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    Meloni arrivata a Kiev: “Doveroso essere qui”. Oggi incontra Zelensky

    (Teleborsa) – Giorgia Meloni è arrivata a Kiev per la sua prima visita in Ucraina, a pochi giorni dall’anniversario dell’invasione russa. La presidente del Consiglio – che nel pomeriggio incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – sorridente, è stata accolta con un mazzo di fiori prima di uscire dalla stazione e salire in auto per trasferirsi in hotel.”Sono onorata, doveroso essere qui”, ha detto scendendo dal treno dicendosi “determinata a capire quello di cui questo popolo ha bisogno”, ha aggiunto rispondendo a chi le domandava se fosse emozionata. “Credo sia doveroso essere qua per ribadire la posizione del governo italiano e forse anche rendersi conto personalmente di quel che serve a un popolo che si batte per la libertà”. “È sempre diverso vedere con i propri occhi, credo che aiuti anche gli italiani a capire”.La premier con la delegazione italiana (con lei, tra gli altri, il sottosegretario alla presidenza Giovanbattista Fazzolari) era arrivata ieri pomeriggio a Varsavia dove ha incontrato il primo ministro Morawiecki e il presidente Duda e poi si è diretta a Kiev. Ieri visita a sorpresa del presidente degli Stati Uniti Joe Biden a Kiev. “Putin ha lanciato la sua invasione quasi un anno fa, pensava che l’Ucraina fosse debole e che l’Occidente fosse diviso. Pensava di poter avere le meglio su di noi. Ma si sbagliava di grosso”. Scrive Biden in una dichiarazione rilasciata dalla Casa Bianca, riportata dal Guardian. “Mentre il mondo si prepara a celebrare il primo anniversario della brutale invasione dell’Ucraina da parte della Russia – ha dichiarato il presidente americano – sono a Kiev per incontrare il presidente Zelensky e riaffermare il nostro fermo e instancabile impegno per la democrazia, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”.Il Presidente degli Stati Uniti ha anche annunciato mezzo miliardo di dollari di assistenza aggiuntiva all’Ucraina durante la sua visita. LEGGI TUTTO

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    Droni, in crescita il mercato italiano: nel 2022 vale 118 milioni (+20%)

