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    C2Mac Group (Fondo Italiano d'Investimento) acquista 100% Tecnomeccanica

    (Teleborsa) – C2Mac Group, controllato da Fondo Italiano d’Investimento SGR e attivo nella progettazione, produzione e commercializzazione di componenti per l’industria oleodinamica, ha acquisito il 100% di Tecnomeccanica, azienda mantovana specializzata in lavorazioni meccaniche industriali e assemblaggi di alta precisione. Non sono stati resi noti i dettagli dell’accordo.”Tecnomeccanica è un’azienda d’eccellenza, che va ad aumentare l’offerta di C2Mac, aggiungendo l’assemblaggio alla nostra catena del valore, e così ad incrementare la disponibilità di lavorazioni meccaniche del nostro gruppo”, ha commentato Dario Ivaldi, presidente del Gruppo C2Mac.C2Mac Group prevede di chiudere l’esercizio 2022 con un fatturato pari a circa 200 milioni di euro e, per effetto dell’acquisizione di Tecnomeccanica, il fatturato derivante dalle lavorazioni meccaniche raggiunge circa il 10% del giro d’affari totale.Per C2Mac Group si tratta dell’ottava acquisizione negli ultimi 3 anni. Il gruppo, controllato da Fondo Italiano d’Investimento SGR dal 2019, conta attualmente 10 stabilimenti produttivi (tra i quali uno in Francia) che impiegano complessivamente circa 1.000 persone.”Fondo Italiano d’Investimento, tramite il fondo FICC, è orgoglioso di proseguire nel percorso di consolidamento della filiera oleodinamica in Italia, settore industriale di eccellenza riconosciuto a livello mondiale”, ha detto Aldo Di Bernardo, Senior Partner di Fondo Italiano Consolidamento e Crescita (FICC). LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, Urso: decisione azienda sorprendente, Governo non ricattabile

    (Teleborsa) – “Il governo non può essere sotto scacco, non siamo ricattabili da parte di alcuno. Questo vale per chiunque si confronti con l’Italia. Mi aspetto decisioni a breve dell’azienda che possano riportare nei giusti binari il confronto tra azienda, azionista pubblico e certamente il governo”. Lo ha detto Adolfo Urso, ministro delle Imprese del Made in Italy, commentando la notizia che Acciaierie d’Italia ha comunicato unilateralmente la sospensione delle attività di 145 ditte dell’indotto.”La questione dell’Ilva è sicuramente strategica per l’industria italiana e per la siderurgia del Paese e va ricondotta nei giusti binari”, ha spiegato. “Mi aspetto ad ore che l’azienda ci dia un segnale costruttivo rispetto a quello che ha fatto senza nessun preavviso nei confronti dell’azienda, dell’indotto e dei loro lavoratori. È stata decisione sorprendente: avevo avuto un confronto personale nei giorni precedenti con l’azienda, il presidente, l’AD e con il socio pubblico e nessuno mi aveva detto che c’era una decisione di questo tipo. È chiaro che azienda debba tornare sui propri passi”.”Sappiamo che dobbiamo ridurre di cinque punti il cuneo fiscale, lo dobbiamo fare gradualmente, anche perché deve essere compatibile con le risorse che abbiamo e che possiamo mettere in campo. Ricordo anche a me stesso che abbiamo un rapporto debito/Pil al 145%” “Comunque, la rotta sarà la riduzione graduale e costante del cuneo fiscale per la valorizzazione di chi lavora nell’impresa e anche l’aumento dei salari che potrà essere fatto anche, e non soltanto, con la riduzione del cuneo fiscale. Noi dobbiamo premiare chi lavora per incentivare al lavoro”, ha concluso Urso. LEGGI TUTTO

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    USA, prezzi alla produzione ottobre +0,2% mese +8% anno

