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    COP30: al via le candidature per creare il logo del Padiglione Italia

    (Teleborsa) – Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il Ministero degli Affari Esterie della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con il programma “Connect4Climate” della Banca Mondiale e con lo Studio di Architettura CRA – Carlo Ratti Associati, lanciano “ITALY COP 30 Branding Challenge”: un concorso rivolto ai giovani per rappresentare l’identità visiva dell’Italia alla 30ª Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP 30) di Belém, in Brasile.Le candidature, aperte ai designer e creativi italiani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, devono pervenire entro le ore 9 del 30 giugno 2025.Più in particolare, il logo, originale e distintivo, dovrà essere il simbolo tangibile dell’impegno italiano per la sostenibilità e la lotta ai cambiamenti climatici. Il vincitore del concorso verrà invitato alla presentazione ufficiale dell’opera “AquaPraça” durante la Biennale di Architettura di Venezia e avrà la possibilità di partecipare alla cerimonia ufficiale di inaugurazione del Padiglione Italia durante la COP30 di Belém, promuovendo la propria visione creativa su un palcoscenico internazionale. Le spese di viaggio e alloggio per il vincitore saranno a carico degli organizzatori. LEGGI TUTTO

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    TLC: Sparkle adotta l’IA per la gestione e il controllo della rete

    (Teleborsa) – Sparkle annuncia i risultati del progetto Artificial Intelligence Sparkle Network Assurance (AISNA) per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel proprio Network Operation Center (NOC) dedicato alla gestione e controllo della rete internazionale. Frutto della collaborazione con Engineering, AISNA abilita l’automazione delle attività di monitoraggio, gestione e miglioramento della qualità, permettendo di diminuire il rischio di errori e disallineamenti e dunque rispondere con rapidità alle richieste di assistenza dei clienti.Semplificando l’accesso alle informazioni e automatizzando gli interventi più ripetitivi, la soluzione – fa sapere Sparkle in una nota – ha ridotto del 30% il tempo di gestione operativa delle segnalazioni al NOC e fino all’80% i tempi medi di esecuzione per campagne di aggiornamento massivo della rete. Inoltre, grazie alla capacità dell’IA di analizzare il contenuto delle e-mail, riassumere le informazioni chiave e aggiornare automaticamente i ticket, è stato possibile ridurre di circa 3mila ore annue il tempo dedicato alle attività legate alla gestione delle segnalazioni dei clienti e di circa 700 ore l’anno quello impiegato nella reportistica RFO (Report For Outage). Questo ha consentito alle risorse coinvolte di concentrarsi maggiormente sul rapporto diretto con il cliente e sulla risoluzione dei problemi, con un impatto positivo sulla qualità complessiva del servizio.”Sparkle è impegnata in diversi progetti con l’obiettivo di migliorare attraverso l’AI l’esperienza dei clienti e dei dipendenti nonché arricchire la propria proposizione sul mercato. Il progetto AISNA, nell’ambito della gestione della Rete, è stato tra le nostre priorità per i suoi impatti sul cliente e sull’operatività”, ha dichiarato Lorella Scalcione, chief information officer di Sparkle.”Grazie a questo progetto – conferma Danilo Decaroli, responsabile delle Operations di Sparkle – il nostro NOC ha oggi la possibilità di un’interazione con il cliente più tempestiva e trasparente e, al contempo, l’opportunità di operare in modo più efficiente e mirato, riducendo il carico di attività ripetitive a favore di quelle di cura del cliente e risoluzione dei problemi”. LEGGI TUTTO

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    Banca d’Italia, Sergio Nicoletti Altimari entra nel Direttorio come Vice Direttore Generale