    (Teleborsa) – Il 2022 è stato un anno di crescita per il mercato professionale dei droni, che ha raggiunto i 118 milioni di euro, +20% rispetto al 2021, tornando ai livelli pre-Covid (117 milioni registrati nel 2019). Un valore di tutto rispetto, simile a quello di Germania e Portogallo e superiore ad altri sei paesi europei, tra cui anche la Francia. Lo rileva la ricerca dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi durante il convegno “Strategie e investimenti: un boost per la drone economy”.Le imprese del settore in Italia sono 706, (in lieve calo rispetto alle 713 del 2021), mentre si contano quasi 60mila droni registrati sul portale d-flight dal 2020 ad oggi (13.921 nel 2022), di cui il 92% per droni a uso ricreativo e solo l’8% per droni a uso professionale in imprese e PA. Gli operatori registrati e attivi in piattaforma a dicembre 2022 sono 87.007 (+34% rispetto al 2021). Buone notizie anche sul fronte delle autorizzazioni per voli BVLOS, condotti a una distanza che non consente al pilota remoto di rimanere in contatto visivo diretto e costante con il drone: ENAC ha autorizzato 27 sperimentazioni nel 2022, contro le 11 del 2021, segnale sulla volontà di investire in un ambito fondamentale per lo sviluppo del trasporto di merci e persone. A livello mondiale, le applicazioni di droni censite tra il 2019 e il 2022 sono 1.137, +27% nel 2022. Nel segmento operativo – l’unico che al momento genera profitti, costituito da droni medio/piccoli in grado di svolgere attività a valore aggiunto per i settori più tradizionali – i casi applicativi sono 823, il 72% del totale. Le principali applicazioni riguardano ispezioni e sopralluoghi (43%), sicurezza e sorveglianza (18%) e ricerca-soccorso (12%). I progetti di Advanced Air Mobility (AAM), con droni più grandi in grado di effettuare trasporti di beni e persone, sono 314 (il 28% del totale): l’82% riguarda il trasporto di merci con droni e il restante 18% il trasporto di persone. Si tratta di un settore che sta attirando grandi investimenti, ma che non ha ancora iniziato a generare profitti per le imprese interessate. Anche se nel 2022 si è tenuto il primo test di volo di eVTOL, droni elettrici caratterizzati da decollo e atterraggio verticale, per trasporto persone presso l’Aeroporto di Roma Fiumicino. L’obiettivo è realizzare le prime dimostrazioni nel 2024, a Roma, in occasione del Giubileo e di rendere operativo il servizio nel 2030 con la possibilità di trasportare passeggeri in 20 minuti dall’aeroporto al centro cittadino. Il test ha rappresentato anche l’inaugurazione del primo vertiporto italiano, uno dei 6 attualmente attivi a livello mondiale, mentre altri 25 sono in fase di prototipazione e circa 40 in studio di fattibilità. In Italia, oltre a Roma, stanno lavorando a queste infrastrutture anche Milano e Venezia.”Il 2022 è stato un anno cruciale per il mercato professionale dei droni – spiega Marco Lovera, responsabile scientifico dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata –. Se da un lato il valore del mercato operativo non è ancora esploso e il mercato dell’Advanced Air Mobility non ha ancora iniziato a generare ricavi per le imprese, diversi Paesi europei e l’Unione Europea stessa hanno iniziato a delineare strategie e roadmap per l’introduzione di servizi con droni: sono cresciute le sperimentazioni, sono nati ecosistemi in grado di mettere a fattor comune le competenze dei singoli attori e le imprese hanno iniziato a comprendere in modo più chiaro i benefici che questa tecnologia può portare alle loro attività”.”L’Italia sta assumendo un ruolo di primo piano nel panorama europeo – spiega Paola Olivares, direttore dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata – trainando lo sviluppo del segmento dell’Advanced Air Mobility grazie a forti investimenti, sperimentazioni concrete e programmi per l’introduzione dei servizi, a partire da dimostrazioni in eventi a grande visibilità come il Giubileo del 2024 e le Olimpiadi invernali del 2026. Nel prossimo futuro sarà però fondamentale la conversione delle strategie e delle sperimentazioni in piani e progetti operativi in grado di portare sul mercato servizi innovativi”. “Dopo alcuni anni di stallo, nel 2022 si iniziano a raccogliere i frutti delle molte attività, di imprese e istituzioni, per sviluppare il settore – afferma Cristina Rossi Lamastra, responsabile scientifica dell’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata –. Da un lato, si stanno sviluppando ecosistemi di competenze che raggruppano attori della domanda, dell’offerta e istituzioni per tradurre le attuali sperimentazioni in servizi operativi. E’ questo il caso della creazione del primo spazioporto nazionale presso l’aeroporto di Taranto-Grottaglie che ha l’obiettivo di sviluppare progetti di Advanced Air Mobility e legati all’attività spaziale”. Le aspettative delle imprese – Delle 706 imprese attive nel mercato italiano nel 2022, l’81% è un operatore, l’8% un produttore di piattaforma, mentre il restante 11% si ripartisce tra