More stories

  • in

    Fed, Williams conferma la lotta dura contro l'inflazione

    (Teleborsa) – John Williams, il presidente della Fed di New York, non dà molte speranze ai mercati sulla politica monetaria. In un’intervista a Bloomberg, il governatore ha spiegato che l’inflazione è ancora “ostinatamente alta” e che la Federal Reserve aumenterà i tassi di interesse quanto necessario per controllare i prezzi. Williams ha riconosciuto che l’inflazione ha iniziato a rallentare, ma è convinto che i prezzi dovranno rallentare ulteriormente prima che la Fed allenti la manovra restrittiva. Il banchiere, stretto alleato di Powell, non sorprende quindi riprendendo il messaggio lanciato questa settimana dal capo della banca centrale americana dopo l’ultimo rialzo dei tassi. Mercoledì la Federal Reserve ha aumentato il suo tasso di interesse principale di mezzo punto percentuale, segnando il settimo aumento da marzo.Sul picco dei tassi, Williams ha detto che i suoi colleghi si aspettano che raggiunga il 5-5,5% l’anno prossimo. “I tassi di interesse reali devono essere ridotti e rimanere lì”, ha affermato chiarendo allo stesso tempo di non aspettarsi che il tasso a breve termine raggiunga il 6%, sebbene non lo escluda.Per quanto riguarda la Fed, il recente rapporto sull’Indice dei prezzi al consumo (CPI) ha dato nuova linfa ai mercati, con i rendimenti dei titoli di Stato che hanno registrato una tendenza al ribasso e sostenuto un contesto ampiamente positivo per gli asset di rischio. Tuttavia, “i commenti della Fed hanno rispecchiato un tono leggermente più falco del previsto” – dichiara Harry Richards, investment manager Fixed Income di Jupiter Asset Management – che aggiunge: “È emerso chiaramente che il Federal Open Market Committee (FOMC) sia consapevole del rallentamento dell’inflazione osservato recentemente. Tuttavia, necessita di maggiori garanzie che si tratti di una tendenza duratura e che l’inflazione sia effettivamente sulla strada giusta. Ha riconosciuto che i beni di consumo hanno già mostrato segni concreti di disinflazione e che la traiettoria dell’inflazione relativa agli immobili dovrebbe vedere presto un picco e infine un ritracciamento (basta guardare i dati attuali sugli affitti del mercato immobiliare statunitense)”.Tuttavia – continua Richards – si registra ancora incertezza per quanto riguarda la componente servizi dell’indice CPI, poiché è chiaramente molto più legata al mercato del lavoro, che su base “spot” appare ancora piuttosto forte. Il risultato è stato un rialzo di soli 50 pb invece degli incrementi di 75 pb visti nelle ultime quattro riunioni, ma è stato integrato da commenti da falco.In particolare, il FOMC ha sottolineato la necessità di fare ulteriori passi in avanti in termini di rialzi dei tassi e di mantenere la politica in territorio restrittivo per un certo periodo di tempo per garantire che la battaglia contro l’inflazione venga vinta. In base alla nostra analisi, continuiamo a ritenere che la Fed stia sopravvalutando l’effettiva forza del mercato del lavoro e, in ultima analisi, ci aspettiamo che i dati ufficiali sul lavoro si deteriorino in modo piuttosto significativo nel corso del prossimo anno. Le proiezioni del FOMC vedono già alcuni tagli nel ’24. Se il mercato del lavoro dovesse mostrare segni di indebolimento più consistenti nei prossimi mesi, si potrebbe prevedere un taglio anticipato, addirittura già nel secondo semestre del ’23. LEGGI TUTTO

