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    von der Leyen, prossima settimana strategia su Ia applicata

    (Teleborsa) – La prossima settimana presenteremo una strategia per l’IA applicata, che si basa su un principio semplice ma rivoluzionario: l’IA al primo posto”. Lo ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen intervenendo alla Italian Tech Week di Torino spiegando che la nuova strategia metterà l’intelligenza artificiale “al centro di ogni scelta pubblica e privata”, con l’obiettivo di accelerarne l’adozione in tutti i settori economici e sociali. “Ogni volta che una società o un ufficio pubblico si trova ad affrontare una nuova difficoltà, la prima domanda da porsi è: in che modo l’IA può aiutare a superarla?”, ha detto.La presidente ha citato esempi concreti: l’IA può aiutare i medici a diagnosticare il cancro o a velocizzare la scoperta di nuovi farmaci, e sarà utilizzata per creare una rete europea di centri di screening avanzato “capaci di fornire un’assistenza sanitaria di alto livello con tempi di attesa più brevi”.”Voglio che il futuro dell’IA sia scritto in Europa”: è uno dei passaggi del lungo discorso pronunciato nel quale ha sottolineato “sappiamo che sulla vostra strada ci sono troppi ostacoli. Ve ne voglio elencare tre. Il primo problema, il più evidente, è la mancanza di finanziamenti. E vi dirò una cosa che vi sorprenderà. In Europa i capitali non mancano. Il risparmio delle famiglie europee raggiunge quasi 1 400 miliardi di EUR, a fronte di poco più di 800 miliardi di EUR negli Stati Uniti. Ci mancano il capitale di rischio e l’equity. In Europa solo il 24% della ricchezza finanziaria delle famiglie è investito in equity, rispetto al 42% negli Stati Uniti. Dobbiamo recuperare terreno, e in fretta. Per questo motivo, come primo passo, stiamo creando il fondo multimiliardario Scaleup Europe in partenariato con investitori privati. Il fondo effettuerà investimenti azionari diretti in settori strategici: IA, tecnologie quantistiche, tecnologie pulite e tanto altro. Aiuterà le imprese in crescita come le vostre a colmare il deficit di finanziamento. Ma ci serve anche una soluzione più strutturale. In Europa abbiamo bisogno di un mercato dei capitali profondo e liquido dove poter reperire il capitale necessario senza dover attraversare un oceano. È questo l’obiettivo della nostra nuova Unione del risparmio e degli investimenti. Stiamo portando i finanziamenti da voi, in modo che possiate crescere proprio qui, a casa”-“Il secondo ostacolo che dovete affrontare è la frammentazione del mercato unico. Il terzo problema che voglio affrontare è la lentezza con cui si diffondono le nuove tecnologie. È proprio questo l’ostacolo con cui le nostre imprese si sono scontrate trent’anni fa, quando erano troppo lente per digitalizzarsi e operare online: così abbiamo perso terreno rispetto ai nostri principali concorrenti”. LEGGI TUTTO

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    Flotilla, proteste in tutta Italia: da Trieste a Napoli, mobilitazioni e tensioni

    (Teleborsa) – Weekend di mobilitazioni e proteste in tutta Italia , dopo l’abbordaggio della Flotilla da parte delle forze armate israeliane, con lo sciopero generale di oggi, venerdì ed il corteo nazionale per Gaza di Roma, domani, sabato pomeriggio.Appuntamenti che sono stati preceduti da dimostrazioni in tutta Italia, con università occupate, lezioni interrotte e proteste degli studenti – in un liceo romano ci sono state anche tensioni tra ragazzi proPal e membri della comunità ebraica – linee ferroviarie bloccate, scontri nelle stazioni. Gli studenti dell’Università Statale di Milano hanno occupato l’ateneo dichiarandosi pronti per lo sciopero generale convocato per oggi. Ieri sera nella Capitale si sono radunati in 50mila per la Flotilla con gli attivisti che si sono dati appuntamento al Colosseo alla manifestazione indetta dal Global movement to Gaza Italia. Notte di tensione anche a Torino dove lo spezzone antagonista del corteo , circa 200 persone – al quale hanno preso parte oltre 20mila persone contro il blocco della Flotilla – si è staccato dalla manifestazione organizzata nel pomeriggio devastando le Ogr (Officine grandi riparazioni) dove domani sono attesi per una serie di incontri la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyer, John Elkann e Jeff Bezos. Scontri nelle stazioni anche a Bologna e Firenze. Stesso scenario a Trieste e Napoli, Pisa, Venezia, Genova, Bari e Cagliari .”Stamattina ho parlato con molti rettori che hanno accolto studenti e ricercatori arrivati dalla Palestina. I rettori mi hanno aggiornato sulla situazione nei loro atenei, molti dei quali interessati da occupazioni. Le manifestazioni sono legittime, la violenza è inaccettabile. Così come lo è lo slogan ‘Blocchiamo tutto’. Parole forti, ma vuote”, ha detto la Ministra Bernini. LEGGI TUTTO

