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    USA, S&P Global: a gennaio il settore manifatturiero torna a espandersi. Frenano i servizi

    (Teleborsa) – Aumenta l’attività manifatturiera degli Stati Uniti, mentre frena quella dei servizi, nel mese di gennaio. La stima flash sull’indice PMI Manifatturiero elaborato da S&P Global indica infatti un livello di 50,1 punti, in salita dai 49,4 punti di dicembre e dai 49,8 punti delle stime degli analisti. L’indicatore si risale così sopra la soglia chiave dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione. In frenata, invece, l’indice del settore terziario, sempre nel mese di gennaio. La stima flash sul PMI dei servizi, pubblicata da S&P Global, indica un valore di 52,8 punti, che si confronta con i 56,8 di dicembre e con i 56,4 del consensus. Il PMI composito si attesta dunque a 52,4 punti dai 55,4 precedenti.(Foto: QuinceCreative / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, sindacati: “Governo ci convochi con urgenza a Palazzo Chigi”

    (Teleborsa) – “Il Governo convochi con urgenza le organizzazioni sindacali a Palazzo Chigi per avviare il confronto sulle offerte vincolanti”. Questo l’appello di Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil dopo l’approvazione dal Consiglio dei Ministri del decreto legge che prevede ulteriori risorse pari a 250 milioni di euro per la continuità produttiva degli stabilimenti dell’ex Ilva prelevando le risorse dal patrimonio già destinato a finalità di ripristino ambientale.”È una notizia importante che il Governo abbia risposto alle nostre continue richieste di garantire la liquidità necessaria al piano di ripartenza, con la decisione di stanziare 250 milioni di euro per Acciaierie d’Italia – dichiara Scarpa –. L’accordo di luglio scorso prevedeva un percorso di ripartenza dell’ex Ilva con garanzie occupazionali, la continuità salariale e le indispensabili manutenzioni ordinarie e straordinarie degli impianti. Queste risorse stanziate oggi dal Consiglio dei Ministri – aggiunge il sindacalista della Fiom – dovranno servire a garantire anche i lavoratori dell’indotto, necessari quest’ultimi ad assicurare la ripartenza degli impianti. Ribadiamo che lo Stato non potrà disimpegnarsi, e dovrà entrare in equity nel nuovo assetto societario di Acciaierie d’Italia, al fine di garantire l’occupazione e la decarbonizzazione. È per questo che riteniamo necessario che il Governo proceda in questa direzione, perché la siderurgia è un asset strategico per tutta l’industria del Paese”.Per il segretario della Cgil Maurizio Landini “c’è bisogno che si faccia una scelta che veda il mantenimento del ruolo pubblico dentro l’ex Ilva, perché stiamo parlando di un’azienda strategica. Non c’è bisogno che entri – ha sottolineato – c’è già ed è stata tenuta in piedi in questi anni dai contributi pubblici di tutti noi. È necessario che si facciano delle scelte rispetto alle offerte che sono arrivate che qualifichino e garantiscano non solo l’occupazione, ma che mantengano anche la capacità produttiva complessiva di questo Gruppo. Chiediamo di essere coinvolti prima che vengano fatte le scelte per poter esprimere le nostre valutazioni. Naturalmente per quello che ci riguarda c’è un tema che si chiama rispetto degli accordi che finora sono stati realizzati e soprattutto il mantenimento dell’integrità complessiva del Gruppo”. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di Connexa da parte di CDPQ e OTTP

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento sulle concentrazioni dell’UE, l’acquisizione del controllo congiunto di Connexa della Nuova Zelanda da parte di Caisse de depot et placement du Québec (CDPQ) e Ontario Teachers’ Pension Plan Board (OTTP), entrambe del Canada. La transazione riguarda principalmente la fornitura di infrastrutture di telecomunicazioni mobili in Nuova Zelanda.La Commissione ha concluso che la transazione notificata non solleverebbe preoccupazioni in materia di concorrenza, dato l’impatto limitato sullo Spazio economico europeo. La transazione notificata è stata esaminata ai sensi della procedura di revisione semplificata delle concentrazioni. LEGGI TUTTO

