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    USA, calano a sorpresa gli ordinativi di beni durevoli a dicembre

    (Teleborsa) – Frenano ancora gli ordinativi di beni durevoli americani nel mese di dicembre. Secondo il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti (Bureau of the Census), gli ordini hanno evidenziato un calo del 2,2% su base mensile dopo il -2% del mese precedente. Le stime di consensus indicavano un aumento dello 0,3%.Il dato “core”, ossia al netto degli ordinativi del settore trasporti, fa segnare un +0,3% rispetto al -0,1% del mese precedente.Se si esclude il settore della difesa, gli ordinativi sono scesi del 2,4%, dopo il -1,3% precedente. LEGGI TUTTO

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    Deandreis (SRM-Intesa): porti importanti per svolta green, aumento solare in Italia

    (Teleborsa) – “I porti, attraverso la generazione di maggiore energia rinnovabile, rappresenteranno un pezzo importante della svolta green, ma non l’unico. Ad esempio, vicino ai porti è collocata tutta l’industria petrolchimica che si sta avviando a una riconversione verso la chimica verde, e c’è quindi il ruolo dei porti come spazi ma anche come infrastruttura che favorisce l’import-export via nave”. Lo ha affermato Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM, durante la presentazione alla stampa del sesto MED & Italian Energy Report.”C’è poi il supporto all’industria dello shipping, che è al centro del tema della decarbonizzazione, dovendo raggiungere obiettivi importanti, e questo è possibile solo se accompagnato dai porti – ha fatto notare – Se i porti non sono in grado di fornire combustibili alterativi è un problema”.”C’è quindi un ruolo più ampio che non è solo produzione, che comunque è importante – ha aggiunto – Lo fanno nel Nord Europa con l’eolico off-shore, in Italia può essere fatto con il solare su terra o galleggiante, non dappertutto perché alcuni porti sono in zone di particolare pregio, ma credo che in qualche anno vedremo progetti importanti in questo senso”.Le stime dell’ESPO (European Sea Port Organization) citate nel rapporto hanno mostrato come la sostenibilità sarà il driver strategico degli investimenti dei porti europei nei prossimi 10 anni; una survey condotta su 173 autorità portuali in 85 Paesi ha mostrato come oltre il 90% dei porti abbiano piani di investimento in infrastrutture e in sostenibilità. Inoltre, circa un terzo dei porti analizzati destinerà spazi alla produzione di energia rinnovabile, mentre il 13% espanderà gli impianti di produzione energetica esistenti. LEGGI TUTTO

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    Bompard (Polito): passiamo da tema sicurezza commodities a sicurezza materie prime critiche

    (Teleborsa) – “La sicurezza energetica europea e italiana è legata al fossile. La crisi russo-ucraina ci ha fatto spostare flussi dalla Russia all’Algeria, ma la sicurezza energetica dipende però dalla sicurezza geopolitica del partner. È stata una scelta fatta senza alternative durante la crisi energetica, ma crea anche un dialogo nel Mediterraneo e serve per accrescere l’influenza dell’Italia”. Lo ha affermato Ettore Bompard, Direttore Scientifico ESL@energycenter Lab del Politecnico di Torino, durante la presentazione alla stampa del sesto MED & Italian Energy Report.”Il GNL è una risposta, perché consente di scegliere, ma ha due svantaggi: costa un po’ di più e c’è una competizione con il sud est asiatico – ha spiegato – Su questo bisognerebbe vedere la competizione sul mercato, che in questo momento è favorevole all’Europa, ma in generale è un problema perché siamo espositi al prezzo del GNL”.”Le rinnovabili ci permettono di essere meno dipendenti da altri paesi, ma c’è un tema di aggiornamento delle infrastrutture e di diffusione dell’accumulo, che è in corso, ma il rischio è di esser dipendenti da materie prime critiche che non sono in Europa”, ha detto Bompard.”Ci stiamo spostando dal tema della sicurezza delle commodities a quello della sicurezza delle materie prime critiche, nel quale il dominino dei cinesi è rilevante”, ha sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Porti italiani, segmento energy vale 35% del movimentato. Trieste il più importante

