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    “MF Insurance Awards 2023”: Generali, Alleanza e Cattolica pluripremiate

    (Teleborsa) – Assicurazioni Generali, Generali Italia, Alleanza, Cattolica, Jeniot e Welion sono le società del panorama assicurativo che più si sono distinte in occasione dell’ultima edizione degli MF Insurance Awards. Un totale di 15 riconoscimenti per prodotti e servizi trasversali alle diverse categorie previste dal Premio, a conferma – sottolinea Generali in una nota – di un’accelerazione della strategia di Generali sul fronte dell’innovazione. La cerimonia che, come ogni anno, premia le eccellenze del settore assicurativo si è svolta ieri sera all’Hotel The Westin Palace di Milano.Nell’ambito degli “Innovazione Awards” sono sette i riconoscimenti assegnati. Generali Italia come Compagnia che “ha raccolto il maggior numero di premi e menzioni dell’evento” ha ricevuto il Milano Finanza Innovazione Platinum Award, ritirato dal general manager Gianluca Perin. Si è poi aggiudicata il primo posto, con menzione speciale, per il Prodotto Wealth – Scegli col Cuore per chi ami, ritirato da Marco Oddone, chief Marketing & Distribution officer di Generali Italia, e da Giancarlo Bosser, chief Life officer di Generali Italia. Un’altra menzione speciale, per la Categoria Insurance Elite – Cross: Journey to new it, è andata al progetto Mike, come “modello di intelligenza artificiale di perizia su preventivo carrozzerie convenzionate, replicabile su tutte le funzioni aziendali”. A ritirarlo Luca Fiori, head of Smart Process Automation & Innovation di Generali Italia.Sempre nel contesto degli “Innovazione Awards” si è distinta anche Alleanza che, nella Categoria Cross Insurance Elite, si è aggiudicata il Premio Talenti e Cultura Aziendale per Generazione Alleanza. Ezio Peroni, responsabile Distribution della società, ha ritirato il premio per “l’innovativo programma di talent attraction e di formazione per la crescita professionale del consulente finanziario e assicurativo”. Menzione speciale anche per Welion, nella Categoria Cross Insurance Elite – Corporate Welfare, Employee benefit, per il life coach digitale BeneFit. La targa è stata consegnata a Barbara Ambrogioni, head of Partnership, Servizi e Marketing di Welion. “Un percorso di salute per i dipendenti basato su un sistema di motivazione e ricompensa che incoraggia al vivere sano” è stata la motivazione del riconoscimento a Welion. Jeniot ha vinto per la Categoria Insurance Elite – Mobilità, con il prodotto Next – Il futuro della mobilità: a ritirare il premio, il CEO di Jeniot Alberto Busetto. Ad Assicurazioni Generali è andato il primo posto per le Soluzioni innovative di Cyber Insurance: Remo Marini, head of Group IT & Operations Risk & Security di Generali, è stato premiato per la “creazione di un’offerta di servizi di cyber insurance che supporta i clienti nel riconoscere, rispondere e recuperare in maniera rapida ed efficace minacce di cyber security”. Durante la serata è stata riconosciuta a Generali anche la prima posizione per i risultati ottenuti nelle classifiche di dettaglio di raccolta dei rami danni. Si tratta di tre premi dell’ambito “Compagnie di Valore”: miglior risultato tecnico nel Ramo incendio ed elementi naturali, per Generali Italia, ritirato dal general manager Massimo Monacelli; il miglior risultato tecnico per il Ramo altri danni ai beni, ritirato da Tommaso Ceccon, chief Property & Casuality di Generali Italia, e il miglior risultato tecnico per il Ramo merci trasportate, per Generali Global Corporate & Commercial, ritirato da Simona Celli, head of Marketing Generali Global Corporate & Commercial Italia. Generali ha poi conquistato due “Leoni D’oro”. Uno per la miglior Campagna integrata con il prodotto NEXT di Jeniot, per cui è salito sul palco Riccardo Acquaviva, direttore Country Communication di Generali Italia, e uno per la migliore Campagna prodotto legata al terzo settore per Cattolica & No profit, ritirato da Samuele Marconcini, ad di Cattolica Assicurazioni.Assicurazioni Generali ha ottenuto due premi “ESG Elite”: uno per le emissioni green bond 2022 ritirato da Annamaria Bradamante, head of Group CFO Office di Generali, e uno per il più alto Standard Ethics, ottenuto per “l’impegno nel contribuire positivamente alla costruzione di una società più resiliente e giusta nel suo ruolo di assicuratore, investitore, datore di lavoro e corporate citizen responsabile” ritirato da Lucia Silva, Group head of Sustainability and Social Responsibility di Generali. La Compagnia ha infine conquistato il premio “Insurance Elite” per il #1 per patrimonio netto e utile di bilancio, ritirato da Alexandru Popescu, head of Group Cash and Capital Management di Generali. LEGGI TUTTO