    (Teleborsa) – Giungono dati sotto le attese dai prezzi alla produzione USA nel mese di ottobre 2022. Secondo il Dipartimento del Lavoro americano (BLS), i prezzi alla produzione sono aumentati dello 0,2% su mese rispetto al +0,2% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +0,4%) e inferiore al consensus (+0,4%).Su base annua i prezzi hanno registrato un incremento dell’8%, un valore inferiore al consensus (+8,3%) e rispetto al +8,4% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di +8,5%).I prezzi dei beni e servizi “core”, ovvero l’indice depurato dalle componenti più volatili quali il settore alimentare e quello dell’energia, segnano un +0% su mese (+0,2% il mese precedente) rispetto al +0,3% atteso, mentre su anno registrano un +6,7% dopo il +7,2% precedente (+7,2% atteso). LEGGI TUTTO

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    Imprese: in terzo trimestre registrazioni stabili, fallimenti in lieve aumento

    (Teleborsa) – Nel terzo trimestre dell’anno, il numero complessivo di registrazioni di imprese si mantiene sostanzialmente invariato rispetto al trimestre precedente, segnando una riduzione dello 0,5%, mentre i fallimenti sono in lieve aumento, ma confermano la tendenza ad una marcata riduzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo comunica L’Istat.In particolare nelle registrazioni, cali congiunturali consistenti caratterizzano i settori dei trasporti (-10,8%), delle costruzioni (-6,7%) e dei servizi finanziari, professionali e immobiliari (-4,5%). Sono invece in crescita i settori del commercio (+8,8%) e delle attività dell’industria in senso stretto, che mostrano un incremento del 5,7%. Rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente, il totale delle registrazioni risulta in diminuzione del 6,6%. L’unico settore con una variazione marcatamente positiva è quello dei servizi di alloggio e ristorazione che cresce del 6,3%, mentre si registrano forti riduzioni nei servizi di informazione e comunicazione (-12,8%), nelle costruzioni (-10,2%), nel commercio (-9,9%) e, in misura minore, nei servizi finanziari, professionali e immobiliari (-6,8%). Per quanto riguarda i fallimenti, si registra un lieve aumento rispetto al trimestre precedente (+1,0%) mentre prosegue la forte riduzione in termini tendenziali (-20,6%).L’Istat, commentando i risultati della rilevazione, sottolinea come prosegua nel terzo trimestre del 2022, anche se a ritmo molto più contenuto, la diminuzione congiunturale del numero di registrazioni di nuove imprese. In controtendenza, a livello settoriale, risultano in crescita i comparti del commercio e dell’industria in senso stretto. La flessione delle registrazioni – aggiunge l’Istituto Nazionale di Statistica – si osserva anche in termini tendenziali nella maggior parte dei settori, con l’eccezione dei servizi di alloggio e ristorazione. Per quanto riguarda i fallimenti, conclude l’Istat, il lieve aumento del totale dei fallimenti rispetto al trimestre precedente non ne pregiudica la riduzione tendenziale ormai in corso da diversi trimestri. LEGGI TUTTO

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    Giappone, PIL si contrae nel 3° trimestre. Pesano consumi e aumento prezzo materie prime

    (Teleborsa) – L’economia giapponese registra una robusta decelerazione nel 3° trimestre del 2022 facendo anche peggio delle attese.Secondo i dati diffusi dall’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese, il Prodotto Interno Lordo ha mostrato un decremento dello 0,3% su trimestre, contro la crescita dello 0,3% stimata dagli analisti e dopo il +1,1% registrato il trimestre precedente.Su anno il PIL è sceso dell’1,2% rispetto al precedente +4,6% registrato nel primo trimestre. Il dato anche in questo caso è peggiore del consensus che aveva indicato un incremento dell’1,1%. LEGGI TUTTO

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    Gas, il governo tedesco nazionalizza l'ex Gazprom Germania

    (Teleborsa) – Il governo tedesco ha deciso di nazionalizzare la società gas Sefe, ex Gazprom Germania ed ex controllata della russa Gazprom. Il ministero dell’Economia ha spiegato che la misura si è resa necessaria visto il rischio d’insolvenza dell’azienda, che potrebbe mettere in pericolo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Germania. Sefe è infatti il secondo importatore di gas in Germania dopo Uniper, anch’essa già da settimane in fase di completa nazionalizzazione.Sefe ha assunto il suo nuovo nome a giugno. Già da aprile l’azienda è sotto amministrazione fiduciaria da parte dell’Agenzia tedesca delle Reti, cioè da quando Gazprom ha lasciato il controllo dell’allora Gazprom Germania. Ora lo Stato tedesco rileverà completamente Sefe per “garantire l’operatività commerciale e stabilizzare l’impresa”. Un primo prestito da parte della banca pubblica Kfw verrà inoltre aumentato da 11,8 a 13,8 miliardi di euro. Il finanziamento per l’operazione arriverà dal nuovo Fondo di stabilizzazione per l’economia tedesca da 200 miliardi.(Foto: Thomas Wolf CC BY-SA 3.0) LEGGI TUTTO

