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    Ast Terni, Urso: “Al lavoro per accordo di programma a febbraio”

    (Teleborsa) – “Si è concluso, con la piena intesa di tutte le parti su agenda, obiettivi e modalità per la definizione dell’accordo di programma sulle acciaierie di Terni Ast-Arvedi, il tavolo presieduto oggi dal ministro Urso a Palazzo Piacentini. Su proposta del ministro è stato definito un cronoprogramma per sciogliere i nodi sul piano tecnico riguardo all’approvvigionamento energetico, sulla base degli intendimenti della Regione Umbria, e in relazione alle risorse che saranno messe a disposizione da MASE e MIMIT a supporto del Piano industriale dell’azienda, per giungere alla firma dell’accordo di programma entro il mese di febbraio”. È quanto fa sapere il ministero delle Imprese e del Made in Italy in una nota al termine del tavolo sulle acciaierie di Terni Ast-Arvedi che si è svolto oggi a Palazzo Piacentini.”Nel corso del mese di gennaio – prosegue il Mimit – si terrà il tavolo tecnico per definire il quadro delle agevolazioni a sostegno dell’investimento siderurgico nel rispetto delle regole europee. Un secondo ambito di intervento, in formato multilaterale tra Mimit, l’azienda, la Regione Umbria e il Comune di Terni, è collegato all’approvvigionamento energetico, in relazione alla gara per la nuova concessione della centrale idroelettrica di Terni che avverrà nel 2029 e su cui la Regione dovrà fornire i suoi intendimenti. L’obiettivo, sottolineato da Urso, è convocare per febbraio un tavolo conclusivo per la sottoscrizione dell’accordo di programma”.”C’è bisogno di chiarezza, lo faremo nelle prossime settimane a livello tecnico con la regione con il Ministero dell’Ambiente e soprattutto con l’azienda, affinché sia poi possibile convocare per febbraio un tavolo, a questo punto conclusivo, per la sottoscrizione dell’accordo di programma” ha affermato il Urso. Un incontro andato “molto bene” ha detto il ministro. “Abbiamo fatto il punto su una vertenza molto significativa e condiviso un cronoprogramma che – ha spiegato il ministro – ci porterà entro il mese di febbraio a firmare l’accordo di programma con l’azienda e le varie istituzioni per il rilancio di questo importante e significativo sito siderurgico italiano”. “L’incontro di questa mattina al MiMIT sulle acciaierie di Terni AST – Arvedi, al quale hanno preso parte, col ministro Adolfo Urso, i rappresentanti della Regione Umbria, dell’azienda, del Comune e delle organizzazioni sindacali, consente di fare un passo in avanti nella vertenza in corso. Positiva la stesura di un cronoprogramma, che da qui a febbraio porterà alla stesura dell’accordo di programma tra le varie istituzioni e l’azienda, al fine di rilanciare un polo siderurgico molto importante e strategico per l’Umbria come per l’Italia – ha commentato in una nota il sottosegretario al ministero dell’interno, Emanuele Prisco –. Il ministero delle imprese e del made in Italy si sta occupando della vertenza con grande solerzia ed efficacia e di questo ringrazio il ministro Urso. Dirimenti saranno adesso le determinazioni della Regione in merito alla concessione della centrale idroelettrica, determinazioni che dovranno arrivare entro fine gennaio: la riduzione del costo dell’energia è infatti condizione chiave per la realizzazione del piano industriale elaborato dall’azienda”. Durante il tavolo Ast-Arvedi di Terni il ministro Urso ha colto anche l’occasione per illustrare alle organizzazioni sindacali il non paper presentato il 27 alla Commissione europea. Il documento, promosso da Urso, di intesa con il ministro dell’Ambiente e dell’Enegia, Gilberto Pichetto, propone alla Commissione europea di anticipare al 2025 le clausole di revisione già previste, al fine di migliorare il CBAM prima della sua entrata in vigore a regime nel 2026.Ma l’incontro ha deluso le aspettative dei sindacati. “L’incontro di questa mattina al MIMIT è stato semplicemente paradossale con i diversi soggetti istituzionali che hanno fatto dichiarazioni ambigue e senza assunzioni di responsabilità effettive sul tema del costo dell’energia posto da Arvedi. La delusione da parte nostra sull’incontro di oggi è stata pesante rispetto alle nostre aspettative di poter verificare la concretizzazione dell’accordo di programma. Siamo preoccupati sul protrarsi dello stato di incertezza sulla competitività di Ast che potrebbe scaricarsi sui lavoratori che in questi anni hanno già subito la disastrosa precedente gestione dì Thyssenkrupp – hanno dichiarato Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm e responsabile settore siderurgico, e Simone Lucchetti, segretario Uilm Terni –. Un risultato lo abbiamo però ottenuto grazie alle nostre sollecitazioni ed è quello di aver strappato al ministro Urso l’impegno a concludere l’iter dell’Accordo di programma entro il prossimo mese di febbraio. Nel frattempo le istituzioni regionale e nazionale verificheranno la possibilità di trovare, entro il 20gennaio, una soluzione transitoria, almeno biennale, per ridurre l’impatto del costo del costo dell’energia, compatibilmente con le normative per gli aiuti di