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    Giappone, ad agosto tasso di disoccupazione sale al 2,6%

    (Teleborsa) – Risulta in aumento oltre le attese la disoccupazione in Giappone. Il Ministero degli Affari interni delle poste e telecomunicazioni nipponico segnala che nel mese di agosto il tasso dei senza lavoro è salito al 2,6%, dal 2,3% del mese precedente e a fronte del 2,4% atteso dagli analisti. Il numero di disoccupati è salito a 1,82 milioni, con un aumento di 70 mila unità rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Si tratta del primo aumento in 13 mesi. Gli occupati sono pari a 68,35 milioni, in aumento di 200 mila unità rispetto ad agosto 2024. Si tratta del 37° mese consecutivo di aumento.(Foto: Stefan Yang – stock.adobe.com (ex Fotolia.it)) LEGGI TUTTO

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    BCE, accordo con Giesecke+Devrient, Nexi e Capgemini per soluzione offline per euro digitale

    (Teleborsa) – Procedendo nella preparazione dell’euro digitale, la Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato la conclusione degli accordi quadro perciascuna delle cinque procedure di appalto negoziate per l’euro digitale. Una collaborazione tra Giesecke+Devrient (G+D), in partnership con Nexi e Capgemini, è stata selezionata come prima offerente nell’accordo quadro per fornire una soluzione end-to-end che renda i pagamenti digitali in euro offline disponibili a utenti ed esercenti in tutta Europa. La possibilità di pagare offline, senza il coinvolgimento di terze parti, è una caratteristica fondamentale dell’euro digitale, che garantirebbe privacy e resilienza come solo il contante oggi può fare.A seguito del completamento della procedura di appalto pubblico negoziata PRO-009494 “Digital Euro Offline Solution” (valore di base 220,7 milioni di euro con un massimale di 662,1 milioni), la BCE ha ora concluso un accordo quadro in graduatoria per lo sviluppo, l’implementazione e la gestione parziale della soluzione offline con una cooperazione paneuropea, in qualità di offerente numero uno, guidata dalla società SecurityTech G+D, in partnership con il fornitore di servizi di pagamento Nexi e il partner globale per la trasformazione aziendale e tecnologica Capgemini. Lo sviluppo riguarda la progettazione, la definizione e l’implementazione del componente e la sua integrazione nell’architettura complessiva dell’euro digitale.La cooperazione unisce la competenza in SecurityTech e l’esperienza globale di G+D nelle valute pubbliche, la leadership di Capgemini nella consulenza tecnologica e nella trasformazione digitale, e la leadership nell’innovazione tecnologica dei pagamenti e la competenza in ambito POS di Nexi, garantendone l’integrazione nell’infrastruttura esistente.”Mentre acceleriamo la digitalizzazione dei pagamenti in tutta Europa, la nostra ambizione è quella di abilitare soluzioni che non siano solo innovative, ma anche resilienti – commenta Renato Martini, Direttore Digital Banking Solutions di Nexi – Siamo orgogliosi di contribuire allo sviluppo di una parte così importante dell’infrastruttura per l’euro digitale, sfruttando la nostra competenza e competenza nelle tecnologie di accettazione, che contribuiranno a garantire pagamenti fluidi, anche in situazioni in cui il terminale è offline”. LEGGI TUTTO

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    Protesta pro Flotilla, Garante: “illegittimo lo sciopero senza preavviso”

