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    UE studia nuove contromisure da 72 miliardi di euro sui dazi. Von der Leyen sente Carney

    (Teleborsa) – Per ora l’Unione europea sta evitando scatti in avanti sulle contromosse sui dazi statunitensi, con la speranza di arrivare a un accordo prima dell’entrata in vigore delle tariffe proibitive del 30% il 1° agosto. I ministri del Commercio dell’UE riuniti a Bruxelles hanno infatti sostenuto la proroga al 1° agosto della sospensione del primo pacchetto di contromisure sulle importazioni dagli Stati Uniti, per un valore di circa 21 miliardi di euro, per permettere ai negoziati di proseguire.Intanto l’UE sta valutando una seconda tornata di contromisure commerciali da 72 miliardi di euro, che includerebbe aerei, automobili e componenti. Inoltre, il commissario europeo per il Commercio Maros Sefcovic sta cercando di coinvolgere formalmente i Paesi del G7, come Canada e Giappone, per coordinare le risposte di ritorsione ai dazi americani in caso di mancato accordo.Su questo fronte, è stato reso noto che ieri sera la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha parlato con il Primo Ministro canadese Mark Carney. I leader si sono concentrati “su come rendere il Canada e l’Unione Europea più forti e competitivi di fronte all’evoluzione delle relazioni commerciali e all’incertezza economica”, si legge in una nota.von der Leyen e Carney hanno discusso dell’approfondimento del loro partenariato strategico e del rafforzamento della cooperazione tra l’Europa e l’Accordo globale e progressivo per il partenariato transpacifico (CPTPP) e hanno esaminato il successo del recente Vertice UE-Canada e i progressi compiuti da allora. I due leader hanno anche discusso di “nuove opportunità di collaborazione in materia di appalti e produzione industriale per la difesa, nell’ambito del loro nuovo Partenariato per la sicurezza e la difesa”. LEGGI TUTTO

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    USA, inflazione attesa in rialzo a giugno con primi impatti dei dazi

    (Teleborsa) – I prezzi al consumo negli Stati Uniti sono probabilmente aumentati a giugno 2025, segnando potenzialmente l’inizio di un aumento dell’inflazione a lungo atteso, indotto dai dazi, che ha reso la Federal Reserve cauta nel riprendere i tagli dei tassi di interesse. La conferma arriverà alle 14.30, ora italiana, quando il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti diffonderà i dati, i più attesi nel calendario macroeconomico di questa settimana.L’indice headlineSecondo il consensus degli analisti, l’indice dei prezzi al consumo è probabilmente aumentato dello 0,3% il mese scorso, dopo un leggero rialzo dello 0,1% a maggio. Si tratterebbe del maggiore incremento da gennaio, con i prezzi della benzina in probabile ripresa dopo quattro cali mensili consecutivi. Inoltre, sono attesi lievi aumenti dei prezzi dei generi alimentari, anche grazie alla moderazione del costo delle uova dovuta alla riduzione dell’epidemia di influenza aviaria.Nei 12 mesi fino a giugno, si prevede che l’indice dei prezzi al consumo aumenterà del 2,6% a giugno, dopo essere aumentato del 2,4% a maggio.I dati coreEscludendo le componenti volatili di alimentari ed energia, si stima che l’inflazione core sia aumentata dello 0,3% a giugno, dopo un leggero rialzo dello 0,1% a maggio. Anche in questo caso sarebbe il maggiore rialzo, con l’aumento probabilmente dovuto a una serie di voci soggette a dazi, tra cui mobili e articoli per il tempo libero.Nei 12 mesi fino a giugno, si stima che l’inflazione core sia aumentata del 3,0%, dopo essere aumentata del 2,8% per tre mesi consecutivi.La pressione su PowellCon un rapporto relativamente positivo, è lecito aspettarsi che “nelle prossime settimane si intensifichino le richieste da parte dell’amministrazione Trump affinché la Fed abbassi i tassi di interesse”, ha fatto notare Mark Dowding, Fixed Income CIO di RBC BlueBay AM. Secondo l’esperto, ciò potrebbe sostenere i rendimenti a breve termine: “Le prospettive che il prossimo presidente della Fed venga scelto sulla base della sua disponibilità ad attuare i tagli dei tassi richiesti dal presidente potrebbero anche sostenere i titoli a 2 anni. Lo stesso scenario potrebbe innervosire i titoli a più lunga scadenza”.I dati sull’inflazione da febbraio a maggio sono stati deboli, portando il presidente Donald Trump a chiedere ripetutamente alla banca centrale statunitense di ridurre il costo del denaro.La prossima riunioneLe previsioni degli analisti suggeriscono che la banca centrale manterrà il suo tasso di interesse di riferimento nell’intervallo tra il 4,25% e il 4,50% al termine di una riunione di politica monetaria prevista per la fine di luglio. I verbali della riunione della banca centrale del 17-18 giugno, pubblicati la scorsa settimana, hanno mostrato che solo “un paio” di funzionari hanno dichiarato di ritenere che i tassi potrebbero scendere già nella riunione del 29-30 luglio.Le dichiarazioni hawkishIntanto, sono continuate ad arrivare dichiarazioni caute da parte dei componenti del Federal Open Market Committee (FOMC), il comitato della Fed che decide sui tassi. Ieri Beth Hammack, presidente della Federal Reserve Bank of Cleveland, ha detto in un’intervista di non “vedere un’imminente necessità di tagliare i tassi” e ritiene che la Fed sia “abbastanza vicina al livello del tasso neutrale”. LEGGI TUTTO

