More stories

  • in

    USA, ISM manifatturiero febbraio scende più delle attese a 50,3 punti

    (Teleborsa) – Si modera l’attività manifatturiera negli Stati Uniti a febbraio 2025, pur mantenendosi in fase di contrazione. Lo segnala l’ISM – Insitute for Supply Management sulla base del consueto sondaggio mensile.L’indice dei direttori di acquisto del settore manifatturiero si è attestato a 50,3 punti, rispetto ai 50,9 punti del mese precedente, risultando inferiore alle attese degli analisti che stimavano una discesa fino a 50,6 punti. L’indicatore, che viene usato per valutare lo stato di salute del settore manifatturiero statunitense, si mantiene dunque sopra la soglia chiave di 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione dell’attività.Fra le varie componenti dell’indice, quella sui nuovi ordini scende a 48,6 punti da 55,1, mentre quella sull’occupazione cala a 47,6 da 50,3 e la componente relativa ai prezzi sale a 62,4 da 54,9 punti (contro attese per 56,2). LEGGI TUTTO

  • in

    USA, PMI manifatturiero febbraio rivisto al rialzo a 52,7 punti

    (Teleborsa) – Migliora l’attività manifatturiera degli Stati Uniti a febbraio 2025. Lo conferma l’indice dei direttori acquisto delle aziende elaborato da S&P Global. Nel secondo mese dell’anno, l’indice PMI manifatturiero si è portato a 52,7 punti, contro i 51,2 di gennaio. Si tratta di una lettura superiore ai 51,6 della stima preliminare e attesi dal consensus. L’indice si mantiene così sopra la soglia chiave di 50 punti che fa da spartiacque tra espansione (sopra 50 punti) e contrazione (sotto 50 punti) dell’attività.”Un aumento del PMI a un massimo di 32 mesi segnala un miglioramento della salute del settore manifatturiero che potrebbe essere solo superficiale”, ha detto Chris Williamson, Chief Business Economist presso S&P Global Market Intelligence.”Sebbene la produzione manifatturiera sia cresciuta ai tassi più elevati da maggio 2022 e i nuovi ordini siano aumentati al ritmo migliore in un anno, ci sono molti elementi che suggeriscono che questo miglioramento potrebbe essere di breve durata – ha aggiunto – La produzione e gli acquisti sono stati spesso sostenuti dalle aziende e dai loro clienti che hanno accumulato scorte per superare gli aumenti dei prezzi e i problemi di fornitura causati dai dazi. Nel frattempo, le esportazioni sono crollate e i ritardi nelle consegne dei fornitori sono stati i più comuni da ottobre 2022, a causa delle interruzioni degli scambi causate dalle preoccupazioni sui dazi”. LEGGI TUTTO

  • in

    Osservatorio Opinion Leader 4 Future: al via un ciclo di incontri sull’informazione consapevole

