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    Terna: oltre 100 milioni di euro di investimenti per la rete elettrica della Brianza

    (Teleborsa) – Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha avviato il procedimento autorizzativo del progetto di razionalizzazione della rete elettrica in alta tensione nell’area Ovest della Brianza. Per questo intervento, Terna investirà complessivamente oltre 100 milioni di euro. Il riassetto, che interesserà i Comuni di Seveso, Barlassina, Cesano Maderno, Cogliate e Ceriano Laghetto in provincia di Monza Brianza, consentirà – spiega Terna in una nota – di aumentare l’efficienza del servizio di trasmissione elettrica dell’area e, grazie alla migliore magliatura della rete locale, di garantire una maggiore continuità e sicurezza di esercizio.L’azienda guidata da Stefano Donnarumma realizzerà circa 13 km di nuove linee in cavo interrato, a fronte della demolizione di 7,3 km di elettrodotti aerei ora localizzati prevalentemente in zone densamente urbanizzate dei comuni di Seveso e Cesano Maderno. Il piano delle nuove opere consentirà di rimuovere 18 sostegni e liberare circa 30 ettari di territorio. Inoltre, Terna realizzerà 2 nuove stazioni elettriche nei Comuni di Barlassina e Cesano Maderno: in particolare, questi impianti saranno integrati nel paesaggio, a tutela del territorio circostante, grazie a interventi di mitigazione ambientale con opere a verde.Per l’individuazione dei tracciati dei nuovi collegamenti e la localizzazione delle stazioni elettriche, Terna – si legge nella nota – ha intrapreso con il territorio “un proficuo percorso di condivisione e progettazione partecipata che, attraverso il confronto con tutti i soggetti interessati, ha consentito di definire un progetto largamente condiviso con le comunità locali”. LEGGI TUTTO

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    Italia, divario tra dinamica prezzi e retribuzioni al massimo dal 2001

    (Teleborsa) – Il divario tra la dinamica dei prezzi – misurata dall’indice dei prezzi al consumo – e quella delle retribuzioni contrattuali è salito a 7,6 punti percentuali in Italia, raggiungendo il valore più elevato dal 2001, primo anno di diffusione dell’indicatore dei prezzi armonizzato a livello europeo (in passato il valore massimo era stato raggiunto nel 2012 ed era pari a 1,8 punti percentuali). Lo comunica l’Istat della pubblicazione riguardante i contratti collettivi e le retribuzioni contrattuali.Alla fine di dicembre 2022, i 47 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 50,4% dei dipendenti – circa 6,2 milioni – e corrispondono al 51,2% del monte retributivo complessivo. Nel corso del quarto trimestre 2022 sono stati recepiti 3 contratti nel settore privato (lapidei, gas e acqua aziende private e municipalizzate e assicurazioni), mentre per il settore pubblico si segnala il recepimento dei contratti per il comparto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (triennio 2016-2018), Regioni e autononie locali, Servizio Sanitario Nazionale e comparto Scuola, Istruzione e Ricerca (tutti e tre relativi al triennio 2019-2021). Nello stesso periodo nessun contratto è scaduto.I contratti in attesa di rinnovo a fine dicembre 2022 scendono a 26 e coinvolgono circa 6,1 milioni di dipendenti, il 49,6%. Il tempo medio di attesa di rinnovo, per i lavoratori con contratto scaduto, è sceso dai 28,2 mesi di gennaio 2022 ai 24,8 mesi di dicembre 2022.Nella media del 2022, l’indice delle retribuzioni orarie è cresciuto dell’1,1% rispetto all’anno precedente. L’indice mensile delle retribuzioni contrattuali a dicembre 2022 registra un aumento dello 0,1% rispetto a novembre e dell’1,5% rispetto a dicembre 2021; in particolare, l’aumento tendenziale ha raggiunto l’1,5% per i dipendenti dell’industria, lo 0,6% per quelli dei servizi privati e il 2,8% per la pubblica amministrazione.Nel dettaglio, gli aumenti tendenziali più elevati riguardano l’attività dei vigili del fuoco (+11,7%), dei ministeri (+9,3%) e del Servizio Sanitario Nazionale (+6,1%); nessun incremento per commercio, farmacie private e pubblici esercizi e alberghi. LEGGI TUTTO

