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    UE autorizza acquisto di Mars Debtco da parte di Onex e Qatar Holding

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento sulle concentrazioni dell’UE, l’acquisizione del controllo congiunto di Mars Debtco del Regno Unito da parte di Onex Corporation del Canada e Qatar Holding del Qatar. La transazione riguarda principalmente il settore dei pezzi di ricambio per aeromobili.La Commissione ha concluso che la transazione notificata non solleverebbe preoccupazioni in materia di concorrenza, dato che la joint venture ha attività trascurabili nello Spazio economico europeo e la posizione di mercato combinata limitata delle società risultante dalla transazione proposta. La transazione notificata è stata esaminata ai sensi della procedura di revisione semplificata delle concentrazioni. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di Banca Progetto da parte di Centerbridge

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento sulle concentrazioni dell’UE, l’acquisizione del controllo esclusivo di Banca Progetto da parte di Centerbridge Partners. La transazione riguarda principalmente i servizi di credito alle imprese e di factoring.La Commissione ha concluso che la transazione notificata non solleverebbe preoccupazioni in materia di concorrenza, dato che le società non sono attive negli stessi mercati o in mercati verticalmente correlati. La transazione notificata è stata esaminata ai sensi della procedura di revisione semplificata delle concentrazioni. LEGGI TUTTO

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    Mutui, genitorialità e invecchiamento attivo: Generali e Cattolica presentano “Protection”

    (Teleborsa) – Generali e la sua Business Unit Cattolica lanciano la nuova offerta Protection: “Scegli Col Cuore Progetti” e “Cattolica Domani Progetti”.Dall’acquisto della casa, alla nascita di una famiglia, fino all’invecchiamento attivo: l’assicurazione tutela i progetti di vita con un capitale che diminuisce gradualmente nel tempo per coprire le differenti necessità economiche nei diversi momenti della vita. Le due soluzioni decrescenti – spiega Generali in una nota – offrono una copertura che accompagna le esigenze di chi, per realizzare il futuro che ha in mente e a cui tiene, ha un finanziamento (“Credit Protection”) oppure di chi sa di avere impegni economici decrescenti nel tempo, permettendo loro di pianificare la protezione dei propri obiettivi di vita e del futuro dei propri cari.”Come Generali, vogliamo essere vicini alle persone in ogni momento rilevante: per questo – ha dichiarato Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia – analizziamo lo scenario e progettiamo soluzioni assicurative per soddisfare i bisogni emergenti e proteggere i nostri clienti, tenendo fede all’ambizione di essere Partner di Vita. La nostra nuova offerta a capitale decrescente risponde a priorità sempre più urgenti dettate da un contesto che vede la necessità di tutelare il proprio futuro in base al momento di vita in cui ci sitrova. Con queste nuove soluzioni, rese distintive dalla consulenza di valore delle Reti Generali Italia e Cattolica, ribadiamo la centralità della Protection nella nostra strategia e nel nostro modello di business”.Mutui: per coloro che aprono un mutuo e cercano una copertura che tuteli il capitale finanziatoOggi, in Italia, l’età media in cui si acquista casa e si stipula un mutuo è di circa 40 anni, con una durata media di circa 25 anni e un capitale finanziato superiore a 150mila euro. Tipicamente la decrescenza di un mutuo non è lineare ma segue un cosiddetto ammortamento francese ovvero una modalità di calcolo largamente impiegata da banche e finanziarie quando si deve stabilire l’ammontare di un finanziamento. Il funzionamento della decrescenza in “Scegli Col Cuore Progetti” e “Cattolica Domani Progetti” – si legge nella nota – offre una soluzione adeguata alla copertura di questa tipologia di finanziamenti perché prevede una decrescenza con ammortamento francese e un TAN predefinito al 5% (in modo da essere capiente anche in caso di tasso particolarmente altoe dando una sovra-copertura cautelativa al cliente in caso di tasso inferiore).Genitorialità: per una copertura che duri più a lungo nel tempo e con un capitale più alto nella parte iniziale della vita dei propri figliMantenere un figlio da 0 a 18 anni ha un costo medio di circa 175mila euro, ai quali si aggiungono i costi dell’università che variano a seconda che sia pubblica o privata o se lo studente studia in sede o fuorisede. In estrema sintesi, da 0 a 23 anni un figlio costa almeno 200mila euro (aumentando al crescere del reddito familiare). Un impegno economico, quello che deve affrontare una famiglia per la crescita dei figli, che con “Scegli Col Cuore Progetti” e “Cattolica Domani Progetti” – fa sapere Generali – può essere protetto con la sicurezza di essere tutelati nel tempo in linea con i propri impegni e obiettivi di vita.Invecchiamento attivo: per chi, anche senior, è nel pieno di progetti familiari o imprenditoriali che richiedono una tutela ma è attento al costo e cerca una durata più lunga o un capitale di partenza più alto”Scegli Col Cuore Progetti” e “Cattolica Domani Progetti” rappresentano una valida alternativa all’offerta classica a capitale costante, offrendo a parità di premio una durata maggiore e un capitale di partenza più alto. Le due soluzioni assicurative, inoltre, prevedono una durata pagamento premi più breve rispetto alla durata copertura: questo funzionamento permette di rimanere in copertura nell’ultima parte della durata contrattuale senza dover più versare il premio.WBenessere, lo strumento dedicato alla saluteCon la nuova offerta Protection è incluso W Benessere, il servizio dedicato alla tutela della propria salute: si può accedere in ogni momento, tramite o App MyGenerali, a visite e accertamenti diagnostici a tariffe agevolate in un network selezionato di strutture sanitarie convenzionate in tutta Italia; inoltre, vi è la possibilità di richiedere supporto alla prenotazione di visite specialistiche ed esami. In questo modo diventa più semplice effettuare con continuità tutti i check up per mantenersi in salute e fare prevenzione. LEGGI TUTTO