    (Teleborsa) – I porti del Mediterraneo hanno nel tempo assunto il ruolo di nodi cruciali nella catena di approvvigionamento energetico, consentendo l’importazione e l’esportazione di petrolio, prodotti petroliferi raffinati e GNL. Accanto al ruolo di hub per le commodity fossili, i porti stanno diventano anche luoghi strategici per la transizione green e per favorire il “ponte energetico” tra Europa e Nord Africa. Lo sostiene il sesto MED & Italian Energy Report, facendo notare che nei porti vanno sempre più diffondendosi grandi progetti inerenti le energie rinnovabili, in particolare solare fotovoltaico ed eolico anche offshore.Lo sviluppo di nuove infrastrutture energetiche, come i terminali di GNL e le strutture di bunkeraggio per i combustibili alternativi, può aumentare la sicurezza energetica e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Passando a fonti energetiche più ecologiche nelle operazioni portuali, i porti possono costituire un precedente per le pratiche sostenibili, migliorando l’efficienza energetica e riducendo le emissioni.Sfida fondamentale per i porti sarà quella dei combustibili alternativi; la capacità di accogliere navi con propellenti come Metanolo, GNL, Ammoniaca ed altri potrà essere una discriminante competitività di notevole portata. Con il 7,6% (2023: 5,3%, 2017: 2,5%) della flotta in mare e il 52,6% (2023: 45,5%, inizio 2017: 10,8%) del portafoglio ordini in termini di stazza (GT) in grado di utilizzare carburanti o propulsioni alternative, si prevede che il 9% della capacità della flotta globale sarà alimentato in modo alternativo entro la fine del 2026.Diverse opportunità sono legate allo sviluppo di idrogeno verde nei Paesi della Sponda Sud: i Paesi costieri della Sponda Sud possiedono un potenziale significativo non solo per la disponibilità di acqua ed energia, ma anche per l’esistenza di infrastrutture portuali, che potrebbero produrre e stoccare idrogeno verde, da esportare verso l’Europa. Opportunità di sviluppo sono legate alla realizzazione del SoutH2 Corridor, che prevede una rete di gasdotti tra l’Europa e l’Africa interamente dedicata al trasporto dell’idrogeno.Dal report emerge anche che diversi porti italiani figurano nella top 10 dei principali porti energy dell’area Med, con un ruolo rilevante soprattutto per il trade di petrolio e derivati. Per il greggio: Trieste (38 milioni di tonnellate movimentate), Augusta e Sarroch (12 milioni di tonnellate movimentate ciascuna); Augusta (9,5 milioni di tonnellate) e Sarroch (7,8 milioni di tonnellate) per i prodotti petroliferi raffinati; Napoli per il gas (1 milione di tonnellate); Porto Levante-Rovigo (6,4 milioni di tonnellate) e Piombino (2,4 milioni di tonnellate) per il GNL.Per i porti italiani il segmento energy vale il 35% del totale movimentato. Essi stanno affrontando e sempre più saranno protagonisti di una rivoluzione energetica. “La nuova sfida è quella di diventare hub della transizione energetica, impegnandosi a rendere più ecologiche le proprie attività”, viene sottolienato.I primi 5 Energy port italiani concentrano il 69% del traffico e sono: Trieste, Cagliari, Augusta, Milazzo e Genova. Trieste è il più importante porto energetico e gateway dell’Italia. Tre di questi porti sono nel Mezzogiorno.Il Mezzogiorno con un peso specifico di circa il 50% della movimentazione portuale italiana ha un ruolo chiave nel percorso verso la transizione green contribuendo a generare sinergie tra le due sponde del Mediterraneo, valorizzando la presenza in Nord Africa di grandi fonti di energia rinnovabile.Grazie alla vicinanza a potenziali aree di produzione rinnovabile in Nord Africa, gli investimenti nelle infrastrutture e nella logistica in chiave sostenibile contribuiscono a rendere i nostri porti attori chiave, rafforzando la posizione geostrategica dell’Italia e del Mezzogiorno nel Mediterraneo, sostiene il rapporto. LEGGI TUTTO

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    USA, con Trump più petrolio e gas all’Europa: accelera tendenza già in atto su GNL

    (Teleborsa) – La politica energetica di Trump ed il suo ritorno al fossile, laddove verrà attuata, avrà “impatti rilevanti” sulla geografia energetica e sugli equilibri geopolitici legati al commercio delle commodity energetiche. Lo si legge nel sesto MED & Italian Energy Report, nel quale viene fatto notare che l’espansione della produzione americana di idrocarburi è un modo per ridurre i costi dell’energia e guadagnare competitività, soprattutto nei confronti della Cina.Secondo il rapporto, la nuova presidenza degli USA nelle sue strategie avrà l’impatto di rimodellare le catene di approvvigionamento e le dinamiche commerciali globali impattando quindi anche sul commercio di prodotti energetici.Aumenterà con Trump la spinta a vendere più petrolio e gas degli USA all’Europa, che già nel corso degli ultimi anni ha aumentato le importazioni di GNL dagli Stati Uniti. Se nel 2021 pesavano per il 27%, la quota è cresciuta al 41% l’anno successivo, arrivando al 48% sul totale del GNL importato dall’Europa nei primi mesi del 2024. LEGGI TUTTO

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    Gilli (Compagnia San Paolo): dare all’Europa investimenti e condizioni per essere competitiva

