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    Dazi, Dombrovskis: trattative con Usa proseguono, obiettivo accordo più rapido possibile

    (Teleborsa) – Pensa che si arriverà a un accordo sui dazi? “Certamente. Ecco perché continuiamo con impegni intensivi con gli Usa per trovare soluzioni ed evitare un’escalation delle tensioni sui dazi”. Lo ha detto il commissario Ue all’Economia Valdis Dombrovskis, ospite al programma Start di Sky Tg24. “La prima scadenza era il 9 luglio,è stata superata. Ora lavoriamo alla scadenza per il primo agosto. Cerchiamo – ha proseguito – di arrivare a un accordo più rapidamente possibile, i negoziati continuano in maniera intensa a livello politico e tecnico. La nostra priorità è raggiungere una posizione negoziata che possa essere accettata reciprocamente. In assenza di soluzione siamo necessari a fare passi necessari per difendere le nostre aziende e i nostri interessi economici”. In merito alla tariffa del 10% su tutti i beni “abbiamo avuto consultazioni con altri Stati Ue su come procedere e direi che abbiamo consenso ampio sul modo in cui procedere, ma non posso commentare i dettagli”, ha concluso”E’ possibile pensare a delle eccezioni rispetto alle procedure di infrazione sul deficit per permettere all’Italia di chiedere più flessibilità per le spese della difesa? “Siamo in contatto costante con le autorità italiane. Ieri ho avuto una conversazione con il ministro delle Finanze Giorgetti qui a Roma su questo argomento”. Su ratifica MES – “Nel nostro ciclo politico abbiamo due priorità: la competitività e la sicurezza e la difesa. Naturalmente è necessario anche includere degli elementi dell’unione bancaria e dei mercati capitali. L’Italia non ha finora ratificato il Mes e naturalmente questo sarebbe importante perché andrebbe a espandere le possibilità per gli strumenti precauzionali di tutti gli Stati membri”. SU UCRAINA – “Per quanto riguarda i materiali strategici ovviamente quando ci sarà un accordo tra Usa e Ucraina seguiremo da vicino gli sviluppi. Gli accordi non dovranno essere in contraddizione con gli impegni presi nel quadro della nostra associazione con l’Ucraina, con gli accordi di libero scambio. Non ci dovranno essere contrapposizioni e l’Ucraina dovrà continuare con il suo percorso di stato membro dell’Unione Europea”.E RUSSIA “Negli Stati baltici e in tutti i Paesi confinanti consideriamo la Russia una minaccia reale. La Russia ha invaso l’Ucraina con una guerra che poi è diventata su larga scala e parla apertamente di invadere altri Paesi, anche Nato e dell’Ue”. “La Russia ha incrementato la sua produzione militare, la sua economia ora è un’economia di guerra. Solo con uno sforzo collettivo di Ue e Nato potremmo fare da deterrente”, ha concluso Dombrovskis. LEGGI TUTTO

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    PIL, Istat: +0,3% primo trimestre, crescita acquisita 2025 +0,5%

    (Teleborsa) – L’incertezza associata al quadro internazionale è in ulteriore aumento. Ai frequenti e contradditori annunci sulla politica commerciale statunitense si è sommata l’escalation delle tensioni geopolitiche tra cui la guerra “dei 12 giorni” scoppiata il 13 giugno tra Israele e Iran. Gli scambi internazionali di merci in volume sono diminuiti ad aprile dell’1,4% rispetto al mese precedente (+2,3% a marzo). Per quanto riguarda le importazioni, il dato più rilevante è stato il forte calo registrato dagli Stati Uniti (-20,0%) che segue però gli elevati livelli di import dei primi tre mesi dell’anno, dovuti anche a un effetto di anticipo sulle attese dell’introduzione/aumento dei dazi americani. Le prospettive per il commercio mondiale sono ancora negative: l’indice composito globale dei manager degli acquisti (PMI, Purchasing Managers’ Index) per i nuovi ordini all’esportazione, che anticipa la dinamica della domanda internazionale, pur se in recupero sia a maggio sia a giugno, è rimasto sotto la soglia di espansione dei 50 punti (48 e 49,1). L’evoluzione dell’attività economica è eterogenea: in moderata espansione in Cina e in flessione negli Usa. Nell’area euro è in calo la produzione industriale”, evidenzia l’Istituto. È quanto rileva l’Istat nella Nota sull’andamento dell’economia italiana maggio-giugno 2025.In tale scenario in Italia si conferma la crescita del Pil nel primo