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    USA, frena vendita di case esistenti a gennaio. Attese deluse

    (Teleborsa) – Continuano a giungere segnali di debolezza dal mercato immobiliare statunitense. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato a gennaio un calo dello 0,7%, secondo quanto comunicato dall’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), dopo il -2,2% riportato a dicembre. Le aspettative del mercato erano per una salita del 2%. LEGGI TUTTO

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    USA, PMI: manifattura in aumento a febbraio

    (Teleborsa) – In miglioramento l’attività manifatturiera degli Stati Uniti ed anche l’attività dei servizi. La stima flash sull’indice PMI manifatturiero di febbraio elaborato da Markit indica infatti un livello di 47,8 punti che si confronta con i 46,9 punti del mese precedente e i 47,1 punti del consensus.Il dato si conferma tuttavia sotto la soglia critica dei 50 punti sotto la quale l’economia è in contrazione.Nello stesso periodo il PMI dei servizi si è attestato a 50,5 punti, in salita dai 46,8 punti del mese precedente ed al di sopra del consensus di 47,2 punti. LEGGI TUTTO

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    Superbonus, benefici superano costo per lo Stato: ecco i calcoli di Nomisma

    (Teleborsa) – Conviene o no proseguire con il Superbonus 110% ed a quali condizioni? Anche Nomisma, grazie al suo “110% Monitor”, pubblicato periodicamente, ha tentato di rispondere a questa domanda e dare un contributo costruttivo al dibattito se il governo abbia fatto bene a dire stop alla cessione dei crediti. Per un anno in più di mantenimento della misura vi sarebbero 10,3 milioni di famiglie ancora interessate a un intervento finalizzato all’efficientamento energetico di un immobile di proprietà. Per Nomisma servirebbe oggi una strategia per riqualificare il 98% degli edifici residenziali esclusi dalla misura, poiché si può dimostrare che, grazie agli interventi di efficientamento energetico, c’è stata una riduzione del 50% delle emissioni di CO2 ed un risparmio in bolletta tra il 30,9% (per un salto di 2 classi) ed il 46,4% (per un salto di 3 classi) degli immobili sottoposti a riqualificazione energetica. Ciò significa che, se volessimo centrare il target imposto dalla UE sulle case green (classe energetica minima D entro il 2033) e soddisfare gli impegni per la neutralità carbonica (emissioni zero al 2050) occorrerà mantenere il meccanismo della cessione dei crediti per un tempo più lungo.Costo per lo Stato di 71,8 miliardiSe da un lato il provvedimento risulta comprensibile alla luce del costo complessivamente sostenuto dallo Stato pari a 71,8 miliardi euro, per una valutazione organica degli impatti che deriverebbero dalla sua soppressione è certamente utile una analisi complessiva dei ritorni prodotti e da una fotografia quanto più possibile puntuale su come è stato applicato.Interventi su condomini troppo limitatiNella rilevazione resa disponibile a gennaio dall’Enea, il totale complessivo dei lavori avviati per l’efficientamento energetico nel nostro Paese risultava pari a 65,3 miliardi di euro Il 47% del totale, pari a circa 30,5 miliardi di euro, ha riguardato interventi pianificati nei condomini, contro 24,5 miliardi degli edifici unifamiliari e 10,3 miliardi relativi a edifici funzionalmente indipendenti. Su un totale di 372.297 asseverazioni, solamente 51.247 hanno riguardato condomini, ovvero la tipologia di abitazioni che maggiormente avrebbero dovuto beneficiare dal provvedimento, contro le 215.105 degli edifici unifamiliari e le 105.945 delle unità funzionalmente indipendenti..Impatto su PIL e occupazione Secondo un recente studio di Nomisma, l’impatto economico complessivo del Superbonus 110% sull’economia è stato pari a 195,2 miliardi di euro, con un effetto diretto di 87,7 miliardi ed uno indiretti di 39,6 miliardi cui si aggiungono 67,8 miliardi di indotto. Per valutare gli effetti finanziari del provvedimento va segnalato che, già nel 2021, un’analisi prodotta dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) evidenziava che il disavanzo per le casse dello stato sarebbe stato compensato dalla generazione di PIL e che la misura sarebbe stata sostenibile per la finanza pubblica nell’arco di 4 o 5 anni, periodo in cui, dati i precedenti, la domanda di ristrutturazioni e di efficientamento energetico degli edifici avrebbe potuto mantenersi su livelli elevati, attivando nel sistema economico ulteriori effetti di crescita.Da non trascurare, infine, l’impatto sociale che, sempre secondo lo studio di Nomisma, ha visto un incremento di 641.000 occupati nel settore delle costruzioni e di 351.000 occupati nei settori collegati. In particolare, una produzione aggiuntiva di 1 miliardo di euro in costruzioni produce un incremento di 16.402 unità di lavoro nette di cui 10.602 direttamente nel settore delle costruzioni (pari ad una percentuale del 64%) e 5.800 nei comparti collegati. Ampi risparmi in bolletta per le famiglieL’investimento per la transizione ecologica attraverso il Superbonus si riflette anche sul bilancio delle famiglie, con risparmi pari a circa 29 miliardi di euro (dati stimati da Nomisma sui cantieri già conclusi). Nello specifico, per chi ha beneficiato della misura il risparmio medio in bolletta, considerando anche il periodo straordinario di aumento dei costi dell’energia, è infatti risultato pari a 964 euro all’anno. Lo studio evidenzia quindi una riduzione del 15,5% per un solo salto di classe energetica, 30,9% per un salto di 2 classi energetiche e del 46,4% per un salto di 3 classi.Necessario puntare su condomini mantenendo cessione creditoPreservare l’equilibrio del bilancio dello Stato è certamente una priorità assoluta ma, alla luce delle evidenze prodotte anche da questi studi di approfondimento, certamente vale la pena trovare una modalità abilitante che consenta di salvare la parte buona di un meccanismo sano seppur non sempre usato in modo corretto. Questo risulta oltremodo importante in un contesto che in Italia vede il 68% degli immobili residenziali con classificazione di efficienza energetica pari a D o persino inferiore, quindi molto bassa. Per sostenere la domanda di famiglie eterogenee sotto il profilo reddituale e fiscale, il meccanismo della cessione dei crediti con lo sconto in fattura – che ha rappresentato un importante sblocco del mercato anche in presenza di bonus – sarà insostituibile specialmente per interventi sui condomini, che rappresentano una quota significativa degli immobili meritevoli di ristrutturazione e opere di efficientamento energetico. LEGGI TUTTO