    (Teleborsa) – Il Garante per gli scioperi ha decretato come “illegittimo”lo sciopero generale di domani, venerdì 3 ottobre 2025, convocato “senza preavviso” dalla Cgil e dall’Unione sindacati di base (USB) a sostegno della Flotilla. La delibera della Ciommissione di Garanzia degli scioperi è stata immediatamente impugnata dal sindacato guidato da Maurizio Landini, che conferma la protesta di domani ed annuncia che farà ricorso dinanzi al giudice del lavoro.”Il nostro sciopero è pienamente legittimo perché noi l’abbiamo fatto rispettando la legge 146 che prevede che di fronte a violazioni costituzionali, la messa in discussione della salute e sicurezza dei lavoratori c’è la possibilità di fare lo sciopero senza il preavviso”, afferma Landini in una intervista a RaiNews24, aggiungendo “impugniamo la delibera della Commissione e se questa dovesse comportare verso l’organizzazione sindacale delle sanzioni siamo pronti a impugnare anche quelle”. Il Vicepremier Matteo Salvini “non ritiene utili prove di forza e anzi si appella a sindacati, lavoratori e organizzazioni affinché scelgano la responsabilità e il rispetto delle regole”. Il titolare del MIT afferma di essere “intenzionato a presentare una informativa sugli scioperi nel settore trasporti nel Consiglio dei Ministri previsto questa sera”, al fine di “proporre una revisione della normativa vigente sugli scioperi e in particolare delle sanzioni previste per chi incrocia le braccia senza rispettare le regole (ad oggi da 2.500 a 50mila euro)”.E’ polemica fra la Premier Giorgia Meloni e Maurizio Landini: la prima accusa il sindacato di aver convocato lo sciopero di venerdì per fare “il weekend lungo”, ottenendo una risposta secca dal sindacalista, che la definisce “un’offesa” e denuncia che “sono in discussione i valori della democrazia, il diritto delle persone di vivere in pace”. Frattanto, sono previsti per domani oltre 100 cortei in tutta Italia. A Roma, un corteo partirà da piazza Vittorio per arrivare a Piazza dei Cinquecento, con la partecipazione del segretario generale della Cgil Maurizio Landini. LEGGI TUTTO

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    USA, tassi dei mutui in aumento per seconda settimana consecutiva

    (Teleborsa) – I tassi dei mutui negli Stati Uniti sono aumentati per la seconda settimana consecutiva. Lo ha comunicato la Freddie Mac, impresa privata con sostegno governativo che è specializzata nell’emissione di mutui ipotecari e nella loro rivendita sul mercato secondario.Il tasso fisso a 30 anni era in media del 6,34% al 2 ottobre 2025, in aumento rispetto alla media della settimana scorsa, quando era del 6,30%. Un anno fa, nello stesso periodo, il tasso fisso a 30 anni era in media del 6,12%.Il tasso fisso a 15 anni era in media del 5,55%, in aumento rispetto alla media della settimana scorsa, quando era del 5,49%. Un anno fa, nello stesso periodo, il tasso fisso a 15 anni era in media del 5,25%.”Il tasso fisso a 30 anni è aumentato di nuovo questa settimana, ma rimane al di sotto della media delle 52 settimane del 6,71% – ha affermato Sam Khater, capo economista di Freddie Mac – Gli ultimi mesi hanno portato tassi più bassi e, come indicato dal recente aumento delle vendite di case in sospeso, gli acquirenti si sentono più fiduciosi nell’entrare nel mercato”. LEGGI TUTTO

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    MidCap italiane sempre più prede di private equity esteri con benefici per la crescita