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    Sussidi green, Urso: non è sfida agli Usa, insieme per affrontare quella asiatica

    (Teleborsa) – L’Italia può diventare oltre ad un hub del gas anche un hub per l’elettricità. È lo scenario immaginato da Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, in occasione della presentazione dello studio Enel Foundation realizzato con Althesys ed Elettricità Futura “Il Piano 2030 del settore elettrico: le opportunità per la filiera italiana”. “Inoltre in questo ambito possiamo fare anche di più che con il gas perché possiamo produrre energia elettrica”, ha aggiunto.Il ministro ha poi fatto riferimento alla risposta agli Stati Uniti sui sussidi green sottolineando però che non si tratta di una “sfida” agli Usa ma di una sfida da affrontare insieme contro il dominio asiatico nell’industria green tech. Urso ha poi voluto sottolineare il ruolo che sta giocando l’Italia per costruire una risposta europea sul tema al contrario di chi cerca una “strada solitaria”. Urso ha poi dichiarato che il Ministero sta lavorando a un nuovo decreto – che ha chiamato Transizione 5.0 – da poter finanziare con le risorse che arriveranno dall’aggiornamento del PNRR e da RePowerEU.”L’Italia e l’Ue devono puntare assolutamente all’autonomia e indipendenza energetica”, ha sottolineato, ma è “difficile averla sulle materie prime per realizzare la transizione energetica”. Urso ha sottolineato che le materie prima vanno utilizzate “in una logica internazionale” stringendo accordi con altri Paesi perché, ha ribadito, “per raggiungere l’autonomia strategica non basta la tecnologia, servono le materie prime”. Urso ha inoltre auspicato infine “regole che consentano di realizzare obiettivi in tempi congrui”, oltre che “risorse”. LEGGI TUTTO

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    Rinnovabili, Pichetto: nel decreto Semplificazioni PNRR misure per velocizzare le autorizzazioni