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    Delega fiscale, agevolazioni per investimenti e occupazione: il piano del Governo

    (Teleborsa) – “Presenteremo entro metà marzo la delega fiscale al Consiglio dei Ministri per poi fare i successivi passaggi parlamentari”. Lo ha annunciato il vice ministro all’Economia, Maurizio Leo, intervenendo al XIV Forum Bilancio promosso da Wolters Kluwer e Andaf, l’Associazione nazionale dottori amministrativi e finanziari. Nella delega, ha aggiunto, si metterà mano anche alla tassazione delle società.Nella delega fiscale, a cui il governo sta lavorando e che sarà basata su “un nuovo approccio tra fisco e contribuente”, saranno introdotte misure nella tassazione delle imprese volte a “potenziare gli investimenti in beni strumentali e creare occupazione”.Un’aliquota Ires ridotta, rispetto all’attuale aliquota ordinaria del 24%, “per la quota di utili delle imprese che viene reinvestita in beni strumentali, con particolare riguarda a quelli tecnologicamente avanzati, a Industria 4.0, a ricerca e sviluppo, e che crea occupazione”. Questa, ha spiegato Leo, l’ipotesi allo studio per la delega fiscale (che, appunto, sarà portata in Consiglio dei Ministri entro la metà di marzo) ricordando che a gennaio 2024 “dovrà entrare in vigore la global minimum tax, in base alla direttiva europea” e quindi “è necessario rivedere l’assetto dell’imposta del reddito delle società e lo facciamo cercando di potenziare gli investimenti in beni strumentali e che creano occupazione”.Nella delega fiscale a cui il governo sta lavorando saranno previsti anche interventi sulla fiscalità internazionale “con l’obiettivo di riportare in Italia tante aziende che si sono allontanate per la tassazione elevata e anche per la mancanza di certezza del diritto “, ha aggiunto il viceministro spiegando che “saranno introdotti elementi per rendere più facile il fisco per le imprese estere e per alleggerire la tassazione. In questo modo si creerà terreno fertile per indurre l’imprenditore a investire in Italia”. LEGGI TUTTO

