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    USA, deficit commerciale più che dimezzato ad aprile

    (Teleborsa) – Più che dimezzato il deficit commerciale americano. Nel mese di aprile, la bilancia commerciale ha mostrato un disavanzo di 61,6 miliardi di dollari, in discesa rispetto al passivo di 138,3 miliardi di dollari di marzo (dato rivisto da -140,5 miliardi).Il dato, comunicato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio americano, si confronta con i -67,6 miliardi stimati dagli analisti. Le esportazioni sono aumentate a 289,4 miliardi, mentre le importazioni sono risultate in calo a 351 miliardi di dollari, sulla scia dell’entrata in vigore dei dazi. LEGGI TUTTO

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    Export imprese italiane: SACE sigla intesa con Banco Santander México

    (Teleborsa) – SACE, gruppo assicurativo finanziario partecipato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha firmato un Memorandum of Understanding con Banco Santander México, uno dei principali gruppi bancari europei e uno dei più grandi a livello mondiale, durante il Business Forum Italia-Messico, alla presenza del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, del segretario all’Economia messicano Marcelo Ebrad e di numerosi partner istituzionali e imprenditoriali di entrambi i Paesi.L’intesa, firmata da Alessandra Ricci, amministratore delegato di SACE, Santiago Cortina Aspe, vicepresidente di Corporate and Investment Banking di Banco Santander e Osvaldo Nicolas D’Imperio, Global Executive director di Transactional Banking di Banco Santander, ha l’obiettivo di facilitare le opportunità di collaborazione e rafforzare ulteriormente le relazioni commerciali di entrambe le parti. L’accordo stabilisce una partnership a lungo termine per promuovere investimenti, ampliare l’accesso al credito e alle garanzie e promuovere la partecipazione congiunta a progetti industriali e infrastrutturali. Incoraggia, inoltre, l’adozione di tecnologie italiane in settori chiave messicani, con attenzione alla condivisione di informazioni e competenze di interesse comune.”La collaborazione con Banco Santander rappresenta un passo significativo che apre nuove opportunità reciprocamente vantaggiose per la crescita economica dei due Paesi e favorisce ulteriormente le relazioni commerciali tra Italia e Messico, Paese GATE ad alto potenziale per l’export italiano e porta di accesso in tutta l’area dell’America Latina” ha dichiarato Ricci.”Questo accordo – ha dichiarato D’Imperio – rappresenta un passo significativo per il commercio bilaterale: promuove la crescita degli investimenti in Messico, fornisce un concreto supporto finanziario e la gestione di riduzione del rischio per le aziende italiane che desiderano espandersi in un mercato dinamico come quello messicano. Grazie alla partnership con SACE e tramite le nostre competenze bancarie, abbiamo la possibilità di fornire ai nostri clienti una gamma più completa di soluzioni finanziarie. Potenzieremo l’infrastruttura per garantire pagamenti transnazionali più efficienti, assicurando una solida gestione della liquidità e soluzioni personalizzate di trade finance. Questi strumenti e servizi creeranno nuove opportunità di business per le parti coinvolte e contribuiranno alla crescita di entrambe le economie”. LEGGI TUTTO

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    ManpowerGroup: “Entro il 2030 la Gen Z rappresenterà un terzo delle persone nelle aziende”

