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    UE autorizza acquisto di EEW Offshore Wind EU da parte di EEW e Sumitomo

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento sulle concentrazioni dell’UE, l’acquisizione del controllo congiunto di EEW Offshore Wind EU da parte di EEW Holding, entrambe tedesche, e Sumitomo del Giappone. La transazione riguarda principalmente la produzione di grandi tubi in acciaio utilizzati nella costruzione di parchi eolici offshore.La Commissione ha concluso che la transazione notificata non solleverebbe preoccupazioni in materia di concorrenza, dato l’impatto limitato sulla struttura del mercato. La transazione notificata è stata esaminata ai sensi della procedura di revisione semplificata delle concentrazioni. LEGGI TUTTO

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    GDF, sequestrati 16 milioni di euro di crediti di imposta per illeciti nei lavori Superbonus

    (Teleborsa) – A seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, la Guardia di Finanza ha dato esecuzione a un decreto di sequestro di crediti d’imposta, per un ammontare complessivo di oltre 16 milioni di euro, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, nei confronti di una società per azioni capitolina.Con funzioni di “general contractor”, la società ha organizzato lavori edili, finanziati con il “Superbonus”, in ben 630 cantieri dislocati in tutto il territorio nazionale.Nel triennio 2021-2023, ha fatturato oltre 167 milioni di euro e ottenuto crediti d’imposta indebiti per oltre 80 milioni di euro. I riscontri eseguiti hanno posto in risalto le ipotesi delittuose di truffa ai danni dello Stato per la percezione degli incentivi statali non spettanti, l’emissione e l’utilizzo di fatture relative a operazioni in tutto o in parte inesistenti, nonché illecite compensazioni e false asseverazioni.Più nel dettaglio, in una parte dei cantieri esaminati, gli interventi edili non hanno trovato corrispondenza con la relativa documentazione tecnica, come ad esempio i computi metrici. In altri casi, pur non essendo stata eseguita alcuna opera edile, sono state rilevate fatturazioni della società nei confronti degli ignari proprietari, al fine di ottenere illecitamente i crediti d’imposta.Il meccanismo fraudolento è stato attuato anche grazie alla compiacenza di professionisti i quali, anziché svolgere funzioni di vigilanza e garanzia per il sistema, si sono messi a disposizione della società, avallando e sottoscrivendo comunicazioni e certificazioni false.In collaborazione con le competenti Direzioni Provinciali dell’Agenzia delle Entrate sono stati bloccati crediti d’imposta per ulteriori 8 milioni di euro. LEGGI TUTTO

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    Nuovi dazi, sull’Ue (che cerca il cambio di passo) aleggia lo spettro di Trump

    (Teleborsa) – L’Unione Europea lavora per un’autonomia strategica con un occhio ai tanti ostacoli che potrebbe incontrare sulla strada: il più importante stravolgimento internazionale è, senza ombra di dubbio, il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Tanto che secondo quanto emerge da un sondaggio del Financial Times condotto su 72 economisti, le due maggiori minacce che l’economia dell’Eurozona dovrà affrontare nel 2025 sono una possibile guerra commerciale globale e una paralisi politica regionale.Il presidente eletto degli Usa, ricorda il Ft, si è impegnato una volta tornato alla Casa Bianca il 20 gennaio a imporre dazi fino al 20% su tutte le importazioni dagli Stati Uniti, con tariffe che saliranno al 60% sulla Cina. Se Trump manterrà la parola data, i dazi rappresenteranno l’aumento più significativo del protezionismo statunitense dai tempi della Grande Depressione e aumenteranno la possibilità di ritorsioni altrove.Quasi tutti gli intervistati (l’81%) hanno affermato che un secondo mandato di Trump peserà sulla crescita dell’Eurozona. In media, i 72 intervistati si aspettano che l’economia dell’Eurozona si espanda solo dello 0,9%. In quest’ottica, non è un caso che la maggior parte degli economisti intervistati (il 61%) sostiene l’appello rivolto dalla presidente della Bce Christine Lagarde ai decisori politici dell’Ue affinché avviino negoziati commerciali con Trump per scongiurare una guerra commerciale totale. LEGGI TUTTO

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    Conti pubblici, Istat: nel III trimestre deficit-Pil cala al 2,3%

