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    USA, migliora attività manifatturiera nell'area di Chicago

    (Teleborsa) – Migliora l’attività manifatturiera nell’area di Chicago. Nel mese di dicembre, l’indice PMI Chicago si è attestato a 44,9 punti contro i 37,2 punti del mese precedente. Il dato risulta anche migliore delle attese degli analisti che erano per una salita più contenuta, ovvero fino a 40 punti. Si ricorda che un livello dell’indice al di sopra di 50 punti denota un’espansione mentre un livello al di sotto dei 50 punti indica una contrazione del settore manifatturiero statunitense. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Istat: “Cresce formazione nelle imprese, +8,7% in 5 anni”

    (Teleborsa) – La crisi pandemica non blocca gli investimenti delle imprese in formazione. Secondo i dati Istat,ì nel 2020 il 68,9% delle imprese attive in Italia con almeno 10 addetti ha svolto attività di formazione professionale, tra le grandi imprese (250 addetti e più) la quota supera il 90%.La modalità più diffusa per la formazione nelle imprese è ancora quella tradizionale, ossia quella di tipo frontale (59,5% delle imprese), ma nel 2020 ha assunto rilevanza l’utilizzo di attività formative diverse dai corsi nella metà delle imprese (+10,3% rispetto al 2015) come il training on the job, la partecipazione a convegni e seminari e soprattutto l’autoapprendimento mediante formazione a distanza.Oltre quattro milioni di lavoratori hanno partecipato a corsi di formazione (il 44,6% del totale degli addetti, con lievi differenze tra uomini e donne). (con un incremento di 10 punti percentuali rispetto al 2015). Emerge la formazione a distanza, adottata da quasi un terzo delle imprese, ossia di quelle realtà produttive che grazie all’utilizzo del digitale hanno potuto investire sul proprio capitale umano anche durante la crisi pandemica e con l’interruzione delle attività ordinarie.Nel 2020 rispetto al 2015 si è registrato un incremento delle imprese che hanno erogato attività di formazione (+8,7%). La quota di addetti partecipanti ai corsi nelle imprese che hanno effettuato formazione professionale è del 55,5%. Il peso della formazione sul costo del lavoro complessivo è rimasto stabile all’1,9%. Un nodo continua ad essere quello del deficit di competenze: nel 2020 un terzo delle imprese dichiara che una parte dei propri addetti non aveva quelle adeguate allo svolgimento del proprio lavoro secondo il livello richiesto. Nelle imprese di grandi dimensioni, il deficit di competenze riguarda due terzi delle unità. ( LEGGI TUTTO

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    Vacanze, Agriturist (Confagricoltura): “Bilancio di fine anno altalenante per turismo in campagna”

    (Teleborsa) – “Sono tornati gli stranieri, e luglio e agosto sono stati sold out. Il dato più importante è la scoperta delle vacanze in campagna da parte degli italiani, unica eredità positiva della pandemia. La crisi morde forte: le bollette sono quadruplicate e i costi di gestione sono saliti notevolmente, tant’è che numerosi agriturismi hanno preferito rimanere chiusi, ma chi è rimasto aperto ha lavorato bene”. Questo il quadro tracciato da Augusto Congionti, presidente di Agriturist. La conferma arriva dai dati Ismea che mostrano non solo il ritorno massiccio degli stranieri, ma calcolano ben il 47% in più di italiani. L’agriturismo si colloca tra i comparti del settore turistico con la maggiore crescita: dal 2,9% al 4% per numero di ospiti e dal 3,2% al 4,4% per pernottamenti. A parere di Agriturist è aumentata la voglia di essere coinvolti nelle esperienze agricole, così come il desiderio di staccare la spina per rilassarsi in campagna a contatto con la natura. Tira l’offerta enogastronomica, caratterizzata da una straordinaria varietà di ricette locali. Significativa, in estate, la crescita della presenza di