la transizione ecologica. In Europa ci sono 400milioni di veicoli e una grossa percentuale è inquinante, non è nemmeno euro 6″.”In Europa – ha detto Cingolani commentando l’idea di puntare tutto sull’auto elettrica per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione – c’è una differenza di reddito pro-capite che va dai 115mila euro annui del cittadino Lussemburghese agli 8600 del bulgaro. Siccome oggi un’auto elettrica costa, a parità di categoria, 15mila euro in più dell’equivalente endotermica, se l’Europa pretende di dire che si arriva a questa decarbonizzazione per il 2030/2035 ma solo con auto elettrica comincia a a creare una discriminazione paurosa. Il cittadino lussemburghese si compra l’auto elettrica con 6 mesi di stipendio, il bulgaro con 6 anni di stipendio. Questo è un ambientalismo da ricchi, che crea discriminazione. Chi ha la macchina euro 2 o euro 3 in Europa non è che ce l’ha perché gli piace inquinare, ce l’ha perché non ha i soldi per cambiarla. Esistono delle tecnologie che consentono di decarbonizzare anche le vecchie automobili, nel caso specifico è l’esempio dei sintetic fuel, che sono costosi, vanno incentivati come si incentiva qualsiasi cosa che va per l’ambiente ci mancherebbe. Quello che ha detto l’Italia e che ha appoggiato la Germania con la stessa logica è: benissimo l’elettrico, ma nel frattempo consentiamo anche a quelli che non hanno i soldi di decarbonizzare. La posizione di neutralità tecnologica dice: ‘utilizziamo qualunque mezzo tecnologico abbiamo che consenta a chiunque al meglio delle proprie possibilità di decarbonizzare’. Come si fa ad essere contro a una cosa del genere?”.”Abbiamo – ha detto Cingolani – una geografia lunga 1330 km e larga 250, ben diverso è un paese a geometrica circolare a quadrata, dove si arriva da punto a punto con un pieno elettrico, in Italia no. Io guido un’ibrida perché comunque sono attento alla produzione di gas serra. Non posso comprare un’auto elettrica perché non ho dove ricaricarla vicino a casa e perché purtroppo per il tipo di vita che faccio io come guidatore non mi consente degli spostamenti in tempi ragionevoli, preferisco andare in treno. Detto ciò, l’Italia ha un piano nel PNNR di mettere 27mila colonnine nei prossimi 5 anni, non deve perdere un secondo sull’elettrificazione, sta accelerando molto sulla produzione di energia rinnovabile, deve mantenere gli impegni presi e deve predisporre il futuro della mobilità elettrica. Però l’Italia su 35 milioni di autoveicoli ne ha una dozzina che sono meno di euro 6. Mentre noi predisponiamo tutto, a questi italiani – ha concluso Cingolani – possiamo dare l’opportunità di decarbonizzare i loro autoveicoli?”. LEGGI TUTTO

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    Bollette, allo studio bonus famiglie da metà anno

    (Teleborsa) – Un bonus basato sui consumi che consente di incentivare il risparmio energetico, come già annunciato dal ministro Giorgetti a fine anno. Questa, in materia di aiuti sul caro-energia per le famiglie, la misura allo studio del Mef che, in attesa delle proiezioni di fattibilità dell’Arera, potrebbe partire dalla seconda metà dell’anno. Sarebbe inoltre in fase di valutazione – secondo quanto riporta l’Ansa – il rinnovo del bonus sociale con le attuali soglie Isee. Per le imprese si studia un credito di imposta modulato sul prezzo del gas: l’idea è fissare una soglia oltre la quale lo ‘sconto’ aumenta, sotto non è previsto.Mentre per il bonus famiglie i tempi allo studio sarebbero un po’ più lunghi, il rinnovo del bonus sociale e il credito di imposta per le imprese potrebbero scattare ad aprile. A fine marzo, infatti, scadono gli aiuti prorogati dalla manovra. Per le imprese i crediti di imposta aumenterebbero all’aumentare del prezzo del gas, ma la soglia massima resterebbe quella fissata nell’ultima legge di bilancio, che ha rafforzato i crediti di imposta, portandoli al 45% per le imprese energivore e gasivore e al 35% per gli esercizi commerciali. LEGGI TUTTO

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    Sicurezza marittima, aggiornata strategia UE per proteggere il settore marittimo dalle nuove minacce