stato”. “L’accordo di programma dovrebbe portare nel sito di Terni investimenti per circa un miliardo di euro. Riscontriamo che dopo un lungo dibattito fra tutte le parti coinvolte non sono emerse risoluzioni attuative per sciogliere il difficile nodo del caro energia – hanno dichiarato in una nota congiunta il segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, il vice segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Daniele Francescangeli con delega alla siderurgia e il coordinatore Arvedi AST, Antonello Martoni –. Abbiamo rappresentato, come detto più volte, la necessità di ricevere un miliardo di euro di investimento per la transizione ecologica, l’installazione di nuovi impianti lavorativi con un accordo di programma volto al rilancio del sito e al mantenimento dei volumi produttivi”. Infine Spera ha invitato il governo e le istituzioni: “Alla responsabilità per una rapida soluzione delle problematiche, per la salvaguardia dei lavoratori e dell’intero territorio nazionale. Entro la fine del mese di febbraio si terrà un incontro per definire il percorso dell’accordo di programma e un accordo ponte che traghetterà l’azienda verso il 2029”. “Apprezzando la convocazione avvenuta a ridosso della fine dell’anno, ad oggi – hanno sottolineato il segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Aló e il segretario generale Fim Cisl Umbria Simone Liti –. Non abbiamo potuto rilevare avanzamenti dal punto di vista energetico a sostegno del progetto di sviluppo del sito siderurgico. Inoltre, abbiamo appreso che anche dal lato del fondo hard to abate siano stati registrati dei rallentamenti a causa di ulteriori aggiornamenti richiesti sul fondo per una sostenibilità di accesso allo stesso. L’azienda, dal canto suo, ha ribadito come il tempo trascorso dal momento dell’acquisto l’abbia vista realizzare investimenti di circa 300 milioni di euro e come altri siano in fase di programmazione. Il ministro Urso ha proposto che il mese di gennaio sia il mese in cui tutta la fase istruttoria sia propedeutica alla preparazione dell’accordo di programma, per poi riconvocare il tavolo entro il mese di febbraio, data ultima che dovrà poi vedere la firma sullo stesso. Tuttavia, il tema dell’energia rimane il tema centrale su cui lavorare e comunque dal punto di vista transitorio di difficile soluzione per non impattare sulle regole della concorrenza e competitività europea. Come Fim Cisl abbiamo ribadito come sia necessario che tra Governo, istituzioni regionali e comunali si debba lavorare in piena sintonia affinché le strade percorribili siano elemento di valore e non di competizione politica. Questo quadro è determinante affinché le soluzioni, comunque complicate, non siano per il presente e il futuro scaricate sui lavoratori, in quanto il 40% dei costi energetici si va a recuperare sul costo del lavoro. Inoltre, oggi rileviamo che il tema dell’energia è fondamentale risolverlo per Ast e tutte le aziende energivore non solo per il proseguimento degli investimenti sul sito Ternano, ma sul suo destino industriale e strategico per il paese, che deve rimanere competitivo e oggi non è così, sia sul fronte europeo che su quello internazionale, dove la concorrenza è sempre più stringente, oltre che per i costi energetici, anche per l’importazione di prodotti siderurgici asiatici a basso costo”. Sul futuro di Acciai Speciali Terni “non si registrano passi avanti” e “tutte le incertezze rimangono irrisolte” dichiarano in una nota Loris Scarpa responsabile siderurgia per la Fiom-Cgil nazionale e Alessandro Rampiconi segretario generale Fiom-Cgil Terni dopo l’incontro che si è tenuto oggi presso il Mimit, riguardo allo stato di avanzamento dell’accordo di programma. “Come Fiom non registriamo passi in avanti – dicono – anzi una riduzione degli investimenti pubblici e privati dovuta al rinvio della produzione di acciaio magnetico. Inoltre, c’è una stretta sull’arco temporale per la soluzione del costo dell’energia, nella fase transitoria, che sarà possibile eventualmente solo per gli anni 2027-2028. L’azienda ha ribadito, infine, che senza una soluzione sul costo dell’energia, anche nella fase transitoria, sarà costretta ad incrementare l’importazione di semilavorati dall’Asia”. Per la Fiom “coerentemente con quanto detto nei precedenti incontri, l’area a caldo deve rimanere centrale nelle produzioni di Terni e nei piani di sviluppo dell’intero ciclo integrato senza alcun impatto occupazionale, visto che ad oggi gli impianti non sono saturi e comunque non va incrementata l’importazione di bramme oltre l’attuale 10%”. “In merito al fantomatico accordo di programma, che non vede la partecipazione delle organizzazioni sindacali – proseguono – chiediamo che gli impegni istituzionali e aziendali siano garantiti a prescindere. Il Governo ha preso l’impegno di trovare delle soluzioni temporanee, in sinergia con Regione Umbria e azienda, entro il 20 gennaio 2025. Pertanto – annunciano i due esponenti della Fiom – considerata la permanenza di tutte le criticità iniziali, ribadiamo che nello stabilimento ternano continua a rimanere in atto lo stato di agitazione dei lavoratori”. LEGGI TUTTO