    (Teleborsa) – La prossima settimana il consiglio dei ministri approverà il decreto semplificazioni sul PNRR in cui saranno contenute anche norme per velocizzare gli iter autorizzativi per le rinnovabili. È quanto ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in occasione della presentazione dello studio Enel Foundation realizzato con Althesys ed Elettricità Futura “Il Piano 2030 del settore elettrico: le opportunità per la filiera italiana”.L’elettricità prodotta da fonti rinnovabili “rappresenta la via fondamentale per attuare la decarbonizzazione, che si rende necessaria dinanzi ai cambiamenti climatici”, ha affermato Pichetto Fratin. “Certamente non potrà essere solo l’elettrico da rinnovabili a far muovere il mondo di domani – ha aggiunto – ma con altrettanta certezza possiamo dire che questo settore oggi rappresenta il motore economico e culturale della transizione energetica. Altre fonti non climalteranti si sommeranno nel medio e lungo periodo alle rinnovabili e penso soprattutto all’idrogeno, ai biocarburanti e alla prospettiva della fusione nucleare, che non appare più una chimera scientifica, ma un progetto reale in via di sperimentazione”.Pichetto ha sottolineato che “qui e adesso però, e guardando avanti almeno per alcuni decenni, sono le rinnovabili che dobbiamo spingere al massimo per raggiungere gli obiettivi sfidanti che ci siamo posti e cioè la neutralità carbonica al 2050. Le rinnovabili oggi in Italia, e penso soprattutto al solare e all’eolico, non sono a mio avviso fonti soltanto da promuovere, ma anche da liberare. Esiste un parco di progetti e investimenti importantissimo che attende il via libera dal sistema delle autorizzazioni”. Al ministero, ha spiegato, “stiamo lavorando allo sblocco di questi impianti frenati da procedure farraginose e lunghe. Abbiamo potenziato la commissione per le valutazioni ambientali, stiamo intervenendo sul piano normativo per sveltire e semplificare gli iter che qui da noi sono molto più lunghi che negli altri grandi paesi europei”.”L’Italia ha bisogno di crescere e di crescere in modo sostenibile: gli obiettivi ambientali non devono essere disgiunti dagli obiettivi sociali ed economici. Guai a contrapporre sviluppo e tutela ambientale: è il danno peggiore che potremmo fare al paese, perché questa contrapposizione identificherebbe la green economy come strumento di decrescita, di impoverimento, di disoccupazione”, ha affermato il ministro.(Foto: Foto di Sungrow EMEA su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Ambiente, ENEA: ricostruita la storia della Baia di Bagnoli a Napoli grazie al DNA

    (Teleborsa) – Ricostruire il DNA ambientale dell’ex zona industriale di Napoli Baia di Bagnoli-Coroglio a partire dal 1830, per comprendere quanto velocemente le comunità degli organismi marini si siano modificate in risposta al deterioramento dell’ambiente. È uno dei principali risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Environment International, frutto di una collaborazione fra diversi gruppi di ricerca italiani e stranieri: Stazione Zoologica Anton Dohrn, ENEA, Università di Ginevra, Università del Salento, Università di Urbino, Università Politecnica delle Marche, Università di Friburgo, Accademia delle Scienze della Polonia.I ricercatori – spiega l’ENEA in una nota – hanno prelevato una carota di sedimento nella Baia di Bagnoli-Coroglio, ex-area industriale del comune partenopeo che si estende su una superficie di circa 249 ettari a terra e 1.453 ettari a mare, hanno datato i vari strati, determinando la concentrazione di sostanze inquinanti e studiando le tracce di DNA degli organismi marini. Queste molecole, infatti, sopravvivono per centinaia di anni ‘intrappolate’ nei sedimenti che si accumulano sul fondo del mare anno dopo anno. Il DNA estratto dall’ambiente – nel nostro caso dai sedimenti – è chiamato DNA ambientale e rappresenta una sorta di “codice a barre”, diverso da specie a specie, che ne permette l’identificazione. È stato possibile quindi ottenere un elenco di organismi marini presenti nel sedimento a partire dagli strati più antichi/profondi della carota (1830) fino al presente. Nella prima metà del 1800, nella Baia di Bagnoli-Coroglio si affacciavano terreni agricoli, mentre sui fondali prosperava Posidonia oceanica e una gran diversità di organismi. Il graduale peggioramento della qualità ambientale a partire dalla prima decade del 1900, quando si insediarono le prime industrie, fino al periodo di massima espansione negli anni 1950-1980 con l’acciaieria Ilva/Italsider, è stato accompagnato da notevoli cambiamenti della comunità biologica. La scomparsa della Posidonia è stata repentina; è cambiata drasticamente sia la composizione degli organismi unicellulari che vivono nell’acqua sia di quelli che vivono nel sedimento; è diminuita la loro diversità e sono aumentate le specie probabilmente in grado di resistere a concentrazioni elevate di idrocarburi e metalli pesanti.Il mare ospita una grande diversità di organismi, dai batteri al plancton microscopico sospeso nell’acqua, dalle alghe e piante marine attaccate al substrato alla miriade di organismi, piccoli e grandi, che vivono sui fondali. Le attività dell’uomo stanno però minacciando l’equilibrio degli ambienti marini, in particolar modo quello delle densamente popolate aree marine costiere, spesso sede di attività industriali. Lo sversamento a mare di inquinanti di vario tipo danneggia gravemente gli organismi marini riducendo la loro diversità: solo alcune specie, infatti, riescono a sopravvivere in acque o sedimenti inquinati. Ora, grazie a questo studio internazionale, è possibile vedere non solo la situazione attuale ma anche capire come era l’ambiente nel passato e quanto velocemente le comunità degli organismi marini si siano modificate in risposta al deterioramento ambientale. Questo studio fa parte del progetto ABBaCo finanziato dal MUR e coordinato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn, finalizzato allo studio della Baia di Bagnoli-Coroglio a ovest della città di Napoli. LEGGI TUTTO

