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    FS Italiane, siglato protocollo d'intesa con le Associazioni dei Consumatori

    (Teleborsa) – Prosegue il percorso di confronto e sinergia tra FS Italiane e il mondo delle Associazioni dei Consumatori. Nella sede di Ferrovie dello Stato di Villa Patrizi a Roma è stato siglato oggi un Protocollo d’intesa volto a rafforzare il rapporto di collaborazione reciproca tra FS e le Associazioni dei Consumatori, anche in relazione al Piano Industriale 2022/2031 del Gruppo FS Italiane. Gli obiettivi dell’Intesa – spiega FS Italiane in una nota – sono stati illustrati in un incontro a cui hanno preso parte l’amministratore delegato del Gruppo FS Luigi Ferraris, il chief Corporate Affairs di Ferrovie dello Stato Italiane Massimo Bruno, e i rappresentanti delle Associazioni Consumatori. Tra i principali punti dell’accordo figura l’impegno che FS assume nei confronti delle Associazioni in termini di dialogo, confronto e collaborazione intesi come elementi di valore aggiunto nei processi decisionali, oltre che nell’organizzazione di incontri periodici atti a favorire la condivisione di informazioni utili a individuare esigenze collettive legate alle attività di FS, promuovendo dove necessario il dialogo con gli Enti istituzionali competenti, le Società e i Poli del Gruppo FS (Infrastrutture, Passeggeri, Logistica e Urbano).Figurano, tra le azioni da portare avanti nel percorso delineato dal Protocollo d’Intesa, l’attenzione a iniziative congiunte di comunicazione e promozione della sostenibilità sociale, economica, ambientale; lo studio e l’approfondimento di soluzioni per il miglioramento della qualità dei servizi mediante il coinvolgimento delle Società del Gruppo interessate; l’informazione sugli obiettivi del Piano Industriale del Gruppo FS e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nell’ambito della mobilità nazionale.Gli incontri che seguiranno tra le Associazioni dei Consumatori e i rappresentanti di Ferrovie dello Stato si svolgeranno mediante l’istituzione di un Tavolo permanente di Consultazione, convocato con cadenza trimestrale o su iniziativa delle Parti. Il Tavolo potrà essere affiancato da gruppi di lavoro composti da rappresentanti delle società di FS in base all’area di business oggetto delle tematiche da trattare.Al Protocollo d’Intesa siglato oggi con Ferrovie dello Stato hanno aderito le organizzazioni ACU; Adiconsum; Adoc; Adusbef; Altroconsumo; Assoutenti; Casa del Consumatore; Cittadinanzattiva; CTCU; Codacons; Codici; Confconsumatori APS; Federconsumatori; Lega Consumatori; Movimento Consumatori; Movimento Difesa Del Cittadino; U.Di.Con. APS; Unione Nazionale Consumatori. LEGGI TUTTO

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    USA, in aumento a dicembre gli ordinativi industriali

    (Teleborsa) – Aumentano, ma meno delle attese, gli ordini all’industria statunitensi. Secondo il Department of Commerce del Bureau of the Census, nel mese di dicembre gli ordini hanno evidenziato una variazione positiva dell’1,8% rispetto al -1,9% registrato nel mese precedente e contro il +0,3% stimato dal consensus.Al netto del settore dei trasporti, gli ordini sono scesi dell’1,2% dal -1,2% precedente,(Foto: by Lucas Sankey on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Gruppo BEI: in Italia nel 2022 10,09 miliardi in investimenti e record di finanziamenti green

