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    Italgrob: strategie e visione agli Stati Generali del Mercato Food & Beverage sul futuro del fuori casa

    (Teleborsa) – Grande partecipazione agli Stati Generali del Mercato Food & Beverage, promossi da Italgrob – Federazione Italiana dei Distributori Horeca, presso il Museo Alfa Romeo di Arese (Milano). L’edizione 2025 degli Stati Generali, dal titolo “Raccontare il presente, immaginare il futuro”, ha rappresentato un’occasione per discutere nuovi strumenti di collaborazione tra distributori, ristoratori e produttori, per valorizzare l’autenticità e l’identità del Made in Italy nel mondo del fuori casa, con l’obiettivo di trasformare le sfide attuali in opportunità concrete per il settore.Dati sul mercato Horeca e previsioniSecondo i dati tratti dalla ricerca “Beverage, canali e consumi a confronto” a cura di Marco Colombo, EMEA/APAC Media & Analytics SVP Circana, da gennaio ad agosto 2025 il mercato del beverage in Italia ha mostrato un andamento variabile e nel complesso lontano da risultati positivi. I segnali di ripresa registrati durante l’estate hanno compensato solo parzialmente l’andamento negativo dei primi mesi dell’anno, con valori sostanzialmente stabili per i Distributori di Bevande (0%), un lieve incremento per la GDO (+0,6%) e una flessione per il Cash & Carry (-3,9%). Le previsioni per la chiusura dell’anno indicano un fatturato complessivo di 21,4 miliardi di euro, in linea con quello del 2024, con poche aspettative di migliorare il trend nell’ultimo quadrimestre. A pesare sono soprattutto il calo dell’indice di fiducia dei consumatori, in diminuzione negli ultimi tre mesi, e la continua riduzione delle visite nei canali del fuori casa.Negli ultimi anni, il settore aveva mostrato una notevole capacità di reazione: dal 2019 la Distribuzione Bevande ha registrato una crescita di oltre il 35%, recuperando con forza dopo la crisi post-pandemica, mentre la Grande Distribuzione è cresciuta del 23%. Diversa la situazione per il Cash & Carry, che continua a mostrare difficoltà nel definire una propria identità competitiva, indebolito dalla concorrenza orizzontale e dall’assenza di una strategia di posizionamento chiara. L’effetto inflattivo ha sostenuto il valore complessivo del mercato, ma negli ultimi diciotto mesi la tendenza dei prezzi in sell-out si è stabilizzata, assorbendo gli aumenti di listino e dei costi delle materie prime.Dal punto di vista dei volumi, la crescita complessiva nell’arco di sei anni è stata di poco superiore al 10%, ma negli ultimi tre si è praticamente fermata. Questo scenario impone una riflessione sulle aree di sviluppo ancora da esplorare in termini di assortimento e innovazione. Le campagne anti-alcol avviate all’inizio del 2025 hanno avuto un impatto negativo sugli acquisti di Spirits, Vino e Birra, con una domanda che non si è ancora completamente ripresa. Al contrario, l’acqua minerale ha beneficiato di una stagione estiva anticipata e più calda della media, mantenendo un trend positivo.Politiche commercialiSul piano delle politiche commerciali, si osserva come le strategie di prezzo e di mix dei vari canali riflettano la necessità di sostenere il fatturato in un contesto di pressione sui margini. I maggiori incrementi di prezzo hanno riguardato le bevande gassate e quelle a base di frutta, spinte dal costo delle materie prime e dalle logiche di recupero di redditività, mentre il comparto delle bollicine ha mantenuto prezzi più stabili grazie alla riqualificazione dei prodotti a più alto volume, come i fusti, che hanno permesso di ampliare la base dei consumatori.I dati di settembre 2025Dall’analisi di Formind “Il consumatore fra carovita e voglia di fuori casa”, a cura di Antonio Faralla, CEO e Founder di Formind, emerge l’esigenza primaria del consumatore di contenere il proprio budget, con un atteggiamento sobrio verso i consumi. Nel mese di settembre 2025 risulta un calo della domanda interna pari al -3,5% sul canale fuori casa da parte del consumatore residente. La domanda migliora a livello complessivo grazie al buon andamento del consumatore non residente che a settembre fa segnare un +6% rispetto allo stesso mese del 2024. A settembre 2025 il canale perde circa 13 milioni di visite dei consumatori e circa 19 milioni di atti di consumo. I momenti di consumo che perdono di più sono la cena con -13 milioni di atti e circa -4,5 milioni di visite dei consumatori, con una crescita dello scontrino medio del +46% verso la media del canale, seguita in ordine dall’aperitivo serale e dai consumi after dinner che perdono mediamente 1,5 milioni di atti ciascuno, mentre gli altri momenti si attestano mediamente intorno al -1 milione di atti per singolo momento.In estate ridotti i consumiSecondo la ricerca “Domanda e Offerta Away From Home: serve un nuovo punto di incontro!” a cura di Bruna Boroni, Director Industry Away From Home – TradelaLab, la domanda di consumi fuori casa non ha più il fermento e lo slancio registrati nel primo periodo post Covid. Negli ultimi 12 mesi, infatti, il mercato ha perso circa il 2% delle visite, solo in parte recuperato dalla spesa a valore (+0,7%); in estate gli Italiani hanno anche ridotto i consumi nei bar e ristoranti. I motivi sono riconducibili da un lato alla perdita di potere di acquisto dei consumatori e dall’altro a una rinnovata attenzione al benessere. È quindi necessario che l’intera filiera AFH trovi un nuovo punto di incontro con la domanda.”Il