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    Sicurezza sul lavoro nel settore pubblico, Sintesi: “Un bando controverso e le sue implicazioni”

    (Teleborsa) – “La sicurezza sul lavoro è un tema cruciale che non riguarda solo settori ad alto rischio, ma anche il settore pubblico. Recenti dati dell’INAIL rivelano un aumento allarmante degli infortuni tra i dipendenti pubblici, con un incremento del 14,1% tra il 2018 e il 2022 e un totale di 33.118 casi segnalati nel 2022. Oltre il 75% di questi infortuni si verifica “in occasione di lavoro”, dimostrando che anche attività apparentemente sicure possono comportare rischi significativi. Durante la pandemia, le segnalazioni di malattie professionali sono diminuite, ma con la ripresa delle attività in presenza, si è assistito a un aumento delle patologie, in particolare osteomuscolari e respiratorie. Questo sottolinea l’importanza di garantire che i dipendenti pubblici siano protetti da infortuni e malattie professionali attraverso misure preventive adeguate. Tuttavia, recenti sviluppi sollevano preoccupazioni”. Questo l’allarme lanciato dal Gruppo Sintesi.”Nel novembre 2023, Consip Spa – spiega Sintesi in una nota – ha pubblicato un bando per un Accordo Quadro sulla Sicurezza del Lavoro (arrivando all’aggiudicazione dello stesso dopo un anno) che, secondo esperti del settore, presenta gravi errori e superficialità. Queste carenze potrebbero compromettere le attività di prevenzione e la sicurezza all’interno della Pubblica Amministrazione. Un elemento particolarmente critico è l’esclusione di oltre 1400 amministrazioni dalla partecipazione al bando, un fatto senza precedenti per Consip. Inoltre, l’aumento dei massimali da 140 a 241 milioni di euro, senza giustificazione, ha suscitato ulteriori preoccupazioni. L’assenza di limiti all’aggiudicazione dei lotti ha portato a un potenziale monopolio da parte di una multinazionale, contravvenendo ai principi di concorrenza. Questo scenario potrebbe creare due categorie di dipendenti pubblici: quelli “iper-garantiti” che beneficiano di servizi di alta qualità e quelli relegati a una condizione di inferiorità, con conseguenze dirette sulla loro sicurezza e salute. Tutte queste anomalie non sono passate inosservate in diversi ambienti sindacali ed istituzionali”.”La sicurezza sul lavoro – conclude la nota – è una responsabilità condivisa, e il settore pubblico non può essere trascurato. È fondamentale che le amministrazioni adottino misure concrete per garantire un ambiente di lavoro sicuro e che le gare per la sicurezza siano gestite in modo trasparente e competitivo. La salute e il benessere dei dipendenti pubblici devono essere una priorità, affinché si possano evitare danni e sofferenze legate agli infortuni sul lavoro. La comunità attende risposte chiare e azioni concrete da parte delle autorità competenti”. LEGGI TUTTO

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    Transizione energetica, Enel lancia la nuova edizione di “Energie per la Scuola”

    (Teleborsa) – Fornire ai giovani le competenze necessarie per intraprendere le nuove professioni della transizione energetica ed essere assunti nelle aziende dell’indotto di Enel subito dopo la conclusione del loro percorso di studi. Con quest’obiettivo Enel lancia la quarta edizione di “Energie per la scuola”, programma formativo che promuove la collaborazione tra imprese e istituti tecnici e professionali, favorendo un efficace inserimento degli studenti nel mondo del lavoro. Quest’anno il programma punta a coinvolgere oltre 5mila allievi del quinto anno, più di 110 scuole e circa 70 ditte dell’indotto energetico. Da nord a sud, il calendario degli open day da ottobre a dicembre è ricco di opportunità: studenti dalla Toscana al Lazio, dal Veneto al Piemonte, dalla Lombardia all’Emilia Romagna, dalla Campania alle Isole, scopriranno come possono contribuire al cambiamento grazie alle competenze che acquisiranno con “Energie per la Scuola”.Con il programma Enel vuole dare una risposta concreta al problema del disallineamento tra domanda e offerta di competenze tecniche nel mercato del lavoro, garantendo una formazione mirata alle sfide della transizione energetica. Il progetto rappresenta una straordinaria occasione di crescita su più fronti: per i giovani, che acquisiscono competenze ricercate dal mercato del lavoro; per le scuole, che migliorano la loro offerta formativa; e per le aziende della filiera elettrica e rinnovabile, che, grazie al progetto, potranno contare su personale specializzato che le aiuterà a realizzare progetti cruciali per lo sviluppo del Paese.Il percorso formativo, al via da gennaio, si articola in due fasi: una prima che consiste in 120 ore di formazione teorico/pratica base e una seconda che prevede almeno un corso specialistico pratico post diploma per ottenere una qualifica professionale finalizzata all’assunzione nelle imprese partner di Enel.Dai tecnici di rete agli specialisti che lavorano negli impianti fotovoltaici, eolici, geotermici e di accumulo, numerosi sono i profili che verranno formati grazie a questo programma e che avranno un ruolo chiave nel realizzare reti elettriche sempre più efficienti e dare impulso allo sviluppo delle rinnovabili.Il programma dal 2021 a oggi ha già registrato la partecipazione di oltre 8mila studenti, oltre 110 scuole e 65 aziende agevolando l’inserimento di più di mille ragazzi nel mercato del lavoro. “Dati che – sottolinea Enel in una nota – dimostrano il successo dell’iniziativa, parte del più ampio percorso avviato da Enel per ridurre il gap occupazionale e garantire una formazione di eccellenza ai giovani che desiderano costruire un futuro sostenibile e innovativo per l’Italia”. LEGGI TUTTO

