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    Fondazione FS: verso la riapertura del Museo di Trieste Campo Marzio

    (Teleborsa) – Sarà il secondo grande Museo Nazionale Ferroviario del Gruppo FS dopo Pietrarsa. La storica ed elegante stazione di Trieste Campo Marzio, torna progressivamente agli antichi splendori grazie all’intervento di riqualificazione avviato dalla Fondazione FS Italiane. L’investimento complessivo – fa sapere FS in una nota – ammonta a circa 24,5 milioni di euro, di cui 17.5 milioni finanziati con fondi del Piano Nazionale Complementare e i restanti direttamente dal Gruppo FS (5mln), Ales (1,5mln) e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (0.5 mln).Oggi, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta all’interno dei cantieri alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e del direttore generale della Fondazione FS Luigi Cantamessa, è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento dei lavori e, a seguire, una prima visita ufficiale all’interno del complesso. A guidare autorità e giornalisti all’interno del sito, il progettista Sabato Gargiulo, responsabile Infrastrutture e Lavori della Fondazione Fs, che oltre ad aver illustrato nel dettaglio gli interventi posti ad oggi in essere, ha prospettato le azioni che saranno attuate nei prossimi mesi, fino all’inaugurazione prevista tra la fine del 2026 e la primavera del 2027.Un luogo simbolo della città di TriesteLa grande stazione di Trieste Campo Marzio fu inaugurata nel 1906 quale capolinea della Ferrovia Jesenice – Trieste. Nell’immediato dopoguerra a seguito del trattato di Parigi del 1947 e delle vicissitudini che interessarono la Venezia Giulia, il valico di confine fu spostato a Monrupino e, pochi anni dopo, venne progressivamente sospeso il servizio viaggiatori sulla residua tratta ancora in esercizio. Utilizzata per decenni solo per il traffico merci, a partire dal 1984 la stazione di Trieste Campo Marzio, che per le sue pregiate architetture è sempre stata considerata un luogo simbolo della città, fu adibita a museo ferroviario su iniziativa della locale sezione del Dopolavoro Ferroviario. Dal 2018 sono in corso gli interventi di riqualificazione dell’intero complesso per la realizzazione del secondo grande Museo Nazionale delle Ferrovie dello Stato, dopo quello di Pietrarsa, sotto la gestione della Fondazione FS.Gli interventi realizzati ad oggiIl progetto di restauro e valorizzazione del Museo di Trieste Campo Marzio, assai articolato e per certi versi avveniristico, – evidenzia la nota – punta da un lato alla rinascita architettonica del complesso mediante interventi di notevole impatto ingegneristico, tra cui la ricostruzione della maestosa capriata in acciaio e vetro demolita nel luglio del 1942, e dall’altro a trasformare la porzione di territorio urbano ove insiste in una eccellenza sotto il profilo turistico-ricettivo. Dopo gli interventi di bonifica, consolidamento e messa in sicurezza, è stato completato il ripristino delle coperture e solai della testata “Ottaviano Augusto”, mentre il restauro della facciata mare è arrivato al 75% e consentirà la rimozione dei ponteggi entro fine anno. Nell’ala museale “Giulio Cesare” sono in via di definizione le finiture interne e l’installazione degli impianti sottotraccia. Intanto, la nuova struttura in acciaio e vetro destinata a coprire la corte centrale ha già ridisegnando il profilo della stazione.Le fasi finaliEntro la fine del 2025 saranno ultimati i lavori di posa della nuova copertura che, tra le altre cose, ospiterà anche un bar ristorante panoramico. Nell’ala destra è in corso di realizzazione un lussuoso complesso alberghiero a tema ferroviario che disporrà di ben 60 camere. La collezione museale, composta da rotabili storici che saranno sottoposti ad un accurato restauro filologico, da rari e preziosi cimeli salvaguardati nel corso dei decenni e plastici di varie scale, troveranno posto nel piazzale sottostante e nelle sale attigue. Il piazzale di stazione sarà armato con 4 binari di cui 1 elettrificato che consentirà l’arrivo al Museo di treni di lusso come l’Orient Express, ma anche degli storici Elettrotreni del passato quali l’ETR252 l’Arlecchino, le ALe601 ed il mitico ETR302 il Settebello, attualmente in fase di restauro.L’inaugurazione del Museo Nazionale Ferroviario di Trieste Campo Marzio è prevista tra la fine del 2026 e i primi mesi del 2027. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, in bozza piano obiettivo 8 milioni di tonnellate