coppie e famiglie che hanno scelto l’agriturismo anche in base alla posizione della struttura e all’offerta delle esperienze: passeggiate, trekking, equitazione, bike, etc. “È urgente lavorare per frenare i costi. Gli ospiti fanno attenzione al portafoglio, concentrando le presenze nel week end. Noi facciamo quel che si può per contenere i prezzi, ma le misure in atto non sono riuscite a fermare l’escalation delle materie prime e dell’energia. La carenza di manodopera potrebbe pregiudicare i servizi di ristorazione e valorizzazione delle tipicità del territorio, mettendo a rischio la tenuta del sistema. Dietro ogni agriturismo c’è un’impresa e l’agricoltura – spiega Congionti – ha già pagato un prezzo molto salato per gli effetti dell’andamento climatico, del conflitto russo – ucraino, dei rincari. Molte strutture riapriranno a primavera. Buoni i risultati per chi ha lavorato – prosegue il presidente Agriturist – ma non bastano due settimane a far quadrare i conti”. Dalla Campania al Veneto, dalla Liguria alla Puglia, molti agriturismi sono chiusi; buone le presenze in quelli aperti, ma per soggiorni brevi. Bene la Lombardia e l’Emilia-Romagna, che lavorano a margini ridotti. Andamento soddisfacente in Sicilia in prossimità delle città, ma il 30% delle strutture sono chiuse e riapriranno in primavera. In Toscana, nonostante la forte richiesta, ben il 70% degli agriturismi è rimasto chiuso. Ora occorre sostenere il comparto con provvedimenti mirati al contenimento dei costi – conclude Congionti- ma anche investire per valorizzare le potenzialità dell’agriturismo, all’interno di un piano di rilancio complessivo del turismo italiano”. LEGGI TUTTO

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    ANAS, a dicembre rush finale bandi di gara per 1,7 miliardi di euro

    (Teleborsa) – Realizzare interventi per il potenziamento e la manutenzione programmata della rete anche attraverso nuove tecnologie nell’ottica di innalzare sempre di più gli standard di sicurezza, migliorare l’efficienza e il comfort di guida. Con questo obiettivo sulla Gazzetta Ufficiale, nel mese di dicembre 2022, sono stati pubblicati 25 bandi di gara, per un totale di circa 1,700 miliardi di euro su tutto il territorio nazionale. Nel dettaglio – specifica una nota dell’Anas – i bandi riguardano innanzitutto i lavori di risanamento strutturale impiantistico delle gallerie del nord Italia del valore complessivo di 130 milioni di euro in Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, Veneto, Friuli Venezia-Giulia ed Emilia-Romagna; il risanamento e potenziamento delle autostrade A19 Palermo Catania e A29 Palermo Mazara del Vallo in Sicilia per un importo complessivo di 250 milioni di euro; i lavori del primo lotto per il collegamento di Alcamo fra la strada statale 119 di Gibellina e la strada statale 113 Settentrionale Sicula in Sicilia del valore complessivo di oltre 33 milioni di euro; il progetto di completamento dell’itinerario stradale della SS626 dir in Sicilia del valore complessivo di oltre 19,8 milioni di euro. Ci sono poi i lavori della Variante di Castel Bolognese della SS9 Via Emilia, in provincia di Ravenna per un importo complessivo di oltre 55,5 milioni di euro; i lavori della variante all’abitato di Santa Giustina lungo la SS9 Via Emilia, all’interno del comune di Rimini, per un importo complessivo di oltre 13,7 milioni di euro; la fornitura di 10 ponti mobili sviluppabili (by bridge) per 6 milioni di euro. Tra gli altri, bandi anche per i lavori di completamento del terzo lotto dell’Itinerario Bradanico-Salentino della strada statale 7 ter Salentina, nel tratto compreso tra la SSV Taranto-Grottaglie e Manduria, in provincia di Taranto, per i quali sono previsti anche i servizi ambientali di raccolta e di rimozione dei rifiuti e il servizio di bonifica ordigni bellici, per un importo complessivo di oltre 26,9 milioni