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    Export agroalimentare veneto +90% in 10 anni: nel 2024 sfiorati i 10 miliardi

    (Teleborsa) – Tra il 2014 e il 2024, il valore dell’export agroalimentare del Veneto è aumentato del 90%, portando il valore delle esportazioni a 9,9 miliardi di euro nel 2024. È quanto emerge dal report dell’Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura. A trainare questa espansione sono stati comparti chiave come le bevande, i prodotti da forno e i prodotti lattiero-caseari. Le bevande da sole rappresentano il 34,7% dell’export veneto, pari a circa 3,5 miliardi di euro. Tra i Paesi europei, la Germania (19,7%) è il partner commerciale più consolidato per il Veneto. Gli Stati Uniti si sono affermati come il principale mercato extra-UE, attratti dalla qualità delle produzioni italiane, assorbendo il 9,3% dell’export agroalimentare veneto, pari a 930 milioni di euro. Nel 2024, l’export veneto verso gli Stati Uniti è cresciuto del 16% (+127 milioni di euro), raggiungendo i 927 milioni di euro. Le bevande costituiscono il prodotto più richiesto dagli USA, rappresentando il 76,5% dell’export veneto verso questo mercato (709 milioni di euro). Tuttavia, non mancano le sfide. L’import agroalimentare nazionale e regionale ha anch’esso registrato un incremento, segnalando una crescente dipendenza da Paesi terzi per alcune materie prime. Il Veneto ha visto un aumento del 61,6% delle importazioni tra il 2014 e il 2024. E le barriere tariffarie, come i dazi imposti dagli Stati Uniti, potrebbero penalizzare fortemente il mercato veneto. La possibile introduzione di nuove misure tariffarie, infatti, specialmente da parte di partner strategici come gli Stati Uniti, costituisce un elemento di attenzione per il settore, con un valore di circa 930 milioni di euro coinvolti. LEGGI TUTTO

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    UE, popolazione raggiunge il record di 450 milioni di abitanti grazie a flussi migratori

    (Teleborsa) – Il 1° gennaio 2025, la popolazione dell’Unione europea (UE) era stimata in 450,4 milioni di abitanti, 1.070.702 in più rispetto all’anno precedente. Lo comunica l’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat), spiegando che si è trattato del quarto anno consecutivo di crescita della popolazione dell’UE, dopo un calo nel 2021 causato dagli effetti della pandemia di COVID-19.La crescita demografica osservata può essere attribuita “in gran parte” all’aumento dei movimenti migratori post-COVID-19. Dal 2012, il saldo naturale negativo (più decessi che nascite) della popolazione dell’UE è stato superato dal saldo migratorio netto positivo.Considerando un arco temporale più ampio, la popolazione dell’UE è cresciuta da 354,5 milioni nel 1960 a 450,4 milioni il 1° gennaio 2025, con un aumento di 95,9 milioni di persone. Il tasso di crescita demografica ha gradualmente rallentato negli ultimi decenni: la popolazione dell’UE è aumentata, in media, di circa 0,9 milioni di persone all’anno nel periodo 2005-2024, rispetto a un aumento medio di circa 3 milioni di persone all’anno negli anni ’60.La popolazione dei paesi dell’UE al 1° gennaio 2025 variava dagli 83,6 milioni della Germania agli 0,6 milioni di Malta. Germania (19% della popolazione dell’UE), Francia (15%) e Italia (13%) erano i paesi più popolosi dell’UE, rappresentando quasi la metà (47%) della popolazione totale dell’UE al 1° gennaio 2025.Tra il 1° gennaio 2024 e il 1° gennaio 2025, 8 paesi dell’UE hanno registrato un calo demografico. Lettonia (tasso lordo di variazione demografica totale di -9,9 per 1.000 persone), Ungheria (-4,7), Polonia ed Estonia (-3,4) hanno registrato i cali più significativi.Tra i 19 paesi dell’UE che hanno registrato i tassi di crescita demografica più elevati, Malta (+19,0 ogni 1.000 persone) è in testa, seguita da Irlanda (+16,3) e Lussemburgo (+14,7). LEGGI TUTTO

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    Bankitalia: “PIL 2025 a +0,6%. Pesa incertezza guerre e dazi”

