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    Ucraina, Nelli Feroci: “Ue potra` tornare in campo, strategia Usa non terra`”

    (Teleborsa) – “Siamo in presenza di una svolta radicale nella politica americana rispetto alla guerra in Ucraina che sta spiazzando l’Europa. Eravamo abituati a lavorare con i nostri amici e alleati americani su una linea di sostegno al presidente ucraino e all’Ucraina, Paese aggredito. Un sostegno che si era sostanziato non soltanto con la solidarieta` politica ma anche con la messa a disposizione di aiuti economici, finanziari, umanitari e militari. Oggi l’Ue si trova a confrontarsi con un presidente americano che ha deciso di trattare direttamente la questione con Putin, lasciando da parte gli europei. Non credo che questa strategia alla lunga potra` tenere. Oggi non sappiamo bene quale potrebbe essere il piano di pace di Trump e neanche le possibili reazioni di Putin. Sono sicuro che l’Ue e` destinata a tornare in gioco”. E` questo uno dei passaggi chiave dell’intervista rilasciata dall’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci dal titolo “Una strada autonoma tra Washington e Mosca”, nell’ultimo numero del quadrimestrale Start Magazine, dedicato all’allargamento ad Est dell’Unione Europea. Nell’intervista l’ex rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione europea a Bruxelles ha analizzato il ruolo della Ue in relazione ai rapporti con gli Usa e con la Russia per una svolta sulla situazione dell’Ucraina. “In primo luogo, se si dovesse trovare un accordo sul cessate il fuoco – ha detto Nelli Feroci – sara` necessaria una forza di interposizione di cui gli europei dovrebbero fare parte. Ci sara` bisogno di un contributo dell’Ue alla ricostruzione dell’Ucraina. Non pretendiamo, come Trump, di avere in cambio terre rare e minerali critici, ma saremo chiamati verosimilmente alla ricostruzione di un Paese devastato da tre anni di guerra. In terzo luogo, e` molto verosimile che nella definizione di un nuovo assetto nella regione, la prospettiva di adesione dell’Ucraina nell’Ue diventi un elemento essenziale. Lo stesso Putin lo ha riconosciuto come un esito possibile. Questo avra` l’effetto di richiamare in gioco l’Europa e le sue responsabilita`”. Nelli Feroci dalle colonne di Start Magazine fa anche una valutazione in prospettiva dell’ingresso o meno dell’Ucraina nella Ue. “Il processo di adesione all’Unione europea – ha sottolineato Nelli Feroci – e` notoriamente un processo complesso, nel quale si procede per gradi in maniera progressiva valutando passo dopo passo il grado di maturazione del Paese, la capacita` di far fronte agli oneri che derivano da una piena partecipazione all’Unione europea. Questo e` particolarmente vero per un Paese come l’Ucraina, che si trova in una situazione complicata. Le ultime valutazioni della Commissione europea sullo stato di avanzamento dei processi di riforma interna e` positiva, la strada imboccata e` quella giusta. L’unica incognita e` la possibilita` e il rischio che qualcosa cambi negli equilibri interni in Ucraina, in funzione dell’esito della trattativa fra Trump e Putin sulla cessazione del conflitto. Se dovesse insediarsi a Kiev un nuovo regime meno propenso all’avvicinamento all’Europa dovremmo fare le valutazioni del caso su cosa potrebbe succedere nel Paese nei prossimi anni. E` importante sotto questo profilo seguire anche l’evoluzione di quello che sta succedendo in Georgia, dove la nuova leadership salita recentemente al potere non sembra favorevole all’avvicinamento all’Europa”.(Foto: Yehor Milohrodskyi su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    KEY the Energy Transition Expo: presentata partnership  tra “Fondazione CER Italia” ed Enel

