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    Gruppo Fs, cantieri al via per 30 miliardi nel 2023 da Anas e Rfi

    (Teleborsa) – Dopo un 2022 chiuso con 10,5 miliardi di contratti aggiudicati e 283 gare lanciate per un valore di 21 miliardi per Rfi e 4,6 miliardi di contratti aggiudicati e 25 gare lanciate 4,6 miliardi da parte di Anas, nel 2023 il Polo infrastrutture del Gruppo Fs aprirà cantieri per quasi 30 miliardi. Numeri da record favoriti anche dalla conferma in Legge di Bilancio dei meccanismi di compensazione degli extracosti che consentiranno di superare i rallentamenti registrati nella parte centrale del primo semestre dell’anno proprio a causa dei rincari di materie prime ed energia che hanno costretto le stazioni appaltanti ad adeguare i costi delle opere e a fermare o ripetere molte gare. Le due società hanno comunque raggiunto gli sfidanti obiettivi che si erano prefissati, superando di ben 10 miliardi di euro le gare lanciate nel 2021 (+64%). Restano da superare invece comunque alcune criticità sul fronte della progettazione e del dialogo con i territori ma arrivano ottimi segnali sul fronte delle autorizzazione dove il comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici previsto dal Dl semplificazioni del 2021 si sta muovendo per ridurre in maniera significativa i tempi nel quadro degli obiettivi fissati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Buone notizie anche dai pareri di Via che hanno avuto una forte accelerazione e promettono di crescere ancora nel 2023 mentre per quel che riguarda il passaggio dal contratto al cantiere, la norma dei decreti semplificazioni del 2020 e 2021 che impone di avviare i lavori entro sei mesi sta accelerando tutto.Rete ferroviaria italiana ha già speso 4,6 miliardi dei 24,82 che gli assegna il PNRR. Di questi 3,5 miliardi sono stati stanziati per le linee Alta velocità (Terzo valico, Brescia-Verona-Padova, Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina) e 1,1 miliardi sugli interventi diffusi (sistemi elettronici Ertms, upgrade rete e stazioni al Sud). Si tratta del 18% delle risorse complessive, una delle migliori performance tra gli investimenti previsti dal Piano. Buoni segnali per il 2023 arrivano anche dalla chiusura del 2022. Nel solo mese di dicembre sono state pubblicate da parte di Rfi 46 gare per oltre 8 miliardi di euro che sembrano allontanare il rischio di rallentamenti o blocchi anche per il nuovo anno. LEGGI TUTTO

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    Covid, la protesta del settore aereo: raccomandazione test su viaggiatori dalla Cina non ha basi scientifiche