    (Teleborsa) – Su proposta del Governatore Fabio Panetta, il Consiglio Superiore della Banca d’Italia ha nominato all’unanimità nel Direttorio in qualità di Vice Direttore Generale Sergio Nicoletti Altimari, attuale Funzionario generale a Capo del Dipartimento Economia e Statistica.La nomina deve essere approvata con decreto del Presidente della Repubblica, promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentito il Consiglio dei Ministri.Sergio Nicoletti Altimari, che prende il posto di Alessandra Perrazzelli, è a capo del Dipartimento Economia e Statistica dal 1 dicembre 2021.Ha studiato economia all’Università di Roma “La Sapienza”, dove si è laureato con lode nel 1988, e alla University of Pennsylvania, con una borsa di studio Giorgio Mortara della Banca d’Italia, conseguendo un Ph.D. in Economia nel 1998. Nel 1992 entra nel Servizio Studi della Banca d’Italia. Dal 1998 al 2006 lavora alla Banca Centrale Europea (dal 2000 al 2006 è Vice Capo della Divisione di Strategia di Politica Monetaria). Dal 2006 al 2008 è al Ministero dell’Economia e delle Finanze come Consigliere economico del Ministro. Rientrato al Servizio Studi della Banca d’Italia nel 2008, ricopre vari incarichi tra cui la preparazione di analisi e discorsi per i membri del Direttorio, la partecipazione al Comitato di Economia e Finanza della UE, l’organizzazione della Segreteria Tecnica per l’Eurosistema e la Stabilità Finanziaria (poi Servizio per la Stabilità Finanziaria). Dal 2012 al 2014 è Vice Capo del Servizio Operazioni di Mercato. Dal 2015 al 2021 è Direttore Generale per la Politica Macroprudenziale e la Stabilità Finanziaria della Banca Centrale Europea. LEGGI TUTTO

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    Turchia, negoziati per la pace (ma Putin non ci sarà)

    (Teleborsa) – Vladimir Putin non sarà ad Istanbul per incontrare faccia a faccia il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che fa sapere che Kiev è pronta a “qualsiasi formato di negoziato per arrivare alla pace”. Cadute nel vuoto le pressioni e gli appelli di diversi Paesi e gli auspici del presidente americano Donald Trump perché Putin partecipasse di persona ai colloqui che lui stesso ha proposto a sorpresa in un incontro notturno con i giornalisti nelle prime ore di domenica.A guidare la delegazione russa nelle prime trattative dirette tra i due nemici dal 2022 sarà lo stesso consigliere del leader russo che fu a capo dei negoziatori di Mosca tre anni fa: l’ex ministro della Cultura Vladimir Medinsky, affiancato da un vice ministro degli Esteri, uno della Difesa e dal generale Igor Kostyukov, direttore dei servizi d’intelligence militare (Gru). Assente anche Donald Trump, riferiscono fonti della Casa Bianca alla Cnn. Intanto, gli ambasciatori dei Paesi membri della Ue hanno dato il via libera al 17/o pacchetto di sanzioni contro la Russia. Nel mirino delle misure, che dovranno essere approvate il 20 maggio dai ministri degli Esteri, quasi 200 navi della cosiddetta ‘flotta ombra’ russa, che si ritiene utilizzata in larga parte per le esportazioni di petrolio. Ma secondo il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, non basta. Stati Uniti ed europei, ha affermato, devono “prepararsi a imporre sanzioni devastanti” per “prendere la Russia alla gola” e costringerla a cessare le ostilità in Ucraina. LEGGI TUTTO

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    Ddl partecipazione lavoratori agli utili, Calderone: “È legge, impegno mantenuto”

