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    Dazi USA, S&P: Gran parte aziende europee può gestire effetti immediati

    (Teleborsa) – Le società europee con rating beneficiano di importanti fattori di attenuazione “che dovrebbero consentire loro di gestire l’impatto diretto immediato dei dazi del 20% e del 10% imposti dall’amministrazione Trump sulle merci provenienti rispettivamente dall’Europa e dal Regno Unito”.Lo rileva S&P Global Ratings prevedendo che il settore automobilistico europeo subirà gli effetti più negativi, dal momento che l’imposizione di un dazio del 25% sui veicoli importati negli Stati Uniti potrebbe avere ripercussioni negative sulle case automobilistiche europee e di altri Paesi del mondo e sulle loro estese supply chain. Le aziende europee che operano nel settore dell’alluminio e dell’acciaio, anch’esse soggette a una tariffa del 25%, saranno probabilmente colpite negativamente.Per S&P le azioni globali e le priorità strategiche dell’amministrazione statunitense segnalano un cambiamento significativo rispetto all’ambiente commerciale globale degli ultimi decenni.Un evidente spostamento verso una maggiore volatilità e incertezza riguardo ai futuri sviluppi commerciali “avrà probabilmente implicazioni negative per le imprese. Ciò è particolarmente rilevante per l’Eurozona, che dipende in modo significativo dalle esportazioni”. LEGGI TUTTO

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    Dazi, von der Leyen annuncia task force per vigitale su import

    (Teleborsa) – La Commissione europea intende procedere alla creazione di una “task force” con il compito di vigilare sulle importazioni, allo scopo di evitare che l’Unione europea venga investita da merci dirottate da paesi terzi a seguito dei dazi commerciali impostidall’amministrazione Trump. Lo ha annunciato la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen nel corso di una conferenza stampa assieme al premier della Norvegia, Gahr Stoere. Nel frattempo le trattative con Washington proseguono e Von der Leyen ha riferito che in questo ambito la Commissione ha proposto agli Usa di passare a un meccanismo di dazi a zero sugli scambi di beni industriali, un accordo di libero scambio in pratica, “come abbiamo già fatto con molti altri partner commerciale”. “Quindi restiamo al tavolo – ha detto – ma siamo anche preparati a rispondere tramite contromisure e a difendere i nostri interessi”.”Quello che stiamo facendo è stabilire una task force per la vigilanza delle importazioni con cui guardiamo quali sono state a livello storico le importazioni”. Per vedere “se c’è qualunque specifico aumento improvviso in qualche settore – ha spiegato Von der Leyen – su cui dobbiamo intervenire”Intanto, poche ore fa sono arrivate le parole dell’investitore miliardario Bill Ackman, che aveva appoggiato Donald Trump durante le elezioni: “Imponendo dazi massicci e sproporzionati ai nostri amici e ai nostri nemici e lanciando così una guerra economica globale contro il mondo intero in una volta sola, stiamo distruggendo la fiducia nel nostro paese come partner commerciale, come luogo in cui fare affari e come mercato in cui investire capitali”, ha scritto sulla piattaforma social X.”Il presidente ha l’opportunità di chiedere un time out di 90 giorni, negoziare e risolvere accordi tariffari asimmetrici ingiusti e indurre trilioni di dollari di nuovi investimenti nel nostro paese – ha aggiunto – Se, d’altra parte, il 9 aprile lanciamo una guerra nucleare economica contro ogni paese del mondo, gli investimenti aziendali si fermeranno, i consumatori chiuderanno i loro portafogli e portafogli tascabili e danneggeremo gravemente la nostra reputazione con il resto del mondo che richiederà anni e potenzialmente decenni per essere riabilitata”. LEGGI TUTTO

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    Dazi e crollo mercati, Fed convoca riunione oggi a porte chiuse