    (Teleborsa) – Aiutare le persone a comprendere la complessità del mondo in cui viviamo, accrescere la partecipazione attiva della cittadinanza sui temi rilevanti della vita e favorire la buona informazione. Con l’obiettivo di approfondire tali dinamiche e offrire nuovi strumenti di comprensione della realtà, l’Osservatorio Opinion Leader 4 Future,il progetto sull’informazione consapevole di Credem e ALMED (Alta Scuola in media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore), che ha il fine di accrescere la cultura informativa, promuove un ciclo di 4 incontri che prenderà il via il 5 marzo e terminerà il 14 maggio e che avrà luogo presso la sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano in Largo Gemelli 1.Nello specifico, esperti dell’informazione, accademici e rappresentanti della società civile si confronteranno su argomenti di grande rilevanza sociale, spesso trascurati o raccontati con linguaggi non sempre adeguati: dalla sicurezza stradale alle periferie, dagli incidenti domestici alla sostenibilità ambientale.”L’obiettivo dell’Osservatorio Opinion Leader 4 Future è rendere consapevoli le persone sui temi che più li riguardano da vicino – ha dichiarato Luigi Ianesi, responsabile relazioni esterne Credem –. La buona informazione, le dinamiche sociali, la salute, la sicurezza e l’ambiente rappresentano aspetti con cui ormai la collettività deve continuamente misurarsi per cercare di comprendere le sfide della contemporaneità e per fare le giuste scelte. In questo senso, crediamo che favorire il dialogo e mettere in connessione esperienze e saperi sia un ottimo modo per accrescere il grado di conoscenza delle persone e per creare benessere per la società”.”In questi anni di attività dell’Osservatorio, i dati di ricerca e il confronto con gli studenti universitari hanno sottolineato l’importanza di poter accedere a un’informazione non solo utile, ma anche contributiva, capace cioè – ha spiegato Sara Sampietro, coordinatrice dell’Osservatorio Opinion Leader 4 Future – di fornire competenze e risorse di orientamento e partecipazione. Con questo ciclo di workshop intendiamo approfondire specifiche e verticali tematiche, apparentemente marginali, ma in realtà di grande rilevanza nell’orientare l’agire quotidiano delle famiglie italiane”.IL CICLO DI APPUNTAMENTIL’iniziativa, che avrà luogo dal 5 marzo al 14 maggio presso la sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha l’obiettivo di favorire la valorizzazione dell’informazione come risorsa e strumento di consapevolezza, in un’ottica di inclusività e partecipazione anche dei target più fragili. E’ un percorso che invita a riflettere sul valore dell’informazione come strumento di cittadinanza attiva, in un periodo storico in cui la qualità e l’accuratezza delle notizie sono più che mai essenziali per interpretare le sfide del presente e del futuro.5 marzo, ore 10.30 aula G125bis – Nel primo incontro si discuterà dell’informazione sui rischi stradali cercando un linguaggio che non sia né morboso né allarmistico, ma che sappia sensibilizzare e educare. Interverranno Silvia Frisina, vicepresidente dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada e il giornalista Luca Valdiserri, impegnato da anni sui temi dell’educazione stradale.26 marzo, ore 10.30 aula G134 – In questo incontro si parlerà di come il racconto delle periferie possa diventare un’opportunità per stimolare la collaborazione e il miglioramento delle nostre città. Interverranno il giornalista Marco Dotti e l’Associazione On Impresa Sociale, impegnata nella creazione di esperienze aggregative e di crescita territoriale.9 aprile, ore 10.30 aula G134 – Il terzo appuntamento, realizzato in collaborazione con il Master Health Communication Specialist di ALMED (Università Cattolica del Sacro Cuore), si concentrerà su un tema cruciale per la sicurezza domestica: la prevenzione degli incidenti casalinghi, spesso sottovalutati, ma che comportano rischi significativi. Con il contributo di Elisabetta Locatelli, ricercatrice e coordinatrice del progetto Health Communication Monitor, e di alcuni creatori di contenuti digitali sensibili al tema, il dibattito sarà alimentato dalla lettura di una recente ricerca dell’Osservatorio sulla conoscenza delle manovre di emergenza. 14 maggio, ore 10.30 aula G134 – Il tema centrale dell’ultimo incontro sarà la sostenibilità e il ruolo dell’informazione, con un focus sulle politiche ambientali e su come quest’ultime possano essere tradotte in scelte quotidiane e concrete per le persone. Se ne parlerà attraverso gli interventi di Matteo Tarantino, professore associato dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Lavinia Colantoni, dottorando della stessa Università.L’Osservatorio Opinion Leader 4 Future – Credem e Università Cattolica nasce nel marzo del 2023 dalla collaborazione tra Gruppo Credem e l’Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo (ALMED) dell’Università Cattolica e si pone come punto di riferimento per l’informazione consapevole per contribuire al miglioramento della cultura informativa su argomenti altamente rilevanti per la formazione dell’opinione pubblica e per le scelte di vita delle persone. L’Osservatorio ha ereditato e sviluppato ulteriormente il lavoro svolto da Opinion Leader 4 Future, il progetto nato nel 2020 (2020/2022) da una collaborazione tra Credem e l’Università Cattolica per analizzare il ruolo degli opinion leader nel panorama informativo e la circolazione delle informazioni. Trasversalmente ai diversi ambiti, L’Osservatorio intende promuovere e valorizzare un’informazione utile e contributiva, capace cioè di offrire conoscenze e strumenti alla cittadinanza per muoversi con maggiore consapevolezza e senso critico, non solo a proprio vantaggio, ma anche in un’ottica di contribuzione a favore della società e dei beni comuni. LEGGI TUTTO