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    Riforma fiscale, Cdm: approvato esame preliminare di due decreti attuativi

    (Teleborsa) – Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato, in esame preliminare, due decreti legislativi di attuazione della legge di delega al Governo per la riforma fiscale. Lo si legge nel comunicato dopo il Cdm di oggi. Il primo decreto riguarda disposizioni integrative e correttive in materia di Irpef e Ires, di fiscalità internazionale, di imposta sulle successioni e donazioni e di imposta di registro, nonché di modifica allo statuto dei diritti del contribuente e ai testi unici delle sanzioni tributarie amministrative e penali, dei tributi erariali minori, della giustizia tributaria e in materia di versamenti e di riscossione. Il testo introduce norme di semplificazione per le persone fisiche e le imprese, in un’ottica – spiega la nota – “di maggiore trasparenza ed equità”. Previste, inoltre, modifiche allo Statuto dei diritti del contribuente con l’obiettivo – prosegue la nota – “di perfezionare il procedimento accertativo e rafforzare le garanzie nei confronti dei cittadini”. In particolare, l’istituto dell’autotutela obbligatoria viene esteso anche agli atti sanzionatori, chiarendo un aspetto la cui interpretazione risultava ancora dubbia. Il secondo decreto riguarda il testo unico in materia di imposta sul valore aggiunto. Il provvedimento, che ha carattere compilativo, trasfonde in un unico testo la vigente disciplina relativa all’Iva e – spiega la nota – abroga contestualmente le disposizioni di riferimento. Il nuovo testo unico, strutturato in XVIII Titoli per complessivi 171 articoli, raccoglie le disposizioni contenute nel d.P.R. n. 633 del 1972 e nel decreto-legge n. 331 del 1993, che disciplinano rispettivamente le operazioni nazionali e intra-unionali, coerentemente alla sistematizzazione della direttiva 2006/112/UE del Consiglio del 28 novembre 2006, relativa al Sistema comune dell’Iva. Inoltre, raccoglie le disposizioni, presenti in molteplici testi, che, nel corso del tempo, hanno integrato e innovato la disciplina Iva, anche in materia d’arte, antiquariato e collezione. “Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi due nuovi provvedimenti in materia fiscale che rafforzano ulteriormente il percorso di riforma intrapreso dal governo Meloni, compiendo un altro passo concreto in direzione di un fisco sempre più moderno” dichiara il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, secondo cui “tassello dopo tassello stiamo realizzando una riforma epocale, che metterà l’Italia nelle condizioni di competere con le maggiori economie mondiali”. “Nel dettaglio – spiega Leo – è stato dato il via libera in prima lettura al sesto testo unico della riforma fiscale, in materia di Iva, e al terzo correttivo Irpef-Ires, con interventi significativi che andranno a modificare l’impianto del nostro sistema tributario”. LEGGI TUTTO

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    Fondazione FS: verso la riapertura del Museo di Trieste Campo Marzio