    (Teleborsa) – “Al fine di garantire la continuità operativa di tutti i siti produttivi del Gruppo Acciaierie d’Italia, tutelare i livelli occupazionali e rispondere alle esigenze del mercato nazionale ed europeo, è necessario garantire una produzione fino a 8 milioni di tonnellate annue di acciaio”. È quanto si legge nella bozza del Piano di Decarbonizzazione inviato dal governo ai sindacati poco prima dell’incontro convocato al Mimit, presieduto dal ministro Adolfo Urso, che ha preso il via verso le 18,15. Il Piano di Decarbonizzazione del gruppo in amministrazione straordinaria è la base per la possibile sottoscrizione, al tavolo convocato per domani con il governo e gli enti locali, dell’accordo interistituzionale necessario alla nuova autorizzazione integrata ambientale e sanitaria Aia.Nel dettaglio il piano prevede la costruzione di tre forni elettrici presso il sito di Taranto, per una capacità produttiva complessiva di 6 milioni di tonnellate annue, e un forno elettrico presso lo stabilimento di Genova, con una capacità di circa 2 milioni di tonnellate annue. È prevista inoltre la realizzazione di fino a quattro impianti per il preridotto (dri) necessario ad alimentare i forni elettrici di Taranto e Genova.Al fine di garantire il riavvio entro marzo 2026, la data indicativa per il dissequestro dell’altoforno Ato1 dell’ex Ilva di Taranto, sotto sigilli dopo l’incendio di maggio, è il prossimo 15 settembre. La bozza del piano di decarbonizzazione indica un cronoprogramma per ripristino della marcia a tre altiforni a partire dalla fine del primo trimestre del prossimo anno dopo i lavori in tutti gli impianti. “Vogliamo capire da questo incontro se ci sono le garanzie sul piano occupazionale. Ci interesserebbe capire chi finanzia questo piano e riteniamo che ci debba essere un impegno sulla continuità produttiva, un impegno sulle questioni occupazionali e naturalmente un impegno rispetto anche alle questioni ambientali – ha affermato il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, al suo arrivo al ministero delle Imprese per l’incontro sull’ex Ilva di Taranto –. Il ministero ci deve dire le risorse dove le prende. Mi pare di capire ancora una volta dai fondi di sviluppo e coesione. C’è bisogno di avere un piano chiaro, ci è stata inviata un’ora fa una proposta di piano industriale senza neppure una cifra, senza neppure un numero sul piano occupazionale. Dice tre forni qui e un forno lì, ma non dice quanta gente occupa e quanto costa”.”Penso che per dare certezza ci sia bisogno di un accordo interistituzionale che garantisca la continuità produttiva e occupazionale – ha commentato il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma, a margine dell’incontro al ministero delle Imprese sull’ex Ilva di Taranto –. Queste sono le basi per poter ragionare insieme al processo di decarbonizzazione che ha bisogno di risorse pubbliche e io credo che non bisogna tornare sui passi del passato. Ripetere gli stessi errori sarebbe un danno per tutti. Quindi oggi sarebbe necessario che un capitale pubblico gestisca la garanzia della transizione verso la decarbonizzazione con le lavoratrici e con i lavoratori”.Per l’ex Ilva di Taranto “vogliamo che, prima di apporre qualsiasi firma a un accordo, ci siano le garanzie che chiederemo oggi. Vogliamo risposte ben precise per quanto riguarda il destino degli stabilimenti ma soprattutto il destino dei lavoratori” ha dichiarato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella.”Quello che chiederemo oggi innanzitutto è di governare la transizione con una salvaguardia occupazionale importante” ha affermato il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano . La richiesta di Uliano è “prevedere che nel piano di decarbonizzazione ci siano i forni elettrici, ci siano i preridotti (dri) necessari per far funzionare bene gli impianti dal punto di vista industriale e ridurre l’impatto occupazionale ai minimi termini”. Mentre proseguono in V Commissione del Consiglio regionale pugliese, presieduta da Michele Mazzarano, le audizioni sullo stabilimento ex Ilva in vista della conferenza dei servizi del 17 luglio per il rilascio dell’Aia, associazioni e comitati di Taranto continuano a invocare la chiusura dell’ex Ilva e a chiedere agli enti locali di esprimere contrarietà all’Autorizzazione integrata ambientale. Al centro della discussione, il piano da 6 milioni di tonnellate/anno contenuto nella bozza di accordo di programma. “Restano aspetti – ha sostenuto Giuseppe Bortone, direttore del dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità – ancora incompleti, con incongruenze rispetto ai parametri di rifermento dettati sia delle linee guida dell’Iss sia dalla sentenza della Corte di Giustizia europea. Innanzitutto vanno integrate le valutazioni sullo stabilimento produttivo considerando anche le opere accessorie e connesse, tipo la centrale termoelettrica, valutando quindi l’impatto cumulativo”. Contrari senza riserve al rilascio dell’Aia i rappresentanti di Giustizia per Taranto, Genitori tarantini, Peacelink e Wwf. Genitori Tarantini chiedono “la chiusura definitiva dello stabilimento” e “8 miliardi per le bonifiche”. Giustizia per Taranto boccia un’Aia che “rilancia un modello industriale obsoleto”, con almeno “3mila esuberi stimati”. Peacelink parla di “inganno della decarbonizzazione: si riattivano gli altoforni spenti e si efficientano le cokerie”. Per il Wwf, l’impianto “resta ad alta intensità fossile, in contrasto con gli obiettivi climatici”. Taranto Futura propone invece una soluzione tecnologica alternativa: convogliare le emissioni in condutture per fornire calore ed energia, riducendo l’inquinamento dell’80%, “come già studiato dai Politecnici di Milano e Torino”. 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    Banca Privata Leasing, proroga di 6 mesi dell’incarico di commissario in affiancamento

