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    USA, +143 mila occupati a gennaio. Tasso disoccupazione al 4%

    (Teleborsa) – Diminuiscono più delle attese i non-farm payrolls a gennaio 2025 negli Stati Uniti, un indicatore molto osservato per comprendere lo stato di salute di un mercato del lavoro ancora resiliente. Secondo i dati forniti dal Bureau of Labour Statistics, il tasso di disoccupazione è sceso al 4%, rispetto al 4,1% del mese precedente e del consensus.Sono stati aggiunti 143 mila posti di lavoro nei settori non agricoli (non-farm payrolls), dopo che a dicembre erano state create 307 mila buste paga (dato rivisto da 256 mila). Il dato sugli occupati, più osservato del tasso di disoccupazione, è inferiore alle attese del mercato che indicavano un aumento di 169 mila di posti di lavoro.Il dato è inferiore alle aspettative anche nel settore privato: sono stati creati 111 mila posti di lavoro, contro i 273 mila rivisti di novembre e i 141 attesi dal mercato.Gli occupati del settore manifatturiero sono aumentati di 3 mila unità, contro una discesa di 2 mila unità stimate dal consensus e si confrontano con i -12 mila rivisti del mese precedente.Le retribuzioni medie orarie si sono attestate a 35,87 dollari, registrando un aumento dello 0,5% su mese e del 4,1% su anno (contro attese per un +0,3 m/m e +3,8% a/a) dopo il +0,3% mensile e il +4,1% tendenziale registrato a dicembre. Le retribuzioni medie orarie sono monitorate con attenzione dalla Federal Reserve in quanto buon indicatore sia dello stato di salute del mercato del lavoro che delle pressioni inflazionistiche.(Foto: Nik Shuliahin on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    Istat, in 20 anni raddoppiate le aziende agrituristiche

    (Teleborsa) – Negli ultimi vent’anni le aziende agrituristiche, in Italia, sono raddoppiate. Il tasso medio annuo di crescita, tra il 2004 e il 2023, è stato pari a +3,2%. Quelle che offrono degustazione, sono cresciute ad un tasso medio annuo del 4,7%, gli agri-ristoranti del 3,4% e le strutture con alloggio del 3,1%. È quanto emerge da un report dell’Istat. Nel 2023 le aziende agrituristiche attive sono 26.129 (+1,1% rispetto al 2022); la crescita maggiore si verifica nel Centro (+2,3%) e nelle Isole (+1,7%). Il valore della produzione agrituristica è in forte crescita sul 2022 (+15,4%). Sono 4,5 milioni gli agrituristi (+11% rispetto al 2022), il 51% sono stranieri; il 72% sceglie le strutture del Centro e del Nord-est. Le aziende agrituristiche che svolgono attività di ristorazione sono poco più di 13mila (circa il 50% del totale) e, rispetto al 2022, sono in lieve aumento (+0,8%). La crescita maggiore di queste aziende si registra nel Centro (+2,3%). Circa il 29% degli agri-ristoranti si localizzano nelle regioni del Centro, il 24,2% in quelle del Nord-est, il 19,7% nel Sud, il 18,1% nel Nord-ovest e l’8,9% nelle Isole. La Regione con la maggior dotazione di aziende agrituristiche con agri-ristoranti è la Toscana (16,5%) seguita dalla Lombardia (8,4%) e dal Piemonte (7,2%). Tra le aziende agrituristiche che offrono ristorazione, il 13,9% svolge solo ristorazione (erano 14,2% lo scorso anno). Di esse il 58,1% si trova nel Nord-est, il 19,5% nel Nord-ovest, il 10,5% nel Centro, il 6,5% nel Sud e il 5,4% nelle Isole. Di contro, il 72,7% delle aziende con ristorazione combina questa attività anche con l’offerta di all’alloggio. Queste strutture sono pressoché equamente ripartite tra il Nord, il Centro e il Mezzogiorno. A livello regionale, delle circa 9.500 strutture che offrono alloggio e ristorazione, oltre il 19,6% si trova in Toscana; seguono, ma a maggiore distanza, Puglia, Campania e Piemonte, con valori compresi tra il 6,5% e il 6,3%. Tra le tre attività di alloggio, ristorazione e degustazione, quest’ultima registra la crescita maggiore (+3,8%); un dato che sembra confermare la connessione tra il settore agrituristico e quello del vasto e variegato “mondo” dei prodotti di qualità: due settori, questi, che contribuiscono al prestigio a livello nazionale e internazionale del made in Italy. Le aziende con il servizio di degustazione sono oltre 6.500. Il 44,6% si localizza nelle regioni del Centro, dove spicca la Toscana (28,3%), il 17,7% nel Sud, con la Puglia al primo posto (6,7%), il 17,3% nel Nord-ovest con il Piemonte che conferma la propria importanza (12,1%), l’11,3% nelle Isole con il forte contributo della Sicilia (9,4%) e, infine, con il 9,1% il Nord-est, con il Trentino-Alto Adige/Südtirol che ospita il 6,6% di queste strutture. LEGGI TUTTO

