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    USA, inflazione accelera al +2,7% su anno a giugno. Dato core sotto le attese

    (Teleborsa) – L’inflazione negli Stati Uniti è risultata mista rispetto alle attese degli analisti. Secondo il Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, i prezzi al consumo hanno registrato, nel mese di giugno 2025, un aumento dello 0,3% su base mensile, dopo il +0,1% del mese precedente e contro il +0,3% atteso dagli analisti.L’indice relativo all’alloggio è aumentato dello 0,2% a giugno, rappresentando il fattore principale dell’aumento mensile di tutte le voci. L’indice dell’energia è aumentato dello 0,9% a giugno, con l’indice della benzina in crescita dell’1,0% nel mese. L’indice relativo ai prodotti alimentari è aumentato dello 0,3%, con l’indice relativo al cibo consumato a casa in crescita dello 0,3% e l’indice relativo al cibo consumato fuori casa in crescita dello 0,4% a giugno.Su base annua, la crescita dell’inflazione è stata del 2,7%, in salita rispetto al 2,4% del mese precedente, più di quanto atteso dal consensus (+2,6%).L’indice energetico è diminuito dello 0,8% nei 12 mesi terminati a giugno. L’indice alimentare è aumentato del 3,0% nell’ultimo anno.Il “core” rate, ossia l’indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili quali cibo ed energia, più osservato dalla Fed, ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile, (+0,3% stimato dal mercato), dopo il +0,1% del mese precedente. La crescita tendenziale si attesta al +2,9%, sotto il 3% del consensus e dopo il +2,8% rilevato a maggio. LEGGI TUTTO

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    Enac lancia la nuova dashboard interattiva: “Tutti i dati del traffico aereo a portata di clic”

    (Teleborsa) – Enac inaugura una nuova era di open data con il lancio della dashboard interattiva sui dati di traffico aereo, a partire dal 2001, disponibile da oggi sul sito istituzionale dell’Ente. Uno strumento – fa sapere l’Enac in una nota – pensato per cittadini, operatori e ricercatori, che consente di consultare i dati del traffico aereo, sia quelli storici, sia quelli in tempo reale: numeri su passeggeri, cargo e movimenti degli aeromobili relativi a tutti gli aeroporti italiani aperti al traffico commerciale.”La nuova dashboard non è solo uno strumento tecnico, ma si inserisce nel più ampio percorso di digitalizzazione e semplificazione dei processi delle Pubbliche Amministrazioni. Attraverso la dashboard interattiva, l’Enac non solo fornisce un servizio di pubblica utilità, ma riafferma il proprio impegno verso la cultura dell’open data e la trasparenza, pilastri di un’amministrazione moderna, efficiente e al servizio della collettività – spiega il presidente Enac Pierluigi Di Palma –. È un ulteriore passo verso un’amministrazione vicina ai cittadini, aperta e inclusiva”.L’interfaccia è semplice e immediata: basta un clic sulla sezione “Aeroporti/Statistiche” del sito istituzionale per accedere a una piattaforma avanzata che permette di creare contenuti personalizzati con dati storici (dal 2001) e in tempo reale (aggiornati al meseprecedente), selezionare periodi specifici e scaricare i dati in formato excel, utili per elaborazioni approfondite. Tutto questo con aggiornamenti che garantiscono agli utenti di poter fare analisi in modo rapido e autonomo, basate su dati ufficiali e verificati.Sono già in cantiere nuovi sviluppi, – si legge nella nota – tra cui una versione in inglese e funzioni accessibili per utenti ipovedenti, dislessici e daltonici. LEGGI TUTTO

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    Dazi: in serata scambio Sefcovic-Greer, tecnici Ue in Usa