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    “Benessere e disuguaglianze in Italia”, Istat: “Marcato svantaggio al Sud”

    (Teleborsa) – Sul fronte delle disuguaglianze in Italia si registrano differenze significative tra regioni, tra uomini e donne, tra gruppi di popolazione con diverso titolo di studio e diversa classe d’età. “Occorre affrontare queste criticità con strategie mirate a ridurre le barriere di accesso al lavoro, a garantire continuità lavorativa e prospettive di avanzamento e a migliorare le opportunità di realizzazione delle nuove generazioni”. È quanto emerge dalla pubblicazione “Benessere e disuguaglianze in Italia” diffusa in occasione della settima edizione del Forum on Well-Being organizzato da OCSE a Roma in collaborazione con ISTAT e MEF. Il report, partendo dal progetto sul benessere equo e sostenibile (Bes), offre uno sguardo sulle disuguaglianze tra uomini e donne, tra generazioni, tra territori e tra gruppi di popolazione con diverso titolo di studio, con un approccio che tiene conto anche della combinazione di più caratteristiche, per individuare i gruppi maggiormente svantaggiati in termini di benessere nei vari ambiti della vita. Le regioni del Nord – evidenzia il rapporto – presentano più spesso indicatori di benessere con valori migliori rispetto alla media nazionale, mentre il Mezzogiorno presenta ancora situazioni di marcato svantaggio, soprattutto nei domini del lavoro e delle relazioni sociali. Dal punto di vista delle disuguaglianze di genere, notevoli sono stati i progressi in ambito educativo e culturale per le donne: una giovane donna su tre, nella fascia d’età 25-34 anni è laureata contro uno su quattro tra gli uomini, inoltre i percorsi di istruzione femminili si distinguono per migliori risultati, con meno abbandoni e competenze più elevate. Nonostante questo le donne continuano a essere penalizzate nel mercato del lavoro, evidenziando un gap persistente nei tassi di occupazione (56,5% rispetto al 76% degli uomini), nella presenza nelle posizioni di rappresentanza politica ai vertici delle istituzioni e nelle condizioni economiche. Tuttavia, il maggiore investimento femminile nell’istruzione costituisce un fattore di potenziale attenuamento di questa disparità in futuro, soprattutto se accompagnato da un parallelo ampliamento delle opportunità e degli strumenti di sostegno alla conciliazione dei tempi di vita.Il livello di istruzione si conferma un determinante cruciale per il benessere, infatti la maggior parte degli indicatori presenta un forte gradiente per titolo di studio, a sottolineare la crescente associazione positiva con le misure di benessere all’aumentare del livello di istruzione. Le differenze sono particolarmente marcate per la partecipazione culturale (64,6% tra i laureati di almeno 25 anni rispetto al 12,5% tra le persone con al più un titolo di scuola secondaria inferiore) e la formazione continua (25,2% tra le persone di almeno 25 anni con elevato titolo di studio rispetto a 3,2% per le persone con titolo di studio basso), con un forte impatto del titolo di studio posseduto anche sulle condizioni economiche e sulle possibilità di occupazione. Pertanto politiche educative orientate a migliorare l’accesso all’istruzione superiore e universitaria, particolarmente nelle aree svantaggiate e per le fasce di popolazione più vulnerabili, possono costituire un fattore di crescita dell’equità del benessere.Gli indicatori di benessere presentano un forte gradiente per età, in alcuni casi a vantaggio dei più giovani, ad esempio il 93,9% dei giovani 25-34enni usa regolarmente internet, contro il 57% degli over 55-enni. Per gli stili di vita, i giovani sono meno sedentari degli over 55 (26,8% contro 45,8%) ma è più diffusa l’abitudine al fumo (26,9% contro il 14,4% degli ultra 55enni). Infine, le disuguaglianze intergenerazionali pongono i giovani adulti in una condizione di vulnerabilità economica, che potrebbe avere ripercussioni nel lungo periodo, non solo a livello individuale ma anche per la coesione sociale e lo sviluppo del Paese. Per mettere in evidenza i gruppi di popolazione in condizioni maggiormente critiche, tuttavia, l’analisi si concentra sull’intersezione tra più fattori, facendo luce sulle disparità che colpiscono sottogruppi specifici della popolazione, incidendo profondamente sulla qualità della vita delle persone coinvolte. Emerge ad esempio come la partecipazione culturale fuori casa tra le donne con titoli terziari residenti al Nord sia oltre otto volte più alta rispetto a quella delle donne con al più la licenza secondaria inferiore del Mezzogiorno. Un altro esempio della multidimensionalità dei fattori di diseguaglianza è quello derivante dal rischio di povertà che tra i 25-34enni residenti nel Mezzogiorno con basso titolo di studio è 25 volte più alto di quello tra i residenti al Nord con alto titolo di studio (56,7% contro 2,2%). LEGGI TUTTO