    (Teleborsa) – “Il PIL italiano è cresciuto nel primo trimestre dello 0,3 per cento rispetto al periodo precedente, grazie all’aumento di consumi e investimenti e, in misura minore, della domanda statunitense. Dopo la prolungata flessione iniziata nel 2022, sono emersi segnali positivi per l’attività manifatturiera, che rimane tuttavia esposta all’instabilità del contesto internazionale. Sulla base delle nostre valutazioni, nel secondo trimestre il prodotto ha rallentato. Alla dinamica contenuta dei consumi delle famiglie e della spesa per investimenti, che risentono del basso clima di fiducia e dell’elevata incertezza, si è associato l’indebolimento della domanda estera. Secondo le nostre più recenti proiezioni il PIL crescerà dello 0,6 per cento nel corso del 2025 e di circa lo 0,8 per cento nella media del biennio successivo. Il quadro previsivo è evidentemente soggetto a una significativa incertezza”. È quanto rileva la Banca d’Italia nel Bollettino Economico.La domanda estera di titoli pubblici italiani si è mantenuta robusta – Nel primo trimestre il saldo di conto corrente è rimasto su valori positivi. Le esportazioni in volume sono aumentate, in parte per effetto dell’anticipazione degli acquisti degli importatori statunitensi. Secondo le nostre valutazioni quelle di beni sarebbero diminuite in aprile e maggio. Gli acquisti netti di titoli pubblici italiani da parte degli investitori esteri si sono mantenuti elevati. La posizione netta sull’estero si conferma ampiamente creditoria.L’occupazione continua a crescere – Il numero degli occupati è aumentato ulteriormente nel primo trimestre; ha continuato a salire anche nel secondo, in misura più limitata. Il tasso di partecipazione ha segnato un nuovo rialzo, mentre quello di disoccupazione è su livelli storicamente contenuti. L’andamento delle retribuzioni contrattuali, sostenuto nei primi mesi dell’anno, si sarebbe attenuato nei mesi primaverili.L’inflazione in Italia resta contenuta – Nel secondo trimestre l’inflazione è rimasta attorno al 2 per cento, così come la sua componente di fondo, che ha riflesso una dinamica molto debole dei prezzi dei beni non energetici e una più sostenuta dei servizi. Le attese di inflazione di famiglie e imprese si confermano moderate. Nelle nostre proiezioni l’inflazione al consumo sarà in media pari all’1,5 per cento quest’anno e il prossimo, ma risalirà al 2 per cento nel 2027.Prosegue il calo del costo del credito – La riduzione di tassi ufficiali ha continuato a trasmettersi al costo del credito. La contrazione dei finanziamenti alle società non finanziarie si è attenuata, ma rimane rilevante per le piccole imprese. La domanda di credito è ancora limitata, mentre le politiche di offerta restano improntate alla prudenza in ragione dell’elevata incertezza sulle prospettive economiche. Le imprese esportatrici hanno ridotto il ricorso a prestiti a più lunga scadenza, in genere destinati a finanziare investimenti in beni strumentali e ampliamenti della capacità produttiva.La Commissione europea ha valutato positivamente il percorso di rientro dell’Italia dal disavanzo eccessivo – Sulla base delle stime aggiornate contenute nel Documento di finanza pubblica 2025, l’evoluzione della spesa netta è coerente con quanto concordato in sede europea. Nel pacchetto di primavera del semestre europeo diffuso all’inizio di giugno, la Commissione ha valutato positivamente il percorso di rientro del disavanzo eccessivo dell’Italia nell’ambito della Procedura per i disavanzi eccessivi.La crescita mondiale risente di un clima di incertezza e instabilità elevate – Il quadro internazionale è gravato da una perdurante instabilità politica e dai conflitti in corso. Una grande incertezza continua a caratterizzare le politiche commerciali, alimentata da una sequenza di annunci, sospensioni e contenziosi. Nel primo trimestre dell’anno il prodotto si è contratto negli Stati Uniti, dove l’anticipo degli acquisti in vista dell’entrata in vigore dei nuovi dazi ha determinato un forte aumento delle importazioni, inducendo una accelerazione temporanea del commercio mondiale. In Cina l’attività rimane debole. L’OCSE ha rivisto nuovamente al ribasso le previsioni di crescita globale.Il dollaro si deprezza – Nelle borse mondiali i corsi azionari hanno più che recuperato le perdite subite dopo gli annunci del 2 aprile, anche grazie alla temporanea sospensione dei dazi. Negli Stati Uniti la revisione al ribasso del merito di credito sovrano e il peggioramento delle prospettive per le finanze pubbliche hanno contribuito al rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato decennali. L’euro si è rafforzato e i rendimenti dei titoli dei paesi dell’unione monetaria sono diminuiti, soprattutto laddove il percorso di consolidamento dei conti pubblici ne ha sostenuto la domanda.L’evoluzione recente del PIL dell’area riflette gli andamenti delle importazioni statunitensi – Nei primi tre mesi del 2025 la crescita economica dell’area è stata superiore alle attese, anche grazie all’anticipazione delle esportazioni verso gli Stati Uniti. Nei mesi primaverili l’attività si è indebolita, risentendo del venir meno della forte domanda statunitense e di una dinamica della domanda interna ancora frenata dall’elevata incertezza. Secondo le più recenti proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eurosistema, che presuppongono il mantenimento dei dazi sul livello temporaneamente in vigore fino al 9 luglio, il PIL dell’area crescerebbe dell’1 per cento in media nel biennio 2025-26. L’inflazione al consumo, pari al 2 per cento in giugno, si manterrebbe su livelli coerenti con l’obiettivo di medio termine nel triennio di previsione. L’instabilità delle politiche commerciali e dello scenario geopolitico rappresenta il principale fattore di rischio per le prospettive di crescita e di inflazione.La BCE ha ridotto i tassi ufficiali – Nelle riunioni di aprile e di giugno il Consiglio direttivo della BCE ha ulteriormente ridotto il tasso di interesse sui depositi presso l’Eurosistema per un totale di 50 punti base, portandolo al 2,0 per cento. La diminuzione complessiva, pari a 200 punti base dall’avvio del ciclo di allentamento della politica monetaria nel giugno 2024, continua a trasmettersi al costo del credito. LEGGI TUTTO