    (Teleborsa) – Via libera definitivo del Senato alla legge sulla partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa. Il testo è lo stesso modificato nel corso dell’esame alla Camera, che l’aveva approvato il 26 febbraio, frutto di una proposta di iniziativa popolare promossa dalla Cisl. E che per questo trova contrarie le opposizioni e divide il sindacato, con le posizioni critiche di Cgil e Uil. Soddisfatti invece il governo e la maggioranza che, insieme alla sigla guidata da Daniela Fumarola, parlano di “pagina storica”. Il disegno di legge ha incassato il disco verde di Palazzo Madama con 85 sì, 21 no e 28 astenuti. “Voglio ringraziare i parlamentari che hanno approvato in via definitiva la legge sulla partecipazione dei lavoratori agli utili delle imprese. Un impegno importante che – afferma la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone – abbiamo preso con le migliaia di firmatari e il mondo del lavoro, perché oggi abbiamo finalmente applicato l’art. 46 della nostra Carta fondamentale. Come Governo e come Ministero siamo sempre stati in prima linea, perché crediamo nella collaborazione tra imprenditori e lavoratori, rifuggendo logiche conflittuali fuori dalla storia. La partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle imprese è inoltre un impegno anche economico che il Governo Meloni ha sempre sostenuto, perché ovviamente la fase iniziale di questa norma avrà degli oneri finanziari, anche questi coperti dalla legge. Si scrive oggi, dunque, una nuova fase dei rapporti nel mondo del lavoro: viviamo un’epoca di profondi cambiamenti, nella quale il lavoro e i lavori cambiano in maniera molto veloce, a volte anche con conseguenze sociali significative. Anche per questo, la collaborazione tra imprenditori e lavoratori assolve una funzione strategica, nell’ottica sia del rafforzamento delle imprese, che è la vera garanzia dei livelli occupazionali, sia delle trasformazioni aziendali e del grande tema della formazione della forza lavoro, la più grande sfida che abbiamo di fronte a noi. Oggi è stata scritta una pagina storica. Siamo felici di aver accompagnato il processo di approvazione della norma”.Di diverso avviso le opposizioni, con l’eccezione di Iv che parla di “passo avanti”. Il Pd sceglie l’astensione e accusa la maggioranza di aver la svuotato il provvedimento, “stravolgendolo e rendendolo in gran parte inefficace, se non dannoso”. Per il M5s è “un’operazione di maquillage normativo”. Con questa legge, avverte Avs, “i lavoratori non toccano palla”.I lavoratori parteciperanno alla gestione delle imprese, ma non nelle banche e nelle partecipate pubbliche. Inoltre non saranno in quota minima fissa nei consigli di sorveglianza delle imprese con sistema dualistico. Nelle altre società la partecipazione di uno o più rappresentanti dei lavoratori ai consigli d’amministrazione non sarà più prevista direttamente dai contratti collettivi, ma dagli statuti societari, se la fattispecie è disciplinata dagli stessi contratti. Per il 2025 viene inoltre elevato da 3mila a 5mila euro lordi il limite di importo complessivo cui si applica l’imposta sostitutiva del 5%, in caso di distribuzione ai dipendenti di una quota degli utili di impresa non inferiore al 10% degli utili complessivi, in esecuzione dei contratti collettivi aziendali o territoriali. Si prevede inoltre per quest’anno che i dividendi corrisposti ai lavoratori e derivanti dalle azioni attribuite in sostituzione di premi di risultato siano esenti dalle imposte sui redditi per il 50% del loro ammontare, esclusa la quota eccedente il limite di 1.500 euro. Le imprese con meno di 35 lavoratori possono favorire forme di partecipazione anche attraverso gli enti bilaterali. “Con l’approvazione definitiva al Senato della ‘legge Sbarra’ sulla partecipazione, si scrive oggi una pagina storica per il mondo del lavoro e per l’Italia”, commenta la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, sottolineando che “dopo 77 anni, l’articolo 46 della Costituzione (che riconosce ai lavoratori il diritto di partecipare alla gestione delle imprese, ndr) trova finalmente attuazione grazie a una mobilitazione durata due anni” e dopo una “lunga marcia” che ha visto la Cisl raccogliere quasi 400mila adesioni in tutte le regioni, nei luoghi di lavoro, nelle piazze, nei territori. Bocciano invece il provvedimento Cgil e Uil, convinte che così la partecipazione verrà svuotata e ridotta ad una concessione. “Con la legge sulla partecipazione si cancella la contrattazione e la si sostituisce con una logica di subordinazione delle relazioni nelle imprese”, attacca la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David. Il ddl “rappresenta un passo indietro rispetto agli obiettivi originari”, aggiunge la segretaria confederale della Uil Vera Buonomo. LEGGI TUTTO

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    Gen Z e Millenial sanno perfettamente come usare l’intelligenza artificiale