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    Giappone, vendite dettaglio dicembre +3,8% a/a

    (Teleborsa) – Crescono più delle attese le vendite al dettaglio in Giappone. Secondo quanto reso noto dal Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria (METI), le vendite a dicembre 2022 sono salite del 3,8% su base annuale dopo il +2,5% di novembre. Le stime degli analisti erano per una crescita del 3%.Su base mensile e adjusted le vendite sono aumentate dell’1,1% dopo il +1,3% registrato il mese precedente.Quanto alle vendite all’ingrosso, riportano un +3,1% su anno ed un -1,7% su mese. Le vendite totali hanno evidenziato così un incremento del 3,3% tendenziale e sono scese dell’1,9% su mese. LEGGI TUTTO

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    Giappone, tasso disoccupazione dicembre stabile al 2,5%

    (Teleborsa) – Risulta stabile la disoccupazione in Giappone. Il Ministero degli Affari interni delle poste e telecomunicazioni nipponico segnala che nel mese di dicembre il tasso dei senza lavoro è stato fermo al 2,5%, centrando le stime degli analisti.Il numero di disoccupati è pari a 1,58 milioni, in diminuzione di 150 mila unità. Gli occupati sono pari a 67,16 milioni, in aumento di 100 mila unità rispetto all’anno precedente.(Foto: Photo by Alexander Smagin on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Commercialisti, Michelino: “Andoc ente formatore nel triennio 2023-2025”

    (Teleborsa) – “Andoc (Associazione Nazionale Dottori Commercialisti) diventa ente formatore per il triennio 2023-2025. Una novità di grande rilievo per il sindacato e più in generale per tutti i professionisti; con il Consiglio direttivo siamo al lavoro per un programma formativo ricco di impegni e attività a favore della categoria. Ci muoveremo seguendo i tre dei principi fondanti dell’Andoc, vale a dire etica, meritocrazia e cultura, e lavorando insieme alle Accademie sull’intero territorio nazionale”. È quanto annuncia Mario Michelino, presidente Andoc. Il primo appuntamento del 2023 è il convegno “Bonus edilizi, bonus Sud e Industria 4.0 per il 2023: novità per professionisti ed imprese”, organizzato da Andoc Accademia di Paola e in programma mercoledì 1 febbraio a Praia a Mare, presso l’Hotel Garden (Via Roma, 8). “L’idea di organizzare un convegno su questo tema nasce dall’esigenza di affrontare in concreto le problematiche di questa materia così articolata e complessa, al fine di offrire ai partecipanti le linee guida essenziali per districarsi in maniera più agevole tra mille rivoli – spiega il presidente di Andoc Paola, Sergio De Lorenzo –. L’approfondimento è rivolto, in particolare, ai professionisti impegnati nella predisposizione delle pratiche agevolative per conto di privati e aziende: affronteremo in modo dinamico le problematiche inerenti ai bonus edilizi, visti anche alla luce dei rapporti interdisciplinari tra le varie categorie di professionisti interessati. E poi le novità in tema di investimenti nel Mezzogiorno e nelle Zes, gli investimenti e la formazione 4.0, gli obblighi (e le opportunità) derivanti dalla copertura assicurativa. Le conclusioni serviranno per guardare ai bonus e alle agevolazioni in chiave di nuove opportunità lavorative per i professionisti”. Con Michelino e De Lorenzo, interverranno Fernando Caldiero, presidente Odcec Paola; e i professionisti Francesca Casella, Fernando Marsiglia, Ciriaco Riente, Rossana Chirillo, Fabrizio Salusest, Ernesto Giuffrida e Amedeo Sacrestano. LEGGI TUTTO

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    Appalti, Confindustria: “Rinviare codice di 12 mesi: rischio shock regolatorio”