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    Competitività imprese, Istat: “In forte crescita fatturato multinazionali italiane all’estero e estere in Italia”

    (Teleborsa) – Nel 2022 aumentano gli scambi esteri delle imprese a controllo estero residenti in Italia: +22,9% export e +23,4% l’import. Le controllate estere, 0,4% delle imprese residenti, producono il 21,0% del fatturato e il 17,4% del valore aggiunto nazionale. Il 45,4% del fatturato prodotto dalle affiliate estere di multinazionali italiane è destinato a mercati diversi dal Paese di localizzazione. Si confermano quote elevate di esportazioni verso l’Italia nei settori del Made in Italy. È quanto rileva l’Istat nel report “Struttura e competitività delle imprese multinazionali 2022″Multinazionali a controllo estero: cresce il loro contributo alla nostra economiaNel 2022, continua la crescita economica delle multinazionali a controllo estero in Italia rispetto al 2021(fatturato +26,9% e valore aggiunto +13,4%). Si consolida inoltre la presenza delle multinazionali italiane all’estero (fatturato +15,8% e fatturato al netto degli acquisti di beni e servizi +18,2%). Provenienti da 106 Paesi, le multinazionali estere sono attive in Italia con 18.434 controllate (+4,5% rispetto al 2021), occupano oltre 1,7 milioni di addetti (+5,8%), fatturano oltre 908 miliardi di euro (+26,9%), producono un valore aggiunto di oltre 173 miliardi (+13,4%) e sostengono una spesa in Ricerca e sviluppo di 6 miliardi (+4,9%). Le controllate estere attive nell’industria sono il 28,7% del totale rispetto al 71,3% dei servizi, ma in termini di peso economico le distanze si riducono. Infatti le controllate estere attive nell’industria realizzano il 46,7% del fatturato totale (53,3% dei servizi) e in termini di valore aggiunto producono il 40,3% contro il 59,7% dei servizi. Nell’industria una forte presenza delle multinazionali estere (misurata come quota di valore aggiunto sul totale del settore) si riscontra nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (47,9% del valore aggiunto del settore), nella fabbricazione di prodotti farmaceutici (44,4%) e nella fabbricazione di prodotti chimici (38,6%). Il valore aggiunto cresce in quasi tutti i settori, ad eccezione della fabbricazione di prodotti chimici (-1,4%) e di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-7,3%), che avevano fatto registrare incrementi importanti durante gli anni della crisi pandemica. Seppur con un numero limitato di unità giuridiche (0,4% del totale delle imprese dell’industria e dei servizi), cresce il contributo, già significativo, delle multinazionali estere ai principali aggregati economici nazionali dell’industria e dei servizi: 9,7% degli addetti (+0,3 punti percentuali rispetto al 2021), 21,0% del fatturato (+0,7 p.p.), 17,4% del valore aggiunto (+0,3 p.p.) e 37,6% della spesa in Ricerca e sviluppo (+4,9 p.p.). Le multinazionali italiane confermano la presenza in 175 Paesi con 25.491 controllate (+2,4 rispetto al 2021), che occupano oltre 1,7 milioni di addetti (+5,8%) con un fatturato di 552 miliardi (+15,8%). A contribuire di più alla crescita sono i settori industriali. I più dinamici sono: la fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semi rimorchi (+34,2% del fatturato e +12,5% degli addetti), l’estrazione di minerali da cave e miniere (+30,3% e +3,0%), la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+24,0% e +3,8%) e la fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca (+23,1% e +8,6%). Anche nei servizi risultano in notevole crescita diversi settori come il noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+40,5% e +19,4%) e trasporto e magazzinaggio (+26,6% e +11,1%) e altri che continuano a recuperare le perdite subite negli anni della pandemia, come i servizi di alloggio e ristorazione (+14,4% e +21,3%).Quasi metà delle importazioni nazionali effettuate dalle imprese a controllo esteroLe analisi del sistema produttivo hanno sistematicamente evidenziato differenze importanti tra le imprese appartenenti a gruppi multinazionali esteri e italiani rispetto alle altre imprese. La dimensione media delle imprese appartenenti a gruppi multinazionali è elevata sia per le controllate estere in Italia (95,5 addetti), sia per le controllate italiane all’estero (68,9 addetti), in confronto alle imprese a controllo italiano (3,5 addetti). Rilevanti anche le differenze nella produttività, misurata come valore aggiunto per