    (Teleborsa) – “Nel terzo trimestre del 2024 l’incidenza del deficit delle Amministrazioni Pubbliche sul Pil migliora sensibilmente rispetto al corrispondete trimestre del 2023, portandosi a un livello del -2,3%. Il potere d’acquisto delle famiglie, pur segnando uno sviluppo più contenuto rispetto ai periodi precedenti, risulta in crescita per il settimo trimestre consecutivo. La propensione al risparmio diminuisce congiunturalmente, ma in termini tendenziali prosegue il suo sentiero di crescita. Le società non finanziarie mostrano una diminuzione congiunturale sia della quota di profitto sia del tasso di investimento, confermando la tendenza alla loro riduzione osservata a partire già dai primi mesi del 2023”. È quanto rileva l’Istat nel Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società del terzo trimestre 2024.Amministrazioni pubblicheLe uscite totali nel terzo trimestre 2024 sono diminuite del 4,4% rispetto al corrispondente periodo del 2023 e la loro incidenza sul Pil (pari al 47,1%) è diminuita in termini tendenziali di 3,6 punti percentuali. Nei primi tre trimestri del 2024 la relativa incidenza è stata pari al 48,5%, in riduzione di 2,5 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2023. Le uscite correnti hanno registrato, nel terzo trimestre 2024, un aumento tendenziale del 4,8% mentre le uscite in conto capitale si sono ridotte in termini tendenziali del 47,8%. Le entrate totali nel terzo trimestre 2024 sono aumentate in termini tendenziali del 3,9% e la loro incidenza sul Pil è stata pari al 44,9%, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2023. Nei primi tre trimestri dell’anno, l’incidenza delle entrate totali sul Pil è stata del 44%, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2023. Le entrate correnti nel terzo trimestre 2024 hanno segnato, in termini tendenziali, un aumento del 5,4% Si registra, invece, una riduzione delle entrate in conto capitale del 66,4%.Complessivamente, nei primi tre trimestri del 2024, le AP hanno registrato un indebitamento netto pari al -4,6% del Pil, in miglioramento rispetto al -7,4% del corrispondente periodo del 2023. Nei primi nove mesi del 2024, in termini di incidenza sul Pil, il saldo primario è risultato negativo e pari al -0,6% (-3,8% nello stesso periodo del 2023), mentre il saldo corrente è risultato positivo e pari allo 0,1% (-0,5% nel corrispondente periodo del 2023). Nello stesso periodo, la pressione fiscale si attesta al 39,6% del Pil, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto ai 38,7 del 2023. Famiglie consumatrici Nel terzo trimestre 2024 il reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. A fronte di un aumento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto è aumentato dello 0,4%.La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici nel terzo trimestre 2024 è stata pari al 9,2% (-0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente). Tale flessione deriva da una crescita della spesa per consumi finali più sostenuta rispetto a quella registrata per il reddito disponibile lordo (+1,6% e +0,6% rispettivamente).Società non finanziarieLa quota di profitto delle società non finanziarie nel terzo trimestre del 2024 è stata pari al 42,4%, con una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. In termini congiunturali, la flessione di questo indicatore è il risultato di una stazionarietà del risultato lordo di gestione e di una crescita dello 0,7% del valore aggiunto. Il tasso di investimento delle società non finanziarie nel terzo trimestre del 2024 è stato pari al 21,7%, in diminuizione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente a fronte di una flessione degli investimenti fissi lordi dell’1,1%. LEGGI TUTTO

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    FAO, prezzi medi commodities alimentari in calo nel 2024 guidati da cereali e zucchero

    (Teleborsa) – I prezzi delle materie prime alimentari sono scesi a dicembre rispetto al mese precedente, guidati da un calo delle quotazioni internazionali dello zucchero, secondo quanto emerge dall’indice dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).L’indice dei prezzi alimentari della FAO, che traccia le variazioni mensili dei prezzi internazionali di una serie di materie prime alimentari scambiate a livello globale, ha registrato una media di 127,0 punti a dicembre, in calo dello 0,5 percento rispetto a novembre e in aumento del 6,7 percento rispetto a dicembre 2023.Per il 2024 nel suo complesso, l’indice ha registrato 122,0 punti, il 2,1 percento in meno rispetto al valore medio del 2023, compensando cali significativi delle quotazioni di cereali e zucchero con aumenti minori ma non insignificanti dei prezzi di oli vegetali, latticini e carni.L’indice dei prezzi dei cereali della FAO a dicembre è rimasto relativamente invariato rispetto a novembre e del 9,3 percento al di sotto del livello dell’anno precedente, poiché un aumento marginale delle quotazioni del mais ha compensato un calo di quelle del grano. Per il 2024 nel suo complesso, l’indice dei prezzi dei cereali della FAO ha registrato una media di 113,5 punti, in calo del 13,3 percento rispetto al livello del 2023, segnando un secondo calo annuale rispetto al livello record del 2022. L’indice dei prezzi di tutto il riso della FAO è aumentato dello 0,8 percento rispetto al livello medio del 2023, rappresentando un massimo di 16 anni in termini nominali.L’indice dei prezzi degli oli vegetali della FAO a dicembre è sceso dello 0,5 percento rispetto a novembre, sebbene ancora del 33,5 percento in più rispetto al livello dell’anno precedente. Per il 2024 nel suo complesso, l’indice dei prezzi degli oli vegetali della FAO ha registrato una media del 9,4 percento in più rispetto al 2023, in un contesto di riduzione delle forniture globali.L’indice dei prezzi della carne della FAO, a differenza di altri sottoindici, è aumentato dello 0,4 percento a dicembre rispetto a novembre, ponendo fine a un trend in calo durato tre mesi, e si è attestato al 7,1 percento in più rispetto al valore di dicembre 2023. Nel 2024 nel suo complesso, l’indice dei prezzi della carne della FAO è stato del 2,7 percento superiore alla media del 2023, con quotazioni più elevate per le carni bovine, ovine e di pollame che hanno compensato il calo dei prezzi internazionali per la carne suina.L’indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari della FAO è sceso dopo sette mesi consecutivi di aumenti, scendendo dello 0,7 percento rispetto a novembre, sebbene ancora del 17,0 percento in più rispetto al valore di dicembre 2023. Per il 2024 nel suo complesso, l’indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari della FAO è stato in media del 4,7 percento in più rispetto al 2023, dovuto principalmente all’aumento dei prezzi del burro.L’indice dei prezzi dello zucchero della FAO ha guidato il calo mensile, scendendo del 5,1 percento da novembre, in mezzo al miglioramento delle prospettive del raccolto di canna da zucchero nei principali paesi produttori, attestandosi al 10,6 percento in meno rispetto al livello di dicembre 2023. Per il 2024 nel suo complesso, l’indice dei prezzi dello zucchero della FAO è stato in media inferiore del 13,2 percento rispetto al 2023. LEGGI TUTTO

