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    Germania, surplus bilancia commerciale sale a 21,1 miliardi a marzo

    (Teleborsa) – In aumento il surplus della bilancia commerciale tedesca. Nel mese di marzo 2025 si è registrato un surplus, corretto dagli effetti del calendario, pari a 21,1 miliardi di euro, rispetto all’attivo di 17,9 miliardi di febbraio. Il dato è superiore alle stime degli analisti che erano per un avanzo in salita fino a 19 miliardi.Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio Federale di Statistica (Destatis), le esportazioni sono salite dell’1,1% su base mensile, dopo il +1,8% registrato a febbraio e contro il +1% atteso dal mercato, mentre le importazioni hanno registrato un decremento dell’1,4% contro il +0,4% del consensus e il +0,5% precedente.(Foto: CHUTTERSNAP on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Germania, produzione industriale rimbalza più delle attese a marzo

    (Teleborsa) – Sale più delle attese la produzione industriale tedesca a marzo 2025. Secondo l’Ufficio di statistica tedesco Destatis, la produzione industriale ha evidenziato un incremento mensile del 3%, dopo il -1,3% di febbraio. Le stime degli analisti erano per una crescita dello 0,9%. Su base annua si evidenzia un calo dello 0,2% dal -4,1% del mese precedente. Il dato che esclude l’energia e le costruzioni registra un incremento del 3,6% su base mensile. La produzione di energia è scesa dell’1,8%. LEGGI TUTTO

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    UE, surplus commerciale con Ucraina aumenta a 18,3 miliardi di euro nel 2024

    (Teleborsa) – L’Unione europea nel 2024 ha esportato 42,8 miliardi di euro di merci in Ucraina e ne ha importate 24,5 miliardi di euro, con un conseguente surplus commerciale di 18,3 miliardi di euro. Lo rende noto l’Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea. Rispetto al 2023, si è registrato un aumento delle esportazioni e delle importazioni, rispettivamente, del 9,4% e del 7,0%.I principali prodotti esportati sono stati i combustibili minerali (6,8 miliardi di euro), i macchinari elettrici (4,3 miliardi di euro) e i macchinari (4,2 miliardi di euro). Rispetto al 2021, le esportazioni hanno registrato la crescita maggiore per i combustibili minerali (+4,1 miliardi di euro), poiché le precedenti importazioni di questi combustibili da Russia e Bielorussia sono diminuite e sono state in parte sostituite da importazioni dall’UE.I principali prodotti importati dall’Ucraina nel 2024 includevano prodotti agricoli come cereali, per un valore di 4,4 miliardi di euro, grassi e oli animali o vegetali (3,1 miliardi di euro) e semi oleosi e prodotti correlati (2,5 miliardi di euro). Rispetto al 2021, le importazioni di cereali sono aumentate di 2,7 miliardi di euro, quelle di grassi e oli animali o vegetali di 1,0 miliardi di euro e quelle di semi oleosi e prodotti correlati di 1,1 miliardi di euro.(Foto: Yehor Milohrodskyi su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    OEM automobilistici europei, Fitch: profitti in calo con turbolenze su dazi

    (Teleborsa) – La generazione di free cash flow (FCF) e la redditività degli original equipment manufacturer (OEM) di automobili europeidiminuiranno nel 2025 a causa delle turbolenze di mercato causate dai dazi dell’amministrazione Trump. Lo afferma Fitch Ratings in un nuovo rapporto sul tema, spiegando che questo fa seguito a un calo di pari entità nel 2024, causato da oneri di ristrutturazione, minore produzione e difficili condizioni di mercato in Cina.I dazi del 25% su tutte le automobili importate e su alcuni ricambi auto, imposti il ??26 marzo, rimangono in vigore, nonostante altri dazi annunciati siano stati rinviati di 90 giorni. Quest’ultima misura rappresenta un rischio significativo al ribasso per le case automobilistiche che esportano veicoli prodotti in Giappone, Corea e Germania negli Stati Uniti. Fitch prevede che i bilanci rimarranno solidi, come riflesso dalle posizioni di cassa nette, in particolare tra gli emittenti investment grade. Tuttavia, le pressioni negative sui rating sono aumentate per gli emittenti i cui profili di credito sono già compromessi da oneri di ristrutturazione, riduzione dei livelli di produzione e difficili condizioni di mercato in Cina, riducendo il margine di valutazione.Fitch prevede che sia i fornitori che le case automobilistiche condivideranno l’onere dei dazi più elevati. Molti fornitori cercheranno di trasferire i costi dei dazi alle case automobilistiche, che dovranno assorbirne la maggior parte attraverso aumenti di prezzo. LEGGI TUTTO