  • in

    Benzinai, Pichetto: presto tavolo, gestori sospendano sciopero

    (Teleborsa) – Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, in relazione allo sciopero proclamato dalle organizzazioni di rappresentanza dei gestori carburanti della rete autostradale, annuncia “una rapida convocazione di un tavolo di lavoro in coordinamento con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al fine di esaminare le istanze poste alla base dell’agitazione dalla categoria e le problematiche relative al comparto”. Invita pertanto le organizzazioni sindacali, “in vista di tale impegno, a considerare l’opportunità della sospensione dell’attuale programma di chiusura degli impianti”.Terminerà alle ore 22.00 di questa sera lo sciopero di tre giorni proclamato dalle Organizzazioni di categoria dei Gestori delle aree di servizio autostradali -Faib, Fegica ed Anisa – “per squarciare il velo di silenzio e connivenze che da oltre 22 anni consente il perpetuarsi di un ‘sistema’ volto a sfruttare in modo indisturbato e ad esclusivi fini privati, l’abnorme ricchezza che solo un bene pubblico in concessione può generare, a tutto danno della collettività in generale e degli utenti di un servizio con standard qualitativi pessimi e prestato a prezzi ingiustificatamente fuori mercato”. È quanto si legge in una nota congiunta diffusa dalle tre sigle sindacali. Con il Ministero dei Trasporti, “allora come oggi e malgrado gli avvicendamenti susseguitisi nelle cariche politiche, come in quelle tecniche, a sorvegliare che nessuno osi disturbare il ‘manovratore’, in palese contraddizione con il mandato istituzionale sancito dalle leggi”. “L’inerzia ed il silenzio assoluto sul tema del Ministro Salvini – altrimenti loquace – anche di fronte alle circostanziate denunce che le piccole imprese di gestione si sono prese la responsabilità di mettere a sua disposizione, nonostante le fortissime pressioni di cui sono state fatte oggetto, non può che essere letto come un atto di complicità esplicita e copertura politica verso il ‘sistema’”. LEGGI TUTTO

  • in

    Fondi di investimento USA, Miranda: “Rischio effetti disastrosi per i risparmiatori italiani”