    (Teleborsa) – Negli ultimi vent’anni è costantemente cresciuto il numero di investimenti di operatori di private equity nelle medie imprese italiane, con una crescente operatività di investitori finanziari stranieri attratti dal Food & Beverage e da imprese più grandi. Il Private Equity ha dimostrato di essere un partner strategico, in grado di apportare alle aziende non solo risorse finanziarie, ma anche competenze manageriali e un ampio network relazionale, con una performance economica rafforzata dopo l’ingresso nelle società (in media +25% fatturato, +17,6% occupazione, +81,9% attivo). È quanto emerge da una corposa ricerca sui primi due decenni del XXI secolo realizzata da Area Studi Mediobanca, LIUC Business School e Ufficio Studi e Ricerche di AIFI.La mappa degli investimentiL’analisi ha riguardato 319 medie imprese manifatturiere a controllo italiano nelle quali hanno fatto ingresso fondi di PE ed altri investitori finanziari durante il ventennio che va dal 2001 al 2021. L’82,1% delle operazioni ha visto l’intervento di fondi chiusi di PE, mentre nel 9,4% dei casi si è trattato di una holding di investimento. La parte restante ha coinvolto operatori di diversa natura, tra i quali club deal e family office. “Il mondo imprenditoriale ha compreso l’importanza di avere un fondo al proprio fianco nei momenti di cambio di passo e lo vediamo dal numero delle operazioni che sono cresciute costantemente in questi ultimi vent’anni”, ha detto Anna Gervasoni, Rettore Università LIUC e Direttore Generale AIFI.Quanto alla tipologia di operazione, nel 62% dei casi si è trattato di buy-out (acquisizioni di maggioranza, con uso della leva finanziaria), nel 31% di interventi di expansion (apporto di capitale proprio per la crescita di imprese già avviate), mentre la restante casistica è divisa tra il 4% dei replacement (sostituzione di azionisti di minoranza) e il 3% dei turnaround (risanamento di imprese in difficoltà). Con riferimento invece alla causale dell’investimento (origination), nell’89% delle occorrenze si è osservato l’ingresso diretto nel capitale di imprese private per lo più familiari, nel 7% si è perfezionata la cessione di rami d’azienda, mentre si è fermata al 4% la rilevanza dei Secondary buy out. Degna di nota l’incidenza del 12% dei casi in cui si è dato corso a operazioni di add-on nelle quali l’impresa già partecipata da un investitore finanziario si è resa protagonista di una o più acquisizioni.La dinamica temporale delle operazioni offre ulteriori spunti di interesse. Nel ventennio osservato è infatti costantemente cresciuto il numero di investimenti. Si è passati da una media di 6 operazioni all’anno nel quinquennio 2001-2005, a 11 operazioni nel periodo 2006-2015, per arrivare a 19 nel 2016-2018 e finire con 41 operazioni nel triennio 2019-2021. La conseguenza è che nell’ultimo quinquennio è avvenuto il 51% delle operazioni di tutto il ventennio. Ma sono stati il Covid e le successive turbolenze legate all’inflazione e al contesto geopolitico ad avere ulteriormente accelerato l’urgenza di crescita e managerializzazione delle medie imprese italiane. Non a caso, l’ultimo anno osservato, il 2021, ha segnato il massimo storico dell’intero ventennio con un picco 51 operazioni, ovvero il +42% sia sul 2020 che sul 2019 e il +143% sul 2018.”Le grandi discontinuità dell’ultimo lustro hanno portato a definitiva maturazione la consapevolezza da parte del nostro family business della necessità di imprimere un salto dimensionale e manageriale alle proprie imprese – commenta Gabriele Barbaresco, Direttore dell’Area Studi Mediobanca – I numeri della ricerca raccontano che i fondi di PE hanno saputo intercettare questa esigenza, offrendo leve efficaci ma al contempo calibrate sulle singole storie imprenditoriali”.Un dato che supporta il vivace interesse verso le MidCap italiane è rappresentato dalla crescente operatività di investitori finanziari stranieri. Se nel 2018 le operazioni concluse da soggetti esteri hanno rappresentato circa un quarto del totale, nel triennio 2019-2021 tale incidenza è pressoché raddoppiata al 46%.La concentrazione regionale delle imprese target appare evidente. Il 60% delle operazioni si è localizzato nelle tre regioni italiane a maggiore vocazione manifatturiera: Lombardia, dove ha sede il 29% delle imprese investite, Emilia-Romagna (16%) e Veneto (15%). Seguono il Piemonte, con il 12% delle operazioni e la Toscana (9%). A livello settoriale, il 45% delle aziende target opera nella produzione di beni industriali (B2B), il 55% in quella di beni di consumo (B2C).Il 43% degli investimenti ha avuto ad oggetto imprese con un fatturato medio inferiore a 30 milioni di euro; un ulteriore 33% ha riguardato imprese tra i 31 e i 60 milioni. Solo il 10% delle operazioni ha riguardato aziende con più di 100 milioni di euro di fatturato.Gli investimenti esteri hanno coinvolto imprese di maggiori dimensioni: 66 milioni di euro di fatturato medio vs i 48 milioni dei target degli operatori nazionali. Le imprese