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    IATA, a settembre domanda traffico passeggeri al massimo storico (+7,1%)

    (Teleborsa) – Crescono i numeri del trasporto aereo internazionale. A settembre la domanda totale, misurata in passeggeri-chilometro (RPK), è aumentata del 7,1% rispetto a settembre 2023, raggiungendo un massimo storico per quel mese. La capacità totale, misurata in posti-chilometro disponibili (ASK), è aumentata del 5,8% rispetto all’anno precedente. Il load factor di settembre è stato dell’83,6% (+1% rispetto a settembre 2023). La domanda internazionale è aumentata del 9,2% rispetto a settembre 2023. La capacità è aumentata del 9,1% su base annua e il load factor è salito all’83,8% (+0,1% rispetto a settembre 2023). La domanda interna è aumentata del 3,7% rispetto a settembre 2023. La capacità è aumentata dello 0,7% rispetto all’anno precedente e il fattore di carico è stato dell’83,3% (+2,4% rispetto a settembre 2023). Questi i dati forniti dalla Iata, l’Associazione internazionale del trasporto aereo.”L’alta stagione dei viaggi dell’anno – ha dichiarato Willie Walsh, direttore generale della IATA – si è conclusa con una domanda ai massimi storici. Questa è una buona notizia non solo per i passeggeri, ma anche per l’economia globale. Ogni volo crea più posti di lavoro e scambi commerciali. Ma la storia di successo del trasporto aereo sta portando con sé delle sfide. Presto ci troveremo di fronte a una carenza di capacità in alcune regioni che minaccia di ridurre questi benefici economici e sociali. I governi si troveranno di fronte a una scelta: perdere rispetto a nazioni più dinamiche che apprezzano la connettività globale, o creare un consenso per una crescita sostenibile. Le compagnie aeree stanno facendo investimenti significativi per raggiungere emissioni nette di carbonio pari a zero entro il 2050. Questo deve essere accompagnato da una visione politica altrettanto attiva, sostenuta da azioni, per garantire una capacità aeroportuale e di gestione del traffico aereo efficiente e sufficiente a soddisfare le esigenze di viaggio di cittadini e imprese”. Molto positivi anche i dati sul trasporto merci. Sempre a settembre – secondo i dati IATA – la domanda totale, misurata in tonnellate-chilometro cargo (CTK), è aumentata del 9,4% rispetto ai livelli di settembre 2023 (10,5% per le operazioni internazionali) per un 14esimo mese consecutivo di crescita. La capacità, misurata in tonnellate-chilometro di carico disponibili (ACTK), è aumentata del 6,4% rispetto a settembre 2023 (8,1% per le operazioni internazionali). Questo risultato è stato in gran parte legato alla crescita della capacità internazionale a pancia in su, che è aumentata del 10,3%, estendendo il trend di crescita annuale a due cifre della capacità a 41 mesi consecutivi.”La performance di settembre – ha commentato Walsh – ha portato ancora buone notizie per i mercati del trasporto aereo di merci. Con una crescita del 9,4% su base annua, i volumi cargo hanno continuato a segnare i massimi storici per la domanda. Anche i rendimenti stanno migliorando, con un aumento dell’11,7% rispetto al 2023 e del 50% rispetto ai livelli del 2019. Tutto ciò lascia presagire una forte conclusione dell’anno in corso. Per quanto riguarda le tendenze a lungo termine, il mondo del trasporto aereo di merci seguirà con attenzione l’esito delle elezioni statunitensi per avere indicazioni sull’evoluzione della politica commerciale degli Stati Uniti”. LEGGI TUTTO