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    Edilizia e qualità del costruito: avviare una ‘rivoluzione’ che metta insieme sostenibilità ed economia

    (Teleborsa) – Serve una ‘rivoluzione’ che coniughi sostenibilità ed economia per vincere la sfida legata alla crescita del tessuto urbano e alla qualità del ‘costruito’. E’ questa la prima indicazione emersa a Milano da ‘ITC Construction Days 2025’, la prima conferenza nazionale dell’Istituto per le Tecnologie della Costruzione del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in collaborazione con AssimpredilAnce, cominciata oggi e che si concluderà il 9 maggio con la partecipazione di esperti e rappresentanti di categoria. Al centro delle assise il rapporto ricerca-produzione e i temi del cambiamento climatico, della digitalizzazione, dell’intelligenza artificiale, della transizione ecologica. “La ricerca – ha detto Massimo Clemente, direttore dell’ITC-CNR – deve dare risposte concrete a problemi oggettivi. Il problema della casa è molto sentito dai cittadini e dalle imprese che cercano nuovi campi di sviluppo. Dopo la stagione dei ‘superbonus’, la ricerca deve fare in modo che queste aspettative si traducano in miglioramento della qualità della vita; occorre rispondere ai grandi temi della casa e della qualità urbana” ha ancora affermato lo studioso che ha suggerito l’utilizzazione delle tecnologie ma, nello stesso tempo, l’attivazione “di processi di ascolto con le comunità” oltre che con “il sistema della produzione, delle istituzioni, della politica”.Emilio Fortunato Campana, direttore CNR-DIITET, ha evidenziato che “il 2% della superficie del mondo è occupato da città, il 50% della popolazione mondiale vive già nelle città e questo dato tende ad aumentare” aggiungendo che “le città consumano il 75% dell’energia e producono l’80% della CO2 nel mondo”. Quindi affrontare il tema della casa, delle città, del come la comunità umana si organizza per vivere insieme “rappresenta il cuore del futuro della sostenibilità del mondo”. Ma gli agglomerati urbani non sono uguali; quindi, occorre affrontare una questione complessa: “Le risposte possono venire dalle nuove tecnologie digitali, con l’intelligenza artificiale ma anche con la comprensione che la città è un sistema complesso che ha tanti sistemi e bisogna studiare questi sistemi separatamente, ma anche nelle loro interazioni”. Il riferimento è ai sistemi, al traffico, alla distribuzione delle risorse, al ciclo dei rifiuti, alla fruizione dei beni culturali, all’ambiente costruito, alla qualità dell’aria.Secondo Regina De Albertis, presidente Assimpredil Ance, “è fondamentale ripensare il nostro modo di vivere e ragionare per dare risposte concrete ai nuovi bisogni della popolazione”. “Le case devono essere tecnologicamente efficienti e flessibili – ha ancora detto – Noi abbiamo varato un ‘codice’ di condotta che si chiama ‘Cantiere Impatto Sostenibile’ che mette al centro la sostenibilità come linea-guida per l’attività delle nostre realtà che riguarda la fase di cantiere, fase fondamentale della nostra attività. Il tutto per giungere un prodotto edilizio che possa rispondere alle esigenze della popolazione. Ma il tutto deve avvenire in una logica di sostenibilità economica”.Paola Marone, presidente di Federcostruzioni, ha sottolineato che “oggi c’è enorme difficoltà all’accesso al bene casa in quanto ci sono costi che non risultano congrui con le disponibilità economiche”. “Stiamo lavorando – ha sostenuto – perché si mettano in campo misure di natura fiscale, urbanistica – attraverso un nuovo testo unico delle costruzioni – per far sì, anche con l’utilizzazione del capitale privato, che il bene casa diventi accessibile non solo in Italia ma in tutta Europa”. LEGGI TUTTO

