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    Politecnico di Milano: l’84% delle grandi imprese investe su digitale e sostenibilità

    (Teleborsa) – L’innovazione digitale rappresenta una grande opportunità per il progresso sostenibile dell’Italia, con impatti sulle persone, le imprese e il sistema Paese nel complesso. Su questo fronte è forte la spinta della Commissione europea, che negli ultimi anni ha promosso numerose misure legislative e piani strategici nei due ambiti, anche se, su 92 iniziative analizzate, solo una minoranza tratta in modo congiunto e strategico sia sostenibilità che digitale. Tra quelle dedicate alla sostenibilità, il 13% tratta il digitale come elemento centrale, mentre tra quelle focalizzate sul digitale ben il 90% vede la sostenibilità come rilevante, ma quasi esclusivamente per temi sociali e di governance, tralasciando quelli ambientali. Sono alcuni risultati della ricerca dell’Osservatorio Digital & Sustainable del Politecnico di Milano, in collaborazione con Assolombarda, presentata oggi durante il convegno “Digitale e Sostenibilità: lo spazio della responsabilità e dell’innovazione”. Uno degli oltre 50 differenti filoni di ricerca degli Osservatori Digital Innovation della POLIMI School of Management che affrontano tutti i temi chiave dell’Innovazione Digitale nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione.Nelle grandi aziende italiane su entrambi i temi la sensibilità è ormai molto alta: l’84% investe in modo significativo sia in innovazione digitale che in sostenibilità. Ma sono ancora poco esplorate le sinergie tra le due dimensioni: solo un’azienda su tre utilizza l’innovazione digitale in modo intensivo come strumento per perseguire obiettivi sostenibili e solo una su quattro si fa guidare dalle linee di sviluppo sostenibile per rivedere la politica di adozione digitale. In questo percorso, sono più indietro le PMI: meno di un terzo del totale investe intensamente sia in innovazione digitale che in sostenibilità ed è molto rara una sinergia tra ledue dimensioni.”Il rapporto tra sostenibilità e innovazione digitale riveste un ruolo sempre più rilevante – afferma Alessandro Perego, vicerettore per lo sviluppo sostenibile e impatto al Politecnico di Milano e Direttore scientifico degli Osservatori Digital Innovation –. La trasformazione digitale, se ben governata, può essere un potente acceleratore per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, ma, se non ben gestita, può rappresentare un rischio al potenziale equilibrio tra crescita economica, benessere sociale e tutela ambientale. Per questo è fondamentale orientare nel modo giusto le scelte verso un futuro digitale e sostenibile: il digitale può essere uno strumento per affrontare le sfide globali di sostenibilità e allo stesso tempo gli obiettivi di sostenibilità devono guidare la progettazione e l’utilizzo responsabile delle tecnologie e delle innovazioni digitali”.Le iniziative dell’Europa – Nell’ultimo decennio, la Commissione europea ha promosso numerose misure in ambito sostenibilità e innovazione digitale. Delle 92 analizzate dall’Osservatorio, 54 sono legislative, cioè direttive e regolamenti vincolanti su trend digitali o di sostenibilità; 38 sono piani strategici con obiettivi generali non vincolanti e a lungo termine. C’è stata un’accelerazione dal 2020, con in media 15 iniziativel’anno e un picco di 24 nel 2024. A livello legislativo, le iniziative si concentrano su trasparenza aziendale, transizione digitale, sicurezza tecnologica, gestione dei dati e utilizzo delle risorse. Sul piano non legislativo, invece, l’attenzione è rivolta soprattutto alla sostenibilità, affrontando temi come sviluppo sostenibile, cambiamento climatico, transizione digitale, diritti umani e inclusione sociale. Delle 53 iniziative sulla sostenibilità, solo 7 trattano il digitale come elemento centrale (13%), mentre delle 39 sul digitale, 35 affrontano strategicamente la sostenibilità (90%), trattando però quasi esclusivamente temi sociali e di governance. “Nelle iniziative della Commissione europea – commenta Giorgia Dragoni, direttrice dell’Osservatorio Digital & Sustainable – emerge ancora timidamente il ruolo del digitale per le sfide globali legate alla sostenibilità, mentre si evidenzia in modo più approfondito l’indirizzo che la sostenibilità, soprattutto quella sociale e di governance, può avere nel processo di trasformazione digitale”.Le grandi aziende – Le grandi imprese italiane mostrano un’alta propensione agli investimenti sia in