    (Teleborsa) – Sarà il secondo grande Museo Nazionale Ferroviario del Gruppo FS dopo Pietrarsa. La storica ed elegante stazione di Trieste Campo Marzio, torna progressivamente agli antichi splendori grazie all’intervento di riqualificazione avviato dalla Fondazione FS Italiane. L’investimento complessivo – fa sapere FS in una nota – ammonta a circa 24,5 milioni di euro, di cui 17.5 milioni finanziati con fondi del Piano Nazionale Complementare e i restanti direttamente dal Gruppo FS (5mln), Ales (1,5mln) e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (0.5 mln).Oggi, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta all’interno dei cantieri alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e del direttore generale della Fondazione FS Luigi Cantamessa, è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento dei lavori e, a seguire, una prima visita ufficiale all’interno del complesso. A guidare autorità e giornalisti all’interno del sito, il progettista Sabato Gargiulo, responsabile Infrastrutture e Lavori della Fondazione Fs, che oltre ad aver illustrato nel dettaglio gli interventi posti ad oggi in essere, ha prospettato le azioni che saranno attuate nei prossimi mesi, fino all’inaugurazione prevista tra la fine del 2026 e la primavera del 2027.Un luogo simbolo della città di TriesteLa grande stazione di Trieste Campo Marzio fu inaugurata nel 1906 quale capolinea della Ferrovia Jesenice – Trieste. Nell’immediato dopoguerra a seguito del trattato di Parigi del 1947 e delle vicissitudini che interessarono la Venezia Giulia, il valico di confine fu spostato a Monrupino e, pochi anni dopo, venne progressivamente sospeso il servizio viaggiatori sulla residua tratta ancora in esercizio. Utilizzata per decenni solo per il traffico merci, a partire dal 1984 la stazione di Trieste Campo Marzio, che per le sue pregiate architetture è sempre stata considerata un luogo simbolo della città, fu adibita a museo ferroviario su iniziativa della locale sezione del Dopolavoro Ferroviario. Dal 2018 sono in corso gli interventi di riqualificazione dell’intero complesso per la realizzazione del secondo grande Museo Nazionale delle Ferrovie dello Stato, dopo quello di Pietrarsa, sotto la gestione della Fondazione FS.Gli interventi realizzati ad oggiIl progetto di restauro e valorizzazione del Museo di Trieste Campo Marzio, assai articolato e per certi versi avveniristico, – evidenzia la nota – punta da un lato alla rinascita architettonica del complesso mediante interventi di notevole impatto ingegneristico, tra cui la ricostruzione della maestosa capriata in acciaio e vetro demolita nel luglio del 1942, e dall’altro a trasformare la porzione di territorio urbano ove insiste in una eccellenza sotto il profilo turistico-ricettivo. Dopo gli interventi di bonifica, consolidamento e messa in sicurezza, è stato completato il ripristino delle coperture e solai della testata “Ottaviano Augusto”, mentre il restauro della facciata mare è arrivato al 75% e consentirà la rimozione dei ponteggi entro fine anno. Nell’ala museale “Giulio Cesare” sono in via di definizione le finiture interne e l’installazione degli impianti sottotraccia. Intanto, la nuova struttura in acciaio e vetro destinata a coprire la corte centrale ha già ridisegnando il profilo della stazione.Le fasi finaliEntro la fine del 2025 saranno ultimati i lavori di posa della nuova copertura che, tra le altre cose, ospiterà anche un bar ristorante panoramico. Nell’ala destra è in corso di realizzazione un lussuoso complesso alberghiero a tema ferroviario che disporrà di ben 60 camere. La collezione museale, composta da rotabili storici che saranno sottoposti ad un accurato restauro filologico, da rari e preziosi cimeli salvaguardati nel corso dei decenni e plastici di varie scale, troveranno posto nel piazzale sottostante e nelle sale attigue. Il piazzale di stazione sarà armato con 4 binari di cui 1 elettrificato che consentirà l’arrivo al Museo di treni di lusso come l’Orient Express, ma anche degli storici Elettrotreni del passato quali l’ETR252 l’Arlecchino, le ALe601 ed il mitico ETR302 il Settebello, attualmente in fase di restauro.L’inaugurazione del Museo Nazionale Ferroviario di Trieste Campo Marzio è prevista tra la fine del 2026 e i primi mesi del 2027. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, in bozza piano obiettivo 8 milioni di tonnellate

