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    Ue, “adeguare i Pnrr”

    (Teleborsa) – In questo momento invitiamo i Paesi membri a valutare in modo critico i loro Pnrr e, se ci sono progetti d’investimento che non possono essere completati entro la scadenza di agosto 2026, anche ad adeguare i loro piani. Lo ha ha detto il commissario Ue all’Economia, Valdis Dombrovskis, durante una conferenza a Riga . Magari eliminando quei progetti e inserendone altri realizzabili entro i termini, oppure suddividendoli in fasi così da completarli in parte nel quadro del Recovery e poi” finanziare ciò che manca con “altri strumenti Ue o del bilancio nazionale”. LEGGI TUTTO

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    Automotive, Meloni: dovremo ragionare su sospensione norme del Green Deal

    (Teleborsa) – La presidente del Consiglio, GiorgiaMeloni, si è detta “preoccupata” dai dazi imposti dall’amministrazione Trump – “è un problema che va risolto” – ma ha aggiunto di essere più preoccupata dall’allarmismo degli ultimi giorni. “Parliamo di un mercato importante, quello Usa, che vale circa il 10% della nostra esportazione. Non smetteremo di esportare negli Usa, ma attenzione all’allarmismo che sto vedendo in queste ore”, ha ribadito Meloni a margine della visita sull’Amerigo Vespucci a Ortona. “Il governo è al lavoro, sta facendo uno studio sull’impatto settore per settore, vedrà la settimana prossima i rappresentanti di tutte le categorie produttive per confrontare le nostre valutazioni con le loro. Ragioniamo insieme per capire quali possano essere le soluzioni, a livello italiano, europeo e in una trattativa che va aperta con gli Stati Uniti per cercare soluzioni e arrivare a rimuovere tutti i dazi e non a moltiplicarli”, ha sottolineato.”In questo momento – ha aggiunto – possiamo fare intanto alcune cose a livello europeo che sono importanti. Forse dovremo ragionare di sospendere le norme sul Green Deal in tema di automotive, settore colpito dai dazi”. “C’è una norma poi che si chiama clausola generale di salvaguardia che prevede una deroga al Patto di stabilità – ha proseguito la premier – forse dovremmo ragionare su quello”. “C’è una materia energetica che è fondamentale – ha dichiarato la presidente del Consiglio – bisogna accelerare sulla riforma del mercato elettrico. Sull’energia forse bisogna essere un po’ più decisi e coraggiosi. Intanto ragioniamo su che cosa anche noi possiamo fare sfruttando una difficoltà per farla diventare un modo per fare dei passi avanti importanti in una fase che lo richiede”. LEGGI TUTTO

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    Femminicidi, Valditara: “La scuola pronta a fare la sua parte nel combattere la violenza contro le donne”

    (Teleborsa) – “La violenza contro le donne va contrastata con un’azione corale dell’intera società”, dichiara il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, dopo gli ultimi drammatici femminicidi.”La scuola è pronta a fare la sua parte. Infatti nelle nuove Linee Guida per l’Educazione civica”, prosegue il Ministro, “abbiamo inserito per la prima volta come specifico obiettivo di apprendimento, che deve innervare tutti i curricula, l’educazione al rispetto verso le donne. Ricordo cosa dicono le Linee guida: ‘comprendere e conoscere il principio di uguaglianza nel godimento dei diritti inviolabili e nell’adempimento dei doveri inderogabili, nel quale rientrano il principio di pari opportunità e non discriminazione, ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione. Particolare attenzione andrà riservata al contrasto alla violenza contro le donne per educare a relazioni corrette e rispettose al fine, altresì, di promuovere la parità fra uomo e donna e di far conoscere l’importanza della conciliazione fra vita e lavoro’. Le nuove Linee guida invitano inoltre a: ‘stabilire una connessione con gli attori che operano per porre fine alla discriminazione e alla violenza contro le donne, sviluppare la cultura del rispetto verso ogni persona, contrastare ogni forma di violenza, bullismo e discriminazione verso qualsiasi essere umano e favorire il superamento di ogni pregiudizio’. In questo contesto le scuole svilupperanno anche discussioni che rendano protagonisti gli studenti nelle forme della testimonianza, dello scambio di esperienze, così come pure del cosiddetto peer tutoring. Il Ministero monitorerà l’applicazione di queste Indicazioni nelle scuole”. LEGGI TUTTO