    (Teleborsa) – La raccomandazione concordata ieri congiuntamente dagli Stati membri dell’UE che richiede un test Covid-19 negativo per passeggeri che viaggiano tra la Cina e l’UE non è piaciuto alle compagnie aeree rappresentate da A4E (Airlines for Europe) e IATA (International Air Transport Association), insieme agli aeroporti rappresentati da ACI EUROPE (Airports Council International) che in una nota congiunta hanno presentato le loro perplessità.”Tale raccomandazione – si legge nella nota – è in contrasto con la valutazione pubblicata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) il 3 gennaio 20231, che conferma che l’attuale ondata di casi di Covid-19 in Cina non dovrebbe avere un impatto sulla situazione epidemiologica nel UE/SEE. Questo perché le varianti Covid-19 circolanti in Cina sono già presenti nell’UE/SEE, così come la maggiore immunità acquisita dalla popolazione dell’UE. Pertanto, testare sistematicamente i viaggiatori in arrivo dalla Cina non può essere considerata una misura basata su criteri scientifici e basata sul rischio”.A4E, ACI EUROPE e IATA hanno quindi chiesto di evitare di testare i passeggeri come un modo per monitorare Covid-19 proponendo invece di dar seguito alla raccomandazione di testare le acque reflue degli aeroporti e degli aerei in arrivo dalla Cina. “Ciò deve tuttavia avvenire con un esame dettagliato degli aspetti tecnici e operativi prima che venga presa qualsiasi decisione in merito all’utilizzo del campionamento delle acque reflue negli aeroporti e negli aeromobili – precisano –. Quando richiesto, gli aeroporti e le compagnie aeree faranno tutto il possibile per facilitare tale campionamento, fermo restando che deve essere effettuato dalle autorità sanitarie competenti, in quanto il personale aeroportuale e delle compagnie aeree non è qualificato per farlo”.”Sebbene sia deplorevole che le raccomandazioni concordate ieri costituiscano in gran parte una reazione istintiva – prosegue la nota –, è ora fondamentale che siano attuate dagli Stati membri dell’UE in modo del tutto uniforme, nel pieno rispetto degli addendum al protocollo di sicurezza sanitaria dell’aviazione dell’UE a essere pubblicato nei prossimi giorni da EASA ed ECDC. Questi addendum forniranno indicazioni dettagliate in merito ai test sui passeggeri e sui test delle acque reflue”.”A4E, ACI EUROPE e IATA non vedono l’ora di impegnarsi ulteriormente con l’UE sulla rivalutazione di queste raccomandazioni entro la metà di gennaio 2023. Esortiamo gli Stati membri dell’UE e la Cina a lavorare insieme e a riconsiderare quanto prima i loro requisiti per una sistematica pre-partenza test sui viaggiatori sulla base di una valutazione del rischio basata su criteri scientifici”, concludono. LEGGI TUTTO

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    Ucraina, Putin ordina il cessate il fuoco per il Natale ortodosso

    (Teleborsa) – Il presidente russo, Vladimir Putin, ha dato l’ok per un cessate il fuoco lungo tutta la linea del fronte in Ucraina dalle 12 del 6 gennaio alla mezzanotte del 7 gennaio, in coincidenza con le celebrazioni della Veglia e del Natale per gli ortodossi. L’annuncio è arrivato dal Cremlino e riportato dalle agenzie di stampa russe. Il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, è stato incaricato di introdurre il regime. È stato quindi accolto l’appello del patriarca Kirill come confermato anche dalla nota pubblicata da Mosca. Questa mattina infatti, era stato il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie a lanciare un appello per una tregua natalizia in modo che “gli ortodossi possano assistere alle funzioni della vigilia di Natale e del giorno della Natività di Cristo”. Il governo di Kiev aveva bollato la richiesta del primate ortodosso come “una trappola cinica e di propaganda”.”Chiediamo anche alla parte ucraina di dichiarare un cessate il fuoco e consentire ai cittadini di partecipare alle funzioni natalizie”, ha comunque aggiunto la presidenza russa nel suo annuncio. LEGGI TUTTO

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    Criptovalute: la legge di Bilancio 2023 stabilisce un nuovo tributo?