    (Teleborsa) – Una norma fiscale americana ha il potenziale di creare effetti disastrosi per i risparmiatori italiani che investono in fondi comuni di investimento di gestori italiani, che a loro volta hanno nel proprio portafoglio attività finanziarie emesse da “partnership” di diritto statunitense. Infatti, secondo le norme fiscali Usa, le partnership con uno o più soci stranieri, sono obbligate ad applicare una ritenuta del 37.5% sugli utili di competenza, e dunque non già distribuiti, del socio estero. Questo l’avvertimento lanciato dal presidente di ExportUSA, Lucio Miranda che consiglia ai risparmiatori italiani di controllare questo aspetto con il gestore del fondo italiano che segue le loro operazioni.Come mai tale criticità è emersa solo quest’anno?”La norma secondo la quale gli utili percepiti da un socio straniero di una partnership sono soggetti a una ritenuta d’acconto non è nuova ma è qualcosa che esiste da sempre. La novità è rappresentata dall’enfasi applicativa. Per l’anno fiscale 2021 abbiamo dovuto fare la richiesta di estensione alla deadline di presentazione del tax return di tutte le partnership che avevano all’interno un socio estero perché all’inizio dell’anno il fisco americano non aveva ancora pubblicato i regolamenti attuativi di questo nuovo capitolo riguardante le partnership. Nell’anno fiscale 2021 sono stati previsti due nuovi moduli da compilare in sede di dichiarazione redditi delle partnership che, quando uno o più soci non sono residenti fiscali americani, sono piuttosto complicati. E diventano ancor più complicati quando il socio della partnership americana è, a sua volta, una società trasparente estera: in questo caso entriamo, infatti, in un esercizio fiscale e contabile non da poco. L’enfasi dell’IRS, l’agenzia della riscossione americana, è sulle partnership che comprendono soci stranieri. Hanno probabilmente identificato questo ambito come uno di quelli in cui l’elusione o l’evasione è più alta che in altri, fatto sta che dall’anno fiscale 2021, con dichiarazione dei redditi da presentare quindi entro il 15 aprile 2022, le dichiarazioni dei redditi delle partnership americane con un socio estero sono diventate molto complicate a causa dell’introduzione di due moduli nuovi da compilare che richiedono molto lavoro a livello contabile: bisogna, infatti, allineare i dati contabili italiani ai principi contabili americani. Un procedimento che spesso non è semplicissimo come nel caso delle riserve non tassate che in America non esistono. Tra l’altro sono equiparate alle partnership tutte società trasparenti come ad esempio le LLC. La LLC è una società trasparente per cui quando ha più soci viene, di default, trattata come una partnership da parte del fisco americano. Se il socio non chiede di essere trattato altrimenti, la LLC rimane una partnership. Ci siamo accorti di questa problematica perché siamo stati contattati da parte di alcuni risparmiatori italiani che ci dicevano di aver comprato delle quote di un fondo di un gestore italiano e di aver ricevuto una lettera, da parte dello stesso gestore ricevuta a sua volta dal gestore americano, in cui si chiede di presentare entro due settimane l’ITIN (il numero fiscale per i non residenti ndr) , altrimenti sarebbero state detratte delle penali aggiuntive: il 37,5% di ritenuta d’acconto, un 10% di penale e il 26% netto frontiera da parte del fisco italiano. Un bagno di sangue”. Per ottenere l’ITIN quanto tempo ci vuole?”Prima del Covid per ottenere l’ITIN ci volevano da 4 a 6 settimane. Ora ci vogliono non meno di 8 settimane. Poiché è impossibile ottenere un ITIN in così poco tempo, il risultato netto è che il risparmiatore italiano si vede decurtare i frutti del proprio investimento con percentuali da esproprio.Come riuscire ad avere l’ITIN in tempo?”Nel caso di questi risparmiatori si può ovviare a questo problema: si può allegare la richiesta dell’ITIN alla dichiarazione dei redditi. In questo modo il fisco americano mentre evade la mia pratica mi assegna anche l’ITIN. Il problema è, tuttavia, che il gestore americano impone ai risparmiatori italiani di consegnare l’ITIN entro il 31 dicembre e la dichiarazione dei redditi non si può fare prima del 10-15″-A monte c’è un problema di poca trasparenza da parte dei gestori?”Non penso. Ritengo che anche i gestori italiani siano stati colti alla sprovvista da questa lettera, non ne erano al corrente prima. Per il gestore americano quella dell’ITIN non è una richiesta problematica e, pertanto, non ha sentito la necessità di dare un congruo preavviso. La verità è che il gestore americano, il gestore italiano e anche il legislatore non conoscono o non vivono la quotidianità di situazioni di questo tipo. Il gestore americano probabilmente neanche lo sa che per chiedere un ITIN ci vogliono 8 settimane”. Quali le conseguenze per i risparmiatori che si trovano in questa situazione?”Questi risparmiatori si trovano a dover pagare una ritenuta d’acconto del 37,5% più il 10% di penale e in Italia anche il 26% sul netto frontiera che, se viene estesa la norma del governo Meloni, dovrebbe scendere al 14% per tutto il 2023. L’altro problema è quello di dover fare la dichiarazione dei redditi in America. Il socio straniero di una partnership è, infatti, tenuto a fare la dichiarazione dei redditi in America anche se non ha tasse da pagare. Questo è un onere amministrativo e burocratico non da poco soprattutto per chi non ha investito grandi cifre e – per ottenere il rimborso delle tasse pagate in eccesso – si ritrova a dover richiedere l’ITIN e a fare la dichiarazione dei redditi. Può succedere di avere 50mila euro investiti in un fondo e di questi 10mila sono investiti in un ETF gestito da una partnership americana. Per il piccolo risparmiatore è una mazzata ingiustificata rispetto all’entità dell’investimento. Hanno fatto una norma orientata a diminuire elusione ed evasione senza pensare che avrebbero tirato dentro nella maglie strette di questa normativa anche piccoli risparmiatori”. LEGGI TUTTO

  • in

    Decentralizzazione trial clinici in Italia: allo studio intergruppo parlamentare su ricerca e sperimentazione clinica