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    “A noi gli occhi, please!”: inaugurata a Roma la mostra fotografica dedicata a Gigi Proietti

    (Teleborsa) – Fino al 30 novembre a Roma, presso Spazio5, va in scena la mostra fotografica collettiva “A noi gli occhi, please!”, dedicata a Gigi Proietti. La mostra mette in evidenza anche l’importanza del ruolo del fotoreporter, sottolineando come la fotografia possa essere uno strumento potente per documentare e tramandare momenti significativi della storia dello spettacolo. L’esposizione è stata organizzata dall’associazione Identità Fotografiche, con la curatela di Maurizio Riccardi e Giovanni Currado, in collaborazione con Marco Ravagli e Marco Geppetti.La mostra è stata inaugurata ieri con una serata condotta dalla giornalista Rai Lorella di Biase che ha reso omaggio all’artista, celebrandone la carriera e l’eredità culturale. Hanno partecipato colleghi, amici e diverse personalità del mondo dello spettacolo e della cultura, che hanno condiviso ricordi e aneddoti riguardanti Proietti. Un momento particolarmente significativo è stato l’intervento di Susanna Proietti, figlia dell’attore, che ha ringraziato personalmente tutti i fotografi per l’affetto dimostrato verso suo padre.L’esposizione, composta da oltre 80 scatti realizzati da 40 fotografi professionisti, offre al pubblico un percorso visivo attraverso la carriera di Proietti, evidenziando sia la sua dimensione artistica che quella umana. La mostra è stata realizzata anche grazie al contributo di Lorenzo Imprescia, Simona Mattei, Carmelo Daniele, Alessandro Poggiani e Filippo Giannitrapani di Quinta Dimensione APS. Identità Fotografiche, associazione culturale impegnata nella valorizzazione degli archivi fotografici, nella diffusione della cultura dell’immagine e nel sostegno al fotogiornalismo, ha reso possibile questa iniziativa, offrendo al pubblico un’opportunità unica per riscoprire il talento di Proietti attraverso l’obiettivo dei fotografi che lo hanno accompagnato.La mostra è aperta fino al 30 novembre, dal lunedì al sabato, dalle 16:00 alle 20:00. Sarà inoltre aperta in via eccezionale sabato 2 novembre dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 20:00.Gli scatti in mostra sono di: Enrico Appetito, Gioia Botteghi, Remo Casilli, Tania e Alberto Cristofari, Giovanni Currado, Luciano Del Castillo, Luciano di Bacco, Sebastiano Di Bari, Carlotta Domenici Del Luca, Giacomo Gabrielli, Francesco Garufi, Angelo Genovese, Marcello e Marco Geppetti, Carlo Lannutti, Matteo Losito, Alfredo Marchegiani, Stefano Micozzi, Stefano Montesi, Camilla Morandi, Matteo Nardone, Claudio Onorati, Monica Palermo, Angelo Palma, Marino Paoloni, Claudio Peri, Maurizio Piccirilli, Leonardo Puccini, Marcellino Radogna, Piero e Marco Ravagli, Carlo e Maurizio Riccardi, Assunta Servello, Giancarlo Sirolesi, Stefano Carofei, Francesco Toiati, Filippo Valenti e Massimo Vergari. Fotografi che hanno saputo immortalare momenti significativi delle performance teatrali e degli aspetti più personali dell’attore. LEGGI TUTTO

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    OIC nominato membro dell’Accounting Standards Advisory Forum (ASAF)