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    Industria, Confimi: “Urgente cambio di rotta per salvare imprese italiane”

    (Teleborsa) – “Non possiamo più pretendere che le pmi italiane, che generano il 73,8% del Pil e hanno salvato l’economia nazionale durante la pandemia, continuino a resistere da sole. Ora è compito della politica e delle istituzioni intervenire con decisione”. È quanto ha affermato il presidente di Confimi Industria, Paolo Agnelli.La Confederazione della manifattura e dell’impresa privata propone un piano d’azione urgente per affrontare le principali criticità che “stanno soffocando il tessuto produttivo italiano”: una politica energetica competitiva, per allineare il costo dell’energia per le imprese italiane a quello dei paesi europei concorrenti, come la Spagna, che ha introdotto un tetto al prezzo energetico, una riforma fiscale che premi gli incrementi di redditività delle imprese, riducendo la pressione fiscale e contributiva; l’introduzione di una politica di protezione delle materie prime riciclabili per impedire l’export indiscriminato di rottami metallici strategici per l’economia circolare; la sospensione del Patto di Stabilità così da consentire agli Stati membri di adottare misure di sostegno alle imprese senza i vincoli attuali, fino alla ripresa economica; la rimodulazione del Green Deal e posticipare di dieci anni l’adozione delle norme più stringenti, per permettere una transizione industriale, finanziaria e culturale sostenibile per le aziende europee, in particolare nel settore automotive. Negli ultimi due anni, in Italia, hanno chiuso 330 mila imprese, “un dato allarmante che – sottolinea Agnelli – si somma alla media degli ultimi dieci anni: 53 chiusure al giorno. Questi numeri evidenziano uno scenario drammatico per il sistema economico italiano, ulteriormente aggravato dalle 116 milioni di ore di cassa integrazione registrate dall’Inps nel 2024”. Il 2025 non promette meglio: un’impresa su quattro del sistema Confimi Industria prevede il ricorso alla cassa integrazione. Le aziende italiane – prosegue il presidente di Confimi Industria – “sono inoltre oppresse da una pressione fiscale e contributiva che le penalizza rispetto ai competitor europei. Il carico fiscale per le imprese italiane raggiunge il 44%, contro una media europea del 34%, e il costo del lavoro è tra i più alti d’Europa, nonostante le retribuzioni siano tra le più basse. A questa situazione si aggiunge un costo dell’energia quattro volte superiore alla media europea e la mancanza di politiche efficaci per contenere speculazioni sui prezzi”.L’assenza di una visione strategica e di una politica industriale adeguata “è evidente non solo a livello nazionale, ma anche europeo. I parametri rigidi del Patto di Stabilità, la legge sulla concorrenza, il blocco degli aiuti di Stato e l’assenza di protezione per materie prime strategiche – afferma Agnelli – stanno minando la competitività delle nostre imprese. La prolungata guerra in Ucraina e la politica restrittiva della Bce hanno ulteriormente aggravato la situazione, con effetti negativi su esportazioni e consumi. Negli ultimi anni, molti marchi simbolo del Made in Italy sono stati acquisiti da aziende estere, un segnale evidente di una debolezza strutturale che non possiamo più ignorare. Dobbiamo agire ora per salvaguardare il nostro patrimonio industriale e culturale”. Il presidente conclude con un appello alla politica italiana ed europea: “Fate presto. Il resto del mondo ci sta surclassando, e non possiamo permetterci di perdere ulteriori pezzi del nostro sistema produttivo”. LEGGI TUTTO

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    Italia, REF: crescita del PIL torna nell’ordine dello “zero virgola”