settore Horeca – afferma Antonio Portaccio, presidente di Italgrob – non è soltanto un comparto economico: è un presidio sociale e culturale. Oggi gli italiani spendono di più per mangiare e bere fuori casa, ma lo fanno meno spesso, spinti dal caro vita e dai cambiamenti nei modelli di consumo. La nostra responsabilità come Federazione è chiara: creare nuovi equilibri tra domanda e offerta, promuovere efficienza e sostenibilità, garantire trasparenza e dare voce alle imprese che rischiano di essere schiacciate dalle dinamiche globali. In quest’ottica continueremo a lavorare su dialogo con le istituzioni, formazione, innovazione green, centralità del consumatore e tutela della ristorazione indipendente. Oggi lanciamo un messaggio forte: la filiera Horeca è viva, pronta a difendere la propria dignità e a costruire un futuro in cui sia la spina dorsale del Paese. Se nulla sarà come prima, facciamo in modo che sia migliore di prima”.”Siamo nel pieno di una tempesta mondiale con dazi americani, altre barriere al commercio e conflitti, il maggior numero dal dopoguerra. Sono fattori che rallentano l’economia europea e quella italiana perché contraggono l’export e creano incertezza. Ciò significa – ha sottolineato Alessandro Fontana, direttore Centro Studi Confindustria – che le famiglie riducono i loro consumi, nonostante i loro redditi in termini reali stiano aumentando e l’occupazione continui a crescere più del PIL, e le imprese rallentano le decisioni di investimento”.”È innegabile – ha affermato Dino Di Marino, direttore generale di Italgrob – che questi Stati Generali del mercato del Food & Beverage abbiano delineato uno scenario complesso, evidenziando le criticità di un 2025 tutt’altro che semplice. Tuttavia, la categoria dei distributori Horeca, che questa Federazione con orgoglio rappresenta, non arretrerà di un passo. Segnali incoraggianti sono già emersi da questi Stati Generali, confermando che un nuovo futuro per la categoria non solo è possibile, ma è già in costruzione. In questo percorso, la Federazione Italgrob continuerà a esercitare con determinazione e visione strategica il proprio ruolo di riferimento e supporto, rafforzandolo attraverso i nuovi corsi di formazione Executive, realizzati in collaborazione con AFDB, e valorizzando il prossimo, imminente riconoscimento politico-istituzionale del ruolo del distributore Horeca, con la conseguente istituzione dell’elenco speciale. Si tratta di una svolta di portata storica, destinata a conferire un rinnovato valore all’intera filiera distributiva, generando benefici tangibili non solo per le imprese del settore, ma anche per i produttori e i gestori dei punti di consumo”.”La collaborazione tra Italgrob e la nostra Società – ha detto Corrado Peraboni, amministratore delegato Italian Exhibition Group (IEG) -conferma il proprio valore strategico e la capacità di generare sviluppo e visione per l’intero comparto Horeca. La 15ª edizione dell’International Horeca Meeting, che si svolgerà alla Fiera di Rimini nell’ambito di Beer&Food Attraction, dal 15 al 17 febbraio 2026, rappresenta un ulteriore passo in avanti in questo percorso condiviso. L’integrazione tra IHM e Beer&Food Attraction, frutto di una sinergia consolidata e recentemente rinnovata, e la novità di Mixology Attraction, il brand il cui focus è sul mondo della miscelazione e dei prodotti per la bar & beverage industry, rafforzano il ruolo di Rimini come punto di riferimento nazionale per la community del Food & Beverage e per tutti gli operatori del fuori casa. Desidero inoltre sottolineare l’evoluzione di Italgrob, che ha saputo interpretare con lungimiranza il proprio ruolo associativo, ampliandone la missione verso la rappresentanza, la formazione e la promozione di un’intera filiera. Beer&Food Attraction e l’International Horeca Meeting si confermano così appuntamenti centrali per il confronto, il networking e la definizione delle strategie future del settore. Siamo orgogliosi di confermare il ruolo di Rimini come la casa dell’Horeca, punto di incontro privilegiato per tutta la filiera del Food & Beverage”.Flavia Morelli, Group Exhibition Manager Food&Beverage di Italian Exhibition Group (IEG) ha anticipato i contenuti di Beer&Food Attraction. “Quella del 2026 – ha detto Morelli – si presenta come un’edizione di forte innovazione con un layout espositivo che mira a valorizzare al meglio i settori e le opportunità di business. All’interno della manifestazione, la 15ª edizione dell’International Horeca Meeting confermerà il proprio ruolo centrale nel dibattito sull’evoluzione del mercato del fuori casa, offrendo ai professionisti del settore un’importante occasione di confronto e aggiornamento. Tra le novità di quest’anno spicca Mixology Attraction, il brand che intende dare rilevanza al mondo della miscelazione e dei prodotti per la bar & beverage industry. Con oltre il 70% dell’esposizione incentrata sul mondo beverage e una crescita costante di espositori e operatori internazionali, Beer&Food Attraction si conferma la piattaforma ideale per scoprire innovazioni e soluzioni tecnologiche all’avanguardia per il settore Horeca”.Tra gli altri, hanno preso parte all’evento: Carlo Alberto Buttarelli, Presidente di Federdistribuzione; Vittorio Cino, Direttore Generale di Centromarca; Andrea Grimandi, Amministratore Delegato Partesa Italia; Luca De Siero, Consigliere Nazionale Italgrob e Direttore Generale Doreca; Riccardo Orlandi, Presidente AIGRIM–FIPE. LEGGI TUTTO