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    Lombardia, Eni: siglato HoT con Khazna Data Centers per sviluppo di un “AI Data Center Campus”

    (Teleborsa) – Khazna Data Centers, leader globale nelle infrastrutture digitali hyperscale, ed Eni, società integrata dell’energia con sede in Italia, hanno sottoscritto un Head of Terms (HoT) per la costituzione di una Joint Venture finalizzata allo sviluppo di un “AI Data Center Campus” con capacità IT complessiva di 500 MW, nel sito di Ferrera Erbognone, in Lombardia. Il progetto, le cui attività di sviluppo sono già in corso, – fa sapere Eni in una nota – si inquadra nella partnership strategica tra Italia ed Emirati Arabi Uniti avviata a febbraio 2025 e che punta a raggiungere una capacità IT complessiva fino a 1 GW in Italia.La progettazione dell’AI Data Center Campus si fonda su infrastrutture scalabili, ad alte prestazioni di calcolo (high-performance computing, HPC) ed efficienti dal punto di vista energetico. Tali principi, condivisi con le istituzioni coinvolte, saranno i fattori strategici che alimenteranno il futuro digitale dell’Europa trainato dall’intelligenza artificiale. L’Head of Terms – evidenzia la nota – rappresenta un significativo passo avanti per la realizzazione del Campus, dettagliando i principi chiave, i ruoli e le strutture di governance della Joint Venture tra Eni e Khazna, con l’intento comune di accelerare le attività di sviluppo.L’accordo è stato firmato da Hassan Alnaqbi, ceo di Khazna, e da Guido Brusco, chief operating officer Global Natural Resources e direttore generale di Eni, alla presenza di Reem Al Hashimi, ministra di Stato per la Cooperazione Internazionale degli Emirati Arabi Uniti e di Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy. “Siamo orgogliosi di collaborare con Eni, un leader affermato nel settore energetico, su questo HoT, che – ha dichiarato Alnaqbi –rappresenta un passo decisivo nell’espansione europea di Khazna. Insieme a Eni, stiamo realizzando l’infrastruttura necessaria per una crescita esponenziale dell’intelligenza artificiale, offrendo la scalabilità, la sostenibilità e la precisione operativa richieste dal calcolo di nuova generazione”.”Con questa partnership – ha detto Brusco – Eni e Khazna contribuiscono alla realizzazione di un’infrastruttura hyperscale di livello mondiale, strategica per l’Italia e l’Europa, fornendo le proprie capacità distintive di innovazione, sostenibilità energetica e rapido time-to-market”.”Questa iniziativa – conclude la nota – coniuga le competenze di Khazna nella progettazione e gestione avanzata di Data Center con la leadership di Eni nell’ambito dell’energia sostenibile, ponendo le basi per un ecosistema di intelligenza artificiale resiliente nel cuore dell’Europa. Il Data Center Campus sarà alimentato da ‘Blue Power’ fornito da Eni, una fonte di energia elettrica a basse emissioni, prodotta da una nuova centrale a gas naturale ad alta efficienza, progettata per catturare le emissioni di CO2 ed il loro conferimento presso l’hub CCS di Ravenna. Tali caratteristiche distintive creano una sinergia inedita in Italia tra energia decarbonizzata e lo sviluppo di Data Center”. LEGGI TUTTO