    (Teleborsa) – È stata presentata oggi durante il Key Energy di Rimini la partnership tra Enel e Fondazione CER Italia, la prima e unica comunità energetica nazionale a trazione pubblica, già operativa all’entrata in vigore dei regolamenti specifici. La Comunità Energetica si propone di offrire alle amministrazioni locali un modello “plug&play” che consente il lancio rapido ed efficace di configurazioni dedicate ai propri territori, coinvolgendo comuni, cittadini e imprese nel ruolo di consumatori e piccoli produttori. Nei territori dove la CER dispone d’impianti di produzione da fonti pulite, l’entrata a far parte della comunità energetica permette anche agli aderenti di beneficiare degli incentivi dedicati alle CER per i membri consumatori. Un sistema che ottimizza l’utilizzo di energia rinnovabile, producendo un beneficio economico, ambientale e sociale.Fondazione CER Italia, grazie ad una rete di partnership, consente ai suoi membri di accedere a proposte dedicate, definite dalle aziende partner. Nell’ambito di questa iniziativa, è stato annunciato l’avvio della collaborazione con Enel, che diventa partner per i servizi energetici di Fondazione CER Italia e dei suoi membri. Enel è un operatore di primo piano nei servizi a supporto delle CER, con oltre 28 MW d’impianti fotovoltaici gestiti nella disponibilità di comunità energetiche in fase di popolamento. L’impegno di Enel a supporto di Fondazione CER Italia si articola su diversi fronti, supportando i membri con proposte per l’energia elettrica e il gas e soluzioni per la realizzazione d’impianti fotovoltaici, dedicate in particolare alle pubbliche amministrazioni e alle piccole e medie imprese aderenti alla Fondazione.La Fondazione, operativa già dal 2023, vede come membri 43 Comuni da tutta Italia, in particolare enti sotto i 5mila abitanti che non hanno la forza per costituire una comunità energetica, ma facendo parte di Fondazione CER Italia possono usufruire del 40% a fondo perduto del PNRR.L’iniziativa di Fondazione CER Italia è stata illustrata dalla presidente della Fondazione e sindaca del Comune di Montevarchi, Silvia Chiassai Martini, nell’area GSE della fiera Key The Energy Transition Expo di Rimini, l’evento di IEG (Italian Exhibition Group) tra i più importanti sulla transizione e l’efficienza energetica. Alla presentazione erano presenti il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il presidente del GSE, Paolo Arrigoni e il direttore Italia di Enel, Nicola Lanzetta.”Tutti possono essere protagonisti attivi della rivoluzione virtuosa promossa da Fondazione CER Italia. La comunità energetica è già pienamente operativa e consente di beneficiare fin da subito di vantaggi economici, con un impatto positivo sia per i piccoli comuni sia per le aziende sia, soprattutto, per le fasce più fragili della popolazione. L’iniziativa favorisce la produzione e lo scambio di energia rinnovabile, oltre a offrire un sostegno immediato alle imprese e ai cittadini, in un contesto di crescente caro energia – ha affermato Chiassai Martini –. La partnership con Enel rappresenta un ulteriore passo concreto verso un modello di produzione energetica più sostenibile e inclusivo dove la più grande azienda energetica italiana sceglie di collaborare con una progettualità nata dal basso, dimostrando che la transizione ecologica può avvenire attraverso sinergie virtuose. Una collaborazione che coniuga innovazione, risparmio e impegno sociale, ponendo le basi per un futuro energetico più equo e partecipativo”.”Enel è fortemente impegnata nell’accelerazione della transizione energetica del Paese attraverso importanti investimenti nelle rinnovabili e sulla rete di distribuzione elettrica per renderla sempre più digitalizzata e resiliente – ha dichiarato Lanzetta –. I dati sullo sviluppo delle rinnovabili dimostrano che cittadini e imprese hanno pienamente compreso l’importanza e anche la convenienza di queste fonti energetiche. In questo contesto le Comunità Energetiche Rinnovabili giocano un ruolo fondamentale perché consentono di condividere i benefici della produzione di energia rinnovabile all’interno delle comunità locali. L’accordo che abbiamo siglato oggi va proprio in questa direzione ed è un’ulteriore dimostrazione dell’impegno di Enel nel sostenere strumenti così strategici per il futuro energetico del Paese”. LEGGI TUTTO

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    Usa, Bombardieri: “Con i dazi rischiamo di perdere 50mila posti”