ambito digitale sia in area sostenibilità. Il 91% ha una spesa significativa nel digitale, il 93% nella sostenibilità, con un focus prevalente su obiettivi ambientali e, in misura minore, su aspetti di governance come etica decisionale e gestione del rischio. Si stanno diffondendo misure di sostenibilità adottate anche su base volontaria, perché ritenute strategiche per la reputazione aziendale e l’efficienza operativa. Combinando le due prospettive, l’84% delle grandi aziende italiane investe intensamente sia in innovazione digitale che in sostenibilità, anche se il 17% è focalizzato esclusivamente su una singola area di sostenibilità (ambientale, sociale o di governance). E, soprattutto, sono ancora poco esplorate le sinergie tra digitale e sostenibilità: solo il 34% utilizza l’innovazione digitale in modo intensivo come strumento per perseguire obiettivi di sostenibilità a tutto tondo e solo il 22% si fa guidare dalle linee di sviluppo sostenibile per rivedere la politica di adozione digitale. Dal punto di vista organizzativo, il 98% delle grandi aziende ha un responsabile IT, l’83% un responsabile della sostenibilità, che in alcuni casi (33%) può ricoprire anche altre responsabilità. Solo il 10% ha introdotto nell’organizzazione il Digital Sustainability Officer, che coniuga innovazione digitale e sostenibilità.Le PMI – Tra le PMI, gli investimenti sono più limitati: solo il 53% alloca risorse significative nel digitale e solo il 42% in sostenibilità. La maggioranza che non investe in sostenibilità lo fa principalmente per i costi e lamancanza di risorse da dedicare. Considerando l’approccio integrato, il comportamento è più eterogeneo rispetto alle grandi realtà: il 35% delle PMI investe poco o nulla in entrambe le dimensioni, il 31% investe intensamente sia in innovazione digitale che in sostenibilità, mentre l”uso sinergico è molto limitato: solo l’8% utilizza il digitale in modo intensivo per perseguire obiettivi di sostenibilità a tutto tondo, il 6% utilizza le linee guida sulla sostenibilità per guidare la digitalizzazione. Dal punto di vista organizzativo, il 67% delle PMI non dispone di una figura interna dedicata al digitale e il 63% non ha alcun referente per la sostenibilità e non avverte l’esigenza di introdurlo. “Emerge con evidenza l’urgenza di un processo di sensibilizzazione e formazione sulle opportunità che l’innovazione digitale può generare per il progresso sostenibile delle PMI – afferma Valentina Pontiggia, direttrice dell’Osservatorio Digital & Sustainable –. Tra le imprese, infatti, la dimensione aziendale influisce in modo rilevante non solo sulla possibilità di investimento, ma anche sullo sviluppo di consapevolezza e sensibilità su questi temi. La mancanza di conoscenza sulle opportunità e sui rischi nella relazione tra innovazione digitale e sostenibilità rappresenta una barriera significativa”. La relazione tra sostenibilità e digitale – L’Osservatorio Digital & Sustainable ha sviluppato un modello che incrocia i temi di sostenibilità con i principali trend di innovazione digitale per descriverne i possibili impatti, positivi o negativi. Nell’ambito della sostenibilità ambientale, l’uso delle tecnologie può contribuire a generare impatti positivi. Ad esempio, l’uso combinato di sensori IoT per la raccolta dati e algoritmi di IA abilita l’agricoltura di precisione. Il lavoro da remoto per due giorni a settimana con workspace technology e piattaforme di collaboration comporta un risparmio di 60 kg di CO2 l’anno per lavoratore. Anche se l’impatto delle tecnologie sull’ambiente presenta criticità, ad esempio gli enormi consumi di energia e acqua per il raffreddamento dei Data Center. Il digitale, poi, è un alleato per migliorare le condizioni sociali, anche se va utilizzato con la giusta attenzione: lo Smart Working incrementa engagement e benessere dei lavoratori, ma può anche portare fenomeni di tecnostress e overworking. Nella sostenibilità di governance, le tecnologie digitali garantisconotrasparenza e responsabilità. La condivisione dei dati raccolti da sensori IoT permette di verificare il rispetto degli standard e di ridurre l’asimmetria informativa, monitorando, ad esempio, la temperatura di un container lungo la catena di fornitura. Oppure, il Cloud Computing facilita la gestione di copie di backup e l’adozione di misure di Disaster Recovery, riducendo il rischio strategico e operativo.Le linee guida per un futuro digitale e sostenibile – In occasione del convegno, sono stati presentati anche i risultati della ricerca