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    Salario minimo, delega al governo approvata al Senato: no compatto delle opposizioni

    (Teleborsa) – Con 78 sì e 52 no il Senato ha approvato ieri in via definitiva il ddl che delega il governo a promulgare dei decreti legislativi per introdurre forme di salario minimo. Si tratta del ddl già approvato dalla Camera che ha trasformato in delega la proposta di legge delle opposizioni – firmata da Conte, Schlein, Bonelli, Fratoianni, Richetti e Magi – che mirava a introdurre direttamente nella legislazione italiana il salario minimo. Il governo Meloni aveva già ricevuto una delega per introdurre la direttiva europea sul salario minimo (nella legge di delegazione europea 2022-23 approvata a febbraio 2024) ma non l’ha esercitata. Nel caso del testo approvato ieri in via definitiva il governo è delegato a varare entro sei mesi “uno o più decreti legislativi” seguendo i criteri indicati dal testo stesso. In particolare i decreti legislativi dovranno “definire, per ciascuna categoria di lavoratori, i contratti collettivi nazionali di lavoro maggiormente applicati”, al fine di prevedere che il trattamento minimo di tali contratti “costituisca, la condizione economica minima da riconoscere ai lavoratori appartenenti alla medesima categoria”. Criterio già indicato nel testo delle opposizioni che tuttavia indicavano anche una soglia minima di 9 euro. Sono esclusi da questa norma i lavoratori pubblici. Contro questa delega hanno votato tutte le opposizioni compresa Iv, che alla Camera non aveva firmato il ddl presentato dai leader dei vari partiti (Conte, Schlein, Bonelli, Fratoianni, Richetti di Azione e Magi di +Europa). La maggioranza ha infatti respinto gli emendamenti della senatrice di Iv ed ex segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, che prevedeva la concertazione con i sindacati per varare i decreti legislativi. In più il testo sembra alludere alle “gabbie salariali” dove prevede che nei decreti ci siano “strumenti volti a favorire il progressivo sviluppo della contrattazione di secondo livello” (a livello, cioè, territoriale o aziendale). “Questa è una legge truffa per i lavoratori, uno strumento di propaganda totalmente privo di effetti sulle dinamiche salariali”, denunciano i 5 stelle che parlano di “fumo negli occhi utile per la campagna elettorale ma inutile per lavoratrici e lavoratori” e contabilizzando “quattro milioni di persone con paghe da fame”. Nel dibattito il centrodestra ha difeso la delega, ma curiosamente ha criticato esplicitamente il salario minimo in quanto tale, definito da Raoul Russo (Fdi) “da socialismo reale” e da Micaela Biancofiore “misura assistenzialistica” ma sul quale la maggioranza ha dato la delega al governo per realizzarlo. “Il disegno di legge delega in esame ha l’obiettivo di rafforzare gli strumenti a disposizione e di dare una cornice normativa più moderna ed efficace. È un provvedimento che riconosce la centralità del lavoro e riafferma un principio chiaro: nessun lavoratore in Italia deve essere retribuito in modo indegno. Certo, molto dipenderà dai decreti attuativi, ma la direzione intrapresa è quella giusta” ha detto la senatrice di Forza Italia, Daniela Ternullo, intervenendo in Aula in dichiarazione di voto sul ddl delega sulle retribuzioni e sul salario minimo.”Il salario minimo legale non è la soluzione per i lavoratori italiani, ma rischia di essere controproducente. L’Italia ha una solida tradizione di contrattazione collettiva che copre oltre il 95% dei lavoratori e va rafforzata, non sostituita con imposizioni rigide che appiattirebbero i salari verso il basso incentivando il lavoro grigio. La Lega ha sempre chiarito: l’obiettivo di garantire retribuzioni dignitose, come sancito dall’articolo 36 della Costituzione, non è in discussione. Il nostro approccio però è pragmatico, non ideologico come quello dell’opposizione: rafforziamo la contrattazione collettiva rendendo vincolanti i minimi dei contratti più rappresentativi, estendiamo le tutele ai settori scoperti e combattiamo la giungla dei contratti atipici che creano precarietà, senza dimenticare misure fiscali, come la riduzione del cuneo fiscale per i giovani e l’imposta sostitutiva al 5% sui redditi da lavoro dipendente fino a 40mila euro, utili ad aumentare il netto in busta paga senza, al contempo, gravare sulle imprese. Così come riteniamo necessari incentivi fiscali per i giovani professionisti che rientrano dall’estero, affinché l’Italia possa essere più attrattiva come sede di lavoro. Il salario minimo non risolverebbe nemmeno la giungla dei contratti atipici o collaborazioni spurie e false partite IVA. Noi non inseguiamo scorciatoie ma costruiamo strumenti solidi e concreti, il problema, infatti, non è solo ‘quanto’ si guadagna, ma ‘come’ si lavora” ha affermato la senatrice della Lega Elena Murelli durante la dichiarazione di voto sulla legge delega per il salario minimo.”La legge delega sul salario minimo non è la risposta che le lavoratrici e i lavoratori attendevano. Per ridare dignità al lavoro occorre una legge di sostegno agli accordi interconfederali e al Testo Unico sulla rappresentanza, così da rafforzare la contrattazione collettiva e contrastare il dumping contrattuale – ha dichiarato dalla segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo –. Parlare di ‘trattamento economico minimo complessivo’ senza definirne con precisione i contenuti significa introdurre ulteriori elementi di incertezza. Affidarsi al criterio dei contratti ‘più applicati’ anziché a quelli sottoscritti dalle organizzazioni realmente rappresentative rischia di alimentare fenomeni di dumping contrattuale, minando la tenuta del sistema. Infine – ha aggiunto Buonomo – l’ipotesi di differenziare i salari su base territoriale ripropone, sotto nuove vesti, l’idea delle vecchie gabbie salariali, che non farebbero altro che accrescere le disuguaglianze. In Italia, le retribuzioni sono ferme da decenni, il potere d’acquisto è tra i più bassi in Europa e il lavoro povero, come quello in part-time involontario, è in crescita. Pertanto, la priorità deve essere rafforzare i contratti collettivi nazionali delle organizzazioni comparativamente più rappresentative. Solo così sarà possibile contrastare i contratti pirata e garantire l’applicazione dell’art. 36 della Costituzione, con tutele e salari adeguati in ogni settore”.”Con la delega al governo in materia di retribuzioni e contratti collettivi approvata dal Senato si apre una nuova stagione per le relazioni industriali del nostro Paese. Al di là della divergenza di opinioni sulla introduzione di un salario minimo per legge e sulla tenuta del nostro sistema di relazioni industriali in assenza di una legge sulla rappresentanza, – ha commentato in una nota il presidente del Cnel Renato Brunetta – si registra l’impegno delle istituzioni a incrementare la trasparenza in materia di dinamiche salariali e contrattuali, tanto a livello nazionale che decentrato e con attenzione alle specificità di ciascun settore, così da contrastare fenomeni di dumping contrattuale, l’evasione contrattuale e contributiva e forme di concorrenza sleale, che è obiettivo comune di tutte le principali forze politiche e sociali. Il governo è ora delegato ad adottare tutte le misure necessaria per la trasparenza dei trattamenti retributivi, sviluppando procedure di informazione pubblica che diano puntuale conto delle previsioni contrattuali. L’Archivio nazionale dei contratti di lavoro diventa inevitabilmente il perno di questa operazione, che trova il Cnel pronto grazie anche alla recente riorganizzazione delle base informativa, così da dare piena e corretta informazione al mercato dei contenuti dei testi contrattuali e del loro impatto in termini di applicazione su imprese e lavoratori”. LEGGI TUTTO