    (Teleborsa) – L’uso della intelligenza artificiale è diventata la normalità per la Gen Z (nati tra il 1997 e il 2012) ed i Millennial (nati tra il 1981 e il 1996) italiani, mentre la preoccupazione per i nuovi conflitti supera il timore per la disoccupazione, entrando nella top 3 delle grandi questioni globali da affrontare insieme al caro vita e al cambiamento climatico. Sono questi alcuni dei trend che emergono dalla quattordicesima edizione della Gen Z e Millennial Survey, lo studio globale di Deloitte condotto su oltre 23 mila Gen Z e Millennial di 44 Paesi in tutto il mondo: Il costo della vita rimane la prima preoccupazione sia per la Gen Z italiana (37%) che per i Millennial (39%). Circa 6 giovani su 10 dichiarano di vivere di stipendio in stipendio e temono che non arriveranno mai a percepire una pensione di anzianità (soprattutto per sfiducia verso il sistema di welfare). La protezione dell’ambiente è indicata come seconda grande questione dal 28% dei Gen Z e dal 25% dei Millennial. In terza posizione, invece, emerge il timore per i conflitti in corso.Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie, i nativi digitali si dimostrano molto aperti alle novità tecnologiche legate all’AI e alla GenAI. In Italia, infatti, sia i Gen Z che i Millennial intervistati dichiarano di utilizzare comunemente l’AIper la creazione di contenuti e l’analisi dei dati. Così, il 73% della Gen Z e il 73% dei Millennial italiani afferma che l’intelligenza artificiale ha liberato tempo e ha migliorato il work-life balance. Il 71% della Gen Z e il 76% dei Millennial italiani pensa che la GenAI abbia migliorato la qualità del proprio lavoro. Consapevole degli enormi cambiamenti in corso, il 62% della Gen Z e il 67% dei Millennial sta già considerando opportunità di lavoro meno vulnerabili all’automazione, mentre il 55% dei Millennial e il 61% dei Gen Z pensa che l’AI potrebbe comportare una riduzione dei posti di lavoro.Se l’intelligenza artificiale spaventa sotto alcuni aspetti le generazioni oggetto dello studio, dall’altro i nati tra il 1981 ed il 2012 sembrano aver compreso perfettamente quali sono le potenzialità di questo strumento: i giovani italiani utilizzano la GenAI per la creazione di contenuti (39% Gen Z, 37% Millennial), per l’analisi dei dati (36% Gen Z, 39% Millennial), per il project management (33% Gen Z, 30% Millennial), per lo sviluppo di software (31% Gen Z, 30% Millennial), per il design e la creatività (27% Gen Z, 24% Millennial), per la formazione (26% Gen Z, 28% Millennial) e per il supporto clienti (25% Gen Z, 25% Millennial). Una evidenza molto incoraggiante, contraria al trend dei “colleghi” più anziani che dimostrano di vivere i numerosi AI Agent (come Gemini o Copilot) come dei motori di ricerca più versatili e comprensibili.Dalla ricerca emerge infine che la Gen Z, a livello globale, dà priorità alle opportunità di crescita professionale e di formazione nella scelta di un datore di lavoro, mentre solo il 6% aspira a ricoprire posizioni dirigenziali di alto livello. Rimane importante l’attenzione al work-life balance e alla salute mentale, che sono due delle grandi eredità del periodo pandemico ritenute imprescindibili dai più giovani.Rimane anche un forte interesse per l’ambiente: Il 73% dei Gen Z e il 68% dei Millennial intervistati in Italia, rispetto al 65% della Gen Z e al 63% dei Millennial a livello globale, affermano di essersi sentiti preoccupati per l’impatto ambientale. Per proteggere il pianeta, quindi, Gen Z e Millennial italiani sono disposti ad agire concretamente, anche acquistando un veicolo elettrico, migliorando propria casa per renderla più sostenibile e limitando gli sprechi idrici e alimentari. La sostenibilità è inoltre fondamentale per il 33% dei Gen Z e il 25% dei Millennial nelle proprie scelte di acquisto, mentre il 14% Gen Z e il 10% Millennial ha lasciato il proprio lavoro perché preoccupato dal suo impatto ambientale.”I Gen Z e i millennial di tutto il mondo hanno iniziato il loro percorso professionale all’ombra di una pandemia globale e di una crisi finanziaria – eventi che, chiaramente, hanno plasmato le loro aspettative sul lavoro e le loro priorità nella vita”, spiega Paolo Galletti, People & Purpose Leader di Deloitte Italia. “Attenti alle novità tecnologiche, Gen Z e Millennial stanno anche rivalutando le competenze di cui hanno bisogno per il mondo del lavoro di domani, consapevoli del grande impatto potenziale che l’AI e la GenAI potrebbero avere in futuro”.(Foto: Applicazione di AI e VR per il design) LEGGI TUTTO

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    Meloni: “Spread sotto 100. Titoli italiani più sicuri dei tedeschi”