    (Teleborsa) – Riunione del board “a porte chiuse” oggi per la Federal Reserve, alle 11.30 (le 17.30 in Italia). Al centro dei colloqui, si legge nel comunicato diffuso, ci saranno i tassi d’interesse. Tra i punti all’ordine del giorno, infatti, c’è solo la voce “questioni da considerare”: revisione e determinazione da parte del Consiglio dei governatori dei tassi di anticipo e di sconto da applicare alle banche della Federal Reserve.Una riunione che causa un po’ di scalpore alla luce del crollo del mercato, dopo l’annuncio dei dazi decisi dall’amministrazione Trump e con gli investitori spaventati dalla prospettiva di una recessione che potrebbe essere innescata dalla guerra commerciale. Gli economisti, infatti, hanno rivisto al rialzo le probabilità di recessione per l’economia a stelle e strisce. Nel weekend anche Bill Ackman, fondatore del fondo Pershing Square e noto sostenitore del Tycoon, ha dichiarato che il mondo rischia “un inverno nucleare economico”, auspicando che la Casa Bianca metta “in pausa” le tariffe per 90 giorni e negozi accordi commerciali con i paesi partner.Aumentano le scommesse su 5 tagli della Fed entro l’annoNel frattempo, aumentano le scommesse degli investitori sui tagli dei tassi di interesse da parte della Fed: addirittura 5 riduzioni entro la fine dell’anno. Prima del “Liberation Day”, la Fed era settata su due tagli dei tassi quest’anno, ma la situazione è radicalmente cambiata a causa dell’estensione dei dazi annunciati, che fanno temere per una frenata dell’economia e, allo stesso tempo, per una impennata inflazionistica. Una crisi da manuale che prende il nome di stagflazione e costringe le autorità monetarie a procedere con cautela ed analizzare più a fondo la situazione. LEGGI TUTTO

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    Vino, rapporto Enpaia-Censis: “Cresce il consumo interno ma dazi USA minacciano il settore”