target del Nord Italia, con 57,4 milioni di euro di fatturato medio, superano quelle del Centro con 39,6 milioni e del Sud e isole con 40,9 milioni. A livello settoriale, le imprese del comparto alimentare sono le più grandi (69 milioni di euro il fatturato medio), quelle del settore pharma e biopharma le più piccole (39,2 milioni).La dimensione delle imprese target varia anche con la natura dell’investitore. I fondi di PE hanno privilegiato target con giro d’affari medio di 55 milioni, più limitata la taglia d’interesse di club deal e family office, tra i 30 e i 40 milioni di fatturato, mentre l’intervento dei fondi sovrani si orienta verso aziende con vendite superiori ai 100 milioni di euro.I profili delle imprese targetI criteri centrali di selezione delle imprese target da parte dei fondi di PE e degli altri investitori finanziari sono tre: elevata marginalità, ridotto indebitamento ed elevata propensione all’export. Infatti, nell’anno precedente l’ingresso dell’investitore, le imprese target hanno conseguito un EBITDA margin medio del 12,7%, ampiamente superiore all’8,5% delle imprese che non vedranno l’anno successivo l’ingresso di un investitore (il cosiddetto campione di controllo). Non solo: sempre un anno prima dell’ingresso, le imprese target riportano un rapporto tra posizione finanziaria netta (la PFN) e l’EBITDA mediamente inferiore a 1,5 volte, anche in questo caso configurando un quadro molto più favorevole rispetto al rapporto pari a 3 volte caratteristico del campione di controllo. Ultimo, ma non meno importante: le imprese target ante ingresso hanno una spiccata propensione all’export che si traduce in rapporto tra esportazioni e fatturato totale pari al 48,5%, con evidente scarto positivo nei confronti del 43% proprio del campione di controllo.Dopo l’ingresso dell’investitoreUn primo e rilevante effetto riguarda il fatto che le imprese investite imboccano una decisa traiettoria di crescita che risulta sensibilmente superiore a quella del campione di controllo. Infatti, nel biennio successivo all’ingresso, l’investitore finanziario imprime al fatturato una crescita media cumulata del 25%, che quasi triplica il +9,2% del fatturato delle imprese con caratteristiche similari ma che non sono state oggetto di investimento. La crescita non è solo commerciale, ma coinvolge anche la base occupazionale con potenziali ricadute positive sulle comunità circostanti le imprese investite. Il numero di dipendenti aumenta del 17,6%, in questo caso segnando un distacco abissale rispetto al +1,3% del campione di controllo. Infine, anche il totale attivo va soggetto ad un’espansione assai marcata, con un +81,9% nel biennio che è quasi sei volte superiore alla pure importante crescita del +13,8% consuntivata dalle imprese non target.Ma ci sono anche variabili che non manifestano un abbrivio diverso da quello del campione di controllo. È il caso della propensione all’esportazione, della produttività e dell’EBITDA. Secondo la ricerca, si tratta di evidenze coerenti con il fatto che le imprese target esprimevano profili di eccellenza già prima dell’ingresso del nuovo investitore. La strategia di crescita rappresenta la priorità operativa e l’opzione che la precedente proprietà, per lo più familiare, non è stata in grado di esercitare per le note resistenze che caratterizzano il family business. È peraltro plausibile che l’accelerazione impressa alla crescita si riverberi su queste ultime variabili su un orizzonte di tempo più lungo rispetto al biennio osservato. Secondo la ricerca c’è anche un aspetto molto rilevante e che sgombra il campo dalla possibile obiezione che gli investitori finanziari promuovano processi di crescita eccessivamente aggressivi e con smisurato ricorso alla leva finanziaria. Se infatti è vero che nel biennio post ingresso si rileva un incremento della PFN del +63%, rispetto a un calo di pari grandezza del campione di controllo, peraltro, la sua dinamica riflette la struttura tipica dei leveraged buyout. La sostenibilità del maggiore ricorso alla leva è ben documentata dal fatto che il rapporto PFN/EBITDA si fissa nel secondo anno post-investimento su un valore medio pari 2,4 volte (2,2 volte quello mediano), al di sotto della soglia (3 volte) oltre la quale si pongono problemi di sostenibilità. “Ciò, quindi, evidenzia come gli investitori finanziari, e in particolare quelli del PE così rilevanti nel caso delle MidCap italiane, abbiano storicamente fatto ricorso alla leva finanziaria in misura prudente e sostenibile”, viene sottolineato. Il ricorso alla leva è calibrato in relazione alle condizioni della società target. Ne è prova il fatto che quanto più la struttura finanziaria preesistente all’ingresso è già a leva, tanto minore risulta la crescita di fatturato e totale attivo che, dopo due anni dal proprio ingresso, il fondo di PE è in grado di imprimere.(Foto: Towfiqu barbhuiya on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Gelato artigianale italiano consolida leadership europea: +3% di crescita estiva