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    Giappone, PMI manifattura settembre scende a 48,4 punti

    (Teleborsa) – Peggiora più delle attese l’attività della manifattura in Giappone a settembre 2025. Il dato preliminare dell’indice PMI manifatturiero, pubblicato da S&P Global ed elaborato da Jibun Bank, indica un valore di 48,4 punti, rispetto ai 49,7 di agosto e ai 49,5 attesi dal mercato. L’indicatore si mantiene dunque sotto la soglia critica dei 50 punti, denotando contrazione dell’attività. La stima flash del PMI dei servizi indica un rafforzamento del settore terziario, con il relativo indice che passa a 53 punti dai 53,1 di agosto.Il PMI Composite si è attestato a 51,1 punti, dai 52 del mese precedente. “I dati PMI Flash hanno rivelato che il settore privato giapponese ha perso slancio a settembre, con la produzione complessiva in crescita al ritmo più debole degli ultimi quattro mesi – ha commentato Annabel Fiddes, Direttore Associato per l’Area Economica di S&P Global Market Intelligence – Le indagini suggeriscono che il settore dei servizi rimane un motore di crescita chiave e ha registrato un ulteriore solido aumento dell’attività, che ha contribuito a compensare la crescente recessione nel settore manifatturiero”.”Anche le tendenze della domanda hanno registrato divergenze, con le aziende di servizi che hanno registrato un altro solido aumento delle vendite, mentre il settore manifatturiero ha registrato il calo più rapido dei nuovi ordini da aprile – ha aggiunto – Quest’ultimo è stato collegato, secondo alcune aziende, alle caute politiche di inventario dei clienti in un contesto di mercato difficile. I dati hanno inoltre indicato che qualsiasi miglioramento nei nuovi ordini è stato in gran parte trainato da una domanda interna più forte, poiché sia ??i fornitori di servizi che le fabbriche hanno registrato minori volumi di nuove esportazioni”. LEGGI TUTTO