    (Teleborsa) – Il consumo di vino in Italia e` aumentato dal 55% al 58,9% tra il 2013 e il 2023, a dimostrazione del fatto che resta una costante nella vita quotidiana degli italiani. Uno dei simboli della cultura, dell’identita` e dello stile di vita italiano, che si intreccia con la tradizione gastronomica del nostro Paese, nel corso degli anni e` diventato un vero e proprio ambasciatore del Made in Italy e un pilastro per la nostra economia ma rischia di essere sommerso dall’onda dei dazi Usa. E` quanto emerge dal primo Report Enpaia-Censis 2025.Per quanto riguarda l’export, il vino italiano ha registrato un’impennata negli ultimi vent’anni. Le esportazioni, infatti, sono passate da 2,9 miliardi di euro nel 2003 a 8,1 miliardi di euro nel 2023, mentre la quota sul totale esportazioni e` cresciuta dall’1,01% nel 2004 all’1,30% nel 2024, con gli Stati Uniti che si confermano come il principale mercato di sbocco. Nonostante la recente politica dei dazi imposta dagli Usa, l’italianita` del vino rimane un valore irrinunciabile per il 79,4% degli italiani, che considerano la lotta contro i dazi una priorita` assoluta. Rapporto Enpaia-Censis: i numeri dell’export La graduatoria dei Paesi di destinazione segnala che gli Stati Uniti sono il principale mercato di sbocco con un export di vino pari a 1,9 miliardi di euro con un balzo decennale tra 2014 e 2024 del +72,4%. Seguono rispettivamente la Germania con 1,2 miliardi di euro (+21,4% nel 2014-2024), il Regno Unito con 851 milioni di euro (+29,3% nei dieci anni trascorsi) e il Canada con 448 milioni di euro e +62,3% dal 2014 al 2024. Gli statunitensi comprano italiano molto piu` di quanto gli italiani comprano americano. Dai dati emerge la rilevanza dell’export di vino da uve per l’economia italiana e, al contempo, come la matrice import-export italo-americana sia complessivamente segnata da un’articolazione di prodotti in cui visibilmente il consumatore americano e` essenziale per talune produzioni italiane, vino incluso. La lotta ai dazi – rileva il rapporto – non potra` diventare una sorta di braccio di ferro isolato tra Italia e Stati Uniti, per il semplice motivo che non ci sono le condizioni di base, visto il quadro basico di quel che l’Italia importa e quel che esporta verso quel mercato. Colpisce per il vino come nel decennio 2014-2024, mentre cresceva il mercato americano come destinazione, si riduceva il peso relativo dei mercato di numerosi paesi europei e anche della Cina e del Giappone. Rapporto Enpaia-Censis: gli italiani scoprono il turismo enogastronomico tra vigneti e tradizioni Le attivita` legate alla produzione e al consumo del vino contribuiscono a costruire un’offerta di esperienze che coinvolge diversi attori. Il vino, dunque, si presenta non solo come prodotto, ma come una vera e propria esperienza culturale. In questo contesto, il 73,8% degli italiani dichiara di apprezzare gite nei territori vinicoli, visite in cantine e degustazioni, a conferma che il vino e` una chiave d’accesso a un turismo esperienziale che unisce cultura, natura e piacere. Interessante e` anche l’aspetto democratico di queste esperienze, apprezzate a tutti i livelli di reddito: il 75% degli italiani con redditi piu` bassi, il 75,4% della fascia medio-bassa, il 70,2% di quelli con redditi medio-alti e il 74,1% degli alti. In questo scenario, il ruolo degli operatori della filiera del vino, dalla produzione agli esercizi pubblici, e` fondamentale. L’impegno nel costruire pacchetti esperienziali che potenziano l’attrattivita` del vino e rispondono ai desideri dei consumatori e` la chiave per garantire un’offerta capace di rispondere ai bisogni vitali degli italiani, rendendo il vino un’esperienza indimenticabile, capace di arricchire il presente e valorizzare il patrimonio culturale e naturale del nostro Paese. Vinitaly, Rapporto Enpaia-Censis: vino ambasciatore dell’italianita` e motore economico per l’Italia L’italianita`, simbolo di qualita` e bellezza, continua a rappresentare un valore fondamentale per l’economia del Paese. Il marchio Made in Italy e` sinonimo di eccellenza in tutto il mondo, particolarmente nel settore enogastronomico, dove il vino si distingue come uno degli ambasciatori piu` potenti della nostra cultura. Il 90,9% degli italiani concorda sul fatto che il vino italiano contribuisca a migliorare l’immagine dell’Italia all’estero, mentre l’86% crede che il rapporto degli italiani con il vino sia un elemento distintivo del nostro Paese. Inoltre, l’89,3% riconosce l’importanza economica del vino, vedendolo come un motore per la creazione di occupazione, l’attrazione di turisti e la generazione di ricchezza nelle aree di produzione. Spesso il consumo di vino viene associato a eccessi e problematiche legate, tra cui incidenti gli stradali, che ne distorcono l’immagine. Tuttavia, i dati della ricerca rivelano un quadro ben diverso per gli italiani, dove il consumo di vino e` improntato su responsabilita` e una forte attenzione alla qualita`. Secondo l’Osservatorio Enpaia-Censis, l’80,2% degli italiani preferisce ridurre le quantita` di vino consumato, optando per una selezione di alta qualita`. Questo modello di consumo, che si distingue dai comportamenti piu` problematici osservati in altri Paesi europei, testimonia una forte maturita` sociale e culturale, in cui l’acquisto di vini pregiati non e` esclusivo di chi ha un alto reddito, ma diventa una scelta trasversale. Infatti, il 75% delle persone con reddito basso e l’82,4% delle persone con reddito alto, condividono la stessa preferenza: bere meno, ma meglio. Il dato che emerge con maggiore chiarezza e` che ben il 90,1% degli italiani ritiene possibile bere vino in modo responsabile, senza ricorrere agli eccessi. Questo principio non e` limitato ad una classe sociale o culturale specifica, ma e` radicato in tutte le fasce di reddito e livelli di istruzione. LEGGI TUTTO

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    Comunità energetiche rinnovabili: Italia ferma all’1%