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    Filangieri (ISP Assicurazioni): raggiunto obiettivi di sostenibilità particolarmente sfidanti

    (Teleborsa) – “Nel periodo 2022-25, in ambito di sostenibilità, il Gruppo Intesa Sanpaolo Assicurazioni ha raggiunto e superato obiettivi che nel 2021 sembravano particolarmente sfidanti: in particolare abbiamo rivisto la gamma prodotti, incrementando le opzioni di investimento ESG dal 48% all’82%, e abbiamo visto crescere i premi su prodotti che favoriscono la sostenibilità in senso ampio, come le polizze per i senior e i caregiver, le polizze collettive salute e le coperture contro alluvione e terremoto, passate da 27 a 45 miliardi di capitali assicurati, solo per il retail”. Lo ha detto Lauretta Filangieri, Responsabile Sostenibilità del Gruppo Intesa Sanpaolo Assicurazioni, intervenendo nell’ambito del panel dal titolo “Comunicare la sostenibilità per valorizzare l’impegno dell’organizzazione”.”La responsabilità sociale è un tema centrale nel nostro Gruppo: per questo motivo investiamo molto sia nello sviluppo di soluzioni che rispondano alle esigenze reali di persone e imprese, sia nella diffusione della cultura assicurativa e della sostenibilità, attraverso iniziative concrete, di cui misuriamo l’impatto – ha aggiunto – Ne sono un esempio sia “In Action ESG CLIMATE”, programma che sostiene con contributi in denaro le start up portatici di idee innovative a favore della transizione ecologica, sia Area X, il nostro spazio torinese dedicato alla cultura della Protezione”. LEGGI TUTTO

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    Conti, Giorgetti: mia priorità mettere Paese in sicurezza