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    Metano, IEA: quasi un terzo delle emissioni da settore dei combustibili fossili

    (Teleborsa) – Nel 2024 il settore dei combustibilifossili è stato responsabile di quasi un terzo delle emissioni di metano derivanti dall’attività umana. La produzione record di petrolio, gas e carbone, unita a limitati sforzi di mitigazione, ha mantenuto le emissioni al di sopra dei 120 milioni di tonnellate (Mt) all’anno. È quanto è emerso dal Global Methane Tracker 2025 pubblicato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA). La produzione e il consumo di bioenergia hanno ulteriori 20 Mt di metano, in gran parte derivanti dalla combustione incompleta della biomassa tradizionale utilizzata per cucinare e riscaldare nelle economie in via di sviluppo.Lo studio ha confermato che anche i settori dell’agricoltura e dei rifiuti sono importanti fonti di emissioni di metano, ma ha evidenziato che il potenziale maggiore per la riduzione immediata delle emissioni è quello dell’approvvigionamento di combustibili fossili. “Soluzioni che riducono le emissioni di metano da combustibili fossili quasi a zero esistono già e potrebbero essere implementate oggi a costi minimi, o addirittura negativi – si legge nel rapporto dell’IEA –. Stimiamo che circa il 5% della produzione globale di petrolio e gas soddisfi attualmente uno standard di emissioni prossime allo zero (quasi 3 milioni di barili al giorno di petrolio e 130 miliardi di metri cubi di gas naturale)”. Pur riconoscendo la crescita dell’impegno di molti attori per ridurre le emissioni di metano, l’Agenzia ha però rilevato che “finora pochi paesi o aziende hanno formulato piani di attuazione concreti per questi impegni, e ancora meno hanno dimostrato riduzioni delle emissioni verificabili”.”Il Global Methane Tracker 2025 dell’IEA ha rivelato che nel 2024, a causa delle operazioni del settore dei combustibili fossili, sono stati dispersi 120 milioni di tonnellate di metano, un volume equivalente all’intero fabbisogno annuale di gas residenziale dell’UE. Questo evidenzia l’inefficienza e i rischi legati alle attuali catene di approvvigionamento energetico a livello globale”, ha commentato l’organizzazione ambientalista Environmental Defense Fund Europe.”Per l’Italia, ridurre le emissioni di metano e migliorare l’efficienza energetica sono obiettivi urgenti, soprattutto in un contesto di crescente incertezza sulla sicurezza energetica e dipendenza da partner inaffidabili – ha aggiunto –. Per questo, il regolamento europeo sul metano rappresenta un’opportunità concreta per l’Italia di rispondere a una sfida cruciale, stabilendo regole chiare per la misurazione, il reporting e la verifica delle emissioni. Adottare questi standard non solo aiuterà a ridurre i rischi, ma favorirà anche l’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate, migliorando la qualità dei dati sulle emissioni”.”Inoltre, se l’Italia vuole essere un hub energetico e un leader nella transizione energetica senza compromettere la propria sicurezza energetica, ha bisogno di un quadro normativo stabile e di politiche mirate per rafforzare l’indipendenza energetica, sostenere la competitività dell’industria nazionale e contribuire attivamente alla decarbonizzazione europea”, ha concluso l’organizzazione ambientalista. LEGGI TUTTO

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    RearmEu, Giorgetti: prematuro valutazione impatto su finanza pubblica