    (Teleborsa) – “Sarebbe quanto mai opportuna la possibilità di spostare in avanti l’entrata in vigore del codice degli appalti prevista per il 31 marzo 2023. Occorre evitare uno shock regolatorio, un’eccessiva discontinuità rispetto al Pnrr, nel momento peraltro di sua massima attuazione, che rischierebbe di rallentare, se non bloccare l’esecuzione delle opere. Una vacatio legis di 12 mesi, negoziata con le istituzioni europee, consentirebbe a tutti gli operatori di acquisire dimestichezza e conoscenza delle novità e rappresenterebbe una misura di buonsenso nell’ottica della sollecita attuazione del Pnrr”. Questa la posizione espressa dal direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti, nel corso di un’audizione nella commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera. “È necessario – ha proseguito Mariotti – che le stazioni appaltanti e gli operatori economici possano disporre di un sistema di norme completo e di immediata attuazione. È auspicabile che si preveda un periodo congruo di stabilità del quadro normativo degli appalti. Disegnare e soprattutto attuare un vero modello di governance del codice degli appalti, che sia in grado di effettuare una costante ricognizione sullo stato di attuazione delle norme e sulle eventuali difficoltà che potranno riscontrare le stazioni appaltanti nella fase di applicazione, è essenziale anche per proporre soluzioni correttive e di miglioramento. Una legislazione ad hoc per gli appalti di servizi, da integrare nel codice, appare disattesa, ma rimane un’istanza altamente auspicabile e necessaria”. La strategia di policy contenuta nello schema di codice dei contratti pubblici – ha spiegato la dg di Confindustria – “deve essere basata su azioni efficaci, tempi certi di attuazione e interventi incisivi per dare impulso agli investimenti, compresi quelli del Pnrr. L’attuale riforma deve creare le condizioni per una maggiore capacità di spesa delle risorse pubbliche, ma anche una capacità di investimento tale da traguardare la transizione tecnologica, digitale e sostenibile del Paese”. Per l’associazione degli imprenditori è “opportuno evidenziare che gli appalti di servizi e forniture assumono, in questo contesto, un rilievo estremamente significativo nell’economia nazionale sia in ragione del loro valore economico che in considerazione del rilievo strategico per il funzionamento dell’amministrazione pubblica e della sua attività di prestazione anche a favore delle imprese. Riteniamo necessario – ha aggiunto Mariotti – intervenire perché i contratti pubblici riferiti ai servizi e alle forniture abbiano una propria specificità e un proprio riferimento nell’ordinamento e nei criteri di semplificazione”. Per il direttore generale di Confindustria il testo del codice degli appalti “appare strutturato in modo chiaro e leggibile. “È evidente che l’obiettivo – ha detto Mariotti – sia stato di adeguare la disciplina dei contratti pubblici a quella del diritto europeo, ai principi espressi nel corso degli anni dalla giurisprudenza e soprattutto di ridare l’organicità e la sistematicità perdute a seguito delle continue modifiche introdotte – ha aggiunto – è positivo che il nuovo codice contenga molte norme autoesecutive, senza rinvii ad altri testi di legge. Al contempo, sarebbe limitativo valutare l’efficacia del codice solo sulla base della capacità dello stesso di accelerare le procedure per sbloccare gli investimenti pubblici: per rilanciare l’economia del nostro sistema-Paese l’attenzione non può essere focalizzata esclusivamente sul quanto compro, ma anche e soprattutto sul cosa compro”. Il nuovo codice, ha sottolineato Mariotti, “dovrebbe mettere a punto un quadro di riferimento grazie al quale tutti gli attori economici siano messi nelle condizioni di sostenere la imprescindibile transizione digitale, tecnologica e sostenibile: sono questi i pilastri da cui dovrà necessariamente partire qualsiasi ragionamento e che dovranno guidare ed ispirare i principi e la disciplina del nuovo codice dei contratti. La transizione tecnologica e sostenibile impone acquisti e investimenti oculati e lungimiranti e tarati sui fabbisogni di innovazione della P.A.”.Da Confindustria arriva l’appello a ridurre la ridurre la soglia dei 140mila euro. “L’innalzamento stabile delle soglie per l’affidamento diretto a 140mila euro per servizi e forniture è una modifica su cui esprimiamo un giudizio negativo, in quanto tali soglie vanno, in sostanza, a danneggiare soprattutto le piccole e medie imprese che possono partecipare più agevolmente proprio alle gare piccole – ha detto il direttore generale di Confindustria –. Il principio dell’efficienza e del risultato lo si persegue riducendo il contenzioso, facilitando l’avvicendamento degli affidatari nelle varie fasi, approntando percorsi di validità di procedure con un solo concorrente, non abolendo in partenza la concorrenza – ha aggiunto – per i servizi e le forniture, ivi compresi i servizi di ingegneria ed architettura, si ritiene opportuno ridurre la soglia dei 140mila euro portandola a 80mila euro, a maggiore tutela della trasparenza degli affidamenti”. “Merita uno specifico approfondimento l’articolo 108 che introduce alcune modifiche rilevanti che possono aprire, nell’ottica del risparmio della spesa pubblica, come previsto nei principi cardini di questo nuovo codice (appalti, ndr), una continua corsa al ribasso come elemento strutturale degli acquisti: il venire meno del tetto massimo per l’attribuzione del punteggio economico entro il limite fissato del 30% rischia di aprire ad aggiudicazioni basate esclusivamente sulla componente del prezzo perché il dinamismo e la discrezionalità che la relazione tecnica all’articolo evidenzia, risulta applicabile in linea astratta, ma nel concreto si andrà verso una notevole riduzione dell’elemento qualitativo”. Lo ha sottolineato il direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti, nel corso di un’audizione nella commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera. “Ravvisiamo che sia più opportuno mantenere un bilanciamento fisso tra qualità/prezzo, passando dal 70%-30% all’80%-20% a garanzia della valorizzazione degli elementi qualitativi dell’offerta”. La nuova riforma del codice degli appalti, anche in ottica di Pnrr, “non dovrebbe perdere l’occasione di rivedere le disposizioni sulla cessione dei crediti vantati verso la pubblica amministrazione con una logica di semplificazione per facilitare l’accesso al credito per le imprese” ha concluso il direttore generale di Confindustria. “Il nuovo Codice dei contratti pubblici codifica fondamentali principi per la partecipazione delle imprese alle gare e conferma le semplificazioni in materia di pianificazione e realizzazione delle infrastrutture. Apprezzabili, in particolare, – ha detto in audizione il vicepresidente vicario di Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, – il principio del risultato, quello sulla conservazione dell’equilibrio contrattuale ed i principi per la suddivisione dell’appalto in lotti, come pure la conferma delle disposizioni per la celere individuazione delle opere strategiche e quelle sulla possibilità di ricorrere all’appalto integrato”. Nel corso dell’audizione Confcommercio ha però evidenziato alla Commissione l’esigenza di apportare alcuni correttivi per una piena partecipazione delle piccole e medie imprese e dei professionisti alle gare, tra cui: limitare il potere discrezionale della pubblica amministrazione nel definire i casi eccezionali che derogano al divieto di prestazioni d’opera intellettuali a titolo gratuito; vincolare il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, nelle gare per la ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica, con quello del prezzo o costo fisso ed escludere dai documenti di gara le opere ed i servizi non direttamente connessi alla produzione e somministrazione dei pasti; superare la possibilità, nei servizi sostitutivi di mensa, che le aziende emettitrici possano sottoporre gli esercenti a prestazioni ulteriori a quelle oggetto della gara; inserire espressamente tra le cause di adeguamento per la revisione prezzi anche l’aumento del costo del lavoro derivante dai rinnovi dei ccnl. 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    Patto di Stabilità, Gentiloni: lavoriamo a una visione condivisa