    (Teleborsa) – Entro il 2030 la Gen Z rappresenterà un terzo delle persone nelle aziende a livello globale. Quasi tutte le persone di questa generazione inizieranno il proprio percorso professionale in un periodo di grandi sconvolgimenti, tra instabilità geopolitica e trasformazione digitale. In questo scenario, nuove esigenze e priorità condizionano in maniera decisa il rapporto tra gli appartenenti alle generazioni più giovani e il mondo del lavoro sotto vari aspetti: benessere, soddisfazione lavorativa e fiducia. Questi temi sono stati al centro della seconda edizione dell’Annual Conference di ManpowerGroup Italia, dal titolo “The Exchange – Disegniamo insieme il futuro del lavoro”, tenutasi mercoledì 4 giugno a Milano. Il dibattito è stato alimentato dalle risultanze dell’osservatorio di ManpowerGroup sulle tendenze e i desideri delle e dei giovani talenti,”World of Work for Generation Z in 2025″. Lo studio evidenzia come, tra tutte le fasce di età, le persone della Gen Z siano le più propense a dichiarare che lasceranno la loro attuale posizione lavorativa nel giro di sei mesi (49% in Italia vs 47% a livello globale) e sono anche quelle più convinte (35% in Italia vs 34% a livello globale) che saranno comunque costrette a farlo, oltre ad essere le meno sicure di riuscire a trovare un nuovo lavoro in linea con le loro esigenze (20% in Italia). Valori in linea con la media mondiale che delineano dunque un trend globale. L’analisi di ManpowerGroup presentata durante l’evento riporta che, negli ultimi cinque anni, l’engagement dei giovani talenti rispetto alle aziende in cui lavorano sia diminuito passando dal 40% al 35%. In particolare, le persone più giovani si sentono meno seguite e supportate sul lavoro, avvertono una diminuzione di opportunità di apprendimento e di sviluppo di nuove competenze, si sentono meno connesse alla mission aziendale, hanno meno occasioni di confronto con il management, meno possibilità di crescita professionale e di far valere la propria opinione. A questo si aggiunge il fatto che, in media, la salute mentale della Gen Z è più precaria rispetto alle altre generazioni. Indipendentemente dalle cause, gli/le Zoomers sono tra i più inclini (57% in Italia vs 52% a livello globale) a segnalare un elevato livello di stress nelle attività lavorative quotidiane. Mentre, ad esempio, solo il 44% dei/delle”baby boomer” italiani/e (vs 33% di quelli a livello globale) lamenta un elevato livello di stress sul lavoro. Lo scenario delineato evidenzia come molte persone della Gen Z, oltre a sentirsi sotto pressione, non pensano di avere un futuro nelle aziende in cui lavorano attualmente. In una situazione in cui è sempre più difficile trovare personale qualificato e le persone più giovani devono prepararsi a diventare leader nel futuro, bisogna agire per invertire questa tendenza. Non a caso, secondo l’indagine di ManpowerGroup, le attività di recruiting (28%) e di upskilling e reskilling (28%) rivolte alla Gen Z figurano tra le principali priorità delle aziende a livello globale.In risposta a questa situazione, le imprese italiane hanno deciso di mettere in atto diverse strategie per realizzare ambienti di lavoro più attraenti per la Gen Z, ad esempio migliorando le dotazioni tecnologiche (37%), adottando soluzioni per il benessere sul luogo di lavoro (37%), offrendo orari di lavoro flessibili (27%), salari più elevati (22%) e puntando sulla crescita professionale (28%).Durante l’evento “The Exchange”, esperti, economisti, leader