    (Teleborsa) – “Al fine di garantire la continuità operativa di tutti i siti produttivi del Gruppo Acciaierie d’Italia, tutelare i livelli occupazionali e rispondere alle esigenze del mercato nazionale ed europeo, è necessario garantire una produzione fino a 8 milioni di tonnellate annue di acciaio”. È quanto si legge nella bozza del Piano di Decarbonizzazione inviato dal governo ai sindacati poco prima dell’incontro convocato al Mimit, presieduto dal ministro Adolfo Urso, che ha preso il via verso le 18,15. Il Piano di Decarbonizzazione del gruppo in amministrazione straordinaria è la base per la possibile sottoscrizione, al tavolo convocato per domani con il governo e gli enti locali, dell’accordo interistituzionale necessario alla nuova autorizzazione integrata ambientale e sanitaria Aia.Nel dettaglio il piano prevede la costruzione di tre forni elettrici presso il sito di Taranto, per una capacità produttiva complessiva di 6 milioni di tonnellate annue, e un forno elettrico presso lo stabilimento di Genova, con una capacità di circa 2 milioni di tonnellate annue. È prevista inoltre la realizzazione di fino a quattro impianti per il preridotto (dri) necessario ad alimentare i forni elettrici di Taranto e Genova.Al fine di garantire il riavvio entro marzo 2026, la data indicativa per il dissequestro dell’altoforno Ato1 dell’ex Ilva di Taranto, sotto sigilli dopo l’incendio di maggio, è il prossimo 15 settembre. La bozza del piano di decarbonizzazione indica un cronoprogramma per ripristino della marcia a tre altiforni a partire dalla fine del primo trimestre del prossimo anno dopo i lavori in tutti gli impianti. “Vogliamo capire da questo incontro se ci sono le garanzie sul piano occupazionale. Ci interesserebbe capire chi finanzia questo piano e riteniamo che ci debba essere un impegno sulla continuità produttiva, un impegno sulle questioni occupazionali e naturalmente un impegno rispetto anche alle questioni ambientali – ha affermato il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, al suo arrivo al ministero delle Imprese per l’incontro sull’ex Ilva di Taranto –. Il ministero ci deve dire le risorse dove le prende. Mi pare di capire ancora una volta dai fondi di sviluppo e coesione. C’è bisogno di avere un piano chiaro, ci è stata inviata un’ora fa una proposta di piano industriale senza neppure una cifra, senza neppure un numero sul piano occupazionale. Dice tre forni qui e un forno lì, ma non dice quanta gente occupa e quanto costa”.”Penso che per dare certezza ci sia bisogno di un accordo interistituzionale che garantisca la continuità produttiva e occupazionale – ha commentato il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma, a margine dell’incontro al ministero delle Imprese sull’ex Ilva di Taranto –. Queste sono le basi per poter ragionare insieme al processo di decarbonizzazione che ha bisogno di risorse pubbliche e io credo che non bisogna tornare sui passi del passato. Ripetere gli stessi errori sarebbe un danno per tutti. Quindi oggi sarebbe necessario che un capitale pubblico gestisca la garanzia della transizione verso la decarbonizzazione con le lavoratrici e con i lavoratori”.Per l’ex Ilva di Taranto “vogliamo che, prima di apporre qualsiasi firma a un accordo, ci siano le garanzie che chiederemo oggi. Vogliamo risposte ben precise per quanto riguarda il destino degli stabilimenti ma soprattutto il destino dei lavoratori” ha dichiarato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella.”Quello che chiederemo oggi innanzitutto è di governare la transizione con una salvaguardia occupazionale importante” ha affermato il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano . La richiesta di Uliano è “prevedere che nel piano di decarbonizzazione ci siano i forni elettrici, ci siano i preridotti (dri) necessari per far funzionare bene gli impianti dal punto di vista industriale e ridurre l’impatto occupazionale ai minimi termini”. Mentre proseguono in V Commissione del Consiglio regionale pugliese, presieduta da Michele Mazzarano, le audizioni sullo stabilimento ex Ilva in vista della conferenza dei servizi del 17 luglio per il rilascio dell’Aia, associazioni e comitati di Taranto continuano a invocare la chiusura dell’ex Ilva e a chiedere agli enti locali di esprimere contrarietà all’Autorizzazione integrata ambientale. Al centro della discussione, il piano da 6 milioni di tonnellate/anno contenuto nella bozza di accordo di programma. “Restano aspetti – ha sostenuto Giuseppe Bortone, direttore del dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità – ancora incompleti, con incongruenze rispetto ai parametri di rifermento dettati sia delle linee guida dell’Iss sia dalla sentenza della Corte di Giustizia europea. Innanzitutto vanno integrate le valutazioni sullo stabilimento produttivo considerando anche le opere accessorie e connesse, tipo la centrale termoelettrica, valutando quindi l’impatto cumulativo”. Contrari senza riserve al rilascio dell’Aia i rappresentanti di Giustizia per Taranto, Genitori tarantini, Peacelink e Wwf. Genitori Tarantini chiedono “la chiusura definitiva dello stabilimento” e “8 miliardi per le bonifiche”. Giustizia per Taranto boccia un’Aia che “rilancia un modello industriale obsoleto”, con almeno “3mila esuberi stimati”. Peacelink parla di “inganno della decarbonizzazione: si riattivano gli altoforni spenti e si efficientano le cokerie”. Per il Wwf, l’impianto “resta ad alta intensità fossile, in contrasto con gli obiettivi climatici”. Taranto Futura propone invece una soluzione tecnologica alternativa: convogliare le emissioni in condutture per fornire calore ed energia, riducendo l’inquinamento dell’80%, “come già studiato dai Politecnici di Milano e Torino”. 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    Banca Privata Leasing, proroga di 6 mesi dell’incarico di commissario in affiancamento