realizzata con Assolombarda, in cui viene esplorata la relazione tra digitale e sostenibilità. All’interno del rapporto vengono presentati gli studi di caso di 27 progetti di digitale e sostenibilità di imprese di diversi settori e dimensioni. L’indagine ha permesso di realizzare alcune linee guida per orientare e ispirare le scelte aziendali verso un futuro digitale e sostenibile.”Il digitale e la sostenibilità hanno contribuito in questi anni a definire un cambiamento d’epoca, caratterizzata da nuovi modi di operare nel lavoro come nella vita – dichiara Stefano Rebattoni, vicepresidente di Assolombarda con delega a Transizione digitale e Innovazione tecnologica –. In questo contesto la tecnologia ha un ruolo fondamentale per noi tutti e in particolare per le imprese, in quanto abilita la competitività, la crescita e sostiene una cultura orientata alla sostenibilità. Il digitale svolge sempre più una funzione centrale nella creazione di nuovi modelli di sviluppo, determinando cambiamenti che impattano, allo stesso tempo, sulla comunità professionale, sull’ambiente e sulla società. Il digitale è anche uno strumento che permette di operare con rapidità e flessibilità in un mercato globale mutevole e caratterizzato da esigenze di consumo e di filiera che si susseguono velocemente. In quest’ottica, Assolombarda intende promuovere le peculiarità del digitale per perseguire obiettivi di sostenibilità e stimolare e rafforzare ulteriormente la capacità delle imprese di cogliere le incredibili opportunità offerte dalla trasformazione digitale. Un impegno che l’Associazione dedica, soprattutto a beneficio delle piccole e medie imprese, attraverso la condivisione di esperienze concrete e la raccolta di buone pratiche per favorire il pieno compimento della rivoluzione digitale. Un traguardo che può davvero aiutare la nostra economia a coniugare crescita economica, sociale e ambientale”.Dall’analisi dei casi emerge che la tecnologia rappresenta spesso uno strumento per perseguire – direttamente o indirettamente – obiettivi di sostenibilità, anche per le aziende esenti da obblighi normativi in tal senso. In alcune realtà le decisioni di investimento nel digitale sono orientate alla sostenibilità e non dipendono dalla valutazione del ritorno economico di breve periodo. Inoltre, la consapevolezza verso la sostenibilità può essere un fattore critico di successo nella relazione con gli stakeholder esterni. Anche settori “tradizionali”, come l’industria manifatturiera, possono sperimentare innovazioni per migliorare insieme efficienza operativa, performance ambientali e di sicurezza. In numerose aziende emerge la volontà di migliorare le condizioni lavorative, di scardinare gli stereotipi di genere, di promuovere la formazione professionale e di prestare attenzione al benessere dei lavoratori.Molti progetti si fondano sull’utilizzo congiunto e sinergico di più tecnologie: spesso è proprio la combinazione di elementi tecnologici permettere il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. La capacità di estrarre valore da grandi moli di dati è fondamentale per abilitare decisioni informate che aumentano la qualità dei prodotti. Per sfruttare appieno le tecnologie e massimizzarne gli impatti positivi sono necessarie competenze ricercabili anche in attori esterni (service provider, tech provider, società di consulenza e università). E, spesso, per una visione sistemica sugli impatti di sostenibilità serve il coordinamento con i fornitori e gli altri attori di filiera. La tecnologia può migliorare le condizioni di lavoro e aumentare la soddisfazione dei dipendenti: l’automazione, per esempio, permette ai lavoratori di abbandonare compiti ripetitivi per dedicarsi ad attività a maggior valore aggiunto o di ridurre lo stress. Alcuni progetti sono guidati da una visione umano-centrica: tutte le innovazioni introdotte hanno l’obiettivo di valorizzare le caratteristiche personali, permettendo ai vari soggetti coinvolti di esprimere al meglio il proprio potenziale. In alcuni casi, emerge con forza la volontà di ambire a principi e valori legati alla responsabilità aziendale, che travalicano l’aspetto economico e la capacità di generare profitto. In diversi progetti emerge un’evoluzione progressiva: sperimentando innovazione si generano sempre maggiori opportunità. Un approccio aziendale orientato al miglioramento continuo e scalabile rende le organizzazioni in grado di adattarsi alle evoluzioni nel contesto normativo e nelle esigenze di consumo e di filiera. LEGGI TUTTO