trimestre, +0,3% in termini congiunturali. A questa dinamica – evidenzia l’Istat – ha contribuito positivamente sia la domanda nazionale al netto delle scorte sia, in misura più contenuta, quella estera, mentre la variazione delle scorte ha fornito un contributo negativo. La variazione acquisita per il 2025 è pari a 0,5%.In calo la produzione industriale. A maggio, l’indice destagionalizzato della produzione industriale in Italia ha segnato un calo congiunturale dello 0,7%, dopo l’aumento dello 0,9% registrato ad aprile. Il risultato è dovuto al rallentamento nei settori dei beni di consumo (-1,3%) e dei beni intermedi (-1,0%), alla stazionarietà dei beni strumentali e alla crescita del comparto energetico (+0,7%). Tuttavia, nella media del trimestre marzo-maggio, l’indice è salito dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti, grazie al traino dei beni strumentali (+1,7%) e intermedi (+0,8%).Settore delle costruzioni in ripresa ad aprile, dopo due mesi di flessione, con una crescita rispetto al mese precedente: l’indice destagionalizzato è aumentato in termini congiunturali del 2,4%. Anche nella media del trimestre febbraio–aprile la produzione nelle costruzioni in Italia è aumentata in termini congiunturali(+1,7%). Nel periodo gennaio-marzo l’indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, ha registrato, dopo tre trimestri di crescita, una leggera flessione su base congiunturale (-0,2%), sintesi di una marcata riduzione dei prezzi delle abitazioni nuove (-8,7%) e di un aumento di quelli delle abitazioni esistenti (+1,7%). Tale andamento si colloca in un contesto di espansione dei volumi di compravendita nel settore residenziale. Nel primo trimestre, l’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate ha rilevato un aumento tendenziale pari all’11,2%, in ulteriore accelerazione rispetto al già positivo incremento del 7,6% registrato nel periodo precedente.Continua la crescita dei servizi, sebbene a un ritmo più contenuto (+0,8% a marzo e +0,4% ad aprile, i rispettivi tassi di crescita congiunturali dell’indice del fatturato in volume). Tuttavia, nel periodo febbraio-aprile, il confronto con il trimestre precedente evidenzia una lieve flessione complessiva del settore(-0,2%). I comparti che hanno registrato le performance peggiori sono stati le attività immobiliari (-1,9%), i servizi di alloggio e ristorazione (-0,8%) e le attività professionali, scientifiche e tecniche (-0,5%).Nel primo trimestre, il tasso di investimento delle società non finanziarie è stato pari al 22,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto ai tre mesi precedenti, a sintesi di una crescita del valore aggiunto (+0,7%) più contenuta rispetto a quella degli investimenti fissi lordi (+1,4%). Nello stesso periodo, la quota di profitto delle società non finanziarie, dopo il picco osservato nel primo trimestre del 2023, ha registrato l’ottava flessione consecutiva, attestandosi al 42,1%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto ai tre mesi precedenti. Migliora la fiducia delle imprese. L’indice ha segnato a giugno il secondo aumento consecutivo,diffuso a tutti i comparti, ad eccezione di quello del commercio al dettaglio. Nel settore manifatturiero si evidenzia un peggioramento nei giudizi sugli ordini, a fronte di un miglioramento delle aspettative sulla produzione. Le scorte vengono valutate in fase di decumulo. Nelle costruzioni, le attese sull’occupazione mostrano un miglioramento, mentre i giudizi sugli ordini rimangono stabili. Nei servizi di mercato si rileva un miglioramento nei giudizi sugli ordini e sull’andamento degli affari, mentre le attese sugli ordini sonosostanzialmente stabili. Tra i settori, i servizi di trasporto e magazzinaggio registrano l’incremento più significativo, mentre i servizi turistici mostrano una flessione.Aumentano gli scambi di beni con l’estero nei primi quattro mesi dell’anno: nonostante l’incertezza del quadro internazionale legata agli annunci di politica commerciale USA, nel complesso crescono sia l’export sia l’import di beni in valore, rispettivamente del 2,5% e del 6,0% rispetto allo stesso periodo del 2024, a seguito anche di un probabile effetto anticipo degli scambi in previsione di dazi. A sostenere la crescita tendenziale dell’export nel periodo considerato sono state soprattutto le vendite