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    Energia, OPEC: nel 2045 domanda di petrolio salirà a 110 milioni di barili al giorno

    (Teleborsa) – La domanda globale di energia primaria continuerà a crescere nel medio e lungo termine, aumentando di un significativo 23% nel periodo fino al 2045. In particolare, i paesi non OCSE guideranno la crescita della domanda di petrolio, espandendosi di quasi 24 milioni di barili al giorno nel periodo di previsione, mentre quella dell’OCSE diminuirà di oltre 10 mb/g tra il 2021 e il 2045. L’India dovrebbe essere il maggior contributore alla domanda incrementale, aggiungendo circa 6,3 mb/g al 2045. Complessivamente, la domanda di petrolio aumenterà da quasi 97 milioni di barili al giorno (mb/g) nel 2021 a circa 110 mb/g nel 2045.Sono alcuni dei punti salienti emersi dall’OPEC World Oil Outlook (WOO) 2022, lanciato oggi all’Abu Dhabi International Petroleum Exhibition and Conference (ADIPEC) 2022 negli Emirati Arabi Uniti (UAE). Pubblicato per la prima volta nel 2007, il WOO offre una revisione e una valutazione dettagliate delle prospettive a medio e lungo termine per le industrie petrolifere ed energetiche globali fino al 2045.In base alle stime contenute nel rapporto il mondo avrà bisogno di aggiungere annualmente in media 2,7 milioni di barili di petrolio equivalenti al giorno fino al 2045 e tutte le forme di energia saranno necessarie per soddisfare i futuri fabbisogni energetici. La previsione è che il petrolio manterrà una quota maggioritaria nel mix energetico per tutto il periodo di previsione, soddisfando quasi il 29% del fabbisogno energetico nel 2045. Le altre energie rinnovabili, che combinano principalmente l’energia solare, eolica e geotermica, si espanderanno in media del 7,1% annuo, significativamente più velocemente di qualsiasi altra fonte di energia. L’Opec ha sottolineato che tutti i principali tipi di combustibili sono in crescita – ad eccezione del carbone – e che il settore petrolifero globale avrà bisogno di investimenti cumulativi di 12,1 trilioni di dollari da oggi al 2045, pari a oltre 500 miliardi di dollari all’anno.“Il WOO 2022 sottolinea ancora una volta la natura sempre più complessa delle industrie petrolifere ed energetiche globali. È un ambiente stimolante e che richiede l’analisi di esperti per aiutarci a superare sia le sfide che le opportunità future. Il WOO fornisce questo”, ha dichiarato il Segretario Generale dell’OPEC, SE Haitham Al Ghais, nel lanciare la pubblicazione, aggiungendo che che è stato “un grande onore tornare all’ADIPEC per lanciare il WOO di quest’anno, un evento che continua ad andare sempre più forte. Questo è un omaggio alla leadership negli Emirati Arabi Uniti”. LEGGI TUTTO

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    Ue, nel 2021 entrate fiscali e contributive in aumento

    (Teleborsa) – Nel 2021, le entrate fiscali e contributive nell’UE sono aumentate di 520 miliardi di euro rispetto al 2020, attestandosi a 6.058 miliardi di euro. E’ quanto emerge dai dati sulla tassazione pubblicati oggi da Eurostat.Nel dettaglio, il rapporto complessivo gettito fiscale/PIL, ovvero la somma di entrate fiscali e contributive nette in percentuale del prodotto interno lordo (PIL) , si è attestato al 41,7% nell’UE nel 2021, in aumento rispetto al 2020 (41,1%). Dai dati emerge anche che, nel 2021, il rapporto tasse/PIL varia in modo significativo tra gli Stati membri con le quote più elevate di entrate fiscali e contributive in percentuale del PIL che si sono registrate in Danimarca (48,8%), Francia (47,0%) e Belgio (46,0%). All’estremo opposto della scala, invece, troviamo Irlanda (21,9%) e Romania (27,3%) che hanno registrato i rapporti più bassi. Il più grande aumento del rapporto tasse/PIL si è registrato a Cipro, la più grande diminuzione in UngheriaRispetto al 2020, il rapporto tasse/PIL è aumentato in venti Stati membri dell’UE nel 2021, con l’aumento maggiore osservato a Cipro (dal 34,0% nel 2020 al 36,0% nel 2021). Al contrario, sono state registrate diminuzioni in cinque Stati membri, in particolare in Ungheria (dal 36,1% nel 2020 al 34,0% nel 2021) e in Croazia (dal 36,9% al 35,8%). LEGGI TUTTO

