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    USA, a maggio spese personali -0,1% e redditi -0,4%

    (Teleborsa) – In aumento i redditi delle famiglieamericane, così come le spese personali. Secondo il Bureau of Economic Analysis (BEA) degli Stati Uniti, i consumi personali (PCE) sono calati dello 0,1% a maggio, rispetto al +0,2% del mese precedente e al +0,1% atteso dagli analisti. I redditi personali hanno registrato un calo dello 0,4%, in questo caso meno del +0,7% del mese precedente e del +0,3% del consensus. Il PCE price index core, una misura dell’inflazione, evidenzia una variazione positiva dello 0,2% su mese (+0,1% il mese precedente e atteso dagli analisti) e del 2,7% su anno, sotto il +2,6% atteso e del mese di aprile.(Foto: by Rabih Shasha on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Via libera UE a proroga sanzioni Russia sino al 31 gennaio 2026

    (Teleborsa) – L’UE ha approvato la proroga di altri sei mesi del pacchetto di sanzioni alla Russia, in scadenza il 31 luglio prossimo, sino al 31 gennaio 2026. Il via libera formale, secondo quanto riferito da fonti diplomatiche, è arrivato dagli ambasciatori dei Ventisette, in seguito all’intesa politica raggiunta ieri dal vertice europeo. I leader europei, riuniti per il vertice a Bruxelles, hanno raggiunto l’intesa di prorogare per altri sei mesi i 17 pacchetti di sanzioni settoriali imposte negli ultimi tre anni a Mosca, che riguardano commercio, finanza, energia, tecnologia e beni a doppio uso civile e militare, industria, trasporti e beni di lusso. Le sanzioni in vigore includono poi il congelamento di oltre 200 milioni di euro di attività della banca centrale russa. Un’intesa arrivata un po’ all’ultimo, a causa delle resistenze dell’Ungheria, che alla fine ha deciso di farsi da parte, come avvenuto lo scorso febbraio, consentendo alla proroga di passare con l’unanimità. Nel corso della riunione si è parlato anche del 18esimo pacchetto di sanzioni, che riguardano il settore energetico, bancario e la flotta ombra russa, rispetto al quale la Slovacchia ha confermato il veto, dichiarando di non poter ancora dare il proprio assenso, in attesa di rassicurazioni sulla sua sicurezza energetica e sull’approvvigionamento di gas. La Commissione proseguirà dunque i contatti bilaterali al fine di risolvere l’impedimento che blocca l’applicazione del 18esimo pacchetto di sanzioni. LEGGI TUTTO

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    Prometeia: Italia resiliente ma PIL II trimestre verso frenata a +0.1%