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    Mercato immobiliare USA, cresce la vendita di case in corso. Sopra attese

    (Teleborsa) – Aumentano ancora le compravendite di abitazioni negli Stati Uniti, secondo i numeri che emergono dai compromessi per l’acquisto, un indicatore dell’andamento prospettico del mercato immobiliare e dei mutui.Nel mese di novembre, l’indice pending home sales (vendite case in corso), pubblicato dall’Associazione degli operatori immobiliari (NAR), ha registrato un incremento del 2,2% su base mensile, portandosi a quota 79 punti contro la salita dell’1,8% registrato a ottobre. Il dato si confronta con il +0,9% atteso dagli analisti. LEGGI TUTTO

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    USA, sotto attese l’attività manifatturiera nell’area di Chicago

    (Teleborsa) – Peggiora l’attività manifatturiera nell’area di Chicago. Nel mese di dicembre, l’indice PMI Chicago si è attestato a 36,9 punti contro i 40,2 punti del mese precedente. Il dato risulta anche peggiore delle stime degli analisti, che erano per un aumento a 42,7 punti. Si ricorda che un livello dell’indice al di sopra di 50 punti denota un’espansione mentre un livello al di sotto dei 50 punti indica una contrazione del settore manifatturiero statunitense. LEGGI TUTTO

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    Mercato immobiliare italiano 2024: prezzi in aumento del 2,2% su base annua

