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    PNRR, Fisco: da lettere compliance riscossi 2,1 miliardi di euro

    (Teleborsa) – Al 28 settembre le lettere di conformità (o compliance) inviate dall’Agenzia delle entrate ai contribuenti hanno permesso di riscuotere oltre 2,13 miliardi di euro, su un obiettivo fissato a fine anno a 2,45 miliardi. È quanto rileva il Servizio Studi di Camera e Senato nel dossier sull’attuazione del Pnrr che, tra gli interventi 2022, comprende anche l’incremento delle comunicazioni inviate ai contribuenti per regolarizzare eventuali anomalie fiscali. Lo stato di avanzamento è quindi pari all’87%. “Al momento, nonostante le propagazioni economiche negative derivanti dall’emergenza bellica, – si legge nel report – non si rilevano criticità”.Entro dicembre 2022 dovranno essere conseguiti tre obiettivi, per quanto riguarda il settore fiscale, collegati tra loro e diretti a migliorare le modalità di dialogo tra fisco e contribuente per la correzione spontanea, al di fuori del contenzioso, delle difformità presenti tra le dichiarazioni rese dal contribuente rispetto a quanto emerge dalle banche dati in possesso dell’amministrazione fiscale. Le comunicazioni inviate dall’amministrazione a questo scopo, le cosiddette lettere di conformità, sono quindi ritenute uno strumento per ridurre il contenzioso tributario.Il primo obiettivo è proprio quello di incrementare la quantità di comunicazioni ai contribuenti, funzionali a domandare loro di regolarizzare anomalie nelle dichiarazioni fiscali effettuate rispetto ai dati disponibili presso l’Agenzia delle entrate. Alla data del 27 settembre 2022 sono state inviate 1,93 lettere di conformità (74,80% del valore target pari a 2,58 milioni). Il secondo intervento punta a migliorare la qualità delle lettere, riducendo il numero di comunicazioni inviate erroneamente. Si tratta di casi in cui sono state rilevate anomalie ma non frodi nella verifica ex-post. Al 27 settembre 2022, a fronte dell’invio di 1,93 milioni di lettere, sono stati rilevati 9.449 falsi positivi. L’ultimo obiettivo è infine quello di incrementare il gettito fiscale che viene generato dall’adempimento delle operazioni di regolarizzazione contenute nelle lettere di compliance. In questo caso, lo stato di avanzamento è proprio dell’87%, con un incasso di 2,13 miliardi sui 2,45 circa previsti a fine anno. LEGGI TUTTO

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    MEF, a ottobre 2022 il settore statale mostra un fabbisogno di circa 7,3 miliardi

    (Teleborsa) – Nel mese di ottobre 2022 il saldo del settore statale si è chiuso, in via provvisoria, con un fabbisogno di 7.250 milioni, in lieve miglioramento rispetto al corrispondente valore di ottobre 2021, che si era chiuso con un fabbisogno di 7.506 milioni. Il fabbisogno dei primi dieci mesi dell’anno in corso è pari a circa 56.500 milioni, in miglioramento di circa 36.800 milioni rispetto a quello registrato nel corrispondente periodo dello scorso anno (93.299 milioni). È quanto fa sapere il ministero dell’Economia e delle Finanza in una notaNel confronto con il corrispondente mese del 2021, il miglioramento degli incassi – commenta il Mef – è dovuto in larga misura alla crescita di quelli fiscali ascrivibile alla dinamica positiva dei contributi e dell’IVA.Dal lato dei pagamenti si registrano: maggiori prelievi degli Enti di Previdenza per l’erogazione dell’Assegno Unico e Universale e per l’anticipo al 2022 del conguaglio di della rivalutazione delle pensioni; maggiore spesa delle Amministrazioni Centrali e Territoriali, cui contribuisce il trasferimento alla CSEA di 1.000 milioni previsto dal Decreto legge 80/22 per l’azzeramento, per il terzo trimestre 2022, delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e non domestiche.La spesa per interessi sui titoli di Stato è in lieve aumento di circa 230 milioni rispetto al valore dello stesso mese dell’anno precedente. LEGGI TUTTO