    (Teleborsa) – Il commissario Ue per il Commercio, Maros Sefcovic, ha avuto ieri una chiamata con l’omologo americano Howard Lutnik e questa sera sentirà il rappresentante Jamieson Greer. Intanto, il team tecnico Ue è diretto a Washington in queste ore, secondo un portavoce della Commissione europea, ribadendo che “il dialogo” tra le due sponde dell’Atlantico “prosegue”. E dalla Francia arrivano le parole del ministro per gli Affari europei e gli Affari esteri: “La minaccia degli Stati Uniti di applicare dazi doganali del 30% all’Unione Europea è un metodo scorretto che sembra un ricatto e non è all’altezza delle relazioni tra gli Usa e l’Ue. Ricordiamo che tali dazi doganali ridurrebbero drasticamente il potere d’acquisto della classe media americana, che sarebbe la prima vittima di una tale decisione”, ha detto Jean-Noël Barrot a Bruxelles.”Ricordiamo – ha aggiunto – che l’economia americana ha un bisogno vitale dell’economia europea per funzionare e che le grandi aziende digitali realizzano il 25% dei loro ricavi in Europa. Inoltre, l’eurozona finanzia l’economia e il deficit pubblico americano per un importo pari a 3.000 miliardi di euro al netto degli investimenti americani in Europa”.I dazi imposti dall’amministrazione Trump, se confermati e se resteranno in vigore per un periodo prolungato, “pongono ulteriori rischi per la stabilità finanziaria nell’Ue” con più imprese insolventi, la possibilità di correzioni brusche dei mercati e implicazioni per i bilanci delle banche: l’allarme arriva dal rapporto 2024 del Comitato europeo per i rischi sistemici (Esrb). Il Comitato che fa capo alla Bce, creato nel 2010 durante la grande crisi finanziaria, pone in cima alla classifica dei rischi sistemici, denotandoli come “gravi”, una situazione di “stress di bilancio” per le imprese e “una correzione disordinata dei mercati” innescata da “rischi geopolitici e macroeconomici”. LEGGI TUTTO

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    Frodi creditizie: nel 2024 l’importo medio supera i 4.800 euro (+3,2%)