    (Teleborsa) – “La mia priorità è quella di mettere il Paese in sicurezza sul piano economico e finanziario”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo all’assemblea di Assonime.”I risultati conseguiti vanno soprattutto mantenuti. Ogni scelta deve partire da questa consapevolezza”, ha detto parlando della prossima Manovra. Il miglioramento dei conti pubblici, ha aggiunto, “non avvantaggiano i ministri ma avvantaggiano gli italiani, le famiglie e le imprese, quelli di oggi ma soprattutto quelli di domani””Ad avvantaggiarsi di conti pubblici in ordine non sono i Ministri, che anzi sopportano – soprattutto quelli dell’Economia – l’onere politico di dire molti ‘no’. Un peso ben maggiore del prestigio effimero di una copertina internazionale”. “Oggi sono particolarmente felice di potervi annunciare che questo pomeriggio al Consiglio dei Ministri approveremo il primo dei decreti attuativi della delega, che riguarderà risparmio gestito, mercati ed emittenti e a cui farà seguito un secondo decreto in ambito sanzionatorio penale e amministrativo”, ha detto in relazione alla revisione del Tuf.Mi piacerebbe che i risultati conseguiti in materia di finanza pubblica fossero sentiti come propri da tutte le forze politiche e sociali”, ha concluso Giorgetti sottolineando che “Stabilità finanziaria significa mettere a riparo il risparmio degli italiani dalla possibilità di attacchi speculativi, significa risparmiare risorse che potranno essere destinate a finalità di sviluppo, significa consentire alle imprese di finanziarsi senza pagare un differenziale rispetto ai concorrenti”. LEGGI TUTTO

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    Germania, la produzione industriale crolla più delle attese ad agosto

    (Teleborsa) – Frena più delle attese la produzione industriale tedesca ad agosto 2025. Secondo l’Ufficio di statistica tedesco Destatis, la produzione industriale ha evidenziato un decremento mensile del 4,3%, dopo il +1,3% di luglio. Le stime degli analisti erano per un decremento dell’1%. Su base annua si evidenzia un calo del 3,9% dal +1,5% del mese precedente. Il dato che esclude l’energia e le costruzioni registra un decremento del 5,6% su base mensile. La produzione di energia è scesa dello 0,5%. LEGGI TUTTO

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    Giappone, partite correnti agosto in surplus a 3.776 miliardi di yen

    (Teleborsa) – Aumenta, come da attese, il surplus della bilancia delle partite correnti in Giappone. Secondo il Ministero delle Finanze giapponese (MOF), si è generato ad agosto 2025 un avanzo delle partite correnti di 3.776 miliardi di yen, rispetto all’attivo di 2.684 miliardi del mese precedente. Il dato è superiore alle attese degli analisti (3.540 miliardi di yen). La bilancia commerciale di beni e servizi chiude con un disavanzo di 84 miliardi di yen, contro il disavanzo di 885 miliardi di luglio, a fronte di un decremento delle esportazioni a 8.359,6 miliardi di yen (-0,4%) e un calo delle importazioni a 8.253,7 miliardi (-6%).(Foto: Photo by Alexander Smagin on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Manovra, Giorgetti: “Ci sono spazi per taglio tasse e pace fiscale”