  • in

    Federcontribuenti, implicazioni significative alle pmi per dimezzamento crediti banche

    (Teleborsa) – Il “dimezzamento dei crediti alle imprese da parte delle banche italiane è un tema che sta suscitando molta preoccupazione tra gli operatori economici e gli esperti di economia. Questo fenomeno può avere dure implicazioni significative per il settore delle piccole e medie imprese e per la stabilità economica complessiva del paese”. Lo affermano i vertici di Federcontribuenti, il presidente Marco Paccagnella e il segretario generale Flavio Zanarella, con una nota in cui si spiega che la riduzione dell’importo complessivo dei prestiti e dei finanziamenti e “il difficile accesso al credito rispetto al passato sta togliendo ossigeno alle Pmi anche per l’attuazione della transizione digitale”. “ll dimezzamento dei crediti alle imprese può avere – sottolineano i due esponenti di Federcontribuenti – gravi conseguenze per le attività economiche, in particolare per le PMI, che spesso dipendono in misura significativa dal credito bancario per finanziare investimenti, operazioni quotidiane o la crescita perche’ le imprese potrebbero non avere sufficiente capitale per affrontare le spese operative quotidiane, come il pagamento dei fornitori, dei dipendenti o delle imposte”. Inoltre questa stretta delle banche con la riduzione dei crediti “può impedire alle imprese di investire in nuove tecnologie, espandere la produzione o affrontare altre necessità di crescita. Inoltre le imprese più fragili potrebbero non riuscire a far fronte ai propri impegni finanziari, con il rischio di chiusure o licenziamenti”.Per Federcontribuenti “servono forti interventi governativi per garantire che le PMI abbiano accesso al credito, attraverso la garanzia statale o l’accesso facilitato ai fondi pubblici. Dunque, un sostegno a lungo termine per le PMI con misure fiscali o altre forme di assistenza, per garantire che non vengano penalizzate dal ridotto accesso al credito”.In un contesto di incertezze globali, conclude la nota di Federcontribuenti “la combinazione di politiche di supporto sia a livello nazionale che europeo, è fondamentale per aiutare le imprese a superare questa fase critica e continuare a crescere. Le PMI sono il cuore pulsante dell’economia italiana e il loro supporto deve essere una priorità”. LEGGI TUTTO

  • in

    Aspi, Tomasi: “Investiti 300 milioni per trasformazione digitale e 500 per infrastrutturazione tech della rete”

    (Teleborsa) – “Dal 2020 gli investimenti tecnologici del Gruppo Autostrade per l’Italia hanno riguardato tutti gli ambiti operativi, in maniera trasversale: dalla gestione di un traffico sempre crescente (nel 2024 si è registrato il record storico dei flussi sulla rete nazionale), alla pianificazione e gestione delle innumerevoli attività di rigenerazione della rete, tra ammodernamenti e grandi opere, nonché all’evoluzione digitale di tutti i business di Gruppo”. È quanto ha affermato l’amministratore delegato di Aspi Roberto Tomasi a margine del Forum in Masseria in corso a Saturnia.”La nostra azienda in questi anni – ha proseguito Tomasi – ha subìto una vera e propria trasformazione digitale, sia nella gestione dei processi aziendali che nell’ambito infrastrutturale. Per comprendere questa rivoluzione, che vede oggi Autostrade benchmark internazionale con più dell’80% dei processi digitalizzati, basti ricordare alcune delle principali piattaforme sviluppate: da Argo, che vede tutte le opere replicate in digital twin, al TCC, il travel control center per il rilevamento dello stato dell’infrastruttura (ponti viadotti e gallerie); fino alla tecnologia Falco, per il mondo delle ispezioni e la gestione della viabilità; fino a Navigard, piattaforma che incrocia le informazioni provenienti dalla rete, sia in ausilio alle operazioni della Polizia stradale, sia per la gestione in tempo reale dell’analisi dei rischi e delle eventuali necessità di intervento, a garanzia della sicurezza dell’infrastruttura e degli utenti. La nostra innovazione è misurabile anche dal numero di brevetti depositati a livello internazionale, che oggi sono oltre 100. Fino ad oggi Aspi – ha concluso l’ad – ha sostenuto investimenti di oltre 300 milioni di euro per la gestione di questa trasformazione digitale e altri 500 milioni di euro per l’infrastrutturazione tech della rete: importi rilevanti ma fondamentali per affrontare le nuove sfide della mobilità”. LEGGI TUTTO