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    Ecomondo, circolarità prossima meta dell'industria della moda

    (Teleborsa) – Circolarità, prossima meta dell’industria della moda. Colossi del fashion come Fendi, OTB e LVMH Group, associazioni italiane e internazionali, istituzioni e attori dell’intera filiera del tessile si danno appuntamento a Ecomondo, il salone internazionale della green economy di Italian Exhibition Group in fiera a Rimini dall’8 all’11 novembre, per fare il punto sui traguardi, superati e da raggiungere, in tema di sostenibilità ambientale anche grazie agli spunti e ai dati presentati in esclusiva nella seconda edizione dell’Osservatorio tessile di Ecomondo.FASHION SYSTEM: I NUMERI DI UNA SOSTENIBILITÀ DA COSTRUIRE – La sostenibilità è un passaggio fondamentale per un settore così caratterizzante e rilevante per l’economia europea. Secondo le ultime rilevazioni effettuate da Statista, nel 2022 il settore dell’abbigliamento in EU ha raggiunto il valore di circa 397 miliardi di dollari; il dato italiano per l’anno in corso è di 49,25 miliardi di dollari ma la data base company americana specializzata in report di business intelligence stima una crescita in volume del 18,5% nel 2023. Tanto importante per l’economia del Continente, l’industria della moda risulta però essere al quarto posto per impatto ambientale, al terzo per consumi di acqua e suolo e al quinto per uso di materie prime e per emissioni di gas serra. L’impatto sull’acqua, inoltre, non riguarda solo i consumi, ma anche la contaminazione delle risorse idriche: la produzione tessile è infatti responsabile di circa il 20% dell’inquinamento globale dell’acqua potabile a causa dei vari processi a cui sono sottoposti i prodotti e al lavaggio di capi sintetici, che determina il 35% di microplastiche primarie rilasciate nell’ambiente.BEST PRACTICE: AZIENDE E ISTITUZIONI – Per promuovere la transizione ecosostenibile del settore moda, durante la prossima 25esima edizione di Ecomondo saranno valorizzate sia le buone pratiche messe in atto da gruppi come LVMH Group, sia le esperienze di aziende nate con un DNA sostenibile: come quella di Dario Gruenenfelder, co-fondatore di Muntagnard, che progetta collezioni puntando tutto su uno strettissimo controllo della filiera e sulla riciclabilità e riutilizzabilità delle materie prime, Giulia de Rossi, ceo e fondatrice di Nazena o Anna Fiscale che, con il suo Progetto Quid, oltre a realizzare le proprie linee a partire dal recupero di eccedenze di tessuti messi a disposizione da aziende della moda e del settore tessile, si fa promotrice di iniziative per aiutare l’inserimento lavorativo di soggetti a rischio di emarginazione, ricordando che la sostenibilità passa anche dal fattore umano. Aziende ma non solo, perché la guerra agli sprechi non può essere combattuta solo dalle imprese, ma necessita del sostegno delle istituzioni. La Commissione Europea, sta accelerando l’attuazione dell’Action plan per il passaggio a un’economia circolare per i tessili del marzo 2020, mediante un pacchetto di iniziative da realizzare entro il 2030 per rendere il settore tessile più sostenibile e più competitivo.LE CASE HISTORY A ECOMONDO – A Ecomondo verranno inoltre presentate case history come quella del Comune di Capannori, selezionata a Bruxelles come città-pilota per l’economia circolare, che a luglio ha avviato in forma sperimentale la raccolta domiciliare dei vestiti usati e dei rifiuti tessili (indumenti, scarpe, borse, coperte, cuscini, lenzuola, tovaglie), e verrà presentato il modello virtuoso della Catalogna e del suo Pacto por la Moda Circular, firmato da 55 aziende e organizzazioni, che mira a promuovere una trasformazione urgente e necessaria del settore su base volontaria, condivisa e collaborativa, coordinando gli sforzi tra tutti gli agenti della catena del valore del settore. Tra gli accordi raggiunti vi è l’aumento della durata dei prodotti e della percentuale di materiale riciclato con l’obiettivo finale di ridurre la produzione di rifiuti tessili del 5-10%, raggiungere