    (Teleborsa) – Nel 2022 il Gruppo BEI – costituito dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI) – ha firmato 85 operazioni in Italia per un valore complessivo di 10,09 miliardi di euro. Di questi 9,29 miliardi in prestiti e garanzie, 612 milioni in risorse gestite per conto del Governo nell’ambito del Piano nazionale ripresa resilienza (PNRR) e 194 milioni gestiti per il Fondo Europeo di Garanzia (FEG), il fondo messo in atto dalla Gruppo BEI per mitigare la crisi economica causata dalla pandemia. Questi i principali dati comunicati dal Gruppo BEI in occasione della presentazione, oggi a Roma, dei risultati della sua attività in Italia nel 2022. L’Italia, che ha beneficiato del 15.9% dell’attività totale in Europa nel 2022, è stato il primo Paese per finanziamenti e risorse gestite dal Gruppo BEI nel 2022. Si stima che tale attività contribuirà ad attivare investimenti per circa 34 miliardi di euro nell’economia reale.”Per contrastare la crisi energetica in atto, nel 2022 il Gruppo BEI ha aumentato significativamente i finanziamenti a favore della transizione ecologica in Italia, investendo la cifra record di 5,54 miliardi in progetti che contribuiscono a produrre energia rinnovabile, garantire la sicurezza energetica, promuovere la mobilità sostenibile, e a decarbonizzare le nostre aziende, con particolare attenzione a quei settori considerati hard-to-abate – ha commentato durante la presentazione dei risultati a Roma Gelsomina Vigliotti, vicepresidente BEI e Presidente FEI –. Grazie all’effetto leva dell’azione del Gruppo BEI, i 10,09 miliardi di nuova finanza dedicati all’Italia nel 2022 attiveranno investimenti per oltre 34 miliardi a sostegno sia del settore privato che di quello pubblico, contribuendo a finanziare le esigenze di liquidità di oltre 82.500 piccole e medie imprese e a sostenere il Governo nell’attuazione del PNRR. Inoltre, sono lieta di confermare che, anche l’anno scorso, un euro su sei erogati dal Gruppo BEI in Europa è arrivato in Italia”. Considerando l’attuale crisi energetica e la necessità di ridurre la dipendenza europea dai combustibili fossili russi, nel 2022 il Gruppo BEI ha concentrato i propri finanziamenti a favore della lotta contro il cambiamento climatico, dedicando il 55% delle risorse totali in Italia, ovvero 5,52 miliardi di euro, a sostegno di progetti green che contribuiscono a promuovere la transizione climatica ed energetica, nonché lo sviluppo di energia rinnovabile e la mobilità sostenibile nel Paese. La pandemia prima e l’inflazione ora hanno continuato ad evidenziare la necessità di sostenere le esigenze di liquidità delle piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano una parte sostanziale del tessuto produttivo e dei livelli occupazionali nel Paese. A tal proposito, nel 2022, il Gruppo BEI ha sostenuto oltre 82.500 PMI e Mid Cap italiane che impiegano più di 1,2 milioni di persone con 3,35 miliardi di euro, il 33% dell’attività totale del Gruppo BEI nel Paese.Nel 2022, i finanziamenti per l’innovazione, la digitalizzazione e lo sviluppo umano, settori fondamentali per promuovere la transizione digitale ed ecologica, hanno raggiunto un volume di 1,17 miliardi di euro nel 2022 in Italia.Risultati globali – Nel 2022, il Gruppo BEI ha sottoscritto finanziamenti complessivi per 72,5 miliardi di euro. Tale attività contribuirà ad attivare investimenti per circa 260 miliardi di euro nell’economia reale e a supportare la creazione di 950.000 posti di lavoro entro il 2026. Inoltre, nel 2022, la BEI ha dedicato quasi le metà (46%) dei suoi finanziamenti a progetti ubicati nelle regioni di coesione.Per quanto riguarda la transizione ecologica, la BEI ha aumentato ancora una volta i propri finanziamenti verdi, raggiungendo i 36,5 miliardi di euro (58,3% del totale), il che significa che la Banca ha rispettato l’impegno di dedicare almeno la metà delle sue risorse all’azione per il clima e alla sostenibilità ambientale, ben prima dell’obiettivo fissato per il 2025. Complessivamente, il Gruppo BEI è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di attivare 1.000 miliardi di euro di finanziamenti verdi in questo decennio, avendo già sostenuto investimenti per 222 miliardi di euro negli ultimi due anni.Sostegno all’Ucraina – La BEI ha offerto un aiuto immediato all’Ucraina, erogando lo scorso anno 1,7 miliardi di euro per contribuire a finanziare la ricostruzione delle infrastrutture del Paese devastate dai bombardamenti russi. Attività del FEI – Nel 2022, il FEI ha finanziato le piccole imprese e progetti verdi con oltre 9 miliardi di euro, che mirano ad attivare circa 97 miliardi di euro di investimenti a favore della neutralità climatica, della transizione digitale delle industrie europee e della competitività degli imprenditori dell’Unione Europea. In un contesto di prospettive economiche difficili per il 2023, il FEI intende portare avanti il programma InvestEU, RepowerEU e altre iniziative, come l’European Tech Champions. EIB Global – Oltre al sostegno all’Ucraina, la EIB Global ha firmato 9,1 miliardi di euro di nuovi finanziamenti nel 2022, portando a 10,8 miliardi di euro il totale delle operazioni della filiale della BEI lanciata un anno fa per intensificare le operazioni al di fuori dell’Unione Europea. Risposta alla pandemia – Per mitigare le conseguenze economiche causate dalla pandemia, il Gruppo BEI, con il sostegno di 22 Stati Membri, ha istituito il Fondo europeo di garanzia (FEG) che, in circa due anni di attività, ha sottoscritto 20,9 miliardi di euro (su 24,4 miliardi disponibili) in prestiti, garanzie e finanziamenti equity a favore, principalmente, delle PMI europee. I finanziamenti sottoscritti nell’ambito del FEG contribuiranno ad attivare investimenti per circa 183,5 miliardi di euro. LEGGI TUTTO