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    Contrasto povertà: oltre 7 milioni da Cariplo, Intesa Sanpaolo e Vismara

    (Teleborsa) – Rispondere al progressivo impoverimento delle famiglie causato dalle crisi economiche degli ultimi anni. Con questo obiettivo Fondazione Cariplo, Fondazione Peppino Vismara e il Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo hanno attivato, a partire dal 2021, una linea di azione finalizzata al sostegno di progetti di contrasto alla povertà in Lombardia e nelle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola. Le tre Istituzioni hanno messo a disposizione oltre 11 milioni di euro per avviare, in stretta collaborazione con le Fondazioni di Comunità, processi di co-progettazione territoriale in grado di offrire risposte coordinate ai bisogni delle persone in condizione di vulnerabilità.All’interno di questo percorso, le Fondazioni di Comunità hanno assunto il compito di sollecitare l’attivazione dei rispettivi territori di riferimento, occupandosi di intercettare le istanze locali e aggregare tra loro soggetti pubblici, privati e del privato sociale, con l’obiettivo di progettare e realizzare interventi calibrati sulle necessità reali delle persone e delle famiglie.I progetti elaborati in questo percorso di progettazione condivisa puntano a ridurre la vulnerabilità delle persone e delle famiglie, con una particolare attenzione ai nuclei familiari con figli minori e a quelli non ancora supportati dai servizi del territorio. Gli interventi affrontano la povertà economica nelle sue molteplici accezioni – alimentare, lavorativa, abitativa – e prevedono azioni strutturate e di medio-lungo periodo mirate a consentire la fuoriuscita da situazioni di bisogno e interventi di tipo emergenziale per far fronte alle necessità più urgenti (ad esempio, tramite contributi economici a fondo perduto per il pagamento delle bollette e di altre spese che possono gravare sul bilancio familiare). Le risorse a disposizione della co-progettazione territoriale ammontano a 11 milioni di euro, di cui 6,2 milioni da Fondazione Cariplo, 3,3 milioni dal Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo e 1,65 milioni da Fondazione Peppino Vismara.La prima tranche di 22 progetti selezionati garantisce contributi per oltre 7 milioni di euro ai territori di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lodi, Mantova, Milano città, Nord Milano, Pavia, Sondrio, Ticino Olona e Varese, per sostenere interventi di sistema realizzati dalle reti di soggetti pubblici e del privato sociale che ogni Fondazione di Comunità ha accompagnato e coordinato in fase di progettazione. Alcune delle proposte selezionate si sono concentrate su una specifica dimensione del bisogno, proponendo azioni di contrasto alla povertà alimentare, lavorativa e abitativa; altre, invece, offriranno ai beneficiari un supporto ad ampio spettro, in grado di mitigare la povertà in un’ottica multidimensionale.Nelle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola l’emersione delle reti e l’elaborazione di progetti di contrasto alla povertà sono avvenute nell’ambito del bando “Reti territoriali contro la povertà”. Il bando ha permesso di selezionare 5 progetti che saranno realizzati nelle due province piemontesi che rientrano nel territorio di competenza di Fondazione Cariplo, e che beneficeranno di contributi complessivi pari a 399mila euro per la provincia di Novara e 453mila euro per il Verbano-Cusio-Ossola.Il quadro degli interventi a contrasto alla povertà si completa con le iniziative, avviate già nel 2021, nei territori di riferimento delle Fondazioni di Comunità di Monza e Brianza e di Lecco, a cui sono stati concessi contributi a incremento dei rispettivi fondi “Contrasto alle nuove povertà” e “Aiutiamoci nel Lavoro” che, attraverso i Comitati di Gestione, prevedono l’attivazione di un’ampia e qualificata rete di soggetti del territorio.”Attraverso la co-progettazione – dichiara Giovanni Fosti, presidente Fondazione Cariplo – vogliamo contrastare la povertà e allo stesso tempo rafforzare la capacità dei soggetti del territorio di lavorare insieme su obbiettivi condivisi. Questo è sempre più necessario per rispondere ai bisogni delle persone e delle comunità, che esprimono problematiche differenziate che vanno lette e intercettate sempre più”da vicino”. Le progettualità finanziate in questa prima tranche sono molto diverse tra loro proprio perché nascono da una combinazione di bisogni e di risorse attorno alle povertà che il singolo territorio ritiene oggi più urgenti. Per sostenere e rafforzare questa rete, che diventa una vera e propria infrastruttura sociale del territorio, è determinante la convergenza di altri attori istituzionali, che come Intesa Sanpaolo e Fondazione Peppino Vismara, riconoscano questo come un investimento cruciale per il Paese.””Intesa Sanpaolo con il proprio Fondo di Beneficenza – commenta Gian Maria Gros-Pietro, presidente Intesa Sanpaolo – sostiene la linea di intervento co-progettazione territoriale in piena sintonia con la Fondazione Cariplo e la Fondazione Peppino Vismara per il contrasto alla povertà. In un contesto in cui il divario sociale continua ad ampliarsi il Fondo fornisce un apporto determinante al raggiungimento degli obiettivi sociali del Piano di Impresa 2022-2025 del Gruppo per contribuire al contrasto dei problemi legati alle situazioni di fragilità e alle disuguaglianze”. LEGGI TUTTO

