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    Benzina, Antitrust: esposizione prezzi medi non è necessaria

    (Teleborsa) – L’Autorità Antitrust apprezza “lo spirito e gli obiettivi” del decreto legge sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti, ma segnala alcune “controindicazioni”, in particolare quella riferita all’obbligo di esposizione da parte dei benzinai del prezzo medio regionale. Questo elemento “risulta molto poco rappresentativo dell’effettivo contesto competitivo in cui un impianto di distribuzione di carburanti opera” e “potrebbe perfino indurre in confusione alcuni consumatori”. Lo ha affermato il Presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, nel corso dell’audizione in Commissione attività produttiva della Camera sul decreto Trasparenza.Il Presidente dell’Antitrust ha spiegato che “la conoscibilità da parte dei consumatori dei prezzi praticati dal distributore è un obiettivo auspicabile” e che “informazioni puntuali, chiare, certe e tempestive sul prezzo applicato dal distributore rendono il consumatore soggetto attivo in grado di valutare correttamente le offerte”.Tuttavia, l’Autorità ha spiegato che “l’introduzione dell’obbligo dell’indicazione, accanto al prezzo di vendita praticato, del prezzo medio regionale calcolato dal Ministero, presenta anche possibili controindicazioni”. In particolare, ha detto Rustichelli “la media aritmetica del prezzo regionale risulta molto poco rappresentativa dell’effettivo contesto competitivo in cui un impianto di distribuzione di carburanti opera” e questo perché un impianto di distribuzione di carburanti “risulta effettivamente in concorrenza soltanto con gli impianti situati a pochi chilometri di distanza che possono costituire una concreta alternativa per il consumatore”. Quindi “la dimensione regionale risulta di gran lunga eccedente l’insieme dei distributori di carburanti che effettivamente potrebbero risultare alternativi per i consumatori”.Rustichelli ha poi sottolineato che “la doppia cartellonistica prevista, al di là dei possibili oneri aggiuntivi per gli esercenti, potrebbe perfino indurre in confusione alcuni consumatori” e che “la diffusione presso gli esercenti di un prezzo medio regionale – a prescindere dalla rappresentatività di tale dato – rischia di ridurre la variabilità di prezzo, in quanto potrebbe essere utilizzata dalle imprese per convergere automaticamente su un “prezzo focale””. LEGGI TUTTO

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    Istat-Bankitalia: “Nel 2021 ricchezza netta delle famiglie italiane pari 176mila euro pro capite”