  • in

    UE, cittadinanza concessa a oltre 1 milione di persone nel 2023

    (Teleborsa) – Nel 2023, 1,1 milioni di persone hanno acquisito la cittadinanza del paese dell’Unione europea in cui vivevano, con un aumento di circa il 6,1% (+60.200 persone) rispetto al 2022. Lo rende noto l’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat).La maggior parte delle nuove cittadinanze è stata concessa dalla Spagna (240.200; 22,9% del totale UE), dall’Italia (213.600; 20,3%) e dalla Germania (199.800; 19,0%).La maggioranza (87,6%) delle persone a cui è stata concessa la cittadinanza UE erano cittadini di un paese extra-UE. I cittadini di un paese UE diverso dal paese di residenza rappresentavano il 10,7%.Nel 2023, i cittadini siriani erano il gruppo più numeroso di nuovi cittadini UE, con un totale di 107.500 nuove cittadinanze concesse. Il secondo gruppo più numeroso era costituito da cittadini marocchini con 106.500 cittadinanze concesse, seguiti dagli albanesi (44.400).Il tasso di naturalizzazione è il rapporto tra il numero di persone che hanno acquisito la cittadinanza di un paese in cui vivevano durante un anno e il numero totale di residenti stranieri nello stesso paese all’inizio dell’anno. Nel 2023, la Svezia ha registrato il tasso di naturalizzazione più alto tra i paesi dell’UE, con 7,9 cittadinanze concesse ogni 100 residenti stranieri, seguita da Romania (5,9) e Italia (4,1). All’altro estremo della scala, i tassi di naturalizzazione più bassi ogni 100 residenti stranieri sono stati registrati negli stati baltici: Lituania (0,1), Lettonia (0,4) ed Estonia (0,5). LEGGI TUTTO

  • in

    Caro bollette, Consumatori: “Decreto insoddisfacente, sia primo passo per riforma mercato energia”