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    Tavolo Autotrasporto: ASSOTIR, forti perplessità sulle nuove regole presentate dal MIT

    (Teleborsa) – “Bene l’annuncio del ministero dei Trasporti sulle risorse messe a disposizione del settore dell’Autotrasporto, forti perplessità invece sulle nuove regole del settore che non consentiranno di tutelare effettivamente i trasportatori”. È il giudizio che esprime ASSOTIR dopo aver partecipato al Tavolo tecnico indetto dal MIT.Nel corso dell’incontro sono stati discussi cinque temi: la necessità di riconoscere al trasportatore un indennizzo per le soste eccessive al momento del carico e dello scarico delle merci; il rispetto dei tempi di pagamento delle fatture di trasporto; le modiche per accedere all’esame per il conseguimento della CQC; la destinazione delle risorse strutturali relative all’anno 2025; e l’istituzione di un fondo pluriennale (590 milioni di euro) per il rinnovo del parco veicolare, che diventerà operativo dal 2027.ASSOTIR ribadisce le proprie forti perplessità sui primi due punti (l’indennizzo per i tempi di carico e scarico merci e il rispetto dei tempi di pagamento entro 60 giorni), anche se resta in attesa di ricevere i testi definitivi da parte del Ministero. “Anche con le nuove norme, difficilmente i trasportatori riusciranno a far valere i propri diritti – commenta Claudio Donati, segretario generale di ASSOTIR –. Per attivare le nuove norme, servirà sempre una denuncia o una segnalazione da parte del trasportatore. Difficilmente però i trasportatori denunceranno i propri committenti, visto che si trovano in una posizione di sudditanza commerciale nei loro confronti”. Secondo Donati, insomma, “qualunque intervento normativo, se vuole essere efficace, deve prevedere la possibilità che lo Stato entri direttamente nei controlli, e non solo a seguito della denuncia da parte del trasportatore”.Sulla questione relativa all’acquisizione del titolo abilitativo alla guida dei veicoli industriali (la CQC, Carta di Qualificazione del Conducente), tutte le associazioni intervenute al Tavolo hanno chiesto di eliminare l’obbligo di frequenza del corso di preparazione all’esame. L’esame rimane il vero punto di valutazione della capacità professionale del futuro autista. Si può lasciare quindi all’aspirante conducente la libertà di valutare come acquisire la preparazione più idonea.Infine, il MIT ha condiviso con le associazioni i criteri per lo “spacchettamento” delle risorse strutturali per l’anno in corso. Con l’occasione il Ministero ha comunicato di aver recuperato 41 milioni di euro per sanare domande di investimenti relative ad annualità precedenti, che non avevano ancora trovato copertura finanziaria.ASSOTIR giudica infine molto positivo l’annuncio di un fondo pluriennale di 590 milioni per favorire il rinnovo del parco veicolare, per quanto l’operatività sia prevista per il 2027. Il prossimo passaggio dovrebbe prevedere la definitiva decisione sulle norme per le soste e i tempi di pagamento. A seguire, restano da affrontare temi riguardanti il Codice della strada (che interviene su aspetti come la sospensione breve della patente, e i sensori angoli ciechi), nonché un approfondimento sullo studio promosso dall’Albo degli Autotrasportatori sui Valori di riferimento, a seguito di alcune perplessità espresse da alcune associazioni.”ASSOTIR – prosegue Donati – chiederà nuovamente di recepire il Regolamento UE 1055/2020 per quanto attiene ai requisiti per esercitare la professione di trasportatore. Il Regolamento infatti introduce un criterio di proporzionalità tra fatturato e mezzi a disposizione dell’azienda. È un parametro che alcune rappresentanze associative osteggiano fortemente, ma che è invece centrale per attuare un cambiamento profondo nel mercato del trasporto. È necessario infatti accorciare la filiera, e contrastare l’abuso del sub-appalto, la cosiddetta subvenzione, che si è fatto nell’ultimo decennio” conclude il Segretario Generale di ASSOTIR. “Solo in questo modo, i trasportatori otterranno delle tariffe eque per il servizio che garantiscono”. LEGGI TUTTO