    (Teleborsa) – In lieve riduzione la ricchezza netta delle famiglie in rapporto al reddito lordo disponibile, crescono le passività delle società e si arresta il calo della ricchezza netta delle amministrazioni pubbliche. È quanto emerge dalle stime sulla ricchezza elaborate dall’Istat e dalla Banca d’Italia con l’obiettivo di presentare il quadro completo dello stock della ricchezza, netta e lorda, dei settori istituzionali dell’economia: le famiglie, nella loro duplice funzione di consumatori e di produttori di beni e servizi, le società non finanziarie, le società finanziarie e le amministrazioni pubbliche.Alla fine del 2021 la ricchezza netta delle famiglie italiane è stata pari a 10.422 miliardi di euro, ossia 176 mila euro pro capite. Rispetto all’anno precedente è cresciuta del 3% in termini nominali ma si è leggermente ridotta in rapporto al reddito lordo disponibile (da 8,71 a 8,66). Nonostante il lieve aumento del valore delle abitazioni, dopo la prolungata fase di calo dal 2012, il peso di tale componente sulla ricchezza lorda è diminuito nel 2021 più di un punto percentuale, dal 46,6 al 45,4%. Misurata in rapporto alla popolazione, la ricchezza netta pro capite delle famiglie italiane alla fine del 2021 era inferiore a quella di tutti gli altri paesi, a eccezione della Spagna (dove l’ultimo dato disponibile si riferisce al 2020). Dal 2018, la crescita della ricchezza pro capite è stata modesta per le famiglie di Francia, Regno Unito, Germania e Italia, mentre è stata più sostenuta per le famiglie canadesi e soprattutto statunitensi, grazie a una dinamica favorevole dei prezzi delle attività finanziarie. Negli ultimi anni, e soprattutto nel 2021, il tasso di crescita per l’Italia è risultato inferiore rispetto a quello degli altri paesi.Ha continuato a crescere il valore delle attività finanziarie (+6,6%), trascinato dai guadagni in conto capitale sulle azioni e sulle quote di fondi comuni. Anche l’aumento dei depositi è stato rilevante, seppure inferiore a quello osservato nel 2020. Le passività finanziarie sono cresciute del 3,7%, soprattutto per effetto della componente dei prestiti. Rispetto ad alcune economie avanzate, nel 2021 la ricchezza netta delle famiglie italiane è cresciuta a un tasso inferiore, risultando tra le più basse in termini pro capite.La ricchezza netta delle società non finanziarie alla fine del 2021 è stata pari a 880 miliardi di euro. Tra le attività reali, che rappresentano il 60% circa della ricchezza lorda, ha ripreso a crescere il valore dello stock di impianti e macchinari insieme alle altre opere, controbilanciando la riduzione di quello degli immobili. Dal lato finanziario, sono aumentate in modo particolare le detenzioni di depositi, seguite da quelle di altri conti attivi, azioni e altre partecipazioni e derivati, portando la quota delle attività finanziarie sul totale della ricchezza lorda a un livello massimo dal 2005. Le passività sono cresciute più delle attività, principalmente per effetto dell’aumento del valore delle azioni e altre partecipazioni. Il livello di indebitamento delle imprese italiane si mantiene basso nel confronto internazionale, seppure in aumento nel 2021 in controtendenza rispetto agli altri principali paesi.La ricchezza netta delle società finanziarie nel 2021 è stata pari a 686 miliardi di euro. La ricchezza lorda è cresciuta del 5,4%, soprattutto grazie alla componente dei depositi, che ha raggiunto il peso più elevato dal 2005 (22% del totale). Vi è stata, invece, una diminuzione dell’incidenza dei prestiti attivi, dal 28 al 27%.Alla fine del 2021 la ricchezza netta delle amministrazioni pubbliche è risultata negativa per 1.467 miliardi di euro (oltre l’82% in rapporto al PIL). Il totale delle attività, sia finanziarie sia reali, è cresciuto del 3,6% rispetto all’anno precedente, trainato, dal lato non finanziario, dall’aumento delle opere del genio civile (+24 miliardi), il cui valore rappresenta più di un terzo della ricchezza lorda. Nel confronto internazionale, il miglioramento della ricchezza netta in rapporto al Pil tra il 2020 e il 2021 è stato sostanzialmente in linea con quello osservato negli altri paesi. LEGGI TUTTO

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    Open Fiber, attiva la fibra ottica nei comuni della della provincia di Biella

    (Teleborsa) – L’infrastruttura ultrabroadband di Open Fiber è attiva in 66 dei 70 comuni della provincia di Biella già raggiunti dalla rete ultraveloce. Sono state connesse, ad oggi, in questi comuni oltre 53.400 unità immobiliari in modalità Fiber To The Home (FTTH) e sono stati stesi circa 690 Km di rete. Sono inoltre connesse e vendibili – fa sapere Open Fiber in una nota – ulteriori 20mila unità abitative raggiunte in modalità FWA (Fixed Wireless Access). Questo significa che cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni possono accedere ai più innovativi servizi digitali di oggi e a quelli che lo sviluppo tecnologico renderà disponibili in futuro. In particolare, nel 2022 sono stati cablati 15 comuni della provincia (Donato, Valle Mosso, Salussola; Viverone, Cavaglià, Lessona, Sala Biellese, Strona, Cerreto Castello, Dorzano, Ponderano; Brusnengo, Netro, Cossato) e raggiunte circa 12.800 case e uffici. Open Fiber si è infatti aggiudicata le tre gare indette da Infratel Italia (società del ministero delle Imprese e del Made in Italy ex MISE) per realizzare e gestire la rete in concessione per 20 anni dopo la chiusura del progetto BUL (Banda Ultra Larga) su tutto il territorio nazionale.”La rete ultraveloce di Open Fiber permette di utilizzare i servizi digitali disponibili sulla rete internet in modalità sicura, con un’alta velocità e una bassa latenza – afferma il field manager Dario Vultaggio, responsabile dei lavori nella provincia di Biella –. Questa tecnologia FTTH è diventata indispensabile nella vita quotidiana delle singole persone e aiuta a migliorare e potenziare il business delle imprese, perché consente di mettere tutti nelle condizioni di poter sfruttare i servizi digitali di ultima generazione”. LEGGI TUTTO

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    Odcec Roma, Calì: “Promuovere il ruolo dei commercialisti nella governance delle società”