distributori, produttori di software, integratori e produttori di payload. Nell’ultimo anno è notevolmente aumentata la consapevolezza verso i benefici che la tecnologia può offrire: solo il 14% delle imprese ha difficoltà nel comunicare i benefici della tecnologia nel rapporto con i clienti, nel 2019 era il 28%. Allo stesso modo, il 35% sostiene che i clienti abbiano scarsa conoscenza delle possibili applicazioni, contro la metà delle aziende di due anni. Inoltre, il 78% degli attori del settore reputa il mercato in forte crescita entro i prossimi 3 anni. E per il 60% il mercato dell’Advanced Air Mobility avrà uno sviluppo dirompente entro i prossimi 5 anni. Il Regolamento Europeo Droni, entrato in vigore il 31 dicembre 2020, era stato accolto positivamente dalle aziende del settore. Negli ultimi due anni, però, il ritardo nella sua piena applicabilità ha frenato diverse attività. Più recentemente, la proposta di alcune regolamentazioni aggiuntive sta sollevando qualche preoccupazione circa un eccessivo irrigidimento. Meno del 10% delle imprese italiane è in grado di offrire potenzialmente i servizi richiesti dal Regolamento U-Space entrato in vigore dal 26 gennaio 2023, che mira a identificare zone geografiche in cui le operazioni con UAS, Unmanned Aerial System, sono consentite solamente con l’ausilio di servizi U-Space. E quasi il 30% delle aziende non ha piena consapevolezza della necessità di dover sottoscrivere un contratto con uno U-Space Service Provider per poter operare in una porzione di spazio aereo U-Space.I piccoli droni – Nel segmento operativo si contano 823 casi applicativi a livello mondiale, di cui il 31% è in fase di sperimentazione, il 31% con un utilizzo una tantum, il 18% in fase operativa e il restante 20% dichiarazioni di intenti e interessi preliminari. Le principali applicazioni riguardano le ispezioni e i sopralluoghi (43% dei casi), la sicurezza e la sorveglianza (18%) e la ricerca e il soccorso (12%). Tra i settori, l’utilizzo è soprattutto nella Pubblica Amministrazione (38%), salvaguardia ambientale (19%), intrattenimento e i media (10%). Rispetto agli anni precedenti, iniziano ad affacciarsi sul mercato anche applicazioni che prevedono il contatto del drone con superfici o oggetti, come la manutenzione (15 casi) e la raccolta (2). Alcuni esempi in ambito agricolo riguardano la raccolta di frutti o di olive dalle piante.Il trasporto di merci e persone – Il segmento costituito da droni grandi conta 314 applicazioni, di cui l’82% riguarda il trasporto di merci con droni e il restante 18% il trasporto di persone. L’Italia è al secondo posto per numero di casi (9%), dopo gli Stati Uniti (25%), seguita dal Regno Unito (6%) e dall’Australia (5%). Anche nel mercato italiano stanno iniziando ad affacciarsi droni di dimensione molto importante (superiore ai 100kg di peso al decollo) utili per lo sviluppo di servizi in ottica di Advanced Air Mobility. Nel corso del 2022 sono stati registrati su d-flight 5 UAS con queste caratteristiche, di cui 2 europei e 3 cinesi.Il contesto europeo – L’ecosistema italiano risulta essere ben posizionato rispetto ad alcuni importanti mercati europei. Secondo gli 11 Paesi rispondenti alla survey erogata con JEDA, il valore del mercato professionale italiano è paragonabile a quello di Germania e Portogallo e superiore rispetto a quello di altri 6 Paesi tra cui la Francia. Anche in termini di numero di attori, il nostro ecosistema risulta essere più ampio rispetto a quello di 8 Paesi, anche se più piccolo rispetto ai mercati francese e finlandese. I problemi normativi risultano essere i principali ostacoli allo sviluppo del mercato, in particolar modo per i tempi di autorizzazione non idonei all’erogazione dei servizi e la difficoltà nell’ottenere autorizzazioni per effettuare le sperimentazioni. Un altro problema fortemente sentito è la mancanza di fondi o incentivi governativi a livello nazionale per attivare progetti innovativi. Una possibile fonte di finanziamento alternativa è rappresentata dal programma UE Horizon Europe. Dal 2001 a oggi l’Unione Europea ha pubblicato 362 bandi per lo sviluppo di progetti con droni per un budget complessivo di oltre 1 miliardo di euro. Di questi 22 sono stati attivati nel corso del 2022 per un valore complessivo di oltre 86 milioni di euro e altri 12 (40 milioni di euro) sono in attivazione nel 2023. Anche sul fronte normativo e strategico, il nostro paese è ben posizionato. L’ENAC è stata una delle prime autorità aeronautiche ad aver emanato, a fine 2013, una regolamentazione sul settore ed è la prima in Europa ad aver steso un Piano Strategico Nazionale per lo Sviluppo della Mobilità Aerea Avanzata. Degli 11 Paesi europei rispondenti alla survey erogata in collaborazione con JEDA, solamente la Germania, oltre all’Italia, ha già sviluppato un piano. Francia e Irlanda lo stanno realizzando, il Portogallo ha un forte interesse sul tema, mentre i restanti sei Paesi pensano che questo mercato sia ancora troppo immaturo per pianificare degli investimenti. LEGGI TUTTO

