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    “Innovazione nei Sistemi Elettrici per l’Energia”, Terna e Polimi presentano il Master di II Livello

    (Teleborsa) – Il Politecnico di Milano ha ospitato oggi l’evento di presentazione della prima edizione del Master di II Livello in?”Innovazione nei Sistemi Elettrici per l’Energia”, promosso da Terna con i Politecnici di Milano, Bari e Torino nell’ambito del PoliTech Lab, la nuova “Rete Politecnica di Alta Competenza”. La collaborazione strategica tra il Gruppo guidato da Giuseppina Di Foggia e i Politecnici è stata avviata nel mese di aprile per promuovere la ricerca, l’innovazione, la formazione avanzata e l’impatto sociale a beneficio del sistema elettrico e del Paese. Daniele Amati, direttore Risorse Umane di Terna, Isabella Nova, prorettrice delegata del Politecnico di Milano e Maurizio Delfanti, direttore del Master PoliTech Lab, hanno presentato l’offerta formativa, i dettagli delle materie previste, gli obiettivi dell’iniziativa e gli aspetti organizzativi ai neolaureati presenti all’evento o collegati in streaming. Il Master formerà professioniste e professionisti che saranno chiamati a costruire e gestire la Rete Elettrica Nazionale dei prossimi decenni creando profili altamente specialistici: esperti di impianti e tecnologie, gestione degli asset, sistemi elettrici di potenza?, mercati e regolazione.?Al termine del percorso formativo i partecipanti conseguiranno il titolo di Master rilasciato congiuntamente dai Politecnici di Milano, Bari e Torino. Per gli studenti in possesso di laurea magistrale in Ingegneria dell’Automazione, Elettrica, Elettronica, Energetica e Nucleare, Gestionale, Informatica e Meccanica, sarà possibile fino al 12 settembre presentare la domanda di ammissione al Master, che inizierà a novembre con durata annuale. L’impegno previsto per i 45 studenti selezionati, 15 per ciascun Ateneo, è di 1.500 ore per ottenere 60 crediti formativi. I costi di partecipazione saranno interamente sostenuti da Terna e, a ogni candidato ammesso, sarà assegnata una Borsa di studio. Il programma prevede lezioni frontali, esercitazioni, laboratori, seminari integrativi, visite agli impianti e un’esperienza pratica finale in azienda. Il percorso formativo è in presenza e in lingua italiana, con un corpo docente eterogeneo e multidisciplinare proveniente sia dal mondo della ricerca che dall’industria. Le attività didattiche si svolgeranno non solo presso i tre Atenei ma anche nel Campus di Terna Academy a Roma. LEGGI TUTTO

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    Imprese industriali e dei servizi, Bankitalia: nel 2024 flessione delle vendite (-1,4%)