    (Teleborsa) – “La scelta di mettere i dazi da parte degli Usa, se confermata, sarà un problema per l’Europa e per l’Italia. Alcuni calcoli parlano di un danno di svariati miliardi e rischiamo di perdere oltre 50mila posti di lavoro”. È quanto ha affermato il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, in occasione dei 75 anni del sindacato di via Lucullo. Diversi i temi affrontati nel suo discorso da Bombardieri, in primis la sicurezza sul lavoro. “Le persone continuano a morire sul lavoro, abbiamo chiesto di intervenire sulla sicurezza ma il governo fa finta di niente. Raccontateci quante patenti a crediti avete dato, diteci se ne avete tolta qualcuna. Se ne avete tolta una sola” ha detto il segretario generale della Uil. Sul fronte dei contratti della Pa Bombardieri rilancia la proposta sulle risorse: “Mettete subito le risorse previste per il 2027 e noi il contratto lo firmiamo domani», afferma ricoirdando che nel complesso sono sei milioni i lavoratori con il contratto scaduto”. La semplificazione dei contratti, per combattere il dumping; la revisione del modello contrattuale, perché il sistema basato sull’inflazione Ipca al netto degli energetici “va superato”; e la rappresentanza, perché “è arrivato il momento di pesare i sindacati” prevedendo “un election day nel settore privato per eleggere i propri rappresentanti sindacali”. Questi i tre temi su cui il segretario generale della Uil ha lanciato le proposte a Cgil e Cisl, a Confindustria e al governo. “In questo periodo – ha detto Bombardieri – assistiamo purtroppo ad uno scontro globale, la sensazione che abbiamo è che non si parli più di lavoro. Oggi noi proponiamo tre grandi temi per affrontare quelli che sono i problemi principali del lavoro”. La Uil, sottolinea Bombardieri, è “un’organizzazione sindacale riformista, laica, che oggi ripropone tre grandi temi. Intanto la necessità di semplificare i contratti: il Cnel certifica che abbiamo più di mille contratti depositati e molti di questi sono contratti in dumping che riducono le condizioni economiche e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Quindi c’è la necessità di affrontare questo problema: soltanto nel settore della multiservizi esistono oggi 36 contratti e il nostro, che è più alto, è distanziato da quello che viene dietro da 6mila euro annui per i lavoratori. Quando si parla di record sull’occupazione bisognerebbe tener conto anche di questo”. Il secondo tema, prosegue il leader della Uil, è quello di “una necessaria revisione del modello contrattuale. In questi anni abbiamo parlato del rinnovo dei contratti e abbiamo utilizzato come valore l’Ipca, che considera l’inflazione al netto degli aumenti energetici: è uno strumento che va ridiscusso e superato. Va ridiscusso con le parti sociali: abbiamo chiesto a Confindustria di aprire un confronto, chiediamo al governo di avere un ruolo positivo in questa discussione”. E poi c’è il tema della rappresentanza, “ogni volta che ci presentiamo al tavolo con il governo ci sono 16 sindacati. Ovviamente noi siamo a favore della presenza di tanti sindacati. Crediamo però che sia arrivato il momento di pesare i sindacati: ognuno deve chiarire chi rappresenta e che cosa. Ecco perché chiediamo che nel settore privato ci sia un election day, cioè che i lavoratori e le lavoratrici possano eleggere liberamente e democraticamente i propri rappresentanti sindacali. È un metodo che già esiste nel settore pubblico – ricorda Bombardieri –. C’è un accordo interconfederale che stabilisce anche i criteri firmato da tutte le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali, chiediamo al governo di fare una legislazione di sostegno con due articoli: il primo che costringa le aziende a comunicare gli iscritti al sindacato; il secondo è che ci sia una data uguale per tutti, in tutto il Paese, per eleggere i rappresentanti sindacali”.Infine il tema delle pensioni. “n questo periodo abbiamo assistito a pannicelli caldi e a propaganda fatta sulla pelle delle persone. Chiediamo da due anni a questo governo di aprire un tavolo serio che sia in grado di affrontare una riforma strutturale delle pensioni” ha detto il segretario generale della Uil. Bombardieri rilancia anche l’idea “di parlare di una previdenza complementare obbligatoria, di superare quelle discussioni spesso ipocrite sul silenzio assenso. Se valutiamo che dobbiamo costruire un sistema pensionistico per chi lavora oggi e andrà in pensione fra 30-35 anni, forse – ha concluso – è il caso di parlare anche di questo”. LEGGI TUTTO

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    Metalmeccanici, sciopero nazionale per contratto il 28 marzo