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    Saldi invernali, Confcommercio: 6 italiani su 10 sono pronti agli acquisti

    (Teleborsa) – Da domani, sei italiani su dieci sono pronti per la caccia allo sconto. Quasi il 49% degli acquirenti approfitterà dei saldi per acquistare un articolo desiderato da tempo, con una maggiore propensione tra i consumatori più giovani. La percentuale di chi prevede di spendere di più rispetto al 2024 è in aumento, passando dal 20,2% al 22,1%. Circa il 68% dei consumatori acquisterà sia nei negozi fisici sia online. Questi i risultati principali dell’indagine realizzata da Confcommercio Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research sui comportamenti d’acquisto dei consumatori e sulle dinamiche del settore retail ai prossimi saldi invernali 2025.L’abbigliamento (93,9%) rimane la categoria più popolare, seguita dalle calzature (76,0%) e dalla biancheria intima (40,7%). In calo la percentuale di consumatori che utilizzerà i social network per cercare articoli in saldo, dal 37% del 2024 al 31,4% di quest’anno.Il 55% ha modificato le abitudini di acquisto a seguito del cambiamento climatico: dato confermato dal 77,6% delle imprese che segnalano un ritardo nell’inizio della domanda di abbigliamento invernale. Il 53% compra durante i saldi solo ciò di cui ha effettivamente bisogno. Il 19% ha come priorità la qualità del prodotto indipendentemente dalla percentuale di sconto. Le imprese prevedono che durante i saldi di gennaio 2025 il numero di clienti nei negozi sarà simile a quello del gennaio 2024, senza aspettarsi un aumento significativo. Il 64% dei negozi offrirà sconti fino al 30% sui prodotti in vendita. I saldi continuano a rappresentare un’opportunità per le imprese di acquisire nuovi clienti, con quasi il 58% che si aspetta visite da nuovi acquirenti. Inoltre, il 78,2% delle imprese prevede che i saldi invernali incideranno fino al 20% sulle vendite annuali complessive. Il 43,4% delle imprese retail della moda ha subito nel 2024 una contrazione dei ricavi rispetto al 2023. Oltre 8 imprenditori su 10 approvano l’introduzione di una data unica di inizio saldi in tutta Italia. LEGGI TUTTO

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    UK, massa monetaria M4 invariata a novembre

    (Teleborsa) – La massa monetaria M4 della Gran Bretagna è rimasta invariata nel mese di novembre 2024, dopo il -0,2% registrato il mese precedente e rispetto al +0,1% delle stime degli analisti. Il dato è pubblicato dalla Bank of England.Nello stesso periodo, i crediti al consumo destagionalizzati si sono assestati a 0,878 miliardi di sterline, in calo rispetto agli 0,995 miliardi del mese precedente e sotto gli 1,2 miliardi del consensus.I prestiti netti ai privati evidenziano un calo a 3,4 miliardi, rispetto ai 4,5 miliardi registrati in precedenza e sotto i 4,4 miliardi del consensus. I prestiti per mutui fanno segnare 2,47 miliardi da 3,47 miliardi precedenti.(Foto: © Eros Erika / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Germania, tasso di disoccupazione stabile al 6,1% a dicembre

    (Teleborsa) – Risulta stabile la disoccupazione in Germania a dicembre 2024. Lo rileva il Federal Labour Office, secondo cui il tasso di disoccupazione destagionalizzato è fermo al 6,1%, in linea con il mese precedente e sotto il 6,2% atteso dagli analisti.Parallelamente, c’è stata una crescita di 10 mila unità nei disoccupati, inferiore alle stime di consensus (+15 mila), e dopo i +7 mila rilevati a novembre.Il numero complessivo dei disoccupati (non destagionalizzato) sale a 2,807 milioni dai 2,774 milioni precedenti. Quello destagionalizzato si porta a 2,869 milioni da 2,860 milioni precedenti.(Foto: Adobe Stock (ex Fotolia.it)) LEGGI TUTTO