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    USA, aumenta la produttività nel 4° trimestre

    (Teleborsa) – Nel 4° trimestre del 2022 la produttività del settore non agricolo in USA è aumentata su base trimestrale del 3%, dopo il +1,4% dei tre mesi precedenti, confrontandosi con il +2,4% atteso dagli analisti. Rispetto allo stesso trimestre del 2021, è scesa dell’1,5%. Secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, il costo per unità di lavoro è cresciuto dell’1,1% ad un ritmo più lento rispetto al +2% del 3° trimestre (dato rivisto da +2,4%) e contro il +1,5% del consensus. LEGGI TUTTO

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    USA, richieste sussidi disoccupazione scendono a sorpresa

    (Teleborsa) – Scendono a sorpresa le nuove richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 27 gennaio, i “claims” sono risultati pari a 183 mila unità, in diminuzione di 3.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 186.000. Il dato si confronta con i 200 muila del consensus. La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 191.750 unità, in calo di 6.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 197.750. La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente. Infine, nella settimana al 20 gennaio, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.655.000, in calo di 11.000 mila unità rispetto alle 1.666.000 unità della settimana precedente e al di sotto del 1.677.000 attesi. LEGGI TUTTO

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    Città metropolitane, ISTAT: “Molte fragilità ma anche potenzialità dei contesti urbani”

