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    Dl Bollette, il governo chiede la fiducia

    (Teleborsa) – Il governo ha posto la fiducia in Aula alla Camera sul decreto bollette senza modifiche rispetto al teso licenziato dalla Commissione Attività produttive. A chiederla il ministro per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. La chiama per appello nominale è prevista per domani a partire dalle 15 con dichiarazioni di voto dalle 13.20. Il voto finale ci sarà entro mercoledì mattina. Il provvedimento deve poi passare all’esame del Senato e va convertito entro il 29 aprile. LEGGI TUTTO

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    Felloni (Federmoda): “Investire nei negozi di moda significa investire in futuro imprese e città”

    (Teleborsa) – In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy, promossa il 15 aprile dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Federazione Moda Italia-Confcommercio accende i riflettori sul ruolo chiave dei negozi di moda italiani, custodi di eccellenza e autenticità in un momento di forti incertezze per il settore che deve affrontare sfide economiche e commerciali senza precedenti. Con 164.369 esercizi commerciali e quasi 300mila addetti, la moda al dettaglio rappresenta non solo un asset economico, ma anche un presidio sociale nei centri urbani e nei piccoli comuni, contribuendo a vivacizzare strade e piazze con relazioni umane, servizi, luci, sicurezza e decoro.”La Giornata del Made in Italy è un’occasione preziosa per evidenziare i reali valori della nostra moda – afferma Giulio Felloni, presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio. I negozi non sono semplici punti vendita, ma autentici ambasciatori del nostro stile e della nostra cultura, capaci di coniugare estetica ed etica. Sono un ponte tra arte e commercio, passato e futuro, riflesso delle tendenze sociali e anche punti di riferimento per i turisti che cercano l’autenticità e le eccellenze del nostro Paese. La moda italiana, se ben interpretata lungo tutta la filiera, rappresenta un potente strumento di narrazione del ‘Sense of Italy’, quell’identità fatta di eleganza, qualità e sostenibilità che il mondo ci invidia. Da qui l’appello ai consumatori a scegliere prodotti di qualità e ‘fatti in Italia’, duraturi e responsabili, in alternativa alla moda ‘usa e getta’ “”Investire nei negozi di moda – conclude Felloni – significa investire nel futuro delle nostre imprese e delle nostre città. Chiediamo al ministero di sostenere concretamente l’intera filiera, a partire proprio da quei punti vendita che ogni giorno raccontano il meglio del Made in Italy a cittadini e turisti, rafforzando il legame tra cultura italiana e territorio e diventando motori della nostra identità e dei nostri valori”. LEGGI TUTTO

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    Banche italiane non quotate bocciate sui fattori ESG. Indietro su parità di genere e AI