    (Teleborsa) – La Banca d’Italia ha disposto la proroga dell’incarico di Commissario in temporaneo affiancamento al Consiglio di amministrazione di Banca Privata Leasing affidato a Paolo D’Alessio, dal 6 agosto 2025 al 6 febbraio 2026.Inoltre, ha preso atto della rinuncia all’incarico di Commissario in Temporaneo Affiancamento presentata da Maria Rosa Molino in data 9 giugno 2025. LEGGI TUTTO

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    TIM-Dazn, Antitrust proroga al 31 dicembre la decisione su intesa per Serie A

    (Teleborsa) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha deliberato di prorogare al 31 dicembre 2025 il termine di conclusione del procedimento per decidere sulla rideterminazione della durata dell’infrazione che riguardava un’intesa restrittiva della concorrenza posta in essere da Telecom Italia e Dazn. La decisione è arrivata per tener conto delle statuizioni di cui alla sentenza del Consiglio di Stato del 19 giugno 2025.L’Antitrust cita, in particolare, la motivazione della sentenza, secondo la quale “sussiste un difetto di istruttoria e di motivazione del provvedimento nella parte in cui l’Autorità ha operato una integrale ricomprensione di tali vendite, senza verificare quale fosse la percentuale di tali vendite dirette che potesse, comunque, ricondursi al “Deal Memo” nella sola parte contestata e rilevante in parte qua, relativa all’incidenza della provvista finanziaria di Telecom per la partecipazione alla gara e l’aggiudicazione dei diritti. La decisione va, quindi, in parte qua annullata, con l’obbligo dell’AGCM – in sede di riesercizio del potere – di verificare quale sia (e, prima ancora, se vi sia) un’effettiva incidenza del “Deal Memo” nelle parti contestate dall’AGCM sulle vendite dirette di DAZN, scomputando integralmente tali vendite, ove non sia, invece, possibile effettuare una chiara stima degli incrementi delle vendite dirette derivanti dal “Deal Memo” in ragione – come spiegato – dell’apporto finanziario alla gara”. LEGGI TUTTO

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    Gruppo FS: RFI attiva primo sistema di Early Warning sismico sulla linea AV Roma–Napoli

