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    USA, ISM manifatturiero febbraio sale a 47,7 punti

    (Teleborsa) – L’attività manifatturiera americana migliora leggermente a febbraio 2023, pure mantenendosi in fase di contrazione per il quarto mese consecutivo. Lo segnala l’ISM – Insitute for Supply Management sulla base del consueto sondaggio mensile.L’indice dei direttori di acquisto del settore manifatturiero si è attestato a 47,7 punti dai 47,4 del mese precedente, risultando peggiore delle attese degli analisti che stimavano un aumento fino a 48 punti.L’indicatore, che viene usato per valutare lo stato di salute del settore manifatturiero statunitense, si mantiene dunque sotto la soglia chiave di 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione dell’attività.Fra le varie componenti dell’indice, quella sui nuovi ordini migliora a 47 punti da 42,5, mentre quella sull’occupazione cala a 49,1 da 50,6 e la componente relativa ai prezzi aumenta a 51,3 da 44,5 punti. LEGGI TUTTO

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    USA, spese costruzioni gennaio -0,1% m/m +5,7% a/a

    (Teleborsa) – Diminuisce la spesa per costruzioni in USA a gennaio 2023. Il dato, comunicato dal Dipartimento del Commercio americano, si attesta a 1.825,7 miliardi di dollari, registrando una diminuzione dello 0,1% su base mensile, peggio delle stime degli analisti (+0,2%) e dopo il -0,7% di dicembre (rivisto da un preliminare -0,4%). Su base annua si è visto invece un incremento del 5,7%.Tra le costruzioni private, le cui spese sono rimaste invariate a 1.442,6 miliardi di dollari, quelle di tipo residenziale sono calate dello 0,6% a 847,4 miliardi di dollari. La spesa in ambito pubblico ha segnato un decremento dello 0,6% a 383,1 miliardi di dollari. LEGGI TUTTO

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    USA, PMI manifatturiero febbraio rivisto al ribasso a 47,3 punti

    (Teleborsa) – Continua a essere negativo lo stato di salute dell’attività manifatturiera degli Stati Uniti a febbraio 2023. Secondo gli ultimi dati PMI di S&P Global, il deterioramento delle condizioni operative è dipeso in gran parte da ulteriori contrazioni della produzione e dai nuovi ordinativi.A febbraio, l’indice PMI manifatturiero si è portato a 47,3 punti, inferiore ai 47,8 punti della stima preliminare e del consensus, e superiore ai 46,9 del mese precedente.L’indice resta tuttavia sotto la soglia chiave di 50 punti che fa da spartiacque tra espansione (sopra 50 punti) e contrazione (sotto 50 punti) dell’attività.”La produzione statunitense è rimasta sotto forte pressione a partire da febbraio – ha commentato Chris Williamson, Chief Business Economist di S&P Global Market Intelligence – Sebbene il PMI sia leggermente aumentato, continua a segnalare il calo più ripido al di fuori dei mesi di blocco della pandemia dal 2009″.”Inoltre, parte del miglioramento della produzione potrebbe essere semplicemente attribuito a tempi di consegna più rapidi dei fornitori, che sono aumentati al massimo dal 2009 per facilitare una maggiore produzione e consentire alle fabbriche di lavorare su ordini precedentemente effettuati”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Banca Popolare di Lajatico, utile netto a massimo storico di 5,3 milioni

    (Teleborsa) – La Banca Popolare di Lajatico, istituto di riferimento della provincia di Pisa, ha chiuso il 2022 con un utile netto pari a 5,3 milioni di euro, in incremento del 45% rispetto all’esercizio precedente e il miglior risultato conseguito nell’arco dei 139 anni di vita della banca. Il Consiglio di Amministrazione proporrà quindi alla prossima assemblea dei soci la distribuzione di un dividendo di euro 0,60 per azione, in crescita del 50%.Risultano in crescita gli indici patrimoniali, con un CET 1 ratio al 14,9%, un Tier 1 ratio al 14,9% e un Total Capital Ratio al 15,5%. Il rapporto tra crediti deteriorati lordi ed impieghi lordi (NPL ratio) si attesta al 5,80%, rispetto al 7,75% dell’anno precedente, mentre le coperture dei crediti deteriorati raggiungono il 43,25% (ex 41,10%).I costi operativi sono in calo del 4,2%, consentendo una diminuzione dell’indicatore cost-income, che risulta pari al 60,41% (ex 67,66%). Il prodotto bancario gestito si attesta ad oltre 2 miliardi di volumi gestiti e la rete territoriale “ha consolidato la propria presenza nelle aree servite in continuità con la propria mission di banca popolare al servizio della comunità”, si legge in una nota. LEGGI TUTTO