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    Giappone, PMI manifattura febbraio cala a 47,4 punti

    (Teleborsa) – In calo l’attività della manifattura in Giappone. Il dato preliminare dell’indice PMI manifatturiero di febbraio 2023, pubblicato da S&P Global ed elaborato da Jibun Bank, indica un valore di 47,4 punti, rispetto ai 48,9 di gennaio e i 49,3 attesi dal mercato. L’indicatore è dunque ancora sotto la soglia critica dei 50 punti, che fa da spartiacque tra contrazione e crescita. La stima flash del PMI dei servizi indica un miglioramento del settore terziario, con il relativo indice che aumenta a 53,6 punti dai 52,3 di gennaio. Il consensus era per 51,5 punti.Il PMI Composite si è attestato a 50,7 punti, dai 50,7 punti del mese precedente.”La crescita modesta e stabile segnalata dal Jibun Bank Flash Japan Composite PMI a febbraio ha mascherato tendenze molto diverse tra il settore manifatturiero e quello dei servizi a metà del primo trimestre dell’anno – ha commentato Andrew Harker, Economics Director di S&P Global Market Intelligence – I fornitori di servizi hanno registrato aumenti più marcati dell’attività e dei nuovi affari quando l’ultima ondata della pandemia di COVID-19 è svanita, fornendo una spinta alla domanda. Il quadro è stato invece molto meno positivo nel settore manifatturiero, dove i nuovi ordini e la produzione sono diminuiti al massimo in poco più di due anni e mezzo”.”Nel frattempo, le pressioni inflazionistiche sono rimaste ostinatamente elevate su tutta la linea – ha aggiunto – I costi di acquisto sono aumentati al ritmo più veloce dallo scorso ottobre, con le imprese che a loro volta hanno anche aumentato i prezzi alla produzione a un ritmo più rapido rispetto a gennaio. Le aziende sperano di vedere le pressioni sui prezzi allentarsi in modo significativo nei prossimi mesi per fornire un certo supporto alla domanda dei clienti”. LEGGI TUTTO

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    Ocse-G20: nuove linee guida per tutela consumatori di prodotti finanziari

    (Teleborsa) – Quadro normativo, regolamentare e di vigilanza; ruolo degli organismi di vigilanza; accesso inclusione finanziaria; alfabetizzazione consapevolezza finanziarie; competizione; trattamento dei consumatori equo e corretto; informazione trasparenza; prodotti finanziari di qualità; condotte cultura aziendali responsabili dei fornitori di servizi finanziari e degli intermediari; tutela dei beni dei con dei consumatori da frodi, truffe e utilizzi indebiti; tutela dei dati e della privacy dei consumatori; gestione e risoluzione dei reclami. Sono i 12 ambiti di applicazione della versione aggiornata degli High-Level Principles on Financial Consumer Protection emanata dalla Task Force Ocse/G20 per la Tutela dei consumatori di prodotti finanziari.Si tratta di una soft law che stabilisce i requisiti fondamentali cui gli ordinamenti nazionali dovrebbero attenersi per tutelare in modo efficace i consumatori su questo versante. Con un avviso, la Banca d’Italia spiega che i principi sono stati aggiornati rispetto alla prima versione, pubblicata nel 2011, anche per tenere conto degli insegnamenti tratti dall’impatto del Covid sui consumatori di prodotti e servizi finanziari, nonche’ dell’evoluzione della digitalizzazione. I principi pongono le basi per una disciplina complessiva di tutela dei consumatori. Essi, pertanto, toccano tutti gli aspetti rilevanti, dice Bankitalia: dal quadro normativo agli strumenti di vigilanza sugli intermediari, dall’alfabetizzazione all’inclusione finanziaria, dalla trasparenza alla tutela dei beni dei consumatori da frodi o truffe, senza dimenticare la tutela della privacy dei consumatori e la gestione e risoluzione di potenziali reclami. “Le politiche di tutela dei consumatori di prodotti finanziari rafforzano la fiducia nel sistema finanziario e favoriscono l’inclusione e la resilienza finanziaria delle persone – evidenzia Bankitalia – – affrontando il problema delle asimmetrie informative tra intermediari e consumatori e garantendo che questi ultimi siano trattati con correttezza e tutelati da possibili danni. LEGGI TUTTO