    (Teleborsa) – Otto ore di sciopero nazionale il 28 marzo, con manifestazioni provinciali e regionali nella stessa data. È quanto hanno proclamato le segreterie nazionali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil per chiedere la ripresa della trattativa con Federmeccanica e Assistal per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, interrotta a novembre.Il contratto, scaduto a fine giugno 2024, riguarda circa 1,5 milioni di lavoratori. La nuova mobilitazione, che fa seguito alle 16 ore di sciopero proclamate tra dicembre e febbraio, sarà preceduta il 21 marzo – è stato annunciato nel corso di una conferenza stampa unitaria – da tre assemblee in cui è attesa la presenza di migliaia di delegati, che si svolgeranno in contemporanea al nord, al centro e al sud Italia. LEGGI TUTTO

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    Dazi, segretario al Commercio Usa apre a Canada e Messico: possibili alcune esenzioni

    (Teleborsa) – Il segretario al Commercio degli Stati Uniti, HowardLutnick, ha dichiarato che in giornata potrebbe essere annunciate alcune esenzioni sui nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump per le importazioni di beni da Canada e Messico. In un’intervista a Fox Business, Lutnick ha comunque escluso che ci sarà una revoca totale dei dazi, ipotizzando più una soluzione intermedia dato lo spirito di collaborazione mostrato dai due Paesi.Secondo Bloomberg si tratta del primo segnale pubblico da parte della squadra di Trump che indicherebbe una qualche indecisione sulla misura – “la più grande serie di nuovi dazi statunitensi in quasi un secolo” – da parte del presidente americano.(Foto: Matt H. Wade) LEGGI TUTTO

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    USA, ADP: a febbraio 77 mila occupati in più, ben sotto le attese

    (Teleborsa) – Sotto le attese l’andamento dei nuovi posti di lavoro nel settore privato statunitense a febbraio 2025. Gli occupati del settore privato hanno registrato infatti un aumento di 77 mila posti di lavoro, dopo i 186 mila del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di 183 mila). Le attese dagli analisti indicavano un aumento di 141 mila unità. È quanto indica il report della Automated Data Processing (ADP), che ogni mese pubblica questo report sul mercato del lavoro sulla base dei dati aggregati pervenuti dal settore privato non agricolo. Tale report precede quello ufficiale del Dipartimento del Lavoro che verrà pubblicato venerdì prossimo, 7 febbraio 2025.La crescita maggiore è quella del settore dei servizi (+36 mila), in particolare Professional/business services (+27 mila) e Financial activities (+26 mila). Nel settore manifatturiero i posti di lavoro aumentano di 18 mila unità, mentre in quello delle costruzioni salgono di 26 mila unità.A livello dimensionale, le piccole imprese hanno registrato un decremento degli occupati di 12 mila, mentre le imprese di medie dimensioni registrano un incremento di 46 mila e l’industria di grandi dimensioni di 37 mila.”L’incertezza politica e un rallentamento della spesa dei consumatori potrebbero aver portato a licenziamenti o a un rallentamento delle assunzioni il mese scorso – ha affermato Nela Richardson, chief economist di ADP – I nostri dati, combinati con altri indicatori recenti, suggeriscono un’esitazione nelle assunzioni tra i datori di lavoro mentre valutano il clima economico futuro”. LEGGI TUTTO

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    Giustizia, AIGA scrive a premier Meloni: “Pieno sostegno a riforma separazione carriere”

    (Teleborsa) – “L’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA) intende manifestare il proprio sostegno alla proposta di legge di riforma costituzionale in tema di separazione delle carriere recentemente approvata, in prima lettura, dalla Camera dei Deputati”. È quanto scrive Carlo Foglieni, presidente nazionale AIGA, in una lettera inviata questa mattina alla presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni.”La proposta – si legge nella lettera a firma del presidente dei Giovani Avvocati – rappresenta l’effettiva attuazione del giusto processo previsto dall’articolo 111 della Costituzione, nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura, previsto dall’articolo 104. Si tratta di una scelta coerente con le finalità di garantire la pienezza del contraddittorio e l’equidistanza tra accusa e difesa, nonché la concreta terzietà del giudice. Principi che costituiscono la vera essenza della giurisdizione, che potrà raggiungere il suo più pieno compimento con la previsione dell’avvocato in Costituzione, ultimo tassello mancante per l’autentica e auspicata riforma della giustizia. La nostra Associazione – conclude Foglieni – non mancherà, come già fatto in passato, di dare il proprio concreto e fattivo contributo alla discussione – si legge ancora nella lettera a firma del presidente dei Giovani Avvocati – anche attraverso iniziative di dibattito pubblico con gli attori in gioco e rivolti alla cittadinanza”. LEGGI TUTTO