di prodotti farmaceutici (+38,7%), che hanno un peso di rilievo negli scambi dell’Italia sia sui mercati Ue sia extra Ue, nonché quelle di mezzi di trasporto (esclusi gli autoveicoli) (+10,3%), di metalli e prodotti in metallo (+5, 8%) e dei prodotti dell’ alimentare bevande e tabacco (+5,3%). Sono diminuite invece le vendite di autoveicoli (-11,6%), che già avevano mostrato segnali di difficoltà nel 2024, di macchinari (-2,2%) e di coke e prodotti petroliferi (-28,1%). Nonostante l’incremento delle vendite abbia riguardato sia i mercati Ue sia quelli extra-UE, i primi hannomostrato un maggiore dinamismo (la variazione nel periodo gennaio-aprile è stata pari rispettivamente a +2,8 e +2,1%), grazie anche all’incremento delle esportazioni verso i principali partner commerciali (Germania +4,1%; Francia +1,8%; Spagna +10,8%) che determinano complessivamente più della metà delle vendite italiane dirette nell’Ue. Tra i mercati extra-UE, nello stesso periodo, sono risultati particolamente dinamici i flussi verso Svizzera e Stati Uniti (rispettivamente +13,1 e +8,4 %) mentre si sono ridotte le vendite in Russia (-15%), Cina (-10,5%) e Turchia (-17,9%); deboli le esportazioni dirette verso il Regno Unito (+0,8%). In particolare con riferimento al mercato statunitense, gli aumenti hanno interessato principalmente la Farmaceutica che pesa oltre il 20% del totale delle vendite e il comparto dell’alimentare bevande. A maggio, i dati sugli scambi extra Ue evidenziano per il secondo mese consecutivo un calo delle vendite (-3,5% in termini congiunturali, -5,2% in termini tendenziali), su cui ha inciso la debole performance verso Cina, Turchia, Russia (con una contrazione superiore al 20%) e del Regno Unito (-9,6%), mentre le esportazioni dirette nel mercato elvetico e quello statunitense hanno mostrato un aumento (rispettivamente pari a +9,2 e +2,5%).L’occupazione in Italia è in aumento, con il numero di occupati che a maggio è pari a 24 milioni 301 mila unità. La crescita ha coinvolto sia gli uomini sia le donne e chi ha almeno 50 anni. Per posizione professionale l’occupazione è aumentata sia tra i dipendenti permanenti, sia tra gli autonomi, mentre è diminuita tra i dipendenti a termine. Il tasso di occupazione aumenta ed è pari al 62,9%. Rispetto al mese precedente, la disoccupazione è cresciuta per entrambe le componenti di genere e gli individui di tutte le di età. Nel confronto mensile il tasso di disoccupazione totale (che nell’area euro è in aumento di 0,1 punti, ed è pari al 6,3%), sale al 6,5% (+0,4 punti), quello giovanile al 21,6% (+1,7 punti).Rispetto ad aprile, infine, il tasso d’inattività è in calo al 32,6% (-0,5 punti). LEGGI TUTTO

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    Conferenza per l’Ucraina, Meloni: “Immaginiamo Paese libero e ricostruito. Impegni per oltre 10 miliardi”

    (Teleborsa) – Circa 5.000 partecipanti, fra cui circa 100 delegazioni governative e 40 di Organizzazioni Internazionali: il Centro Congressi La Nuvola di Roma ospita la “Conferenza per la Ripresa dell’Ucraina” co-organizzata dai governi italiano e ucraino.”Abbiamo lavorando per creare una grande coalizione per la ripresa, per la ricostruzione. Questo deve essere il momento dell’inizio della ricostruzione. Tutto ciò che ha distrutto la Russia può essere ricostruito. Questa coalizione ha bisogno di Paesi, di leader, di aziende tutte insieme per ricostruire la nostra società. Quello che serve è un piano di recupero e di resilienza chiaro. Un po’ come il piano Marshall, quando appunto ha trasformato e ha ricostruito l’Europa tempo fa”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo alla sessione plenaria della Conferenza per la ripresa dell’Ucraina sottolineando che “la Russia non si sta preparando per la pace e in questo momento tutti ce ne rendiamo conto. L’abbiamo capito, lo vediamo. Putin ha rifiutato qualsiasi progetto di proposta per la pace. E invece c’è di nuovo un’ennesima escalation del livello di violenza”. “Investire in Ucraina è un investimento su noi stessi perché riguarda ciascuno di noi, per questo dobbiamo essere orgogliosi del risultato che oggi raggiungiamo tutti insieme, nazioni, organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie, autorità locali, settore imprenditoriale, società civile. Insieme abbiamo assunto impegni