    (Teleborsa) – Sulla revisione del Patto di Stabilità e di Crescita “lavoriamo a una visione condivisa, non ci siamo ancora ma dopo questo incontro sono fiducioso che possiamo avere il contributo chiave della Germania per andare avanti”. Così il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni nel corso di una conferenza stampa congiunta con il ministro delle finanze della Germania, Christian Lindner, a Berlino. “Non direi che c’è divergenza tra Commissione Ue e governo tedesco”, ha spiegato Gentiloni sottolineando come si parta “dalla visione condivisa che dobbiamo abbassare i rapporti debito-Pil e, al tempo stesso, fronteggiare massicci fabbisogni per gli investimenti”. La regola attuale che imporrebbe la riduzione di 1 ventesimo l’anno della parte di debito-Pil eccedente il 60% “non è più attuale”, ha affermato Gentiloni. Su questa base “le due questioni principali è come teniamo conto della necessità di differenziare le politiche dei paesi, da un lato”, “e dall’altro la necessità di avere regole comuni e regole à la carte: come raggiungiamo un equilibrio”. Un’idea della proposta su cui sta lavorando Bruxelles l’aveva data lo stesso Gentiloni parlando al World Economic Forum. “La prima sfida è come riuscire a evitare che le misure espansive per affrontare la crisi restino universali e senza limiti di tempo”, ha spiegato. “Queste misure devono essere più mirate e limitate, se questo non accadesse il peso sui bilanci aumenterebbe e il trend di riduzione del debito nel 2022, dopo il periodo del Covid, potrebbe essere sotto pressione. Questa è una sfida politica”. Un’altra sfida, secondo il Commissario europeo sarebbe poi quella di “mantenere un buon livello di investimenti pubblici nelle aree strategiche. È incoraggiante che guardando ai bilanci nazionali per il 2023 gli investimenti pubblici non stanno diminuendo ma aumentando”. Gentiloni in quella occasione si era detto ottmista proprio “perché c’è consapevolezza nell’Ue circa il mantenimento di investimenti elevati per i futuri obiettivi strategici”.Due settimane fa, il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, aveva comunque assicurato al termine dell’Ecofin che la revisione del Patto di Stabilità Ue avverrà “entro il semestre”. “La commissione intende presentare le proposte legislative tra qualche mese in primavera – aveva precisato –, sarà quindi importante raggiungere un consenso il più ampio possibile al consiglio europeo di marzo”. LEGGI TUTTO