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    Scuola, Anief: un mese per sentenza Consulta su risarcimenti a docenti sospesi

    (Teleborsa) – Il prossimo 30 novembre la Consulta si esprimerà sulle migliaia di richieste di risarcimento presentate dai dipendenti pubblici per la sospensione dal servizio, a causa della mancata soddisfazione dell’obbligo di vaccinazione Covid-19 imposto dal precedente Governo, e per l’assegno alimentare conseguentemente negato ed il demansionamento del corpo docente. Lo ricorda il sindacato della scuola Anief, segnalando che le 14 ordinanze rimesse dai Tribunali amministrativi e del lavoro hanno violato ben undici articoli della Costituzione. L’ufficio legale del giovane sindacato ha presentato, in particolare, ricorsi per più di 4 mila tra amministrativi e insegnanti, mentre con diverse ordinanze si sono rivolti alla Consulta il Consiglio giustizia amministrativa Sicilia, il Tar Lombardia, lo stesso Tar Lazio e i Tribunali del lavoro di Brescia, Catania e Padova.”L’udienza sarà discussa dopo che, probabilmente, con il nuovo Governo, dal 1° novembre, sarà eliminato l’ultimo obbligo ancora vigente per i lavoratori che operano in ambito sanitario e potrebbe essere già insediata una commissione d’inchiesta sulla gestione della crisi pandemica”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricordando che “in ballo, oltre alle importanti questioni in punto di diritto, dibattute in sede sfavorevole all’obbligo vaccinale in alte Corti di giustizia di altri Paesi europei e del mondo (Usa, Slovenia, Austria), ci sono migliaia di richieste di risarcimento in favore dei lavoratori pubblici sospesi anche per l’assegno alimentare negato durante il periodo di sospensione e una specifica per il demansionamento del personale docente, rientrato fuori dalle aule ad aprile”. LEGGI TUTTO

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    Auto, 3 italiani su 4 disposti a passare a un veicolo elettrico nel prossimo biennio

    (Teleborsa) – Secondo Motus-E, associazione che raggruppa tutti gli stakeholder della mobilità elettrica, nel mese di agosto le vendite di auto con possibilità di ricarica (somma di elettriche pure e veicoli ibridi plug-in) hanno registrato un calo del 23,39%. L’aumento dei costi dell’energia non sembra, tuttavia, essere un fattore rilevante nel rallentare il passaggio degli italiani all’auto elettrica. Il 75,3% dichiara, infatti, che sarebbe già disposto a passare a una full electric o a una ibrida plug-in da qui a due anni. È quanto emerge da un’indagine di Prima Assicurazioni commissionata a Nielsen.Tra gli ostacoli all’acquisto di un veicolo elettrico, solamente 1 intervistato su 10 (10,6%) cita il prezzo dell’energia, che dovrebbe tornare ai livelli pre-crisi, mentre, al contrario, il principale motivo che frena gli italiani è l’attuale prezzo dei veicoli, considerato ancora troppo alto da più del 31,3% del campione. Seguono la richiesta di maggiori incentivi da parte del Governo (17,7%) e di infrastrutture adeguate (15,7%), altri due fattori che, allo stato attuale, potrebbero portare a un ripensamento. A questi, infine, si affianca appena un 24,7% di rispondenti che non comprerebbe comunque un’auto elettrica nei prossimi due anni, neanche al verificarsi di queste condizioni, perché ritiene questa tecnologia ancora poco affidabile o perché continua a preferire la propulsione a benzina o diesel.Solo un quinto degli intervistati fra i 30 e i 40 anni, non starebbe prendendo neanche in considerazione l’ipotesi (19,9%) di passare a una e-car: gli intervistati più giovani sono, dunque, particolarmente inclini a passare all’elettrico. Assume però maggior peso per questa fascia l’impegno da parte delle istituzioni a garantire più incentivi, richiesti dal 24,7% dei trenta-quarantenni. I più legati alle automobili tradizionali sono invece gli italiani fra i 50 e i 60 anni, con il 29,4% che non prende in considerazione i nuovi motori elettrici.”Il segmento motor è uno dei pilastri della nostra strategia e ci ha permesso rapidamente di superare i 2,5 milioni di clienti in Italia. Prima è una tech company costantemente al lavoro per innovare e offrire ai clienti i migliori prodotti, e proprio per questo guarda con attenzione al mercato che si sposta verso soluzioni innovative e sostenibili, e abitudini virtuose – commenta Anna Sanfilippo, chief marketing officer di Prima Assicurazioni –. È dunque molto importante registrare oggi che più del 75% degli italiani sarebbe disposta a fare il passaggio all’auto elettrica, nonostante le difficoltà dettate dalle contingenze attuali che non sembrano penalizzare significativamente questo cambiamento”. LEGGI TUTTO