    (Teleborsa) – “Sapete che non ho mai reputato lo spread un totem ma oggi è sotto i 100 punti. I titoli di Stato italiani vengono considerati più sicuri dei titoli di Stato tedeschi, penso che una riforma importante che ha fatto questo governo sia stata quella della serietà, della fine delle politiche dei bonus utili per il consenso ma dannose per economia e lavoratori”. È quanto ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al premier question time alla Camera, rispondendo a una interrogazione di Maria Elena Boschi per Italia Viva. Al centro del question time il tema energia, Green deal, la situazione nella Striscia di Gaza e il piano di riarmo varato dall’Europa, ma anche Sanità e automotive. Accanto alla presidente del Consiglio, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, e il titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Tra gli altri sono in Aula ai banchi del governo: Alessandro Giuli, Andrea Abodi, Tommaso Foti, Elisabetta Casellati, Gilberto Pichetto Fratin, Roberto Calderoli. Eugenia Roccella, Francesco Lollobrigida e Giuseppe Valditara. Diversi i banchi vuoti di maggioranza ed opposizione. Tra i presenti la segreteria del Pd, Elly Schlein, il leader del M5S Giuseppe Conte e i leader di Avs Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.Energia – “Io continuo a ritenere che tra le varie cause del caro energia ci sia anche qualcosa che non funziona nella formazione del prezzo ed è quello su cui il Governo si sta concentrando ora” ha detto la presidente del Consiglio rispondendo a un’interrogazione di Azione illustrata da Matteo Richetti. Sul nucleare – ha aggiunto Meloni – “confermiamo il nostro impegno per garantire all’Italia una fonte di energia che è sicura, pulita e a basso costo. L’iter del disegno di legge delega va avanti. È stata trasmessa la richiesta per l’acquisizione del parere della Conferenza unificata. Il testo sarà presto esaminato dal Parlamento e chiaramente lì conto trasversalmente sul contributo di tutte le forze politiche che comprendono quanto sarebbe importante sviluppare anche questa fonte d’approvvigionamento”. “In attesa del nucleare, – ha proseguito la premier – la strada da percorrere è quella, come scrivete nell’interrogazione, di favorire meccanismi per fornire a determinati consumatori industriali energia elettrica a prezzi svincolati da quelli della Borsa. Il governo ha già operato in questa direzione, lo abbiamo fatto con la promozione dei Power Purchase Agreement, dei contratti per differenza a due vie, misure che – ha rimarcato – consistono proprio nell’acquisto a lungo termine di capacità rinnovabile a prezzo fisso. Lo abbiamo fatto ad esempio con l’Energy Release in favore delle imprese energivore”. Green deal – “L’azione del governo per rendere più ragionevoli gli obiettivi del green deal ha portato a elaborare delle “proposte su cui stiamo riscontrando un consenso crescente e ci aspettiamo passi in avanti – ha detto Meloni rispondendo a una interrogazione di Paolo Barelli per Forza Italia –. Conoscete la posizione del governo in materia di Green deal, che ho denunciato anche in quest’Aula, di quanto una visione eccessivamente ideologica della transizione verde si sia rivelata drammatica per la competitività europea», ha aggiunto la premier, ricordando che si tratta di “un fatto talmente evidente che già da tempo la stessa Commissione europea ha avviato diversi correttivi alle sue scelte, con un approccio più pragmatico rispetto al passato che l’Italia negli ultimi anni ha contribuito a imporre. Il governo sostiene pienamente gli sforzi della Commissione per una decisa semplificazione del quadro normativo, del Green Deal, che sta prendendo forma nei pacchetti Omnibus che hanno interessato, interesseranno proprio il regolamento Cibam, la politica agricola comune, le normative sulla due diligence e altre”.Automotive – Sull’automotive «abbiamo tenuto l’anticipo alla seconda parte del 2025 della revisione dell’intero regolamento sui veicoli leggeri. In quella sede, sulla scorta del non-paper promosso da Italia e Repubblica Ceca, sostenuto da altri 15 governi, punteremo a riaffermare il principio di neutralità tecnologica, aprendo così a tutti i carburanti alternativi che possono contribuire alla decarbonizzazione del settore. Continuiamo a ritenere sbagliato, sul piano industriale ma anche sul piano geopolitico, per seguire unicamente la transizione verso l’elettrico, le cui filiere oggi sono in gran parte controllate dalla Cina – ha detto Meloni rispondendo a una interrogazione di Fi – Siamo sempre meno soli in queste battaglie” ha aggiunto, ricordando che “nel marzo scorso siamo riusciti a inserire per la prima volta il principio della neutralità tecnologica. nelle conclusioni del Consiglio europeo”. “Abbiamo dialogato con serietà con Stellantis: l’azienda si è impegnata a mantenere in attività