con la conferenza di oggi per oltre 10 miliardi di euro”, ha detto la premier Giorgia Meloni nell’intervento alla sessione plenaria. “Vogliamo fermare l’oscurità, costruire un futuro forte, all’altezza di una nazione fiera, orgogliosa come è l’Ucraina, una nazione che nonostante le bombe, gli attacchi contro le infrastrutture strategiche, gli sfollati, le vittime, i bambini strappati alle loro famiglie, continua ad avere un’economia viva, resiliente”, sottolinea ancora la premier. “Il popolo ucraino – ha continuato Meloni – ha guardato dritto negli occhi il suo nemico, e ha scelto di combattere perché ama quello che sta difendendo e sa vedere oltre il conflitto”.”Le garanzie e le sovvenzioni che stiamo firmando oggi consentiranno di sbloccare oltre 10 miliardi di euro di investimenti a favore della ricostruzione. Garantiremo inoltre che l’Ucraina continui a beneficiare di sostegno fino al 2028 e oltre, quando entrerà in vigore il nuovo bilancio europeo. Sono particolarmente lieta di annunciare il Fondo Europeo per la ricostruzione dell’Ucraina, il più grande fondo di partecipazione azionaria a livello mondiale a sostegno della ricostruzione”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen intervenendo alla conferenza di Roma sulla ricostruzione dell’Ucraina. “Questo darà il via agli investimenti nei settori dell’energia, dei trasporti, delle materie prime essenziali e delle industrie a duplice uso. Stiamo letteralmente investendo nel futuro dell’Ucraina, utilizzando fondi pubblici per attirare investimenti privati su larga scala e aiutare a ricostruire il paese. Sono particolarmente lieta che lo stiamo facendo insieme a Italia, Germania, Francia, Polonia e alla Banca europea per gli investimenti. E confido che altri vorranno unirsi a noi. Il popolo ucraino è pronto a guidare l’economia del proprio paese verso il futuro. È ora di investire”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Pro-Gest, estesa la procedura di composizione negoziata per sei mesi

    (Teleborsa) – Pro-Gest, il principale gruppo cartario italiano che si trova in uno stato di tensione finanziaria, ha comunicato l’estensione della procedura di composizione negoziata della crisi che riguarda la sola capogruppo Pro-Gest, a conferma dell’impegno della società e di tutti i soggetti coinvolti nel percorso di risanamento. Nei prossimi sei mesi si continuerà a lavorare per la definizione degli accordi di ristrutturazione del debito. Giampaolo Provaggi, nominato esperto nel contesto della CNC iniziata a gennaio, continuerà a supervisionare l’intero processo di negoziazione tra le parti, che “risulta essere ad un punto molto avanzato e che si avvia ad una definizione nel corso dei prossimi mesi”, si legge in una nota.L’azienda mantiene stabilmente la continuità operativa in tutte le proprie sedi, pur nell’attuale contesto di mercato, rafforzando le relazioni con il personale impiegato, clienti, fornitori e istituti bancari. Si registrano in questi giorni il closing dell’operazione di vendita della partecipazione detenuta in Scart Imballaggi alla Tri-Wall Italia Packaging Systems e il conferimento dell’incarico a Lincoln International per la vendita del sito della Cartiera di Mantova. LEGGI TUTTO

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    Mnesys, Luzzi:”In rete 800 ricercatori per scoprire i segreti del cervello”

    (Teleborsa) – “Il programma di placement avviato nell’ambito del programma di ricerca Mnesys riveste un’importanza strategica, in quanto è rivolto ai ricercatori e punta a rafforzare le cosiddette soft skill. Mnesys coinvolge una rete di oltre 800 ricercatori appartenenti a 90 enti, tra i soci fondatori del progetto e quelli che si sono aggiunti successivamente attraverso il meccanismo dei bandi a cascata. Si tratta principalmente di giovani con un dottorato di ricerca, dotati di elevate competenze scientifiche, ma che spesso non hanno avuto l’opportunità di sviluppare adeguatamente le competenze trasversali”. Lo ha dichiarato Loredana Luzzi, direttore generale di Mnesys, a margine della prima delle tre giornate di formazione intensiva che hanno preso il via presso il Centro Congressi Federico II.”A Napoli prende avvio un percorso formativo che prevede anche webinar tematici, dedicati, ad esempio, alla conoscenza del mondo del lavoro e