    (Teleborsa) – I prezzi delle abitazioni usate in Italia fanno registrare un incremento del 2,2% nel corso del 2024, per attestarsi a un valore medio di 1.880 euro al metro quadro. È quanto emerge dall’ultimo report di idealista, il portale immobiliare leader per lo sviluppo tecnologico in Italia. Rispetto allo scorso trimestre, i prezzi sono aumentati dell’1,5% nell’ultima parte dell’anno. “Il rialzo dei prezzi – spiega Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’Ufficio Studi di idealista – è dovuto alla scarsità di immobili disponibili, che ha compensato l’effetto negativo dei costi del credito elevati. Per il 2025 prevediamo un incremento graduale e costante dei prezzi, accompagnato da una ripresa delle compravendite, favorita dai primi tagli ai tassi ipotecari avviati nella seconda metà dell’anno e dal ritorno della domanda, in particolare nelle grandi città”.CapoluoghiIl panorama dei prezzi immobiliari nelle principali città italiane presenta un andamento positivo diffuso nel corso del 2024, con 87 capoluoghi che registrano aumenti annuali, mentre 21 città su 104 monitorate da idealista evidenziano dei ribassi. I maggiori incrementi annuali spettano a Vicenza (15,6%), Como (13,2%) e Trieste (10,1%), seguite da Brescia e Rovigo cresciute del 10%. Ulteriori aumenti spaziano in un’ampia forbice che va dal 9,5% di Ancona e Gorizia allo 0,3% di Mantova, Catanzaro e Trapani. Nei mercati con maggiori ribassi troviamo Oristano (-8,2%) e Cuneo (-6,6%). Analizzando le principali piazze italiane, incrementi si segnalano a Torino (3,1%), Roma (2,5%), Napoli (2,3%) e Milano (1,6%). Sul versante dei prezzi al metro quadro, Milano si conferma la regina del mattone nel 2024 con 5.067 euro, seguita da Bolzano (4.681 euro/m²) e Venezia (4.572 euro/m2). Firenze (4.216 euro/m2) e Bologna (3.585 euro/m2) completano le prime cinque posizioni. Roma è settima con 3.019 euro/m2, mentre Napoli si posiziona all’undicesimo posto della graduatoria con 2.813 euro al metro quadro. Al contrario, le città più accessibili per l’acquisto di un’abitazione risultano essere Caltanissetta (709 euro/m²), Ragusa (743 euro/m²) e Biella (783 euro/m²).ProvinceA livello provinciale, l’85% delle aree monitorate ha registrato un aumento dei prezzi. Belluno (14,7%), Vicenza (11,9%) e Trento (10,5%) guidano la classifica dei rincari. Significativo anche l’aumento nella provincia di Milano (3,7%), mentre Roma registra un lieve aumento dello 0,8%. I ribassi quest’anno sono limitati a 16 aree guidate dalla provincia di Oristano, con un calo dell’8,2%, davanti a Potenza (-4,4%), Terni (-3,7%), Reggio Calabria (-3,2%), Frosinone (-3,1%) e Caltanissetta (3%). Firenze è l’unica provincia a mantenere invariati i prezzi rispetto a dodici mesi fa. Le province più costose si confermano Bolzano (4.568 euro/m²), Milano (3.519 euro/m²), Lucca (3.165 euro/m²) e Savona (3.114 euro/m²). Le più economiche sono, invece, Biella (633 euro/m²), Caltanissetta (654 euro/m²) e Isernia (693 euro/m²).Regioni La dinamica dei prezzi a livello regionale evidenzia un trend positivo, con 18 delle 20 regioni che registrano un aumento rispetto all’anno precedente. I rialzi più significativi si osservano in Trentino-Alto Adige (8,6%) e Veneto (8,5%). Aumenti superiori al cinque per cento annuo anche per Valle d’Aosta (6,9%) e Emilia-Romagna (5,4%). Le restanti regioni evidenziano incrementi che vanno dal 4,7% della Lombardia allo 0,5% dell’Umbria. Basilicata (-1,3%) e Lazio (-0,5%) sono le uniche regioni ad aver subito alcune variazioni negative nei prezzi negli ultimi 12 mesi. Per quanto riguarda i prezzi, il Trentino-Alto Adige si conferma anche nel 2024 la regione italiana con le abitazioni più care con i suoi 3.285 euro di media, seguita da Valle d’Aosta (2.778 euro/m2) e Liguria (2.513 euro/m2). Valori immobiliari al di sopra la media nazionale anche in Toscana (2.351 euro/m2), Lombardia (2.276 euro/m2), Lazio (2.121 euro/m2), Emilia-Romagna (1.933 euro/m2) e Veneto (1.914 euro/m2). Le altre 14 regioni presentano prezzi inferiori alla media italiana compresi tra i 1.657 euro al metro quadro della Sardegna e i 929 del Molise, la regione più accessibile per gli aspiranti proprietari di casa italiani. LEGGI TUTTO