d’azienda e giovani talenti – questi ultimi selezionati da ManpowerGroup attraverso il programma Z-Impact – si sono confrontati su questi temi che stanno ridisegnando il mondo del lavoro. Paolo Magri, presidente del Comitato Scientifico di ISPI, e Carlo Cottarelli, economista di fama internazionale, già direttore del Fondo Monetario Internazionale e attuale Direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano, hanno contribuito ad arricchire la giornata di lavori con i propri keynote speech: il primo dal titolo “Orientarsi nell’incertezza globale”, mentre il secondo su “La nuova geografia dell’economia e del lavoro”.Mentre la Generazione Z è stata al centro della giornata di dibattito e approfondimento, attraverso un confronto che si è distribuito nei tre tavoli di discussione: la prima roundtable “Il cambio di passo: dal cosa fai al come stai” relativa al benessere sul lavoro, con Mariarita Costanza, co-founder e CTO di Macnil e co-founder e CEO di Everywhere, e Christian Born, country manager di Bandai Namco Entertainment. A questa ha fatto seguito la tavola rotonda “Competenze, percorsi, strategie. Fidarsi e affidarsi” riguardante la fiducia sul lavoro a cui hanno partecipato Fabio Leonardi, CEO di Igor Gorgonzola, Giulia Leonardi, Export Sales manager e Sustainability manager di Igor Gorgonzola, e Niccolò Cipriani, founder & CEO di Rifò. Infine, al tavolo conclusivo “Quella sana ossessione per l’ascolto dalla A alla (generazione) Z” riguardante la soddisfazione sul lavoro, hanno preso parte David Avino, CEO and founder di Argotec e Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia.Durante ogni sessione, gruppi d’ascolto attivi e analisi in tempo reale delle parole chiave usate dagli speaker hanno contribuito a creare in diretta un rinnovato Manifesto per il futuro del lavoro, il primo Manifesto al tempo della We Economy in 5 azioni e in 5 word cloud, per comprendere le sfide delle organizzazioni per il domani, partendo dall’oggi. “Oggi abbiamo imparato che l’attenzione all’ascolto, all’engagement dei propri talenti da parte delle organizzazioni è fondamentale. Nella We Economy che si sta sviluppando le aziende del futuro dovranno essere ecodigitali, umane, personalizzate, adattabili e plurali. Queste le parole chiave emerse dai dibattiti e dagli interventi dell’evento – ha affermato Gionfriddo a chiusura dell’Annual Conference –. Il percorso proseguirà con un roadshow lungo l’Italia per approfondire le evoluzioni del mercato del lavoro e continuare a dare alla GenZ la possibilità di far sentire la loro voce. Il primo incontro sarà a Catania questo autunno, mentre rinnoviamo l’appuntamento per la Annual Conference ManpowerGroup 2026, dove commenteremo e ricondivideremo le riflessioni emerse dal nostro percorso nel corso dei prossimi 12 mesi”.”Siamo nell’età dell’incertezza e del caos, iniziata l’11 settembre 2001 e proseguita con crisi economiche, pandemie, declino delle vecchie potenze e ascesa di nuove – ha affermato Magri –. È cambiato il paradigma, dal sogno di una globalizzazione che avrebbe fermato le guerre e unito il mondo a una realtà di divisioni e tensioni, sia tra Paesi sia al loro interno”. Magri ha poi proseguito:”Nell’ultimo anno l’incertezza è accelerata: lotte commerciali, dazi, accordi unilaterali sulle crisi interazionali, nuove alleanze e nuove inimicizie fra Paesi: si è creata un’incertezza di fondo, con ricadute sui mercati, sull’economia internazionale e sui rapporti fra