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    Idrogeno protagonista a Bari: istituzioni, imprese e stakeholder insieme per l’ecosistema “H2Puglia2030”

    (Teleborsa) – Dopo le prime due tappe a Udine e Milano, si è conclusa con grande partecipazione la terza tappa del Tour H2InComune, svoltasi presso la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Bari. L’evento, dedicato a valorizzare il ruolo strategico dell’idrogeno per la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile della Puglia, ha visto la presenza di istituzioni, imprese, enti di ricerca e rappresentanti del mondo produttivo.L’iniziativa itinerante, promossa da H2IT – Associazione Italiana Idrogeno e da RENAEL – Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali, nasce con l’obiettivo di diffondere la cultura dell’idrogeno e promuovere una nuova consapevolezza tra i decisori pubblici. La giornata ha offerto un importante momento di confronto sulle opportunità date dall’idrogeno come vettore energetico e sulle prospettive di attuazione della Strategia Regionale dell’Idrogeno “H2Puglia2030”.I lavori si sono aperti con gli interventi di Elda Perlino, assessora all’Ambiente Comune di Bari e Gianna Elisa Berlingerio, direttrice del Dipartimento di Sviluppo Economico – Regione Puglia, che hanno illustrato i punti chiave della Strategia Regionale H2Puglia2030, approvata dalla Giunta nel dicembre 2022, al termine di un ampio processo partecipativo che ha coinvolto cittadini, imprese, organizzazioni pubbliche e private.Sono poi intervenuti Luca Ventorino, segreteria Tecnica Dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Giovanna Pozzi, vicepresidente H2IT, Piergabriele Andreoli, presidente di RENAEL, Nicola Bonasia, Delegato “Transizione energetica” – ANCI Puglia, Carmela Iadaresta, dirigente Sezione Trasporto Pubblico Locale e Intermodalità – Regione Puglia in rappresentanza dell’Assessorato ai Trasporti e Mobilità Sostenibile e, infine, Antonella Sasso del Dipartimento di Sviluppo Economico – Regione Puglia.Durante l’incontro, sono stati illustrati i principali progetti in corso e le infrastrutture strategiche che stanno contribuendo a trasformare la Puglia in un ecosistema all’avanguardia per l’innovazione energetica. Tra questi, la Puglia Green Hydrogen Valley (PGHV), una delle prime iniziative nazionali dedicate alla produzione e utilizzo su larga scala di idrogeno rinnovabile che prevede la realizzazione di due impianti di elettrolisi nei territori di Brindisi e Taranto, alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili dedicate e da acqua trattata proveniente dai depuratori dell’Acquedotto Pugliese. Inoltre, una sessione dei lavori è stata dedicata ai progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per la produzione di idrogeno rinnovabile nelle aree dismesse evidenziando le straordinarie potenzialità del territorio. Grazie all’ampia disponibilità di risorse rinnovabili e alla presenza di importanti distretti industriali, questa area si conferma come contesto ideale per lo sviluppo di una Hydrogen Valley. Particolare attenzione è stata dedicata anche ai progetti di riconversione delle linee ferroviarie, che rappresentano un tassello fondamentale per favorire la mobilità sostenibile e integrare l’idrogeno nei trasporti regionali.La strategia H2Puglia2030La strategia dell’Idrogeno in Puglia pone la decarbonizzazione al centro delle politiche regionali, integrando la catena del valore dell’idrogeno e promuovendo sinergie tra i settori