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    Moda, Mediobanca: ricavi big moda italiana 2022 e stima 2023, i numeri

    (Teleborsa) – Nonostante l’incertezza del contesto macroeconomico e il quarto trimestre influenzato dalla recrudescenza del Covid-19 in Cina, il 2022 ha registrato valori molto positivi. E’ quanto rileva L’Area Studi Mediobanca nel nuovo report che aggrega i dati finanziari di 152 società della moda con sede in Italia e fatturato superiore ai 100 milioni dal quale emerge che i dati preconsuntivi evidenziano una crescita del giro d’affari nominale a livello aggregato del 20% a 82 miliardi di euro (+21% sul 2019). A trainare i ricavi sono le vendite all’estero, in accelerazione del 24% sul 2021. In progressione anche gli investimenti che dovrebbero attestarsi a un +35%. Per il 2023 si prevede un ulteriore incremento del giro d’affari dell’8% che porterebbe l’aggregato delle Maggiori Aziende Moda Italia a sfiorare i 90 miliardi, all’interno di uno scenario in rallentamento macroeconomico, in un contesto di tassi di interesse che vanno normalizzandosi verso l’alto e con le tensioni inflazionistiche in decelerazione.Importante la presenza di gruppi stranieri nella moda italiana: 58 delle 152 aziende hanno una proprietà estera che controlla il 43,6% del fatturato aggregato (il 24,2% è francese). L’investitore straniero predilige l’alta gamma: l’87,4% del fatturato aggregato delle aziende a controllo estero è relativo alla fascia lusso (il 58,8% è francese). La proiezione internazionale è una delle caratteristiche più rappresentative delle società manifatturiere della moda: il 73,7% del fatturato complessivo proviene dall’estero, con in testa la gioielleria (80,3%), l’occhialeria (78,0%) e le pelli, cuoio e calzature (76,9%). I produttori di alta gamma (comparti abbigliamento, pelletteria e tessile) si collocano su livelli di export più elevati rispetto a quelli di fascia più economica (73,2% vs 58,2%), dimostrando maggiore capacità di presidiare i mercati esteri. Le prime venti aziende rappresentano da sole oltre la metà del fatturato aggregato. Al primo posto per ricavi si conferma Prada (3,4 miliardi) che precede Luxottica (3,2 miliardi), consolidata dalla multinazionale EssilorLuxottica, e Calzedonia Holding (2,5 miliardi). Seguono Moncler e Giorgio Armani con un giro d’affari di 2 miliardi ciascuno. In generale, le 152 maggiori aziende della moda con sede in Italia registrano un valore aggiunto pari all’1,3% del PIL nazionale nel 2021 e sono distribuite in prevalenza nel Nord (111 unità), seguito dal Centro (32). Da segnalare anche che la moda italiana è lontana dai riflettori della Borsa: solo il 17,5% del fatturato aggregato (12 miliardi) è prodotto dalle undici società quotate del panel, mentre il restante 82,5% (56,6 miliardi) è generato dalle 141 non quotate. Dopo il rimbalzo del dicembre 2021 (+29,4% sul 2020), la capitalizzazione a fine 2022 chiude in flessione (-14,4% sul 2021), attestandosi a 37,6 miliardi, pari al 5,3% del valore dell’industria della Borsa Italiana, esclusa Prada. Nel primo scorcio del 2023 si evidenzia una ripresa (+15,8% a metà febbraio). Al 15 febbraio, il podio di Borsa è occupato da Prada (15,9 miliardi), Moncler (15,7 miliardi) e Brunello Cucinelli (5,5 miliardi); seguono Salvatore Ferragamo (3 miliardi) e Tod’s (1,2 miliardi). Tutte le altre società del panel registrano una capitalizzazione inferiore al miliardo di euro. LEGGI TUTTO

