More stories

  • in

    Imprese, S&P: “Emittenti con rating Bbb rischiano un ribasso”

    (Teleborsa) – Le imprese con rating BBB rischiano un ribasso del giudizio sul merito di credito a causa delle difficoltà dello scenario economico mondiale. È quanto emerge da un nuovo report di S&P Global Ratings (S&P) che analizza l’outlook degli emittenti con rating BBB nell’area EMEA e negli Stati Uniti. Secondo le stime di S&P il debito legato al declassamento del rating dei cosiddetti ‘fallen angels’, le aziende colpite da un taglio del giudizio in America, Europa, Medio Oriente e Africa, potrebbe salire fino a 110 miliardi di dollari (108,17 miliardi di euro, vicino alla media degli ultimi 10 anni) nei prossimi 12 mesi, ma potrebbe arrivare anche a 176 miliardi di dollari (173,08 mld euro) nello scenario peggiore. Secondo S&P “la volatilità dei mercati e l’aggressiva stretta monetaria hanno portato le obbligazioni con rating ‘BBB’ a un brusco calo di oltre il 10% a livello di rendimenti complessivi negli Stati Uniti e nell’Eurozona nella prima metà del 2022”. L’aumento dell’inflazione – rileva S&P – sta mettendo a dura prova i settori legati ai consumi negli Stati Uniti, mentre l’interruzione delle forniture di gas russo sta colpendo i settori dell’area EMEA. Nonostante le sfide, l’orientamento positivo dei rating forward-looking – si legge nel rapporto – rimane sostanzialmente pari a quello negativo, in quanto i settori più colpiti dalla pandemia godono di una ripresa della domanda dei consumatori e le società energetiche e minerarie beneficiano degli elevati prezzi delle materie prime. Con l’aumento delle sfide macroeconomiche e geopolitiche, lo slancio positivo dei rating è rallentato, raggiungendo probabilmente un punto di inflessione, in quanto gli emittenti con rating “BBB” devono affrontare maggiori rischi di ribasso. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, leading indicator cala meno del previsto a luglio

    (Teleborsa) – Scende meno delle attese il superindice USA relativo alle condizioni economiche. Secondo quanto comunicato dal Conference Board degli Stati Uniti, il Leading Indicator (LEI) si attesta a quota 116,6 punti a luglio 2022, in calo dello 0,4% rispetto al mese precedente contro il -0,5% atteso ed il -0,7% del mese precedente (rivisto da un preliminare di -0,8%). La componente che riguarda la situazione attuale è aumentata dello 0,3% a 108,6 punti, mentre quella sulle aspettative future è cresciuta dello 0,4% a 114,4 punti.”Il LEI statunitense è diminuito per il quinto mese consecutivo a luglio, suggerendo che i rischi di recessione sono in aumento nel breve termine – ha affermato Ataman Ozyildirim, Senior Director, Economicc press il Conference Board – Il pessimismo dei consumatori e la volatilità del mercato azionario, nonché il rallentamento del mercato del lavoro, l’edilizia abitativa e la produzione di nuovi ordini suggeriscono che la debolezza economica si intensificherà e si diffonderà più ampiamente in tutta l’economia statunitense”.”Il Conference Board prevede che l’economia statunitense non si espanderà nel terzo trimestre e potrebbe sfociare in una breve ma lieve recessione entro la fine dell’anno o all’inizio del 2023″, ha aggiunto.(Foto: Julien Gaud / Unsplash) LEGGI TUTTO

  • in

    USA, vendita di case esistenti luglio -5,9% su mese

    (Teleborsa) – Continuano i segnali di peggioramento dal mercato immobiliare statunitense. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato a luglio 2022 un calo mensile del 5,9%, secondo quanto comunicato dall’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), dopo il -5,5% riportato a giugno (dato rivisto da un preliminare di -5,4%). Si tratta del sesto mese consecutivo in calo.Sono state vendute 4,81 milioni di unità rispetto ai 5,11 milioni di giugno (dato rivisto da un preliminare di 5,12 milioni) e ai 4,89 milioni di unità previste dagli analisti.Su base annua, le vendite sono scese del 20,2% (erano state 6,03 milioni di unità a luglio 2021).”Il continuo calo delle vendite riflette l’impatto del picco del tasso ipotecario del 6% all’inizio di giugno – ha affermato Lawrence Yun, capo economista di NAR – Le vendite di case potrebbero presto stabilizzarsi poiché i tassi dei mutui sono scesi vicino al 5%, dando così un ulteriore impulso al potere d’acquisto agli acquirenti di case”. LEGGI TUTTO