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    Gallerie d’Italia, Intesa Sanpaolo: nei quattro musei 750mila visitatori nel 2024

    (Teleborsa) – Nel 2024 sono stati 750 mila i visitatori delle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, i quattro musei a Milano, Napoli, Torino e Vicenza, che nascono dalla trasformazione di palazzi storici di proprietà della Banca precedentemente adibiti a sedi di lavoro: grazie a imponenti interventi di ristrutturazione architettonica, tali edifici di pregio sono diventati luoghi dedicati all’arte e alla cultura per l’esposizione di parte delle oltre 35 mila opere d’arte di cui 3.500 di particolare pregio della collezione di Intesa Sanpaolo. Di questi, 100 mila sono stati studenti di scuole di ogni ordine e grado, per i quali le attività sono gratuite. L’attività svolta nell’ambito del Progetto Cultura, piano pluriennale di iniziative nato per volontà dell’attuale presidente emerito Giovanni Bazoli, ha visto la realizzazione di dodici grandi mostre, 60 incontri collaterali e numerose partnership con istituzioni culturali italiane e straniere. L’impegno verso l’arte e la cultura, diventato negli anni un valore identitario e tratto distintivo del Gruppo guidato da Carlo Messina, è parte di un imponente programma che destina 1,5 miliardi di euro per interventi per l’Italia entro il 2027.Il primo museo fu istituito a Vicenza nel 1999, quello di Napoli nel 2007 e quello di Milano nel 2011. Nel maggio 2022 la nascita del quarto museo a Torino, insieme al trasferimento delle Gallerie napoletane nella nuova sede di via Toledo, ha arricchito e completato il polo museale di Intesa Sanpaolo. La cura delle raccolte d’arte appartenenti al Gruppo si accompagna all’attenzione nei confronti del patrimonio artistico e architettonico nazionale attraverso Restituzioni, il più importante programma di restauri a livello mondiale, che dal 1989 ad oggi ha consentito di “restituire” alla collettività oltre 2.200 beni artistici del Paese, con il coinvolgimento delle Soprintendenze italiane, delle Direzioni Regionali Musei e Musei autonomi e di restauratori qualificati su tutto il territorio nazionale, oltre ai maggiori centri per il restauro. La mostra di Restituzioni che raccoglie i beni restaurati nel corso della XX edizione si svolgerà a Roma nel 2025. Rientra inoltre nelle attività del Progetto Cultura la gestione e la condivisione dell’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo che raccoglie il vasto patrimonio documentale appartenuto alle numerose banche entrate a far parte del Gruppo.Un elemento di forte innovazione in materia di valutazione, dal 2017, è il monitoraggio costante del valore economico delle collezioni rispetto al mercato, attraverso il processo di rideterminazione a fair value del valore delle opere appartenenti alla classe “patrimonio artistico di pregio” tramite perizie triennali. Intesa Sanpaolo è stata la prima banca a livello internazionale a realizzare tale operazione che va ben oltre il significato contabile poiché rende tangibile la profonda integrazione tra la collezione corporate e la vita dell’impresa. Il modello adottato da Intesa Sanpaolo è stato oggetto di un Protocollo di collaborazione firmato di recente presso il Ministero dell’Interno con il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Il Gruppo metterà a disposizione la sua esperienza per realizzare un modello di misurazione utile a valutare a valore di mercato (fair value) opere d’arte, beni archivistici e librari di 862 chiese di proprietà del Fondo Edifici di Culto (FEC) operante presso il Dipartimento.Si intensifica l’ampia collaborazione instaurata con la National Gallery, una delle più prestigiose istituzioni museali al mondo. Intesa Sanpaolo sarà infatti Leading Exhibition Sponsor della grande mostra “Siena: The Rise of Painting 1300-1350” la cui apertura è prevista a Londra dall’8 marzo al 22 giugno 2025. Con oltre cento dipinti, sculture, oreficerie, tessuti, la mostra approfondirà un momento straordinario agli albori del Rinascimento italiano e il ruolo cardine svolto da artisti senesi come Duccio, Pietro e Ambrogio Lorenzetti e Simone Martini nella definizione della pittura occidentale. La mostra ‘The Last Caravaggio’ incentrata sul Martirio di Sant’Orsola, l’opera principale della collezione di Intesa Sanpaolo solitamente esposta nel museo delle Gallerie d’Italia di Napoli, è stata, con trecentomila visitatori – tremila al giorno, la terza più visitata negli ultimi dieci anni del museo britannico.Intesa Sanpaolo, Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo ha di recente annunciato il rilancio di Umberto Allemandi Editore attraverso l’acquisizione del 100% dei rami industriali della storica casa editrice, player di riferimento nel mondo dell’arte con la testata “Il Giornale dell’Arte”, fondata nel 1983, con le pubblicazioni dedicate all’arte, all’architettura, all’antiquariato, al design, e, più in generale, alla divulgazione culturale e alla critica contemporanea.A partire dal 2018 il Progetto Cultura diventa parte del Piano d’Impresa, a testimonianza della sua centralità all’interno della visione di una grande Banca che, oltre a svolgere una funzione insostituibile nello sviluppo economico, è sempre più riconosciuta anche come attore di primo piano nella crescita sociale e culturale del Paese. Il Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo, gestito dalla Direzione Arte Cultura e Beni storici di cui è responsabile Michele Coppola, anche direttore generale delle Gallerie d’Italia della Banca, rientra, dall’aprile 2024, nell’Area di Governo Sostenibilità guidata da Paola Angeletti.”L’anno che si conclude – ha affermato Coppola – è stato un anno di risultati oltre gli obiettivi e le aspettative. Non mi riferisco solo ai grandi progetti espositivi realizzati nelle quattro Gallerie d’Italia, sempre originali, frutto di ricerca e di relazione con importanti istituzioni, ma penso anche al numero crescente di visitatori e alle attività fatte con le scuole e i pubblici fragili, componente identitaria del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo. La principale soddisfazione è la forte considerazione con cui le Gallerie d’Italia sono conosciute e riconosciute, come luoghi che appartengono alle rispettive comunità, portando contributi che qualificano la proposta culturale delle città e delle piazze che le ospitano. è importante sottolineare anche l’ampiezza delle iniziative dedicate alle nostre collezioni d’arte in altre sedi in Italia e all’estero, grazie a un lavoro condiviso con altre realtà che pone la Banca tra i principali interlocutori europei nel difendere e diffondere il patrimonio culturale nazionale”. LEGGI TUTTO