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    Materie prime, SACE: con “Push Strategy” nuove forniture e opportunità per le aziende italiane

    (Teleborsa) – Sostenere l’export italiano e garantire le materie prime necessarie alla nostra industria in un contesto geopolitico complesso. Questo il duplice obiettivo della prima operazione di import strategico realizzata nell’ambito della Push Strategy di SACE. Nel dettaglio SACE è intervenuta con una garanzia su un finanziamento di 500 milioni di dollari erogato da SMBC nel ruolo di Arranger ed Agent alla guida di un pool di banche in favore di Trafigura, gruppo specializzato nell’approvvigionamento, stoccaggio e trasporto di materie prime. Con questa operazione – spiega SACE in una nota – la società di trading, si impegna a valutare l’acquisto di forniture e subforniture dalle imprese italiane a supporto dei propri piani di investimento. L’operazione potrà quindi aprire nuove opportunità per l’export, in particolare per le PMI, in settori strategici per la transizione quali, ad esempio, le tecnologie per il risparmio energico e per le energie rinnovabili (solare, eolico, waste to energy). A tal fine, è prevista anche l’organizzazione di incontri di business matching volti ad agevolare il contatto e la conoscenza delle aziende italiane.In parallelo, Trafigura fornirà all’industria italiana materie prime, quanto mai strategiche alla luce dell’attuale contesto internazionale e a rischio fornitura per almeno 300 milioni di dollari l’anno. Si tratta di commodity come materiali non ferrosi fondamentali per le attività di numerosi comparti industriali e che assumono ancor maggiore centralità alla luce degli effetti del conflitto russo-ucraino. “Siamo contenti di essere la prima Commodity Trading House ad essere supportata da SACE nell’ambito della Push Strategy e non vediamo l’ora di costruire un rapporto a lungo termine con loro e con l’industria italiana,” ha dichiarato Christophe Salmon, Trafigura Group Chief Financial Officer.”Tempi di complessità inedita richiedono nuove e innovative modalità di supporto alle aziende e siamo quindi orgogliosi di questa operazione che, nell’ambito della nostra Push Strategy, accompagna le imprese italiane su nuovi mercati e al tempo stesso consente l’accesso a materie prime fondamentali per la continuità e la sostenibilità del loro business – ha dichiarato Michal Ron, Chief International Officer di SACE –. Supportare l’import strategico è una nuova e tempestiva risposta di SACE che, in linea con gli obiettivi del Piano Industriale INSIEME 2025, si pone l’obiettivo di garantire una maggiore resilienza al tessuto economico nazionale, rilanciando la competitività delle imprese sui mercati esteri e consolidando la crescita su quello domestico”.”SMBC è lieta di aver svolto il ruolo di Facility and Sustainability Coordinator per questa importante operazione a sostegno del suo cliente Trafigura – ha dichiarato Nigel Scott, Managing Director Global Head Structured Trade Commodity Finance di SMBC – e della futura attività imprenditoriale italiana, compresa la fornitura di materie prime chiave per il Paese”.Clifford Chance nel ruolo di Legal Counsel per SMBC e SACE ha contribuito alla finalizzazione dell’operazione. LEGGI TUTTO