all’accrescimento della consapevolezza dei ricercatori rispetto alle proprie aspettative professionali. Le attività – ha aggiunto Luzzi – continueranno sino a dicembre con presentazioni aziendali e un career day conclusivo. Per attuare la Missione 4 Componente 2 del PNRR ‘dalla ricerca all’impresa’ è di fondamentale importanza realizzare azioni come il placement con professionisti preparati e adeguati a trasmettere ai ricercatori strumenti efficaci che consentano loro di arrivare all’impresa a testa alta dopo due o tre anni di lavoro importante nell’ambito della ricerca fondamentale”. Sui vantaggi del programma Mneys si è espresso anche Maurizio Taglialatela, professore ordinario di Farmacologia del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli studi di Napoli. “Il coordinamento Spoke 3 del progetto Mnesys – ha detto Taglialatela – è stato affidato alla ‘Federico II’, ma al programma partecipano numerosi altri Atenei campani: ‘Vanvitelli’, ‘Università del Sannio’, ‘Università di Salerno’ e ‘Università Parthenope’. Questa sinergia consente di valorizzare al meglio le competenze e le eccellenze presenti nel campo delle neuroscienze nella nostra regione, promuovendo al contempo un modello di innovazione capace di tradurre il sapere neuroscientifico in applicazioni industriali e aziendali, con ricadute concrete attese nel prossimo futuro”. “Siamo impegnati nella diffusione dei risultati dei progetti del PNRR all’interno di Mnesys, il partenariato esteso dedicato alle neuroscienze. Stiamo operando su due fronti – ha sottolineato Tommaso Aiello, presidente della Fondazione Emblema, organizzatrice degli eventi dedicati all’orientamento al lavoro e all’autoimprenditorialità – : il primo, che riteniamo di particolare rilievo, riguarda la preparazione dei dottorandi e dei ricercatori all’ingresso nel mondo del lavoro, attraverso un programma di placement che prenderà avvio nel mese di luglio e si concluderà entro la fine dell’anno. Il secondo ambito è incentrato sulla comunicazione: stiamo sviluppando una piattaforma dotata di servizi integrati, finalizzata a raccontare i progetti e le linee di ricerca, i brevetti e le collaborazioni in corso. Riteniamo che queste due iniziative possano costituire un modello efficace e una best practice replicabile anche oltre la durata del PNRR”. LEGGI TUTTO

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    Terna: da BEI, SACE e Intesa Sanpaolo 1,5 miliardi di euro per la realizzazione dell’Adriatic Link

    (Teleborsa) – Rafforzare lo scambio di energia nel Centro Italia e promuovere l’integrazione delle fonti rinnovabili: questi sono due dei principali obiettivi degli accordi da 1,5 miliardi di euro in totale firmati tra la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), Terna, Intesa Sanpaolo(Divisione IMI CIB), e SACE per sostenere lo sviluppo e la realizzazione dell’Adriatic Link, l’elettrodotto sottomarino di Terna che collegherà Marche e Abruzzo.La cerimonia di firma si è svolta oggi a Roma con Nadia Calviño, Presidente del Gruppo BEI, Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente della BEI, Giuseppina di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, Alessandra Ricci, Amministratore Delegato e Direttore Generale di SACE, e Riccardo Dutto, Responsabile Industry Infrastructure della Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo. Nel dettaglio, la struttura finanziaria dell’operazione è suddivisa in tre tranches, tutte garantite da SACE per oltre 1 miliardo di euro con la Garanzia Archimede: un finanziamento da 750 milioni di euro concesso dalla BEI a Terna, della durata di 22 anni; una linea di credito di 500 milioni di euro fornita da Intesa Sanpaolo a Terna della durata di 7 anni; un ulteriore finanziamento di 250 milioni di euro da Intesa Sanpaolo, con provvista messa a disposizione da BEI e con durata di 7 anni, a supporto del progetto stesso. L’Adriatic Link, opera strategica per il sistema elettrico nazionale inserita nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, rafforzerà lo scambio di energia nella parte centrale della penisola rispondendo alle esigenze di sicurezza e flessibilità del sistema elettrico nazionale e agli obiettivi di sviluppo e integrazione di energia rinnovabile.Si tratta di una linea ad alta tensione in corrente continua (HVDC, High Voltage