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    XSPORT Challenge 2023 per Dynamo Camp: al via ieri a Dubai con la Spinneys 92 Dubai Cycle Challenge

    (Teleborsa) – XSPORT Challenge nel 2023 diventa internazionale. L’iniziativa benefica, giunta al terzo anno, coinvolge un team di atleti capitanati dal campione olimpico Jury Chechi e dal ciclista Massimiliano Lelli che si sono messi in gioco per gareggiare in competizioni ciclistiche in tutto il mondo a sostegno di una causa importante. XSPORT Challenge è nata grazie al contributo di Pharmaguida: l’azienda devolverà una quota importante delle vendite della linea XSPORT alla Dynamo Camp Onlus.La Challenge supporta, infatti, la Onlus Dynamo Camp di Pistoia che offre gratuitamente programmi ricreativi a bambini e adolescenti affetti da malattie croniche in terapia o nel periodo di post ospedalizzazione, coinvolgendo anche i loro fratelli sani e le loro famiglie.La prima tappa si è svolta ieri negli Emirati Arabi con la Spinneys 92 Dubai Cycle Challenge, una delle 28 prove UCI Gran Fondo World Series che garantiscono ai classificati nel primo 20% della loro categoria il pass per il Mondiale Granfondo UCI in programma a Glasgow il prossimo 4 Agosto. Tutti i ciclisti impegnati per la challenge si sono qualificati: Enrico Guida si è classificato sesto, Massimiliano Lelli undicesimo e Jury Chechi tredicesimo.”Anche quest’anno – afferma Nicola Guida, founder di Pharmaguida – abbiamo deciso di continuare a supportare la Onlus Dynamo Camp. Il loro lavoro merita ammirazione e sostegno. Per questo motivo, ci sentiamo onorati di poter sostenere questa organizzazione e di far parte della loro missione. Ogni donazione, grande o piccola che sia, può fare una differenza significativa. In tal senso, i fondi raccolti aiuteranno Dynamo Camp a continuare a offrire sorrisi ed esperienze di vita ai bambini, a sviluppare nuovi programmi e ad ampliare le attività sociali e sportive come XSPORT Challenge”.A breve saranno decise le prossime tappe di XSPORT Challenge, che consentiranno agli atleti di prepararsi al meglio in vista del Mondiale di agosto. Ogni tappa sarà raccontata sui canali social attraverso l’hashtag #xsportchallenge e si potranno seguire le iniziative sia sulla pagina Instagram di Jury Chechi, sia su quella di Pharmaguida. LEGGI TUTTO

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    Superbonus, spunta intervento di CDP: le ipotesi al vaglio