    (Teleborsa) – Si è svolto a Roma, presso il Centro Studi Americani, l’evento “Trial clinici decentralizzati: tra etica e opportunità di sviluppo” promosso da Fondazione The Bridge con il patrocinio dell’Istituto Superiore della Sanità e Agenas – Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.Nel corso della giornata sono stati presentati i risultati del Gruppo di lavoro multidisciplinare che, partendo dallo studio delle best practices europee e internazionali, ha condotto un’analisi delle forme decentralizzate dei trial clinici, sia da un punto di vista normativo e logistico – cercando di comprendere le opportunità per il sistema Paese e per la cittadinanza, nonché ostacoli e fattibilità – sia, soprattutto, da un punto di vista etico, tenendo in dovuto conto la semplificazione delle procedure intervenuta durante l’emergenza pandemica.Inoltre, è stata rilanciata l’idea, accolta dai parlamentari presenti, di costituire un intergruppo parlamentare su ricerca e sperimentazione clinica.La pandemia ha permesso di constatare come, pur con le restrizioni integrate nella vita quotidiana, si sia riusciti a garantire continuità (sebbene a tratti con difficoltà ovvie) sia nell’erogazione delle cure e delle prestazioni che nella fornitura di medicinali e nei trattamenti dei pazienti arruolati nei trial. Risulta utile, allora, comprendere come procedimenti attuati in emergenza – o già in vigore in altri Paesi – possano essere resi più strutturali per favorire una maggior fluidità nell’ambito della ricerca clinica.I Decentralized Clinical Trials (DCT) rappresentano, da questo punto di vista, una svolta importante perché includono un utilizzo delle tecnologie digitali, collegamenti da remoto con il paziente, dispensazione e somministrazione delle terapie al domicilio o in contesti diversi dal centro di ricerca. Il risultato di questa analisi è poi confluito in un documento che fa il punto sulle possibili direttrici di fattibilità di protocolli decentralizzati nel nostro Paese, individuando criticità, opportunità e delineando una prima proposta di linee di indirizzo.”Abbiamo deciso di affrontare il tema delle forme decentralizzate dei trial clinici – ha dichiarato Rosaria Iardino, presidente di Fondazione The Bridge – poiché si tratta di un approccio che a livello internazionale è già ampiamente utilizzato. Crediamo che rappresenti una grande opportunità per il nostro Paese, che però ha bisogno di un sistema di regole che vanno definite con celerità se non vogliamo rimanere indietro rispetto ad altre realtà. Ci rivolgiamo dunque alla politica affinché sappia cogliere questo stimolo e sviluppi in Italia questa nuova modalità di ricerca clinica”.Il Gruppo di lavoro sui DCT – La giornata ha visto susseguirsi numerosi interventi, innanzitutto dei componenti del Gruppo di lavoro sui DCT. Chiara Crepaldi, ricercatrice Senior Centro Studi Fondazione The Bridge, ha approfondito in particolare lo scenario europeo in tema di DCT. Nella Tavola rotonda dal titolo “I procedimenti innovativi introdotti durante l’emergenza Covid – potenzialità e criticità emerse dal punto di vista del ricercatore e del sistema sanitario”, moderata da Carlo Maria Petrini dell’Istituto Superiore di Sanità, si sono confrontati Giuseppe Lauria Pinter dell’IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta”, Francesco Perrone, Istituto Tumori Pascale di Napoli e presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e Giuliano Rizzardini del Fatebenefratelli Sacco, di Milano. Eva Pesaro, vice presidente UNIAMO FIMR Onlus – Federazione Italiana Malattie Rare, ha analizzato quali possono essere le potenzialità e i rischi dal punto di vista del paziente. Damiano Fuschi dell’Università degli studi di Milano ha illustrato quali possono essere potenzialità e rischi in tema di privacy e le nuove frontiere della Blockchain. Monsignor Andrea Manto, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale Sanitaria e del Centro per la Pastorale della Famiglia della Diocesi di Roma – presidente della