    (Teleborsa) – Giudizi contrastanti da parte dei consumatori sul decreto bollette approvato, dopo il rinvio di inizio settimana, dal Consiglio dei ministri. Nel testo misure di sostegno per famiglie e imprese contro il caro bollette: riduzione degli oneri in bolletta ma solo per le Pmi, bonus sociale potenziato e maggiore trasparenza nelle offerte. “Luci e ombre sul decreto bollette licenziato dal governo – afferma Assoutenti, commentando i provvedimenti in tema di energia approvati –. Le misure – sottolinea l’associazione– non soddisfano consumatori, il nodo caro-bollette resta irrisolto”. “Il decreto sulle bollette varato dal governo è un pannicello caldo che non risolve il problema del caro-energia in Italia” afferma il Codacons. “Le piccole attività del terziario, però, sono di fatto escluse” sottolinea Confesercenti. “L’intervento sulle bollette taglia fuori le micro imprese” attacca la CNA. “Decreto insoddisfacente, bene su bonus, ma beffa di 3 mesi” dichiara l’Unc. “Bene le misure del goveno, ora stabilità e maggiore tutela per le famiglie” commenta l’Udicon (Unione per la Difesa dei Consumatori). Mentre Altroconsumo si augura sia “un primo passo per una riforma strutturale del mercato dell’energia”.”Sebbene l’ampliamento della platea dei beneficiari dei bonus sociali sia un passo positivo, il decreto non soddisfa pienamente i consumatori, e il nodo caro-bollette rimane irrisolto – spiega il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso –. Approviamo le misure per combattere il telemarketing selvaggio, garantire maggiore trasparenza nelle offerte commerciali degli operatori e allungare di due anni il passaggio al mercato libero per i clienti vulnerabili, ma riteniamo che in tema di energia servisse più coraggio, con misure più incisive e durature, come la riduzione strutturale degli oneri di sistema per tutti e l’implementazione di politiche energetiche sostenibili, per garantire una reale tutela dei consumatori e delle imprese nel lungo periodo, volte ad incentivare concretamente la transizione energetica”. Assoutenti sottolinea inoltre la necessità di accompagnare i cittadini nella fruizione dei benefici previsti dal decreto. “Per questo motivo – aggiunge Melluso – proponiamo di mettere a disposizione la nostra rete nazionale di sportelli delle associazioni dei consumatori, affinché i cittadini possano ricevere informazioni chiare, assistenza pratica e supporto nell’accesso ai bonus sociali e alle nuove opportunità introdotte dal governo. Solo garantendo una comunicazione capillare e un’assistenza dedicata potremo evitare che risorse e agevolazioni restino inutilizzate o che i consumatori si trovino in difficoltà nell’affrontare le nuove disposizioni”.”La montagna ha partorito il topolino, e dal governo viene fuori un decreto che contiene misure spot, peraltro per la durata di soli tre mesi – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi –. La strada dei bonus per le famiglie numerose o in difficoltà, come dimostra l’esperienza del passato, non può rappresentare una soluzione al problema del caro-bollette, e in assenza di misure strutturali il prossimo inverno l’Italia si ritroverà nella stessa situazione odierna”. Dubbi del Codacons anche sull’Iva “mobile”, ossia l’annunciato meccanismo per il quale oltre a un certo prezzo dell’energia, lo Stato rinuncerà all’Iva e destinerà l’eccesso di imposta alla riduzione delle bollette. “Uno strumento già previsto per i carburanti e che finora non ha funzionato, e vogliamo capire a quali condizioni potrà scattare il taglio dell’Iva e in favore di chi andranno le risorse – afferma l’associazione –. Se da un lato è positivo l’incremento della trasparenza sulle bollette previsto dal decreto e il rinvio di due anni del passaggio al mercato libero per i clienti e le micro imprese vulnerabili, dall’altro – conclude il Codacons – non possiamo non rilevare come le misure inserite nel decreto non prevedano interventi strutturali per abbattere i costi dell’energia in Italia, combattere le speculazioni sui mercati e riportare la tassazione ai livelli della media europea”.”L’invito lanciato dalle imprese per un intervento immediato per contrastare il caro energia e calmierare gli aumenti delle bollette è stato accolto dal Governo. Le piccole attività del terziario, però, sono di fatto escluse – commenta Confesercenti –. I rincari dei beni energetici hanno già