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    Manovra, Giorgetti: a lavoro su pace fiscale, obiettivo ridurre imposizione fiscale in generale

    (Teleborsa) – “Abbiamo finalmente messo in linea di galleggiamento la nave e stiamo navigando nella rotta giusta”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti intervenuto all’evento elettorale della Lega nelle Marche. Il Ministro ha ricordato le misure approvate come “la flat tax fino a 85mila euro, sia una cospicua riduzione delle imposte per i redditi più bassi”. “Ora il quadro è tale – ha spiegato – per cui l’obiettivo è quello di arrivare come l’abbiamo sempre chiamata noi alla pace fiscale, termine migliore di rottamazione che mi ricorda qualcosa di negativo. La pace fiscale mi sembra un concetto più chiaro. È una battaglia storica della Lega, ci stiamo lavorando e siamo in vista di un risultato che ritengo ragionevole e utile per arrivare alla possibilità per chi si trova in questa situazione di rifiatare”.Giorgetti ha sottolineato che l’obiettivo, più in generale, è ridurre l’imposizione fiscale. Vorrei notare che se avessimo avuto uno spread a 250 oggi invece che a 80, il costo degli interessi si sarebbe mangiato non solo qualsiasi possibilità di ridurre le imposte ma addirittura anche la possibilità di finanziare un peso importante come la Sanità”.”Ho presente la rotta ma non faccio come quelli che innestano il pilota automatico ma non si rendono conto dei temporali che arrivano perché la rotta che avevo immaginato è stata disturbata da questi temporali, in particolare dalle vicende della guerra in Ucraina”, ha detto Giorgetti spiegando che “non ci sono solo” i costi per la difesa ma anche quelli dell’energia. “L’economia italiana molto dipende dall’energia e da quando è scoppiata quella crisi l’energia è andata alle stelle in termini di costi per le famiglie e per le imprese proprio in relazione a questo”, ha aggiunto Giorgetti. Non so,o difeda molto dipende dall’energia che è anadata alle stelle da quando è scoppiata la cris.Infine, un passaggio sulle opposizioni: “La battaglia sarà sempre aspra perché ho visto che erano insoddisfatti anche che il rating dell’Italia è migliorato. Quindi non lo so cosa vogliono di preciso. “Credo che quello che abbiamo fatto in questi tre anni sia innegabile come il modo in cui sono state gestite le Marche ad esempio. Quello che ha detto Acquaroli è la verità non è campagna elettorale, sta nei dati, sono cose certificate”, ha concluso Giorgetti. LEGGI TUTTO

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    Diritto allo studio, Inpgi lancia un bando per i sussidi ai Collegi Universitari di Merito