    (Teleborsa) – Le frodi creditizie basate sul furto di identità continuano purtroppo a rappresentare una minaccia significativa e in costante evoluzione nel mondo finanziario, con un impatto particolarmente rilevante nel settore del credito al consumo. L’ultima analisi dell’Osservatorio CRIF – Mister Credit sulle Frodi Creditizie evidenzia come nel 2024 in Italia siano stati registrati quasi 31mila casi, con un importo medio per frode superiore a 4.800 euro e un valore economico complessivo che sfiora i 150 milioni di euro. Rispetto al 2023 cresce l’importo medio frodato (+3,2%), mentre il valore complessivo dei danni causati rimane pressoché stabile, nonostante il leggero calo del numero di frodi rilevate (-4,6%), a conferma di una tendenza verso danni economici medi sempre più rilevanti.”La piccola contrazione dei casi di frodi non deve far abbassare la guardia perché la crescita dell’importo medio fa capire come i frodatori stiano affinando le loro tecniche, sfruttando tecnologie avanzate per aggirare i controlli di sicurezza e raggiungere fraudolentemente un valore economico sempre maggiore. Per contrastare efficacemente questo fenomeno, è indispensabile adottare un approccio integrato che combini strumenti tecnologici di prevenzione con programmi di educazione finanziaria e digitale, rivolti sia ai consumatori che agli operatori del settore” afferma Beatrice Rubini, executive director della linea Mister Credit di CRIF.”I player finanziari necessitano di sistemi di prevenzione costantemente all’avanguardia, che siano in grado di intercettare tentativi di frode che diventano ogni giorno più sofisticati, anche in conseguenza dello sviluppo dei canali digitali. L’utilizzo di tecnologie come l’Intelligenza Artificiale e i big data analytics, guidate da competenze specializzate, consentono di migliorare costantemente la capacità predittiva degli strumenti antifrode, garantendo al contempo una customer experience fluida come richiedono i clienti finali e in linea con le best practice dei processi di digital onboarding e lending” commenta Simone Capecchi, executive director di CRIF.Le caratteristiche delle frodi Nel 2024 l’Osservatorio CRIF – Mister Credit rileva una netta diminuzione dei casi di frode di piccolo importo: le frodi sotto i 1.500 euro rappresentano il 20,2% del totale, in calo del 30% rispetto all’anno precedente. Una tendenza che indica come i criminali mirino a valori sempre più consistenti. Infatti, crescono i casi nella fascia 1.500-3mila euro (+11,3%) e, soprattutto, si registra quasi un raddoppio (+92,7%) dei casi tra i 3mila e i 5mila euro, che giungono a rappresentare il 15,2% del totale. Al contrario, le frodi tra i 5mila e i 10mila euro sono in lieve calo (-6,2%), mentre aumentano sensibilmente anche quelle oltre i 10mila euro (+29,4%), a conferma di una polarizzazione verso importi medi e medio-alti. Solo le frodi sopra i 20mila euro mostrano una flessione (-12,1%), segno che i colpi più eclatanti restano meno frequenti, ma le perdite complessive restano ingenti.Le tipologie di finanziamento oggetto di frode: crescono di più i prestiti personaliIl prestito finalizzato si conferma la forma di finanziamento più colpita, anche se la sua incidenza continua a ridursi (34,4% dei casi, -23,8% rispetto al 2023). Tuttavia, l’importo medio delle frodi su prestiti finalizzati cresce in modo significativo (+16,7%), attestandosi a quasi 7mila euro. In forte crescita i casi di frode su prestiti personali (+65,9%), che ora rappresentano oltre un quarto del totale e hanno un importo medio superiore ai 16.600 euro, segno che i frodatori cercano prodotti finanziari più flessibili. Le frodi su carte di credito, incluse le revolving, sono in calo (-11,2%), mentre si conferma la crescita delle truffe legate alle formule “Buy Now, Pay Later” (BNPL) che, pur restando residuali (5,7% del totale), riflettono il boom dell’e-commerce e la sua maggiore esposizione ai rischi digitali.I beni acquistati con un finanziamento fraudolento: oltre il 10% riguardano spese per la casaGuardando ai beni acquistati tramite frode, gli elettrodomestici si confermano la categoria più colpita (28,7% dei casi) – una quota rilevante riguarda il comparto auto-moto (9,6%), elettronica/informatica/telefonia (5,4%), l’arredamento (5,2%) e immobili/ristrutturazione (5,0%) – per cui complessivamente le spese per la casa arrivano al 10,2%. Rispetto al 2023 si registra una sostanziale crescita delle frodi per la tipologia consumi (+64%), che includono anche abbigliamento sportivo e beni di lusso, e quelle sugli elettrodomestici (+8,7%). Al contrario, si registra una contrazione delle frodi su auto/moto (-14,6%), spese per la salute (-15%) e arredamento (-6%). Da segnalare il forte aumento delle frodi sulle spese professionali (+51,5%), che comprendono l’avvio di attività, corsi e formazione: un segnale che i frodatori stanno diversificando i propri obiettivi, puntando anche su segmenti meno tradizionali.Profilo delle vittime e mappa delle frodi in ItaliaLa maggioranza delle vittime continua a essere rappresentata dagli uomini, che costituiscono il 64,9% del totale. In lieve diminuzione invece i casi che colpiscono le donne (-3,6% rispetto al 2023), segno che il fenomeno, pur restando trasversale, tende a colpire maggiormente la componente maschile della popolazione. Analizzando la distribuzione per fasce d’età, i 41-50enni rimangono la fascia più colpita (22,1%), seguiti dai 31-40enni (20,7%). Tuttavia, il segmento che registra il maggior incremento percentuale è quello dei 51-60 anni (+2,2%), mentre diminuiscono i casi tra gli under 30 (-1,6%). Se osserviamo l’incidenza delle frodi rispetto al credito effettivamente erogato, sono i giovani tra i 18 e i 40 anni a risultare più vulnerabili, mentre gli over 50, pur beneficiando di un accesso al credito più ampio, mostrano una minore incidenza di frodi, a conferma di comportamenti generalmente più prudenti.A livello territoriale, Lombardia, Campania, Sicilia e Lazio si confermano le regioni con il maggior numero di casi, seguite da Puglia e Piemonte. La Lombardia, in particolare, registra una crescita significativa (+6,3%), consolidando la sua posizione di regione più colpita, mentre la Campania supera la Sicilia grazie a un incremento dell’1,9%. Le Marche si distinguono per il maggiore aumento percentuale (+28,9%), pur rappresentando ancora una quota limitata del totale, mentre Emilia-Romagna (+20,9%) e Umbria (+9,7%) mostrano anch’esse un trend in crescita. Al contrario, Valle d’Aosta, Basilicata e Calabria vedono una netta diminuzione dei casi, con cali superiori al 15%.Tempi di scoperta delle frodi da parte dei consumatori In linea con il trend iniziato lo scorso anno, i tempi di scoperta delle frodi si stanno polarizzando: i casi scoperti nei primi 6 mesi superano il 40%, mentre quelli entro l’anno sono in calo del -28,9% rispetto al 2023. In generale i tempi di scoperta più lunghi subiscono un aumento, infatti il 22,9% dei casi analizzati viene scoperto dopo 3 anni, di questi il 17,2% addirittura dopo oltre 5 anni.Analizzando per tipologia di prodotto è interessante evidenziare come i mutui abbiano dei tempi di scoperta particolarmente più lunghi; infatti, quasi la totalità dei casi viene scoperta dopo oltre 5 anni dal momento della richiesta.Al contrario, le frodi su carte di credito, BNPL e leasing auto hanno dei tempi di scoperta molto più ridotti; infatti, 3 casi su 4 emergono entro un anno dal momento della richiesta; a seguire prestiti personali e finalizzati, entrambi con oltre il 60% dei casi scoperto entro i 12 mesi.”Il quadro che emerge dal nostro osservatorio – conclude Rubini – evidenzia come il fenomeno delle frodi creditizie sia in costante evoluzione, non solo nei numeri ma anche nella scelta degli strumenti finanziari colpiti. Nell’ultimo anno l’attenzione dei frodatori si è concentrata sempre più sui prestiti personali, un canale percepito come più accessibile e potenzialmente redditizio. Questa tendenza, unita all’aumento dell’importo medio frodato e alla lieve contrazione dei casi totali, suggerisce un cambiamento nelle dinamiche operative delle frodi: meno episodi, ma più selezionati e ad alto impatto. La maggiore concentrazione di frodi a danno di questa tipologia di finanziamento evidenzia la necessità di affinare continuamente le strategie di monitoraggio per anticipare e prevenire le modalità di attacco criminale”. LEGGI TUTTO