    (Teleborsa) – “Un intervento di CDP è una delle ipotesi allo studio”. Lo ha detto il viceministro al MIT Edoardo Rixi parlando a margine del convegno ‘Rigenerazione Urbana: oltre il passato la nuova Liguria’, parlando del superbonus.”È evidente che chi si occupa della finanza pubblica in un Paese la prima cosa che deve fare è riavocare a sé tutti i crediti per capire quanti sono da pagare – afferma – Dopodiché l’intenzione del governo è far fronte al pagamento nei confronti delle imprese, cosa che ad oggi era bloccata comunque, perché le banche non intendevano più pagare i crediti temendo per i loro bilanci”. Continua a far discutere l’intervento del governo sui bonus edilizi che ha mandato in subbuglio il mondo dell’edilizia. A inizio febbraio in audizione in commissione, il direttore generale delle Finanze del MEF, Giovanni Spalletta, aveva indicato in 110 miliardi il costo dei bonus, 37,7 miliardi più delle previsioni. Stima che salirebbe a 120 miliardi con gli ultimi dati.E oggi è la giornata del confronto a Palazzo Chigi tra governo e associazione delle banche ABI, CDP e SACE. In rappresentanza dell’esecutivo, ci sono il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano e i ministri Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso e Gilberto Pichetto Fratin.”È evidente che chi si occupa della finanza pubblica in un Paese la prima cosa che deve fare è riavocare a sé tutti i crediti per capire quanti sono da pagare – ha detto Rixi – Dopodiché l’intenzione del governo è far fronte al pagamento nei confronti delle imprese, cosa che ad oggi era bloccata comunque, perché le banche non intendevano più pagare i crediti temendo per i loro bilanci”. “Il Governo – ha proseguito Rixi dopo il confronto con un gruppo di imprenditori edili preoccupato dalle decisioni del governo – ha voluto rimettere ordine perché i crediti del Superbonus erano fuori controllo da parte del pubblico, tra 70 e 160 miliardi di euro a seconda delle fonti, con una massa di crediti sul territorio nazionale esplosiva, che ha creato problemi già nell’ultimo bilancio dello Stato. La legge sul Superbonus ha creato delle bolle speculative fuori controllo con aumenti sul costo della rigenerazione urbana e delle ristrutturazioni a volte del 60%” e “un intervento di CDP è una delle ipotesi allo studio”, ha infine confermato.Per quanto riguarda il Superbonus “la grande questione è data dai crediti incagliati. Il problema è che le imprese hanno in pancia più di 15 miliardi di credito verso lo Stato e non riescono a incassare. Un credito che potrebbe determinare il fallimento di queste imprese”. È quanto ha detto il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, nel corsi dell’incontro ‘Il mercato alla prova dei fatti: crisi energetica superata?’ in corso a Illumia a Bologna. “Siamo pronti come governo a chiedere una valutazione”, ha garantito. LEGGI TUTTO

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    Meloni a Varsavia per incontro con Morawiecki. Domani a Kiev da Zelensky

    (Teleborsa) – Alla vigilia del vertice con i Paesi dell’est che porterà nelle prossime ore il presidente americano Joe Biden a Varsavia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è in arrivo nella capitale polacca per un incontro con il premier Mateusz Morawiecki. Fissato inizialmente per le 17 di oggi l’incontro dovrebbe durare circa un’ora.A Palazzo Chigi si esclude, invece, un incontro tra Biden e Meloni a Varsavia. Secondo quanto si apprende la presidente del Consiglio italiana al termine dell’incontro si recherà a Kiev dove è attesa domani – a pochi giorni dal tragico anniversario del 24 febbraio – da Volodymyr Zelensky. Dall’Italia “abbiamo ricevuto un pacchetto di aiuti, il che significa – ha dichiarato il presidente ucraino in un’intervista al Tg1 – che il sostegno della premier Giorgia Meloni non è cambiato. Anzi, la ringrazio e la aspetto, so che sta arrivando”. LEGGI TUTTO

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    Dl Carburanti, la Camera conferma la fiducia al governo

    (Teleborsa) – La Camera dei Deputati ha votato, con 174 voti favorevoli e 107 voti contrari, la fiducia posta dal Governo sull’approvazione – senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi – del testo di conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5 (il cosiddetto decreto Carburanti), modificato dalla commissione attività produttive in merito alle disposizioni del governo in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi.Il testo ora passa al Senato. LEGGI TUTTO