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    Open Fiber arriva a Sutera: servizio ultraveloce già disponibile in 1.907 edifici

    (Teleborsa) – La fibra ottica di Open Fiber è arrivata anche a Sutera, in provincia di Caltanissetta. La rete ultraveloce oggi disponibile a Sutera raggiunge 1.907 unità immobiliari attraverso la tecnologia FTTH (Fiber-to-the-home, la fibra ottica stesa fino all’interno degli edifici), unica soluzione in grado di garantire velocità di connessione a 10 Gigabit al secondo. Si tratta – fa sapere Open Fiber in una nota – di un investimento strategico per la digitalizzazione del territorio che non grava sul bilancio del Comune. L’infrastruttura tecnologica, infatti, è stata finanziata con fondi regionali e statali nell’ambito del Piano Banda Ultra Larga (BUL) gestito da Infratel Italia, società del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il coordinamento della Regione Siciliana. La nuova rete è e resterà di proprietà pubblica.”Grazie alla rete FTTH e al progetto di cablaggio di Open Fiber, Sutera oggi è dotata di una rete ultra broadband in grado di erogare volumi di traffico dati sempre maggiori, consentendo di fare un uso veloce e abilitante dei collegamenti per lo smart working, lo streaming dei contenuti in HD, gli acquisiti online e l’accesso ai servizi da remoto della Pubblica amministrazione”, afferma Daniele Di Pietrantonio, field manager coordinator di Open Fiber.Grazie all’iniziativa “Open Fiber la scelta che ti premia”, tutti gli utenti residenziali di Sutera che attiveranno una connessione ultraveloce attraverso gli operatori partner di Open Fiber entro il 30 giugno 2025, potranno ricevere un voucher di 100 euro da convertire in un Buono Regalo Amazon.it, una gift card di MediaWorld o in un buono carburante. Il termine ultimo per la richiesta dei premi è fissato al 31 agosto 2025. LEGGI TUTTO

