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    USA, edilizia si conferma altalenante a settembre

    (Teleborsa) – Segnali contrastanti giungono ancora dal mercato edilizio USA a settembre. Secondo il Dipartimento del Commercio statunitense i nuovi cantieri avviati hanno registrato un calo dell’8,1%, attestandosi a 1,439 milioni di unità, dopo il forte aumento del 13,7% registrato ad agosto (dato rivisto da +12,2%). Le attese degli analisti avevano previsto un numero di cantieri in calo a 1,475 milioni. I permessi edilizi rilasciati dalle autorità competenti hanno registrato nello stesso periodo un incremento dell’1,4% a 1,564 milioni di unità, dopo il -8,5% registrato il mese precedente (riviston da un preliminare -10%). Le attese degli analisti erano per una diminuzione dei permessi a 1,530 milioni. LEGGI TUTTO

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    USA, continua calo richieste mutui settimanali

    (Teleborsa) – Scendono ancora le domande di mutuo negli Stati Uniti. Nella settimana al 14 ottobre, l’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario registra una diminuzione del 4,5%, dopo il -2% della settimana precedente.L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è scivolato del 6,7%, mentre quello relativo alle nuove domande registra un decremento del 3,7%.Lo rende noto la Mortgage Bankers Associations (MBA), indicando che i tassi sui mutui trentennali sono saliti ancora, attestandosi al 6,94% dal 6,81% della settimana precedente. LEGGI TUTTO

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    Innovazione, MiSE: al via domande nuove case delle tecnologie emergenti

    (Teleborsa) – Sono aperti fino al 18 novembre i termini per presentare i progetti di nuove case delle tecnologie emergenti da realizzare sul territorio nazionale, dopo quelle già avviate nelle città di Torino, Roma, Bari, Prato e L’Aquila.Per il rifinanziamento della misura il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha stanziato 80 milioni di euro destinati ai comuni coperti dalla rete banda ultralarga che, insieme a università, centri di ricerca e imprese, puntano a sviluppare programmi di ricerca, sperimentazione e trasferimento tecnologico verso startup e Pmi, basati sull’utilizzo della blockchain, intelligenza artificiale, internet of things, crypto asset, il 6G e le tecnologie quantistiche. LEGGI TUTTO

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    IVASS, Signorini: speriamo presto arbitro assicurativo

    (Teleborsa) – “Speriamo che ci sia presto l’arbitro assicurativo. La sua nascita coinvolge diverse autorità, con meccanismi e processi da precisare, ma dovremmo essere in dirittura d’arrivo”. Così il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini, intervenendo al convegno “Donne e assicurazioni un gap da colmare”. Analogamente all’arbitro bancario, ha spiegato Signorini, “quando c’è una controversia l’assicurato può rivolgersi all’arbitro per qualcosa che non va. L’arbitro ascolta anche l’altra parte, l’assicurazione, esamina il ricorso ed emette un giudizio. È una alternativa al ricorso alla magistratura ordinaria dove il rischio è quello di cause civili lunghe. L’arbitro bancario opera già da qualche anno con buon successo”.”L’arbitro assicurativo – ha precisato Signorini – sarà indipendente dall’Ivass ma gli forniremo tutto il supporto necessario. Le decisioni dell’arbitro non saranno vincolanti, a differenza del magistrato la cui sentenza deve essere eseguita. Però l’esperienza dell’arbitro bancario ci dice che in una percentuale di casi molto elevata le banche si uniformano alle sue decisioni”.Signorini ha anche rilevato che “c’è un gap per tutti nei confronti dei temi finanziari e assicurativi, ma in Italia è maggiore che altrove ed è più marcato per le donne, che risultano avere conoscenze meno approfondite. Spesso ancora, all’interno della famiglia, è l’uomo ad avere un lavoro oppure un lavoro che pesa di più dal punto di vista economico. C’è la tendenza ad attribuire all’uomo le grandi decisioni finanziarie della famiglia”. Ma in Italia, ha proseguito, “ci sono anche altri gap da colmare, come il tasso di occupazione tra uomo e donna, che è maggiore rispetto ad altri Paesi. Uno dei grandi problemi economici dell’Italia è che gran parte della sua capacità produttiva, rappresentata dalle donne, non viene sfruttata, impiegata”. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Giovannini: 47% ai porti, ora Sud può correre