    (Teleborsa) – Duecentododici comunità energetiche rinnovabili (Cer) con 326 impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili per una potenza di 18 MW e 1956 utenze collegate. Questi i dati, poco incoraggianti, relativi alla CER in Italia e aggiornati dal Gse al 6 marzo scorso. Il Mezzogiorno ospita il 30% di questa realtà con le sue 62 Cer attive, 84 impianti collegati per una potenza di 5,9 MW e 494 utenze servite. In Campania le comunità sono 15 con 17 impianti collegati per una potenza di 1,4 MW e 63 utenze servite. La Regione punta ad accrescerne la presenza: il tema delle rinnovabili come strumento di lotta alla povertà energetica e mezzo concreto contro lo spreco di energia è uno degli obiettivi dichiarati della giunta a guida De Luca che, con il bando “Borghi salute e benessere”, punta a diffondere questi valori in tutte le aree del territorio campano. Quello delle Cer sarà uno dei temi strategici della sesta edizione del Green Med Expo & Symposium, in programma a Napoli, alla Mostra d’Oltremare dal 28 al 30 maggio 2025.”Le Cer rappresentano un’opportunità di crescita in chiave sostenibile per molti piccoli Comuni. Soprattutto – spiega Monica D’Ambrosio, event manager del GreenMed – uno strumento di tutela e di sicurezza energetica per il nostro Paese che negli ultimi hanno ha messo a nudo tutta la propria vulnerabilità rispetto al tema indipendenza e autosufficienza energetica. Il Mezzogiorno d’Italia è ricco di sole e vento, la natura ancora una volta ci mette a disposizione tutti gli strumenti per fare da soli e bene. Serve imparare a utilizzarli nell’interesse dell’ambiente e dell’economia locale”.”Per non perdere la grande occasione del Pnrr, che fissa l’obiettivo per le Cer in 1730 MW di impianti installati al 30 giugno 2026, occorre che tutte le linee ministeriali illustrate a Rimini di recente siano decretate in tempi brevissimi – spiega Lino Bonsignore, referente di IS per la Campania –. Oltre ad aver spostato al 30 novembre 2025 la data di presentazione delle domande, occorre che la scadenza del 30 giugno 2026 non si riferisca all’avvio in esercizio degli impianti, ma che sia sufficiente la fine lavori attestata con perizia giurata; inoltre attendiamo l’annunciata ridefinizione della platea dei beneficiari, con l’allargamento ai consorzi, agli enti di bonifica e soprattutto agli autoconsumatori individuali a distanza. Ad oggi – continua Bonsignore. – considerando i dati Gse sugli impianti di Cer già operativi, siamo soltanto all’1%. I tempi sono strettissimi: occorre anche snellire le procedure; è di vitale importanza per cercare di avvicinarci all’obiettivo. Un traguardo ambizioso, ma non impossibile da raggiungere”. LEGGI TUTTO

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    Trasporto aereo: ENEA nel progetto da 3 milioni di euro per l’idrogeno liquido