    (Teleborsa) – L’inasprimento delle tensioni in Medio Oriente aumenta il rischio di frenata per l’economia mondiale: nella peggiore delle ipotesi, l’acuirsi di tensioni tra i paesi della regione potrebbe portare a forti incrementi dei prezzi di petrolio e gas, accompagnati da elevata variabilità dell’inflazione, in un contesto di già alta fragilità. È un capitolo ancora tutto in divenire ma che avrebbe le potenzialità di sconvolgere lo scenario relativamente positivo tratteggiato dall’aggiornamento trimestrale delle previsioni macroeconomiche di Prometeia per l’economia italiana, europea e mondiale. Nello scenario “centrale” di Prometeia, infatti, il prezzo del petrolio Brent raggiunge i 75 dollari a barile nella media del terzo trimestre come effetto temporaneo, il che manterrà allertate le banche centrali sulla dinamica inflazionistica prospettica, e quindi sulle decisioni di politica monetaria, ma non eserciterà pressioni al rialzo significative e persistenti sui prezzi al consumo.Il dazio della questione dazi, ancora apertaLa struttura dei dazi ipotizzata in queste ultime previsioni Prometeia implica una tariffa media sui prodotti europei esportati negli USA più alta di circa 8 punti percentuali rispetto a marzo scorso (circa l’11% contro poco più del 3% implicito nelle ipotesi di marzo), oltre a più alti dazi di 10 punti verso tutti i partner commerciali degli USA. Gli effetti – rileva il rapporto – saranno molto differenziati ma certamente più rilevanti per gli Stati Uniti, molto meno per i paesi europei. Per questi ultimi Prometeia stima effetti negativi sull’attività economica di circa 1 decimo di punto percentuale quest’anno e 2 decimi il prossimo. Tali effetti negativi dovrebbero poi venire contrastati da più alte spese per la difesa. Anche se l’Italia, come importante paese esportatore e per il quale gli Stati Uniti rappresentano uno dei maggiori mercati di sbocco, è certamente più influenzata di altri, nello scenario dell’ultimo report Prometeia l’effetto è quantificabile complessivamente in 4 decimi di punto di minore crescita del Pil e 2 decimi di maggiore inflazione. In questo complicato contesto, un altro elemento di novità è rappresentato dal cambio euro/dollaro, il cui apprezzamento, per ora modesto ma comunque meritevole di attenzione, accentua l’effetto “spiazzamento” delle nostre merci sul mercato statunitense, pur favorendo la discesa dell’inflazione in Europa. Se questa tendenza dovesse proseguire – cosa che al momento sembra essere stata interrotta dall’attacco all’Iran – si amplificherebbe l’impatto negativo dei dazi. Lo scenario presentato – evidenzia Prometeia – risulta tutto sommato gestibile, anche alla luce delle buone condizioni di redditività delle imprese italiane, e comunque non sarebbe tale da annullare la ripresa in corso. Tuttavia, la molteplicità di fattori di rischio allarga a dismisura l’alea che sempre circonda il futuro e ostacola le decisioni economiche, in particolare gli investimenti ma anche i consumi.USA, una minaccia chiamata Treasury bondsNello scenario Prometeia, la politica di bilancio di Trump non fornisce impulsi addizionali alla crescita. Anzi, il peggioramento delle finanze pubbliche previsto, anche nel caso in cui il testo finale sia meno espansivo di quello votato alla Camera, aumenta il rischio associato all’economia USA, con conseguente progressivo ulteriore indebolimento del dollaro e rendimenti a più lunga scadenza previsti rimanere intorno al 4.5%, anche quando verranno ridotti quelli di policy. Un perdurante disallineamento nella dinamica dei tassi di interesse tra Stati Uniti ed Eurozona potrebbe far emergere tensioni: rendimenti decennali così elevati negli USA a fronte del 2.5% sui titoli tedeschi sono coerenti con aspettative di progressivo rafforzamento dell’euro, il che potrebbe contribuire a comprimere ulteriormente la crescita e l’inflazione nell’area euro. Qualora la proposta di bilancio dell’amministrazione Trump – che implica un profilo del debito federale su un sentiero di crescita insostenibile nel lungo termine – venisse approvata dal Congresso in un contesto di inflazione ancora distante dal target, e dunque senza margine per un intervento massiccio della Federal Reserve attraverso acquisti di titoli pubblici, i rendimenti sui titoli governativi statunitensi potrebbero aumentare ulteriormente, generando possibili tensioni di liquidità a livello globale. L’economia statunitense mostra tuttavia una resilienza inattesa per quanto riguarda il mercato del lavoro, in termini di creazione di nuovi posti e aumenti salariali orari, superiori all’inflazione, fattori che potranno contribuire a evitare una frenata brusca dell’economia. Dopo un rimbalzo del Pil atteso nel secondo trimestre, Prometeia conferma il rallentamento guidato dalle voci interne di spesa con una crescita media annua del Pil attorno all’1.5% quest’anno e poco sotto l’1% il prossimo.Italia, è vera resilienza?In questa fase congiunturale, l’Italia sta mostrando un’inaspettata resilienza. La stabilità politica e la gestione prudente dei conti pubblici stanno offrendo un contributo rilevante, favorendo da un lato la discesa dei tassi di interesse sui prestiti — in linea con la normalizzazione della politica monetaria — e dall’altro la stabilità del quadro normativo. La crescita nel primo trimestre ha lievemente sorpreso al rialzo, e le previsioni restano sostenute dalla domanda interna: i consumi risultano in progressiva crescita grazie alla tenuta del mercato del lavoro, mentre gli investimenti sono spinti dalle opere finanziate attraverso il PNRR. In questo contesto, le prospettive per l’economia italiana — pur scontando un rallentamento del commercio internazionale — risultano relativamente meno esposte di altri paesi alle attuali tensioni commerciali globali mentre potranno beneficiare dei preannunciati aumenti di spesa pubblica a livello europeo. L’economia italiana sembra aver imboccato un sentiero di crescita, lento ma costante. Ma quanto duraturo? Pur in mancanza di dati puntuali, già nel corso del 2024, senza le spese addizionali finanziate dal PNRR la crescita del Pil sarebbe stata inferiore di 3 decimi, rispetto al già magro +0,5% registrato complessivamente. Nelle ipotesi Prometeia, tale contributo sarebbe pari a 4 decimi di crescita nel 2025, poco meno nel 2026. Nel 2027, nonostante l’assunto che in parte i lavori previsti vengano terminati con qualche mese di ritardo, si avrebbe un contraccolpo negativo della crescita (-0,3 punti percentuali). In prospettiva, ci si deve chiedere cosa sosterrà la crescita una volta venuto meno l’impulso del PNRR: in altre parole, quali saranno i suoi lasciti e quali le opzioni possibili per le politiche economiche nazionali. Le prospettive a breve sono tutte orientate alla cautela, con i dati disponibili che rispecchiano le “montagne russe” sulle quali si è costretti a viaggiare, dal brusco peggioramento intervenuto a inizio aprile al recupero successivo fino al nuovo shock dell’attacco all’Iran. Basandosi sui modelli Prometeia, la crescita del Pil italiano nel secondo trimestre sarebbe rallentata a +0.1%, con la prospettiva di una prosecuzione frenata dall’incertezza nella seconda parte dell’anno. Il 2025 si chiuderebbe quindi con una crescita media dello 0.6%, in linea con quanto prevedevamo a marzo pur a fronte di un primo trimestre migliore delle attese. Prometeia ritiene tuttavia che, a partire dal 2026, nell’ipotesi che il governo tedesco approvi e implementi il piano di rilancio infrastrutturale attualmente in discussione e che le necessità di potenziare la capacità di difesa in Europa (e non solo) si traducano in un aumento della domanda rivolta alle imprese italiane, il ciclo potrebbe consolidarsi e consentire di mantenere una velocità di crociera della nostra economia nell’intorno del mezzo punto percentuale. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di XXL da parte di Frasers Group