    (Teleborsa) – Il fenomeno delle criptovalute è stato regolamentato, limitatamente agli aspetti fiscali, nella legge di bilancio 2023, la quale espressamente prevede la tassazione delle “cripto-attività”, introducendo una nuova categoria di “redditi diversi”. Si è molto dibattuto, negli ultimi anni, dell’inquadramento giuridico di tutte le realtà sviluppate sulla base della tecnologia blockchain, tra cui le criptovalute (Bitcoin, Ethereum etc.) ma anche NFT e metaverso. Il recente fallimento di alcuni progetti di finanza decentralizzata o comunque collegata a queste tecnologie (quali il collasso di terra/luna e lo scandalo FTX) ha fatto sì che da molte parti si sia chiesto, a gran voce, una regolamentazione giuridica di questi fenomeni e, nel mese di ottobre 2022, il Consiglio Europeo ha approvato la proposta di Regolamento sui mercati delle criptovalute (markets in crypto-assets –MiCA). Il legislatore italiano non ha dedicato a questi temi una disciplina organica, anche se nel 2018 è stata data (dal Decreto-legge 135/2018) una definizione di blockchain (quali tecnologie basate su registri distribuiti) e smart contract. Ma il primo settore dell’ordinamento italiano che si è dovuto, per forza di cose, misurare con questi temi è quello tributario. Già da alcuni anni esiste una prassi dell’Agenzia delle entrate che ritiene assoggettabili a tassazione le plusvalenze conseguite grazie alle criptovalute, ed oggi la legge di bilancio appena approvata prevede una disciplina specifica. Abbiamo chiesto al prof. Carlo Cicala, avvocato e direttore di Criptolex.it di spiegarci le principali novità della nuova normativa.Quali sono gli aspetti più importanti definiti dalle nuove norme sulle “Cripto-attività” contenute nella finanziaria 2023?”Bisogna innanzitutto apprezzare lo sforzo che è stato profuso nel concepire l’impianto normativo, che presuppone la conoscenza delle tecnologie derivate dalla blockchain, come emerge dalla lettura della relazione illustrativa. Innanzitutto, è sicuramente positivo il fatto che ci si sia occupati di dare una definizione di cripto-attività quale ‘rappresentazione digitale di valore o di diritti che possono essere trasferiti e memorizzati elettronicamente, utilizzando la tecnologia di registro distribuito o una tecnologia analoga’. Ciò premesso, possiamo dividere le nuove norme in due gruppi: da un lato vi sono quelle che guardano al futuro, cioè che disciplinano la tassazione per operazioni eseguite dal 1 gennaio 2023 (data di entrata in vigore della Legge di bilancio), e dall’altro quelle applicabili a quanto accaduto nel passato”.Cominciamo dal presente. Quali sono, in sintesi, le regole in vigore oggi?”Per quanto riguarda il presente e il futuro, è stata specificamente prevista una nuova categoria di ‘redditi diversi’ da assoggettare a tassazione nella misura del 26% (art. c-sexies dell’art. 67 TUIR). Essa è costituita dalle plusvalenze conseguite grazie alle cripto-attività, ma solo per la parte superiore a 2mila euro nel periodo di imposta. Anche le minusvalenze sono fiscalmente rilevanti, sono previste regole specifiche per portarle in deduzione nei periodi di imposta successivi (non oltre il quarto) a quelli in cui si sono verificate. Viene poi previsto che il possesso di cripto-attività deve costituire oggetto di monitoraggio fiscale (indipendentemente, quindi, dal fatto che si siano conseguite plusvalenze) e che il contribuente possa scegliere l’opzione del risparmio amministrato o quella del risparmio gestito presso gli intermediari bancari e finanziari abilitati. È prevista la possibilità di esercitare l’opzione per il risparmio amministrato anche nel caso di cui la chiave privata sia custodita da operatori non finanziari (ad esempio, l’exchange). Infine, è istituita l’imposta di bollo”.Si può quindi dire che la nuova disciplina abbia ricalcato l’orientamento che ha seguito, in passato, l’Agenzia delle entrate?”Sicuramente questa sembra essere l’intenzione di chi ha scritto le nuove norme. Sappiamo che l’Agenzia, nelle sue circolari, ha sempre assimilato, beninteso solo dal punto di vista fiscale, il possesso di criptovalute a quello di valute estere, in modo da assoggettare la relativa ed eventuale plusvalenza alla tassazione del 26% prevista per i “redditi diversi”, ma solo se – come per il caso del possesso di valute estere – la giacenza media nei wallet avesse superato un controvalore di euro 51.645,69 per almeno sette giorni lavorativi continui nel periodo d’imposta. Le nuove norme, pertanto, inquadrano in una specifica e nuova categoria di “redditi diversi” ciò che l’Agenzia, in via interpretativa, assimilava ad una categoria di “redditi diversi” già esistente. L’aliquota è la medesima, ma i criteri per la sua applicazione sono diversi. Scompare, con le nuove previsioni, la necessità di aver superato la giacenza di 51.645,69 euro. Quindi, ad esempio, da oggi in poi è sufficiente una giacenza di 10mila euro per far scattare l’obbligo impositivo, ma la plusvalenza fiscalmente rilevante sarà soltanto quella superiore a 2mila euro. Ma l’aspetto più interessante, ed anche problematico, dell’intera materia, sempre per quanto riguarda il passato, riguarda la legittimità del comportamento dell’Agenzia che, in assenza di una specifica previsione normativa, ha ritenuto assoggettabile a tassazione un fenomeno, quello delle plusvalenze derivanti da criptovalute, in forza di un’assimilazione