di euro; i lavori del terzo lotto tra Felettino e il raccordo autostradale per la viabilità di accesso all’Hub Portuale di La Spezia per oltre 82 milioni; i lavori di collegamento tra il bivio di Pesche in Molise per un importo complessivo di oltre 146,3 milioni di euro; la manutenzione e messa in sicurezza dallo svincolo dell’Aeroporto di Sant’Anna, in Calabria, per un importo complessivo di oltre 28,6 milioni di euro.Per quanto riguarda il Piano Sisma, sono previsti bandi per gli interventi di adeguamento del tracciato lungo la statale 685 Delle Tre Valli Umbre; per i lavori di adeguamento e potenziamento della tratta laziale lungo la statale 260 Picente, per 46,9 milioni; per i lavori della Pedemontana Marche-Abruzzo, nel tratto ricadente fra Teramo e Ascoli Piceno per oltre 44 milioni; per i lavori di adeguamento e potenziamento delle intersezioni fra la SS502 e la SS78, tra Belforte del Chienti e Sarnano per 18,7 milioni di euro; per i lavori di adeguamento e miglioramento della sezione stradale e delle intersezioni della SS210 Fermana Faleriense nel tratto Amendola-Servigliano, per un importo complessivo di oltre 20,5 milioni di euro; per l’adeguamento e miglioramento della sezione stradale e delle intersezioni della SS78 Picena nel tratto Sarnano Amandola, per un importo complessivo di oltre 15,7 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    Assicurazioni, IVASS: raccolta danni e vita in calo del 5,4%

    (Teleborsa) – Nel primo semestre 2022, la raccolta complessiva vita e danni è diminuita del 5,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso a 73,6 miliardi di euro. Lo rende noto l’Ivass.In particolare, la raccolta del settore vita, pari a 52,9 miliardi, segna un calo del 9,2%. La nuova produzione del settore si attesta a 36,2 miliardi (-14). La riduzione della raccolta ha interessato tutti i principali canali di distribuzione (-7,3% presso gli sportelli bancari e postali, -19,9% quella realizzata attraverso i consulenti finanziari e -13,3% presso le agenzie con mandato). La produzione vita con finalità previdenziali è aumentata del 4,6% (3,2 miliardi).La raccolta del settore danni è invece aumentata del 5,9% a 20,7 miliardi. Tutti i rami principali non-auto sono in crescita, mentre il comparto auto prosegue nella contrazione (-2,0% del ramo r.c. Auto). Oltre il 68,7% della raccolta danni è realizzata dalle agenzie con mandato (85,5% per le polizze r.c. auto); gli altri canali distributivi segnano incrementi salvo le cosiddette “altre forme di vendita diretta” (telefono e Internet). LEGGI TUTTO

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    Assoturismo-CST: a Capodanno attese 10,2 milioni di presenze (+9,2% SU 2021)

    (Teleborsa) – La notte di San Silvestro fa accelerare ancora il turismo. Tra il weekend di Capodanno e l’Epifania sono attese 10,2 milioni di presenze nelle strutture ricettive ufficiali, con uno scatto del +9,2% sullo stesso periodo dello scorso anno, anche grazie al ritorno in forze del turismo straniero. A stimarlo per Assoturismo Confesercenti è il Centro Studi Turistici di Firenze, sulla base di un’indagine condotta su un campione di 1.334 imprenditori della ricettività. Una buona notizia per il comparto. “La settimana di Capodanno – sottolinea Assoturismo – è senza ombra di dubbio la più importante per il turismo nella stagione invernale, e si spera di recuperare quanto perso in un autunno difficile, condizionato dall’aumento dei costi energetici e dal rallentamento fisiologico dei flussi turistici. Che, invece, mostrano una grande vitalità in queste ultime battute dell’anno”. Complessivamente, per il periodo delle feste Assoturismo stima 13,8 milioni di presenze nelle strutture ufficiali, il +8,1% rispetto al 2021, di cui il 74% concentrato proprio nel periodo di Capodanno. Una crescita trainata dall’incremento delle presenze estere (+19,5%). Ad