addetto: 103mila euro per le imprese appartenenti a gruppi multinazionali esteri e 62,5mila per le imprese domestiche. Le esportazioni delle imprese di gruppi multinazionali esteri presenti in Italia raggiungono quasi 200 miliardi di euro (+22,9% rispetto al 2021) e le importazioni quasi 253 miliardi (+23,4%), facendo dunque registrare un contributo significativo all’interscambio commerciale italiano. Infatti, queste imprese realizzano il 35,1% delle esportazioni nazionali di merci (+0,9% rispetto al 2021) e attivano il 49,5% delle importazioni (+2,6%). I settori manifatturieri più coinvolti nell’interscambio con l’estero sono gli stessi sia per le esportazioni che per le importazioni: fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (75,9% per l’export e 84,5% per l’import), fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (57,2% e 66,5%),fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi fabbricazione di prodotti chimici (46,4% e 53,2%). I flussi commerciali intra-gruppo delle multinazionali sono pari al 49,4% per le esportazioni e al 62,3% per le importazioni. Nelle esportazioni intra-gruppo le quote più alte si hanno nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (77,3%), nelle altre industrie manifatturiere (71,4%), nella confezione di articoli di abbigliamento e fabbricazione articoli in pelle (71,0%) e nelle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (64,9%). Nelle importazioni intra-gruppo valori rilevanti sono nella fabbricazione di altri mezzi di trasporto (66,2%), nelle altre industrie manifatturiere (66,1%) enella metallugia (64,1%). Le affiliate all’estero di multinazionali italiane destinano il 45,4% del loro fatturato a vendite su mercati diversi dal Paese di localizzazione dell’impresa stessa. Spiccano alcuni settori manifatturieri: fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi (72,5%), fabbricazione di altri mezzi di trasporto (68,2%) e fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (60,8%). Si confermano quote notevoli di fatturato nelle esportazioni verso l’Italia nei settori tipici del Made in Italy:53,8% per la fabbricazione di articoli in pelle e simili, 49,1% per le industrie tessili e confezione di articoli di abbigliamento e 31,5% per la fabbricazione di mobili e altre industrie. La quota di fatturato destinata al Paese estero in cui è realizzata la produzione è particolarmente rilevante nell‘industria del legno, stampa e riproduzione (68,8%), nella fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (58,3%) e nella fabbricazione di prodotti farmaceutici (58,3%).Unione europea prima area di provenienza e destinazione delle multinazionaliLe multinazionali estere che operano in Italia provengono soprattutto dall’Unione europea: sul totale delle imprese a controllo estero coprono una quota del 56,3% (+2,2 p.p. rispetto al 2021), impiegano il 56,2% degli addetti (+0,7 p.p.) e realizzano il 54,6% del fatturato (+1,1 p.p.). Per rilevanza economica, misurata da occupazione e fatturato, segue il Nord America con il 14,9% delle affiliate estere (-0,2 p.p.), il 20,4% degli addetti (-0,2 p.p.) e il 18,2% del fatturato (-1,3 p.p.). Al terzo posto si collocano le multinazionali provenienti da Paesi europei non Ue (21,1% delle controllate), che occupano il 16,6% degli addetti (-0,3 p.p.) e realizzano il 15,2% del fatturato (+0,8 p.p.). A seguire le multinazionali asiatiche, presenti con il 6,6% delle controllate estere (-0,1 p.p.), che contribuiscono con il 6,1% (-0,7 p.p.) degli addetti e il 10,5% del fatturato a controllo estero (-0,7 p.p.). I primi 10 Paesi di residenza delle multinazionali estere per numero di imprese controllate in Italia assorbono l’87,6% degli addetti, l’82,5% del fatturato, l’83,8% del valore aggiunto e l’85,3% della spesa in R&S. Per numero di addetti sono gli Stati Uniti (2.603 imprese, quasi 351 mila addetti, 17,9% del fatturato, 20,1% del valore aggiunto e 22,1% della spesa in R&S) ad avere il primato sulle imprese a controllo estero in Italia, seguiti dalla Francia con (2.435 imprese, quasi 322 mila addetti, 19,4% del fatturato, 17,5% del valore aggiunto e 7,8% della spesa in R&S ) e dalla Germania (2860 imprese, oltre 222 mila addetti. Osservando nel dettaglio l’attività economica le graduatorie cambiano. Nella manifattura al primo posto ci sono sempre gli Stati Uniti (quasi 111mila addetti), seguiti da Francia (quasi 79mila) e Germania (oltre 62mila). Nell’altra industria, che comprende