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    SRB: verificare che piani di risoluzione banche funzionino, ispezioni in loco

    (Teleborsa) – Il Comitato di risoluzione unico (Single Resolution Board, SRB), l’autorità UE di risoluzione delle crisi bancarie, intende garantire che i piani di risoluzione degli istituti “possano essere messi in pratica in modo efficace” e quindi nei prossimi anni punta a “testare e verificare che i piani di risoluzione funzionino effettivamente in simulazioni realistiche” e attuerà “ispezioni in loco presso le sedi delle banche”. Lo ha detto Dominique Laboureix, neo-presidente dell’organismo, in un’audizione presso il Parlamento europeo.L’SRB è stato istituito in seguito alla crisi finanziaria globale del 2007-2009, quando gli Stati si sono trovati a dover salvare alcuni istituti di credito. La prima fase, ha spiegato Laboureix, è stata quella di richiedere alle banche dei piani di “risoluzione”, ma ora, dopo otto anni di esistenza, “è tempo che l’SRB entri nella fase due”, prevista per il 2024-2028.”Voglio vedere come l’SRB potrebbe funzionare e fornire risultati migliori – ha spiegato – Quest’anno intraprenderemo una revisione strategica. Ascolteremo e ci impegneremo con il nostro personale, la più ampia comunità del single resolution mechanism (SRM) e l’industria”. LEGGI TUTTO

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    Open banking, in Italia 4 piattaforme. Inedita competizione con operatori tradizionali

    (Teleborsa) – La diffusione dell’open banking sta determinando “una profonda discontinuità nelle modalità di possesso e di utilizzo dei dati degli utenti dei servizi finanziari” e nel settore dei pagamenti porta a “un parziale ridimensionamento del ruolo – finora esclusivo – degli intermediari presso cui i conti dei clienti sono radicati, consentendo a “terze parti”, ovvero alle loro applicazioni basate sulla tecnologia delle API, di effettuare il pagamento per conto del consumatore, senza la necessità che esse abbiano una relazione contrattuale con la banca.Lo sostiene la Banca d’Italia nel rapporto “L’Open Banking nel sistema dei pagamenti: evoluzione infrastrutturale, innovazione e sicurezza, prassi di vigilanza e sorveglianza”. Il termine open banking si riferisce alla possibilità che terze parti accedano a dati e informazioni relativi ai conti correnti tenuti presso le banche dai clienti, con l’assenso di questi ultimi, al fine di fornire loro nuovi servizi e applicazioni.Secondo il rapporto, si stanno “creano le basi, di mercato e infrastrutturali, per un’inedita competizione tra gli operatori tradizionali (i cosiddetti Account Servicing Payment Service Providers – ASPSP) e nuovi soggetti (i Third-Party Providers – TPP) caratterizzati da una forte connotazione digitale”.Viene anche sottolineato che l’open banking genera “una maggiore complessità tecnologica e aumenta le interconnessioni” all’interno dell’industria dei pagamenti, e ciò richiede che le autorità pubbliche definiscano assetti regolamentari e di vigilanza in grado di fare evolvere l’intero sistema finanziario verso una maggiore efficienza e inclusività, mantenendolo nel contempo sicuro e affidabile.Secondo la Banca d’Italia, sul mercato italiano sono state sviluppate quattro soluzioni di sistema (cosiddette piattaforme di sistema), aperte anche a soggetti non italiani: CBI GLOBE, offerta da CBI S.c.p.a.; Cedacri Open Banking API Portal, di Cedacri S.p.a.; Fabrick Platform, offerta da Fabrick S.p.a. (società del Gruppo Sella); SIA Open Banking Platform di NEXI.Dal rapporto emerge che il totale dei clienti che utilizzano i nuovi servizi di open banking è ancora limitato, ma presenta “margini di crescita elevati nei prossimi anni, non appena sarà terminata la fase iniziale di sviluppo del mercato”. Nel primo semestre del 2022 i e clienti di servizi di open banking in Italia (contati come Payment Service User, o PSU) erano 407.319, in aumento dai 353.920 del secondo semestre del 2021 e dai 163.337 del primo semestre del 2021.(Foto: Photo by path digital on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Germania, inflazione rimane alta a febbraio: +8,7% su anno