avuto un impatto sull’inflazione, in crescita anche a febbraio. Bene dunque il provvedimento dell’Esecutivo, anche se sarebbe stato necessario avere di più: tantissime imprese a bassi consumi energetici, per intenderci le più piccole – rimarranno prive di ogni forma di tutela. Per le altre si può quantificare una riduzione tra il 20 ed il 40% degli incrementi registrati. La situazione va ora monitorata costantemente, ma è fondamentale iniziare ad adottare provvedimenti strutturali per contrastare la volatilità del mercato energetico. A partire dall’istituzione di un fondo per gestire eventuali nuove emergenze”.”Il decreto per alleggerire le bollette esclude la platea delle micro imprese – rileva la CNA sulla base delle indicazioni fornite al termine del consiglio dei ministri –. In attesa di conoscere il testo del provvedimento, il contributo straordinario attraverso il taglio degli oneri generali di sistema riguarda esclusivamente le imprese con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 KW/h. Si tratta di un intervento che esclude gran parte delle micro e piccole imprese che operano nei servizi alla persona e alla comunità (parrucchieri, autoriparatori, lavanderie, ecc.). CNA è consapevole dei vincoli di finanza pubblica rispetto alle misure temporanee messe in campo dal Governo per alleggerire le bollette di imprese e famiglie, ma il trend rialzista dei costi energetici e il divario nei confronti degli altri principali paesi europei confermano la necessità di definire interventi di lungo termine per abbassare in modo strutturale i costi energetici, con particolare riferimento al sistema delle micro e piccole imprese”.”Decreto insoddisfacente! Bene l’intervento sui bonus sociali, con l’estensione fino a 25 mila euro di Isee, ma è una beffa il limite di 3 mesi, per non dire una presa in giro. La misura per essere efficace andava adottata in modo strutturale, non certo per un trimestre. Le famiglie povere devono avere garanzie sul loro futuro, sapere a quali spese dovranno far fronte, visto che non riescono a far quadrare i loro conti. Il paradosso, poi, è che tra 1 mese e mezzo i caloriferi saranno spenti in tutta Italia e ora che il provvedimento diventerà operativo le bollette scenderanno al punto che le famiglie beneficiarie potrebbero andare addirittura a credito, visto che il bonus di 200 non pare commisurato all’importo della bolletta – afferma Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori –. Positivo, anche se deludente, il rinvio di due anni della scadenza del servizio dedicato ai vulnerabili. Chiedevamo, infatti, che il servizio di tutela restasse sine die, senza future aste. Bene l’inasprimento delle sanzioni da parte delle Authority, l’intervento sugli Ets e sulla trasparenza delle offerte con un contratto tipo – prosegue Vignola –. Grave che non si sia niente sul fronte degli oneri di sistema o sull’abbassamento dell’Iva: non pretendevamo un’aliquota al 5% come fatto da Draghi, ma almeno al 10%. Per il resto si tratta di un provvedimento inadeguato e privo di coraggio. Anche se ci riserviamo di esprimere un giudizio finale non appena avremo il testo, stando a quanto comunicato dal Governo in conferenza stampa non sembra esserci nulla nulla sul fronte del disaccoppiamento, anche se parziale, del prezzo dell’energia da quello del gas, potenziando ad esempio i PPA, consentendo ad AU di di riprendere a fare gli acquisti a lungo termine, ridefinendo la formazione del PUN e i meccanismi di incentivazione delle rinnovabili”.”Le misure erano attese da un po’: il caro bollette è un tema importantissimo che riguarda famiglie ed imprese; va affrontato adeguatamente e rapidamente per evitare che gli aumenti di prezzo dell’energia portino inflazione e quindi conseguenze negative anche sul Pil. Le ultime rilevazioni Istat di febbraio parlano di una inflazione in crescita all’1,7%, spinta proprio dal caro energia” rileva Altroconsumo augurandosi però che “queste misure siano l’inizio di una riforma strutturale del mercato dell’energia e non le ennesime soluzioni tampone”. “Le tensioni geopolitiche internazionali e gli interessi speculativi di cui non è esente il mercato dell’energia hanno portato nuovamente, nelle scorse settimane, ad un rialzo critico del prezzo del gas e dei carburanti. Il Governo – prosegue l’associazione – ha finalmente emanato il tanto atteso decreto bollette con misure che in parte