  • in

    ITA, Uiltrasporti: no compagnia pubblica, finalizzare vendita

    (Teleborsa) – “Qualche partito dice che Ita deve rimanere di proprietà dello Stato. Chi conosce un po’ il mercato sa che Ita da sola non ce la può fare e ha bisogno, nel più breve tempo tempo possibile, di alleanze industriali, commerciali, finanziarie. Non si può aspettare ancora”. Lo dichiara il segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi che invita a “non perdere ancora tempo perché si limitanole opportunità di mercato”.”Chiediamo a Draghi che decida nel più breve tempo possibile e termini la procedura di vendita. Ita ha bisogno di una strategia industriale importante, quindi la scelta dell’acquirente va fatta su questa base. Aspettare ancora significa mantenere nell’incertezza non solo Ita, ma tutto l’indotto”, spiega Tarlazzi. “La cosa peggiore che può capitare a Ita è finire nel tritacarne della campagna elettorale, affrontando il tema non nell’interesse generale del Paese e della compagnia, ma solamente nell’interesse di qualche partito”, avverte. “L’indirizzo sembrerebbe quello di scegliere Msc con Lufthansa e credo che questi possano garantire uno sviluppo industriale interessante, quindi non si perda altro tempo”, conclude. LEGGI TUTTO

  • in

    USA, Philly FED agosto migliora a 6,2 punti

    (Teleborsa) – Aumenta più delle attese l’attività del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia negli Stati Uniti. Ad agosto 2022 l’indice relativo all’attività manifatturiera del distretto FED di Philadelphia (Philly FED) è salito a +6,2 punti dai -12,3 di luglio. Il dato è superiore alle attese degli analisti, che indicavano un aumento più contenuto fino a -5 punti.Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste.Fra le componenti dell’indice, quello dei nuovi ordini è migliorato a -5,1 punti da -24,8 punti, quello sulle condizioni di business si è portato a -10,6 da -18,6, quello sull’occupazione si è attestato a 24,1 punti da 19,4 punti e quello sui prezzi a 43,6 punti da 52,2 punti, mentre quello sulla spesa per investimenti (capex) è migliorato a 18 punti da 4,4 punti. LEGGI TUTTO

  • in

    BCE, Schnabel: “Economia area euro sta rallentando. Non esclusa recessione”

    (Teleborsa) – “Al momento non vedo alcuna indicazione di una prolungata e profonda recessione. Non è nemmeno chiaro che ci sarà una recessione tecnica nell’area dell’euro. Non lo escluderei”. È quanto afferma Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo della BCE in un’intervista alla Reuters, pubblicata sul sito della Bce.”L’economia dell’area dell’euro sta chiaramente rallentando. Alcuni dei rischi al ribasso che abbiamo identificato a giugno – evidenzia Schnabel – si stanno ora concretizzando. Indicatori come la fiducia dei consumatori o delle imprese sono ulteriormente diminuiti. Gli indici dei responsabili degli acquisti (PMI) sono diminuiti notevolmente, non solo nel settore manifatturiero ma anche nei servizi. D’altra parte abbiamo avuto un secondo trimestre relativamente buono, il che dimostra che alcune sacche di resilienza stanno sostenendo la crescita economica”. La “resilienza” – secondo la banchiera centrale – sta in diversi fattori: in primis, nella domanda repressa, che si manifesta soprattutto nei servizi. Ma anche nel mercato del lavoro e nella politica fiscale. “Il turismo – spiega Schnabel – è stato probabilmente particolarmente forte. Questo è probabile che si trasferirà nel terzo trimestre, ma potrebbe svanire verso la fine dell’anno. Abbiamo anche un mercato del lavoro molto forte. Vediamo una continua grave carenza di manodopera, una disoccupazione storicamente bassa e un numero elevato di posti di lavoro vacanti. Ciò probabilmente implica che, anche se entriamo in una fase di recessione, le aziende potrebbero essere piuttosto riluttanti a licenziare lavoratori su larga scala. Ciò sosterrà i redditi delle famiglie. E infine, abbiamo la politica fiscale, che cerca di compensare, almeno in parte, il calo del reddito reale delle famiglie. Tuttavia – puntualizza Schnabel – vi è una forte indicazione che la crescita rallenterà e non escludo che entriamo in una recessione tecnica, soprattutto se l’approvvigionamento energetico dalla Russia verrà ulteriormente interrotto. I rischi al ribasso per la crescita economica sono aumentati anche a causa di ulteriori shock dal lato dell’offerta, causati dalla siccità o dal basso livello dell’acqua nei principali fiumi. Ma c’è eterogeneità tra paesi. Sembra che, tra i paesi più grandi dell’area dell’euro, la Germania sia la più colpita”. Rispondendo a una domanda sulle implicazioni del persistente superamento dell’inflazione al di sopra delle aspettative la banchiera centrale ha affermato che “l’inflazione complessiva nell’area dell’euro è aumentata nuovamente a luglio e ora si attesta all’8,9%. I prezzi dell’energia, in particolare del gas, dei prezzi dei generi alimentari – ha proseguito – stanno giocando un ruolo importante. Ma è molto più ampio di così. Vediamo tassi di inflazione elevati e in aumento nei servizi e per i beni industriali non energetici. È uno sviluppo ad ampio raggio. Se osservi una qualsiasi delle nostre misure dell’inflazione sottostante, si sta muovendo ulteriormente verso l’alto e si attesta ai massimi storici”.Secondo l’esponente della Bce “è probabile che queste pressioni inflazionistiche siano con noi per qualche tempo; non svaniranno rapidamente. Nonostante la normalizzazione della politica monetaria in corso, ci vorrà del tempo prima che l’inflazione torni al 2%. Ma le previsioni si sono rivelate piuttosto difficili negli ultimi anni e il nostro personale lavora continuamente per migliorare le proiezioni economiche. Ci sono alcuni fattori specifici post-pandemia che ora cerchiamo di prendere in considerazione. Ad esempio, abbiamo assistito a un passaggio relativamente rapido dai prezzi dell’energia e dei prezzi alla produzione ai prezzi al consumo. Stiamo anche assistendo a un livello elevato di margini di raffinazione. Tuttavia, – conclude Schnabel – dobbiamo essere consapevoli che qualsiasi modello di proiezione avrà difficoltà a gestire i cambiamenti strutturali fondamentali legati alla pandemia, alla guerra o alla transizione verde. Ciò è favorevole a dare più peso ai risultati effettivi dell’inflazione nelle decisioni di politica monetaria”. LEGGI TUTTO