Direct Current) lunga complessivamente 251 km, di cui 210 in cavo sottomarino, con una profondità massima di circa 100 metri. La linea avrà una capacità nominale di trasmissione attiva pari a 1.000 MW e collegherà le stazioni elettriche di Fano (Pesaro e Urbino) e Cepagatti (Pescara). L’intero tracciato sarà completamente interrato o posato sotto il fondale marino, minimizzando così gli effetti sul territorio. Per l’opera, autorizzata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica a gennaio 2024, i cantieri delle opere terrestri sono partiti alla fine dello scorso anno.L’intervento avrà anche un impatto economico positivo nelle regioni di coesione, contribuendo allo sviluppo locale.La Presidente del Gruppo BEI, Nadia Calviño, ha dichiarato: “Questo investimento sarà fondamentale per promuovere un mercato dell’energia più stabile e sicuro nel Paese, migliorando la rete elettrica nazionale e accelerando l’integrazione delle fonti di energia rinnovabile.” Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente della BEI, ha aggiunto: “Questo accordo conferma il ruolo centrale della BEI nel catalizzare risorse pubbliche e private per promuovere l’autonomia strategica e la transizione energetica dell’Europa”.”La transizione energetica ha impresso una notevole accelerazione agli investimenti per ammodernare e potenziare le reti di trasmissione in tutta Europa, come dimostra l’aggiornamento del Piano Industriale 2024-2028 di Terna presentato a inizio anno”, ha commentato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna. “Il finanziamento firmato oggi con la Banca Europea per gli Investimenti, con cui Terna intrattiene da anni una solida relazione, e Intesa Sanpaolo, che ha assunto un ruolo rilevante nel supporto alla strategia finanziaria del Gruppo, riconosce il valore strategico delle nostre infrastrutture di rete, essenziali per favorire l’integrazione delle energie rinnovabili ed incrementare il livello di indipendenza e di sicurezza energetica nazionale. Il ruolo di SACE nell’accordo, allo stesso tempo, identifica nelle opere di Terna la creazione di valore economico e sociale per il Paese”.”Come Divisione IMI CIB crediamo da sempre nel valore della collaborazione tra pubblico e privato, elemento chiave per accelerare la realizzazione di infrastrutture sostenibili e contribuire all’ammodernamento del sistema Paese – ha affermato Mauro Micillo, Chief of IMI Corporate & Investment Banking Division di Intesa Sanpaolo. “La nostra partecipazione al progetto Adriatic Link, così strategico per la sicurezza energetica, ne è un esempio concreto. Con questa operazione confermiamo il ruolo di Intesa Sanpaolo nel supportare la transizione energetica e affiancare istituzioni pubbliche e operatori industriali in investimenti ad alto impatto per il futuro del tessuto locale e del territorio nazionale”.”La firma di questo accordo rappresenta un momento di straordinaria rilevanza per il sistema energetico italiano, evidenziando il ruolo cruciale di SACE nel sostenere l’innovazione e la transizione verso un futuro sostenibile. La Garanzia Archimede, pilastro di questa operazione, incarna il nostro impegno a creare valore per le comunità e per l’intero Paese – ha dichiarato Alessandra Ricci, Amministratore Delegato e Direttore Generale di SACE – Con l’Adriatic Link, tracciamo un percorso verso un’infrastruttura energetica più resiliente, integrata e capace di rispondere alle sfide globali. SACE continuerà a essere un partner strategico per progetti che definiscono il futuro dell’Italia.” LEGGI TUTTO

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    Formazione, Gros-Pietro: “La conoscenza è futuro e crescita”