    (Teleborsa) – “Domani abbiamo un piccola runioncina. Naturalmente io mentalmente gli spazi li ho creati perché siamo al governo per rispondere a quelle che sono le proposte in campagna elettorale e per mantenerle. Chiaramente gli spazi per fare la riduzione delle tasse per il ceto medio e ci sono anche degli spazi per fare quella che viene chiamata pace fiscale, che molto spesso si dice ha un costo, ma è in realtà una rispalmatura del costo nel corso del tempo”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenuto a un evento elettorale della Lega in Toscana”Se diamo fiato e possibilità a coloro che sono sommersi oggi dalle cartelle esattoriali – ha proseguito Giorgetti – forse non uccidiamo l’impresa e l’attività economica e questa può continuare a sopravvivere e a contribuire all’economia. Penso che se prevale il buon senso, che sempre abbiamo messo in base a un principio di realtà, continuiamo nel cammino che abbiamo fatto in questi primi tre anni”, ha continuato Giorgetti. “Ricordo che la riduzione del cuneo fiscale per i redditi più bassi ha già messo sul piatto circa 20 mld, cosa di cui parlavano sempre gli altri e noi l’abbiamo concretamente fatto. Naturalmente se non ci fosse la guerra e le spese per la difesa… su cui forse sarebbe il caso di aprire un capitolo, perché è difficile in qualche modo capire e comprendere, io non lo ho capito e per me è difficile spiegare, perché l’Ue considera come spese ammissibili per derogare dal Patto di stabilità le spese per gli armamenti mentre non sono derogabili spese di tipo sociale”.”Nel momento in cui si fa uno sforzo di sistema è giusto che tutti facciano una parte di questo sforzo e chi ha la possibilità di farlo di più lo faccia di più – ha ribadito il ministro dell’Economia in merito a un possibile contributo straordinario dalle banche in vista della Manovra –, Mi sembra di dire una cosa abbastanza semplice e non creare scandalo per nessuno, però vedremo se questo elementare ragionamento farà strada. Credo che sicuramente ha fatto strada del sentimento comune perché se chiedete in giro a chiunque in questa sala, ma non so magari anche quelli che stanno fuori, diranno tutti la stessa cosa. Quindi non vogliamo perseguitare nessuno, ma chiedere a tutti di fare quello che possono fare e che si possono permettere di fare”.”Le banche – ha detto Giorgetti – devono tornare a fare le banche, ma molto semplicemente perché la banca nasce per prendere i risparmi, i depositi e prestarli all’economia vera, l’economia reale e nella misura in cui fa questa attività fa anche un’attività meritoria, utile, indispensabile per l’economia. Il problema è che oggi tante banche, non dico tutte, ma tante banche, fanno enormi profitti non facendo questo tipo di attività, ma semplicemente gestendo, tra virgolette, la ricchezza con l’attività quasi passiva, non attiva, non pro attiva per l’economia, applicando commissioni di cui la gente non ha neanche tanta contezza, e quindi facendo questo, qualcuno dice extra profitti, io dico mega profitti – per carità bravissimi loro – però a me come ministro dell’Economia interessa che le banche tornino a fare le banche. Oggi tra l’altro molti prestiti vengono erogati semplicemente se esiste la garanzia dello Stato, cioè lo Stato deve mettere la garanzia dell’80% del prezzo che viene dato, quindi allora capite bene che fare la banca non assumendosi i rischi e, diciamo quando c’è da prendere gli interessi attivi se li prendono loro, quando c’è la perdita se la deve prendere lo Stato. Anche per questo, che senza nessun tipo di polemica, ma dicendo cose di ragionevolezza, noi abbiamo posto il tema di un corretto rapporto tra lo Stato, le banche e il modo con cui anche loro contribuiscono alla cassa comune. Fanno parte di un sistema in cui talvolta beneficiano dei risultati del governo come il miglioramento del rating miglioramento che vuol dire che loro pagano meno gli interessi per i capitali che si procurano”. LEGGI TUTTO

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    Acciaio, Commissione Ue presenta piano contro sovraccapacità globale