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    Commercialisti: redditi in crescita e divari in calo

    (Teleborsa) – In sedici anni, dal 2007 al 2022, il reddito medio dei Commercialisti è cresciuto in misura superiore al valore aggiunto per occupato: +22,4% contro +21,2% Nell’intero periodo analizzato, che coincide con l’Albo unico tra Dottori Commercialisti e Ragionieri, i divari reddituali tra donne e uomini, giovani e professionisti in carriera e tra Sud e Nord sono diminuiti anche se in alcuni casi restano ancora molto elevati. Sono i dati che emergono da una ricerca della Fondazione nazionale dei commercialisti che ricostruisce sedici anni di statistiche reddituali dei Commercialisti analizzando in che modo le crisi economiche del periodo hanno impattato sulla redditività della professione. Come dimostra anche il divario tra il reddito mediano e il reddito medio, che negli ultimi anni si è ridotto, anche se di poco (0,7 punti percentuali tra 2018 e 2022), la distribuzione dei redditi tende a migliorare con un ritmo, però, ancora troppo lento.In particolare, si evidenzia la riduzione del divario Sud- Nord di ben 6 punti percentuali e quella tra under 40 e over 60 di ben 17 punti percentuali, mentre il divario di genere si è ridotto solo di 1,6 punti percentuali. Il dato più significativo è la crescita del reddito medio al Sud pari a +40,5% contro quella del Nord pari a +21% e la crescita del reddito medio degli under 40 pari a +23,1% contro il crollo di quella degli over 60 pari a -16,8%, mentre il reddito medio delle donne è cresciuto del 26,6% contro il 23,1% degli uomini.Ciononostante, i divari restano comunque elevati: 42,3% per le donne rispetto agli uomini, 47,8% per i giovani rispetto agli over 60 e 56,3% per il Sud rispetto al Nord (42,3% rispetto alla media nazionale).L’aumento del reddito medio, però, deve fare i conti con l’inflazione. Sempre dal 2007 al 2022, il tasso di inflazione (indice armonizzato IPCA) è aumentato del 30,8%. Questo fa sì che il reddito medio deflazionato sia diminuito del 6,4%.L’analisi dei ricercatori Fondazione nazionale si focalizza anche sulla discontinuità tra il periodo antecedente il Covid, che va dal 2007 al 2019 e il periodo post-Covid, che va dal 2021 al 2023. Similmente a quanto avvenuto anche per altre libere professioni, dopo la crisi Covid, dal 2021 in poi, c’è stata una netta ripresa, che ha battuto anche l’inflazione che, come è noto, è stata particolarmente vivace durante il Covid. Altro spunto che emerge dall’analisi Fondazione è la resilienza dei Commercialisti nel periodo di crisi che li ha portati a resistere meglio di altre libere professioni all’afflusso massiccio di nuovi iscritti e alle crisi economiche che si sono succedute.”Questa ricerca – afferma il presidente del Consiglio nazionale della categoria, Elbano de Nuccio – nasce dalla volontà del Consiglio nazionale di avere una fotografia costantemente aggiornata della situazione reale della categoria. Da questa analisi emerge il quadro di una professione resiliente e in salute, grazie soprattutto al grande recupero che c’è stato dopo il Covid. È un’indicazione importante che incoraggia l’azione del Consiglio Nazionale protesa al rilancio della professione su più fronti. Una professione che, evidentemente, svolge un ruolo fondamentale nella crescita e nello sviluppo dell’economia nazionale con una funzione essenziale proprio nei momenti di maggiore crisi per il Paese. La diminuzione dei divari reddituali, in particolare quelli relativi ai giovani e alle donne – aggiunge – è un segnale molto positivo. È impressionante, infine, il grande recupero del reddito medio dei Commercialisti del Sud rispetto a quelli del Nord, favorito in modo particolare dalla crisi Covid, ma in atto già da prima. La distanza è ancora grande, ma la tendenza lascia ben sperare. Siamo fiduciosi che questo trend possa consolidarsi ulteriormente nelle prossime rilevazioni, come emerge da alcune anticipazioni sui dati reddituali relativi al 2023. Di sicuro questo Consiglio Nazionale proseguirà nella sua azione a favore della categoria avviata tre anni fa, affinché si rafforzino opportunità e occasioni di crescita”. LEGGI TUTTO