riprendono alcune delle richieste di Altroconsumo contenute nel documento Considerazioni di Altroconsumo sul mercato dell’energia e sul caro bollette. Ma servono misure strutturali per una vera riforma del mercato dell’energia”. “Il caro bollette che colpisce famiglie e imprese – commenta Federico Cavallo, responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo – è causato da diversi fattori, quali il mix energetico e le dinamiche di mercato. Le prime misure del Governo, con 3 miliardi di euro, sono un passo positivo, ma non risolvono completamente il problema. L’aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità danneggia soprattutto le famiglie vulnerabili e le imprese, che vedono crescere i costi produttivi e la competitività internazionale. Dunque, i 3 miliardi di euro (di cui 1,6 miliardi per le famiglie) messi sul piatto dal Governo non saranno sufficienti a dare una risposta completa al problema, ma ci auguriamo siano solo il primo passo per misure più ampie per una riforma strutturale del mercato. Accogliamo con favore il bonus sociale potenziato che, ampliando la platea dei cittadini che potranno usufruirne (il limite Isee arriva a 25mils euro), darà la possibilità di ridurre il costo delle bollette, anche se solo per tre mesi, grazie a un nuovo bonus di 200 euro che si aggiungerà a quelli già in essere per gli Isee entro i 9.530 euro e sarà erogato anche alle famiglie con Isee entro i 25mils euro. Ci auguriamo che nella conversione in legge si riesca ad aumentarne la durata e a introdurre anche una rimodulazione in base alla numerosità del nucleo familiare, come peraltro spiegato nella nostra petizione che ha raccolto più di 58mila firme. Bene anche la riduzione degli oneri fiscali anche se solo per le piccole e medie imprese. Una misura di riduzione dei costi che dovrebbe riguardare anche le famiglie e che dovrebbe essere parte di una riforma più strutturale per non fa cadere sui consumatori i costi della transizione ecologica. L’introduzione di un’unica aliquota Iva sul gas al 10% avrebbe aggiunto maggiori benefici alle famiglie, ma purtroppo su questo non ci sarà nessuna novità. Infine, lavorare sulla trasparenza e sulla correttezza degli operatori è fondamentale per avere un mercato concorrenziale e quindi migliore per tutti. Offerte non chiare e pratiche commerciali scorrette nella promozione, nel contenuto delle offerte o dei loro rinnovi non permettono di sfruttare a pieno le potenzialità del mercato libero e della concorrenza. Il decreto-legge del Governo è una prima risposta al problema, ma non è la soluzione definitiva; servono interventi strutturali. Come spiegato nel nostro documento, bisogna aumentare la concorrenza nel mercato, anche attraverso le concessioni idroelettriche e della rete di distribuzione. Il disegno di legge sul nucleare potrebbe contribuire a ridurre i costi energetici, ma non è una soluzione immediata. Servono interventi rapidi, come l’incremento delle energie rinnovabili, per ridurre la dipendenza da gas e petrolio a costi inferiori”.”Le misure adottate dal governo rappresentano un passo in avanti per contrastare il caro energia e offrire un sostegno a milioni di famiglie. L’ampliamento della platea del bonus sociale fino a 25mila euro ISEE e l’introduzione di un meccanismo a scaglioni sono segnali positivi, che potranno alleviare il peso delle bollette su chi è più in difficoltà. Abbiamo però alcune perplessità sul fatto che il sostegno sia limitato a tre mesi e legato alla previsione di un calo del prezzo del gas. Sarà quindi fondamentale monitorare la situazione nei prossimi mesi e valutare eventuali proroghe del provvedimento, qualora il contesto internazionale non dovesse migliorare – afferma Fabrizio Ciliberto, vicepresidente nazionale Udicon –. Accogliamo con favore anche le misure per la trasparenza delle offerte energetiche nel mercato libero, ma affinché siano davvero efficaci, servono strumenti chiari e accessibili per i consumatori, così da poter confrontare liberamente le offerte disponibili. Sarà importante verificare l’impatto di questi interventi e garantire che le famiglie non si trovino nuovamente in difficoltà una volta esauriti gli aiuti. L’obiettivo deve essere quello di costruire un sistema che metta i consumatori al riparo da oscillazioni imprevedibili, evitando interventi emergenziali ripetuti e assicurando maggiore stabilità”. LEGGI TUTTO