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    Volotea, 2024 da record: fatturato sale a 811 milioni di euro

    (Teleborsa) – Volotea, compagnia aerea a basso costo spagnola, ha chiuso il 2024 con risultati finanziari da record, segnando il miglior risultato nella sua storia. Infatti, il fatturato ha raggiunto gli 811 milioni di euro, segnando un incremento del 17% rispetto ai 694 milioni di euro registrati nel 2023, mentre l’EBITDA ha superato i 148 milioni di euro (+54% rispetto ai 96 milioni di euro del 2023) con un margine del 18%, migliorando di oltre 4 punti percentuali rispetto all’anno precedente. L’utile operativo (EBIT) è stato di 35 milioni di euro, un margine di quasi il 5%, anch’esso superiore di oltre 4 punti percentuali rispetto a quello del 2023. Inoltre, lo scorso settembre la compagnia aerea ha annunciato il rafforzamento della sua struttura finanziaria con l’accordo per effettuare un aumento di capitale fino a 100 milioni di euro. La prima tranche, pari a 50 milioni di euro, è stata versata nello stesso mese dagli attuali azionisti, dal team direttivo e dalla compagnia aerea greca Aegean Airlines, mentre la seconda tranche dovrebbe avvenire nel corso del primo semestre di quest’anno. Nel 2024, Volotea ha operato, a livello di network, 450 rotte, di cui più del 50% in esclusiva, con oltre 75.000 voli (+10% rispetto al 2023) e trasportato 11,4 milioni di passeggeri. La compagnia ha inoltre inaugurato tre nuove basi: Brest e Rodez in Francia e Bari in Italia, rafforzando la sua posizione in Europa. Per supportare questa espansione operativa, l’organico di Volotea è aumentato del 15%, superando i 2.000 dipendenti durante la stagione estiva. “Dopo gli anni difficili segnati dalla pandemia e dall’inizio del conflitto in Ucraina, il 2024 rappresenta per noi il secondo anno consecutivo di profitto operativo, sostenuto dalla solidità del nostro modello di business e dalla forte domanda in Europa – ha commentato Carlos Munoz, fondatore e CEO – Le prospettive per il 2025 sono molto positive e prevediamo un ulteriore miglioramento significativo dei margini”. Nel 2025, Volotea prevede di offrire 12,7 milioni di posti e realizzare oltre 75.000 voli. Nel 2024, Volotea ha registrato numeri importanti anche in Italia: oltre 3,8 milioni di passeggeri trasportati e più di 25.000 voli operati, segnando in entrambi i casi un +9% rispetto al 2023, e mantenendo un tasso di riempimento del 91%. Le rotte servite sono salite a 172, di cui ben 95 in esclusiva (+20% vs 2023). Nel 2025, Volotea punta a consolidare ulteriormente la sua presenza con un’offerta di 4,3 milioni di posti in vendita in Italia, registrando un incremento dell’1,7% rispetto al 2024. LEGGI TUTTO

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    Porsche Italia, nel 2024 vendute 8.223 auto: elettriche al 13%

    (Teleborsa) – Nel 2024 PorscheItalia ha venduto 8.223 auto, in aumento dell’8% sul 2023 e un giro d’affari superiore a 1 miliardo di euro. Negli ultimi 10 anni Porsche Italia, che quest’anno celebra i 40 anni con edizioni limitate di 911 Gts (40 esemplari) e Taycan 4S (12) firmate Ferragamo, ha raddoppiato i volumi di vendita raggiungendo una quota dello 0,53% (+30%), mentre l’Italia si conferma terzo mercato in Europa. La best seller è stata la Macan con 3.011 unità vendute di cui il 25% elettriche, considerando la disponibilità dallo scorso settembre. A seguire Cayenne (2.542), l’iconica 911 (1.512), 718, Panamera e l’elettrica Taycan (335). La quota di elettriche è del 13,6% che sale al 37,4% includendo le plug-in. In crescita le vendite online che intercettano clienti nuovi e più giovani.”Il 2024 è stato un anno positivo e ricco di sfide a partire dal rinnovo di gran parte della gamma. Per il 2025 siamo moderatamente confidenti, lavoreremo a testa bassa per far crescere la Macan elettrica che è la sfida numero uno, sottolineando però che abbiamo tutte le tecnologie disponibili per i nostri clienti”, ha dichiarato l’Ad di Porsche Italia, Pietro Innocenti. LEGGI TUTTO