    (Teleborsa) – “L’alta formazione è la base su cui poggia, nel medio-lungo termine, una società più giusta, sostenibile e inclusiva perché permette a chi sarà leader domani di crescere, intellettualmente e professionalmente”. È quanto ha sottolineato il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro in un intervento a sua firma sul Sole 24Ore.”Da quando è nato nel 2007 il nostro Gruppo – spiega Gros-Pietro – ha avviato un articolato programma di collaborazione con alcune delle più prestigiose istituzioni accademiche italiane e straniere, con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo della ricerca, alla diffusione di conoscenza e al sostegno di giovani meritevoli”.”Da otto anni, dal 2017, la partnership con l’università di Oxford, una delle migliori fucine di talenti al mondo, – prosegue il presidente di Intesa Sanpaolo – si sviluppa supportando la ricerca della Saïd Business School su temi cruciali per il futuro dell’economia e della finanza, come il concetto di purpose che indaga la finalità profonda delle imprese oltre il profitto e che sta ridefinendo il modo in cui aziende e istituzioni interpretano il proprio ruolo, una chiave per ripensare modelli di business orientati al bene comune. Oggi l’Enacting Purpose Initiative pubblica un nuovo rapporto di approfondimento sul concetto di purpose nei Paesi europei. Il documento evidenzia come il capitalismo europeo si distingua, sotto molti aspetti, da quello anglo-americano. Nel nostro continente, il purpose rappresenta una cornice di riferimento per le decisioni e un sistema di valori che riconosce alle aziende un ruolo centrale nelle società in cui operano, proponendo preziosi strumenti per promuovere una nuova cultura della performance. Su impulso di Carlo Messina, che ne è l’ispiratore, e con il pieno appoggio del Consiglio di Intesa Sanpaolo, il Gruppo sta sviluppando con efficacia il più completo e articolato programma di iniziative benefiche di un soggetto privato in Europa, un impegno a cui lavorano mille persone in banca con risorse per un miliardo e mezzo di euro”.Intesa Sanpaolo – conclude Gros-Pietro – “continuerà a credere nel valore della cultura e dell’educazione come leve potenti di crescita per le persone e per i Paesi. I manager Intesa Sanpaolo, nella veste di docenti, raccontano in aula le nostre esperienze per metterle a disposizione di studenti e accademici dell’Università di Oxford, come di quelle italiane e di altre straniere. Dai proficui scambi, traggono idee, conoscenze, opportunità per il Gruppo. Per questo, per Intesa Sanpaolo il dialogo con gli atenei è sempre vivo, aperto, costruttivo”. LEGGI TUTTO

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    I surgelati conquistano l’Europa: il 42% li consuma fino a 4 volte a settimana

    (Teleborsa) – Cresce in Europa la consapevolezza sui benefici legati all’utilizzo dei surgelati – dal valore nutrizionale alla riduzione degli sprechi – mentre praticità, risparmio di tempo e sostenibilità li rendono sempre più presenti nelle abitudini alimentari quotidiane. È quanto emerge da Frozen in Focus, il primo report annuale presentato da Findus, parte del Gruppo Nomad Foods, leader del settore surgelati in Europa, che ha analizzato le scelte di consumo di oltre 7.500 consumatori di età superiore ai 18 anni residenti in 5 Paesi europei (Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Svezia).Lo studio, condotto da YouGov, evidenzia un cambio di paradigma nel rapporto con i surgelati: con l’88% degli europei che considera la salute un elemento prioritario nelle proprie scelte alimentari, i prodotti frozen si affermano come la soluzione ideale per garantire un’alimentazione varia e nutriente durante tutto l’anno, rispondendo efficacemente a gusti e necessità alimentari in evoluzione. A conferma del ruolo sempre più centrale del frozen food nella quotidianità alimentare, contribuendo a diete più varie ed equilibrate, il 42% dei consumatori europei dichiara di utilizzare prodotti surgelati nei propri pasti da due a quattro volte alla settimana. L’Italia, insieme alla Germania, si posiziona sopra la media europea con il 44% dei consumatori che li utilizza con questa frequenza, seguita dal Regno Unito (41%), più distanti Svezia (29%) e Francia (28%).Particolarmente significativa è anche la crescente consapevolezza sul valore del frozen per inserire nella propria dieta prodotti stagionali: quasi 4 consumatori europei su 10 (39%) apprezzano come i surgelati permettano di cucinare con ingredienti di stagione tutto l’anno, contribuendo così a migliorare la qualità e la varietà della propria alimentazione quotidiana. Una tendenza in linea con l’Italia che non si discosta dalla media europea.Nonostante una crescente consapevolezza, permangono alcune errate convinzioni sui surgelati: se più di 6 consumatori europei su 10 (63%) sanno che i surgelati hanno un valore nutrizionale equivalente a quello dei prodotti freschi, solo il 21% è consapevole che