    (Teleborsa) – Nel 2024 le vendite delle imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi privati non finanziari con almeno 20 addetti sono diminuite (dell’1,4 per cento a prezzi costanti) per effetto del calo nella manifattura (-3,9 per cento) e della stabilità nei servizi. L’occupazione è ancora cresciuta in entrambi i settori, ma a un tasso inferiore rispetto all’anno precedente. I prezzi di vendita hanno continuato a rallentare e si è ulteriormente ridotta la quota di imprese che hanno aumentato i prezzi di oltre il 2 per cento. La domanda di credito è rimasta contenuta, sebbene in lieve ripresa. I giudizi sulle condizioni di accesso al credito sono migliorati ed è cresciuta la quota di imprese che hanno segnalato una riduzione dei tassi di interesse applicati. La spesa per investimenti è aumentata nei servizi e nel comparto energetico, ma è diminuita nettamente nella manifattura. Dopo un triennio di forte crescita, nel 2024 la produzione del settore delle costruzioni è rimasta stabile. Il numero di occupati ha invece continuato ad aumentare. Queste le principali evidenze che emergono dall’Indagine sulle imprese industriali e dei servizi – Anno 2024 della Banca d’Italia.La flessione ha interessato in particolare i comparti del tessile, abbigliamento e calzature e della metalmeccanica dove, rispettivamente, circa i tre quarti e oltre la metà delle imprese hanno riportato una riduzione del fatturato. Tra le imprese dei servizi, il lieve calo nel commercio è stato compensato dall’aumento negli altri comparti. A fronte di questa debolezza, che ha interessato le vendite sia sul mercato interno sia sui mercati esteri, la quota di imprese che hanno chiuso l’esercizio in utile è stata pari al 78 per cento, mentre il 12 per cento ha chiuso in perdita, in linea con quanto registrato in media dal 2016, con l’eccezione del 2020.I prezzi praticati dalle imprese hanno rallentato ulteriormente, al 2,4 per cento in media (da 3,4 nel 2023), in linea con quantoprefigurato dalle imprese nella rilevazione precedente. Il rallentamento ha riguardato sia la manifattura sia i servizi. Nel complesso, la quota di imprese che ha aumentato i prezzi di oltre il 2 per cento è diminuita al 40 per cento (da 54 nel 2023 e 66 nel 2022).L’occupazione ha continuato a crescere in tutti i principali comparti, ma a un ritmo meno sostenuto rispetto al 2023 (dell’1,0 per cento da 1,9). Circa i tre quinti delle imprese hanno riportato un aumento delle ore lavorate, che sono cresciute dell’1,5 percento (da 3,1), con una dinamica più sostenuta nei servizi rispetto alla manifattura (rispettivamente, 2,0 e 0,7 per cento). Come nell’anno precedente, più della metà dei lavoratori dipendenti ha beneficiato di incrementi nelle retribuzioni orarie a parità di inquadramento; tuttavia, solo per l’8 per cento (da 12 nel 2023) l’aumento è stato superiore al 4 per cento. Per il 2025 – rileva l’indagine – le imprese prefigurano un moderato aumento delle vendite (0,4 per cento a prezzi costanti): gli incrementi nei comparti dei servizi (0,8 per cento) e della manifattura (0,7 per cento) più che compenserebbero la contrazione in quello energetico ed estrattivo (-2,2 per cento). Come lo scorso anno, un rispondente su otto prevede di ricevere ordini connessi a bandi nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).Le imprese prefigurano un’accelerazione dei prezzi di vendita nell’industria, più sostenuta nel comparto energetico-estrattivo (3,3 per cento da 2,2 nel 2024) rispetto alla manifattura (2,6 per cento da 2,3), mentre nei servizi la crescita dei prezzi rimarrebbe invariata (al 2,4 per cento). L’occupazione continuerebbe a espandersi in tutti i settori. Secondo i piani delle aziende per il 2025, la spesa totale per investimenti crescerebbe del 2,9 per cento nella manifattura, mentre calerebbe nei servizi (-0,8 per cento). L’aumento sarebbe trainato dalle imprese di medie e grandi dimensioni, che si attendono un incremento superiore al 4 per cento. L’occupazione continuerebbe a crescere in tutti i comparti, complessivamente dell’1,4 per cento. LEGGI TUTTO

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    USA, a maggio le offerte di posti di lavoro aumentano più delle attese

    (Teleborsa) – Il numero di offerte di lavoro negli Stati Uniti è salito a 7,769 milioni nell’ultimo giorno lavorativo di maggio 2025, rispetto ai 7,395 milioni del mese precedente e ai 7,320 milioni attesi dagli analisti. È quanto rilevato dal Report JOLTS dell’U.S. Bureau of Labor Statistics americano, che misura le posizioni di lavoro aperte (Job Openings) e altre metriche del mercato del lavoro.Il numero di posti di lavoro disponibili è aumentato nei servizi di alloggio e ristorazione (+314.000) e in finanza e assicurazioni (+91.000). Il numero di posti di lavoro disponibili è diminuito nel settore pubblico federale (39.000).Il numero di dimissioni è rimasto pressoché invariato, a 3,3 milioni, così come il numero di licenziamenti, a 1,6 milioni.(Foto: seventyfour74 | 123RF) LEGGI TUTTO

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    AC Monza, Fininvest firma accordo con Beckett Layne Ventures per cessione club

    (Teleborsa) – Fininvest e Beckett Layne Ventures (BLV) hanno sottoscritto un accordo per la cessione del 100% del capitale sociale dell’AC Monza a favore di BLV. L’operazione prevede un primo trasferimento dell’80% delle quote entro l’estate, mentre il restante 20% sarà ceduto entro giugno 2026.Fino a quel momento, Fininvest manterrà una rappresentanza nel Consiglio di Amministrazione del club, in linea con la propria quota di partecipazione residua.Beckett Layne Ventures, con sede negli Stati Uniti e guidata da Brandon Berger, è un partner finanziario e consulente strategico per aziende attive nei settori dello sport, dei media e dell’intrattenimento. Il team di BLV, insieme ai propri partner e advisor, tra cui Mauro Baldissoni (per diversi anni figura apicale della AS Roma), vanta una solida esperienza nello sport professionistico, con un focus particolare sul calcio europeo.(Foto: Emilio Garcia su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Saldi estivi 2025: il 63% degli italiani spenderà meno di 200 euro