Stati. Come deve reagire l’Europa? Riprendo le parole del presidente Sergio Mattarella di alcuni giorni fa: l’Europa deve essere compatta, serena e determinata. Ed evitiamo la paralisi: non cediamo né al pessimismo disperato né all’ottimismo ingenuo, restiamo vigili e consapevoli della nostra forza. Siamo il continente che più ha sofferto per gli -ismi del passato – fascismo, comunismo, imperialismo – e che più abbiamo goduto quando sono stati sostituiti da democrazia, collaborazione, commercio. Sediamoci ai tavoli internazionali consapevoli della nostra forza, sereni ma vigili: nell’età dell’incertezza, tutto è possibile”.”Negli ultimi 10 anni – ha dichiarato Cottarelli – oltre 30mila giovani italiani sotto i 35 anni sono andati via dall’Italia per lavorare all’estero. Il perché è presto detto: dal 1999 al 2019 l’Italia è stata purtroppo uno degli ultimi paesi al mondo per crescita del reddito procapite in termini di potere d’acquisto. Grazie all’afflusso di risorse europee e agli investimenti pubblici del post-pandemia la crescita e l’occupazione sono migliorate, ma sono stati creati soprattutto posti di lavoro a basso valore aggiunto e poco pagati nella ristorazione, nel commercio, nelle costruzioni. Per un deciso aumento dei posti di lavoro specializzati, della produttività e degli stipendi occorre intervenire su quattro fronti: abbassare la pressione fiscale, abbassare il costo dell’energia, snellire la burocrazia e ridurre la durata dei processi civili”. Quindi l’economista ha continuato:”In Italia c’è un problema generazionale: i giovani sono pochi e soprattutto vanno a votare poco e quindi le loro esigenze non vengono prese in considerazione. Alla Generazione Z dico: andate a votare, fate sentire la vostra voce, costringete i politici ad ascoltarvi per avere i vostri voti. E non abbiate paura dei cambiamenti della transizione digitale: l’innovazione tecnologica non cancellerà posti di lavoro. Certi ruoli spariranno, ma altri si svilupperanno e l’aumento della produttività permetterà a tutti di lavorare meno e guadagnare di più. Ma se in Italia non si creano condizioni per fare investimenti, tecnologici e non, i nostri giovani continueranno a cercare lavori migliori all’estero”.”È stata una grande e importante giornata oggi e – ha affermato David Herranz, regional president of Southern Europe di ManpowerGroup – sono felice di aver dato voce ai giovani della Generazione Z. È una generazione che ha ben chiaro cosa vuole in termini di valori, aspettative, carriera ed equilibrio vita-lavoro e come ogni generazione lo esprime con un suo linguaggio. Le aziende che vogliono attrarre i migliori talenti devono dimostrarsi flessibili per capirli al meglio. Facilitare questo dialogo è anche lo scopo di eventi come quello di oggi. Oggi in Europa assistiamo a un paradosso: come emerge dai nostri dati MEOS, l’Europa è il più continente dove le prospettive di assunzione nel prossimo trimestre sono le meno forti, ma allo stesso tempo l’80% delle aziende europee afferma di avere difficoltà nel trovare profili con le competenze ricercate. È un riflesso della grande incertezza che sta frenando l’economia globale. In questo scenario l’Italia deve essere consapevole di come sia una grande fucina di talenti e di giovani ricchi di competenze, una delle migliori in Europa e quindi nel mondo”.L’evento è stato organizzato in partnership con Junior Achievement Italia, Sky TG24, RDSNEXT, MIT Technology Review Italia, LINC magazine, Opinno, MoSt. LEGGI TUTTO