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    Fs Italiane, Pnrr: conclusi gli interventi di RFI in dieci stazioni ferroviarie al sud

    (Teleborsa) – Dieci stazioni ferroviarie al Sud riqualificate grazie agli interventi di RFI (Gruppo FS Italiane) previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Si sono conclusi, nel rispetto dei tempi, i lavori di ammodernamento delle prime dieci stazioni ferroviarie nel Mezzogiorno. I lavori, finanziati con circa 50 milioni di euro, hanno riguardato la riqualificazione e il miglioramento dell’accessibilità delle stazioni, con l’obiettivo di incrementare la qualità dei servizi e il comfort per i viaggiatori, in linea con le normative e i regolamenti europei in materia.Le dieci stazioni interessate dagli interventi sono: in Abruzzo Vasto San Salvo; in Calabria Scalea – San Domenica Talao e Vibo Valentia – Pizzo; in Campania Falciano-Mondragone-Carinola e Sapri; in Puglia Giovinazzo e San Severo; in Sardegna Macomer e Oristano; in Sicilia Milazzo. Gli interventi hanno interessato sia gli spazi interni sia quelli esterni delle stazioni, migliorando l’accessibilità per i viaggiatori, la qualità dei servizi offerti, il comfort e la sicurezza delle aree pubbliche. In totale, sono stati coinvolti 20 Raggruppamenti Temporanei di Imprese per l’esecuzione dei lavori.I lavori proseguono ora sulle restanti 20 stazioni e sugli otto hub ferroviari del Sud Italia (Villa San Giovanni, Messina Centrale-Messina Marittima, Benevento, Caserta, Bari, Taranto, Lecce e le stazioni della Linea 2 della metropolitana di Napoli), con completamento previsto entro il 2026. Questi interventi sono parte integrante del piano del Gruppo FS Italiane per migliorare l’accessibilità, modernizzare le infrastrutture ferroviarie e contribuire allo sviluppo sostenibile del Paese. LEGGI TUTTO

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    Cartelle fiscali pagabili in più rate dal 2025: 84 rate anche senza dichiarazione crisi

    (Teleborsa) – Dal 2025 sarà possibile pagare le cartelle fiscali in più rate: al beneficio avranno accesso tutti, contribuenti e imprenditori, anche quelli che non dichiarano lo stato di difficoltà dell’azienda, purché il debito sia inferiore ai 120mila euro. E’ quanto annunciato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo in merito al decreto che che disciplina le rateazioni con l’agente della riscossione dal 2025.Il nuovo piano di rateizzazione previsto dal decreto prevede: 84 rate mensili per domande presentate negli anni 2025 e 2026; 96 rate mensili per domande presentate negli anni 2027 e 2028; 108 rate mensili per domande presentate a partire dal 1° gennaio 2029.La “disposizione di salvaguardia” è prevista dall’articolo 6 del decreto, che stabilisce: “per le somme di importo fino a 120.000 euro, se non risulta idoneamente documentata la sussistenza della temporanea situazione di obiettiva difficoltà economico-finanziaria, l’agente della riscossione concede comunque la dilazione, accordando il numero massimo di rate mensili, in relazione all’anno di presentazione della richiesta”.I contribuenti che decideranno di comprovare lo stato di difficoltà o quelli che hanno un debito superiore a 120 mila euro otterranno una dilazione maggiore per il piano di rientro del debito, fino a un massimo di 120 rate in 10 anni. La presentazione della domanda è rilevante in relazione alla durata massima del piano che è così modulato: da 85 a un massimo di 120 rate per le istanze presentate negli anni 2025 e 2026; da 97 a 120 rate per istanze presentate negli anni 2027 e 2028; da 109 a 120 rate per istanze presentate dal 1° gennaio 2029.Il decreto prevede anche un caso un cui lo “stato di difficoltà” è presunto oggettivamente e riguarda l’ipotesi in cui l’unica unità immobiliare della famiglia o dell’impresa, adibita ad abitazione, a studio o all’attività d’impresa sia diventata inagibile per eventi eccezionali (calamità naturali, incendi o altro). LEGGI TUTTO