    (Teleborsa) – Proteggere il settore siderurgico dell’Ue dall’impatto della sovraccapacità globale, stabilendo una quota ridotta nel volume di importazioni, oltre la quale si applicherà un dazio “proibitivo” del 50%. È la proposta legislativa per proteggere il settore siderurgico dell’Ue presentata oggi a Strasburgo dalla Commissione europea. Si tratta di “un passo fondamentale per garantire la sostenibilità a lungo termine di un settore strategicamente cruciale”, si legge in una nota dell’Esecutivo comunitario. La proposta prevede: 1) una limitazione dei volumi di importazione esenti da dazi a 18,3 milioni di tonnellate all’anno (una riduzione del 47% rispetto ai contingenti per l’acciaio del 2024, pari a 33 milioni di tonnellate); 2) il raddoppio del livello dei dazi, per le importazioni fuori quota, al 50% (rispetto al 25% previsto dalle attuali misure di salvaguardia, che dovevano scadere nel giugno 2026, e che saranno sostituita dalla nuova proposta); 3) il rafforzamento della tracciabilità dei mercati dell’acciaio, per impedire l’elusione dei nuovi dazi. Nella sua nota, la Commissione sottolinea che la proposta “risponde all’appello dei lavoratori dell’Ue, dell’industria, di diversi Stati membri, dei membri del Parlamento europeo e delle parti interessate a offrire una protezione forte e permanente all’industria siderurgica, al fine di salvaguardare i posti di lavoro nell’Unione e sostenere il settore nei suoi sforzi di decarbonizzazione”. Il commissario al Commercio internazionale, Maros Sefcovic, ha ricordato che “l’industria siderurgica dell’Ue è un pilastro dell’economia europea. La sua salute e la sua posizione a livello globale sono essenziali per garantire l’autonomia strategica, comprese le nostre capacità in molti settori, come la difesa e l’automotive. Tuttavia, – ha aggiunto – la sovraccapacità globale, causata da politiche e pratiche non di mercato, sta minacciando la competitività a lungo termine dell’acciaio europeo”. L’industria siderurgica dell’Ue è il terzo produttore di acciaio al mondo. Impiega direttamente circa 300mila persone e indirettamente circa 2,5 milioni di posti di lavoro, con siti di produzione di acciaio in oltre 20 Stati membri. Alla crescente sovraccapacità globale, all’aumento delle importazioni di acciaio e alla chiusura dei mercati dei paesi terzi (con nuovi dazi come quelli introdotti dagli Usa), si aggiungono – osserva la nota della Commissione – “le sfide interne che l’industria siderurgica dell’Ue deve affrontare, e in particolare un aumento delle misure restrittive degli scambi nei paesi terzi, elevati costi energetici e di produzione nell’Unione, e una minore domanda interna”. “In appena un decennio – ha rilevato Sefcovic –, la bilancia commerciale dell’acciaio dell’Ue si è deteriorata drasticamente, passando da un surplus di 11 milioni di tonnellate a un deficit di 10 milioni di tonnellate”. Inoltre, ha continuato, “la produzione di acciaio è in calo, con una perdita di 65 milioni di tonnellate dal 2007, di cui quasi la metà a partire dal 2018. La nostra produzione attuale si attesta a 126 milioni di tonnellate, ma l’utilizzo della capacità produttiva è solo del 67%, ben al di sotto del parametro di riferimento dell’80% di un’industria in salute, e al di sotto dei livelli di redditività”. In questo settore, nell’Ue, ha aggiunto ancora il commissario, “dal 2018 sono andati persi 30mila posti di lavoro”, mentre “nel frattempo, altre economie stanno espandendo rapidamente i loro settori siderurgici. Non si tratta più – ha puntualizzato Sefcovic – di un problema che riguarda solo un paese. La crisi globale della sovraccapacità produttiva – ha avvertito – sta raggiungendo livelli critici: si prevede che i 602 milioni di tonnellate (di sovraccapacità a livello mondiale, ndr) del 2024 saliranno a 721 milioni di tonnellate entro il 2027, pari a cinque volte la domanda annuale dell’Ue. Inoltre, i paesi terzi stanno chiudendo i loro mercati, aumentando i dazi (come hanno fatto recentemente gli Usa, ndr) e introducendo misure di salvaguardia, mentre il mercato dell’Ue rimane ampiamente aperto e sottoposto a un’intensa pressione da parte delle importazioni”. “Per questo motivo, la Commissione sta agendo con decisione”, e questa proposta di regolamento “dovrebbe contribuire a riequilibrare il mercato siderurgico dell’Ue”, con “un nuovo regime di importazioni, che sostituirà l’attuale regime di salvaguardia, che scade il 30 giugno 2026”, ha annunciato il commissario. Oltre a indicare la nuova quota per le importazioni a dazio zero e i nuovi dazi raddoppiati al 50% quando viene superata la quota, Sefcovic ha precisato che “saranno coperte le importazioni da tutti i paesi terzi, ad eccezione dei nostri partner dello Spazio economico europeo”, ovvero Norvegia, Islanda e Liechtenstein, e ha ricordato i requisiti di tracciabilità, per cui gli importatori avranno l’obbligo di “dichiarare dove l’acciaio è stato fuso e versato”. “Queste misure – ha sottolineato Sefcovic – sono compatibili con le disposizioni della Wto (l’Organizzazione mondiale del Commercio, ndr) e chiaramente consentite dalle norme vigenti. A differenza di altri, l’Ue – ha concluso il commissario – continua a essere aperta e interagirà in modo trasparente con i partner ai sensi dell’articolo XXVIII del Gatt, offrendo compensazioni”. Il Gatt è l’Accordo generale sulle tariffe e il commercio, il trattato internazionale firmato nel 1947. Dopo aver ricevuto il mandato dal Consiglio Ue, la Commissione interagirà con i partner commerciali interessati, mediante la procedura prevista dal Gatt, al fine di offrire loro assegnazioni specifiche di quote per paese nell’ambito di questa modifica dei dazi sull’acciaio. In questo quadro, precisa la nota della Commissione, “si terrà conto anche degli interessi di un paese candidato che si trova ad affrontare una situazione di sicurezza eccezionale e immediata, come l’Ucraina, senza compromettere l’efficacia della misura”. La presidente dell’Esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen rileva che “un settore siderurgico forte e decarbonizzato è fondamentale per la competitività, la sicurezza economica e l’autonomia strategica dell’Unione europea. La sovraccapacità globale – sottolinea von der Leyen – sta danneggiando la nostra industria. Dobbiamo agire ora: esorto il Consiglio Ue e il Parlamento a procedere rapidamente”, approvando la proposta di regolamento presentata oggi. “La Commissione continuerà a collaborare con l’industria per proteggere e creare posti di lavoro di qualità, e con gli Stati membri e i partner globali, anche a livello della Wto, per trovare soluzioni a lungo termine alle sfide comuni”, conclude von der Leyen. “La Commissione – conclude la nota – continuerà a guidare il lavoro internazionale per trovare soluzioni collettive per affrontare efficacemente le cause profonde della sovraccapacità globale, anche nel quadro del Forum globale sull’eccesso di capacità produttiva di acciaio”. Con la misura proposta, l’Esecutivo Ue “invita i paesi che condividono gli stessi principi a collaborare per proteggere le proprie economie dalla sovraccapacità globale, garantendo al contempo le catene di approvvigionamento e aumentando l’accesso reciproco al mercato”. La proposta di regolamento della Commissione sarà ora soggetta alla procedura legislativa ordinaria, con l’approvazione finale da parte del Parlamento europeo e del Consiglio Ue (a maggioranza qualificata). LEGGI TUTTO