  • in

    FITD, rinnovato il Comitato di gestione. Nessun intervento nel 2024

    (Teleborsa) – Dalla sua costituzione nel 1987, il FITD ha gestito 16 crisi bancarie, con un esborso complessivo di 3,3 miliardi di euro, salvaguardando 29 miliardi di euro di depositi protetti. A fine 2024, le banche consorziate al FITD risultano 129, con una raccolta complessiva di 2.127,6 miliardi di euro e depositi protetti pari a 735,7 miliardi di euro. È quanto emerso dall’Assemblea delle banche consorziate al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e l’Assemblea delle aderenti allo Schema volontario di intervento del FITD (SVI).La rischiosità delle banche consorziate continua a migliorare, con un calo costante negli ultimi 8 anni dell’indicatore (mediano) di rischio del FITD del 35%, che è passato da un valore di 49,6 (su 100 punti base) nel 2016 a 31,8 nel 2023, attestandosi a 32,4 a giugno 2024. Nell’anno trascorso non si sono registrati interventi del FITD su banche consorziate né dello SVI a supporto di banche aderenti; e questo a conferma della solidità del settore bancario italiano.Grazie alle contribuzioni raccolte a luglio 2024, è stato raggiunto il livello obiettivo della dotazione finanziaria, che a fine anno si attesta a 6,04 miliardi di euro, pari allo 0,82% del totale dei depositi protetti. La gestione della dotazione finanziaria del FITD ha prodotto nel 2024 un risultato positivo di circa 144 milioni di euro. Dal 2015, le banche consorziate hanno versato risorse per un totale di circa 8 miliardi di euro. Oltre alla dotazione finanziaria, il FITD dispone di un finanziamento di back-up liquidity per 3,5 miliardi di euro, concesso da un pool di banche consorziate.Il piano delle attività del FITD per il 2025, si prospetta non meno sfidante di quello attuato nel 2024. Sono previsti il pieno recepimento delle nuove Disposizioni di vigilanza della Banca d’Italia, il monitoraggio costante dei rischi, l’aggiornamento delle procedure di rimborso ai depositanti e il rafforzamento delle attività di comunicazione ed educazione finanziaria.L’Assemblea del FITD ha rinnovato il Comitato di gestione per il 2025, nella seguente composizione: Angelo Campani (Credem), Fabio Cerchiai (BPER); Stefano Lado (Banco di Desio e della Brianza); Aurelio Maccario (Unicredit); Camillo Venesio (Banca del Piemonte) e Francesco Venosta (Banca Popolare di Sondrio), che si aggiungono al Presidente Mario Stella Richter e al Vice Presidente Davide Alfonsi (Intesa Sanpaolo), che del Comitato di gestione sono componenti di diritto.Lo Schema volontario, attivo dal 2016, ha effettuato 5 interventi per un totale di 1,3 miliardi di euro. Con la riforma approvata nel 2024, lo SVI si è dotato di un proprio statuto autonomo rispetto a quello del FITD e di una capacità di intervento estesa anche alle eventuali fasi preliminari di difficoltà di banche aderenti, quale strumento complementare di intervento. Lo Schema volontario, al quale oggi aderiscono 100 banche, rappresentanti il 77,5% delle banche consorziate al FITD e il 93,6% del totale dei loro depositi protetti, conserva il suo ruolo strategico, con costi operativi contenuti.L’Assemblea delle banche aderenti allo SVI, tenutasi in data odierna, ha nominato il Consiglio di gestione per il triennio 2025-2027, nella seguente composizione: Fabio Cerchiai (BPER); Paolo D’Amico (BNL); Pierre Débourdeaux (Crèdit Agricole); Giorgio Galvagno (CR Asti); Aurelio Maccario (Unicredit); Andrea Francesco Maffezzoni (MPS); Gianluca Marzinotto (BP Fondi); Bruno Picca (ISP); Giovanni Pirovano (Mediolanum); Gianpietro Val (BPM); ai quali si aggiungono il Presidente Mario Stella Richter e il Presidente dell’ABI Antonio Patuelli quale consigliere di diritto. LEGGI TUTTO