    (Teleborsa) – Rete Ferroviaria Italiana, società del Gruppo FS, ha attivato il primo sistema nazionale di Early Warning Sismico (EWS) lungo la linea ad Alta Velocità Roma–Napoli. Grazie a una rete di sensori di ultima generazione, il sistema è in grado di rilevare le primissime onde sismiche e, in pochi secondi, attivare automaticamente protocolli di sicurezza per rallentare o fermare i treni in avvicinamento alla zona colpita.Cuore del sistema sono le stazioni accelerometriche installate lungo la linea, collegate tra loro da una rete in fibra ottica. I dati rilevati vengono trasmessi in tempo reale e, grazie a un’intelligenza software avanzata, vengono analizzati immediatamente, determinando con precisione l’area da mettere in sicurezza. L’Early Warning Sismico dialoga quindi con gli apparati di segnalamento ferroviario, attivando automaticamente il rallentamento o l’arresto dei treni. Dopo l’evento, il personale RFI potrà effettuare le verifiche necessarie e ripristinare la circolazione attraverso una dashboard di controllo dedicata.L’iniziativa rappresenta la prima applicazione operativa di un EWS su una linea ferroviaria italiana. Rientra nel piano di innovazione e digitalizzazione di RFI, che prevede l’implementazione progressiva di tecnologie analoghe su altre tratte AV e convenzionali dotate di ERTMS.Lo sviluppo del sistema è stato realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e con il supporto tecnico-scientifico del JR RTRI (Railway Technical Research Institute), istituto di ricerca delle ferrovie giapponesi. LEGGI TUTTO

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    ITA Airways, nuovo accordo di codeshare con Air Canada

    (Teleborsa) – Air Canada e ITA Airways hanno annunciato un accordo di codeshare per fornire ai passeggeri opzioni di viaggio più confortevoli tra Canada, Italia e nuove altre destinazioni. La rafforzata collaborazione apre l’accesso a più di 30 itinerari con un unico scalo; inoltre, ciascuna compagnia applica il proprio codice a 10 nuove rotte nei rispettivi hub di Roma e Toronto. L’attivazione del codeshare segna un significativo traguardo nella preparazione di ITA Airways all’ingresso in Star Alliance.”Il nuovo accordo di codeshare con Air Canada rappresenta un importante passo avanti nella nostra strategia di crescita – ha dichiarato l’AD Joerg Eberhart – Questa collaborazione aumenta la connettività per i nostri passeggeri che viaggiano da e per il Nord America, il nostro primo mercato fuori dall’Italia, fondamentale sia per chi viaggia per lavoro sia per chi viaggia per piacere. Inoltre, ci permette di offrire connessioni fluide ai passeggeri con origini italiane che risiedono in Canada e Stati Uniti, facilitando il loro viaggio verso casa e fornendo loro contemporaneamente l’opportunità di sperimentare pienamente l’eccellenza del Made in Italy – un’eredità che ITA Airwaysrappresenta con orgoglio come sua ambasciatrice nel mondo”.Questa partnership contribuisce ad arricchire il network in espansione di Air Canada in Italia. Questa estate, Air Canada opererà fino a 39 voli settimanali e trasporterà oltre 13,000 passeggeri a settimana verso il Bel Paese. A maggio la Compagnia ha lanciato una nuova rotta tra Montreal e Napoli, portale per la Costiera Amalfitana. Napoli è la quarta destinazione italiana del vettore canadese, in aggiunta a Roma, Milano e Venezia.Nell’attuale stagione estiva, ITA Airways vola verso 59 destinazioni, di cui 16 intercontinentali, 27 internazionali e 16 domestiche. A queste si aggiungono 12 ulteriori destinazioni nel Mediterraneo durante il picco estivo, di cui 3 domestiche e 9 internazionali, da entrambi gli hub di Roma Fiumicino e Milano Linate. Tra queste mete stagionali sono incluse le Isole Baleari (Ibiza, Majorca, Menorca), diverse isole greche (Rodi, Creta, Corfù, Zante, Cefalonia), così come le isole italiane di Lampedusa e Pantelleria. In aggiunta alle destinazioni estive, ITA Airways ha recentemente ampliato l’offerta per i propri passeggeri grazie alle connessioni con più di 100 nuove destinazioni – sia in Europa che su rotte intercontinentali – attraverso gli accordi di codeshare con cinque compagnie del Gruppo Lufthansa: Lufthansa, SWISS, Austrian Airlines, Brussels Airlines e Air Dolomiti. LEGGI TUTTO

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    Trattato del Quirinale: Urso a Parigi il 24 luglio per il “Forum di Consultazione sulla politica industriale”