    (Teleborsa) – La Banca d’Italia ha disposto la proroga dell’incarico di Commissario in temporaneo affiancamento al Consiglio di amministrazione di Banca Privata Leasing affidato a Paolo D’Alessio, dal 6 agosto 2025 al 6 febbraio 2026.Inoltre, ha preso atto della rinuncia all’incarico di Commissario in Temporaneo Affiancamento presentata da Maria Rosa Molino in data 9 giugno 2025. LEGGI TUTTO

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    TIM-Dazn, Antitrust proroga al 31 dicembre la decisione su intesa per Serie A

    (Teleborsa) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha deliberato di prorogare al 31 dicembre 2025 il termine di conclusione del procedimento per decidere sulla rideterminazione della durata dell’infrazione che riguardava un’intesa restrittiva della concorrenza posta in essere da Telecom Italia e Dazn. La decisione è arrivata per tener conto delle statuizioni di cui alla sentenza del Consiglio di Stato del 19 giugno 2025.L’Antitrust cita, in particolare, la motivazione della sentenza, secondo la quale “sussiste un difetto di istruttoria e di motivazione del provvedimento nella parte in cui l’Autorità ha operato una integrale ricomprensione di tali vendite, senza verificare quale fosse la percentuale di tali vendite dirette che potesse, comunque, ricondursi al “Deal Memo” nella sola parte contestata e rilevante in parte qua, relativa all’incidenza della provvista finanziaria di Telecom per la partecipazione alla gara e l’aggiudicazione dei diritti. La decisione va, quindi, in parte qua annullata, con l’obbligo dell’AGCM – in sede di riesercizio del potere – di verificare quale sia (e, prima ancora, se vi sia) un’effettiva incidenza del “Deal Memo” nelle parti contestate dall’AGCM sulle vendite dirette di DAZN, scomputando integralmente tali vendite, ove non sia, invece, possibile effettuare una chiara stima degli incrementi delle vendite dirette derivanti dal “Deal Memo” in ragione – come spiegato – dell’apporto finanziario alla gara”. LEGGI TUTTO

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    Gruppo FS: RFI attiva primo sistema di Early Warning sismico sulla linea AV Roma–Napoli

    (Teleborsa) – Rete Ferroviaria Italiana, società del Gruppo FS, ha attivato il primo sistema nazionale di Early Warning Sismico (EWS) lungo la linea ad Alta Velocità Roma–Napoli. Grazie a una rete di sensori di ultima generazione, il sistema è in grado di rilevare le primissime onde sismiche e, in pochi secondi, attivare automaticamente protocolli di sicurezza per rallentare o fermare i treni in avvicinamento alla zona colpita.Cuore del sistema sono le stazioni accelerometriche installate lungo la linea, collegate tra loro da una rete in fibra ottica. I dati rilevati vengono trasmessi in tempo reale e, grazie a un’intelligenza software avanzata, vengono analizzati immediatamente, determinando con precisione l’area da mettere in sicurezza. L’Early Warning Sismico dialoga quindi con gli apparati di segnalamento ferroviario, attivando automaticamente il rallentamento o l’arresto dei treni. Dopo l’evento, il personale RFI potrà effettuare le verifiche necessarie e ripristinare la circolazione attraverso una dashboard di controllo dedicata.L’iniziativa rappresenta la prima applicazione operativa di un EWS su una linea ferroviaria italiana. Rientra nel piano di innovazione e digitalizzazione di RFI, che prevede l’implementazione progressiva di tecnologie analoghe su altre tratte AV e convenzionali dotate di ERTMS.Lo sviluppo del sistema è stato realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e con il supporto tecnico-scientifico del JR RTRI (Railway Technical Research Institute), istituto di ricerca delle ferrovie giapponesi. LEGGI TUTTO