di queste ultime alle valute estere, assimilazione che è stata da più parti criticata, proprio per il fatto che le due fattispecie sono strutturalmente distinte.Ci troviamo, pertanto, di fronte ad un fenomeno piuttosto singolare, anche se non nuovo alle logiche del diritto tributario: una norma di legge regola una materia in modo parzialmente diverso (anche se per certi aspetti simile) al modo in cui l’Agenzia delle entrate riteneva considerava il medesimo fenomeno”. La nuova disciplina prevede anche regole applicabili alle annualità passate?”Sì. Chi ha scritto le nuove norme, come si ricava anche leggendo la relazione illustrativa, ha ben presente l’opinione espressa dall’Agenzia, ed emerge altresì l’intenzione di fare salvo il pagamento delle imposte, già avvenuto, ad opera dei contribuenti che si sono conformati a tale opinione, seguendo quanto riportato nelle Circolari. Lo si capisce chiaramente leggendo le previsioni che riguardano la “regolarizzazione”, commi da 140 a 143, nonché quelle relative alla “rideterminazione del valore” (commi da 133 a 139). È chiaro che, con la previsione di una specifica procedura per la regolarizzazione, si da per presupposto il fatto che il mancato pagamento delle imposte, per il passato, abbia costituito un’irregolarità. Ma ancor più importante, sul tema, è il comma 127: qui si prevede che le plusvalenze eseguite ‘prima della data in vigore della presente legge’ si considerano realizzate ai sensi della disciplina dei redditi diversi (art. 67 Tuir). Nello stesso senso è chiarissima la Relazione illustrativa, secondo la quale, per effetto delle nuove previsioni, le plusvalenze da cripto-attività ‘non saranno più comprese’ nelle previsioni applicabili alle valute estere, dando quindi per scontato che, per il passato, dovevano considerarsi comprese in questa categoria”. L’assimilazione alle valute estere è stata criticata?”L’assimilazione delle criptovalute alle valute estere è stata, a mio avviso a ragione, più volte contestata in passato, e taluno è arrivato a sostenere che, in assenza di una specifica previsione normativa, nessuna imposta potesse essere legittimamente richiesta”.Se il legislatore ha sentito il bisogno di prevedere una nuova imposta, ciò può voler dire che in passato nessuna imposta fosse effettivamente dovuta?”Per rispondere occorre immergersi nella complessa (e a volte contro-intuitiva) logica del diritto tributario. A mio avviso, il comma 127 non può valere, di per sé solo, a legittimare, per il passato, una pretesa impositiva, in ipotesi, non esistente. Non lo può fare perché questa disposizione non ha la natura di norma interpretativa, anche perché non si auto-qualifica come tale, come invece sarebbe richiesto dallo Statuto del Contribuente. In altre parole, il legislatore, oggi, non ha detto che, per il passato le norme sulle valute estere si devono interpretare in modo da comprendere anche le criptovalute. La questione, in sostanza, si inserisce tra due principi costituzionali: quello stabilito dall’art. 23, secondo il quale nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge, e quello contenuto nell’art. 53, secondo cui tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Ove si ritenesse prevalente, in questo caso, il principio espresso dall’art. 53, è chiaro che le plusvalenze realizzate in passato, in quanto espressione di una capacità contributiva, dovrebbero comunque essere sottoposte a tassazione. Il che non esclude che, come già alcuni hanno osservato, la questione possa essere esaminata dalla giustizia tributaria”.Come può quindi regolarsi chi, avendo pagato in passato l’imposta sulle plusvalenze realizzate con le cripto-attività, ritenga oggi di avere diritto ad ottenere la restituzione? E chi, non avendo pagato imposte per il passato, ritenga non avere nulla da regolarizzare?”Cominciamo dalla seconda domanda. Si deve, in questo come in tutti i rapporti con il Fisco, adottare comportamenti conformi alla massima cautela e ponderazione. Ciò anche in ragione del fatto che Fisco ha la possibilità di emettere atti esecutivi senza alcun controllo giudiziale preventivo. Il contribuente può certamente sottoporre a verifica giudiziale ogni pretesa tributaria, ma, in difetto, diventa definitiva la pretesa dell’Agenzia. E, in caso di soccombenza in giudizio, il rischio è quello di vedersi costretti a pagare l’imposta e le sanzioni (che sono pari almeno al 90% dell’imposta non versata). La soluzione più prudente consiste quindi nel conformarsi a quanto previsto dalla normativa vigente, anche per quanto riguarda la legittimazione che la medesima effettua con riguardo all’orientamento dell’Agenzia per le annualità precedenti all’entrata in vigore, avvalendosi magari del ravvedimento operoso, quando risulti più conveniente della regolarizzazione prevista dai commi 140 – 143 o della rideterminazione del valore, prevista dai commi 133 – 139. Si potrà poi procedere alla richiesta di rimborso, valutando di procedere all’impugnazione della eventuale, ed assai probabile, risposta negativa, ma con ciò scongiurando l’applicazione delle sanzioni. Identica soluzione può riguardare i casi di imposta già versata, di cui può essere chiesto il rimborso presentando la relativa domanda entro il termine previsto (48 mesi dalla data di versamento dell’imposta)”. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte petrolio settimanali salgono più delle attese