    (Teleborsa) – L’INPGI, nell’ambito del proprio programma di welfare attivo, ha pubblicato un bando per sostenere l’accesso ai Collegi Universitari di Merito riconosciuti dal Ministero dell’Università e Ricerca. Il provvedimento, approvato lo scorso 16 aprile dal Consiglio di Amministrazione dell’Ente, mira a valorizzare il merito e a fornire un aiuto concreto per il diritto allo studio di iscritti e loro figli. Il bando prevede un sussidio annuale per il pagamento della retta fino a un massimo di 5mila euro per ogni beneficiario. La misura ha un carattere sperimentale per un quinquennio, con uno stanziamento annuo di 75mila euro e un budget complessivo di 375mila euro.”Dopo la delibera dello scorso aprile, siamo orgogliosi di dare concretezza a uno strumento tangibile e in linea con le esigenze dei nostri iscritti e delle loro famiglie – dice il presidente dell’INPGI, Roberto Ginex –. L’Italia registra ancora uno dei tassi di laureati più bassi d’Europa ed è fondamentale che anche gli enti previdenziali facciano la loro parte per sostenere il diritto allo studio. Con questo bando offriamo un aiuto concreto per i costi legati al vitto e all’alloggio per chi studia fuori sede, un’iniziativa che premia il merito e l’impegno”.Possono partecipare al bando gli iscritti all’INPGI (attivi o pensionati) da almeno 36 mesi. Il reddito complessivo medio del nucleo familiare negli ultimi tre anni non deve superare i 50mila euro. Il beneficiario, che può essere l’iscritto stesso o un suo figlio, deve avere un’età non superiore ai 26 anni alla data di scadenza del bando e aver superato la selezione per l’iscrizione in uno dei Collegi di Merito riconosciuti dal MUR.Le domande, complete della documentazione richiesta, dovranno essere presentate esclusivamente in modalità telematica, tramite PEC, all’indirizzo sistemi_informativi@inpgi.legalmail.it, a partire dalle ore 12 del primo ottobre 2025 e fino alle ore 12 del 31 dicembre 2025.La graduatoria per l’assegnazione dei sussidi darà priorità ai beneficiari iscritti a corsi di laurea in Scienze della comunicazione con indirizzo in giornalismo. In seconda battuta, verrà data precedenza ai richiedenti con il reddito lordo medio familiare più basso. LEGGI TUTTO

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    Turismo: per i commercianti il visitatore ideale è local e social

    (Teleborsa) – Il turismo continua a rappresentare una leva strategica per la crescita delle piccole imprese italiane, non solo nei poli a forte vocazione turistica, ma anche nelle comunità locali. In un momento segnato dall’overtourism, anche i commercianti rilevano un “effetto social” sui flussi turistici e riscoprono l’importanza del turismo nazionale e locale. I visitatori più rilevanti per gli esercenti, infatti, provengono dall’Italia (per il 50,7% degli intervistati), o dal territorio (40,6%), mentre i turisti internazionali risultano molto importanti per circa un terzo del campione (35,3%). L’identikit del “turista ideale” è completato da nuove tendenze di consumo: circa a metà degli esercenti guarda con attenzione ai viaggiatori influenzati dai social media (45,6%), e propensi a soggiorni lunghi (45,4%) e a ricercare esperienze autentiche e di qualità (56,8%). A tracciare questo quadro è l’Osservatorio Small Business di SumUp, fintech globale attiva nel settore dei pagamenti digitali con strumenti innovativi, che ha intervistato oltre 2mila commercianti italiani per analizzare percezioni, opportunità e sfide legate al settore. “I dati confermano come il turismo sia un elemento centrale per i piccoli business italiani: oltre il 60% delle attività attira visitatori tutto l’anno o stagionalmente, e più della metà degli esercenti (52,3%), segnala un aumento della clientela grazie ai turisti. Allo stesso tempo, quasi un commerciante su due non ha ancora adattato la propria offerta per accogliere il turismo, segnalando un margine significativo di opportunità – dichiara Umberto Zola, responsabile Online Sales per l’Europa di SumUp –. I viaggiatori cercano esperienze autentiche, condivisibili e radicate nel territorio, privilegiando la qualità rispetto alla quantità. Questo trend rappresenta un’opportunità concreta per i commercianti, che devono attrezzarsi per intercettare queste nuove esigenze, offrendo proposte in linea con le aspettative di un turismo più consapevole e selettivo. Puntare su esperienze curate, su misura e valorizzare le eccellenze locali non è più un’opzione, ma una strategia necessaria per restare competitivi”.Le strategie dei commercianti per attrarre e accogliere turisti – Oltre sei esercenti su dieci operano in aree caratterizzate da presenza turistica stabile o stagionale. Il turismo ha un impatto significativo sulle attività: il 52,3% degli intervistati segnala un aumento della clientela, il 40,7% registra maggiori entrate e il 23,9% evidenzia un incremento della visibilità e del passaparola. Per intercettare e gestire i visitatori, i commercianti adottano diverse strategie: il 24,1% interagisce con i turisti tramite social media e piattaforme di recensioni, il 19,5% collabora con altre attività locali per promuovere la zona e il 18,3% offre servizi multilingue. Altri metodi includono collaborazioni con enti turistici (14,9%) e proposte di esperienze locali, come laboratori, corsi o gite (10,0%). Nonostante queste iniziative, quasi quattro esercenti su dieci (43,6%), non hanno ancora modificato la propria attività per accogliere il turismo, evidenziando un potenziale di sviluppo ancora significativo.Overtourism: un rischio percepito da una minoranza di esercenti – Il fenomeno dell’overtourism sembra avere un impatto limitato sulle piccole imprese italiane: solo 1 commerciante su 10 (9,9%), segnala effetti negativi significativi sulla propria attività. La maggioranza degli intervistati (59,3%) non ha percepito ripercussioni rilevanti, mentre il 16,0% registra effetti positivi dall’aumento dei turisti. Tra coloro che hanno sperimentato difficoltà, le principali sfide sono legate all’aumento della concorrenza o alla pressione sui prezzi (17,0%), al sovraccarico delle infrastrutture come traffico e servizi pubblici (15,5%), e alla diminuzione della qualità dell’esperienza o del prodotto offerto ai visitatori (9,2%). Calamità naturali: le principali sfide per i business – Le calamità naturali rappresentano una delle sfide più rilevanti per i piccoli esercenti italiani. Complessivamente, il 55,6% degli intervistati segnala preoccupazioni legate agli effetti di condizioni meteorologiche estreme o rischi ambientali, come danni alla proprietà (24,1%), interruzioni o chiusure dell’attività(18,7%) e diminuzione del numero di turisti a causa della percezione del rischio (25,3%). Nonostante queste criticità, quasi la metà delle imprese (49,6%) non ha ancora adottato alcuna contromisura per prepararsi o adattarsi, evidenziando un ampio margine di miglioramento. Tra le azioni intraprese dai commercianti più proattivi, emergono modifiche o valutazioni assicurative (23,0%), miglioramenti alle infrastrutture come generatori o protezione dalle inondazioni (12,6%), chiusure stagionali o adeguamenti operativi (10,4%), mentre la predisposizione di piani di emergenza è ancora limitata (5,9%). LEGGI TUTTO