aumentare sono soprattutto le presenze di tedeschi e francesi, ma arrivano in forze anche svizzeri, britannici, olandesi e belgi. Tra i mercati extraeuropei, invece, le segnalazioni di aumento più significative sono per il mercato statunitense, con un gran ritorno dei turisti USA soprattutto nelle città d’arte. Arriva qualche segnale di ripresa anche dai turisti di Canada, Brasile e Cina, anche se per ora si tratta di una timida ripresa. Tra le mete spiccano in particolare, le città e i centri d’arte che dovrebbero registrare un incremento del +11%, mentre per le località di montagna la stima di aumento è del +8,4%. Buone aspettative anche per le località di collina/campagna e dei laghi, con un incremento rispettivamente del +7,2% e del +6,2%. Aumenti più contenuti, ma comunque rilevanti, per località termali (+5,3%), marine (+5%) e le località ad Altro Interesse (+3,1%). In generale, la tendenza risulterebbe leggermente migliore per le strutture extralberghiere (+9,1%) che per le alberghiere (+7,7%). Dall’indagine emerge un andamento abbastanza uniforme tra le diverse aree del Paese: le previsioni migliori sono delle imprese del Centro (+9,1%) e del Nord Ovest (+8,2%), ma un trend positivo è atteso anche nel Nord Est (+7,9%) e nelle regioni del Sud e delle Isole (+6,7%). Una certa differenziazione si rileva, invece, in merito alla presenza degli stranieri: nelle aree del Nord Est e del Nord Ovest la quota della domanda estera è stata segnalata rispettivamente al 42% e al 40%. Nelle regioni del Centro dovrebbe attestarsi al 33%, mentre al Sud e Isole scenderebbe al 19%. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, CGIA: “Al Sud si pagano più pensioni che stipendi”

    (Teleborsa) – Anche se di sole 205 mila unità, a livello nazionale il numero delle pensioni erogate agli italiani (pari a 22 milioni e 759 mila assegni) ha superato la platea costituita dai lavoratori autonomi e dai dipendenti occupati nelle fabbriche, negli uffici e nei negozi (22 milioni 554 mila addetti). La situazione più squilibrata si verifica nel Mezzogiorno. Se nel Centro-Nord – con le eccezioni di Liguria, Umbria e Marche – i lavoratori attivi, anche se di poco, sono più numerosi delle pensioni erogate dall’Inps e dagli altri istituti previdenziali, nel Sud il sorpasso è già avvenuto: queste ultime, infatti, superano i primi di un milione e 244 mila unità. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA sulla base di dati riferiti al 1 gennaio 2022.Le ragioni del divario – “Le ragioni di questo divario tra lavoratori e numero di pensioni – spiega la CGIA – vanno ricercate nella forte denatalità che, da almeno 30 anni, sta caratterizzando il nostro Paese. Il calo demografico, infatti, ha concorso a ridurre la popolazione in età lavorativa e ad aumentare l’incidenza degli over 65 sulla popolazione complessiva. Si segnala che tra il 2014 e il 2022 la popolazione italiana nella fascia di età più produttiva (25-44 anni) è diminuita di oltre un milione e 360 mila unità (-2,3 per cento). Per quanto concerne il risultato anomalo del Sud, va segnalato che, rispetto alle altre ripartizioni geografiche d’Italia, il numero degli occupati è sensibilmente inferiore. Va infine evidenziato che il risultato di questa analisi è sicuramente sottodimensionato; ricordiamo, infatti, che in Italia ci sono poco più di un milione e 700 mila occupati che dopo essere andati in pensione continuano, su base volontaria, a esercitare ancora l’attività lavorativa in piena regola”.Immobiliare, trasporti, moda e HoReCa i settori più penalizzati – “Un Paese che registra una popolazione sempre più anziana – sottolinea la CGIA – potrebbe avere nei prossimi decenni seri problemi a far quadrare i conti pubblici; in particolar modo a causa dell’aumento della spesa pensionistica, di quella farmaceutica e di quella legata alle attività di cura/assistenza