(Teleborsa) – Su 62.710 ispezioni definite soltanto da Inl, l’Ispettorato nazionale del lavoro nell’anno 2021, oltre il 62% è risultato irregolare: 39.052 (numero totale nei settori terziario, edilizia, industria e agricoltura) hanno comportato l’adozione di un verbale di contestazione di illeciti. Su 84.679 ispezioni definite complessivamente da Inl-Inps-Inail, il 69% è risultato complessivamente irregolare, con un incremento in materia previdenziale (+17%) e assicurativa (+42%).È quanto emerge dalla relazione annuale sull’attività dell’Ispettorato. Gli indici di irregolarità più elevati si riscontrano nell’edilizia e nel terziario laddove, in particolare, si rileva un tasso di irregolarità notevole nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione, trasporto e magazzinaggio, ma soprattutto nei servizi a supporto delle imprese, dove gli indici di irregolarità sono riconducibili, in primo luogo, ad esternalizzazioni e interposizioni illecite. Il totale dei lavoratori tutelati da INL (151.742) comprende, oltre ai 59.362 lavoratori tutelati a seguito di illeciti contestati, anche quelli tutelati con l’adozione di provvedimenti come la diffida accertativa (12.720), la disposizione (74. 705) o l’esito positivo di conciliazioni monocratiche (4.955). La presenza di lavoratori occupati “in nero” costituisce circa il 26% (15.150) dei 59.362 lavoratori irregolari tutelati da INL ed è stata rilevata nel 39% delle 39.052 ispezioni con esito irregolare.Altra importante costante riguarda il quadro geografico dei controlli avviati sul territorio nazionale, che sono stati distribuiti interessando in particolare il sud (con il 30%) – ad esclusione della Sicilia che, per lo Statuto regionale, si avvale di un proprio autonomo Ispettorato – il centro (con il 29%) e a seguire il nord ovest e nordest (con il 21% e 20%), con l’eccezione, in quest’ultima area geografica, delle province autonome di Trento e Bolzano, che si avvalgono di propri Ispettorati in ragione della loro autonomia speciale. A fronte di tale omogeneità di controlli sul territorio nazionale appare significativa la distribuzione dei tassi di irregolarità su base interregionale: nel nord est si registra il tasso massimo di irregolarità di oltre il 70%, che scende al 61,48% circa nel nord ovest, a quasi il 60 % al centro e al sud. Nel rapporto tra il numero lavoratori in nero e quello delle ispezioni con esito irregolare, le percentuali più elevate a livello regionale sono state rilevate in Campania (60 lavoratori in nero per 100 ispezioni con esito irregolare), seguita da Toscana (52%) e Calabria (48%). Si conferma la tendenza a una diminuzione generale del lavoro nero per le donne, determinando una riduzione della quota femminile che dal 40% del 2019 passa al 30% del 2021, e si assiste conseguentemente ad una crescita della quota maschile di lavoro nero, che va dal 60% del 2019 al 70% nel 2021. Su 3.971 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, 3641 sono per lavoratori “in nero” e 330 per violazioni sulla salute e sicurezza. Ciò prima dell’entrata in vigore del d.l. 146/2021. Nella tutela dei lavoratori vittime di caporalato e sfruttamento lavorativo è stato confermato, con 2.192 vittime di sfruttamento, l’incremento del 18% rispetto al 2020. LEGGI TUTTO