    (Teleborsa) – La formazione dell’Odcec di Roma si arricchisce di un nuovo programma che durerà circa due mesi, dal 31 gennaio al 22 marzo prossimi, ed è dedicato alle competenze di governance per amministratori e sindaci. “Un argomento sempre attuale, perché ogni anno ci sono rinnovi di Consigli di amministrazione e Collegi sindacali, ma anche in continuo mutamento, perché l’evoluzione del contesto macro e microeconomico è incessante così come l’evoluzione della normativa e della giurisprudenza – afferma Giovanni Battista Calì, presidente dell’Odcec di Roma –. La figura del commercialista è particolarmente idonea per incarichi legati alla governance societaria. Bisogna prepararsi scrupolosamente e valutare attentamente i rischi, ma le opportunità sono numerose. Da parte dell’Ordine, c’è la volontà di ampliare il numero di professionisti che si avvicinano a questi incarichi, dando una possibilità anche alla fascia più giovane che poi è anche la più preparata per comprendere e gestire i cambiamenti, dalla digitalizzazione alla sostenibilità”.Creare un percorso formativo per avvicinare la categoria a questa tipologia di servizi per le aziende, con prospettive interessanti, è dunque una delle mission dell’Ordine. “Sia l’attività di collegio sindacale che quella di amministratore, se fatta con adeguata attenzione ai rischi, può essere particolarmente interessante a livello professionale – evidenzia Claudia Cattani, consigliera Odcec di Roma, presidente Cpo e delegata al progetto –. I commercialisti, per il loro percorso di studi e per la attività professionale svolta, conoscono a fondo le aziende e le loro dinamiche di funzionamento; per questo sono particolarmente idonei a ricoprire incarichi di amministratore e sindaco”.Il percorso formativo proposto presenta una struttura articolata in 8 moduli formativi, della durata di 3 ore, dalle ore 15:00 alle ore 18:00. La data di inizio è fissata a martedì 31 gennaio prossimo. “Il nostro obiettivo è quello di trasferire competenze utili per chi riveste ruoli come componente di CdA, di comitati endoconsiliari ove richiesti dalla normativa, e di membro di Collegio sindacale – sottolinea Cattani –. Si parlerà, tra l’altro, di sostenibilità e cambiamento climatico, di tecnologia e Cyber governance, nell’ottica di come queste tematiche impattino sulla strategia dell’azienda”.A tenere le lezioni, in presenza, docenti universitari e professionisti esperti in materia. Il percorso formativo verrà svolto in collaborazione con Nedcommunity, l’associazione degli amministratori non esecutivi e indipendenti con elevata conoscenza nelle tematiche di governance. Nel Comitato scientifico e organizzativo, con Calì e Cattani, Alessandro Carretta, Ines Gandini e Monica Fanecco (Nedcommunity). LEGGI TUTTO

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    Cartelli del cartone ondulato, Consiglio di Stato conferma impianto accusatorio dell'Antitrust

    (Teleborsa) – Il settore del cartone e degli imballaggi, fondamentale per l’economia globale ma ancora poco conosciuto ai più, arriva a una svolta epocale: dopo l’AGCM e il TAR del Lazio, infatti, proprio in questi giorni anche il Consiglio di Stato ha confermato l’esistenza dei “cartelli” del cartone ondulato e degli imballaggi di cartone. Le sentenze pubblicate in questi giorni, le prime di molte altre attese nelle prossime settimane, riguardano uno dei maggiori casi nella storia italiana per numero di aziende coinvolte (oltre trenta) e per l’entità delle sanzioni, i cui importi hanno superato i 200 milioni di euro.Nel dettaglio, il Consiglio di Stato ha confermato l’esistenza delle condotte anticoncorrenziali accertate dall’Antritrust ad esito del procedimento I805, relativo al mercato del cartone ondulato e degli imballaggi in cartone, limitandosi esclusivamente – e solo in alcuni casi – a ridurre gli importi delle sanzioni irrogate dall’AGCM. Le sentenze emesse fino a questo momento riguardano le società MS Packaging, Sandra, ICOM, Antonio Sada & Figli, Ondulati del Savio, ICO Industria Cartone Ondulato, Mauro Benedetti SPA, Adda Ondulati, Saica Pack Italia e Ondulati e Imballaggi del Friuli, le prime di una lunga serie. A queste, si aggiunge il rigetto dell’appello presentato da GIFCO, l’associazione Confindustriale che raggruppa le imprese produttrici e trasformatrici di cartone, rispetto alla quale i Giudici di Palazzo Spada non hanno concesso alcuna rimodulazione dell’importo sanzionatorio. Il Consiglio di Stato, dunque, ha definitivamente riconosciuto l’esistenza di due intese restrittive della concorrenza, in violazione delle norme che il diritto nazionale ed il Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea pongono a presidio della fisiologiche dinamiche competitive. Due consolidati e rodati cartelli che “hanno tolto risorse per molti anni, facendo perdere via via quote di mercato agli scatolifici, un comparto composto da piccole e medie aziende italiane”. Avviato nel 2017, il procedimento dell’AGCM è stato esteso fino a diventare una delle indagini più imponenti mai compiute dall’Antitrust. Le imprese sanzionate sono tutte di grandi dimensioni e rappresentano la quasi totalità dei produttori di cartone ondulato presenti a livello nazionale, che detengono in complesso circa il 90% del mercato. Le società coinvolte e GIFCO, secondo l’Autorità, hanno realizzato illeciti anticoncorrenziali continuati nel tempo volti a ripartire il mercato e a definire in comune i prezzi di vendita ed altri parametri commerciali, quali i termini di pagamento, oltre ai fermi degli stabilimenti produttivi.Si apre adesso la fase risarcitoria in cui tutti i soggetti lesi dai cartelli accertati in via definitiva (operatori del mercato, grande distribuzione, aziende trasformatrici, associazioni dei consumatori, ecc.) potranno chiedere conto dei danni derivanti dai maggiori costi sostenuti e delle perdite di quote di mercato subite per effetto di detti cartelli.”Accogliamo queste nuove sentenze del Consiglio di Stato con grande soddisfazione. Finalmente quello che ipotizzavamo da tempo – commenta Andrea Mecarozzi, presidente dell’Associazione Italiana Scatolifici – ha avuto un riscontro ufficiale e inappellabile, anche grazie al lavoro che siamo riusciti a fare insieme, unendo le nostre forze di piccoli e medi imprenditori. Mi auguro che tutto ciò possa davvero portare a un mercato in cui sana competizione e trasparenza siano la norma, a beneficio di tutti gli attori e in particolare degli scatolifici. Quello che è certo è il grave danno che abbiamo subito”. LEGGI TUTTO