il 25-30% di raccolta differenziata entro il 2024 e incrementare la rivalutazione del materiale raccolto separatamente.PROGETTAZIONE E MATERIALI – Poter contare su delle piattaforme condivise tra tutti gli attori della filiera del tessile rappresenta un fattore imprescindibile per promuoverne la sostenibilità. Protagonista della transizione, la progettazione che determina fino all’ 80% dell’impatto ambientale del ciclo di vita di un prodotto: dai coloranti alla monomatericità per il corretto riutilizzo dei tessuti. Di fondamentale importanza il contributo di associazioni di settore internazionali, in grado di coordinare le azioni dell’intera filiera produttiva, anche da un punto di vista ‘regionale’, come nel caso di MedWaves e ZDHC Foundation, presenti al focus sull’industria tessile del bacino mediterraneo, realizzato in collaborazione con UNIDO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale, che si terrà giovedì 10 ottobre.GLI EVENTI – Tessile come opportunità: sfide e coinvolgimento degli Stakeholders del settore: il tessile è stato identificato come una catena di valore fondamentale nel piano di azione dell’Ue: sostenibilità e circolarità, tracciabilità e trasparenza, eco-design. Nel dibattito fra principali attori del sistema moda italiano nella prima parte della giornata, l’obiettivo è evidenziare il contributo di tutte le parti interessate nel rispondere a queste sfide, facendo emergere proposte, targets e progetti in corso. A cura del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo & LVMH Italia. (Mercoledì 9 novembre, dalle 11 alle 13. Innovation Arena, Hall Sud). Prevenire i rifiuti tessili e circolarità tessile: il ruolo di città e regioni e il potenziale delle politiche pubbliche locali: la Ue identifica il settore tessile come intensivo per le risorse disponibili, sebbene sia identificato come catena di valore nel Circular Economy Action Plan. Il combinato disposto di raccolta differenziata del rifiuto tessile e l’implementazione delle politiche pubbliche regionali indica la strada da percorrere verso circolarità e sostenibilità. Organizzato da ACR+ Association of Cities and Regions for Sustainable Resource Management (Mercoledì 9 novembre, dalle 16 alle 18. Sala Diotallevi 1, Hall Sud). Osservatorio tessile. Innovazione, efficienza, circolarità: geografia di una sfida: per comprendere il futuro dell’industria del riciclo e della circolarità nel settore tessile è necessario mettere a sistema e valorizzare le competenze presenti in Italia. Tra questioni tecniche e necessità di ripensare processi per ridurre questi rifiuti, l’incontro indica esperienze e soluzioni tecnologicamente avanzate nell’ambito del riciclo degli scarti tessili urbani e industriali e analizza il percorso intrapreso da un settore chiave del made in Italy per andare nella direzione dell’economia circolare (Giovedì 10 Novembre 2022 dalle 09:30 alle 11:00. Innovation Arena – Hall Sud). L’industria tessile e della moda dell’area del Mediterraneo verso modelli di business più green e circolari: nelle economie OCSE, la moda è il secondo più grande mercato di beni di consumo dopo il cibo. Da ciò ne segue un enorme impatto sull’ambiente. Accanto al consumo di acqua e all’impronta di carbonio emessa, il settore fa uso di prodotti chimici inquinanti che rappresentano anche un ostacolo al riciclo di materia prima, con il risultato che le fibre naturali diventano sempre più rare e con costi sempre maggiori. I brand globali, perciò, cercano alternative nelle fibre riciclabili e processi di produzione più puliti. Poiché la produzione di indumenti genera una massiva quantità di rifiuti tessili lungo le catene di fornitura così come a livello industriale e consumer, la conferenza farà il punto sugli obiettivi di circolarità, le fibre prodotte in modo sostenibile e sulle tecnologie per il riciclo e protocolli chimici più sicuri. Organizzata dal Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, UNIDO e MedWaves (Giovedì 10 novembre, dalle 11:30 alle 13. Sala Neri 2, Hall Sud).(Foto: ©yarruta/123RF) LEGGI TUTTO

