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    USA, Markit: il settore manifatturiero resta in fase di contrazione a novembre

    (Teleborsa) – Si rafforza l’attività manifatturiera degli Stati Uniti a novembre. Lo conferma l’indice dei direttori acquisto delle aziende elaborato da Markit-S&P Global, che conferma una fase di crescita dell’economia.A novembre, l’indice PMI manifatturiero si è portato a 47,7 punti, dai 47,6 indicati dal consensus e dalla stima preliminare, e contro i 47,6 punti del mese precedente.L’indice resta tuttavia sotto la soglia chiave di 50 punti che fa da spartiacque tra espansione (sopra 50 punti) e contrazione (sotto 50 punti) dell’attività. LEGGI TUTTO

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    Giorgetti promuove la manovra: “prudente, seria e coraggiosa”

    (Teleborsa) – Con la manovra il governo ha compiuto “una scelta coraggiosissima: ha spostato risorse, ha preso risorse dalla previdenza per spostarle sulle famiglie e sui figli. Senza figli non ci sono riforme delle pensioni sostenibili”. Lo ha affermato il Ministro dell’Economia e delle Finanza, Giancarlo Giorgetti, intervenendo al convegno ‘MoltoEconomia, la recessione che verrà’ promosso da Il Messaggero. Nel definire gli interventi del ddl di bilancio il governo ha usato un atteggiamento “di prudenza e di serietà che è stato apprezzato. Il fatto che lo spread negli ultimi giorni si sia ridotto ci conforta”.Con questa manovra il governo ha agito “prendendo atto della realtà”. Il provvedimento approvato dal Consiglio dei Ministri “tiene insieme il fronte dell’emergenza energetica” con le ripercussioni su famiglie e imprese per l’aumento dei prezzi, e “il fronte della sostenibilità del debito con cui dobbiamo confrontarci e fare attenzione”.”La recessione è un evento probabile. Ma fare previsioni in questi tempi è impossibile, specialmente nel medio e lungo termine”,ha detto Giorgetti spiegando che le stime fatte da organismi internazionali sono diverse, “il Fmi prevede recessione, la Commissione una lieve crescita”. La realtà, ha sottolineato, è che “tutti diamo per scontato un problema che avremo nella stagione invernale, connesso ai prezzi delle materie prime e soprattutto dell’energia, che dipendono da eventi tragici che non sono nella nostra disponibilità”.Infine, Giorgetti non ha escluso l’eventualità di operazioni di nazionalizzazione, in questa fase di crisi, per i poli strategici per il Paese. “In alcune situazione non si tratta di scelte, non c’è discrezionalità. Ma la concatenazione degli eventi e la situazione geopolitica – ha spiegato Giorgetti – è tale per cui su produzioni strategiche, se non c’è o potrebbe non esserci la possibilità di continuare la produzione di materie prime energetiche, si deve studiare, stiamo studiando e se necessario prenderemo decisioni che, nel rispetto dei principi costituzionali sul diritto di proprietà, permettano di continuare la produzione. Stiamo riflettendo e penso che quanto prima ci sarà una risposta”. Giorgetti ha anche detto di non essere un teorico dello Stato nell’economia, ma in momenti di trasformazione come quello attuale “servono interventi intelligenti della mano pubblica che aiutino gli imprenditori coraggiosi e nei presidi strategici dobbiamo essere attenti a non voltarci dall’altra parte”. LEGGI TUTTO

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    USA, a ottobre spese personali +0,8% redditi +0,7%

    (Teleborsa) – Salgono secondo attese le spese delle famiglie americane a ottobre 2022, mentre i redditi aumentano oltre le previsioni. Secondo il Bureau of Economic Analysis (BEA) degli Stati Uniti, i consumi personali (PCE) sono saliti dello 0,8% dopo il +0,6% del mese precedente e si confrontano con il +0,8% stimato dagli analisti.I redditi personali hanno registrato un incremento dello 0,7%, verso attese per +0,4%, e rispetto al +0,4% precedente.Il PCE price index core, una misura dell’inflazione, evidenzia una variazione positiva dello 0,2% su mese (+0,5% il mese precedente e +0,3% le attese) e aumenta del 5% su anno in linea con le previsioni di consensus (+5,2% il mese precedente). LEGGI TUTTO