    (Teleborsa) – Sono aumentate più del previsto le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha segnalato che gli stocks di greggio, negli ultimi sette giorni al 30 dicembre 2022, sono aumentati di 1,7 milioni di barili a 420,6 MBG, contro attese per un incremento di 1,2 milioni circa.Gli stock di distillati hanno registrato un calo di 1,4 milioni a 118,8 MBG, contro attese per una decrescita di 0,4 milioni, mentre le scorte di benzine hanno registrato un decremento di 0,3 milioni a quota 222,7 MBG (era atteso un calo di 0,5 milioni).Le riserve strategiche di petrolio sono calate di 2,7 milioni a 372,46 MBG. LEGGI TUTTO

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    Aiuti di Stato, UE approva sostegno a Air Austral per rilancio

    (Teleborsa) – La Commissione europea, ai sensi delle norme dell’UE sugli aiuti di Stato, ha autorizzato il piano della Francia che prevede un aiuto alla ristrutturazione di 119,3 milioni di euro per consentire il ripristino della redditività della compagnia aerea Air Austral, oltre che 17,5 milioni di euro di aiuti per risarcire la società per i danni subiti a causa della pandemia di coronavirus tra il 17 marzo e il 30 giugno 2020.Fondata nell’ottobre 1990 e basata a Réunion, un dipartimento francese nell’Oceano Indiano, Air Austral è una compagnia aerea francese che garantisce la continuità territoriale tra Réunion e le altre isole vicine (Mayotte in particolare) e la Francia continentale. Con una flotta di otto aeromobili, opera anche servizi verso destinazioni nei paesi del sud-ovest dell’Oceano Indiano e in Asia.Secondo la Commissione UE, il piano consente di garantire la redditività a lungo termine della compagnia aerea e quindi di evitarne lo scioglimento, il che arrecherebbe un grave danno a Réunion in quanto regione ultraperiferica e assistita. Inoltre, il finanziamento pubblico del piano di ristrutturazione è conforme al principio di proporzionalità, in quanto il beneficiario contribuirà al suo finanziamento attraverso fonti di finanziamento proprie o private, consente alla compagnia aerea di tornare alla redditività a lungo termine e incide sugli scambi commerciali tra gli Stati membri solo in misura molto limitata. LEGGI TUTTO