tutti i settori industriali esclusa la manifattura, si ha Francia(oltre 14mila), Stati Uniti (quasi 5mila) e Germania (oltre 3mila), nel commercio Germania (oltre 84mila), Francia (oltre 76mila) e Stati Uniti (quasi 54mila) e negli altri servizi Regno Unito (quasi 182mila), Francia(quasi 153mila) e Svizzera (quasi 88mila). Anche per le controllate estere di gruppi multinazionali italiani, seppur con un certo livello di decrescita, l’Unione europea si conferma la principale area di localizzazione, con il 46,2% delle imprese (-1 p.p.), il 40,8% degli addetti (-1,4 p.p.) e il 52,8% del fatturato (-2,3 p.p.). Seguono il Nord America (rispettivamente 13,8%, 9,8% e 15%) e, a parità di numero di imprese, l’Asia (13,1%, 16,4% e 10,3%) e gli altri Paesi europei (13,1%, 12,5% e 10,6%). Completano il quadro Centro e Sud America (8,5%, 14,3% e 6,6%) e Africa e Oceania (5,4%,6,1% e 4,8%). I primi 10 Paesi per numero di addetti assorbono il 59,6% delle imprese, il 59,5% degli addetti e il 64,4% del fatturato. La Romania conserva il primato per numero di addetti impiegati (quasi 81mila) nel settore industriale e in particolar modo nella manifattura, seguita da Stati Uniti e Cina. Nei servizi, dove è predominante il ruolo delle imprese di utilities italiane, al primo posto figura il Brasile (quasi 108mila addetti), seguito dagli Stati Uniti (otre 80mila addetti) e dalla Germania (quasi 69mila).In calo la propensione all’investimento dei grandi gruppi industrialiIl 42,7% dei grandi gruppi multinazionali italiani attivi nell’industria (-8,4 p.p. rispetto al biennio precedente) e il 55,6% di quelli dei servizi (+1,8 p.p.) hanno realizzato o progettato per il 2023-2024 un nuovo investimento di controllo all’estero. Più limitata, è invece la propensione all’investimento estero dei gruppi multinazionali di media dimensione, con quote pari a 21,0% nell’industria (+0,1 p.p.) e 21,5% nei servizi (-2,6 p.p.), e dei gruppi multinazionali di piccola dimensione, con una quota del 9,5% nell’industria (-1,6 p.p.) e del 6,9% nei servizi (-0,6 p.p.). Stati Uniti e Canada rappresentano la principale area di localizzazione dei nuovi investimenti di controllo all’estero delle multinazionali italiane attive nell’industria (22,3%), seguiti dall’area Ue14. Al contrario, per le multinazionali italiane attive nei servizi, l’area Ue14 con il 33,0% si conferma la principale area di localizzazione dei nuovi investimenti di controllo all’estero, seguita dagli Stati Uniti e Canada (15,3%). I nuovi investimenti di controllo all’estero realizzati o progettati nel biennio 2023-2024 sono finalizzati, tanto per le imprese industriali che per quelle attive nei servizi, soprattutto alla produzione di merci e servizi (29,8% e 31,3% rispettivamente) e alla distribuzione e logistica (28,1% e 24,7%). Seguono il marketing, vendite e servizi post vendita inclusi i centri assistenza e i call center (21,9% e 13,3%). Per l’80,4% dei gruppi multinazionali italiani dell’industria la motivazione prevalente alla base dei nuovi investimenti all’estero nel periodo 2023-2024 è la possibilità di accedere a nuovi mercati. I gruppi industriali ritengono determinanti altri due fattori: l’aumento della qualità e lo sviluppo di nuovi prodotti (28,1%) e l’accesso a nuove conoscenze o competenze tecniche specializzate (18,1%). La riduzione del costo del lavoro interessa soltanto l’11,9% dei gruppi industriali. Anche per i gruppi multinazionali attivi nei servizi la motivazione prevalente per i nuovi investimenti è l’accesso a nuovi mercati (75,1%), seguono l’accesso a nuove conoscenze o competenze tecniche specializzate (21,6%) e l’aumento della qualità e lo sviluppo di nuovi prodotti (19,7%). Soltanto per il 5,8% la riduzione del costo del lavoro è considerata una motivazione per effettuare investimenti di controllo all’estero.Le multinazionali italiane operano all’estero anche con altre modalità organizzative diverse dal controllo. Nel 2022, il 59,5% dei gruppi industriali e il 60,8% dei gruppi attivi nei Servizi hanno dichiarato di operare all’estero attraverso accordi commerciali. Seguono con percentuali più contenute per i gruppi industriali gli accordi di produzione (19,9%), le Joint-venture (15,5%) e le Partnership tecnologiche con imprese o centri di ricerca (5,1%), mentre per i gruppi attivi nei servizi seguono le Joint-venture (20,0%), gli accordi di produzione (12,5%) e le Partnership tecnologiche con imprese o centri di ricerca (6,8%). LEGGI TUTTO