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    Akamas raccoglie 10 milioni di dollari da United Ventures per espandersi in USA

    (Teleborsa) – Akamas, azienda italiana specializzata nell’ottimizzazione cloud basata sull’intelligenza artificiale, ha raccolto 10 milioni di dollari nel suo primo round di investimento istituzionale. L’investimento, guidato da United Ventures, uno dei principali fondi di venture capital in Italia, sosterrà l’espansione di Akamas nel mercato nordamericano e accelererà lo sviluppo del prodotto. La holding company di Akamas, il gruppo Moviri (da cui è nata nel 2019 come spin-off), manterrà una partecipazione strategica di minoranza, cedendo il controllo operativo.Il round giunge in una fase strategica per Akamas, forte del crescente successo tra i clienti nordamericani e dei primi contratti a sette cifre, si legge in una nota. L’azienda prevede di stabilire la sua prima sede statunitense a Boston e di potenziare in modo significativo le proprie risorse in ambito ingegneristico e commerciale.”Siamo entusiasti dell’investimento annunciato oggi, e il nostro ingresso nel mercato statunitense rappresenta un passo fondamentale per Akamas – ha dichiarato Luca Forni, CEO e Co-fondatore di Akamas – Negli Stati Uniti hanno sede alcune delle maggiori organizzazioni mondiali basate sul cloud, e siamo lieti di poter offrire a questo mercato dinamico la nostra esclusiva tecnologia di ottimizzazione applicativa. L’esperienza di United Ventures nella scalabilità internazionale di aziende software e di intelligenza artificiale ne fa il partner ideale per la nostra espansione e per il continuo sviluppo di soluzioni innovative”. “Siamo orgogliosi di guidare questo round di investimento in Akamas, azienda all’avanguardia nello sviluppo di tecnologie di ottimizzazione application-aware – ha affermato Fabio Pirovano, Partner di United Ventures – L’approccio innovativo di Akamas per semplificare l’ottimizzazione del cloud e di Kubernetes, insieme al suo team straordinario e alla sua visione ambiziosa, la rende un vero e proprio game-changer nel panorama tecnologico globale. Siamo pronti a supportare la sua espansione nel Nord America e la sua continua crescita, per ridefinire il modo in cui le aziende ottimizzano performance, affidabilità e costi su larga scala”. LEGGI TUTTO

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    Milleproroghe, nuovo rinvio. Opposizioni: “Ritirare rottamazione”