    (Teleborsa) – Ridurre l’impatto ambientale del settore aereo sviluppando tecnologie basate sull’utilizzo di idrogeno liquido come carburante. È quanto si propone di realizzare il progetto europeo HASTA, finanziato con oltre 3 milioni di euro dal programma Horizon Europe, che coinvolge un consorzio di 15 partner provenienti da 8 Paesi (7 europei e il Sudafrica), tra cui Airbus, Ariane Group e, per l’Italia, ENEA, Cnr, Sapienza Università di Roma e Università degli Studi Niccolò Cusano.”L’idrogeno liquido potrebbe giocare un ruolo chiave nel futuro dell’aviazione, consentendo agli aerei di utilizzarlo come carburante per la propulsione ed emettendo in atmosfera vapore acqueo riducendo così l’impatto ambientale del settore”, spiega Antonio Agresta, ingegnere aerospaziale del Laboratorio Idrogeno e nuovi vettori energetici del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabile, referente ENEA del progetto.Nei prossimi tre anni, il gruppo di ricerca studierà lo stoccaggio dell’idrogeno liquido per il suo utilizzo nell’aviazione civile e svilupperà un innovativo serbatoio in grado di contenerlo in sicurezza. L’idrogeno liquido è infatti uno dei candidati a sostituire il cherosene nei futuri aerei a zero emissioni. “Uno degli aspetti più complessi – aggiunge Agresta – è la gestione del fenomeno dello sloshing, ovvero il movimento del liquido all’interno del serbatoio, durante il volo. Le sollecitazioni dell’aereo possono generare miscelazioni termiche tra le fasi liquida e gassosa, causando variazioni rapide della pressione nel serbatoio”, sottolinea il ricercatore ENEA. “Si tratta di un aspetto di termo-fluidodinamica molto complesso, di cui si occuperà ENEA con simulazioni al supercomputer per studiare l’interazione del fluido con il serbatoio”. Per affrontare la sfida, il progetto HASTA svilupperà un modello digitale sperimentale di un serbatoio di idrogeno liquido per aeromobili, capace di simulare le variazioni di pressione e di temperatura al suo interno, che rappresenta il primo passo verso la creazione del gemello digitale del serbatoio e, successivamente, di un prototipo sicuro ed efficiente, pronto a ospitare il nuovo carburante finora impiegato solo nel settore spaziale.Per consentire quantità maggiori di idrogeno in spazi ridotti – un aspetto cruciale per l’aviazione sostenibile – l’idrogeno deve essere raffreddato a bassissime temperature (-252,87 °C), in modo da renderlo molto più denso rispetto alla sua forma gassosa. “L’utilizzo dell’idrogeno offre il grande vantaggio di non produrre emissioni di CO2, poiché il principale prodotto della combustione è il vapore acqueo (H2O). Tuttavia, la sua gestione e conservazione – conclude il ricercatore di ENEA – rappresentano una sfida significativa in termini di materiali e geometrie dei serbatoi per il suo stoccaggio poiché richiedono il mantenimento di temperature criogeniche estreme e il controllo dei fenomeni di sloshing durante il trasporto e il volo”. LEGGI TUTTO

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    Vinitaly, inaugurata la 57esima edizione: attesi 30mila operatori esteri da 140 paesi