in alcuni casi possono persino superarli, come dimostrano studi condotti dall’Università di Reading e dalla National Library of Medicine. In questa classifica, l’Italia si colloca leggermente sotto la media europea, con il 58% degli italiani che riconosce l’equivalenza nutrizionale tra prodotto fresco e frozen.”Siamo orgogliosi di condividere il nostro primo report annuale “Frozen in Focus”, che racconta l’evoluzione delle esigenze dei consumatori e i trend che li guidano verso l’utilizzo dei surgelati – commenta Renato Roca, Country Manager di Findus Italia – Le innovazioni dell’ultimo decennio hanno portato i consumatori a guardare al frozen food con occhi nuovi. I surgelati costituiscono oggi una scelta di qualità per chi cerca soluzioni salutari, sostenibili e convenienti. Sebbene persistano ancora alcuni pregiudizi, il nostro studio evidenzia una crescente apertura verso il ruolo chiave del cibo surgelato per un futuro più sano, pratico e accessibile. Come azienda leader ci impegniamo a guidare questa evoluzione, rafforzando il nostro impegno nell’accrescere questa consapevolezza e valorizzare appieno il potenziale del frozen food negli anni a venire”. La praticità si conferma uno dei driver principali che spinge gli europei a preferire i surgelati: più della metà dei consumatori europei (51%) li sceglie proprio per il risparmio di tempo, una tendenza particolarmente marcata in Italia, dove oltre un consumatore su due (52%) riconosce nei prodotti frozen un alleato prezioso per una gestione più efficiente dei pasti.Perfetti per chi, tra impegni e ritmi serrati, cerca soluzioni semplici per semplificare la quotidianità, i surgelati offrono anche vantaggi concreti sul fronte economico: il 36% degli europei li sceglie infatti perché permettono di risparmiare denaro, mentre in Italia è una motivazione meno sentita (il dato si ferma al 26%).Inoltre, oltre 4 europei su 10 (45%) affermano che acquistare surgelati consente loro di ridurre il numero di visite al supermercato – un dato in linea con l’Italia – mentre poco meno di un terzo (28%) dichiara di risparmiare dai 30 minuti a un’ora nella preparazione dei pasti, percentuale che cresce di qualche punto (31%) nel nostro Paese. Tra le motivazioni più forti c’è anche la volontà di ridurre gli sprechi alimentari, indicata dal 47% dei consumatori: un ulteriore segnale di come i surgelati siano capaci di rispondere ad una sensibilità in materia ambientale sempre più diffusa.Il congelatore è ormai un elettrodomestico imprescindibile per quasi sei europei su dieci (59%), con gli italiani che, con il 63%, figurano tra coloro che in misura maggiore dichiarano di non poterne farne a meno, secondi solo agli svedesi (65%). Questa esigenza si traduce anche in una crescente richiesta di spazio: più di un terzo (35%) dei consumatori vorrebbe un freezer più grande, percentuale che sale al 41% nella fascia 25-34 anni, mentre 3 consumatori su 10 ammettono di desiderare un secondo congelatore. Anche in Italia il 35% dei consumatori desidera un freezer più capiente, in linea con il trend europeo. Nel nostro Paese lo spazio in freezer influenza il modo di fare la spesa, come dichiara il 57% degli italiani rispetto al 51% degli europei ed è aumentato, rispetto a 5 anni fa, per il 29% degli italiani (e degli europei) l’utilizzo del congelatore.Accanto al freezer, l’arrivo in cucina di nuovi strumenti come friggitrici ad aria, robot da cucina e altri elettrodomestici smart sta cambiando il modo di preparare i pasti surgelati. In particolare, la friggitrice ad aria si sta affermando come il partner ideale del freezer: il suo utilizzo è in forte crescita, con oltre la metà (59%) degli over 55 nel Regno Unito che ne possiede una, seguiti dal 45% in Germania e dal 42,5% in Italia. Circa un consumatore su sette in Italia (15%) ammette che l’acquisto di un dispositivo smart ha aumentato il consumo di prodotti surgelati. Anche i social media giocano un ruolo crescente: circa un giovane italiano su otto (12%) tra i 18-24 anni ha imparato trucchi e consigli sull’uso dei surgelati proprio su TikTok, in linea con la media europea (14%). Infine, quasi un consumatore su dieci (9%) ammette di non sapere esattamente cosa ha nel congelatore, suggerendo che ci sono ancora molte opportunità per risparmiare tempo, cibo e denaro. LEGGI TUTTO