    (Teleborsa) – La Commissione europea e l’Alto rappresentante hanno adottato una Comunicazione congiunta su una strategia rafforzata per la sicurezza marittima dell’UE volta a garantire un uso pacifico dei mari e a proteggere il settore marittimo da nuove minacce. Hanno inoltre adottato un piano d’azione aggiornato che attuerà la strategia.La sicurezza marittima è di vitale importanza per l’Unione europea e i suoi Stati membri. Insieme, gli Stati membri dell’UE costituiscono la più grande zona economica esclusiva combinata al mondo. L’economia dell’UE dipende in larga misura dalla sicurezza degli oceani. Oltre l’80 % del commercio mondiale e circa due terzi dell’approvvigionamento mondiale di petrolio e gas sono estratti in mare o trasportati via mare. Fino al 99 % dei flussi globali di dati sono trasmessi attraverso cavi sottomarini. Il settore marittimo mondiale deve essere sicuro per sfruttare pienamente il potenziale degli oceani e dell’economia blu sostenibile. L’UE intende rafforzare l’ampia gamma di strumenti di cui dispone per promuovere la sicurezza marittima, sia civile che militare.Le minacce e le sfide in materia di sicurezza si sono moltiplicate dall’adozione della strategia per la sicurezza marittima dell’UE nel 2014, rendendo pertanto necessario un intervento nuovo e rafforzato. Le attività illecite di lunga data, quali la pirateria, le rapine a mano armata in mare, il traffico di migranti e la tratta di esseri umani, il traffico di armi e stupefacenti e il terrorismo, rimangono sfide cruciali. A queste si affiancano tuttavia minacce nuove e in evoluzione, legate all’aumento della concorrenza geopolitica, ai cambiamenti climatici, al degrado dell’ambiente marino e agli attacchi ibridi e informatici.Si tratta di un’opportunità per promuovere soluzioni sostenibili alle molteplici questioni di sicurezza marittima che l’UE e la comunità internazionale si trovano ad affrontare. È anche un’opportunità per rafforzare il ruolo e la credibilità dell’UE a livello internazionale. I recenti sviluppi geopolitici, come l’aggressione militare della Russia nei confronti dell’Ucraina, ci ricordano con urgenza che l’UE deve rafforzare la propria sicurezza e potenziare la capacità di agire non solo sul proprio territorio e nelle proprie acque, ma anche nel vicinato e oltre.La Commissione e l’Alto rappresentante inviteranno gli Stati membri ad approvare la strategia e ad attuarla per quanto di loro competenza e pubblicheranno una relazione sui progressi compiuti entro tre anni dall’approvazione della strategia aggiornata da parte del Consiglio dell’Unione europea. LEGGI TUTTO

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    Pink Motor Day 2023, UNRAE: “Legame fra le donne e auto si conferma solido anche nel 2022”

    (Teleborsa) – Due auto su cinque vendute negli ultimi tre anni sono state acquistate da una donna. Nel 2022 le autovetture acquistate dalla componente femminile sono state il 41,6% del totale, sostanzialmente stabile rispetto al 43% del 2021. “Anche se il trend di progressivo incremento delle acquirenti di auto nuove si è fermato, il legame fra le donne e l’automobile si conferma solido anche nel 2022, soprattutto se si considera che la quota potrebbe essere anche più alta se si potessero includere anche le donne che utilizzano vetture intestate agli uomini”. È quanto ha affermato Cristiana Petrucci, responsabile del Centro Studi e Statistiche di UNRAE, presentando il 9 marzo scorso i dati aggiornati al Pink Motor Day, l’evento annuale dedicato alla mobilità al femminile.Nella scelta delle motorizzazioni fra le automobiliste la leadership, diversamente dal mercato maschile dove è passata alle ibride, spetta ancora alle auto a benzina con una quota più o meno stabile al 36,8%, 20 punti in meno rispetto al 57% del 2019. Prosegue invece la corsa delle ibride che salgono al 35,4%, mentre continua la discesa delle diesel sotto il 10%, superate al terzo posto dalle auto a Gpl (13,2%). “È prevedibile nel prossimo anno il posizionamento delle ibride al primo posto anche fra le donne come già accaduto nel mercato maschile, dove però – prosegue Petrucci – il sorpasso è avvenuto a spese del diesel, sceso più velocemente per le stringenti normative ambientali”. Quanto all’età delle acquirenti, la fascia 46-55 anni resta la più rappresentativa a quota 27,1%, seguita dalla fascia 30-45 anni al 26,4% e al terzo posto si confermano le 56-65enni col 22,4%. Le over 65 pur in calo al 15,2% sono salde al quarto posto, mentre le più giovani 18- 29enni risalgono al 9% dopo aver perso oltre un punto nel 2021. Sul fronte maschile, le tre classi intermedie di età presentano una quota molto allineata fra loro (intorno al 23%), mentre rispetto alle donne risultano molto più rappresentativi gli over 65 con il 22,1%. Si vanno uniformando con quelli maschili i gusti in fatto di tinta della carrozzeria. E allora il grigio, che sale al 35,4%, è ormai il colore preferito e il bianco, che in passato deteneva la leadership, ora è al secondo posto ma in calo al 22,8%. Sul terzo gradino del podio c’è il nero che sale a quota 13,6%, seguito nell’ordine dall’azzurro/blu in discesa all’11,9% e dal vivace rosso stabile all’11,1%.In rialzo il prezzo medio delle auto nuove, sia quelle acquistate dalle donne che dagli uomini. Le prime, come tradizione, hanno però speso di meno, in linea con la differenza dimensionale dei modelli scelti (l’84% acquista auto dei segmenti A e B contro il 63% nel mondo maschile) e in media 22.400 euro per un’auto nuova acquistata nel 2022, contro circa 28.500 euro spesi dagli uomini.In conclusione, sul totale del parco auto circolante a privati in Italia a fine 2022, il 40% è posseduto da donne (che in relazione alla popolazione totale over 18 anni sono il 52%), e inoltre, più della metà delle auto guidate da donne sono a benzina (52,1%) e circa il 35% sono diesel, mentre al contrario la metà degli uomini guida una diesel e il 39% un’auto a benzina. Nel 2021, infine, le donne che hanno preso la patente, secondo i dati più aggiornati del Ministero dei Trasporti, sono state oltre 454.800 (il 37% del totale neopatentati).(Foto: birdlkportfolio | 123RF) LEGGI TUTTO