    (Teleborsa) – Le banche italiane non quotate sono largamente insufficienti nel loro impegno sui fattori ESG (Environmental, Social e Governance). È quanto emerge da un rapporto di Standard Ethics, agenzia di rating indipendente con sede a Londra e focalizzata sulla sostenibilità, che ha effettuato la ricognizione con l’obiettivo di valutare la loro capacità di interpretare e semplificare i temi di Sostenibilità per renderli funzionali ai rapporti con clientela, fornitori e destinatari dei propri investimenti.Sono stati selezionati 43 istituti tra gruppi e singole banche non quotate. La selezione è avvenuta tra i primi 100, per mezzi amministrati, escludendo gruppi esteri o quotati. L’indagine ha tenuto conto di 23 marcatori distribuiti in 4 macroaree di appartenenza: i) procedure e policy ESG ii) target ESG iii) valutazioni ESG iv) policy ESG attinenti al settore bancario.Dallo studio emergono i seguenti punti chiave: solo il 14% delle banche pubblica una policy ambientale; solo il 9% pubblica una policy sui diritti umani e nessuna banca ha una policy sull’Intelligenza Artificiale; solo il 19% pubblica una policy sulla parità di genere ed il 26% pubblica una policy su diversità ed inclusione.Guardando agli aspetti su cui più si avvicinano alle banche quotate, quello che spicca è la parte ambientale, “perché più in odore di regolamentazione”, dice a Teleborsa Jacopo Schettini Gherardini, Direttore dell’Ufficio Ricerca di Standard Ethics. “Ma è una visione che lascia scoperti altri ambiti e lascia che alcuni rischi non siano né individuati, né gestiti, né mitigati”, sottolinea l’esperto.Dal report emerge anche che, sebbene il 98% del campione pubblichi un Codice Etico o di Condotta, solo il 22% degli strumenti di governo appaiono conformi e dotati di riferimenti internazionali sulla Sostenibilità di Onu, Ocse e Ue, mentre il 55% delle banche analizzate fornisce una rendicontazione ESG standard.Un dato che salta all’occhio è che il tasso medio di rappresentanza del genere meno rappresentato in CdA è di circa il 30%. Inoltre, solo in 6 banche dell’insieme, ovvero circa il 14% dei casi, viene raggiunta la parità di genere nel CdA.Standard Ethics scrive nelle sue conclusioni che i risultati suggeriscono ampie difformità nella comunicazione e nelle politiche adottate. Sebbene alcune banche non quotate abbiano iniziato un percorso di allineamento alle indicazioni internazionali, nel complesso il divario rispetto agli standard internazionali e alle banche quotate resta significativo.Schettini Gherardini non crede che l’impegno sia solo di facciata, ma “l’allineamento alle indicazioni di Sostenibilità è sporadico. Due dati tra i tanti: delle banche non quotate esaminate solo il 9% pubblica una policy sui diritti umani, contro il 100% delle quotate; solo il 7% ha un rating e interloquisce con una agenzia di rating specializzata e indipendente, contro il 100% delle quotate. E non è una questione di dimensione”.Da report emerge che, al netto degli obblighi regolamentari, sembrano rari i casi in cui sia stata effettuata una preventiva analisi di posizionamento sui rischi ESG e appare diffuso l’impiego di consulenza esterna in termini di comunicazione e rendicontazione. In molti casi, ne deriva una ridotta coerenza delle comunicazioni pubbliche in ambito ESG Risk Management, governance, politiche e target ESG, così come appare debole il loro allineamento alle indicazioni internazionali.Guardando al futuro, Schettini Gherardini si aspetta dei passi avanti perchè “siamo in un periodo storico in cui è molto forte la richiesta da parte dei clienti di trasparenza sui temi ambientali, sociali e di governo”. Inoltre, “la decisione, da parte della Commissione europea, di posporre alcuni obblighi di rendicontazione pubblica renderà ancora più importante interloquire con le agenzie di rating per non rimanere nel limbo e non sapere come porsi nella fase di passaggio” e “vedere che i concorrenti si muovono con maggiore chiarezza e decisione spingerà il settore a non affidarsi solo alla consulenza esterna (spesso legata al marketing) ma a migliorare le professionalità interne e dotarle dei punti di riferimento più adeguati al fine di decidere”.Le banche analizzate da Standard Ethics, che non ha pubblicato i dettagli dei singoli istituti, sono: Banca Cambiano 1884, Banca Cf+ Credito Fondiario, Banca del Fucino, Banca del Piemonte, Banca di Cividale (CiviBank), Banca di Credito Popolare, Banca Ersel, Banca Ifigest, Banca Investis, Banca Popolare Alto Adige, Banca Passadore, Banca Popolare del Lazio, Banca Popolare di Fondi, Banca Popolare Etica, Banca Popolare di Piacenza, Banca Popolare Puglia e Basilicata, Banca Popolare Pugliese, Banca Popolare di Ragusa (BAPR), Banca Popolare Valsabbina, Banca Progetto, Banca Promos, Banca Santa Giulia, Banca Sella, Banca Stabiese, Cassa Centrale Alto Adige, Cassa Centrale Banca, Cassa di Bolzano, Cassa di Fermo, Cassa di Risparmio di Asti, Cassa di Volterra, Cherry Bank, Extrabanca, Ibl Banca, Iccrea Banca, Imprebanca, Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, La Cassa di Ravenna, Mediocredito Centrale, Prader Bank, Solution Bank, Suedtirol Bank, Tyche Bank, Vivibanca. 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    Dazi, Trump: presto annuncerò quelle sui semiconduttori