dell’energia, dell’industria e dei trasporti. Questo approccio, basato sulla sostenibilità e sull’innovazione, mira a consolidare il ruolo della Puglia non solo come hub energetico nazionale, ma anche come esempio virtuoso di transizione ecologica a livello europeo. Tra le infrastrutture chiave evidenziate durante l’evento, rientrano i progetti per la realizzazione di elettrolizzatori di ultima generazione e la costruzione di reti di distribuzione dell’idrogeno, che collegheranno gli impianti di produzione con i principali distretti industriali e i porti pugliesi, per la decarbonizzazione del sistema industriale locale. È stato, inoltre, sottolineato l’impegno della Regione nel monitoraggio continuo dei progetti, con l’obiettivo di garantire trasparenza e massimizzare l’impatto degli investimenti, come evidenziato dalla piattaforma di monitoraggio dedicata. Con la strategia H2Puglia2030, la Puglia si conferma un esempio di eccellenza nella pianificazione e nell’attuazione di politiche energetiche innovative, ponendosi come modello per altre regioni italiane ed europee.”L’idrogeno – afferma Alberto Dossi, presidente di H2IT – rappresenta una risorsa strategica importantissima per il futuro energetico del nostro Paese e per lo sviluppo sostenibile dei territori, ponendosi come un pilastro fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. In questo contesto, è indispensabile adottare un approccio collaborativo che coinvolga istituzioni, aziende e comunità locali, così da affrontare con efficacia le sfide della transizione energetica e cogliere le molteplici opportunità offerte dall’idrogeno. La Puglia, grazie a una visione integrata e a un percorso condiviso con i principali stakeholder, sta valorizzando appieno le sue straordinarie peculiarità territoriali – dalla ricchezza di risorse rinnovabili alle competenze industriali consolidate – trasformandole in un esempio virtuoso di sostenibilità e innovazione per il futuro del nostro sistema energetico”.”Il senso di H2InComune – dichiara Andreoli – è quello di portare l’idrogeno e tutto ciò che rappresenta in termini di opportunità, sviluppo, resilienza, dentro la quotidianità degli enti locali e farlo diventare materia viva, progettualità concreta e cambiamento reale”.”L’idrogeno – sottolinea Berlingerio – rappresenta per la Puglia una leva strategica per accelerare la transizione energetica e industriale. Stiamo dando forma a un vero ecosistema regionale dell’idrogeno, che integra ricerca applicata, imprese innovative, infrastrutture intelligenti e territori. Al centro ci sono i talenti: giovani ricercatori, tecnici specializzati, startup e PMI che vogliamo trattenere e attrarre, investendo in competenze, sperimentazione e nuovi modelli produttivi. La nostra sfida è creare reti solide tra pubblico e privato, tra mondo produttivo e sistema della conoscenza, per fare della Puglia un nodo strategico nelle catene europee dell’idrogeno verde. Non vogliamo subire la transizione: vogliamo guidarla, generando valore, lavoro di qualità e autonomia energetica”.L’evento è stato realizzato in collaborazione con Regione Puglia, Camera di Commercio di Bari e con il supporto organizzativo di AESS – Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile, ha avuto il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ANCI Puglia e dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari. LEGGI TUTTO

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    Dazi, Orsini: 10% non cosi fantastico per economia italiana