  • in

    Colloqui commerciali Taiwan-Usa, la reazione della Cina

    (Teleborsa) – La Cina si oppone con forza ai colloqui commerciali tra Stati Uniti e Taiwan, assicurando che adotterà “tutte le misure necessarie per salvaguardare con decisione sovranità, sicurezza e interessi di sviluppo”. E’ il commento espresso dalla portavoce del ministero del Commercio Shu Jueting, nel corso del briefing settimanale, in merito al “consenso sul mandato negoziale” raggiunto nella tarda serata di ieri da Washington e Taipei in vista di un accordo nell’ambito dell”‘Iniziativa Usa-Taiwan sul commercio del XXI Secolo”annunciata a giugno.Taiwan e Usa, infatti, hanno dichiarato che avvieranno colloqui commerciali nell’ambito di una nuova iniziativa, ma la politica dell’Unica Cina è un prerequisito per la partecipazione di Taiwan alla cooperazione economica con i Paesi esteri”, ha aggiunto ancora Shu. La Cina “si oppone sempre a qualsiasi forma di scambio ufficiale tra qualsiasi Paese e la regione cinese di Taiwan, compresi i negoziati e la firma di accordi con connotazioni sovrane o di natura ufficiale”.La questione di Taiwan “è la più importante, delicata e centrale nelle relazioni sino-americane. La parte statunitense dovrebbe attenersi al principio dell’Unica Cina e ai tre comunicati congiunti, attuare seriamente l’impegno assunto di non sostenere l’indipendenza di Taiwan, gestire con prudenza le relazioni economiche e commerciali con Taipei e rispettare pienamente gli interessi fondamentali della Cina”, ha osservato la portavoce.Si tratta di una situazione generale, ha concluso Shu, alla base delle relazioni diplomatiche, economiche e commerciali traCina e Usa, e “della pace, della stabilità e della prosperità nel mondo”.(Foto: © Sattapapan / 123RF) LEGGI TUTTO

  • in

    Eurozona, produzione costruzioni continua a diminuire a giugno

    (Teleborsa) – Risulta in diminuzione il mercato delle costruzioni nella Zona Euro a giugno 2022. Secondo l’Eurostat, la produzione nel settore delle costruzioni ha segnato un -1,3% su base mensile, dopo il -0,3% registrato a maggio. Si tratta del quarto mese consecutivo con variazione negativa rispetto ai trenta giorni precedenti.Nell’Europa dei 27, il settore ha riportato un decremento della produzione dell’1,2%, contro il +0,1% registrato il mese precedente.Rispetto ad un anno prima, la produzione sale dello 0,1% nell’Eurozona e dello 0,6% nell’UE allargata.Nell’area euro, a giugno 2022 rispetto a maggio 2022, l’ingegneria civile è diminuita dell’1,3%, mentre l’edilizia è diminuita dell’1,2%. Nell’UE, l’ingegneria civile è calata dell’1,4% e l’edilizia dell’1,2%. LEGGI TUTTO