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    Mef, canone RAI resta in bolletta: la reazione delle associazioni

    (Teleborsa) – “Le voci di un’esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica non risultano, alla luce del lungo lavoro istruttorio in corso, fondate”. E’ quanto si legge in una nota del Mef.”La milestone Pnrr – prosegue il Tesoro – trova il suo fondamento nell’esigenza di tutela della concorrenza del mercato dell’energia elettrica e si basa sulle proposte AGCM, la quale non aveva rilevato alcuna criticità in merito al pagamento del canone Rai dal punto di vista della concorrenza del mercato dell’energia, a condizione che il pagamento fosse trasparente per gli utenti finali. Requisito che – si conclude – risulta soddisfatto”. “Il canone Rai è a tutti gli effetti l’imposta più odiata dagli italiani e i tempi sono oramai maturi per la sua definitiva abolizione”. Lo scrive il Codacons, commentando la nota del Mef con cui si spiega che “le voci di un’esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica non risultano fondate”.”Secondo il Mef, le voci di un’esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica non risultano fondate perché l’Agcm non aveva rilevato alcuna criticità in merito al pagamento del canone Rai dal punto di vista della concorrenza del mercato dell’energia. Per la veritàil parere dell’Antitrust è del 28 ottobre 2015, ben prima che l’Unione Europea sollevasse un problema non solo legato alla concorrenza in senso stretto, ma anche al mercato dell’energia e che riguardava il fatto che non si può chiedere obbligatoriamente ai fornitori di energia di riscuotere oneri non legati al proprio settore di mercato, così come non si può chiedere ai consumatori di pagare nella stessa bolletta un costo legato a un servizio diverso”. Così il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona, in riferimento ad una nota del Ministero dell’economia. LEGGI TUTTO

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    Amazon si prepara a tagliare 10mila posti di lavoro

    (Teleborsa) – Amazon prevede di tagliare almeno 10.000 posti di lavoro. La notizia è stata riportata dal New York Times che ha citato alcune fonti secondo le quali i licenziamenti potrebbero scattare in settimana. I tagli del personale si prevedono soprattutto in contesti aziendali e tecnologici per quello che potrebbe essere il più grande taglio di posti di lavoro nella storia dell’azienda.In particolare, i tagli si concentreranno sull’organizzazione dei dispositivi di Amazon, incluso l’assistente vocale Alexa, sulla sua divisione di vendita al dettaglio e sulle risorse umane. Il numero totale dei licenziamenti rimane fluido, ma se fossero confermati i 10.000 licenziamenti, rappresenterebbero circa il 3% dei dipendenti aziendali di Amazon e attorno all’1% della sua forza lavoro globale di oltre 1,5 milioni, che è composta principalmente da lavoratori a ore. Il portavoce dell’azienda, Brad Glasser, non ha commentato la notizia.Amazon sarebbe l’ultima azienda tecnologica a licenziare i lavoratori. Elon Musk ha dimezzato il numero di dipendenti di Twitter questo mese dopo aver acquistato l’azienda e la scorsa settimana Meta, la società madre di Facebook e Instagram, ha annunciato che avrebbe licenziato 11.000 dipendenti, circa il 13% della sua forza lavoro. Anche Lyft, Stripe, Snap e altre aziende tecnologiche hanno licenziato propri lavoratori negli ultimi mesi.Nell’ultimo trimestre Amazon ha registrato un leggero rimbalzo, segnalando però gli investitori che la crescita potrebbe indebolirsi di nuovo, forse scendendo al ritmo più basso dal 2001. LEGGI TUTTO