    (Teleborsa) – La politica economica italiana si è riportata sul sentiero stretto di rientro del deficit, e questo ha anche effetti sulla strada della crescita, che ha ripreso il passo lento degli anni prima della pandemia. Gli incrementi del PIL tornano nell’ordine degli “zero virgola”, e anche la vivace crescita occupazionale degli ultimi tre anni è probabilmente destinata a ridimensionarsi. Lo afferma REF Ricerche, stimando una crescita del PIL dello 0,6% nel 2025 (come nel 2024) e dello 0,9% nel 2026.I prezzi al consumo sono stimati all’1,7% nel 2025 e neell’1,5% nel 2026, il tasso di disoccupazione al 6,4% quest’anno e al 6,2% il prossimo.L’indebitamento netto è stimato al -3,5% del PIL nel 2025 e al -3% nel 2026, mentre il debito della PA è previsto a 138,5% del PIL quest’anno e al 139,8% l’anno prossimo.REF Ricerche spiega che l’Italia condivide molti degli andamenti della congiuntura europea. Ha però registrato uno sfasamento della politica di bilancio, con una fase più espansiva dal 2023 e una correzione marcata dei conti pubblici da quest’anno. Vi sono quindi dei rischi, soprattutto legati all’andamento della filiera delle costruzioni una volta esauritasi la spinta del superbonus. Nel corso del 2024 l’arretramento degli investimenti in abitazioni è stato in parte compensato dagli altri investimenti in costruzioni, soprattutto perché si sta rafforzando il ciclo delle opere pubbliche, anche per effetto delle opere del PNRR. L’aumento degli investimenti pubblici programmato sino al 2026 è significativo, anche se probabilmente per il completamento dei programmi si potrà contare almeno su una dilazione dei termini. Resta comunque che il rafforzamento della spesa per investimenti, in un contesto segnato da programmi di miglioramento dei saldi, si traduce in un arretramento della spesa corrente che avrà anch’esso effetti sull’andamento della domanda.I ricercatori sottolineano che in Italia gli indicatori congiunturali restano molto incerti. Le prospettive sono segnate anche dall’orientamento di segno restrittivo della politica di bilancio. I target sulla spesa netta sono stati incorporati nella Legge di bilancio per il 2025 e porteranno ad un deficit vicino al 3 per cento del PIL nel 2026, da livelli sopra il 7 per cento fra il 2020 e il 2023. “Se realizzata, tale correzione sarebbe la più ampia della storia italiana. Ne vediamo gli effetti positivi sull’andamento dello spread, e quelli negativi sulle prospettive di crescita”, si legge nel rapporto. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza creazione di joint venture tra Permira e BasicNet

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento sulle concentrazioni dell’UE, la creazione di una joint venture tra il colosso del private equity Permira e BasicNet, società quotata su Euronext Milan e attiva nel settore dell’abbigliamento, delle calzature e degli accessori per lo sport e per il tempo libero.La transazione riguarda principalmente la vendita al dettaglio di abbigliamento e calzature, con l’ingresso di Permira in K-Way, come annunciato a ottobre 2024.La Commissione ha concluso che la transazione notificata non solleverebbe preoccupazioni in materia di concorrenza, date le limitate posizioni di mercato delle società derivanti dalla transazione proposta. La transazione notificata è stata esaminata ai sensi della procedura di revisione semplificata delle concentrazioni. LEGGI TUTTO

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    Eu-Italy Energy days, Pichetto: “Per gas Ue sia pronta a sospendere quotazione”