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    Bollette, condomini fuori dal mercato tutelato luce da gennaio: protesta dei consumatori

    (Teleborsa) – Nessuna specifica per i condomini che da gennaio 2023 dovranno obbligatoriamente lasciare il mercato di maggior tutela della luce, al pari delle microimprese. Per le famiglie il termine è invece confermato al 10 gennaio 2024. L’Arera ha infatti confermato il passaggio prevedendo la sola distinzione tra “clienti domestici” e clienti “in bassa tensione o altri usi”.Una soluzione che non ha convinto i consumatori. I condomini, ha denunciato infatti Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, “sono considerati, inspiegabilmente, microimprese, quindi per le utenze condominiali il mercato tutelato della luce non finisce il 10 gennaio 2024 ma tra meno di due mesi, il primo gennaio 2023”. “Una disparità di trattamento illegittima, assurda e inspiegabile tra chi abita in una villa e chi abita in una palazzina, che chiediamo di correggere immediatamente sia al Governo che ad Arera, insieme al rinvio della fine tutela del gas, prevista sempre per la fine di quest’anno”. LEGGI TUTTO

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    Finanza e Terzo settore, migliora relazione cooperative e imprese sociali con istituti di credito

    (Teleborsa) – Continua a crescere anche nel 2021 la soddisfazione di cooperative e imprese sociali in merito alla propria relazione con gli istituti bancari (+7,1%), in particolar modo in ragione della presenza di personale dedicato e formato sulle esigenze e specificità delle organizzazioni del Terzo Settore (36,6%) e di un modello di servizio dedicato a tali imprese (26,2%). Aumenta, inoltre, rilevanza per questi soggetti non solo di un’offerta di prodotti specifica, ma piuttosto di una strategia che si rifletta nei modelli organizzativi della banca. È quanto emerge dalla XI edizione dell’Osservatorio su Finanza e Terzo settore presentata da Intesa Sanpaolo e AICCON (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit).L’indagine rileva inoltre come cooperative e imprese sociali percepiscano sempre più la banca quale consulente ed accompagnatore (+5%) piuttosto che nel tradizionale ruolo di solo erogatore di credito (-4%). Per quanto riguarda l’analisi degli investimenti e la copertura dei fabbisogni finanziari, la XI edizione dell’Osservatorio, diversamente dal passato, si è posta l’obiettivo di concentrare l’analisi sull’ultimo biennio (2020-2021), al fine di poter leggere eventuali segnali di discontinuità rispetto alla precedente edizione e raccogliere spunti sulle preferenze di investimento di cooperative e imprese sociali durante il biennio pandemico.Secondo i dati raccolti dall’indagine, il 70% dei soggetti intervistati (circa 250 cooperative sociali e imprese sociali srl) ha effettuato investimenti negli ultimi 2 anni (dato al 94% nel 2019) e la principale fonte di copertura è stata l’autofinanziamento (47,7%) – cui fanno ricorso in particolare le cooperative di tipo misto A+B (50,7%) e le cooperative di tipo A (49,8%) – seguito dai finanziamenti erogati dagli istituti bancari (30,4%), canale cui hanno fatto particolare ricorso nell’ultimo biennio le cooperative di tipo B. In particolare, da un’analisi comparativa delle ultime due edizioni dell’Osservatorio emergono alcuni elementi: aumenta il ricorso a risorse bancarie da parte di cooperative e imprese sociali (+2%, dopo un trend al ribasso dal 2018) a fronte di una diminuzione della capacità di autofinanzia-mento (-3,8%., dopo che aveva segnato un trend positivo dal 2018); maggiore apertura a risorse di investitori privati (+1,4%, era in calo costante dal 2018), per effetto di un maggior interessamento a tali capitali da parte dei Consorzi (7,6%) e delle srl imprese sociali (18,7%).Anche la previsione sui futuri investimenti sembra confermare alcune delle tendenze osservate nell’ultimo biennio, ovvero un maggior ricorso al credito bancario (31,6%; +4%) – principalmente da parte dei Consorzi di cooperative (50%) – e ai capitali di investitori privati (8,9%; + 0,8%) – preferiti dalle srl imprese sociali (24,1%) – ed un minor ricorso all’autofinanziamento (45,8%; -4,6%), scelta questa che dichiarano di preferire le cooperative di tipo misto A+B (55,3%). In continuità con le preferenze rilevate nella scorsa edizione, le cooperative e imprese sociali intendono utilizzare tali risorse principalmente per potenziare il proprio capitale umano (30,4%) e migliorare l’accesso alla tecnologia (20,4%), ma anche per ridisegnare i servizi offerti (12,4%) e sviluppare