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    USA, licenziamenti Challenger in leggero calo a maggio

    (Teleborsa) – In leggero calo i licenziamenti negli Stati Uniti nel mese di maggio 2025. Secondo il rapporto Challenger, Gray & Christmas, le principali società statunitensi hanno rilevato un taglio di 93.816 posti di lavoro. Il dato rivela una diminuzione dell’11% rispetto al mese precedente, quando si erano registrati 105.441 licenziamenti, e un aumento del 47% rispetto allo stesso periodo del 2024.”Dazi, tagli ai finanziamenti, consumi e il pessimismo economico generale stanno mettendo a dura prova la forza lavoro delle aziende. Le aziende stanno spendendo meno, rallentando le assunzioni e inviando avvisi di licenziamento”, ha dichiarato Andrew Challenger, Vicepresidente Senior di Challenger, Gray & Christmas.Da inizio anno si sono registrati 696,309 licenziamenti (+80% rispetto allo stesso periodo del 2024).(Foto: Nik Shuliahin on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    Bankitalia: nel 2022 spesi 12 miliardi in strumenti di pagamento

    (Teleborsa) – Nel 2022, i costi complessivi sostenuti dalla collettivita` (cd. “costi netti complessivi” o “costo sociale”) per la produzione e l’accettazione degli strumenti di pagamento – contanti, assegni, bonifici, addebiti diretti e carte di pagamento – in Italia si stimano attorno a 12 miliardi di euro, pari allo 0,61% del PIL, con un risparmio di 0,1 punti percentuali di PIL rispetto alle precedenti indagini sul 2016 (0,73%) e sul 2009 (0,75%). È quanto emerge dal rapporto del Comitato Pagamenti Italia “Il costo sociale degli strumenti di pagamento in Italia. I risultati della terza indagine”, pubblicato oggi dalla Banca d’Italia. Il Rapporto illustra i risultati della terza indagine sul costo degli strumenti di pagamento in Italia, avviata nella seconda meta` del 2023 su dati del 2022, con l’obiettivo di aggiornare l’analisi di un settore chiamato ad affrontare crescenti pressioni concorrenziali e regolamentari. L’indagine – condotta nell’ambito del Comitato Pagamenti Italia – riguarda essenzialmente i costi complessivi di offerta e quelli di accettazione presso esercenti e imprese e ha coinvolto diversi stakeholder (prestatori di servizi di pagamento, imprese commerciali). Il costo complessivo sostenuto dagli intermediari e` stato pari a quasi 7 miliardi, con una crescita del 26% rispetto alla precedente indagine del 2016 a fronte, nel periodo intercorrente tra le due indagini, di un raddoppio del numero delle transazioni (+106%), trainato in particolare dai pagamenti con carte. Il costo per operazione si e` sensibilmente ridotto, da 1,01 a 0,62 euro (1,39 euro nel 2009). Questi andamenti riflettono il conseguimento di importanti economie di scala, oltre che i processi di innovazione digitale e di razionalizzazione che hanno interessato l’offerta degli strumenti di pagamento. La flessione dei costi unitari si registra per tutti gli strumenti considerati, con la sola eccezione dell’assegno, che sembra risentire di diseconomie di scala a fronte della riduzione dell’utilizzo. Al complessivo risparmio generato dalla flessione dei costi unitari ha contribuito anche il processo di sostituzione di operazioni tradizionali (es. allo sportello fisico) con quelle svolte attraverso canali telematici o digitali (es. home/mobile banking) la cui quota sul totale e` salita a oltre il 93% (da 83 e 74%, nel 2016 e nel 2009, rispettivamente). L’incidenza del costo degli strumenti cartacei (contante e assegni) su quello complessivo si e` ridotta al 31%, dal 41 del 2016, anche in relazione al minor peso sull’operativita` totale. Il confronto tra gli indicatori mostra come particolarmente elevati i costi unitari dei prelievi/versamenti di contante e degli assegni processati, pari a 2,44 e 5,28 euro, rispettivamente. L’addebito diretto si conferma lo strumento meno costoso (0,19 euro), seguito dalle carte di pagamento (0,46 euro) e dai bonifici (0,70 euro). Il costo di questi ultimi si differenzia in base alla tipologia di servizio (istantaneo o tradizionale) e dal canale utilizzato (remoto o fisico): per gli intermediari il bonifico istantaneo (0,66 euro) e` piu` costoso di quello tradizionale online (0,45 euro), ma entrambi sono molto meno costosi del bonifico effettuato presso la rete degli sportelli (2,11 euro). Il costo sostenuto dagli intermediari per i bonifici verso paesi situati fuori dalla Single Euro Payment Area – SEPA – e` quasi nove volte piu` elevato dei bonifici SEPA. La sostenibilita` economica dell’intero comparto resta garantita dalla redditivita` associata agli strumenti elettronici (soprattutto al segmento della “monetica”, ossia le carte), a fronte di una non sufficiente copertura dei costi degli strumenti tradizionali (contante e assegni). I risparmi indotti dalle economie di scala e di sostituzione dal lato dell’offerta dei servizi di pagamento si riflettono anche nella riduzione dei costi privati di accettazione presso imprese ed esercenti commerciali, soprattutto per quanto riguarda gli incassi tramite addebiti diretti e carte di pagamento; i costi unitari riferiti a questi strumenti registrano un’importante contrazione dei costi unitari rispetto alle precedenti indagini e nel confronto con i costi di accettazione del contante. LEGGI TUTTO

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    Ucraina, Putin a colloquio con Trump e il Papa: “No a pace immediata”