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    Fondo Renaio, finanziamento di 33 milioni di euro da Cherry Bank con garanzia SACE

    (Teleborsa) – Cherry Bank, banca specializzata nei segmenti retail, corporate e wealth management, e attiva negli NPL, nelle special situations e nei crediti fiscali, ha concluso un’operazione di finanziamento per sostenere la crescita nel mercato italiano di Renaio Infrastrukturfonds SICAV RAIF, fondo di investimento alternativo aperto (FIA).La banca, in qualità di arranger e sole underwriter, ha erogato due linee di credito per un importo complessivo di 33 milioni di euro a favore di Renaio Hydro Italia (RHI), società veicolo controllata al 100%. Le linee di credito sono state utilizzate, assieme all’investimento del fondo pari a 8 milioni di euro, per supportare il piano di espansione del fondo nel settore idroelettrico tramite l’acquisto di due impianti idroelettrici che hanno una capacità installata complessiva pari a 6,1MW. Il finanziamento è assistito dalla garanzia SACE Growth; una linea di credito è stata impiegata per il rifinanziamento dell’esposizione finanziaria di RHI.”Siamo orgogliosi di aver affiancato un player internazionale come Renaio Infrastrukturfonds SICAV RAIF in un’operazione che unisce crescita industriale e transizione energetica – ha dichiarato Giovanni Bossi, AD di Cherry Bank – Questo finanziamento, articolato e strategicamente strutturato, conferma la capacità di Cherry Bank di interpretare con competenza e visione le esigenze di investimento di lungo periodo, contribuendo allo sviluppo di asset sostenibili e alla modernizzazione dell’infrastruttura energetica del Paese”. LEGGI TUTTO

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    Contratto Nazionale Bancari: firmato testo finale con riduzione orario part time