    (Teleborsa) – Con 6.827 km2 Torino è la città metropolitana più estesa, Napoli con 1.179 km2 è invece la meno estesa ma si piazza in vetta alla classifica per densità abitativa (2.535 abitanti per km2), in coda Messina con 185 per Km2. Genova è la città che si presenta più vulnerabile rispetto alle altre, incidendo il rischio frane nel 25% della superficie. Questi alcuni dati che emergono dal focus dell’Istat sulle Città metropolitane. Si tratta di “enti territoriali di area vasta” che hanno sostituito le province in 10 aree urbane di regioni a statuto ordinario, che dispongono di propri organi di governo e di territori coincidenti con quelli delle ex province: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. A queste si aggiungono quattro città metropolitane delle regioni a statuto speciale: Palermo, Catania, Messina e Cagliari.Tra gli aspetti affrontati nell’analisi dell’Istat la dinamica della popolazione, l’invecchiamento, la mortalità, le scelte insediative, il mercato del lavoro, il livello di istruzione, il pendolarismo e le caratteristiche del tessuto produttivo, secondo uno studio comparato dei rispettivi territori urbani costituiti dal comune capoluogo (polo urbano) e dalle cinture urbane di primo e secondo livello che consentono di osservare le dinamiche di evoluzione delle città. È stato condotto anche un approfondimento sulla geografia e sulle caratteristiche dei territori che mette in luce alcune fragilità principalmente collegate alla pressione antropica e ai rischi naturali.Nel ventennio l’Istat registra una crescita di popolazione in sette comuni su 10 ad alta e media densità di urbanizzazione. Tra le Città metropolitane spicca Roma (+14%), così come tra i capoluoghi (+ 8%). Di contro, nello stesso periodo, si rileva un calo della popolazionein oltre sei comuni rurali su 10, secondo la classificazione europea Degurba (Degree of urbanisation). Tra le Città metropolitane prevale Messina (-8,8%) così come tra i capoluoghi (-12,2%).Gli anziani abitano in prevalenza nei comuni capoluogo, in cui ogni 100 giovani vi sono quasi 176 persone con più di 65 anni di età. Tra le città metropolitane, Genova con 269 anziani ogni 100 giovani detiene il primato di “città più vecchia”, mentre a Napoli si rileva il dato più contenuto, pari a 130.Nell’ultimo ventennio sono quasi quadruplicati gli stranieri residenti nelle città metropolitane. La presenza maggiore è nei comuni capoluoghi: 11,5 ogni 100 residenti.Nel 2020, primo anno di pandemia da Covid-19, anche le città metropolitane del Nord sperimentano alti livelli di mortalità. Dopo il territorio metropolitano di Napoli (1.080 decessi ogni 100mila abitanti) si collocano le città metropolitane di Genova (1.009 decessi ogni 100mila abitanti) e Torino (1.002 decessi ogni 100mila abitanti). Nel 2021, secondo anno di pandemia, i dati confermano la maggiore mortalità della città metropolitana di Napoli (1.097 decessi ogni 100mila abitanti) seguita dalle tre città metropolitane siciliane Messina, Catania, Palermo.Sul fronte dell’istruzione, alti livelli si registrano nei comuni capoluogo: 31 persone con titoli terziari ogni 100 residenti. Il comune di Bologna detiene il primato, con 42 laureati ogni 100 residenti.La più bassa partecipazione attiva al mercato del lavoro (tasso di attività della popolazione di 15 anni e oltre) caratterizza la città metropolitana di Palermo (46%), tra i comuni capoluogo Napoli (47%) e tra le prime e seconde cinture urbane quelle di Reggio Calabria (45%). Bologna è la città metropolitana con la maggiore propensione femminile al lavoro, 51 donne ogni 100. La minore partecipazione attiva è nella città metropolitana di Napoli, 35 donne su 100. I livelli occupazionali (tasso di occupazione 25-64 anni) sono più critici a Palermo, sia nella città metropolitana nel suo complesso (49%) sia nel comune capoluogo e nelle sue cinture urbane. Il tasso di occupazione femminile (popolazione di 25-64 anni) si conferma la criticità della città metropolitana di Palermo (36%) e nella sua prima cintura (30%). Fra i capoluoghi, a Napoli il dato più basso, 38%.Circa gli spostamenti giornalieri per motivi di studio o di lavoro, le città metropolitane di Palermo, Messina e Reggio Calabria sono collocate negli ultimi posti della graduatoria: in queste aree si spostano giornalmente, per studio o lavoro, circa 42 persone ogni 100 abitanti.Milano è la città metropolitana con la più elevata densità imprenditoriale: 106 unità locali ogni mille abitanti per un totale di 346.509 unità. Nella classifica seguono Firenze e Bologna che si distanziano rispettivamente di circa sette e 13 punti. Nel territorio metropolitano di Firenze la maggiore vocazione industriale-manifatturiero: 12 unità locali ogni mille abitanti del settore Industria in senso stretto.Fra i capoluoghi, Milano ha il più valore alto di reddito per abitante, 23.202 euro e Catania il valore più basso, 9.844. I capoluoghi hanno valori più elevati rispetto al resto del proprio territorio metropolitano, unica eccezione la prima cintura di Catania con un reddito medio pro capite di 10.011.La produttività nominale del lavoro (valore aggiunto per addetto) è maggiore nei capoluoghi. Nel 2020 il massimo valore a Milano, 71,2 migliaia di euro per addetto e quello minimo a Messina, 29,2 migliaia di euro per addetto. Rispetto al 2019 si rileva una eccezionale caduta del valore aggiunto per addetto: -10,4% nei territori metropolitani; primato nella città metropolitana di Firenze, – 24,3%. LEGGI TUTTO

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    PA, Formez: pubblico conferma “appeal”, più donne ai concorsi