alla persona. Va altresì segnalato che con una presenza di over 65 molto diffusa, alcuni importanti settori economici potrebbero subire dei contraccolpi negativi”. Tra questi figura la propensione alla spesa molto più contenuta della popolazione più giovane. Una società costituita prevalentemente da anziani rischia, infatti, di ridimensionare il giro d’affari del mercato immobiliare, dei trasporti, della moda e del settore ricettivo (HoReCa). Per contro, invece, – si legge nel report – le banche potrebbero contare su alcuni effetti positivi; con una maggiore predisposizione al risparmio, le persone più anziane dovrebbero aumentare la dimensione economica dei propri depositi, facendo così felici molti istituti di credito. Si fatica a trovare personale – Il progressivo invecchiamento della popolazione italiana sta provocando anche un altro grosso problema. Da tempo, ormai, – rileva la CGIA – gli imprenditori, non solo al Nord, denunciano la difficoltà di trovare sul mercato del lavoro personale altamente qualificato e/o figure professionali di basso livello. Se per i primi le difficoltà di reperimento sono strutturali a causa del disallineamento che in alcune aree del Paese si è creato tra la scuola e il mondo del lavoro, per le seconde, invece, sono posti di lavoro che spesso i nostri giovani, peraltro sempre meno numerosi, rifiutano di occupare e solo in parte vengono coperti dagli stranieri. Una situazione che con la congiuntura economica negativa alle porte potrebbe essere destinata a rientrare, sebbene in prospettiva futura la difficoltà di incrociare la domanda e l’offerta di lavoro rimarrà una questione non facile da risolvere.Cosa fare? – Per contrastare il calo delle nascite e il conseguente invecchiamento della popolazione è necessario mettere a punto una serie di interventi di medio-lungo periodo. Come ha avuto modo di sottolineare anche la Banca d’Italia, è indispensabile, in particolar modo, potenziare le politiche mirate alla crescita demografica (es. aiuti alle giovani mamme, alle famiglie, ai minori, etc.), allungare la vita lavorativa (almeno per le persone che svolgono un’attività impiegatizia o intellettuale), incrementare la partecipazione femminile nel mercato del lavoro e, infine, innalzare il livello di istruzione della forza lavoro che in Italia è ancora tra i più bassi di tutta l’UE.A Messina, Lecce e Napoli le situazioni più squilibrate – A livello territoriale tutte le regioni del Mezzogiorno presentano un numero di occupati inferiore al numero degli assegni pensionistici erogati. In termini assoluti – secondo l’analisi della CGIA – le situazioni più squilibrate si verificano in Campania (saldo pari a -226 mila), Calabria (-234 mila), Puglia (-276 mila) e Sicilia (-340 mila). Nel Centro-Nord, invece, solo Marche (-36 mila), Umbria (- 47 mila) e Liguria (-71 mila) presentano una situazione di criticità. Per contro, tutte le altre sono di segno opposto: le situazioni più virtuose – vale a dire dove i lavoratori attivi sono nettamente superiori alle pensioni erogate – si scorgono in Emilia Romagna (+191 mila), Veneto (+291 mila) e Lombardia (+ 658 mila). A livello provinciale, infine, le situazioni più compromesse che si registrano al Nord riguardano Biella (-14 mila), Savona (- 18 mila) e Genova (-38 mila). Tra le realtà più virtuose, invece, scorgiamo Bergamo (+83 mila), Brescia (+111 mila) e Milano (+299 mila). Nel Centro spiccano le difficoltà di Macerata (-14 mila), Terni (-22 mila) e Perugia (-24 mila), mentre dal saldo con segno positivo spicca il risultato riferito alla provincia di Roma (+ 275 mila). Nel Mezzogiorno, infine, le situazioni più squilibrate riguardano Palermo (- 80 mila), Reggio Calabria (-86 mila), Messina (- 94 mila), Lecce (-104 mila) e Napoli (-137 mila). Tra tutte le 38 realtà provinciali del Sud, solo due presentano un saldo positivo: esse sono Ragusa (+ 8 mila) e Cagliari (+ 10 mila). LEGGI TUTTO