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    BCE, frenano prestiti a privati e massa monetaria M3

    (Teleborsa) – Frena più delle attese la massa monetaria M3 nell’Eurozona nel mese di dicembre. Il tasso di crescita annualizzato dell’aggregato M3, rilevato mensilmente dalla Banca Centrale Europea (BCE), si attesta al 4,1% dal 4,8% del mese precedente e rispetto al 4,6% stimato dagli analisti. La crescita dei prestiti al settore privato, in particolare i prestiti alle famiglie, si attesta al 3,8% (dal 4,1% di novembre), mentre quella dei prestiti alle imprese non finanziarie cala al 6,3% dall’8,4% precedente e risulta sotto l’8,6% del consensus. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Calderone: impegno a rivedere contratti a tempo determinato

    (Teleborsa) – Marina Calderone, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, si “impegna” a “rivedere l’istituto del contratto a tempo determinato, precisandone i contenuti, rendendolo uno strumento efficace ed elastico di incremento dell’occupazione e prevedendo limiti tali d garantire un maggior controllo della legittimità del suo utilizzo”. Rispondendo ad una interrogazione del M5S sul precariato, durante il question time al Senato, Calderone ha aggiunto di non voler eliminare “ogni tipo di causale” dai contratti a tempo determinato, ma ha anche precisato che “una rigida tipizzazione legale delle causali” potrebbe “rappresentare un limite per il sistema imprenditoriale e lavorativo del Paese”. Sempre in tema di precariato, il Ministro ha risposto anche ad una domanda sui voucher per i lavori domestici, affermando che “non sono uno strumento che stimola il precariato” ed anzi “possono rappresentare la base giuridica per piccoli lavori domestici o per l’insegnamento privato supplementare”. A proposito dell’Anpal, Calderone ha precisato che non è in programma una cambiamento della governance quanto un aggiornamento dello statuto. LEGGI TUTTO

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    Tlc, anche Labriola al tavolo tecnico al Mimit

    (Teleborsa) – Dopo circa due ore, l’amministratore di Tim, Pietro Labriola, ha lasciato la sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy dove si è tenuto un nuovo round del tavolo tecnico sulle Tlc e Tim, per affrontare temi di politica industriale, come taglio dell’Iva per i servizi di telefonia, limiti elettromagnetici per il 5G e riconoscimento del settore come energivoro e switch off da rame a fibra. È stata la prima volta che l’ad di Tim è stato presente al tavolo. All’incontro non c’era il ministro Adolfo Urso ma il capo di gabinetto Federico Eichberg. Presente anche il rappresentante di Rothschild per Vivendi, Daffina. Uscendo Labriola non ha rilasciato dichiarazioni. LEGGI TUTTO