nuove funzioni aziendali (12%), sintomo questo della capacità ricettiva e reattiva di tali organizzazioni in risposta ai mutati scenari.Per quanto riguarda la conoscenza degli strumenti di finanza a impatto sociale, i risultati dell’indagine rilevano una crescente familiarità da parte di Consorzi e srl imprese sociali con la tematica e più in generale un aumento dell’utilizzo da parte delle organizzazioni presenti nel campione (+8,9%), crescita in particolare trainata dalle cooperative di tipo A (+25%) e dai Consorzi di cooperative (+10,7%). Lo strumento più conosciuto e utilizzato risulta essere quello dei finanziamenti agevolati (68,8%), ad esempio Fondo Rotativo per le imprese del MISE, fondi con provvista agevolata BEI, seguito dalle obbligazioni solidali (25%) e gli strumenti di social venture capitalism (18,8%). Inoltre, il 55,2% delle organizzazioni ha avviato percorsi di misurazione di impatto sociale delle proprie attività. Su questo tema si evidenzia un’esigenza in termini di supporto formativo (nell’ambito dell’offerta di non financial services da parte degli istituti di credito), insieme ad altri aspetti legati, ad esempio, alla costruzione di nuovi modelli organizzativi, all’educazione finanziaria e alle modalità di realizzazione di campagne di crowdfunding.Per il secondo anno consecutivo l’Osservatorio si arricchisce con l’Outlook Intesa Sanpaolo dell’Impresa Sociale, un’analisi curata da Ipsos Italia e AICCON, in collaborazione e con il patrocinio di Confcooperative-Federsolidarietà e Legacoopsociali, volta a rilevare il sentiment e le prospettive future di sviluppo delle imprese sociali. L’indagine restituisce una quota crescente di imprese sociali che nel corso dei primi mesi del 2022 ha incrementato il numero di dipendenti (+17% sul 2021), migliorato il risultato economico (+16%. sul 2021) ed il margine di profitto (+9% sul 2021). Nonostante ciò sono la crescente incidenza dei costi di produzione e lavoro e la scarsa disponibilità di manodopera specializzata o con esperienza a preoccupare una fetta crescente di imprese sociali rispetto al prossimo futuro. L’Outlook offre poi una vista sempre più chiara sulle tendenze che caratterizzeranno le imprese sociali del futuro: organizzazioni che sempre più ampliano il proprio raggio d’azione – il 36% ha operato nel corso del 2022 in nuovi settori d’intervento – ed aprono i propri confini favorendo processi di ibridazione – il 78% ha collaborato con soggetti aventi forma giuridica differente dalla propria e il 50% ha ricercato all’esterno competenze complementari a quelle già presenti internamente.”Gli ultimi anni – commenta Andrea Lecce, responsabile della Direzione Impact di Intesa Sanpaolo – sono stati particolarmente complessi e le organizzazioni del Terzo Settore hanno dovuto ripensare le proprie attività per continuare a supportare i bisogni sociali e sanitari che si sono enormemente amplificati con la crisi pandemica. Intesa Sanpaolo, attraverso la Direzione Impact, è fortemente impegnata e strutturata con rete e soluzioni dedicate per affiancarlo e sostenerlo nei suoi progetti di crescita sostenibile, in linea con gli obiettivi del PNRR. Grazie alle nostre 600 persone specializzate e vocate al mondo del sociale operiamo in modo innovativo sul territorio, favorendo l’accesso al credito alle organizzazioni del Terzo Settore con l’obiettivo comune di portare beneficio alle comunità e all’ambiente”.”La transizione in atto – sottolinea Paolo Venturi, direttore AICCON – spinge il Terzo Settore verso una domanda più “sartoriale” e strategica di servizi e soluzioni bancarie. Un segnale da associare sia alle trasformazioni interne al settore (es, la riforma, trasformazioni digitali), sia alle spinte al cambiamento e all’investimento che provengono dal contesto e dal PNRR: Una fase decisiva e istituente che necessita di nuove competenze e di una visione trasformativa guidata da metriche d’impatto sociale”.”In questi anni – afferma Enzo Risso, direttore scientifico di Ipsos Italia – il mondo cooperativo non è stato solo un susseguirsi di linee Maginot di difesa ma, in una fase difficile come quella degli ultimi due anni, è venuta fuori anche e soprattutto l’anima proiettiva di un modo di fare impresa rivolto alle persone e al generare valore per tutti (soci, dipendenti, società e comunità). Le cooperative dovrebbero essere sempre più giudicate dagli istituti di credito in base a indicatori più complessi, capaci di tenere insieme gli indici economici e gli indicatori di ricaduta sul territorio e sulla società dell’operato nelle cooperative”. LEGGI TUTTO