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    Covid, Ue ai 27: “Restare vigili sui voli dalla Cina”. Pechino: “Dati sempre trasparenti”

    (Teleborsa) – “Alla luce dell’abolizione delle restrizioni ai viaggi annunciata dal governo cinese e che entrerà in vigore l’8 gennaio prossimo, invito a rimanere molto vigili poiché i dati epidemiologici o i test affidabili per la Cina sono piuttosto scarsi, la copertura vaccinale generale in Cina è bassa e non esiste una decisione di equivalenza tra i certificati di vaccinazione o di guarigione cinesi e il certificato digitale Covid-19 dell’Ue”. È quanto scrive la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides in una lettera inviata ai 27 Paesi membri dopo la riunione di ieri dell’Health Security Committee.”Vorrei invitarvi a valutare le vostre attuali pratiche di sorveglianza genomica del virus CoV2 della SARS: se è stata ridimensionata a causa della nuova fase domestica, potreste prendere in considerazione l’idea di aumentarla nuovamente. Sarebbe poi importante continuare o avviare una sorveglianza delle acque reflue, che includa le acque di scarico degli aeroporti principali – prosegue la commissaria –. Se compare una nuova variante del virus SARS-CoV2, in Cina o nell’Ue, dobbiamo individuarla tempestivamente per essere pronti a reagire rapidamente. A livello Ue stiamo sviluppando alcuni messaggi chiave per i viaggiatori europei che intendono recarsi in Cina. Inoltre, metteremo a disposizione messaggi per i viaggiatori provenienti dalla Cina e diretti nell’Ue. Sono in fase di elaborazione anche messaggi per il personale delle compagnie aeree e degli aeroporti. Questi messaggi saranno disponibili nei prossimi giorni e saranno tradotti nelle lingue ufficiali dell’Ue e in cinese, per facilitarne l’adattamento alla situazione nazionale. Il Comitato per la sicurezza sanitaria dell’Ue – EU Health Security Committee – ha dimostrato che esiste un ampio consenso sul fatto che i Paesi membri debbano agire in modo coordinato se vogliamo che le misure siano efficaci. L’informazione e la trasparenza sulle misure e un approccio basato sulla scienza sono stati i nostri principi guida per tutta la durata della pandemia e continuano ad essere fondamentali in questa fase se vogliamo proteggere efficacemente l’Ue da minacce sanitarie internazionali di questa natura. Nel corso dell’incontro alcuni Stati membri hanno proposto misure come i test a campione sui viaggiatori. Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane chiederò la prosecuzione dei lavori del Comitato per la sicurezza sanitaria e vi sarei molto grata se poteste garantire che il vostro Paese sia adeguatamente rappresentato in queste riunioni e che la nostra ambizione sia quella di coordinare le nostre risposte e le nostre misure nel modo più efficace e scientifico possibile”.Ma se, da un lato, il Comitato per la Sicurezza Sanitaria – Health Security Committee Ue, dice sì ad una azione concertata, dall’altra arriva una doccia fredda dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Ecdc: lo screening dei viaggiatori dalla Cina è “ingiustificato”. L’agenzia Ue ha ricordato che i Paesi dell’Unione hanno “livelli relativamente alti di immunizzazione e vaccinazione” e “le varianti che circolano in Cina stanno già circolando nell’Ue”. Ed è proprio per via della maggiore immunità della popolazione europea, e della “precedente comparsa e successiva sostituzione delle varianti attualmente in circolazione in Cina”, che l’agenzia ha definito “ingiustificati i controlli e le misure di viaggio sui viaggiatori provenienti dalla Cina”. Le potenziali infezioni importate sono state “piuttosto basse” rispetto ai numeri che si hanno già quotidianamente, e che i sistemi sanitari “sono attualmente in grado di gestire”, ha aggiunto l’Ecdc. Un richiamo all’ordinanza con