    (Teleborsa) – “La lettera di Trump se fosse quella ottimale è dazi a zero e quindi sarebbe perfetta”. Così il presidente di Confindustria Emanuele Orsini a margine dell’assemblea pubblica dell’Unione Industriali di Napoli, risponde a una domanda di un giornalista sulla lettera che Trump invierà all’Unione Europea sui dazi. “Poi è ovvio che noi stiamo dicendo negoziamo, – continua – come abbiamo detto più volte abbiamo diversi capitoli per cui negoziare: uno è l’energia e il gas, l’altro è l’acquisto della difesa che l’Europa sta facendo verso gli Stati Uniti. Un 80% di acquisto, più abbiamo le big tech che è un altro tema di negoziato. È ovvio che speriamo che sia a zero, o il più basso possibile, però non dobbiamo mai scordarci dell’effetto cambio, perché oggi l’effetto cambio oscilla tra il 10 e il 14 per cento, quindi con una media del 12-13 per cento, che aggiunto al 10 per cento fa 23”. “Per alcuni settori è possibile reggere l’impatto, per altri no, come abbiamo detto ieri al presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen. Abbiamo riportato attenzione, servono compensazioni per quelle aziende che devono rimanere competitive” conclude Orsini”Attenzione, il 10% non è così fantastico per l’economia soprattutto italiana”, ammonisce Orsini sottolineando che “la parola d’ordine, purtroppo, è incertezza. Qualcuno mi dice se sono contento che i dazi sono al 10%. Certo che sono felice se prima erano al 50, ma è molto semplice ragionare in questo modo. Ci auguriamo che anche in questo momento ci sia un negoziato in atto”. “Abbiamo incontrato ieri la presidente della Commissione europea e le abbiamo ricordato che, per alcuni settori, bisognerà pensare a delle compensazioni, e lo abbiamo ricordato anche alla presidente del consiglio Giorgia Meloni perché – ha proseguito – nel caso in cui alcuni settori dovranno incrementare del 20-22%, non è così scontato che riusciamo a mantenere quella quota di mercato”. “Non si può ragionare in modo semplicistico. Attenzione: il 10% non è cosi fantastico per l’economia italiana e poi, a quel punto, è giusto pure guardarsi attorno perché non ci sono solo gli Stati Uniti che sono un nostro partner storico. Certo che se poi l’alternativa è la Cina, dove il saldo è negativo, conviene concentrarsi sui Paesi a saldo positivo”, ha concluso OrsiniSul nucleare – “Siamo i più grandi sostenitori del nucleare, l’abbiamo detto dal primo giorno. È energia continua, considerata green, di che parliamo? Quello che dobbiamo fare oggi è riuscire a far cambiare idea alle persone, convincerle che quella è l’unica via di salvaguardia nazionale per il nostro sistema produttivo ma anche familiare”. “Se vogliamo che il nucleare prenda piede serve sensibilizzare l’opinione pubblica e che la politica tutta unita sia verso quella via. Non ci può essere distinguo politica su una questione di salvaguardia nazionale, altrimenti diventa ideologia. Serve sensibilizzare i partiti e dire a quelli che si sono opposti a questa tecnologia che opporsi è un errore”, ha poi aggiunto il numero uno degli Industriali. Orsini ha poi concluso: “Stiamo andando in blackout in alcune città del Nord per l’utilizzo dei condizionatori, poi ci attacchiamo anche le auto elettriche e i data center. Come facciamo?”.Sulla guerra in Ucraina – “Mi auguro innanzitutto che la guerra finisca il prima possibile, perché purtroppo da quello che stiamo vedendo non è così. È ovvio che serve ripristinare la normalità in quel Paese perché credo che vengano prima le persone e poi gli accordi economici”, conclude Orsini. LEGGI TUTTO

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    Corridoio di mobilità tra l’Adriatico e il Tirreno: siglata alleanza tra Camere di Commercio e Uniontrasporti