i suoi siti produttivi, a tutelare l’occupazione, a effettuare investimenti annui pari a 2 miliardi circa e ad acquisti per 6 miliardi di euro da fornitori italiani fino al 2030. Chiaramente bisognerà tutti insieme valutare sul rispetto di questi impegni, senza pregiudizi, senza favoritismi, che è l’approccio che questo governo ha con Stellantis come con tutte le altre aziende che operano in Italia” ha detto la presidente del Consiglio rispondendo all’interrogazione di Azione, illustrata da Richetti. “Con l’avvio del mandato del cancelliere Merz, – ha aggiunto Meloni – abbiamo già iniziato a confrontarci su come Italia e Germania, le due principali potenze manifatturiere d’Europa, possano insieme dare un contributo concreto al rilancio della nostra base industriale, in primis del settore dell’auto. È un dialogo già avviato, rispetto al quale sono molto fiduciosa. È chiaro a tutti ormai che in una fase di instabilità dei mercati internazionali è a maggior ragione fondamentale rimuovere i dazi interni che minano la competitività europea e che è arrivato il tempo di invertire la rotta in modo deciso. È certamente chiaro a noi perché è quello che chiedono le imprese, i nostri lavoratori e perché è quello che i cittadini europei hanno ribadito con il loro voto ormai quasi un anno fa”.Sanità – “Si è detto, tra l’altro, che il governo gioca a scaricare la responsabilità. Tutt’altro: quello che il governo cerca di fare, pur non avendo una competenza in materia di organizzazione della sanità, è cercare di fare la sua parte per dare una mano. Perché qui serve chiaramente il massimo dell’impegno da parte di tutti, da parte dello Stato, da parte delle Regioni, guardando al grande vero obiettivo che è garantire ai cittadini una sanità efficiente e veloce. Si può fare, come racconta la storia di molte Regioni. E quello che vogliamo fare noi è dare una mano, ma anche richiamare alle responsabilità, quando è necessario farlo, perché sia la storia di tutte le Regioni senza distinzione” ha detto Meloni rispondendo all’interrogazione di Noi moderati illustrata da Francesco Saverio Romano in materia di liste d’attesa. Sul tema sanità la premier si è scontrata con la leader del Pd. “La sanità pubblica è al collasso, le liste d’attesa sono infinte, la migrazione sanitaria da sud a nord è aumentata, avete portato la spesa sanitaria ai minimi storici – ha attaccato Schlein mostrando dei grafici all’indirizzo di Meloni –. La spesa sanitaria si calcola sul pil, la domanda è perché state smantellando la sanità pubblica”. La premier ha replicato che “il fondo sanitario nazionale è al livello più alto di sempre, quando ci siamo insediati nel 2022 – ha detto – quel fondo era di 126 miliardi, 10 miliardi meno di adesso. E il Pd quando è stato al governo non si è mai sognato di fare aumenti come quello che abbiamo fatto noi in questi due anni. Mi risulta che, per esempio, siamo stati noi a fermare il fenomeno odioso dei medici a gettone, che è sì una privatizzazione della sanità”. Dura la replica di Schlein: “Quando era al governo l’avete messo voi un tetto alle assunzioni negli ospedali. La gente non si riesce a curare, si vergogni!. Volete una sanità a misura del portafogli delle persone e questa è una vera e propria tassa Meloni, curarsi è diventato un lusso”.Crisi di Gaza – “Non abbiamo condiviso diverse scelte e non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori, consapevoli come siamo che non è stato Israele a iniziare le ostilità e che c’era un disegno alla base dei disumani attacchi di Hamas e la crudeltà rivolta agli ostaggi – ha detto Meloni, al premier question time alla Camera, rispondendo al deputato Bonelli –. In questi mesi a più riprese ho sentito il primo ministro Netanyahu, sono state conversazioni spesso difficili in cui ho sempre richiamato l’urgenza di trovare una strada per terminare le ostilità e rispettare il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario. Una richiesta che rinnovo anche oggi, a fronte di una situazione umanitaria a Gaza che non ho difficoltà a definire sempre più drammatica e ingiustificabile. Sono convinta sulla base delle numerose conversazioni che ho avuto in questi mesi con i leader della Regione, che si possa lavorare a un quadro politico e di sicurezza regionale capace di porre fine al conflitto, aprire la strada a un processo che conduca alla soluzione dei due Stati, e resto convinta che per farlo occorra partire dal piano di ricostruzione proposto dai paresi arabi. È verso questo obiettivo che il governo continua a impegnarsi, lavorando con i leader della Regione, con i nostri partner europei, con gli Stati Uniti. Lo faremo mantenendo con tutti un dialogo aperto, franco, se necessario anche critico. Ed è esattamente per questo che non è nell’intenzione del governo italiano richiamare l’ambasciatore italiano in Israele”. LEGGI TUTTO