    (Teleborsa) – “Ho appena finito di parlare al telefono con il presidente russo Vladimir Putin. La chiamata è durata circa un’ora e 15 minuti. Abbiamo discusso dell’attacco agli aerei russi attraccati da parte dell’Ucraina e di vari altri attacchi perpetrati da entrambe le parti. È stata una buona conversazione, ma non una conversazione che porterà alla pace immediata”. È quanto ha fatto sapere Donald Trump, su Truth, al termine della telefonata con Putin.Una posizione, quella riguardante gli sviluppi della guerra in Ucraina, che il Cremlino, ha ulteriormente definito durante la giornata di ieri: nessuna tregua, nessun vertice con il “terrorista” Volodymyr Zelensky, nessun credito agli occidentali, che avrebbero aiutato Kiev ad attaccare la Russia sul suo suolo. Una linea ribadita da Putin anche nel colloquio con Leone XIV.A pochi giorni dalle trattative russo-ucraine di Istanbul, concluse senza esito e messe in ombra dal clamoroso blitz di Kiev contro le basi aeree nemiche in Siberia, Trump ha tentato per l’ennesima volta la via della diplomazia con una nuova telefonata a Putin. Ma la risposta del suo interlocutore non è stata conciliante. “Il presidente Putin ha affermato, con molta fermezza, che dovrà rispondere al recente attacco agli aeroporti” ha detto Trump. Il presidente americano – ha fatto sapere il Cremlino – ha assicurato a a Putin che non era stato informato dei piani di Kiev di attaccare domenica le basi aeree russe dove sono di stanza bombardieri strategici che fanno parte del sistema di deterrenza nucleare di Mosca. Il colloquio – ha sottolineato il Cremlino – è stato “positivo e produttivo”. I due leader – ha detto il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov – hanno concordato di continuare i contatti sull’Ucraina ai massimi livelli e attraverso altri canali.Nella telefonata con Papa Leone XIV, il presidente russo – fa sapere il Cremlino – “ha confermato il suo interesse a raggiungere la pace in Ucraina attraverso mezzi politici e diplomatici e ha sottolineato che per una risoluzione definitiva, equa e globale della crisi, è necessario eliminarne le cause profonde”. Putin ha affermato che “il regime di Kiev sta puntando sull’escalation del conflitto e sta attuando sabotaggi contro infrastrutture civili sul territorio russo”. Il presidente ha ricordato in particolare un attentato a un treno passeggeri nella notte tra sabato e domenica nella regione di Bryansk, che ha provocato 7 morti e oltre 100 feriti, tra i quali alcuni bambini. Si è trattato di un “attacco deliberato e mirato contro i civili condotto dalla parte ucraina, chiaramente classificato come terrorismo dal diritto internazionale”, ha affermato il capo del Cremlino. Putin ha “sottolineato che la parte russa sta adottando tutte le misure possibili per il ricongiungimento dei bambini con i loro familiari”. Un riferimento ai bambini ucraini che Kiev accusa Mosca di avere deportato in Russia. Le autorità russe affermano invece che essi sono stati evacuati dalle zone di combattimento e che sono consegnati ai genitori o ai tutori legali quando vengono rintracciati. La questione è stata negli ultimi anni al centro di due missioni compiute dal cardinale Matteo Zuppi a Mosca a nome di Papa Francesco. Putin ha inoltre “auspicato che la Santa Sede si adopererà più attivamente per difendere la libertà di religione in Ucraina”, riferendosi alla Chiesa ortodossa del Paese legata al Patriarcato di Mosca. Le autorità russe denunciano regolarmente misure discriminatorie e intimidatorie nei confronti di questa Chiesa, vista con sospetto dal governo ucraino come una sorta di quinta colonna russa. Per il Cremlino “la conversazione è stata costruttiva, entrambe le parti hanno espresso l’intenzione di proseguire i contatti”.”Confermo che nel pomeriggio di oggi c’è stata una conversazione telefonica tra Papa Leone XIV e il Presidente Putin” ha comunicato il direttore della Sala stampa vaticana Matteo Bruni. Nel corso della telefonata, oltre alle questioni di mutuo interesse è stata prestata particolare attenzione alla situazione in Ucraina e alla pace. Il Papa – fa sapere il Vaticano – ha fatto un appello affinché la Russia faccia un gesto che favorisca la pace, ha sottolineato l’importanza del dialogo per la realizzazione di contatti positivi tra le parti e cercare soluzioni al conflitto. “Si è parlato della situazione umanitaria, della necessità di favorire gli aiuti dove necessario, degli sforzi continui per lo scambio dei prigionieri e del valore del lavoro che in questo senso svolge il Cardinale Zuppi – ha spiegato ancora il portavoce vaticano –. Papa Leone ha fatto riferimento al Patriarca Kirill, ringraziando per gli auguri ricevuti all’inizio del suo pontificato e ha sottolineato come i comuni valori cristiani possano essere una luce che aiuti a cercare la pace, difendere la vita e cercare un’autentica libertà religiosa”. LEGGI TUTTO