    (Teleborsa) – Continua a slittare l’avvio dei lavori sul dl milleproroghe in commissione Affari costituzionali del Senato. La seduta, prevista per le 18, è iniziata ma è stata subito riconvocata per le 20. Nel frattempo si è svolta una riunione tra il governo, presente il ministro dei rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, la maggioranza e le opposizioni per decidere come procedere. Sarebbero arrivati alcuni pareri del Mef, ma non ancora tutti e non si è trovato l’accordo per iniziare a votare da stasera. In serata è stato, dunque, annunciato un nuovo rinvio dell’avvio delle votazioni degli emendamenti al decreto Milleproroghe in Commissione Affari costituzionali del Senato che si è aggiornata a domani alle 12. Le opposizioni hanno chiesto unitariamente il ritiro dell’emendamento dei relatori che prevede la riammissione alla rottamazione quater per i contribuenti che non hanno effettuato regolamente i pagamenti delle rate e che posticipa di due mesi, al 30 settembre 2025, il termine per l’adesione al concordato preventivo. “Ci hanno presentato senza relazione tecnica e senza bollinatura un emendamento che introduce un nuovo concordato e riapre la rottamazione, non è serio” ha detto il capogruppo dem in I CommissioneAndrea Giorgis al termine di una riunione col governo.Sul tavolo c’è, infatti, la riapertura della possibilità di usufruire della rottazione quater delle cartelle fiscali per quei contribuenti che avevano già aderito ma che poi sono decaduti perché non hanno effettuato regolamente i pagamenti delle rate. La misura è contenuto in un emendamento dei relatori al decreto milleproroghe, presentato in Commissione affari costituzionali delo Senato. Secondo l’emendamento, i contribuenti interessati sono riammessi alla rottamazione presentando una nuova dichiarazione entro il 30 aprile 2025 e versando le somme dovute, con gli interessi del 2% annuo, in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2025 oppure fino ad un massimo di dieci rate consecutive. Sono interessati alla riammissione alla rottamazione delle cartelle fiscali i contribuenti che alla data del 31 dicembre 2024 sono decaduti dai benefici per mancato o tardivo versamento delle somme dovute. Per coloro che presentano la nuova dichiarazione, vengono riammesso e scelgono di versare a rate, di pari importo, fino ad una massimo di dieci, le scadenze sono, rispettivamente: le prime due, il 31 luglio e il 30 novembre 2025 e le successive, il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre degli anni 2026 e 2027.Si va verso il posticipo di due mesi, dal 31 luglio 2025 al 30 settembre 2025, del termine per l’adesione al concordato preventivo per il biennio 2025-2026. La misura è contenuta in un emednamento dei relatori al decreto milleproroghe all’esame della Commissione affari costituzionali del Senato. Nei confronti dei contribuenti con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare, il termine è differito all’ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta. Il differimento, spiega la relazione illustrativa, “è finalizzato a distribuire in modo più razionale gli adempimenti fiscali considerato il necessario periodo di avviamento correlato al nuovo istituto del concordato preventivo biennale”. Secondo il senatore del Pd, Daniele Manda, il rinvio del termine sarebbe funzionale a consentire l’adesione al concordato anche a quei contribuenti che potranno prima regolarizzare la loro posizione usufruendo della riammissione alla rottamazione quater delle cartelle prevista in un altro emendamento dei relatori al decreto milleproroghe. Arriva la possibilità anche per il 2025 di ricorrere ai contratti per “prestazioni agricole di lavoro subordinato occasionale a tempo determinato” introdotti per il 2023-24 in sostituzione dei voucher. E’ quanto prevede un emendamento dei relatori al decreto Milleproroghe depositato in Commissione affari costituzionali del Senato. La norma stabilisce la proroga di questa forma contrattuale nel settore agricolo fino a fine 2025 per prestazioni di natura stagionale per una durata non superiore a 45 giornate annue per lavoratore. LEGGI TUTTO

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    Tesya presenta al mercato Alayan: 100 milioni di investimenti nel 2025