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    Auto, Acea: ancora lontani i livelli pre-pandemia, nel 2022 venduti nel mondo 66,2 milioni di veicoli

    (Teleborsa) – Nel 2022 nel mondo sono state immatricolate 66,2 milioni di auto nuove (-0,1% rispetto al 2021), un livello ancora molto al di sotto dei livelli pre-pandemia del 2019 (quando furono registrate 74,9 milioni di unità). Le immatricolazioni nella regione europea sono diminuite del 10,4% nel 2022 a 12,8 milioni di unità, influenzate dalla carenza di semiconduttori e dal conflitto russo-ucraino. Sono alcuni dei numeri contenuti nell’Economic and Market Report di Acea, l’Associazione europea dei costruttori.Nonostante un leggero rimbalzo nell’ultimo trimestre del 2022, anche i volumi di vendita per l’intero anno in Nord America sono diminuiti dell’8,7% rispetto al 2021, a 12,7 milioni di unità. In calo anche le vendite di autovetture in Giappone (-5,1% rispetto al 2021), a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia combinato con il deprezzamento dello yen. La domanda in Cina è invece aumentata del 7,6% su base annua a 21,7 milioni di auto vendute, grazie anche alla fine degli incentivi governativi nel 2022 che ha anticipato la domanda.Sul fronte della produzione, invece, nel 2022 nel mondo sono state prodotte in tutto il mondo oltre 68 milioni di autovetture, con un aumento del 7,9% rispetto all’anno precedente. Nonostante un aumento del 7,1% nella produzione di automobili dell’UE, i volumi complessivi in ??Europa sono diminuiti dell’1,6%, risentendo del crollo dei mercati russo e ucraino. La produzione di auto in Nord America è aumentata del 10,3% nel 2022 a 10,4 milioni di unità, trainata principalmente dalla forte domanda negli Stati Uniti. Con la revoca dei blocchi e con la domanda fortemente stimolata dagli incentivi governativi, la produzione automobilistica cinese è aumentata dell’11,7% lo scorso anno, con 23,2 milioni di veicoli costruiti, che rappresentano il 34% della produzione globale. Spinta dalla robusta domanda interna e dalla maggiore fiducia dei consumatori, la produzione automobilistica indiana invece ha raggiunto i 4,3 milioni di unità nel 2022, con una forte crescita del 21,6%. LEGGI TUTTO

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    Inflazione, Schnabel: slancio dinamica dei prezzi resta elevato soprattutto nei servizi