Fondazione Ut Vitam Habeant, ha analizzato il tema da un punto di vista etico, evidenziando alcuni capisaldi che non possono essere persi di vista, tra cui una attenta valutazione del rapporto tra rischi e benefici e l’opportunità di includere nei trial popolazioni sottorappresentate. Giacomo Lucchini, di Bcube, ha approfondito gli aspetti legati alla logistica e al delivery in campo sanitario, mentre Anna Maria Porrini, direttore medico di Roche Italia, ha illustrato il punto di vista di un promotore industriale sul tema della sperimentazione clinica. È inoltre intervenuto Francesco Gabbrielli, direttore Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha illustrato il Rapporto “DCT: nuovo approccio alla sperimentazione clinica per facilitare il paziente velocizzare la ricerca”. Successivamente Gualberto Gussoni, coordinatore scientifico Centro Studi Fondazione FADOI, ha Lanciato alcuni punti di riflessione, a partire dal report promosso da Fondazione Smith Kline e FADOI “Implementazione degli Studi Clinici Decentralizzati in Italia: perché e come?”. Entrambi i rapporti hanno rappresentato importanti documenti di partenza per il Gruppo di lavoro coordinato da Fondazione The Bridge.Il punto di vista della politica – La seconda parte della giornata è stata dedicata alla discussione con i rappresentanti delle istituzioni e della politica, che hanno accolto con favore la proposta emersa dal Gruppo di lavoro di costituire un intergruppo parlamentare su ricerca e sperimentazione clinica. “Abbiamo la grande responsabilità di mettere in campo tutte le condizioni necessarie per una strategia di ricerca di successo. In questo senso diventa importante anche dare vita a un intergruppo parlamentare sulla sperimentazione clinica, al fine di rompere e superare tutte quelle barriere che oggi fermano l’emanazione dei decreti attuativi e l’applicazione del regolamento europeo – ha dichiarato Fabrizio Sala, deputato di Forza Italia e componente della VI Commissione permanente Finanze –. Investire in ricerca clinica significa, infatti, investire in grandi opportunità per il nostro Paese. Da un lato, chiaramente, per i vantaggi che ne derivano in termini di nuove terapie per i pazienti, indispensabili per salvare vite. Dall’altra anche per il significativo effetto leva economico, ad esempio, in termini di competitività scientifica”.”Ci sono delle questioni rimaste ancora aperte e non ulteriormente rimandabili, come quella relativa ai comitati etici e all’applicazione delle indicazioni che ci arrivano dall’Europa. Attraverso un intergruppo – ha dichiarato Beatrice Lorenzin, senatrice del Partito Democratico – potremo lavorare sui decreti attuativi e portare nel dibattito politico le ragioni del mondo scientifico e della ricerca”.È, inoltre, intervenuta la senatrice della Lega Maria Cristina Cantù, vicepresidente della 10ª Commissione permanente Igiene e sanità del Senato, che ha evidenziato “la necessità di costruire un sistema europeo che preveda il finanziamento di soggetti portatori di interessi qualificati a tutela dell’utenza, per favorire verifiche oggettive dell’effettiva percezione di benessere derivante dall’innovazione e dalle terapie avanzate, in modo da supportare le istituzioni nella valutazione degli esiti e degli impieghi in posizione di terzietà ed autonomia rispetto alle fonti di finanziamento dalle aziende farmaceutiche. Occorre sviluppare – ha aggiunto – con competenze e conoscenze altamente specializzate la capacità istituzionale di interazione a livello europeo per orientare le fonti di finanziamento della ricerca traslazionale nei percorsi di ricerca maggiormente positivi per la salute dei pazienti”.Infine, Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della VI Commissione permanente Finanze, ha plaudito all’iniziativa di Fondazione The Bridge, assicurando il proprio sostegno alle proposte emerse dalla discussione che potranno garantire sempre più opportunità di cura per i cittadini e un maggiore sviluppo della ricerca clinica in Italia. LEGGI TUTTO