    (Teleborsa) – Inaugurata oggi la 57esima edizione di Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati in programma fino al 9 aprile a Veronafiere. Con oltre 4mila aziende espositrici da ogni regione d’Italia e il quartiere fieristico al completo, Vinitaly si conferma la principale piattaforma di promozione e internazionalizzazione per il comparto enologico nazionale. Dal business alle tendenze, dai mercati alla politica, Vinitaly 2025 riafferma il ruolo di acceleratore per il vino italiano nel mondo, con uno sguardo concreto al futuro oltre le tensioni geoeconomiche. I dazi reciproci del 20% al vino italiano ed europeo annunciati da Donald Trump non hanno fermato, infatti, gli operatori Usa in partenza per Verona. Su oltre 30mila gli operatori esteri da 140 Paesi attesi a Verona, i buyer americani confermati sono oltre 3mila. Un risultato non scontato che replica il primato dell’anno scorso.”Dobbiamo proteggere e promuovere la qualità delle nostre produzioni – è il messaggio lanciato dal ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida –. Dobbiamo lavorare insieme per superare ogni difficoltà, dobbiamo proteggere i nostri prodotti, li dobbiamo promuovere e dobbiamo rendere sempre più agevole la produzione delle nostre eccellenze. Produzione, protezione e promozione sono i tre elementi sui quali puntiamo, con azioni che già abbiamo cominciato a mettere in campo”.”La presenza degli operatori statunitensi è una notizia incoraggiante per le aziende e per Vinitaly – commenta Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere –. Si apre uno scenario incerto che impatterà sulla geografia del nostro export. Condividiamo le preoccupazioni del settore e per questo mettiamo a disposizione delle organizzazioni la piattaforma di Vinitaly per facilitare eventuali accordi diretti tra imprese, associazioni italiane e importatori-distributori del nostro primo mercato di destinazione extra Ue”.Nella delegazione complessiva dei 3mila operatori Usa a Vinitaly, sono presenti anche i 120 top buyer statunitensi (10% del contingente totale del piano di incoming 2025) selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere e ICE, provenienti prevalentemente da Texas, Midwest, California, Florida e New York. Sul fronte del programma, oltre agli incontri b2b in fiera, gli operatori americani saranno protagonisti di una serata di networking a loro dedicata (martedì 8 aprile, Palazzo della Gran Guardia) in cui sarà presentata anche la prossima edizione di Vinitaly.USA (Chicago, 5-6 ottobre 2025).”Nell’ottica di dare alle aziende un valore sempre crescente, – sottolinea Federico Bricolo, presidente di Veronafiere – continuiamo a intensificare il sistema delle relazioni, aggregando intorno a Vinitaly tutti i soggetti coinvolti a diverso titolo nella promozione del vino italiano. Anche in questo momento di particolare incertezza, siamo al fianco delle istituzioni per potenziare il presidio negli Stati Uniti. Per questo, nelle prossime settimane, saremo parte di un evento ospitato dalla nostra Ambasciata a Washington che coinvolge membri del Congresso USA del comitato italoamericano e la National Italian American Foundation, per valorizzare l’eccellenza e l’unicità delle nostre produzioni, che vogliamo continuare a esportare sul mercato statunitense. Si tratta di una importante tappa di avvicinamento verso la seconda edizione di Vinitaly.USA a Chicago, in calendario il 5 e 6 ottobre prossimo”.Non solo Stati Uniti, l’internazionalizzazione, sempre in chiave bidirezionale da Verona al mondo e viceversa, è stato l’obiettivo del piano di incoming realizzato da Veronafiere in collaborazione con Agenzia ICE. Sono infatti 1.200 i top buyer da 71 Nazioni (6 in più rispetto al 2024) selezionati, invitati e ospitati a Verona per Vinitaly 2025. Tra le delegazioni più numerose dei super operatori selezionati dall’area extra Ue, quelle da Usa e Canada, seguite da Cina, Regno Unito, Brasile ma anche da India, Singapore, Giappone e Corea del Sud. Mentre, per il Continente europeo, primeggiano Germania, Svizzera, Nord Europa e l’area balcanica.All’inaugurazione del 57esimo Vinitaly sono intervenuti anche il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, il presidente della Provincia, Flavio Massimo Pasini, la vicepresidente del Parlamento europeo, Antonella Sberna, la presidente del Ceev, Marzia Varvaglione, il presidente di Agenzia ICE, Matteo Zoppas, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia. Presenti in sala anche l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese, e il direttore generale Rebughini e l’amministratore delegato e direttore generale di SIMEST, Regina Corradini D’Arienzo. LEGGI TUTTO

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    UK, i prezzi delle case scendono ancora a marzo

    (Teleborsa) – I prezzi delle case nel Regno Unito sono scesi dello 0,5% a marzo 2025 (rispetto allo -0,2% di febbraio e al +0,2% atteso dagli analisti), secondo l’Halifax House Price Index. Il prezzo medio degli immobili è ora di 296.699 sterline (rispetto alle 298.274 sterline del mese precedente). La crescita annuale rimane al +2,8%, invariata rispetto a febbraio.”I prezzi delle case sono aumentati a gennaio, poiché gli acquirenti si sono affrettati a battere la scadenza della stamp duty di marzo – ha detto Amanda Bryden, responsabile dei mutui di Halifax – Tuttavia, con la conclusione di tali accordi, la domanda sta tornando alla normalità e le nuove domande stanno rallentando. I nostri clienti hanno completato più vendite di case a marzo che a gennaio e febbraio messi insieme, incluso il giorno più intenso mai registrato. Dopo questa esplosione di attività, i prezzi delle case, che rimangono vicini ai massimi storici, sono non sorprendentemente scesi il mese scorso”.”Guardando al futuro, i potenziali acquirenti devono ancora affrontare le sfide della nuova normalità di costi di prestito più elevati, una fornitura limitata di proprietà disponibili tra cui scegliere e una prospettiva economica incerta – ha aggiunto – Tuttavia, con ulteriori tagli del tasso di base previsti insieme a una crescita positiva dei salari, l’accessibilità ai mutui dovrebbe continuare a migliorare gradualmente e pertanto prevediamo ancora un modesto aumento dei prezzi delle case quest’anno”.(Foto: Mirko Kaminski / Pixabay) LEGGI TUTTO