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    Germania, ordini industria aprile +0,6% m/m

    (Teleborsa) – Calano meno delle attese gli ordinativiall’industria in Germania nel mese di aprile 2025. Secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica Destatis, si è registrato un aumento degli ordinativi dello 0,6% su base mensile, che segue il +3,4% del mese precedente (dato rivisto da +3,6%). Le attese degli analisti, dopo l’aumento del mese precedente, erano per una correzione pari a -1,5%. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente gli ordinativi risultano in aumento del 4,8% contro il precedente +3,7%.Nel dettaglio, gli ordini esteri sono diminuiti dello 0,3%, con i nuovi ordini dall’area dell’euro in aumento dello 0,5%, mentre i nuovi ordini provenienti da fuori l’area dell’euro sono diminuiti dello 0,9%. Gli ordini interni sono aumentati del 2,2%. LEGGI TUTTO

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    Ue, in procedura deficit Italia non richieste nuove misure

    (Teleborsa) – Nella procedura per deficit eccessivo aperta dall’Ue sull’Italia, la Commissione europea ritiene che per il Paese “non siano necessarie ulteriori misure”. E’ quanto si afferma nel Pacchetto di primavera del Semestre europeo. Medesimo il giudizio su Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia. Al Belgio si raccomanda un nuovo percorso correttivo. Per la Romania si raccomanda al Consiglio una decisione che stabilisca che “non ha adottato misure efficaci”. Per l’Austria, invece, si propone l’apertura di una procedura per deficit.Nel meccanismo di allerta l’Italia “continua a presentare squilibri” per vulnerabilità che “rimangono complessivamente rilevanti”.Nel Pacchetto la Commissione Ue raccomanda all’Italia per la “sostenibilità di bilancio” di “rendere il sistema fiscale più favorevole alla crescita, contrastando ulteriormente l’evasione fiscale, riducendo il cuneo fiscale sul lavoro e le restanti spese fiscali, comprese quelle relative all’imposta sul valore aggiunto e ai sussidi dannosi per l’ambiente, nonché aggiornando i valori catastali nell’ambito di una più ampia revisione delle politiche abitative, garantendo al contempo l’equità”. Dovrà “intensificare gli sforzi” per efficienza e efficacia della spesa pubblica.Tra le raccomandazioni anche quella di “rafforzare la spesa complessiva per la difesa e la prontezza operativa, in linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 6 marzo 2025″.Uno dei documenti che compongono il Pacchetto di primavera del Semestre europeo segnala che l’Italia è tra gli Stati membri dell’Ue più esposti ai rischi climatici. I costi annuali dei cambiamenti climatici per le infrastrutture in Italia sono elevati.Particolarmente vulnerabili le Pmi poiché gli eventi climatici hanno un impatto significativo sulla loro produttività e competitività”. LEGGI TUTTO