    (Teleborsa) – L’Organismo italiano di contabilità (OIC) è stato nominato dai Trustee della IFRS Foundation come membro dell’Accounting Standards Advisory Forum (ASAF) per i prossimi tre anni, a partire dal primo gennaio 2025. L’Asaf è l’organo consultivo tecnico dello IASB, presieduto dal presidente o dal vicepresidente dello IASB, che opera con l’obiettivo di supportarlo nel processo di definizione degli standard contabili internazionali.La delegazione dell’OIC sarà guidata dal professor Elbano de Nuccio, membro del CdA di OIC e presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti. De Nuccio sarà coadiuvato da Simone Scettri, presidente del comitato principi contabili OIC e da Tommaso Fabi, direttore tecnico di OIC.”Questa partecipazione – afferma de Nuccio – rafforza il ruolo internazionale di OIC e conferma la crescita dell’autorevolezza della professione contabile italiana in tutti gli organismi internazionali ai quali partecipa con un ruolo sempre più da protagonista”. LEGGI TUTTO

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    USA, indice PMI Chicago cala e risulta sotto attese

    (Teleborsa) – Migliora l’attività manifatturiera nell’area di Chicago. Nel mese di settembre, l’indice PMI Chicago si è attestato a 41,6 punti contro i 46,6 punti del mese precedente. Il dato risulta anche migliore delle stime degli analisti, che erano per un aumento a 46,9 punti. Si ricorda che un livello dell’indice al di sopra di 50 punti denota un’espansione mentre un livello al di sotto dei 50 punti indica una contrazione del settore manifatturiero statunitense. LEGGI TUTTO

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    Inflazione italiana, ING: “Marginale aumento a ottobre”

    (Teleborsa) – “Solo un piccolo rialzo per l’inflazione in ottobre, in un contesto di incertezza della domanda. La graduale eliminazione dell’effetto base dell’energia sembra destinata a spingere l’inflazione complessiva verso l’1,5% entro fine anno”. È quanto rileva Paolo Pizzoli, senior Economist di ING commentando le stime preliminari dell’Istat.La stima preliminare dell’Istat – prosegue l’economista – mostra che l’inflazione complessiva è aumentata marginalmente in ottobre, raggiungendo lo 0,9% (dallo 0,7% di settembre), in linea con le nostre previsioni. Alla base dell’aumento ci sono stati l’aumento dell’inflazione alimentare e, in misura minore, una minore disinflazione dei beni energetici regolamentati, che ha compensato la spinta disinflazionistica proveniente dai beni energetici non regolamentati e dai servizi ricreativi. L’inflazione di fondo si è stabilizzata all’1,8% su base annua.Il confronto fra servizi e beni mostra una decelerazione dell’inflazione dei servizi e un aumento dell’inflazione dei beni, con il differenziale tra le due che scende al 3,1% (dal 3,7% di settembre).L’inflazione italiana dovrebbe aver superato il suo punto di minino. “L’effetto deflattivo di base sui beni energetici – spiega Pizzoli – dovrebbe esaurirsi nei prossimi mesi, ma a un ritmo graduale. Ciò dipenderà in larga misura dall’andamento dei prezzi del petrolio. Se i rischi peggiori sul fronte geopolitico saranno evitati, potremmo assistere a un graduale aumento della componente energetica, che potrebbe contribuire a spingere l’inflazione complessiva nell’area dell’1,5% entro fine anno”.”I dati sul PIL del terzo trimestre, sorprendentemente deboli e difficili da interpretare, – prosegue l’economista – segnalano comunque una mancanza di forza della domanda interna. I dati sul mercato del lavoro di settembre, diffusi sempre oggi dall’Istat, mostrano la prima contrazione dell’occupazione in quattro mesi, la prima prova che la tenuta del mercato del lavoro non può essere scollegata dall’attività economica. Se la fase di assestamento del mercato del lavoro dovesse continuare nei prossimi mesi, la pressione sui salari, che a settembre sono cresciuti a un discreto ritmo annuo del 3,7%, sembra destinata ad attenuarsi, poiché la priorità potrebbe spostarsi dal recupero del potere d’acquisto al mantenimento della sicurezza del posto di lavoro. Ciò dovrebbe contribuire a contenere il rischio di una forte accelerazione dell’inflazione nei prossimi mesi. Un rapido sguardo a ciò che le indagini congiunturali ci dicono attualmente sull’andamento dei prezzi mostra un graduale declino delle intenzioni di aumento dei prezzi nei servizi e un loro graduale aumento nel settore manifatturiero, quindi non c’è una chiara direzione comune. Nel complesso, se i dati sull’inflazione di ottobre suggeriscono che la fase di disinflazione più spinta dovrebbe essere alle nostre spalle; tuttavia la fase di reflazione sembra destinata a essere graduale, data l’incertezza del contesto della domanda. Confermiamo la nostra previsione per l’inflazione italiana media del 2024 all’1% e ne prevediamo un aumento all’1,6% nel 2025″. LEGGI TUTTO