    (Teleborsa) – “Lo avevo detto sin dall’inizio che il 55% delle risorse PNRR di nostra competenza sarebbero andate al Mezzogiorno. E così è avvenuto, a dispetto di giudizi e affermazioni che leggiamo anche adesso non suffragati dai dati. Anche per le realtà portuali meridionali l’obiettivo, come per le infrastrutture ferroviarie, era quello di migliorare l’accessibilità, a partire dai retroporti e dalle Zes. Non c’è stato alcun algoritmo dietro questa scelta, ma una volontà chiara e precisa”. Lo ha detto Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, a Il Mattino, parlando del Rapporto del Mims pubblicato ieri sui singoli interventi sui porti italiani da cui emerge che il 46,9% di risorse del Pnrr e del Piano complementare è stato destinato al Sud.”Il Cresme nei giorni scorsi ha reso noti i dati sui bandi già pubblicati e le relative assegnazioni per i primi 9 mesi del 2022: la parte del leone è fatta da Ferrovie e Porti, esattamente come avevamo previsto. E da quei dati emerge la forte ripresa del Mezzogiorno. Non stiamo parlando di teoria, ma di fatti. Anche il nostro ultimo Rapporto di monitoraggio al 30 settembre ha confermato il rispetto del cronoprogramma a suo tempo indicato, sia per le riforme che per gli investimenti. Insomma, il PNRR si muove nei tempi previsti: il 2022 doveva essere l’anno della progettazione e dei bandi, il 2023 l’anno dei cantieri. E così sta avvenendo”, spiega.Sul progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina: “Io ho cercato di avere un atteggiamento molto laico sul Ponte, tanto è vero che ho avviato lo studio di fattibilità che da un lato deve valutare come il vecchio progetto può e deve essere modificato alla luce delle novità tecnologiche e ambientali intervenute negli anni, e dall’altro fare un’ipotesi alternativa. Lei sa che nel vecchio progetto l’altezza del ponte appare incompatibile con l’altezza delle navi, e non solo da crociera, che oggi è molto superiore rispetto a vent’anni fa? Il rischio di una scelta incompatibile con il gigantismo navale sarebbe quella di obbligare a circumnavigare tutta la Sicilia ma questo vorrebbe dire, tanto per dirne una, un forte danno per Gioia Tauro. Per questo ho voluto uno studio supplementare e ciò non c’entra nulla col dirsi a favore o contro. Ecco perché è necessario un approccio non ideologico”, sottolinea Giovannini. “Nel frattempo, abbiamo investito molto per migliorare l’attraversamento dinamico, con primi effetti importanti che si vedranno, in termini di riduzione dei tempi di attraversamento, già nei prossimi mesi”, aggiunge. LEGGI TUTTO

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    Regno Unito, crescono ancora i prezzi di fabbrica a settembre

    (Teleborsa) – Aumentano ancora i prezzi alla produzione del Regno Unito nel mese di settembre, seppur ad un ritmo più contenuto rispetto al mese precedente. Secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica (ONS), l’indice dei prezzi alla produzione (output) è salito dello 0,4% su base mensile, risultando sopra le aspettative di mercato (-0,4%) e del mese precedente (-0,9%). A livello annuale, si è registrata una variazione positiva del 20%, contro il +20,9% del mese precedente (dato rivisto da +20,5%) ed il +18,8% atteso dal mercato. L’indice core, al netto di cibo, bevande, tabacchi e petrolio, è salito su mese dello 0,6%, come ad agosto e su base annuale del 10,1% dal +12,4% precedente. LEGGI TUTTO

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    Regno Unito, l'inflazione resta elevata a settembre