    (Teleborsa) – “Il 18 febbraio presenteremo il documento di programmazione pluriennale, difatti il nostro piano strategico, che si fonda su alcuni pilastri e presenta quattro trasversalità fondamentali, che sono vicine all’approccio di questo rapport”. Lo ha affermato Marco Gilli, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, durante la presentazione alla stampa del sesto MED & Italian Energy Report.”La prima è quella della partnership, e questo rapporto mette insieme istituzioni diverse che hanno cooperato per questa piattaforma – ha spiegato – La seconda è quello del learning, perchè vogliamo essere una fondazione che apprende dai progetti che fa e prende decisioni sull’evidenza. Il terzo elemento è quello dell’advocacy, cercando – sulla base della nostra esperienza – di andare a dare supporto ai policymaker. Il quarto è l’internalizzazione: siamo una fondazione che certamente ha una localizzazione sul territorio e il nostro obiettivo è da sempre quello di combattere diseguaglianze e povertà – non con l’approccio della charity che fanno bene altri – ma promuovendo la crescita dei territori, che deve essere fatto con politiche nazionali e internazionali, dove l’Europa e il mondo sono punti di riferimento”.”I temi della sicurezza energetica e della transizione sono importanti e avranno un grandissimo impatto sui nostri territori – ha detto Gilli – Questo fa si che consideriamo strategico e cruciale questo approccio”.”I rapporto tra Europa e Mediterraneo diventano fondamentali per accelerare la transizione energetica e per rafforzare quel ponte di sviluppo tra Europa e Africa”, ha notato il presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo.”Abbiamo visto come il nuovo chatbot cinese ha creato uno sconquasso sulle Borse, come c’è competizione tech, con l’Europa che deve cercare di diventare protagonista, quindi a maggior ragione è importante dare all’Europa gli investimenti e le condizioni per essere competitiva – ha sottolineato – In particolare, su un tema in cui l’Europa è leader come la transizione”. LEGGI TUTTO

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    AMCO razionalizza la gestione in outsourcing del portafoglio crediti

    (Teleborsa) – AMCO, società partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e primario operatore nella gestione dei crediti deteriorati, ha concluso un accordo per la gestione del portafoglio crediti con una selezione di servicer esterni, con l’obiettivo di ottimizzare la gestione dei crediti in outsourcing. L’iniziativa si inserisce nella strategia di efficientamento del modello operativo definita nel piano al 2028.A partire dal 1° gennaio 2025, la gestione in outsourcing del portafoglio – che in precedenza coinvolgeva 15 special servicer – sarà affidata a 8 servicer (Advancing Trade, Cerved, Cribis, doValue-Gardant, Ifis Npl Servicing, Intrum, iQera, Prelios). Il modello operativo di AMCO prevede una gestione interna dei crediti UTP e delle sofferenze di maggiore dimensione, mentre l’outsourcing è dedicato alla gestione di ticket di dimensioni più contenute. LEGGI TUTTO

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    USA, EIA prevede aumento dei prezzi dell’energia elettrica nel 2025

    (Teleborsa) – I prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica negli Stati Uniti saranno in media leggermente più alti nel 2025 nella maggior parte delle regioni degli Stati Uniti rispetto allo scorso anno, fatta eccezione per il Texas e il Nord-ovest. Lo afferma l’U.S. Energy Information Administration (EIA).L’agenzia prevede che gli 11 prezzi all’ingrosso monitorati saranno in media di 40 dollari per megawattora (MWh) nel 2025 (ponderati in base alla domanda), in aumento del 7% rispetto al 2024. Inoltre, viene previsto che il prezzo medio dell’elettricità residenziale negli Stati Uniti nel 2025 sarà superiore del 2% rispetto alla media del 2024; dopo aver tenuto conto dell’inflazione, la previsione per i prezzi residenziali negli Stati Uniti rimane relativamente invariata rispetto al 2024.I prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica sono un indicatore del costo di produzione di energia e sono generalmente creati su base oraria o giornaliera negli Stati Uniti. Questi prezzi riflettono i costi operativi e di carburante dell’unità più costosa necessaria per soddisfare la domanda di elettricità in un dato momento in un punto di prezzo definito all’interno della rete elettrica, insieme a tutti i costi associati alla congestione della trasmissione in quell’area. Il costo del gas naturale è un fattore primario dei prezzi all’ingrosso in molte regioni perché il generatore marginale è spesso alimentato a gas naturale, spiega l’EIA. L’aspettativa è che il costo del gas naturale consegnato ai generatori di energia degli Stati Uniti sarà in media di 3,37 dollari per milione di unità termiche britanniche nel 2025, in aumento del 24% rispetto alla media dell’anno scorso, ma è più o meno lo stesso prezzo del 2023.EIA si aspetta che i prezzi medi all’ingrosso dell’energia oscilleranno da circa 30 dollari al MWh nella parte del Texas in cui la rete è gestita dall’Electric Reliability Council of Texas (ERCOT) a 55 dollari al MWh nella regione nord-occidentale. Queste due regioni sono le uniche in cui si attendono prezzi all’ingrosso più bassi quest’anno. La regione del Nord-ovest sta ancora vivendo condizioni di siccità, ma le condizioni dovrebbero migliorare leggermente quest’anno con il 20% in più di produzione di energia idroelettrica. L’aumento della produzione da progetti di energia solare sta contribuendo a ridurre i prezzi all’ingrosso in ERCOT. LEGGI TUTTO