    (Teleborsa) – “Sto chiedendo non tanto di mettere un numero, quanto una posizione dell’Unione europea che sia pronta ad intervenire a sospendere la quotazione”. È quanto ha affermato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto a margine dell’Eu-Italy Energy days in corso a Torino al Museo del Risorgimento. “Il price cap – ha spiegato Pichetto – non era la fissazione di un prezzo, era un limite dal quale venivano sospese le quotazioni. La sospensione della quotazione è un pò come sospensione delle quotazioni di Borsa che determina automaticamente che gli scambi fisici continuano ad esserci. Io non sono in grado, non ho gli elementi, non faccio indagini di quanto è l’entità dei derivati sulla borsa olandese però certamente la volta scorsa hanno avuto un peso devastante”. “Credo che il disegno di legge delega sul nucleare tra una quindicina di giorni verrà esaminato in Consiglio dei ministri. Non vedo slittamenti – ha detto Pichetto –. Si tratta di un disegno di legge delega dove si prevede tutto un quadro di impostazione di delega al governo per preparare un decreto legislativo sul permitting, un decreto legislativo sulla formazione, uno su tutto il sistema della sicurezza e uno su un ente certificato riconosciuto. Nel momento opportuno dovrà, poi, essere fatta la valutazione sulla convenienza, e allora si valuterà se è compatibile il costo, se è sicuro, se è compatibile il prezzo finale dell’energia”.Guardando agli Usa Pichetto giudica positivamente la richiesta di Trump di chiedere all’Opec di abbassare il prezzo del petrolio. “Se si abbassa il prezzo a noi che siamo consumatori non può che farci piacere” ha detto il ministro. Per quanto riguarda la minaccia di dazi all’Ue se non compra petrolio e gas americani “può darsi che ci sia un deficit commerciale – osserva il ministro – però noi siamo anche dei grandi acquirenti di tecnologie americane. Trump ha evidenziato quello che è un grande tema americano. Da parte nostra dobbiamo attrezzarci a fare emergere quelli che sono i nostri temi”. LEGGI TUTTO

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    OPS MPS-Mediobanca, Unimpresa: rafforza sistema nazionale e garantisce tutela risparmio

    (Teleborsa) – “L’offerta pubblica di scambio lanciata dal Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca rappresenta una svolta rilevante per l’intero assetto della finanza italiana. Non possiamo che accogliere con favore un’operazione che non solo rafforza il sistema bancario nazionale, ma che indirettamente garantisce la tutela del risparmio degli italiani, un pilastro fondamentale per il nostro Paese. Un effetto positivo di questa iniziativa, infatti, è il possibile blocco dell’accordo tra Generali e il gruppo francese Natixis nell’ambito dell’asset management, preservando così il controllo su uno dei settori più strategici per il futuro dell’economia italiana”. Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.”Un risultato che, oltre a difendere il risparmio privato, contribuisce a orientare gli investimenti verso l’economia reale, con benefici tangibili per le imprese e per il tessuto produttivo nazionale – prosegue – In particolare, l’operazione rappresenta un segnale fondamentale per le piccole e medie imprese, il vero cuore pulsante dell’economia italiana. Avere grandi gruppi bancari italiani significa garantire un sistema finanziario solido, capace di sostenere le necessità di credito e investimento delle pmi. Questi istituti, grazie alla loro capacità di operare a livello nazionale e internazionale, possono veicolare risorse e competenze strategiche verso le aziende più piccole, facilitando non solo la loro crescita, ma anche l’accesso a nuovi mercati”. “È cruciale, infatti, che il sistema bancario italiano rimanga radicato nel territorio, preservando una visione di sviluppo che tenga conto delle esigenze specifiche del tessuto imprenditoriale locale, evitando il rischio che logiche finanziarie internazionali penalizzino la competitività delle nostre imprese”, sottolinea Ferrara.”L’operazione, peraltro, sottolinea un importante valore politico – conclude – Il governo ha dimostrato grande attenzione e lungimiranza nel gestire una partita così complessa, confermando la volontà di proteggere gli interessi del Paese in un settore vitale come quello finanziario. Si tratta di una scelta strategica che pone l’Italia in una posizione di forza e garantisce maggiore stabilità al sistema bancario, rafforzando la capacità di sostenere la crescita economica”. LEGGI TUTTO