  • in

    Ucraina, UE dà il via alla nona serie di sanzioni nei confronti della Russia

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha accolto con favore l’adozione da parte del Consiglio del nono pacchetto di sanzioni che colpiscono duramente la Russia per la sua aggressione nei confronti dell’Ucraina. È la risposta al continuo inasprimento e alla guerra illegale che la Russia conduce contro l’Ucraina, in particolare al fatto che la Russia sta colpendo deliberatamente i civili e le infrastrutture civili nel tentativo di paralizzare il paese all’inizio dell’inverno.”Le sanzioni dell’UE nei confronti della Russia – spiega la Commissione UE in una nota – si stanno dimostrando efficaci. Minano la capacità della Russia di fabbricare nuove armi e riparare quelle esistenti e ostacolano il trasporto di materiali. Le implicazioni geopolitiche, economiche e finanziarie delle continue aggressioni della Russia contro l’Ucraina sono evidenti, in quanto la guerra ha perturbato i mercati mondiali dei prodotti di base, in particolare dei prodotti agroalimentari e dell’energia. L’UE continua ad adoperarsi affinché le sue sanzioni non si ripercuotano sulle esportazioni di energia e di prodotti agroalimentari dalla Russia verso paesi terzi. In quanto custode dei trattati dell’UE, la Commissione europea monitora l’applicazione delle sanzioni nell’insieme dell’UE. L’UE è unita e solidale con l’Ucraina e continuerà a sostenere l’Ucraina e il suo popolo insieme ai partner internazionali, anche attraverso un ulteriore sostegno politico, finanziario e umanitario”.Il pacchetto odierno si aggiunge al divieto totale di importazione di petrolio greggio russo trasportato per via marittima imposto dall’UE e al tetto globale sul prezzo del petrolio concordato con i partner del G7, entrambi applicabili a partire dal 5 dicembre.Ulteriori inserimenti nell’elenco – L’UE ha aggiunto quasi 200 persone ed entità al suo elenco delle persone sottoposte al congelamento dei loro beni. Tra gli altri figurano le forze armate russe, singoli ufficiali e società industriali nel settore della difesa, membri della Duma di Stato e del Consiglio federale, ministri, autorità che rappresentano la Russia nei territori occupati dell’Ucraina e partiti politici. L’elenco comprende figure di primo piano coinvolte negli attacchi missilistici brutali e deliberati della Russia contro i civili, nel rapimento di bambini ucraini condotti in Russia e nel furto di prodotti agricoli ucraini.Ulteriori divieti di esportazione dell’UE – Sono state introdotte nuove restrizioni all’esportazione sulle tecnologie avanzate e a duplice uso sensibili che contribuiscono alle capacità militari e al potenziamento tecnologico della Russia. Tra queste figurano motori per droni, attrezzatura per la mimetizzazione, attrezzature chimiche/biologiche supplementari, agenti chimici antisommossa e componenti elettronici supplementari trovati nei sistemi militari russi sul campo di battaglia. Le restrizioni all’esportazione più severe sono inoltre estese ad altre 168 entità russe strettamente collegate al complesso militare-industriale russo, nel tentativo di bloccare il loro accesso a tecnologie avanzate e a duplice uso sensibili. Il numero totale di entità sanzionate arriva a 410. “Tale decisione – sottolinea la Commissione Ue – è stata presa in stretta collaborazione con i nostri partner e comprende utilizzatori finali militari che operano in vari settori, tra cui l’aeronautica. I nuovi divieti di esportazione si estenderanno ad altri beni e tecnologie industriali, quali droni giocattolo/ad uso ricreativo, generatori complessi, computer portatili e componenti informatici, circuiti stampati, sistemi di radionavigazione, apparecchi di radiotelecomando, motori per aeromobili e parti di motori, apparecchi da ripresa e lenti. Con l’introduzione di divieti relativi ai servizi di ricerca di mercato e sondaggi di opinione, ai servizi tecnici di prova e analisi e ai servizi pubblicitari è stata ulteriormente ampliata la gamma di servizi alle imprese che non possono più essere forniti alla Russia”.Ulteriori divieti di transazione per le banche russe – Altre tre banche russe sono oggetto di sanzioni, che comprendono il divieto totale di effettuare operazioni per la Banca russa per lo sviluppo regionale al fine di paralizzare ulteriormente la macchina finanziaria di Putin.Ulteriori divieti relativi ai mezzi di informazione russi – Altri quattro canali russi sono oggetto di sanzioni nell’UE.Misure per impedire l’accesso della Russia ai droni – Le esportazioni dirette di motori per droni verso la Russia e le esportazioni verso paesi terzi, come l’Iran, dove vi è il sospetto che saranno utilizzati in Russia sono ora limitate.Misure economiche supplementari nei confronti dei settori energetico e minerario russi – Oltre al divieto, già in vigore, di investire nel settore energetico in Russia, saranno vietati anche nuovi investimenti dell’UE nel settore minerario russo, ad eccezione di alcune materie prime. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, S&P Global: settori terziario e manifatturiero peggiori delle attese a dicembre

    (Teleborsa) – Si contrae l’attività manifatturiera degli Stati Uniti nel mese di dicembre. La stima flash sull’indice PMI elaborato da S&P Global indica infatti un livello di 46,2 punti, in diminuzione dai 47,7 punti di novembre e atteso dagli analisti. L’indicatore si conferma quindi al di sotto la soglia chiave dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione. In calo anche l’indice del settore terziario, sempre nel mese di dicembre. La stima flash, sul PMI dei servizi, pubblicata da S&P Global, indica un valore di 44,4 punti, che si confronta con i 46,2 di novembre e contro i 46,8 del consensus. Il PMI composito si attesta così a 44,6 punti, dai 46,4 precedenti e rispetto ai 47 attesi. LEGGI TUTTO

  • in

    Veicoli commerciali, Unrae: “A novembre flessione del 18,1%. Si prevede chiusura 2022 in calo del 12,7%”