la quale mercoledì scorso il ministro della Salute, Orazio Schillaci ha disposto tamponi antigenici Covid-19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. “La misura – aveva spiegato il ministro – si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana”.La Spagna ha, tuttavia, deciso di adottare la stessa linea dell’Italia rispetto ai viaggiatori provenienti dalla Cina, chiedendo loro un test negativo al coronavirus per poter entrare nel Paese, diventando così il secondo Paese europeo ad aver applicato restrizioni nei confronti degli arrivi dalla Cina dopo che il presidente Xi Jinping ha deciso di rimuovere la politica del Covid-zero, con un conseguente aumento dei contagi e dei morti legati all’infezione. Al di fuori dell’Unione europea, restrizioni ai viaggiatori provenienti dalla Cina sono state imposte da Stati Uniti, Giappone, India, Taiwan e Corea del Sud. Misure definite dai media cinesi ”infondate e discriminatorie”.La Cina, dal canto suo, ha affermato di essere ”sempre stata trasparente” per quanto riguarda ”le informazioni sul Covid-19”, comprese quelle sul ”numero dei morti” causati dal coronavirus nel Paese. Un alto dirigente della Sanità di Pechino, la direttrice dell’ufficio dell’Amministrazione medica della Commissione sanitaria nazionale Jiao Yahui, in conferenza stampa ha precisato che i criteri relativi ai decessi per coronavirus si dividono in due categorie a livello globale. Alcuni Paesi contano solo i casi di persone che sono risultati positivi al test dell’acido nucleico dopo essersi infettati dal nuovo coronavirus e sono morte per insufficienza respiratoria indotta dal virus, ha spiegato citata dai media cinesi. Altri Paesi, ha proseguito Jiao, includono tutti i decessi entro 28 giorni dai test positivi al Covid-19. ”Ciò significa che il loro conteggio potrebbe includere anche coloro che si sono suicidati o sono morti in incidenti stradali dopo aver contratto il virus – afferma Jiao Yahui –. Dal 2020 il criterio di morte per Covid-19 che stiamo adottando in Cina è stato del primo tipo”. L’Italia intanto prende precauzioni e alza la guardia. “Per rafforzare il monitoraggio sull’evoluzione epidemiologica derivante dai potenziali rischi legati alla situazione creatasi nella Repubblica Popolare Cinese” Schillaci ha convocato per la giornata di oggi l’Unità di crisi quale Osservatorio del ministero sulla materia”. “Le informazioni provenienti dalla Cina sono scarse e da ritenersi poco affidabili”, ma “indicano che le varianti che stanno alimentando questa nuova imponente ondata di contagi sono le stesse già circolano da tempo a livello globale, ancora all’interno delle sottovarianti di Omicron. La stessa sottovariante BF.7, su cui si stanno concentrando timori, probabilmente infondati, è una evoluzione della BA.5 che già circola da tempo anche nelle nostre latitudini ed è meno immunoevasiva delle varianti BQ al momento dominanti in Nord America e Europa”, ha detto ieri il ministro della salute nell’informativa resa al Senato sulla situazione Covid. Ieri Schillaci ha firmato l’ulteriore proroga fino al 30 aprile 2023 dell’obbligo dell’uso delle mascherine nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie, ivi compresi gli ambulatori e gli studi dei medici di medicina generale”. Il ministro ha anche reso noto che “per quanto riguarda le ulteriori misure nel nostro Paese, abbiamo rafforzato lo stretto monitoraggio delle varianti attraverso le cosiddette ‘Flash Surveys’ condotte mensilmente in collaborazione con le Regioni, la Piattaforma ‘I-Co-Gen’ dell’Istituto Superiore di Sanità che raccoglie informazioni continue sull’andamento delle varianti identificate nei principali laboratori italiani e lo studio delle varianti presenti nelle acque reflue; definito il Piano di Preparedness per la gestione della circolazione del COVID nella stagione invernale 2022-20232”. LEGGI TUTTO