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    USA, ADP: a ottobre 239 mila occupati in più, sopra le attese

    (Teleborsa) – Meglio del previsto l’andamento dei nuovi posti di lavoro nel settore privato statunitense a ottobre 2022. Gli occupati del settore privato hanno registrato infatti un aumento di 239 mila posti di lavoro, dopo i 192 mila del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di 208 mila). Le attese dagli analisti indicavano un aumento di 195 mila unità. È quanto indica il report della Automated Data Processing (ADP), che ogni mese pubblica questo report sul mercato del lavoro sulla base dei dati aggregati pervenuti dal settore privato non agricolo. Tale report precede quello ufficiale del Dipartimento del Lavoro che verrà pubblicato venerdì prossimo, 4 novembre 2022.La crescita maggiore è quella del settore dei servizi (+247 mila), in particolare Leisure/hospitality (+210 mila) e Trade/transportation/utilities (+84 mila). Nel settore manifatturiero i posti di lavoro diminuiscono di 20 mila unità, mentre in quello delle costruzioni sono pressoché stabili (+1.000).A livello dimensionale, le piccole imprese hanno registrato un aumento degli occupati di 25 mila, mentre le imprese di medie dimensioni registrano un forte incremento di 218 mila e l’industria di grandi dimensioni cala di 4 mila.”Questo è un numero davvero forte data la maturità della ripresa economica, ma le assunzioni non sono state su larga scala – ha affermato Nela Richardson, capo economista di ADP – I produttori di beni, che sono sensibili ai tassi di interesse, si stanno ritirando e chi cambia lavoro sta ottenendo guadagni salariali minori. Mentre stiamo vedendo i primi segni di distruzione della domanda guidata dalla FED, che sta colpendo solo alcuni settori del mercato del lavoro”. LEGGI TUTTO

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    Da caro energia a pensioni, le priorità secondo Bonomi (e come affrontarle)