    (Teleborsa) – Si accentua la flessione del mercato dei veicoli commerciali che a novembre perde il 18,1% delle immatricolazioni, con 12.643 unita` (verso 15.443 dello stesso mese 2021), come evidenziato dalle stime del Centro Studi e Statistiche UNRAE. Nei primi 11 mesi dell’anno con 146.709 immatricolazioni il calo e` del 12,9% pari a una perdita di 21.600 veicoli rispetto a gennaio- novembre 2021. Anche il mese di dicembre dovrebbe registrare una flessione delle immatricolazioni, portando il totale 2022 a segnare un arretramento della domanda del 12,7% a 161.500 unita`. La prima parte del 2023 dovrebbe confermare un ulteriore ripiegamento del mercato, che poi dovrebbe tornare a crescere nel corso dell’anno, portando a stimare per l’intero 2023 circa 170mila veicoli, appena un 5,3% in piu` sul 2022, con un livello ben al di sotto di quello pre-Covid (188.600 unita` nel 2019). La struttura del mercato dei primi 10 mesi (con dati ancora suscettibili di leggeri aggiustamenti nei prossimi due mesi, a causa dei ritardi di immatricolazione), confrontata con lo stesso periodo 2021, evidenzia per i privati una perdita di 1/4 dei volumi, al 18,8% di quota (-3,0 p.p.), in linea anche il calo delle autoimmatricolazioni, al 4,8% del totale. In flessione le societa`, al 41,7% di quota (-1,6 p.p.), e il noleggio a breve termine, al 4,6% di share. Il noleggio a lungo termine si conferma l’unico canale in accelerazione (+11,3%), con una quota che arriva al 30,2% del totale (+6,4 punti). Dall’analisi delle motorizzazioni, in gennaio-ottobre il diesel scende al 76,0% di quota, cedendo 8,4 punti, il benzina continua a crescere, raggiungendo una share del 5,6% (+2,3 p.p.), il Gpl sale al 3% di quota, il metano riduce la rappresentativita` all’1,3%. I veicoli ibridi continuano a guadagnare terreno, all’11,2% di share (+5,3 p.p.), gli elettrici salgono al 2,4% delle preferenze. La CO2 media ponderata dei veicoli con ptt fino a 3,5 t nei primi 10 mesi scende del 7,2% a 181,2 g/Km (rispetto ai 195,2 g/Km dello stesso periodo 2021).L’UNRAE, nel corso della conferenza stampa che si e` svolta a Roma lo scorso 13 dicembre, ha evidenziato le proposte per una ripresa del mercato e per uno sviluppo accelerato della mobilita` urbana delle merci a zero o bassissime emissioni.”Abbiamo indirizzato al Governo le nostre proposte, che prevedono in primo luogo l’estensione dell’incentivo anche ad alimentazioni diverse dall’elettrico, compreso il diesel, a fronte di rottamazione e con importi decrescenti in funzione dell’alimentazione e della massa – afferma il presidente dell’UNRAE Michele Crisci –. È inoltre urgente predisporre una rete infrastrutturale per le ricariche elettriche, anche attraverso un credito di imposta al 50%, dal 2023 al 2025, per gli investimenti privati in ricariche fast superiori e 70 Kw. In quest’ambito e` necessario anche un preciso e puntuale cronoprogramma per stabilire sia obiettivi cogenti di numerosita` dei punti di ricarica pubblici, in bassa e alta potenza, per singola area geografica e tipologia di strada, sia la realizzazione di infrastrutture di ricarica sulla rete autostradale, in linea con la normativa europea Afir”. LEGGI TUTTO

  • in

    Russia, banca centrale lascia tassi fermi e avverte su rischi inflazione

    (Teleborsa) – Le aspettative di inflazione di famiglie e imprese, sostanzialmente invariate, “restano elevate”. Allo stesso tempo, “i rischi pro-inflazione sono aumentati e prevalgono sui rischi disinflazionistici”. Ciò è il risultato delle crescenti pressioni inflazionistiche dal mercato del lavoro, del peggioramento delle condizioni del commercio estero e di una politica fiscale più morbida”.Lo afferma la banca centrale russa motivando la decisione odierna di lasciare invariati i tassi di interesse, dopo il maxi rialzo al costo del denaro adoperato a inizio anno seguito poi da sei tagli consecutivi. I tassi restano così fermi al 7,5% per la seconda volta, ma la banca ha avvertito che i rischi inflazionistici stanno aumentando. I prezzi al consumo stanno crescendo a un “tasso moderato”, mentre la domanda dei consumatori è “contenuta”, ha spiegato la governatrice Elvira Nabiullina. LEGGI TUTTO