    (Teleborsa) – TESYA, gruppo internazionale leader nella fornitura di servizi e soluzioni integrate B2B presente in diversi settori (dalle costruzioni alla transizione energetica, fino all’asset management e all’intralogistica automatizzata), annuncia il lancio di Alayan, organizzazione multi-specialista nei servizi di noleggio per aziende di ogni dimensione operanti nell’Industria (applicazioni speciali), nella realizzazione di Infrastrutture ed Eventi.Con una visione orientata all’innovazione e alla sostenibilità e un know how specialistico nei diversi segmenti di mercato, Alayan integra le aziende della Divisione Rental Service del Gruppo TESYA: l’italiana CGTE, le spagnole Emerent e Finanzauto Rental e la nuova Alayan Emerent Máquinas e Equipamentos, attiva in Portogallo.Alayan punta a consolidare il proprio ruolo di leadership nel Sud Europa nel settore del noleggio di attrezzature e macchinari attraverso un piano di crescita per linee esterne e linee interne e investimenti del valore di 100 milioni di euro solo per il 2025. Parte degli investimenti è finalizzata al rinnovamento e all’integrazione della flotta di attrezzature, con l’obiettivo di distribuire sul mercato macchinari di ultima generazione, con un’età media inferiore ai tre anni. Alayan punta, inoltre, all’apertura di 7 nuove filiali nel 2025 (3 in Italia e 4 nella Penisola Iberica) e a conseguire un fatturato di circa 220 milioni di euro nel 2025 (+20% rispetto al 2024, in linea con i risultati di costante crescita realizzati di recente).”In Europa si prevede una crescita del noleggio professionale del 2,8% nel 2025 e del 3,6% nel 2026 e un’espansione del business al 2030 anche in Italia, Spagna e Portogallo, per un CAGR globale del 6,2% tra il 2025 e il 2034 – spiega Lino Tedeschi, presidente e CEO del Gruppo TESYA –. Alayan nasce per innovare il settore del noleggio con un approccio distintivo e una visione internazionale. Favorire il noleggio di macchinari e attrezzature rappresenta un cambio di paradigma che riduce gli sprechi, ottimizza le risorse e limita l’impatto ambientale. Condividere l’uso di asset ad alta efficienza significa abbattere le emissioni legate alla sovrapproduzione e allo smaltimento prematuro, promuovendo un ciclo di vita più lungo e responsabile per ogni macchinario”.”Lo sviluppo del noleggio professionale può consentire alle grandi imprese e alle PMI di migliorare la gestione del capitale e degli asset – sempre più tecnologici, digitali e intelligenti – aumentando i livelli di sicurezza sul lavoro e di produttività. In Italia il tasso medio annuo di crescita della produttività del lavoro tra il 2014 e il 2023 è stato del +0,5%, ma è calato del 2,5% nel 2023, con riduzioni significative nel settore industriale (-3,1%)[3]. Il nostro obiettivo è quello di essere un fornitore di servizi completi, multi-specialista, in grado di offrire consulenza e soluzioni integrate che vadano oltre la fornitura di macchinari moderni e digitali, capace di semplificare le operazioni aziendali attraverso tecnologia, gestione dei dati e servizi avanzati”, ha aggiunto Pierre-Nicola Fovini, direttore generale del Gruppo TESYA e presidente di Alayan.Le soluzioni integrate di noleggio di Alayan sono studiate per diversi mercati: Edilizia e Costruzioni, Infrastrutture (strade, ponti e gallerie), Industria, Grandi Eventi, Ferrovie, Porti e Servizi Pubblici.La flotta di attrezzature comprende: macchine movimento terra (del peso fino a 20 tonnellate e destinate al noleggio breve termine); attrezzature ausiliarie per eventi e applicazioni industriali; costruzioni modulari per numerose applicazioni (uffici temporanei, spogliatoi, aule scolastiche, aree abitative, strutture per eventi e manifestazioni); macchinari per il controllo della temperatura; gruppi elettrogeni e torri faro; macchine e attrezzature per la manutenzione del verde; movimentatori telescopici; macchine per la movimentazione di materiali; piattaforme aeree e di sollevamento; attrezzature per le ristrutturazioni e le manutenzioni; veicoli per lo spostamento tra cantieri di persone e materiale.”Il nostro impegno per il futuro si traduce in un investimento costante in formazione del nostro personale, tecnologia e ammodernamento della flotta, con l’obiettivo – ha concluso Vincent Albasini, amministratore delegato Alayan – di offrire sia attrezzature all’avanguardia caratterizzate da elevati standard di qualità che prestazioni di eccellenza nei servizi di assistenza. L’innovazione e la sostenibilità rappresentano i pilastri della nostra strategia di crescita: attraverso l’introduzione di macchinari di nuova generazione e l’adozione di soluzioni avanzate, intendiamo supportare l’efficienza operativa dei nostri clienti, riducendo al contempo l’impatto ambientale del settore. Puntiamo sull’eccellenza tecnologica per offrire attrezzature dotate di sistemi innovativi, che rispondano alle esigenze di un mercato sempre più orientato alla digitalizzazione e all’ottimizzazione delle risorse. Vogliamo essere un partner strategico su scala nazionale, garantendo un servizio capillare che copra non solo i principali centri industriali, ma anche le regioni meno servite, dal Trentino Alto Adige alla Sicilia. Attraverso questa visione, rafforziamo la nostra posizione di leadership nell’Europa Meridionale, consolidando il nostro ruolo di riferimento nel noleggio professionale e contribuendo alla transizione verso un modello più efficiente, responsabile e sostenibile”. LEGGI TUTTO

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    Lagarde (BCE), restano in atto condizioni per ripresa

    (Teleborsa) – La crescita economica dell’area euro resta debole, a causa della persistente contrazione che si trascina nel manifatturiero e della “esitazione” delle famiglie ad aumentare i consumi. Tuttavia, secondo la presidente della Bce, Christine Lagarde, “permangono le condizioni per una ripresa”, ha affermato durante il suo intervento alla plenaria del parlamento europeo.”L’economia dell’area è cresciuta in maniera modesta. Nel quarto trimestre la produzione è rimasta piatta, ma ha comunque superato dello 0,9% quella della fine del 2023.Le indagini – ha detto Lagarde – segnalano che il manifatturiero continua a contrarsi, mentre l’attività dei servizi è in espansione. La fiducia dei consumatori è fragile e, nonostante l’aumento dei redditi reali, le famiglie sono titubanti a spendere”. Tuttavia, appunto, le condizioni per una ripresa ci sono ancora. “Un solido mercato del lavoro e redditi più elevati dovrebbero rafforzare la fiducia dei consumatori e consentire un aumento della spesa. Un credito più accessibile dovrebbe stimolare consumi e investimenti nel tempo. Anche le esportazioni – ha aggiunto Lagarde – dovrebbero sostenere la ripresa, sebbene questo sia anche legato agli sviluppi nelle politiche commerciali internazionali”. LEGGI TUTTO