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    Povertà educativa, Istat: “Italia in coda alla graduatoria Ue per quota laureati”

    (Teleborsa) – “Nel 2024, in Italia, il 66,7% delle persone di 25-64 anni ha almeno una qualifica o un diploma secondario superiore, quota di 13,8 punti percentuali inferiore alla media europea (80,5%): si tratta di un gap particolarmente significativo, poiché questo titolo di studio è considerato il livello di formazione minimo indispensabile per una partecipazione al mercato del lavoro con un potenziale di crescita professionale. Tra le donne la quota raggiunge il 69,4%, mentre si ferma al 64% tra gli uomini; i livelli più bassi si osservano nel Mezzogiorno, in particolare in Campania (58,5%), Puglia (56,9%), Sardegna (56,8%) e Sicilia (56,1%)”. È quanto ha affermato Cristina Freguja, direttrice del Dipartimento per le statistiche sociali e demografiche, presentando l’Indagine conoscitiva su povertà educativa, abbandono e dispersione scolastica, nel corso dell’audizione dell’Istat alla settima Commissione permanente del Senato “L’Italia – prosegue Freguja – risulta in ritardo rispetto agli altri Paesi europei anche con riferimento all’istruzione terziaria della popolazione più giovane: nel 2024, i 25-34enni in possesso di un titolo di studio terziario sono il 44,1% nell’Ue27 e il 31,6% in Italia;quote più elevate si osservano nel Nord (33,6% nel Nord-ovest e 35,7% nel Nord-Est), le più basse nel Mezzogiorno (26,9% nel Sud e 23,7% nelle Isole). Ai divari territoriali, si sommano quelli di genere: in questa stessa classe di età, le donne laureate sono il 38,5%, contro il 25% di uomini; inoltre, analizzando congiuntamente genere e territorio di residenza, la quota dei laureati varia tra il 42,6% delle donne al Nord e il 21,1% degli uomini nel Mezzogiorno”.Nonostante i miglioramenti registrati negli anni, l’Italia – rileva l’indagine – continua a collocarsi nelle posizioni di coda della graduatoria dei paesi europei sia per la quota di persone con almeno il diploma (solo Spagna e Portogallo mostrano valori più bassi) sia per quella dei giovani laureati (solo la Romania presenta un valore inferiore).Nel 2024, sul totale dei 15-29enni, la quota di NEET è del 15,2% (erano il 23,7% nel 2020), ma supera il 20% in Calabria (26,2%), Sicilia (25,7%), Campania (24,9%) e Puglia (21,4%); tra le giovani donne continua a essere più alta (16,6%) rispetto agli uomini (13,8%). LEGGI TUTTO