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    Prestiti, tassi medi in aumento del 25%: importo medio richiesto cala del 5%

    (Teleborsa) – L’aumento del costo del denaro si riflette anche sui tassi di interesse dei prestiti personali. Il TAEG medio disponibile online è aumentato del 25% in un anno, passando dal 7,50% di gennaio 2022 al 9,40% di gennaio 2023. È quanto emerge da un’analisi di Facile.it.In Italia la prima ragione per cui si chiede un prestito personale è l’ottenimento di liquidità, richiesta spesso legata alla necessità di fare fronte ad imprevisti o a spese ingenti e che a gennaio 2023 ha rappresentato quasi un terzo della domanda totale (31,1%). Anche in questo caso i tassi medi sono cresciuti notevolmente, con un incremento in linea con quello rilevato per le altre tipologie di prestiti. Secondo le simulazioni di Facile.it, ad esempio, chi a gennaio 2023 ha ottenuto un prestito personale per liquidità da 10mila euro (durata 5 anni), al termine del piano di ammortamento, tra interessi ed altri costi accessori avrà speso in media 2.300 euro, ben più di chi ha chiesto lo stesso tipo di prestito a gennaio 2022, quando queste voci ammontavano a circa 1.760 euro.Per far fronte ai costi più elevati, le famiglie scelgono di orientarsi su importi più contenuti. Guardando alle richieste di prestiti personali per liquidità raccolte online a gennaio 2023, – rileva l’indagine – emerge che chi ha presentato domanda ha puntato ad ottenere, in media, 9.207 euro, valore in calo del 5% rispetto allo scorso anno. La riduzione si è tradotta anche in un accorciamento della durata dei piani di ammortamento, passati da 60 a 55 mesi. Stabile, invece, l’età media di chi ha presentato domanda, ferma a 42 anni.Se secondo l’ultima rilevazione della Banca d’Italia il tasso medio del totale prestiti personali (TEGM) è pari a 11,61%, come evidenziano gli esperti di Facile.it, online gli indici medi oggi viaggiano intorno al 9,40% (TAEG).”In un periodo caratterizzato da un aumento generalizzato dei tassi di interesse, risulta quantomai importante confrontare le proposte di diverse società di credito – spiega Aligi Scotti, BU Director prestiti di Facile.it –. Solo così è possibile identificare l’offerta più adatta alle proprie esigenze e risparmiare, tenendo conto che la differenza tra una finanziaria e l’altra può essere davvero notevole. L’intervento di un consulente esperto può essere fondamentale anche per individuare la società di credito adeguata al profilo di rischio del richiedente, aumentando la probabilità di approvazione del prestito”. LEGGI TUTTO