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    Incontro Meloni-Michel: no ad indebolimento mercato unico, sì a fondo sovrano europeo

    (Teleborsa) – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Si tratta del secondo faccia a faccia tra i due leader dopo la cena di lavoro dello scorso 3 novembre, in occasione della visita a Bruxelles della presidente del Consiglio, allora da poco insediata, per incontrare i vertici delle istituzioni europee. Un appuntamento programmato anche in vista del Consiglio europeo straordinario del 9-10 febbraio: sul tavolo il dossier sulla risposta dell’Ue al piano anti-inflazione varato dagli Stati Uniti e quello sull’immigrazione.”L’Europa deve proteggere le sue imprese e deve farlo con coraggio. Secondo la posizione italiana significa soprattutto flessibilità sui fondi esistenti, ha dichiarato Meloni nelle dichiarazioni alla stampa dopo l’incontro. “Serve cautela sul rilassamento delle regole sugli aiuti di Stato, l’obiettivo è sostenere le imprese senza rischiare di indebolire il mercato unico. Serve il coraggio – ha aggiunto – di realizzare strumenti come un fondo sovrano europeo”.Quanto all’immigrazione, la presidente del Consiglio ha sottolineato che si tratta di un tema legato a quello della sicurezza. “A nessuno conviene dividersi su un tema come le migrazioni, significherebbe fare un regalo ai trafficanti di esseri umani”, ha affermato. “Sulle migrazioni bisogna avanzare con urgenza verso soluzioni europee a un problema che è europeo, come l’Italia sostiene da anni. Si sta affermando la consapevolezza che l’Ue può e deve intervenire partendo dalla difesa dei confini esterni. E c’è la consapevolezza che l’Italia non può governare da sola la materia”, ha aggiunto Meloni. La presidente del Consiglio ha poi evidenziato la necessità al Consiglio europeo “di riaffermare la costante e forte coesione europea nel sostegno a Kiev”. “Dopo 100 giorni di responsabilità di questo governo – ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo Michel – volevo fare i migliori auguri al presidente del Consiglio e ringraziare anche per la cooperazione molto franca, diretta e sincera a livello europeo avuta negli ultimi mesi, basata sugli interessi italiani ma anche con la volontà di tutelare l’Unione europea. Quando l’Ue sta bene, sta bene anche l’Italia”. Nel contesto della crisi energetica legata alla guerra, la crisi della sicurezza alimentare e a fronte del “piano massiccio di aiuti statali che gli Usa stanno realizzando” sull’inflazione “io dico che le scelte che prenderemo al prossimo consiglio europeo saranno decisive per i prossimi 10 anni”, ha sottolineato Michel. “L’Unione europea ha una carta vincente, è un tesoro costruito con pazienza: il mercato interno” – ha aggiunto – ovvero una “forza economica comune condivisa” e “dobbiamo difendere questo mercato interno”. LEGGI TUTTO