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    USA: creati 228 mila nuovi posti di lavoro a marzo, più delle attese

    (Teleborsa) – Aumentano e più delle attese, i non-farm payrolls, a marzo, un indicatore molto osservato per comprendere lo stato di salute del mercato del lavoro statunitense. Secondo i dati forniti dal Bureau of Labour Statistics, il tasso di disoccupazione è salito al 4,2%, rispetto al 4,1% del mese precedente e atteso dal consensus. Sono stati aggiunti 228 mila posti di lavoro nei settori non agricoli (non-farm payrolls), dopo che a febbraio erano state create 117 mila buste paga (dato rivisto da 151 mila). Il dato sugli occupati, più osservato del tasso di disoccupazione, è migliore delle attese del mercato che indicavano un aumento di 137 mila di posti di lavoro.Il dato è superiore alle aspettative anche nel settore privato: sono stati creati 209 mila posti di lavoro, contro i 116 mila rivisti di febbraio e i 127 mila attesi dal mercato.Gli occupati del settore manifatturiero sono aumentati di 1000 unità, contro una salita di 4 mila unità stimate dal consensus e si confrontano con i +8 mila rivisti del mese precedente.Le retribuzioni medie orarie si sono attestate a 34,2 dollari, registrando un aumento dello 0,3% su mese e del 3,8% su anno (contro attese per un +0,3 m/m e +3,9% a/a) dopo il +0,2% mensile e il +4% tendenziale registrato a febbraio. Le retribuzioni medie orarie sono monitorate con attenzione dalla Federal Reserve in quanto buon indicatore sia dello stato di salute del mercato del lavoro che delle pressioni inflazionistiche.(Foto: Julien Gaud / Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Vinitaly, Intesa Sanpaolo: Italia prima nella produzione mondiale di vino, seconda per export

    (Teleborsa) – Nel 2024 l’Italia ha riconquistato il primo posto a livello mondiale nella produzione di vino, con 41 milioni di ettolitri (fonte OIV, Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino). In termini di export, l’Italia è al secondo posto nel mondo, dopo la Francia che in valore ha una quota di mercato del 34,5% (Italia al 22%) mentre in quantità veniamo superati di poco dalla Spagna (21,7% vs. 22%). Il 2024 si è chiuso con 8,1 miliardi di euro di esportazioni di vino italiano, +5,5% rispetto al 2023. È quanto emerge da una ricerca del Research Department di Intesa Sanpaolo preparata in occasione di Vinitaly.La vendemmia 2024 ha mostrato un buon recupero rispetto all’anno precedente, (+7%) pur collocandosi al di sotto del 14% rispetto alla media dei 5 anni precedenti. La vendemmia del 2023, infatti, era stata particolarmente scarsa (con circa un 20% in meno in termini di quantità prodotte) a causa degli effetti del cambiamento climatico (siccità, alluvioni) che avevano favorito la diffusione di un fungo, la peronospera, che aveva letteralmente decimato i raccolti in particolare nel centro-sud. Bene anche i distretti del vino italiani, che nel complesso crescono del 4% tendenziale, in particolare il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, i Vini dei Colli Fiorentini e senesi e i Vini del veronese, che hanno registrato crescite tra il 7 e il 10%.Ma è soprattutto in termini di biodiversità che l’Italia surclassa tutti. Secondo uno studio dell’OIV, il 75% del vitigno nazionale è infatti coperto da ben 80 vitigni autoctoni, secondo il Portogallo con 40 vitigni, mentre Francia e Spagna si fermano a 15. Questa biodiversità si traduce in un altro primato per l’Italia, che è il Paese europeo con il maggior numero di certificazioni DOP/IGP: 528, mentre la Francia si ferma a 442. Sono tanti i punti di forza, ma ci sono anche alcuni punti di attenzione, tra cui in primis la frammentazione e la difficoltà a fare sistema. I produttori vitivinicoli italiani sono di più piccole dimensioni rispetto ai nostri competitors, il 35% delle aziende vitivinicole italiane ha meno di 5 ettari, in Francia sono solo il 7%. A ciò si aggiungono alcune minacce: la concorrenza dei principali competitors, i consumi in calo e quindi la necessità di intercettare o stimolare nuove fasce di consumatori. Infine il cambiamento climatico, che sta modificando la geografia dei paesi produttori di vino, spostandosi sempre più verso nord, mentre i territori del sud sono a rischio desertificazione.”È necessario investire in innovazione, nella selezione dei vitigni più resistenti ma anche nelle opportunità che derivano dalla digitalizzazione e dalla robotica. Le opportunità maggiori – sottolinea Stefania Trenti, responsabile Industry & Local Economies Research Intesa Sanpaolo – potranno venire ancora dai mercati esteri, ma anche dalla capacità di fare sistema per valorizzare la grande qualità del vino italiano”. LEGGI TUTTO