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    USA, Fed Dallas: peggiora l'attività delle fabbriche a ottobre

    (Teleborsa) – Peggiora l’attività delle fabbriche nel Distretto di Dallas nel mese di ottobre 2022, secondo quanto segnalato dai dirigenti aziendali che hanno risposto al Texas Manifacturing Outlook Survey. L’indice generale manifatturiero, elaborato dalla Federal Reserve di Dallas, è sceso a -19,4 punti rispetto ai -17,2 del mese precedente. Bisogna ricordare che quando le aziende che segnalano un aumento supera il numero di quelle che segnalano una diminuzione, l’indice sarà maggiore di zero.L’indice di produzione, una misura chiave delle condizioni di produzione dello Stato, è sceso di 3 punti a quota 6 punti, mentre i nuovi ordini sono scesi a -8,8 punti, segnando il quinto calo consecutivo mensile.L’indice della capacità di utilizzo è scivolato a 9,1 punti e l’indice delle consegne si è portato in territorio negativo per la prima volta da maggio 20202, posizionandosi a -1,6 punti. LEGGI TUTTO

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    Italia, UE proroga Aiuti a sostegno del trasporto merci su rotaia

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi delle norme dell’UE sugli aiuti di Stato, la proroga di uno schema italiano per incoraggiare il passaggio del trasporto merci dalla strada alla ferrovia. L’obiettivo è contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2 e della congestione stradale.La misura, originariamente approvata nel dicembre 2016, è stata già prorogata nell’ottobre 2017 e nel novembre 2019, e sarebbe scaduta nel dicembre 2022. L’Italia ha invece chiesto e ottenuto di prorogare lo schema fino alla fine del 2027, con un aumento di bilancio di 200 milioni di euro, portando il bilancio complessivo a 500 milioni di euro.La Commissione ha ritenuto che il programma continua a essere necessario e appropriato per promuovere l’uso del trasporto ferroviario, in particolare nell’Italia meridionale, dove lo squilibrio tra ferrovia e strada è ancora significativamente pronunciato.La Commissione ha inoltre concluso che la misura continua a essere proporzionata, in quanto è limitata al minimo necessario, e ad avere un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi tra Stati membri. LEGGI TUTTO

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    Poste Italiane, UE approva Aiuti per 512 milioni di euro sul digitale

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi della normativa UE sugli aiuti di Stato, una misura italiana da 512 milioni di euro per compensare Poste Italiane per la creazione e il potenziamento dei servizi digitali nella propria rete di uffici postali nei piccoli comuni italiani.Il regime fa parte del Piano nazionale per gli investimenti complementari dell’Italia che integrerà il Piano italiano per la ripresa e la resilienza (PNRR) con risorse nazionali. L’obiettivo della misura è fornire nuovi servizi della pubblica amministrazione digitale ai cittadini e alle imprese dei piccoli comuni con meno di 15.000 abitanti, colmando così il divario digitale di quelle aree, stimolando la crescita economica e lo sviluppo imprenditoriale e migliorando l’ambiente delle imprese e dei consumatori.La misura sosterrà l’installazione e/o il potenziamento di ATM, postazioni self-service per l’accesso ai servizi pubblici digitali e schermi interattivi e front desk negli uffici interessati di Poste Italiane. In base alla misura, che durerà fino al 31 dicembre 2026, il sostegno assumerà la forma di una sovvenzione diretta e coprirà i costi di sviluppo. LEGGI TUTTO

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    USA, PMI Chicago ottobre peggiora a 45,2 punti

    (Teleborsa) – Peggiora l’attività manifatturiera nell’area di Chicago, confermandosi in contrazione. Nel mese di ottobre 2022, l’indice PMI Chicago si è attestato a 45,2 punti contro i 45,7 punti del mese precedente. Il dato risulta anche peggiore delle attese degli analisti che erano per una crescita fino a 47 punti. Si ricorda che un livello dell’indice al di sopra di 50 punti denota un’espansione mentre un livello al di sotto dei 50 punti indica una contrazione del settore manifatturiero statunitense. LEGGI TUTTO