    (Teleborsa) – Isabel Schnabel, componente del comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, ha dichiarato che dopo mesi di rialzi a livelli record l’inflazione dell’area euro ha iniziato a moderarsi, ma lo slancio della dinamica dei prezzi “resta elevato”. Se l’energia ha mostrato un rientro, dando il maggior contributo al generale rallentamento, altre componenti del carovita “stanno continuando a salire”, ha sottolineato intervenendo ad un webinar di Finanzwende. La guerra ha avuto un impatto negativo sulla crescita economica dell’Eurozona, senza tuttavia innescare la recessione che ci si attendeva. Il tasso di disoccupazione ha continuato a calare a minimi record, mentre si sono creare alcune penurie di personale, ha proseguito. Ora, dopo i forti aumenti ai massimi storici dei mesi recenti l’inflazione “ha iniziato a moderarsi”, ha rilevato, secondo le slide pubblicate dalla BCE. La moderazione dell’inflazione generale è prevalentemente attribuibile all’energia, mentre altre componenti dell’indice stanno continuando a salire. “Lo slancio dell’inflazione resta elevato – ha spiegato Schnabel – specialmente sui prezzi dei servizi”. “I prezzi del gas sono calati a livelli precedenti alla guerra in Ucraina e le strozzature le catene di approvvigionamento globali si stanno attenuando. Tuttavia, anche di fronte a questi fattori le pressioni dell’inflazione di fondo restano alte e la maggior parte delle componenti dell’indice di inflazione restano elevate”,ha rilevato la rappresentante della BCE. Nel frattempo, secondo Schnabel la crescita delle retribuzioni “si è rafforzata in maniera significativa, sebbene le retribuzioni reali (cioè quelle al netto dell’inflazione, ndr) stiano calando energicamente”. In questo quadro Schnabel a rilevato come le misure di bilancio contro i rincari dell’energia restino non mirate e, conseguentemente, con effetti inflazionistici sul medio termine. Infine, l’esponente della BCE ha osservato che le aspettative di mercato scontano ulteriori aumenti ai tassi di interesse della BCE e un marcato ridimensionamento del bilancio dell’eurosistema. Sono previsti consistenti aumenti dei rendimenti di lungo termine sui titoli di Stato ma dinamiche stabili sugli spread, cioè i differenziali tra i tassi retributivi dei bond dei vari paesi dell’area euro. Intanto i rialzi dei tassi sui mutui stanno mettendo fine alla corsa dei prezzi immobiliari. LEGGI TUTTO

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    Powell, alzeremo ancora i tassi se i dati continuano ad essere forti

    (Teleborsa) – Il processo di disinflazione è iniziato: “è alle fasi iniziali e la strada è lunga”. Lo afferma il presidente della Fed, Jerome Powell, durante un dibattito all’Economic Club di Washington, sottolineando che saranno probabilmente necessari altri aumenti dei tassi di interessi e confermando il messaggio chiave lanciato dalla Fed dopo il direttorio (Fomc) della scorsa settimana.Alla Federal Reserve “riteniamo che serviranno altri rialzi ai tassi e che dovranno restare a livelli restrittivi per un po’ di tempo” e i dati di venerdì scorso sul mercato del lavoro “sono stati certamente forti, superiori alle nostre attese” e “dimostrano perché il processo disinflazionistico richiederà tempo” e potrà essere “accidentato”.Il governatore ha spiegato che la Federal Reserve non ha alcuna intenzione di modificare il suo obiettivo di inflazione al 2%. Un tasso di inflazione al 2% “è uno standard globale”, ci vorrà fino al 2024 per far scendere l’inflazione vicino al 2%. Il 2023, comunque, “sarà un anno di significativo calo dei prezzi”. Tornando ai tassi, Powell ha ribadito che i rialzi dei tassi di interesse in corso “sono appropriati” e che alla luce dei recenti dati sul mercato del lavoro “la Fed ha ancora molto lavoro da fare”. Il mercato del lavoro americano ha creato in gennaio oltre 500.000 posti di lavoro, ben oltre le attese degli analisti, con un tasso di disoccupazione sceso ai minimi dalla fine degli anni ’60. LEGGI TUTTO

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    Titoli di Stato, 7 miliardi di BOT annuali in asta venerdì

    (Teleborsa) – Venerdì prossimo, 10 febbraio, andranno in asta 7 miliardi di euro di BOT con scadenza 12 mesi. Lo rende noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze aggiungendo che il regolamento è previsto per il 14 febbraio data in cui vengono a scadenza titoli analoghi per 7,15 miliardi di euro. LEGGI TUTTO