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    Commercialisti, Tiby: “Da casse di previdenza e fondi pensione spinta per ridare liquidità alle imprese”

    (Teleborsa) – “Esiste un nuovo approccio alla finanza, in cui protagonisti sono le casse di previdenza e i fondi pensione, i quali possono destinare fino al 10% dei propri patrimoni a investimenti in attività economiche. Il nostro obiettivo è sensibilizzare gli istituti affinché prendano in considerazione queste forme di finanza alternativa. Non esistono solo gli istituti di credito e gli strumenti finanziari tradizionali, ma anche valide opportunità che meritano attenzione e non devono essere sottovalutate”. Lo ha dichiarato Vincenzo Tiby, consigliere delegato dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, nel corso del convegno “Strumenti di investimento alternativi. Il ruolo dei fondi pensione e delle Casse di previdenza per lo sviluppo del Paese”, promosso dall’Odcec partenopeo, presieduto da Eraldo Turi.”Il ruolo dei fondi pensione e delle casse di previdenza – ha detto Gianfranco Tortorano, presidente della Commissione risparmio gestito dell’ordine napoletano – è un tema per noi molto caro ripreso anche da Mario Draghi in un suo intervento al Parlamento europeo. Tutta la filiera dei capitali deve prendere parte a un processo di crescita. Gli investimenti alternativi rappresentano ancora una percentuale molto bassa del totale, non è solo con investimenti tradizionali che si possono raggiungere rendimenti soddisfacenti. Bisogna intraprendere nuovi percorsi di crescita effettuando investimenti in start up, nei fondi chiusi di Cdp e dal mondo del private banking con percentuali piccole che garantiscono ritorni importanti”.”Parliamo di un ruolo rilevantissimo in termini potenziali. Consideriamo che – ha affermato Achille Coppola, già segretario nazionale dei commercialisti italiani – solo le casse hanno un patrimonio di circa 140 mld di euro e con i fondi pensione arriviamo a oltre 350 mld. Queste masse hanno come finalità ultima quella dell’erogazione delle pensioni ma nel frattempo queste risorse devono essere ben impiegate indirizzandole a sostenere in primis i bacini previdenziali e in secondo luogo le imprese dei territori”.Al fourm, introdotto da Carlo Fiorentino (delegato della Cassa di previdenza dei dottori commercialisti), sono intervenuti anche Alessandro Scortecci (chief Investment officer, Direct Investments CDP Venture Capital) che ha parlato dell’infrastruttura del Venture Capital italiano e del ruolo dei Fondi Pensione e delle Casse di Previdenza per lo sviluppo del paese; Mario Romano (amministratore delegato Sella SGR), che si è soffermato sui capitali pazienti per pianificare il domani e Giuseppe Chianese (tesoriere Assoprevidenza) che ha evidenziato la ricerca dell’equilibrio tra Investimenti nei mercati quotati e alternativi nella politica d’investimento dei Fondi Pensione. LEGGI TUTTO