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    USA, sussidi disoccupazione calano più del previsto

    (Teleborsa) – Diminuiscono più delle attese le richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 26 novembre 2022, i “claims” sono risultati pari a 225 mila unità, in diminuzione di 16.000 unità rispetto al dato della settimana precedente di 241.000 (rivisto da un preliminare 240.000). Il dato è migliore delle attese degli analisti che erano per richieste pari a 235 mila unità. La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 228.750 unità, in crescita di 1.750 unità rispetto al dato della settimana precedente di 227.000 (rivisto da un preliminare di 226.750). La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente.Infine, nella settimana al 19 novembre, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.608.000, in crescita di 57 mila unità rispetto alle 1.551.000 unità della settimana precedente e in aumento anche rispetto alle 1.573.000 unità attese. LEGGI TUTTO

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    Pensioni, OCSE: incertezza e inflazione non frenino riforme

    (Teleborsa) – L’attuale incertezza finanziaria ed economica, nonché l’aumento del costo della vita, potrebbero indurre i responsabili politici, le autorità di regolamentazione e le autorità di vigilanza a rinviare le riforme che potrebbero migliorare i loro sistemi pensionistici. Tuttavia, ritardare le riforme necessarie metterebbe a rischio il benessere dei pensionati attuali e futuri. Il monito arriva nella giornata di oggi dall’Ocse che ha pubblicato il Pensions Outlook 2022. La raccomandazione ai responsabili politici è di continuare a migliorare i sistemi pensionistici. Il rapporto afferma che gli accordi pensionistici in cui i risparmi pensionistici sono investiti per accumulare attività che finanzieranno le pensioni esono cresciuti negli ultimi due decenni nella maggior parte dei paesi membri dell’Ocse. Alla fine del 2021 il totale delle attività destinate al pensionamento rappresentava poco più del 100% del pil totale dell’Ocse. Queste modalità svolgono un ruolo chiave nella diversificazione delle fonti di finanziamento della pensione.Per aiutare i paesi a migliorare la solidità dei sistemi pensionistici e costruire la fiducia dei cittadini nel fatto che i loro migliori interessi siano presi in considerazione, la relazione include una serie di raccomandazioni su come introdurre, sviluppare e rafforzare i regimi pensionistici garantiti da attività. Questi regimi , sottolinea l’Ocse, dovrebbero integrare, e mai sostituire, le pensioni pubbliche a ripartizione ed essere concepiti per diversificare le fonti di finanziamento del pensionamento e rendere i sistemi pensionistici più resilienti alle sfide che devono affrontare, come l’invecchiamento della popolazione.”Sistemi pensionistici solidi saranno importanti per proteggere gli standard di vita della nostra popolazione che invecchia, poiché le richieste su questi sistemi continuano a crescere”. Ad affermarlo è il segretario generale dell’Ocse Mathias Cormann, commentando il Pensions Outlook 2022 dell’organizzazione. “Le sfide sono globali, con giurisdizioni di tutto il mondo che affrontano sfide simili in un contesto di crescita più bassa, alta inflazione e incertezza dei mercati finanziari, rispondendo al contempo alle implicazioni dell’invecchiamento della popolazione. Dovremo continuare a sviluppare e rafforzare un sistema multipilastro che combini diversi tipi di regimi pensionistici che si integrano a vicenda e diversificano i rischi.” LEGGI TUTTO

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    USA, licenziamenti in aumento a novembre. Spicca settore Tech