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    PTI, Antitrust non avvia istruttoria su operazione con iliad

    (Teleborsa) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha deliberato di non avviare l’istruttoria con riguardo all’operazione con cui PTI Italia sta acquisendo un ramo d’azienda di Iliad Italia costituito da infrastrutture passive per la telefonia mobile.PTI Italia è una società di diritto italiano indirettamente controllata dal gruppo Phoenix Tower International, attivo nel settore delle infrastrutture wireless, attraverso un portafoglio di oltre 25.000 siti presenti in più di venti paesi in Europa e in America. Il ramo d’azienda è costituito da 1.900 infrastrutture passive per la telefonia mobile (“siti”), consistenti in costruzioni, recinzioni, torri, tralicci, pali, fondazioni e armadietti, nonché qualsiasi attrezzatura relativa al funzionamento e alla sicurezza dei siti stessi.L’Antitrust ritiene che l’operazione non ostacola in misura significativa la concorrenza effettiva nei mercati interessati e non comporta la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante.L’Autorità spiega che PTI Italia rappresenta un operatore di rilevanza molto limitata, con una quota di mercato precedente al perfezionamento dell’operazione inferiore al 5%. Il ramo di azienda oggetto di acquisizione è stato finora attivo prevalentemente a favore della stessa Iliad (e dunque con attività captive) e solo in minima parte risultava attivo nella fornitura di servizi di hosting a terzi, con una quota del tutto marginale.Più in generale, viene spiegato che il mercato risulta caratterizzato dalla presenza in Italia di due importanti operatori quali INWIT e Cellnex Italia, i quali rappresentano da soli oltre il 90% dei macro-siti in Italia. LEGGI TUTTO

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    Giudici di pace, AIGA: “Organico scoperto per il 70%, più magistrati e decreti ingiuntivi emessi da avvocati per sgravare gli uffici”