    (Teleborsa) – Resta elevata l’inflazione nel Regno Unito a settembre. Secondo il report mensile dell’Office for National Statistics (ONS), i prezzi al consumo segnano una crescita del 10,1% su base annua, rispetto al +10% atteso ed al +9,9% precedente. Su base mensile l’inflazione ha registrato un incremento dello 0,5%, come nel mese precedente e superiore al +0,4% atteso.Il dato core dell’inflazione, che esclude le componenti più volatili quali cibo e carburanti, accelera al +6,5% più del previsto (+6,4%) dal +6,4% del mese precedente. Su base mensile si registra un +0,6% oltre il consensus (+0,5%), ma in frenata rispetto al +0,8% precedente. LEGGI TUTTO

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    Price cup a metà, versione soft e minaccia “falchi”: gli scenari

    (Teleborsa) – Alla fine, il price cap è arrivato, seppur in una versione decisamente soft: è stata la Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, nella giornata di ieri, a mettere il sigillo sul nuovo piano della Commissione sull’energia, imprimendo una svolta alla strategia di Bruxelles sul gas: più vincoli agli Stati membri e alla volatilità dei prezzi, più solidarietà in caso di carenze delle forniture e la prospettiva di un indice di riferimento che faccia da contraltare al tanto criticato Ttf.Ma la partita è tutt’altro che chiusa: sul price cap dinamico i ‘falchi’ del Nord non cedono. E la prospettiva di un nuovo scontro al vertice europeo del 20 e 21 ottobre è una possibilità piuttosto concreta. E’ la stessa Presidente von der Leyen nella conferenza stampa organizzata dopo l’ok al piano del collegio dei commissari, a seminare prudenza: Palazzo Berlaymont, ha spiegato, attenderà prima che al Consiglio europeo ci sarà un accordo di principio sul cap e poi entrerà nel dettaglio della misura.Nelle linee generali il corridoio dinamico si applicherà solo a certe condizioni per prevenire picchi estremi sui mercati spot Ttf. Potrà essere attivato per un massimo di tre mesi. Poi, entro la prossima primavera l’Ue proverà ad archiviare la questione con un nuovo indice di riferimento che vada ad affiancarsi a quello di Amsterdam. Ma il ‘cap’ è solo una delle misure varate dalla Commissione, che rende obbligatori gli acquisti comuni di gas per almeno il 15% del volume totale e mette sul tavolo regole predefinite che per la solidarietà tra Paesi membri in caso di carenza di gas.Bruxelles si è mossa su tre direttrici per arginare le pressioni sui prezzi e agevolare gli approvvigionamenti di gas per l’accumulo di scorte adeguate da parte dei Paesi membri: acquisti congiunti minimi obbligatori dei Paesi a livello Ue sull’energia, interventi sugli indici dei prezzi volti a limitare la volatilità, fissando “limiti dinamici” o meccanismi di controllo sui prezzi e, infine, regole minime di solidarietà tra Stati in caso di penurie di approvvigionamento.E se , come ha sottolineato von der Leyen, sulla piattaforma comune e sulla domanda aggregata di gas, tra i 27, si vede “un ampio sostegno”, così come per un ulteriore taglio ai consumi – questa volta obbligatorio – in caso di emergenza, le note dolenti arrivano proprio sul price cap e a Bruxelles ci si limita ad augurarsi una condivisione dei leader. Infatti, in parallelo alla riunione dei Rappresentanti dei 27 e al Consiglio Affari Generali a Lussemburgo, il piano della Commissione scricchiola subito. Incontrando le “riserve” e lo “scetticismo” di Germania e Olanda, ma anche – spiegano fonti europee – di Austria, Danimarca, Ungheria e Irlanda. Al momento l’invito ad esplorare un cap dinamico è messo nero su bianco nella bozza di conclusioni del Consiglio europeo ma i ‘falchi’ puntano a toglierlo. Dall’altro lato, i favorevoli ad un price cap (i 15 della lettera in cui lo chiesero per iscritto, Francia e Italia inclusi, con la possibile aggiunta di Cipro ) spingono per un riferimento più chiaro nel testo. Da qui a giovedì la partita è aperta e il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, nella sua lettera d’invito, si appella ai governi affinchè tutelino “l’interesse collettivo”. LEGGI TUTTO