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    Industria, ritorno alla crescita già nel 2025 ma resta quadro di incertezza

    (Teleborsa) – Secondo l’analisi sui settori industriali di Intesa Sanpaolo e Prometeia l’industria italiana dovrebbe tornare a crescere nel corso del 2025, in un quadro internazionale comunque ancora improntato all’incertezza. Lo scenario resta infatti “sfidante per le imprese italiane, denso di rischi al ribasso che potrebbero protrarsi per buona parte del 2025”. Tra i fattori di complessità che contribuiscono a destabilizzare il quadro vi è soprattutto l’incertezza sulle politiche commerciali della nuova amministrazione Usa. L’interscambio Italia-Stati Uniti è ampiamente influenzato da settori strategici come Meccanica, Farmaceutica e Automotive, dove la fitta rete di investimenti esteri potrebbe portare a soluzioni negoziali o garantire continuità rispetto ai dazi già in essere, che non hanno precluso la crescita delle nostre esportazioni nell’ultimo quinquennio. L’indice di fiducia è in risalita nella rilevazione di gennaio, indicando un miglioramento delle attese su ordini e produzione. La ripartenza della domanda europea potrà favorire il recupero delle esportazioni. Già a partire dai mesi estivi del 2024, infatti, l’export italiano di beni manufatti destinati ai paesi Ue si è riportato su un sentiero di moderata crescita (+1,9% a prezzi costanti e +1,6% a valori correnti, nel quadrimestre luglio-ottobre), arginando le difficoltà del primo semestre. La riattivazione degli scambi di beni intermedi, soprattutto nel bimestre settembre-ottobre (Metallurgia +6%, Intermedi chimici +4,4%, a prezzi costanti) sembra preludere a una ripartenza del ciclo scorte e produttivo dei principali partner industriali dell’Eurozona. Anche la Germania, infatti, che allo stato attuale resta l’anello più debole della manifattura europea, mostra segnali di attenuazione del ritmo di caduta della produzione.Di rilievo anche l’accelerazione delle esportazioni italiane di beni di consumo (Alimentare e bevande +7,9%, Largo consumo +6,3% a prezzi costanti, sempre nel bimestre settembre-ottobre), che trova conferma anche nel ranking settoriale per fatturato deflazionato e segnala una ripresa del potere d’acquisto delle famiglie europee, di pari passo con il percorso deflattivo e di allentamento monetario. Il rientro dell’inflazione rafforzerà anche i consumi italiani nel corso 2025, unitamente a un miglioramento dell’occupazione e agli effetti positivi dei rinnovi contrattuali. A beneficiarne saranno, soprattutto, i prodotti alimentari e i consumi di servizi, a fronte di una debolezza ancora diffusa dei consumi di beni del Sistema moda e di beni durevoli, soprattutto di Autoveicoli. La discesa dei tassi, poi, renderà piu’ favorevoli le condizioni di investimento delle imprese che, unite alle semplificazioni ai decreti attuativi del piano Transizione 5.0, sosterranno un recupero degli acquisti di macchinari e attrezzature, dopo lo stallo del 2024. Conferme in tal senso giungono dalle indagini di fiducia, in particolare dalla risalita dell’indice relativo al comparto dei beni strumentali, che anticipa le ricadute positive sulla filiera metalmeccanica, molto penalizzata dall’attendismo che ha caratterizzato il 2024. Il ciclo delle costruzioni continuerà a trovare spunti di crescita nel segmento delle opere pubbliche, grazie ai fondi del PNRR, sostenendo gli ordini dei prodotti maggiormente impiegati nei progetti infrastrutturali, soprattutto cemento, calcestruzzo e prodotti da costruzione in metallo. LEGGI TUTTO

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    Automotive: Mimit, convocato tavolo per il 5 marzo

    (Teleborsa) – Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, su indicazione del ministro Adolfo Urso, ha convocato per mercoledì 5 marzo alle ore 11.00, a Palazzo Piacentini, il tavolo di confronto sul settore Automotive. Il tavolo affronterà le tematiche inerenti al processo di riforma delle politiche europee nel settore, di cui l’Italia è protagonista, e le politiche industriali nazionali, con le misure finanziarie predisposte per la componentistica, anche in conseguenza della conclusione del Tavolo Stellantis.Al tavolo parteciperanno i rappresentanti delle imprese del settore, delle organizzazioni della filiera e dei sindacati. LEGGI TUTTO