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sarà a Parigi il 24 luglio dove interverrà al terzo Forum di Consultazione tra Italia e Francia sulla politica industriale, in attuazione del Trattato del Quirinale. In tale occasione, – fa sapere il Mimit in una nota – Urso incontrerà congiuntamente i ministri dell’Economia e dell’Industria francesi, Eric Lombard e Marc Ferracci, per approfondire i principali temi trattati dai gruppi di lavoro istituiti tra le due amministrazioni, incluso uno scambio sull’Alliance for the Future of Energy-Intensive Industries. “Questi incontri – spiega la nota – saranno finalizzati a delineare un percorso comune per rafforzare la competitività degli Stati membri e dell’Unione Europea nel suo insieme, in un momento cruciale in cui risulta necessario definire una strategia industriale condivisa, in grado di affrontare le grandi transizioni in atto”.Il Forum – che avrà luogo presso il ministero francese dell’Economia, delle Finanze e della Sovranità Industriale e Digitale – rappresenta un appuntamento di confronto a livello ministeriale previsto dal Trattato firmato a novembre 2021. “Dopo il primo incontro a Roma in occasione della firma del Trattato e la seconda edizione, sempre nella capitale italiana a marzo 2023, l’incontro di Parigi – sottolinea il Mimit – conferma l’impegno condiviso per un dialogo strutturato e costante su priorità industriali comuni. Obiettivo del Forum è, infatti, rafforzare la cooperazione franco-italiana su temi economici e industriali strategici, compresa la cooperazione in ambito spaziale, allineando le rispettive priorità e promuovendo iniziative comuni a livello europeo. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy – conclude la nota – è protagonista nell’attuazione del pilastro industriale del Trattato, attraverso una cooperazione continua con il Ministero francese dell’Economia e della Sovranità Industriale, a favore di una politica industriale europea più integrata, resiliente e competitiva”. LEGGI TUTTO

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    Cinema, Borgonzoni: “Revocati 66 milioni di credito d’imposta”

    (Teleborsa) – “La direzione generale Cinema e Audiovisivo del ministero della Cultura ha firmato la revoca di 66 milioni di euro di credito d’imposta precedentemente concessi a produzioni cinematografiche al termine di un lungo e scrupoloso lavoro di verifica e controllo”. Lo rende noto la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni, sottolineando che “non sono state approvate e risultano quindi respinte richieste di credito d’imposta per ulteriori 22 milioni di euro”. “L’obiettivo prioritario – ha spiegato – è sostenere le imprese realmente meritevoli, nel rispetto dei principi di trasparenza, legalità e corretta gestione delle risorse”.”Il documento a firma di Nicola Borrelli – prosegue Borgonzoni – è frutto di una attività di vigilanza che si inserisce in una più ampia e articolata azione ispettiva avviata su diverse centinaia di opere audiovisive, svolta in collaborazione con la Guardia di Finanza e finalizzata ad accertare la correttezza nell’utilizzo delle risorse pubbliche destinate al sostegno dell’industria cinematografica e audiovisiva nazionale”. “Le verifiche, condotte su domande formalmente regolari, sono state condotte mediante l’acquisizione e l’approfondita analisi di ulteriori documenti e attraverso controlli incrociati, che hanno permesso di accertare la non spettanza del beneficio – evidenzia la sottosegretaria –. A seguito di tali accertamenti, oltre alla revoca dei 66 milioni già concessi, non sono state approvate e risultano quindi respinte richieste di credito d’imposta per ulteriori 22 milioni di euro”. “Si tratta – si legge ancora nella nota – di una delle azioni della Dgca del MiC, che si inserisce nel quadro più generale delle varie modifiche messe in atto per tutelare uno strumento che nel tempo ha dimostrato di poter essere esposto ad abusi e utilizzi impropri di risorse pubbliche. L’obiettivo prioritario è quello di garantire che gli strumenti a disposizione continuino a sostenere le imprese realmente meritevoli, nel rispetto dei principi di trasparenza, legalità e corretta gestione delle risorse pubbliche. Un lungo lavoro durato anni e intensificatosi negli ultimi mesi. Le attività ispettive – conclude Borgonzoni – proseguiranno con un potenziamento del sistema di controlli e grazie anche alle nuove unità di personale in arrivo, per assicurare un utilizzo equo, efficiente e conforme dei fondi pubblici, contribuendo così a rafforzare la competitività e l’integrità del comparto audiovisivo italiano, su cui stiamo lavorando io e il ministro Giuli”. LEGGI TUTTO