    (Teleborsa) – “Il sistema degli uffici dei Giudici di Pace è quasi al collasso: soltanto il 33 per cento dei giudici previsti è in servizio, con una scopertura del 70 per cento. Una situazione drammatica sia per il presente che per il futuro, in vista dell’aumento delle competenze per i Giudici di pace previsto nel 2025. Per questo, AIGA chiede nuovamente che, oltre all’implementazione della pianta organica dei magistrati, venga data la possibilità agli avvocati di emettere direttamente ‘decreti ingiuntivi’, accogliendo le proposte di legge ‘Stefani’ e ‘D’Orso’ che mirano proprio a trasferire alla professione forense l’emissione delle ingiunzioni di pagamento, alleggerendo notevolmente il carico di lavoro dei Giudici di pace”. Lo ha affermato Carlo Foglieni, presidente dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA), durante la manifestazione “Prima le idee – Ritorno al futuro: partecipare, proporre e condividere”, che si è tenuta a Trani.”AIGA – ha proseguito Foglieni – ha già espresso contrarietà alla proposta normativa che prevede l’estinzione del processo in caso di mancato o parziale pagamento del contributo unificato, chiedendo di stralciare tale norma dalla Legge di Bilancio 2025″.Foglieni ha, inoltre, manifestato il sostegno di AIGA alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, ritenendola “l’ultimo passo verso un’effettiva realizzazione del giusto processo”. Il presidente AIGA ha anche sottolineato l’importanza dei numerosi interventi del governo in materia di giustizia, pur evidenziando come “le continue modifiche normative, spesso scoordinate tra loro, rischiano di complicare ancor di più lo svolgimento della professione forense e di valutare appieno l’effettivo impatto delle riforme sul sistema giustizia”. Per Foglieni, il lavoro va portato avanti “sulla scia di quanto fatto sinora, con l’associazione che ha mantenuto rapporti di interlocuzione costante con il Parlamento, collaborando attivamente con il governo con proposte che mirano a migliorare il sistema giustizia attraverso una visione più strutturata e coerente”. LEGGI TUTTO

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    Black Friday 2024:impennata Omnicanalità, Mobile eCommerce e Click-and-Collect (+25%).

    (Teleborsa) – Omnicanalità, Click-and-Collect, Mobile eCommerce e Intelligenza artificiale: sembrano essere queste le tendenze e gli strumenti chiave per affrontare il Black Friday secondo le aspettative del mercato. A prevedere i trend nel processo d’acquisto per le prossime settimane è Calicantus, leader di settore nella gestione dell’eCommerce, che punta a preparare le aziende ad uno degli eventi commerciali più significativi dell’anno. A muovere l’economia il prossimo 29 novembre sarà infatti un giro d’affari di 200 miliardi di dollari, tramite un’esperienza d’acquisto integrata tra eCommerce e negozi fisici.”Il Black Friday 2024 rappresenta una grande opportunità per le aziende che sapranno adottare un approccio omnicanale – afferma Valentino Bergamo, CEO di Calicantus – le imprese devono essere pronte a gestire interazioni continue, dalla navigazione online alla visita in store, fino alla consegna e al post-vendita”.Il primo dato che emerge dal report di Calicantus evidenzia come il 60% dei consumatori utilizzerà differenti canali prima di completare l’acquisto: di questi, il 45% inizierà il processo online, per poi finalizzarlo in negozio fisico e viceversa. Ma a crescere non sarà solo l’Omincanalità: le imprese dovranno ottimizzare la loro esperienza mobile per garantire una navigazione rapida e acquisti senza frizioni, dato che il Mobile Commerce costituirà il 58% delle transazioni totali durante il prossimo periodo di saldi.L’azienda di Quarto d’Altino (VE) sottolinea anche come il Click-and-Collect subirà una forte espansione: la modalità in cui i consumatori acquistano online e ritirano in negozio crescerà del 25% rispetto al 2023[4]. Ciò dimostra quanto sia importante l’integrazione tra canale digitale e fisico. Non da meno l’importanza di offrire un’esperienza d’acquisto personalizzata: il 63% dei consumatori afferma che acquisterà da brand che offrono esperienze d’acquisto su misura[5]. In questo caso, utilizzare i dati raccolti tramite i vari canali permette di personalizzare le offerte e migliorare la customer experience.”Il Black Friday – afferma Matteo Comin, CSO di Calicantus – è una sfida logistica e tecnologica per le imprese. Prepararsi con anticipo e adottare una strategia omnicanale non è più un’opzione, ma una necessità. Solo chi saprà connettere efficacemente il mondo online con quello fisico riuscirà a emergere in questo scenario competitivo”.Un altro aspetto fondamentale per affrontare il Black Friday 2024 in maniera efficiente, sarà l’adozione di tecnologie come l’intelligenza artificiale per migliorare la gestione del flusso d’ordine, la personalizzazione e il supporto clienti. L’AI, insieme agli strumenti di Marketing Technology (MarTech), consente di analizzare grandi volumi di dati in tempo reale, ottimizzando le promozioni e migliorando l’efficacia delle campagne digitali.Secondo i dati raccolti da GWI le aspettative per il Black Friday 2024 sono in linea con i trend consolidati degli ultimi anni, con un focus crescente sulle vendite natalizie. Oltre il 40% degli intervistati ha dichiarato di voler approfittare del Black Friday per acquistare regali di Natale, con una maggiore propensione tra i Baby Boomer (53,5%), seguiti dalle generazioni X (42,4%), Y (45,3%) e Z (43,3%).In un mercato in cui il confine tra online e offline è sempre più sottile, l’integrazione dei canali – rileva Calicantus – è fondamentale per offrire al cliente un’esperienza d’acquisto coerente e personalizzata. LEGGI TUTTO