    (Teleborsa) – Il presidente Usa DonaldTrump ha dichiarato che i nuovi dazi sui semiconduttori saranno annunciati “nel corso della prossima settimana”. “I dazi entreranno in vigore in un futuro non lontano”, ha sottolineato Trump facendo riferimento a tasse specifiche sui semiconduttori che seguirebbero misure simili per acciaio, alluminio e automobili. Il presidente Usa è quindi tornato ad attaccare la Cina. “Nessuno se la caverà per le inique bilance commerciali e le barriere tariffarie non monetarie che altri Paesi hanno usato contro di noi, soprattutto la Cina che, di gran lunga, ci tratta peggio”, ha scritto sulla sua piattaforma social Truth. “Venerdì – ha proseguito – non è stata annunciata alcuna eccezione tariffaria”. “Stiamo esaminando i semiconduttori e l’intera catena di approvvigionamento elettronica nell’ambito delle prossime indagini sui dazi per la sicurezza nazionale. Ciò che è emerso è che dobbiamo produrre prodotti negli Stati Uniti e che non saremo tenuti in ostaggio da altri Paesi, in particolare da nazioni commerciali ostili come la Cina, che farà tutto ciò che è in suo potere per mancare di rispetto al popolo americano. Inoltre, non possiamo permettere che continuino ad abusare di noi sul piano commerciale, come hanno fatto per decenni”, ha aggiunto. “Quei giorni sono finiti! L’età d’oro dell’America, che include i prossimi tagli fiscali e normativi, una parte sostanziale dei quali è stata appena approvata dalla Camera e dal Senato, significherà posti di lavoro più numerosi e meglio retribuiti, la produzione di beni nel nostro Paese e il trattamento riservato agli altri Paesi, in particolare alla Cina, allo stesso modo in cui ci hanno trattato – ha proseguito l’attacco Trump –. In sostanza, il nostro Paese sarà più grande, migliore”.Nella tarda serata di venerdì sulla gazzetta ufficiale Usa era stato pubblicato un elenco di prodotti esentati dai dazi reciproci, fra cui rientravano smartphone e pc. Tali esenzioni però – aveva poi spiegato il segretario al commercio, Howard Lutnick – sono solo “temporanee”. “Esortiamo gli Stati Uniti a fare un grande passo avanti per correggere i propri errori, cancellare completamente la pratica errata dei dazi reciproci e tornare sulla giusta strada del rispetto reciproco”, aveva commentato il ministero al commercio di Pechino prima della precisazione di Lutnick. LEGGI TUTTO

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    Giappone, produzione industriale febbraio rivista al ribasso a +2,3% m/m

    (Teleborsa) – Rivista al ribasso la produzione delle fabbriche giapponesi a febbraio 2025. Secondo la stima definitiva del Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria giapponese (METI), l’indice destagionalizzato della produzione industriale è salito del 2,3% su mese, contro l’aumento del 2,5% previsto nella stima preliminare. A gennaio si era registrata una discesa dell’1,1%.Su base annuale il dato non destagionalizzato della produzione è in aumento dello 0,1%.Le consegne registrano una salita mensile del 3% mentre le scorte calano dell’1,7%.La ratio scorte/vendite evidenzia una variazione pari a -3,5%. LEGGI TUTTO

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    Cina, balzo dell’export a marzo. Surplus commerciale a 102,6 miliardi di dollari

    (Teleborsa) – Le esportazioni cinesi si sono impennate a marzo 2025. L’aumento maggiore del previsto è da ricondurre al fatto che le aziende hanno anticipato le spedizioni in uscita per evitare i dazi proibitivi degli Stati Uniti, mentre le importazioni hanno esteso il calo a causa del persistere di una domanda interna debole.É quanto emerge dai dati pubblicati stamattina da Pechino, che evidenziano una diminuzione del saldo della bilancia commerciale, in surplus per 102,6 miliardi di dollari rispetto all’avanzo di 170,5 miliardi precedente. Superate le attese del mercato che erano per un saldo di 74,3 miliardi.Le esportazioni sono salite del 12,4% su base annua, dopo il +2,3% registrato a febbraio e rispetto al +4,4% atteso dagli analisti, mentre le importazioni sono scese del 4,3%, dopo il -8,4% del mese precedente e rispetto al -2% atteso.(Foto: CHUTTERSNAP on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Trasporto marittimo, accordo per azzerare emissioni al 2050. Commissione Ue: passo significativo