    (Teleborsa) – Il ministro dell’Economia, GiancarloGiorgetti, ha dichiarato che “appare al momento prematura ogni valutazione sui saldi di finanza pubblica del piano RearmEu”. Nel corso di un question time alla Camera il ministro ha ricordato che “ogni ipotesi di utilizzo di risorse nazionali è, per quanto riguarda la Repubblica Italiana, al momento in attesa delle decisioni che eventualmente saranno assunte al vertice Nato di giugno”. “Allo stato attuale – ha aggiunto – il governo ha esclusivamente confermato la volontà di rispettare il livello della spesa per la difesa pari al 2% Pil concordato a livello Nato”.Giorgetti ha sottolineato comunque che l’attivazione della clausola di salvaguardia del Patto per le spese militari sarebbe “un ulteriore indebitamento nazionale che andrebbe a peggiorare la situazione fiscale del Paese” e che non ci sarà nessun uso automatico del risparmio dei privati cittadini per finanziare il piano di riarmo europeo. “La Commissione – ha spiegato il ministro – ritiene che tramite la realizzazione di una autentica ed efficiente unione dei risparmi e degli investimenti, che consenta l’efficiente allocazione anche su base transfrontaliera dei capitali disponibili, sarebbe possibile mobilitare risorse private verso forme di investimento che supportino gli obiettivi strategici della UE, tra i quali il rafforzamento dei sistemi di difesa”. “Tale canalizzazione – ha aggiunto – avverrebbe su base volontaria mediante la possibilità di usufruire di una più vasta gamma di opzioni di impiego in seguito a consapevoli ed informate scelte di investimento dei singoli risparmiatori e quindi escludendosi qualsiasi automatismo paventato dagli interroganti”.Il ministro ha poi fatto sapere che “le modalità previste per la quantificazione delle risorse necessarie per i LEP e per la definizione dei meccanismi perequativi” sono una “tematica riguardante il disegno di legge delega sui Livelli Essenziali delle Prestazioni che sarà approvato a breve dal Consiglio dei ministri”. In ambito fiscale, Giorgetti ha dichiarato che “il governo sta ultimando i lavori finalizzati al completamento dei testi unici ancora in via di definizione, i quali nelle prossime settimane saranno portati all’attenzione del Consiglio dei ministri per il prosieguo dell’iter, nel pieno rispetto dei termini legislativi previsti”. Quanto alla digital tax, dopo l’imposta introdotta in Italia, “noi siamo orientati al lavorare soprattutto in sede internazionale”, ha sottolineato il ministro. LEGGI TUTTO

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    Rinnovabili, Asterion entra nel capitale di Revalue Energies

    (Teleborsa) – Asterion Industrial Partners, società spagnola di gestione di investimenti specializzata in infrastrutture per il mid-market europeo, è entrata nel capitale di Revalue Energies, piattaforma attiva nello sviluppo, costruzione e gestione di impianti nel settore delle energie rinnovabili in Italia.L’investimento di Asterion, di cui non sono stati divulgati i dettagli finanziari, conferisce a Revalue una capacità finanziaria permettendole di accelerare in modo significativo i propri obiettivi di sviluppo e di affermarsi tra i principali operatori IPP (Independent Power Producer) in Italia, con una visione di espansione verso altri mercati europei.Asterion Industrial Partners ha una presenza consolidata in Italia attraverso le società in portafoglio, tra cui Revalue e altre quattro realtà con sede nel Paese: Sorgenia, Retelit, Samso e 2i Aeroporti.”In qualità di investitore specializzato in infrastrutture per il mid-market europeo, riteniamo che l’Italia rappresenti un mercato di grande interesse – ha detto Guido Mitrani, Founding Partner di Asterion Industrial Partners – Le opportunità di investimento privato per modernizzare le infrastrutture, la priorità che il Paese attribuisce alle infrastrutture verdi – tra cui le reti di energia rinnovabile, le smart cities, i sistemi di trasporto sostenibile – e il suo solido tessuto industriale e ingegneristico, costituiscono una base ideale per partnership strategiche su progetti infrastrutturali di ampia portata”.Attualmente, Revalue Energies sta sviluppando 2,7 GW di impianti solari, eolici e sistemi di accumulo. Inoltre, nei prossimi 12 mesi completerà la costruzione di circa 40 MW di progetti assegnati tramite asta FER, con tariffa garantita per 20 anni.(Foto: Sungrow EMEA su Unsplash) LEGGI TUTTO