    (Teleborsa) – Un’alleanza tra Camere di Commercio, supportate da Uniontrasporti, per sensibilizzare tutte le amministrazioni e le istituzioni e promuovere, in tempi certi, lo sviluppo di un efficace corridoio di mobilità trasversale tra l’Adriatico e il Tirreno, a beneficio di imprese, territori e comunità abruzzesi, molisane, campane e laziali. È questa, in sintesi, la sostanza dell’intesa siglata a Roma, nella sede nazionale di Unioncamere, tra le Camere di Commercio di Caserta, di Chieti Pescara, del Gran Sasso, di Frosinone-Latina e del Molise, affiancate come soggetto tecnico scientifico da Uniontrasporti, la società del sistema camerale impegnata a sostenere la strategicità di trasporti e logistica efficienti e competitivi, e infrastrutture e connettività all’avanguardia.L’accordo – fa sapere Uniontrasporti in una nota – individua nell’ammodernamento e nel potenziamento a quattro corsie della SS 650 Fondo Valle Trigno, la cosiddetta “Trignina”, l’intervento di maggior rilievo per realizzare un moderno corridoio di mobilità in questa fondamentale area del centro-sud del paese. Sia come tentativo di risposta a una lacuna infrastrutturale storica, ossia efficienti collegamenti viari e ferroviari est-ovest nell’Italia peninsulare, sia, e soprattutto, per giovare ai territori e alle economie delle quattro regioni coinvolte, iniziando dai distretti produttivi e turistici rappresentati dalle Camere di Commercio firmatarie dell’intesa.Che la riqualificazione della SS 650 sia da considerarsi una priorità – evidenzia la nota – era già emerso anche in una recente indagine promossa da Uniontrasporti tra le imprese abruzzesi e molisane per comprendere quali fossero i loro prioritari fabbisogni infrastrutturali. A renderlo ancora più evidente è l’oggettiva strategicità di un’arteria che, pur rappresentando il principale elemento di connessione tra i due assi autostradali longitudinali della penisola: l’A14, a Montenero di Bisaccia – Vasto Sud, e l’A1, a Caianello, risulta tuttavia ampiamente sottodimensionata rispetto agli odierni volumi di traffico oltre che gravata da elevati tassi di incidentalità. Tuttavia, per rendere realmente efficace tale indispensabile intervento, occorrerà adeguare anche la tratta stradale tra Isernia e Caianello, in un contesto che vede quasi tutte le province coinvolte nell’accordo mostrare indici di performance delle loro infrastrutture stradali ben al di sotto della media nazionale.Indispensabile quindi – prosegue Uniontrasporti – lavorare a un corridoio di mobilità sicuro, moderno ed efficiente, intraprendendo a tal fine tutte le più utili iniziative e corroborando la richiesta con analisi e dati scientifici, iniziando dall’imprescindibile ammodernamento della SS650. Proprio per questo la convenzione tra le Camere di Commercio sottoscritta a Roma avrà validità almeno fino all’avvio dei lavori di riqualificazione della statale Fondo Valle Trigno, con la possibilità di mantenerla attiva per accompagnare anche la fase dei lavori, monitorandone l’avanzamento e le tempistiche.”Sottoscrivendo questo accordo, Uniontrasporti – ha dichiarato il presidente di Uniontrasporti Ivo Blandina – si pone ancora una volta, con professionalità e determinazione, a fianco delle Camere di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato nel promuovere lo sviluppo di infrastrutture di mobilità e logistica moderne, sostenibili ed efficaci. Il Centro – Sud ne ha giustificata necessità: esse rappresentano un elemento essenziale per rendere sempre più competitive le sue imprese e attrattivi i suoi territori, oltre che per accrescere la coesione economica e sociale di quelle aree con l’intero nostro paese”. LEGGI TUTTO

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    La Perla, Urso: “Ammortizzatori garantiti a tutte le lavoratrici. Mantenuti tutti gli impegni”

    (Teleborsa) – “Abbiamo mantenuto tutti gli impegni. Abbiamo salvato l’azienda, icona storica del Made in Italy, con un grande attore internazionale che ha un piano di rilancio industriale con nuove assunzioni. E ora abbiamo garantito un ulteriore e significativo risultato in favore delle lavoratrici de La Perla: formalmente riconosciuto l’accesso agli ammortizzatori sociali anche a coloro che ne rischiavano l’esclusione”. È quanto dichiarato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine dell’esame congiunto che si è svolto presso il ministero del Lavoro, d’intesa con il Mimit, riguardo alla proroga della cassa integrazione straordinaria per le 37 lavoratrici coinvolte in una delle procedure di liquidazione di La Perla, che rischiavano l’esclusione. La proroga è stata resa possibile grazie alla norma recentemente introdotta nel decreto-legge sulle misure urgenti a sostegno dei comparti produttivi. LEGGI TUTTO