    (Teleborsa) – “Dobbiamo affrontare le emergenze e in questo momento per imprese e famiglie l’emergenza è il caro energia. Abbiamo iniettato nell’economia 60 miliardi, messi a disposizione grazie al rimbalzo importante del Pil nel 2021 e nel 2022 che ci ha consentito un extra gettito” ma “il prossimo anno ci sarà rallentamento, non avremo queste disponibilità e quelle poche che abbiamo servono per salvaguardare le imprese e il potere d’acquisto delle famiglie”. Lo ha detto Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, ai microfoni di Rai Radio 1.Sulla fiammata dell’inflazione – Affrontare il tema dell’aumento dell’inflazione “solo con il rialzo dei tassi è sbagliato. E’ giustocercare di contenerla, ma non si può fare solo per via monetaria, dobbiamo fare altri interventi”, ha aggiunto il numero uno di Confindustria che ha parlato anche del nuovo regolamento europeo sul riciclo degli imballaggi, in pubblicazione il 30 novembre, che avrà “un impatto devastante su tutte imprese italiane e su tutte le filiere”, andrà ad “impattare su quasi 7 milioni di posti di lavoro diretto. E’ un impatto sociale pesantissimo”. Capitolo pensioni – “Credo che sulle pensioni si possa aprire un discorso molto serio sui lavori usuranti, sulle scadenze di fine anno, sulle persone fragili, ma fare battaglie identitarie non e’ il momento. Capisco la legittima aspirazione dei partiti che vogliono rispondere al loro elettorato ma ci sara’ tempo e modo e, se vogliono, daremo anche il nostro contributo. Oggi le risorse che abbiamo le dobbiamo concentrare sulle emergenze del Paese”.”Se vogliamo fare un intervento che si chiami Quota 101, Quota 102, che non metta in crisi i conti dell’Inps – ha concluso Bonomi – vuol dire ridurre strutturalmente l’importo della pensione e credo che oggi nessuno possa accettare di poter ricevere una pensione decurtata”.Un breve passaggio anche sull’aumento del tetto al contante che “non è un tema che abbiamo mai chiesto, le nostre imprese pagano e ricevono tramite bonifici. E’ un dibattito che non mi appassiona, ci sono altri temi da affrontare”. LEGGI TUTTO

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    Grano, Mosca conferma: rientriamo nell'accordo

    (Teleborsa) – Il ministero della Difesa russo ha annunciato che la Russia riprenderà la partecipazione all’accordo sul grano: lo riporta l’agenzia russa Ria Novosti.”Siamo riusciti a ricevere garanzie scritte dall’Ucraina che non utilizzerà il corridoio umanitario e i porti ucraini coinvolti nell’esportazione di beni agricoli per condurre attività militari contro la Russia, queste” garanzie scritte “sono state inviate al Centro di coordinamento congiunto il primo novembre 2022”, afferma il ministero della Difesa di Mosca aggiungendo che “la Russia ritiene che le garanzie ricevute a questo punto siano sufficienti e riprende l’attuazione dell’accordo”. Lo riporta la Tass. Mosca sabato ha denunciato un presunto attacco di droni ucraini contro navi russe ancorate a Sebastopoli ma Kiev ha respinto le accuse. Ad anticipare lo scenario, era stato poco prima il presidente turco Recep Tayyip Erdogan il quale aveva dichiarato che la Russia sarebbe tornata a fare parte dell’accordo che ha permesso l’esportazione di grano dai porti ucraini, da cui Mosca si è recentemente sfilata, secondo quanto aveva riportato Anadolu. Erdogan ha fatto anche sapere che sentirà oggi al telefono il capo di Stato ucraino Volodymyr Zelensky per discutere degli ultimi sviluppi del conflitto tra Mosca e Kiev.”Estendere l’accordo sul grano è molto importante e sono sicuro che riusciremo a trovare un consenso per farlo”, aveva affermato sempre poco prima il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, in una conferenza trasmessa da Trt, assicurando che Ankara continuava a mediare “affinché possa tornare in vigore l’intesa tra Turchia, Ucraina, Russia e Onu” che aveva sbloccato l’esportazione di grano dai porti ucraini e da cui Mosca si era sfilata nei giorni scorsi.”La Russia sostiene di non avere condizioni di sicurezza affinché grano e fertilizzanti siano esportati”, aveva spiegato Cavusoglu aggiungendo che “rimuovere gli ostacoli per l’esportazione di grano e fertilizzanti dalla Russia non significa stare dalla parte della Russia, su questo c’è un consenso da parte dell’Onu e anche da parte dell’Unione europea perché tutto il mondo ha bisogno di questi prodotti”. LEGGI TUTTO