    (Teleborsa) – I saldi estivi sono ormai dietro l’angolo, ma quest’anno – complice un clima economico ancora incerto – niente corse sfrenate alle vetrine, con gli italiani che si avvicineranno agli sconti con passo misurato. Secondo una survey condotta dalla banca online N26 con la propria community social, quasi 4 italiani su 10 non hanno ancora deciso se approfitteranno degli sconti, mentre il 30% è pronto a partire con lo shopping fin dal primo giorno. Il restante 32%, invece, ha già messo in stand-by la carta di credito, deciso a rinunciare per esigenze di risparmio. Più che una corsa sfrenata all’acquisto, dunque, si prevede un’estate di scelte ponderate con gli italiani che non rinunceranno del tutto allo shopping, ma lo affronteranno con più lucidità.La parola d’ordine, dunque, è moderazione, con il portafoglio che resta sotto controllo: il 63% degli italiani prevede di spendere meno di 200 euro, e solo una piccola fetta (16%) è disposta a superare i 500 euro. Chi mantiene la rotta rispetto all’anno scorso è il 43%, ma c’è anche un 34% pronto a concedersi qualche sfizio in più. E poi c’è chi, con spirito più prudente, taglierà il budget (23%).Tuttavia, risparmiare non significa rinunciare al piacere della scoperta. Nonostante il desiderio di contenere le spese, due italiani su tre confessano di non avere un piano preciso preferendo lasciarsi guidare dalle occasioni e solo il 34% ha stilato una wishlist prima di lanciarsi nella giungla degli sconti. Segno che lo shopping emozionale – quello fatto di colpi di fulmine e acquisti d’impulso – prova a resistere, anche quando il budget è sotto osservazione.E, con l’aumento costante degli acquisti online, gli italiani mostrano una crescente consapevolezza riguardo alla sicurezza: il 69% dichiara di adottare misure di sicurezza basilari ma efficaci, come controllare l’affidabilità del sito o acquistare solo su piattaforme già note. Un altro 24% preferisce giocare sul sicuro utilizzando metodi di pagamento protetti come PayPal o carte virtuali. Solo una piccolissima minoranza – il 3% – ammette di non preoccuparsi troppo in questo senso. A confermare questa svolta smart ci sono anche le scelte di pagamento: le carte di debito e credito restano il metodo preferito (53%), seguite a ruota dai portafogli digitali come Apple Pay e Google Pay (44%). E i contanti sono praticamente spariti dalla scena: nessuno li ha indicati come opzione d’acquisto durante i saldi.Guardando alle categorie merceologiche più gettonate, infine, troviamo al primo posto abbigliamento e accessori (59%), seguite dalla tecnologia (28%) e, a distanza, dagli elettrodomestici (12%).Lo shopping fisico resta il più amato: il 46% preferisce girare per negozi alla ricerca di occasioni, mentre il 40% opterà per gli acquisti online. Un 14% esplora i negozi fisici ma conclude l’acquisto su internet. LEGGI TUTTO

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    USA, ISM manifatturiero giugno sale più delle attese a 49 punti

    (Teleborsa) – Migliora l’attività manifatturiera negli Stati Uniti a giugno 2025, pur mantenendosi in fase di contrazione. Lo segnala l’ISM – Insitute for Supply Management sulla base del consueto sondaggio mensile.L’indice dei direttori di acquisto del settore manifatturiero si è attestato a 49 punti, rispetto ai 48,5 punti del mese precedente, risultando superiore alle attese degli analisti che stimavano una salita fino a 48,8 punti. L’indicatore, che viene usato per valutare lo stato di salute del settore manifatturiero statunitense, si mantiene dunque sotto la soglia chiave di 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione dell’attività.Fra le varie componenti dell’indice, quella sui nuovi ordini scende a 46,4 punti da 47,6, mentre quella sull’occupazione cala a 45 da 46,8 e la componente relativa ai prezzi sale a 69,7 da 69,4 punti (contro attese per 69,6). LEGGI TUTTO

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    USA, spese costruzioni in discesa più delle attese a maggio

    (Teleborsa) – Scende leggermente più delle attese la spesa per costruzioni in USA a maggio 2025. Il dato, comunicato dal Dipartimento del Commercio americano, si attesta a 2.138,2 miliardi di dollari, registrando una discesa dello 0,3% su base mensile, rispetto al -0,2% delle stime degli analisti e dopo il -0,2% di aprile. Su base annua si è visto invece un decremento del 3,5%.Tra le costruzioni private, le cui spese sono scese dello 0,5% a 1.626,6 miliardi di dollari, quelle di tipo residenziale sono diminuite dello 0,5% a 888,9 miliardi di dollari. La spesa in ambito pubblico ha segnato un incremento dello 0,1% a 511,6 miliardi di dollari. LEGGI TUTTO

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    USA, PMI manifatturiero giugno rivisto al rialzo a 52,9 punti

    (Teleborsa) – Migliora l’attività manifatturiera degli Stati Uniti a giugno 2025. Lo conferma l’indice dei direttori acquisto delle aziende elaborato da S&P Global. Nel periodo, l’indice PMI manifatturiero si è portato a 52,9 punti, contro i 52 di maggio. Si tratta di una lettura superiore ai 52 della stima preliminare e attesi dal consensus. L’indice si mantiene così sopra la soglia chiave di 50 punti che fa da spartiacque tra espansione (sopra 50 punti) e contrazione (sotto 50 punti) dell’attività. LEGGI TUTTO