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    Luiss School of Government: al via il Master in Politica, Economia e Società per lo Sviluppo del Mezzogiorno

    (Teleborsa) – Giovedì 15 maggio, alle ore 11 presso la sede Luiss di Viale Pola 12 Roma, Sala Colonne, Giuseppe De Rita, presidente del Censis terrà una lectio magistralis per inaugurare la prima edizione del Master in Politica, Economia e Società per lo Sviluppo del Mezzogiorno promosso dalla School of Government della Luiss Guido Carli. “Dal 2019 il Sud Italia è in convergenza. Nell’ultimo periodo il dato si è addirittura rafforzato. Nel 2023, in particolare, – spiega la Luiss in una nota – il Pil è aumentato dell’1,5% nel Mezzogiorno, dello 0,7% nel Nord-ovest, dello 0,4% nel Nord-est e dello 0,3% nel Centro (Fonte ISTAT). Nel 2024 la crescita del Pil al Sud è stata superiore del +0,7% rispetto al resto d’Italia (Fonte Svimez). Indulgere in facili trionfalismi è un rischio da evitare, anche alla luce delle previsioni sugli anni a venire. Non porsi il problema di come consolidare questo trend sul lungo periodo, considerandolo solo un rimbalzo tecnico, è un peccato mortale. Uno dei limiti consolidati delle politiche meridionalistiche è stato quello di aver privilegiato prospettive centralistiche, concedendo insufficiente importanza alla dimensione sociale della questione. La scarsa attenzione alla inadeguatezza della classe dirigente del Mezzogiorno rappresenta forse l’aspetto più rilevante di questa mancanza. È per tale ragione che la School of Government della Luiss-Guido Carli ha deciso di varare questo Master proprio nell’attuale momento storico”.Il Master prenderà il via nell’autunno 2025. Ad esso saranno ammessi tutti gli studenti in possesso di lauree magistrali o di titoli equipollenti. L’iniziativa riprende e rilancia la vocazione originale dell’università, fondata nel 1974 col fine precipuo di formare la classe dirigente del centro-sud. Intende farlo attraverso la selezione di eccellenze, formate per rispondere ai problemi particolari di una specifica area geografica del Paese. E ciò sarà possibile anche grazie alle borse di studio messe a disposizione da alcune tra le più importanti realtà associative e imprenditoriali del Sud: Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno – SVIMEZ; Fondazione Banco di Napoli; Fondazione Carical; Fondazione Con il Sud; Gruppo La Doria; Alis; MedOr Italian Foundation. Gli insegnamenti copriranno le seguenti aree tematiche: culturale, sociale, economica, geopolitica e istituzionale. La direzione del master sarà affidata ai professori Gaetano Quagliariello, direttore della Luiss School of Government e Carlo Borgomeo. Sono stati chiamati a far parte della faculty accademici e tecnici delle diverse materie, in modo da combinare sapere teorico e conoscenze pratiche. Tra questi: Luca Bianchi, direttore generale SVIMEZ; Francesca Bitondo, direttrice Rapporti Istituzionali Microsoft Italia; Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione delle aree colpite dal sisma 2016-2017; Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza; Stefano Scarpetta, director directorate for Employment, Labour and Social Affairs dell’OCSE.Sono previsti – conclude la nota – anche specifici laboratori che si svolgeranno in realtà particolarmente significative per quel che concerne l’innovazione e la sperimentazione. Le iscrizioni sono aperte sul sito SoG. LEGGI TUTTO