    (Teleborsa) – La Commissioneeuropea ha accolto con favore l’accordo odierno presso l’Organizzazione marittima internazionale (IMO), come un passo significativo verso il raggiungimento di emissioni nette zero di gas serra (GHG) dalle spedizioni globali entro il 2050. “Questo è un accordo storico nella lotta contro il cambiamento climatico, che segna un progresso significativo nella riduzione dell’impatto ambientale dell’industria marittima su scala globale – si legge in una nota della Commissione –. Mentre l’accordo odierno non garantisce ancora il pieno contributo del settore al raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi, costituisce una solida base per avviare la transizione energetica richiesta delle spedizioni. L’UE e i suoi Stati membri hanno svolto un ruolo chiave nel garantire l’accordo e rimarranno attivamente impegnati nella sua adozione nell’ottobre 2025 e nell’attuazione nel 2027”.In linea con la strategia IMO 2023, l’accordo include una nuova misura, che stabilisce uno standard globale per ridurre gradualmente l’intensità delle gas serra dei combustibili marini. Regolerà quanto dovrebbe essere “pulita” l’energia utilizzata da una nave, in base al suo impatto climatico. La misura si applica all’intero ciclo di vita delle emissioni di gas serra dei carburanti marittimi. Utilizza criteri standardizzati e uno schema di certificazione comune per i combustibili che facilita un piano di parità, indipendentemente da dove viene prodotto, trasportato o utilizzato un combustibile. Di conseguenza, impedirà che le emissioni si spostino ad altri settori e incoraggerà investimenti sostenibili che ridurranno le emissioni durante l’intero ciclo di vita in tutto il mondo. L’UE non vede l’ora di rafforzare le misure nel tempo per mantenere pienamente gli impegni di decarbonizzazione fatti nella strategia IMO del 2023.La nuova misura introduce anche un primo meccanismo globale di determinazione dei prezzi per le emissioni, che insieme agli incentivi finanziari, incoraggerà le compagnie di navigazione a utilizzare i carburanti e le tecnologie più pulite fin dall’inizio. Ad esempio, le aziende saranno incentivate a investire in combustibili marini a emissioni zero e quasi zero, come il metanolo rinnovabile e l’ammoniaca. Stimolando gli investimenti in questi combustibili più puliti, la misura contribuirà a ridurre l’impronta di gas serra dell’industria marittima.Il meccanismo di determinazione dei prezzi si applicherà a una quota delle emissioni di spedizioni internazionali dal 2028, con un prezzo iniziale di 100 dollari per tonnellata di CO2. Ciò genererà entrate significative, stimate in 11-13 miliardi di dollari all’anno, che saranno utilizzate per sostenere lo sviluppo e l’implementazione di questi combustibili a emissioni zero e quasi zero. Le entrate generate dalla misura saranno inoltre assegnate per sostenere una transizione giusta ed equa, garantendo che nessun paese sia lasciato indietro. Questi saranno condivisi in modo equo, con particolare attenzione ai paesi meno sviluppati e ai piccoli stati insulari in via di sviluppo.L’accordo dovrà essere confermato dall’Organizzazione marittima internazionale nell’ottobre 2025. Poiché i negoziati sul nuovo accordo si sono conclusi, è tempo che tutti i paesi inizino a lavorare sull’attuazione del quadro. La Commissione valuterà anche la nuova misura globale per vedere come interagisce con le attuali normative marittime dell’UE, mantenendo l’integrità ambientale evitando un significativo doppio onere. LEGGI TUTTO

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    Adr, al Ceo Troncone il “Dea Roma Award” di Niaf

    (Teleborsa) – La National Italian American Foundation (Niaf) ha conferito al Ceo di Aeroporti di Roma, MarcoTroncone, il prestigioso riconoscimento “Dea Roma Award – Special Achievement in Infrastructure and Economic Growth”. La Niaf rappresenta gli oltre 18 milioni di cittadini italoamericani che vivono negli Stati Uniti. La premiazione è avvenuta in occasione del Gala Annuale dell’associazione ieri sera a New York, alla presenza di numerosi rappresentanti e stakeholder istituzionali, tra cui Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, premiata come Regione d’Onore del 2025, e l’ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, Mariangela Zappia. Nelle motivazioni del premio è stata menzionata la capacità di Troncone, sin dalla nomina a Ceo di Adr nel 2020, di imprimere una svolta sostanziale allo sviluppo sostenibile degli scali di Roma Fiumicino e Ciampino favorendo la ripresa post-pandemica e la crescita economica del settore del trasporto aereo in Italia. Sotto la sua leadership, Aeroporti di Roma ha accelerato negli ultimi anni gli investimenti nelle proprie infrastrutture e lanciato numerosi progetti di trasformazione digitale, innovazione, transizione ecologica e potenziamento della connettività internazionale per unire sempre più la Capitale d’Italia al mondo. Nella giornata di ieri l’hub di Fiumicino è stato confermato come uno degli unici 12 aeroporti al mondo con le 5 Stelle-Skytrax ed è entrato, all’ottavo posto, nella Top10 degli scali a livello globale della stessa agenzia di rating aeroportuale. Nel ricevere il premio, Troncone, vice presidente di Unindustria per le Infrastrutture per la crescita, ha sottolineato come, nel corso della stagione estiva 2025, il numero di destinazioni nordamericane raggiungibili dal Leonardo da Vinci salirà a 20, un traguardo senza precedenti per l’aeroporto. Il Ceo ha ricordato come “per poter supportare e gestire al meglio il traffico passeggeri in espansione anche negli anni a venire sia fondamentale poter accelerare sul piano di sviluppo dello scalo di Roma Fiumicino per poter consolidare la competitività internazionale dell’Italia nello scacchiere globale”. LEGGI TUTTO