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    Giovani commercialisti: siglato accordo con l’Associazione dei Commercialisti Albanesi in Italia

    (Teleborsa) – L’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili rafforza il proprio impegno sull’internazionalizzazione e, con l’associazione IUYA (International Union Young Accountants), consolida un percorso di cooperazione professionale ed economica tra Italia e Albania. L’accordo di collaborazione è stato siglato a Tirana con l’Associazione dei Commercialisti Albanesi in Italia (ADCAI) nell’ambito dell’incontro istituzionale “Albania, un ponte di opportunità. Investimenti strategici per il futuro”. L’obiettivo è mettere a sistema le competenze dei giovani professionisti italiani e albanesi, favorendo assistenza qualificata agli investitori, scambio di buone pratiche e percorsi formativi congiunti.”Cinque anni fa abbiamo dato vita a IUYA per offrire ai giovani commercialisti una piattaforma di relazioni e di accordi internazionali in grado di creare opportunità concrete per la professione e per le imprese che assistiamo. Oggi raccogliamo i frutti di quella visione: dalla collaborazione con l’Albania alle intese attivate in altri Paesi, il nostro obiettivo resta promuovere standard elevati, mobilità professionale e supporto agli investimenti a beneficio dell’intera categoria”, dichiara Francesco Cataldi, presidente dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.L’iniziativa ha riunito istituzioni, imprese e professionisti anche per approfondire opportunità di investimento nei settori dell’energia rinnovabile, del turismo e dell’agricoltura, con la volontà di creare condizioni stabili e trasparenti per lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali. “Vogliamo rendere più semplice e sicuro l’ingresso delle imprese italiane in Albania e, allo stesso tempo, aprire un canale stabile per progetti condivisi. La rete IUYA nasce per questo: collegare territori, persone e opportunità con strumenti operativi e relazioni istituzionali solide” afferma Danilo Casucci, presidente di IUYA.Per Eriglena Begaij, presidente di ADCAI, “la nostra associazione è nata proprio per facilitare la costruzione di rapporti commerciali e professionali tra Italia e Albania. Anche ‘Missione Tirana’, svoltasi il 18 e 19 settembre scorsi, – ha aggiunto – si inserisce in questo percorso. I risultati raggiunti sono il frutto della collaborazione con i colleghi di IUYA e in questo senso l’accoglienza riservata dalle istituzioni albanesi alla presentazione dei progetti dei professionisti italiani rappresenta un’ulteriore garanzia e va nella direzione del rafforzamento dei rapporti tra i Paesi”.La delegazione italiana è stata accolta dal presidente della Repubblica d’Albania, S.E. Bajram Begaj, che ha sottolineato l’attenzione delle istituzioni al dialogo con la diaspora e all’attrazione di capitali esteri. A seguire si è svolto un confronto presso la Commissione Economia e Finanza, presieduta dal ministro Milva Ekonomi. Nel corso dei lavori, ospitati all’Hotel Rogner di Tirana, sono intervenuti il presidente del gruppo parlamentare socialista, Taulant Balla, che ha rimarcato le priorità del Parlamento nel consolidamento delle relazioni economiche bilaterali, e il viceministro dell’Economia e dell’Innovazione, Enkelejd Musabelliu, che ha illustrato le politiche a favore dell’ingresso di nuove imprese nel Paese. Un passaggio ha riguardato il confronto con i vertici degli enti professionali albanesi IEKA e IKM, rappresentati rispettivamente dal presidente Berti Pashko e dal prof. Sotiraq Dhamo, con l’avvio di un percorso di collaborazione orientato allo scambio di competenze in ambito contabile, fiscale e di revisione. LEGGI TUTTO