    (Teleborsa) – Il comparto pubblico è ancora attrattivo, la partecipazione delle donne ai concorsi è più alta rispetto a quella degli uomini. È quanto rileva il rapporto Formez P.A. 2022 presentato nella sede dell’associazione della stampa estera in Italia e curato dal centro studi e attività internazionali dal quale emerge che resta elevata l’età media dei nuovi ingressi e l’80% dei candidati alle procedure concorsuali ha una laurea.Dall’analisi del bilancio dell’attività di gestione delle procedure concorsuali negli ultimi dodici anni emerge, dunque, la persistente attrattività del comparto pubblico, anche se con le ormai consolidate asimmetrie territoriali, evidenti soprattutto dai dati sulle procedure concorsuali semplificate che hanno visto in media 102, 3 candidature per ogni posto assegnato (67 le candidature medie per ogni posto bandito dalle procedure concorsuali ordinarie).Come sottolineato, elevata la partecipazione delle donne: 6 candidati su dieci risultati idonei sono donne. Si registra poi l’elevata età media dei nuovi ingressi (36 anni) nelle pubbliche amministrazioni, aspetto decisivo per il raggiungimento dell’obiettivo di abbassare l’età media del personale pubblico. Inoltre, l’elevato livello di scolarizzazione dei candidati (l’80% dei candidati possiede infatti una laurea) e la persistente difficoltà a coprire il fabbisogno di profili professionali tecnici o particolarmente specializzati o emergenti, che già dalle prove iniziali (eventuali preselettive e scritti) registrano un abbattimento della partecipazione rispetto alle candidature (sotto al 30% dei convocati per statistici, informatici, ingegneri e architetti). Ma c’è anche un dato che fa riflettere: l’affacciarsi sulla scena del fenomeno delle rinunce da parte dei vincitori, probabilmente derivato, in un sistema più moderno e ordinario, anche dalla cannibalizzazione tra procedure per profili assimilabili a vario titolo. In primis per i requisiti di accesso richiesti, tra i quali i candidati vincitori scelgono in base a criteri di utilità soggettiva, quale la stabilità del rapporto di lavoro o la sede di servizio. Per esempio, il 41,5% dei candidati ai concorsi banditi dal 1 gennaio 2021 al 30 giugno 2022 ha partecipato a più procedure; il 26% di questi è risultato idoneo a due o più concorsi.Dall’indagine emerge poi che accanto alle tradizionali attività di supporto alle amministrazioni per lo sviluppo della capacità amministrativa, il miglioramento della performance e la crescita dei processi di semplificazione, Formez P.A. ha ora anche il compito di assicurare supporto alle attività di coordinamento, sviluppo e attuazione del PNRR, organizzazione delle procedure di reclutamento del personale, elaborazione di modelli di lavoro flessibile alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, sviluppo del processo di digitalizzazione dei procedimenti amministrativi.Il rapporto oltre al volume sui dati principali è composto da altri tre volumi dedicati ai temi del reclutamento, della transizione digitale e dello sviluppo delle aree interne. LEGGI TUTTO

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    USA, brusco aumento dei licenziamenti Challenger a gennaio

    (Teleborsa) – Si registra una crescita dei licenziamenti negli Stati Uniti nel mese di gennaio 2023. Secondo il rapporto Challenger, Gray & Christmas, le principali società statunitensi hanno rilevato un taglio di circa 102.943 posti di lavoro. Il dato rivela un aumento del 136% rispetto al mese precedente, quando si erano registrati 43.651 licenziamenti e un aumento del 440% rispetto allo stesso periodo del 2022.Il totale del mese scorso è il totale di gennaio più alto dal 2009, quando ne furono annunciati 241.749 nel primo mese dell’anno. Inoltre, è il totale mensile più alto da settembre 2020, quando sono stati segnalati 118.804 tagli di posti di lavoro.”Ora siamo dall’altra parte della frenesia delle assunzioni degli anni della pandemia – ha affermato Andrew Challenger, esperto di lavoro e vicepresidente senior di Challenger, Gray & Christmas – Le aziende si stanno preparando a un rallentamento economico, tagliando i lavoratori e rallentando le assunzioni”.Il settore tecnologico ha annunciato il maggior numero di tagli con 41.829, il 41% di tutti i tagli annunciati a gennaio. È superiore del 158% rispetto ai 16.193 tagli annunciati a dicembre 2022 e del 57.996% rispetto ai 72 rilevati a gennaio 2022.I retailer hanno annunciato i secondi tagli a gennaio con 13.000, in aumento del 3.225% rispetto ai 391 annunciati nello stesso mese nel 2022. Le società finanziarie hanno annunciato 10.603 tagli il mese scorso, in aumento del 1.423% rispetto ai 696 tagli annunciati a gennaio 2022.(Foto: seventyfour74 | 123RF) LEGGI TUTTO