    (Teleborsa) – L’Italia traina i consumi di gelato in Europa, rappresentando – insieme a Francia e Spagna – il 68% delle porzioni vendute nei primi 5 mercati. All’interno di una crescita estiva che nel nostro paese, a valore,è stata del 3% rispetto al 2024, periodo nel quale si concentra almeno il 70% del fatturato del settore in Italiastimato intorno ai 3 miliardi di euro. Sono i dati, positivi, con cui l’intera filiera del gelato artigianale si presenterà a SIGEP World – The World Expo for Foodservice Excellence, organizzato da Italian Exhibition Group (IEG) alla Fiera di Rimini dal 16 al 20 gennaio 2026. Giunto alla 47esima edizione, l’evento si conferma la vetrina internazionale con il meglio delle filiere industriali di gelato, pasticceria, cioccolato, caffè, panificazione e pizza. Si prevede un’edizione da record, con 1.300 brand espositori da oltre 30 Paesi, distribuiti su 30 padiglioni, e una stima di operatori professionali in visita provenienti da oltre 150 nazioni.L’offerta dedicata al gelato artigianale sarà la più completa a livello globale, coprendo l’intera catena del valore. Tecnologia e attrezzature (dalle macchine di ultima generazione alle vetrine refrigerate), materie prime, ingredienti e semilavorati, design e arredo fino alle più innovative soluzioni digitali per ogni modello di business del foodservice: dalla gelateria indipendente alle catene organizzate, fino ai quick service restaurant, i locali fine dining e l’ospitalità luxury.SIGEP World intensifica le iniziative mirate a espandere la presenza del gelato artigianale italiano nei mercati chiave. Si parte dal progetto “Sigepland” dedicato alla Germania, che rappresenta il secondo mercato mondiale per numero di gelaterie dopo l’Italia. L’iniziativa prevede tour guidati personalizzati per migliaia di professionisti tedeschi, facilitati anche dal volo diretto Monaco-Rimini durante la fiera, per favorire il networking e l’esplorazione dell’offerta espositiva. Un programma ricco di momenti di convivialità pensati per offrire un’esperienza immersiva. Sempre sull’estero, SIGEP World avrà l’India come Guest Country della 47esima edizione: una scelta che testimonia la forte espansione e l’enorme potenziale del mercato asiatico per l’industria dell’ospitalità e del gelato italiano. La delegazione di operatori indiani in arrivo a SIGEP avrà l’opportunità di esplorare da vicino le potenzialità del gelato artigianale di tradizione italiana. Infine, la campagna digitale “What is Gelato?”, che mira a educare investitori e operatori esteri sulla cultura, qualità e sulle innovative applicazioni del gelato nel foodservice. L’iniziativa, in collaborazione con Acomag (Associazione Nazionale Costruttori Macchine Arredamenti Attrezzature per Gelato) e Unione Italiana Food – Gruppo Prodotti per Gelato, metterà in contatto la filiera italiana con i grandi player della ristorazione mondiale tramite workshop e masterclass.GRANDI COMPETIZIONI: L’ITALIA DIFENDE IL TITOLO ALLA GELATO WORLD CUPL’arena di SIGEP World ospiterà l’attesissima Gelato World Cup, la competizione internazionale biennale che vedrà sfidarsi team di professionisti della gelateria. L’undicesima edizione vedrà l’Italia, detentrice del titolo 2024, confrontarsi con altre 11 nazioni d’élite: Francia, Belgio, Polonia, Giappone, Singapore, Indonesia, Cina, Argentina, Messico, Perù, Ecuador. Le squadre si sfideranno in otto spettacolari prove che combinano rigore tecnico, gusto e abilità artistica.I DATI DI SETTORE, L’ESTATE CONFERMA LA CRESCITAI dati CREST di Circana sottolineano la centralità dell’Italia nel mercato comunitario: “Nonostante alcune incertezze legate a condizioni climatiche non favorevoli, l’estate traina i consumi di gelato in Italia, Francia e Spagna, che insieme rappresentano il 68% delle porzioni servite nei primi 5 Paesi europei – spiega Matteo Figura, direttore esecutivo Foodservice Italia di Circana –. Il gelato si conferma parte di una categoria del piccolo lusso accessibile al quale i consumatori non rinunciano volentieri”.Mentre per AIG (Associazione Italiana Gelatieri), l’estate ha confermato le previsioni di consumo. A valore, la crescita si è attestata al +3% rispetto al 2024: a trainare il settore è stato soprattutto il centro Italia (+5%) grazie alle città d’arte e il sud (+4%), mentre il nord ha avuto una crescita minima dovuta soprattutto al maltempo. LEGGI TUTTO