    (Teleborsa) – Si registra una crescita sostenuta dei licenziamenti negli Stati Uniti nel mese di novembre 2022. Secondo il rapporto Challenger, Gray & Christmas, le principali società statunitensi hanno rilevato un taglio di circa 76.835 posti di lavoro.Il dato rivela un aumento del 127% rispetto al mese precedente, quando si erano registrati 33.843 licenziamenti e un aumento del 417% rispetto allo stesso periodo del 2021. Novembre segna la sesta volta quest’anno in cui i tagli sono stati più elevati nel 2022 rispetto al mese corrispondente dell’anno precedente.Finora quest’anno, i datori di lavoro hanno annunciato l’intenzione di tagliare 320.173 posti di lavoro, un aumento del 6% rispetto ai 302.918 tagli annunciati nei primi undici mesi del 2021. Con il totale di novembre, i tagli di posti di lavoro nel 2022 hanno superato i tagli annunciati nel 2021 per la prima volta quest’anno. Il totale dall’inizio dell’anno è il secondo più basso mai registrato, da quando l’azienda ha iniziato a monitorare i tagli di posti di lavoro nel 1993, con il minimo che si è verificato durante lo stesso periodo dell’anno scorso.Il settore Technology ha annunciato 52.771 tagli a novembre, per un totale di 80.978 quest’anno. Questo è il totale mensile più alto per il settore da quando l’azienda ha iniziato a conservare dati dettagliati del settore nel 2000. È il totale YTD più alto per il settore dal 2002, quando sono stati registrati 128.563 tagli nel settore tecnologico fino a novembre e 131.294 per l’anno.(Foto: elleaon | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Terna, Donnarumma: “Fondamentali investimenti in reti, rinnovabili e accumuli”

    (Teleborsa) – “Gli investimenti nello sviluppo delle reti di trasmissione e nelle fonti di energia rinnovabili, accompagnati da quelli, non meno rilevanti, in accumuli di energia elettrica, sono fondamentali per abilitare la transizione energetica e per renderci indipendenti dal gas importato”. È quanto ha spiegato l’amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma, intervenendo oggi al convegno MoltoEconomia.”Terna, coerentemente con il suo ruolo di regista del sistema elettrico nazionale,– ha aggiunto Donnarumma – ha un Piano decennale di Sviluppo della rete da 18,1 miliardi di euro con investimenti tesi a renderla ancora più efficiente rinforzando, in particolare, le dorsali di trasporto dal Sud al Nord del Paese. Investimenti che sono destinati ad aumentare e che hanno visto superare il miliardo di euro nei primi nove mesi del 2022, prima volta nella storia del Gruppo. Questo piano, inoltre, genererà importanti ricadute economiche e occupazionali: numerosi studi hanno evidenziato come ogni miliardo di euro investito in infrastrutture elettriche ne genera circa tre in termini di PIL, con la creazione di circa mille posti di lavoro. Per cogliere le opportunità legate allo sviluppo delle rinnovabili, è anche fondamentale avere un sistema sempre più interconnesso a livello internazionale. Grazie alla sua posizione geografica, l’Italia è al centro del Mediterraneo e può diventare l’hub energetico di collegamento tra il Nord Africa e l’Europa continentale. Terna gestisce già oggi 26 linee elettriche transfrontaliere e nel suo Piano di Sviluppo decennale ha inserito una serie di progetti, oltre a quelli già in corso, per collegare ulteriormente l’Italia con gli altri Paesi confinanti e con quelli nel Mediterraneo. Uno dei principali progetti di interconnessione prevede la realizzazione di un collegamento elettrico sottomarino tra Italia e Tunisia con un elettrodotto lungo oltre 200 chilometri che richiederà un investimento complessivo di 850 milioni di euro. Negli ultimi mesi si sono fatti dei passi in avanti sul fronte delle rinnovabili: a ottobre le richieste di connessione alla rete di trasmissione nazionale di nuovi impianti green hanno raggiunto il valore complessivo di circa 300 GW di potenza, di cui 95GW riguardano impianti eolici offshore per i quali, entro la fine del 2022, Terna rilascerà la soluzione tecnica di connessione – ha proseguito l’ad di Terna –. È un dato significativo, pari a oltre 4 volte il fabbisogno di 70 GW di nuova capacità rinnovabile necessario per raggiungere i target definiti dal nuovo pacchetto UE ‘Fit-for-55’ al 2030. Realizzare questi 70GW porterebbe a un risparmio di oltre 26 miliardi di metri cubi di gas, valore sostanzialmente pari alle quantità che il nostro Paese ha importato dalla Russia negli ultimi dodici mesi. Bisogna proseguire su questa strada e accelerare il più possibile i processi di autorizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici. I progetti ci sono, gli investitori e le aree idonee anche, la rete di Terna è e sarà in grado di supportare la crescita. Per accompagnare l’integrazione delle rinnovabili, è necessario un cambio di passo anche nello sviluppo degli accumuli. Purtroppo, negli ultimi anni, gli investimenti in questo campo sono stati insufficienti e Terna ha da tempo evidenziato la necessità di promuovere, specialmente nel Sud Italia, lo sviluppo di capacità di accumulo di grande taglia per accompagnare l’integrazione delle energie rinnovabili nella rete. Per realizzare i 10GW di accumuli previsti dal Pniec al 2030 – ha concluso Donnarumma – si può stimare un investimento complessivo pari a circa 15 miliardi di euro che avrebbe un duplice beneficio: da un lato, un impatto positivo sul PIL pari a oltre 40 miliardi di euro; dall’altro, l’immissione in rete, grazie agli accumuli, di circa 16 terawattora all’anno di energia rinnovabile”. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, Bernabè (Acciaierie d'Italia): arrivare ad assemblea con soluzione problemi finanziari