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    Eurostat, Austria regina dello sci: prima in UE per produzione e commercio

    (Teleborsa) – Nel 2021 nell’Unione europea sono stati prodotti 3,6 milioni di paia di sci e singoli snowboard (+3% rispetto al 2020). Quasi la metà di questi articoli (1,6 milioni) è stata prodotta dall’Austria. Sono alcuni dei dati rilevati da Eurostat. Per quel che riguarda i dati sul commercio, 3,5 milioni di paia di sci e singoli snowboard sono stati esportati in altri paesi dell’UE, mentre i Paesi UE hanno esportato 2,3 milioni di paia di sci e singoli snowboard in paesi extra UE e ha importato 0,8 milioni degli stessi articoli da paesi extra UE. Tra gli Stati membri dell’Unione europea, il maggiore esportatore verso i paesi UE ed extra-UE è stata l’Austria, con oltre un terzo delle esportazioni (2.029.000 paia di sci e snowboard individuali, pari al 35%), seguita dalla Francia (648.700, 11%) e Bulgaria (630.800, 11%). Rispetto al 2020, l’Austria ha registrato un calo del 5%, la Bulgaria un aumento del 12% e la Francia ha registrato l’aumento maggiore con il 18%.Per quanto riguarda le esportazioni verso i paesi extra-UE, circa i due quinti delle paia di sci e dei singoli snowboard dell’UE sono stati inviati negli Stati Uniti (937.000, ovvero il 41% del totale delle esportazioni extra-UE di sci e snowboard). Gli Usa sono davanti a Canada (326.100, 14%) e Norvegia (288.000, 13%). Inoltre, nel 2021, il maggior importatore UE verso paesi UE ed extra UE è stata l’Austria, che ha rappresentato un terzo delle importazioni (1.420.200 paia di sci e snowboard singoli importati, pari al 33%), seguita dalla Francia (823.400 articoli, 19%) e Germania (405 100 articoli, 9%). Per quanto riguarda le importazioni da paesi extra UE, più dei due quinti degli sci e dei singoli snowboard provengono dalla Cina (329.800 pezzi, pari al 42% del totale delle importazioni extra-UE di sci e snowboard), seguita dall’Ucraina (152.000, 19%) e Russia (69.400, 9%). LEGGI TUTTO

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    USA, PMI Servizi: calo dell'attività economica aumenta a dicembre

    (Teleborsa) – I fornitori di servizi statunitensi hanno segnalato un forte calo dell’attività commerciale alla fine dell’anno, secondo gli ultimi dati degli indici PMI. I livelli di produzione sono ulteriormente diminuiti a causa delle deboli condizioni della domanda e di un altro calo mensile dei nuovi ordini. La domanda dei clienti nazionali ed esteri si è contratta poiché l’incertezza economica e gli alti tassi di interesse hanno portato a una riduzione della spesa dei clienti. Sebbene l’occupazione abbia continuato a crescere, il ritmo della creazione di posti di lavoro è stato complessivamente solo marginale.L’indice PMI dei servizi definitivo, elaborato da S&P Global-Markit, si è portato a 44,7 punti dai 46,2 del mese precedente, anche se risulta sopra i 44,4 punti della stima preliminare. Scende anche l’indice composito, che tiene conto anche della variazione del PMI manifatturiero, che si attesta a 45 punti, rispetto ai 46,4 punti del mese precedente e ai 44,6 punti della stima flash.”Uno sviluppo notevole nel corso del mese è stato un netto allentamento delle pressioni inflazionistiche nel settore privato – ha commentato Siân Jones, Senior Economist presso S&P Global Market Intelligence – La debole domanda di input ha portato all’aumento dei costi meno marcato da oltre due anni, mentre le aziende hanno anche visto un aumento più lento dei prezzi di vendita nel tentativo di attirare i clienti e aumentare le vendite. La trasmissione dei risparmi sui costi sotto forma di sconti per i clienti segnalerà probabilmente ulteriori aggiustamenti all’inflazione all’inizio del 2023″. LEGGI TUTTO