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    DeepSeek, Pechino: difenderemo con forza le imprese cinesi

    (Teleborsa) – Il portavoce del ministero degli Esteri cinese GuoJiakun ha dichiarato che la Cina “difenderà fermamente i diritti legittimi delle imprese cinesi”. Il portavoce ha risposto così ad una domanda durante una conferenza stampa in merito alle notizie secondo le quali Stati Uniti, Giappone, Italia, Australia, India e altri paesi hanno vietato o limitato l’uso del modello di linguaggio cinese basato sull’Intelligenza artificiale DeepSeek.”Vorrei sottolineare che il governo cinese attribuisce grande importanza alla protezione della privacy e della sicurezza dei dati in conformità alla legge”, ha aggiunto Guo. “Non ha mai richiesto né richiederà a imprese o privati di raccogliere o conservare dati in maniera illecita”, ha affermato il portavoce. “La Cina – ha quindi sottolineato il portavoce – si oppone costantemente all’estensione del concetto di sicurezza nazionale e alla politicizzazione delle questioni economiche, commerciali e tecnologiche. Allo stesso tempo, la Cina s’impegnerà a difendere fermamente i diritti legittimi delle imprese cinesi”. LEGGI TUTTO

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    Oro, Bank of England conferma aumento dei ritiri ma smentisce esaurimento delle riserve

    (Teleborsa) – Bank of England ha confermato di aver ricevuto una forte domanda di ritiro di orofisico nelle ultime settimane e che questo ha determinato l’allungamento dei tempi di consegna, data la lungaggine implicita di queste procedure. Smentita invece le indiscrezioni secondo la quale l’istituzione non avrebbe esaurito le riserve del metallo prezioso. “Abbiamo le seconde maggiori riserve di oro al mondo e il nostro lo stock è sceso di circa un 2%”, ha assicurato il vicegovernatore, Dave Ramsden, rispondendo ad una domanda nel corso della conferenza stampa tenuta al termine del direttorio.Alcuni organi di stampa hanno ipotizzato che la vittoria di Trump negli Stati Uniti abbia spinto la domanda di oro fisico dagli Stati Uniti nel tentativo di trasferirlo nel Paese prima che scattassero i dazi sulle importazioni promessi dal nuovo presidente americano.”Quello che sta succedendo va inquadrato nel contesto di quello che sta accadendo nell’economia globale. Perché questo aiuta a spiegare alcuni dei fatti sulle tempistiche che ci vogliono per portare fuori il l’oro dalle banche centrali. Va ricordato inoltre che il mercato Usa dell’oro fisico offre un sovrapprezzo rispetto a quello di Londra. E che gli operatori cercano di ottenere vantaggi da questo differenziale”, ha spiegato. “C’è stata una forte domanda. Ma possiamo soddisfare questa domanda – ha sottolineato Ramsden –. Tutti coloro che hanno presentato richieste se le sono viste soddisfare. Ovviamente potrebbero dover aspettare qualche settimana in più rispetto al normale, perché tutti gli slot sono occupati. Anche per questioni di sicurezza queste procedure non sono semplici: la realtà dei fatti è che richiedono tempo”. Oltre alla spinta americana – alimentata negli scorsi anni dagli enormi deficit di bilancio operati dall’amministrazione Biden che hanno creato inquietudini sulla tenuta di valore del dollaro –, anche la Cina nei mesi scorsi ha avviato una manovra di accumulazione. LEGGI TUTTO

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    Dazi, FMI: nell’interesse di tutti trovare una strada costruttiva per risolvere questione

    (Teleborsa) – La direttrice della comunicazione del Fondo Monetario Internazionale, JulieKozack, ha affermato che sui nuovi dazi commerciali operati, e poi in parte sospesi, dall’amministrazione Usa, è “nell’interesse di tutti trovare una strada costruttiva per risolvere la questione”. Durante una conferenza stampa Kozack ha sottolineato che “il pieno impatto dipenderà da vari fattori, tra cui le rappresaglie dei Paesi coinvolti, secondo, come reagiranno imprese e consumatori e, infine, come si evolveranno nel corso del tempo queste misure. Avremo maggiori informazioni col passare del tempo, mentre la situazione si sviluppa”. Il FMI non si è sbilanciato nemmeno su un altro provvedimento operato dal presidente Usa, Donald Trump, fin dai primi giorni: lo stop all’erogazione di aiuti tramite il controverso canale Usaid, che oltre a vari Paesi secondo alcune ricostruzioni di stampa avrebbe elargito ingenti fondi anche a vari media, non solo Usa. “Stiamo seguendo gli sviluppi su Usaid, al momento – ha dichiarato Kozack –. È troppo presto per dare stime sull’impatto sui paesi che ricevono aiuti”. LEGGI TUTTO