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    Auto, la Commissione Ue presenta il piano d’azione: niente multe ai costruttori nel 2025

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha presentato il suo piano d’azione per il settoreautomobilistico basato sul dialogo strategico lanciato alla fine di gennaio dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Tra le proposte inserite nel piano c’è soprattutto la modifica del regolamento sulle norme in materia di emissioni di CO2 per autovetture e furgoni che, se adottata, consentirà ai costruttori di automobili di conseguire i loro obiettivi di conformità calcolando la media delle loro prestazioni su un periodo di tre anni (2025-2027), evitando quindi di pagare quest’anno le sanzioni in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi fissati.”Per mantenere una solida base produttiva europea ed evitare dipendenze strategiche”, la Commissione ha annunciato anche lo stanziamento di 1,8 miliardi di euro per la creazione di una catena di approvvigionamento “sicura e competitiva per le materie prime delle batterie, che contribuirà a sostenere la crescita dell’industria automobilistica europea”. “È fondamentale che l’Europa realizzi una produzione di celle dell’UE competitiva in termini di costi che copra gran parte della fornitura di batterie e generi valore aggiunto europeo lungo la catena di approvvigionamento – ha sottolineato si legge nella nota che ha presentato il piano –. La Commissione sosterrà ulteriormente l’industria delle batterie dell’UE e l’aiuterà a mantenere una solida base di produzione europea, con finanziamenti a titolo del Fondo per l’innovazione. La Commissione esaminerà inoltre il sostegno diretto alla produzione per le imprese che producono batterie e i criteri diversi dal prezzo per componenti quali i requisiti di resilienza”.La Commissione ha poi fatto sapere che collaborerà attivamente con gli Stati membri per ottimizzare questi sistemi di incentivi per i consumatori.La Commissione ha poi assicurato che garantirà condizioni di parità utilizzando strumenti di difesa commerciale, come le misure antisovvenzioni, per proteggere le imprese europee dalla concorrenza sleale. Allo stesso tempo, proseguiranno i negoziati con i paesi partner per migliorare l’accesso al mercato e le opportunità di approvvigionamento per l’industria automobilistica. La Commissione proporrà inoltre misure volte a garantire che gli investimenti esteri nel settore automobilistico dell’UE contribuiscano alla competitività a lungo termine dell’industria, adoperandosi nel contempo per ridurre gli oneri amministrativi a carico delle case automobilistiche europee attraverso la semplificazione normativa.La Commissione ha infine lanciato un’alleanza europea dedicata ai veicoli connessi e autonomi che riunirà le parti interessate del settore automobilistico europeo per plasmare lo sviluppo di veicoli di prossima generazione e contribuire a sviluppare il software condiviso e l’hardware digitale necessari per dare vita a questa tecnologia.Il Commissario per i Trasporti sostenibili e il turismo, Apostolos Tzitzikostas, ha annunciato che la revisione dei regolamenti Ue sulle emissioni del settore automobilistico prevista per il 2026 sarà anticipata alla seconda metà del 2025. “Non abbiamo tempo da perdere”, ha affermato. Il Commissario greco ha ribadito che l’obiettivo del 2035, cioè lo stop alla vendita di auto termiche, non sarà in discussione. Tzitzikostas ha assicurato che restano fermi anche gli obiettivi previsti per il 2030.”C’è così tanto potenziale inutilizzato sul mercato globale, quando si tratta di innovazione e soluzioni pulite – ha dichiarato la presidente Ursula von der Leyen –. Voglio che la nostra industria automobilistica europea assuma un ruolo guida. Promuoveremo la produzione interna per evitare dipendenze strategiche, in particolare per la produzione di batterie. Ci atterremo ai nostri obiettivi concordati in materia di emissioni, ma con un approccio pragmatico e flessibile. Il nostro obiettivo comune è un’industria automobilistica sostenibile, competitiva e innovativa in Europa a vantaggio dei nostri cittadini, della nostra economia e del nostro ambiente”. LEGGI TUTTO