    (Teleborsa) – È stato sottoscritto dalla Fabi e dalle altre organizzazioni sindacali First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin con l’Abi l’accordo per il testo coordinato relativo al contratto collettivo nazionale di lavoro dei 300mila lavoratori bancari italiani, rinnovato il 23 novembre 2023. Si tratta di un passaggio tecnico, ma che rende pienamente operative tutte le novità previste dal rinnovo del 23 novembre 2023, in vigore fino al 31 marzo 2026. È stata inoltre definita, con una lettera inviata dall’Abi alle organizzazioni sindacali, firmata dai segretari generali, la norma che riguarda la riduzione dell’orario di lavoro per i dipendenti part-time. Il nuovo contratto collettivo aveva portato, per i lavoratori a tempo pieno, da 37 ore e 30 minuti a 37 ore l’orario settimanale, pari a mezz’ora in meno per settimana a partire dal primo luglio 2024. Per i “part-time”, la riduzione verrà riconosciuta, dal primo gennaio 2026, con un aumento dello stipendio, cioè con un ricalcolo, su base individuale, del trattamento economico (paga oraria) spettante per l’orario pattuito ridotto; durante il periodo transitorio, erano stati riconosciuti permessi retribuiti proporzionali alla mancata riduzione di orario. Per quanto riguarda il lavoro straordinario, verrà modificata, sempre dal primo gennaio 2026, la paga oraria – sempre per tener conto della riduzione dell’orario di lavoro – con la seguente formula: 1/360 della retribuzione annua per ogni giornata diviso 7,4 (e non piu’ 7,5). Con quell’accordo del 2023 era stato concordato un aumento medio mensile della retribuzione pari aa 435 euro medi mensili. Finora, con tre distinte tranche, è stato già riconosciuto, in busta paga, il 92% dell’aumento; l’ultima tranche, da 35 euro, verrà corrisposta con la retribuzione di marzo 2026. “Con la firma di oggi completiamo un contratto nazionale che definire storico non è retorica, ma un dato di fatto. Dopo la firma del 23 novembre 2023, che ha rappresentato un punto di svolta per tutele, retribuzioni e orari di lavoro, il testo coordinato sottoscritto segna il pieno compimento di un percorso che dà finalmente riconoscimento economico anche ai lavoratori part-time, troppo spesso dimenticati nei grandi accordi di categoria. Abbiamo preteso – e ottenuto – che la riduzione dell’orario settimanale valesse anche per loro, non in forma di permessi o bonus, ma con un adeguamento retributivo reale, visibile in busta paga. È una scelta di giustizia sindacale, ma anche un segnale politico, perchè non esistono lavoratori di serie B. Oggi consolidiamo ancora una volta l’equilibrio tra qualità delle relazioni industriali e rispetto dei diritti. E si rafforza la contrattazione collettiva: il contratto nazionale non solo tiene, ma cresce e si irrobustisce. Il nostro impegno, ora, è portare a termine, con successo, anche il rinnovo del contratto dei dirigenti”, commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. LEGGI TUTTO

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    Cina, produzione industriale in crescita del 6,8% sopra le attese

    (Teleborsa) – Segnali positivi giungono da alcuni importanti datimacro cinesi pubblicati stamattina, che indicano – in particolare – una crescita superiore alle attese del PIL nei primi tre mesi dell’anno, così come la produzione industriale che è risultata superiore alle aspettative.Secondo i dati del Bureau of Statistics cinese, la produzione industriale è infatti cresciuta del 6,8% su base annua a giugno 2025, più del mese precedente (+5,8%) e del consensus (+5,6%). La crescita da inizio anno si assesta così al 6,4%, sopra il 6,3% del mese precedente.Fanno peggio delle aspettative le vendite al dettaglio. I consumi, infatti, registrano a giugno un incremento del 4,8% su base annua dopo il +6,4% rilevato a maggio, mentre le stime del mercato erano per una crescita del 5,2%. Dall’inizio dell’anno, le vendite sono salite del 4,02%, in decelerazione rispetto al +4,06% del periodo precedente.Il tasso di disoccupazione infine è rimasto stabile al 5%, in linea con le attese. LEGGI TUTTO

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    Cina, crescita PIL secondo trimestre batte le attese al +1,1% t/t

    (Teleborsa) – Nel secondo trimestre del 2025 la Cina è crescita a un tasso superiore a quello atteso dagli analisti. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, l’economia cinese ha chiuso il secondo trimestre con un Prodotto Interno Lordo (PIL) che in terminicongiunturali è aumentato dell’1,1% (+0,9% atteso, +1,2% il trimestre precedente), mentre l’aumento tendenziale è stato del 5,2%, inferiore al +5,4% del trimestre precedente.(Foto: Christian Lue on Unsplash) LEGGI TUTTO