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    Fondazione Snam ETS con Intesa Sanpaolo e Generation Italy avvia Green Skills Academy

    (Teleborsa) – Offrire a 40 giovani NEET (Not in Education, Employment or Training), tra i 18 e i 29 anni provenienti dalle aree di Catania e Brindisi, l’opportunità di accedere a percorsi formativi tecnico-specialistici e a concrete opportunità professionali nel settore della transizione energetica. Questo l’obiettivo di Green Skills Academy, un’iniziativa nata da un’idea di Fondazione Snam ETS e sviluppata grazie alla collaborazione con Intesa Sanpaolo e Fondazione Generation Italy ETS. Un progetto realizzato grazie alla collaborazione sul territorio con le organizzazioni sociali Isola Catania e Brindisi & C. ETS.L’iniziativa intende formare i giovani NEET delle due province e supportarli nell’ingresso nel mondo del lavoro come tecnici installatori di pannelli fotovoltaici, attraverso un programma gratuito di formazione inclusivo, esperienziale e intensivo, completato da un percorso di accompagnamento al lavoro, che prenderà il via il prossimo 3 marzo.”Fondazione Snam riconosce nel trasferimento di competenze una delle cifre distintive del proprio operato. La Green Skills Academy nasce per coniugare questo trasferimento con la transizione energetica, mettendo al centro le nuove generazioni – commenta Marta Luca, Direttrice Generale di Fondazione Snam ETS –. L’iniziativa mira a consolidare gli equilibri delle aree più fragili del Paese, puntando sui giovani e collaborando con gli ETS del territorio per massimizzare l’efficacia”.Il percorso formativo della durata di 8 settimane, erogato in modalità ibrida con 3 settimane di attività laboratoriale in presenza è pensato per fornire le competenze tecniche, comportamentali, attitudinali e trasversali necessarie a diventare installatore/installatrice di impianti fotovoltaici, una figura professionale sempre più richiesta nel settore tecnico-energetico.Nel nostro Paese, a fronte di 1,9 milioni di persone che attivamente ricercano lavoro, 1,7 milioni di posti di lavoro sono considerati difficili da reperire dalle imprese perché mancano le persone con le competenze necessarie. Ciò è particolarmente vero per i “Green Jobs”. Secondo Unioncamere le competenze green e digitali saranno sempre più richieste nel prossimo quinquennio. Si stima che a più di 2,3 milioni di lavoratori saranno richieste competenze green e più di 2,1 milioni di occupati avranno bisogno di competenze digitali entro il 2028.Il programma, co-progettato con le aziende dei due territori individuati in questa fase, include l’acquisizione di competenze tecniche, come i principi di elettricità, elettronica ed elettrotecnica, le tecnologie e componenti degli impianti fotovoltaici (pannelli, inverter, sistemi di accumulo e monitoraggio), le tecniche di cablaggio, installazione, collaudo e manutenzione, oltre alla normativa di settore e alla messa in sicurezza del cantiere. Il programma prevede l’ottenimento delle certificazioni tecniche e di sicurezza necessarie per poter ricoprire il ruolo. Il corso sviluppa anche competenze trasversali, tra cui lavoro di squadra, gestione del cliente e di occupabilità tramite scrittura del CV, simulazioni di colloqui e utilizzo di LinkedIn.Al termine della formazione, i partecipanti avranno la possibilità di sostenere almeno un colloquio di lavoro con aziende interessate ad assumere personale qualificato.Per accedere al corso non sono richieste né competenze pregresse, né titoli di studio o esperienze professionali specifiche, è sufficiente candidarsi tramite la pagina dedicata sul sito di Generation Italy sostenere un breve test online su abilità logico-analitiche, a cui seguirà un colloquio individuale a verifica della motivazione e dell’attitudine. LEGGI TUTTO