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    Salone dei pagamenti, Abi presenta la nona edizione

    (Teleborsa) – Quale impatto avranno le tendenze emergenti nel mercato globale, il complesso contesto macroeconomico e l’evoluzione della concorrenza sul futuro dei pagamenti? L’intelligenza artificiale e le altre innovazioni tecnologiche stanno rivoluzionando l’offerta e la modalità di fruizione dei servizi di pagamento, con quali opportunità e quali rischi? Qual è il contributo del mondo dei pagamenti a un modello di business sostenibile e all’inclusione digitale e finanziaria delle diverse generazioni? E infine, quali nuove prospettive discendono dalle novità regolamentari: dal recepimento del regolamento sui bonifici istantanei fino all’avvento dell’euro digitale? Dal 27 al 29 novembre, Istituzioni, banche, PA, operatori del settore, aziende tecnologiche, Fintech, startup e incubatori si confronteranno su questi e altri temi, dando vita a un ricco programma di incontri con oltre 400 relatori. È la nona edizione del Salone dei Pagamenti, promosso da ABI e organizzato da ABIEventi a Milano per raccontare – insieme a tutti i suoi protagonisti – presente e futuro del mercato dei pagamenti.Lo scenario: il mercato dei pagamenti in ItaliaLe operazioni pro-capite fatte nel 2023 in Italia con strumenti alternativi al contante sono cresciute del 13,4% rispetto all’anno precedente, confermando – anche se in misura più contenuta – la tendenza di crescita registrata negli ultimi anni. Guardando alle preferenze degli italiani rispetto ai singoli strumenti, le carte di pagamento fanno registrare la crescita più significativa per numero di operazioni con un incremento del 17%, seguite dai bonifici (+6%) e dalle disposizioni di incasso (+5%). In quest’ultimo segmento, la crescita è guidata dagli addebiti diretti che passano da 1.202 milioni a 1.277 milioni con un incremento del 6%. A fronte della crescita registrata da tutti gli strumenti di pagamento elettronici, le operazioni con assegni continuano a ridursi (70 milioni, -12%).Il Salone: le aree tematiche della nona edizioneAnche quest’anno, ad aprire la tre giorni di lavori sarà il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che la mattina del 27 novembre parteciperà alla sessione plenaria. A seguire, il fitto calendario di incontri di questa nona edizione del Salone approfondirà: “I pagamenti nel futuro”, “Intelligenza Artificiale e non solo! La rivoluzione tech”, “I pagamenti motore della rivoluzione socio-economica sostenibile”, “Retailer phygital e omnicanale”, “Pagamenti B2B per aziende e professionisti” e “La moneta si fa digitale”. Oltre alle consuete aree espositive, con gli stand dove toccare con mano le ultime soluzioni e gli strumenti più innovativi per effettuare un pagamento, torna anche l’Agorà del futuro, uno spazio per gli incontri dedicato a dieci “parole chiave” dell’innovazione. Il Salone dei Pagamenti 2024 è realizzato con il patrocinio della Commissione Europea, dello European Payments Council, dell’Agenzia per l’Italia Digitale e del Comune di Milano, e con la partecipazione di ITA – Italian Trade Agency. LEGGI TUTTO