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    Italian Insurtech Association: per il 2025 superamento del miliardo di investimenti

    (Teleborsa) – Italian Insurtech Association (IIA) spegne le sue prime cinque candeline, segnando un quinquennio di crescita e innovazione nel panorama assicurativo italiano. Fondata nel 2020 con l’obiettivo di accelerare la digitalizzazione del comparto e creare consapevolezza sull’Insurtech, l’Associazione ha accompagnato un settore tradizionalmente conservatore verso un futuro più innovativo, sostenibile e inclusivo. Negli ultimi cinque anni, il settore ha registrato un’accelerazione senza precedenti: nel 2020, gli investimenti Insurtech in Italia non superavano i 50 milioni di euro. Già nel 2021, si è assistito a una crescita vertiginosa del 460%, raggiungendo il miliardo di euro a fine 2024, con la previsione di superarlo nel 2025. Un traguardo storico che testimonia il cambiamento in atto.”Dopo aver visto la digitalizzazione rivoluzionare settori strategici quali il turismo e il banking, anche il comparto assicurativo ha finalmente compreso questa l’urgenza. Il processo ha richiesto forse più tempo del previsto, sino a qualche anno fa il 90% dei prodotti assicurativi in Italia viaggiava su piattaforme non digitalizzate, ma oggi possiamo dirci soddisfatti di questa evoluzione e riconoscere il valore strategico avuto da IIA in questi anni – ha commentato Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di Italian Insurtech Association –. Il nostro lavoro non è ovviamente finito, molto c’è ancora da fare soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo di competenze, determinanti per garantire una transizione efficace e consapevole, oltre che delle tecnologie, indispensabili per mantenere competitivo l’ecosistema e accontentare le esigenze di un consumatore sempre più digitale.”IIA è diventata nel tempo un punto di riferimento per la divulgazione dell’innovazione assicurativa in Italia e per lo sviluppo delle competenze tecno-digitali raggiungendo traguardi importanti: oltre 200 soci, di cui 50 solo nel 2024, ed un consiglio direttivo rappresentativo dei leader del settore assicurativo in Italia, più di 61 ricerche e paper finalizzate con primarie aziende di consulenza e istituti di analisi, 2000 ore di formazione annuali destinate a Compagnie, Brokers, Reti, Tech Providers e Start up, 239 webinar ed eventi di networking per i propri associati. IIA vanta inoltre una relazione consolidata con oltre 20 partner nazionali e internazionali finalizzati alla promozione dell’innovazione e oltre 20 Istituti Accademici.”Guardando ai cinque anni di crescita di Italian Insurtech Association, posso dire con orgoglio che siamo riusciti a costruire una realtà solida, in grado di influenzare positivamente il panorama assicurativo italiano. Come spesso accade, questa associazione nacque da un’intuizione del compianto Alfredo Scotti. Dopo mesi che un gruppo nutrito di amici e colleghi si riuniva per parlare di come portare innovazione nel mondo assicurativo, Alfredo propose di creare un’alleanza che potesse accogliere queste idee e portare rinnovamento – racconta Gerardo Di Francesco, Vicepresidente di Italian Insurtech Association –. I soci fondatori – Net Insurance, Propensione, Studio Legale D’Argenio Polizzi e Associati, Wide Group, Yolo, Simone Ranucci Brandimarte, Gianluca De Cobelli, Alfredo Scotti, Flavio Josef Cristiano – hanno condiviso fin dall’inizio una visione chiara e innovativa, impegnandosi per rendere l’Insurtech un motore di trasformazione e inclusività per il settore”.L’Italian Insurtech Association guarda ora al futuro con nuovi obiettivi: facilitare l’accesso agli ecosistemi internazionali per gli associati, sostenere la crescita delle startup Insurtech e rafforzare il dialogo con le istituzioni per accelerare il percorso di trasformazione del settore.”Per supportare il mercato sarà fondamentale stringere legami sempre più solidi con le istituzioni, creando una rete di collaborazione che consenta di sviluppare normative adeguate a supportare la crescita del comparto. Infine, il futuro dell’innovazione assicurativa non può prescindere da una sinergia con altri enti e associazioni internazionali. L’Italia, come sappiamo, resta il fanalino di coda per investimenti in Insurtech. Solo attraverso un dialogo e una cooperazione costante con realtà globali potremo affrontare al meglio le sfide tecnologiche ed economiche che ci attendono” conclude Brandimarte.Dopo il grande successo dello scorso anno, il 27 marzo, IIA organizzerà il secondo appuntamento sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale nel settore assicurativo, un’ulteriore occasione per confrontarsi sulle sfide e le opportunità che attendono il mercato nei prossimi anni. LEGGI TUTTO