    (Teleborsa) – Risulta superiore alle attese l’inflazione tedesca a febbraio 2023, pur non discostandosi troppo dal mese precedente. Secondo la stima preliminare pubblicata da Destatis, i prezzi al consumo sono saliti dello 0,8% su mese, rispetto al +1% del mese precedente e contro il +0,6% del consensus.Su base annuale, la variazione dei prezzi è indicata a +8,7%, dopo il +8,7% del mese precedente e sopra il +8,5% del consensus.L’inflazione armonizzata ha registrato su mese una variazione pari a +1%, rispetto al +0,5% precedente ed al +0,7% atteso. Su anno si registra un incremento del 9,3%, che risuota superiore al 9,2% precedente e al 9% atteso. LEGGI TUTTO

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    Pensioni & lavoro, Tridico: “Migliorare qualità lavoro con lotta a precarietà e paghe da fame”

    (Teleborsa) – No ai privilegi ed alle rendite pensionistiche degli anni ’70, si alla lotta contro il precariato ed i salari da fame, che condizionano oggi il futuro pensionistico di domani. E’ questa la sintesi del pensiero di Pasquale Tridico in merito a due temi importantissimi come il lavoro e la pensione, esplicitati nel saggio “Il lavoro di oggi, la pensione di domani. Perché il futuro del Paese passa dall’INPS”, scritto a quattro mani con il giornalista del Corriere della Sera Enrico Marro.Secondo il Presidente dell’INPS, la precarietà ed i bassi salari sono due piaghe da combattere, perché colpiscono soprattutto i giovani e ne determinano il loro futuro previdenziale, in base all’equazione che associa un lavoro povero ad una pensione povera. E’ qundi necessario puntare su un miglioramento della quantità e la qualità dell’occupazione, per evitare un domani di avere pensioni povere e una massa di anziani da assistere. Il Presidente dell’Istituto di previdenza si spinge anche ad ipotizzare che, con un salario minimo di 9 euro lordi, il rateo pensionistico di ognuno potrebbe essere il 10% più alto e non sarebbe comunque una pensione alta, perché per 30 anni di lavoro, l’assegno ammonterebbe a 750 euro, mentre bisognerebbe lavorare 40 anni a 9 euro l’ora per avere una pensione di 1-200-1.300 euro netti al mese.Per Tridico, oggi paghiamo ancora il prezzo delle pensioni baby distribuite negli anni ’70 e ’80. In Italia vi sono oggi circa 256mila pensionati baby con una spesa complessiva che si aggira sui 102 miliardi e sale a 130 miliardi aggiungendo gli assegni nel frattempo “eliminati”. Infatti, l’INPS eroga circa 185mila pensioni baby per una spesa annuale di 2,9 miliardi, di cui 149mila pagate alle donne, che mediamente usufruiscono di questo trattamento da 36 anni.Tridico ha affrontato anche il capitolo lavoro e politiche attive, affermando che “il nostro Paese produce troppi pochi posti di lavoro. Non è un problema di rigidità, di ragazzi che non hanno voglia di lavorare, di sussidi che fanno stare sul divano. Da 30 anni il tasso di occupazione è al 59% pari a 23 milioni di persone”. La naturale conseguenza di questo contesto è che “non bisogna pensare che basti una riforma” del mercato del lavoro, perché “servono investimenti”. Fornendo un assist al RdC, il Presidente dell’INPS afferma che “non si crea lavoro togliendo i sussidi, che fanno probabilmente concorrenza al lavoro nero”, ma occorre uno “sforzo” sulle politiche attive, anche al Sud dove vi sono tassi di occupazione da Paesi in via di sviluppo (30% contro il 70% del Nord). LEGGI TUTTO