    (Teleborsa) – “Gli azionisti sono in contatto tra di loro e dovranno arrivare all’assemblea con una soluzione dei problemi finanziari di Acciaierie d’Italia”. Lo ha detto il presidente, Franco Bernabé, in vista dell’assemblea del 2 dicembre dell’ex Ilva. “Il piano per la decarbonizzazione, per la transizione energetica è pronto – ha spiegato nel corso del Sustainable Future Forum -, i progetti ci sono manca il finanziamento, e spetta agli azionisti decidere che cosa vorranno fare in termini di finanziamento di un processo di transizione che è molto oneroso e comporta nell’arco di 10 anni un investimento di 5 miliardi e mezzo circa”.I prezzi dell’energia hanno avuto un impatto gigantesco sull’Ilva. Noi avevamo una bolletta di circa 200 milioni di euro in un anno normale, tipo il 2019 e 2020, siamo passati a un costo complessivo di 1,4 miliardi, insostenibile per qualsiasi impresa”, ha aggiunto. “Gli strumenti che il governo ha adottato, la defiscalizzazione, i crediti di imposta sono stati certamente molto utili – ha spiegato -, ma ci ha imposto comunque una riorganizzazione dell’assetto produttivo in modo tale da minimizzare i consumi. Questo è avvenuto anche nell’industria a valle che ha fermato la produzione per i costi”.”Riequilibrare la governance. È quanto urge in questo momento storico all’ex Ilva, il più grande polo siderurgico d’Europa. Alla vigilia dell’assemblea dei soci, inizialmente prevista per lo scorso 25 novembre e poi rinviata a domani 2 dicembre, è necessario metter mano agli assetti del sodalizio di Acciaierie D’Italia, nato attraverso una partnership tra privato e pubblico. Per la Fim Cisl, che parla con il segretario generale Roberto Benaglia e il segretario nazionale, Valerio D’Alò “rimane indispensabile che lo Stato acceleri il percorso d’ingresso come socio di maggioranza. C’è bisogno di riequilibrare la governance. Lo Stato, negli anni, ci ha messo molto denaro, ce ne metterà altri 2 miliardi. Come sindacato vogliamo che queste risorse vengano spese effettivamente per recuperare il declino registrato dal Gruppo. E i dati della produzione lo dimostrano. Oggi Acciaierie d’Italia, in questo modo, non è in condizione di poter reggere uno stabilimento e una produzione come quella che l’Italia merita”. “Con il riequilibrio della governance, dove chi mette i soldi possa gestire la partita in prima persona, porterebbe benefici all’intero sistema, ormai compromesso, di relazioni industriali e darebbe anche una risposta di un interesse realmente strategico del Gruppo Acciaierie D’Italia. Soluzione importante anche per l’anello debole degli appalti e dell’indotto, troppo spesso condizionati dalle incertezze causate da una gestione poco virtuosa. Senza trascurare, ridando loro centralità, i lavoratori di Ilva in Amministrazione Straordinaria, quest’ultima in campo allo Sato e proprietaria degli impianti in cui opera Acciaierie D’Italia. È giunto il momento di fare chiarezza. Lo chiedono i lavoratori, insieme ad una città ed un territorio sempre più martoriata da una crisi occupazionale senza precedenti”. LEGGI TUTTO