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    Area euro, S&P: incertezze pesano su crescita PIL quest’anno, ma condizioni favorevoli ad accelerazione

    (Teleborsa) – Una serie di incertezze “pesa sulla crescita del PIL dell’area euro quest’anno, ma le condizioni sono favorevoli a un’accelerazione fino all’1,4% nel 2027”. Lo scrive S&P Global Ratings nel suo ‘Outlook economico per l’Eurozona’ sottolineando che a sostenerla saranno tassi di interesse più bassi, un mercato del lavoro solido e lo stimolo fiscale della Germania.La bassa fiducia dei consumatori frena la ripresa in alcuni Paesi, anche se S&P si aspetta un rafforzamento.L’agenzia di rating sottolinea, infine, che l’inflazione persistente nei servizi riflette la solidità del mercato del lavoro, suggerendo che la Banca Centrale Europea (BCE) abbia concluso il ciclo di tagli ai tassi. In questo contesto, il rapido apprezzamento dell’euro rappresenta un fattore importante da monitorare. LEGGI TUTTO

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    Diritto autore, Confindustria Cultura Italia: “Sosteniamo bozza decreto Mic”

    (Teleborsa) – “Come Confindustria Cultura Italia sosteniamo lo schema di decreto sulla copia privata proposto dal Ministero della Cultura e ne auspichiamo l’approvazione”. Così Luigi Abete, presidente di Confindustria Cultura Italia, la federazione di Confindustria che riunisce le imprese che producono contenuti culturali e che sono in prima linea nell’innovazione digitale a proposito della nuova bozza di decreto che estenderebbe l’applicazione del compenso a tutte le memorie digitali, dalle chiavette Usb agli hard disk, alle memorie negli smartphone ai smartwatch fino al cloud. “È una falsa rappresentazione quella che vede l’equo compenso come una tassa sull’innovazione e sulle tecnologie digitali e nemica dei consumatori – prosegue Abete –. L’adeguamento dei compensi per le riproduzioni personali a scopo privato di opere dell’ingegno è un atto dovuto dalla legge ed è finalizzato a sostenere la cultura di questo Paese e i lavoratori del settore: remunerare equamente chi crea e produce cultura significa garantire il presupposto essenziale di libertà e competitività per l’intera industria culturale italiana. Come succede ovunque in Europa. Ne auspichiamo quindi l’approvazione. La bozza di decreto propone un aggiornamento degli apparecchi e dei supporti interessati dal prelievo in linea con l’evoluzione tecnologica e con le modalità di utilizzo da parte dell’utente. L’Italia – conclude il presidente di CCI – è in sostanziale continuità con le politiche pubbliche adottate in materia a livello UE, anche se è bene sottolineare che, rispetto all’analisi comparativa dei compensi applicati in Italia e in altri Paesi europei, emerge chiaramente che qui il compenso per copia privata pro capite ha un valore più basso (2,3 euro) rispetto alla media europea (2,5 euro), con la Francia a 4,1 euro e la Germania a 2,9 euro. Non solo: l’incidenza dei compensi sul mercato più rilevante, quello degli apparecchi, qui è inferiore rispetto alla media degli altri Paesi europei (0,9% vs 1,3%)”. LEGGI TUTTO