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo di XXL, società norvegese, da parte di Frasers Group, società britannica. L’operazione riguarda principalmente la fornitura al dettaglio di articoli sportivi, in particolare calzature, abbigliamento e attrezzature sportive.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza, date le limitate posizioni di mercato delle società derivanti dall’operazione proposta. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata di esame delle concentrazioni. LEGGI TUTTO

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    Popolare di Lajatico partecipa a rafforzamento patrimoniale BCP con 1 milione di euro

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Lajatico ha deliberato di aderire, in qualità di investitore, all’operazione di rafforzamento patrimoniale lanciata dalla Banca di Credito Popolare (BCP), tramite la presentazione di un’offerta vincolante che prevede la sottoscrizione di: azioni di finanziamento, di nuova emissione, per complessivi 500 mila euro; una quota del Bond AT1 (Additional Tier 1) per un importo complessivo almeno pari a 500 mila euro.Il piano, che prevede un rafforzamento patrimoniale complessivo di 17 milioni di euro, ha ottenuto anche l’adesione di Athora Italia, NET Insurance e Banca Popolare del Cassinate.”L’intervento, di natura patrimoniale, rappresenta un’azione concreta per consolidare la stabilità della Banca di Credito Popolare, rafforzandone i mezzi propri e migliorandone le prospettive nel medio e lungo periodo, in linea con i principi cooperativi e mutualistici che da sempre contraddistinguono il settore del credito popolare”, ha commentato il Direttore Generale Barbara Ciabatti. LEGGI TUTTO

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    Dazi, Casa Bianca: “Aumento del 9 luglio potrebbe essere rinviato”

    (Teleborsa) – Si ammorbidisce (ancora) la posizione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sui dazi. La scadenza della sospensione, prevista per il prossimo 9 luglio, “forse potrebbe essere prorogata, ma è una decisione che spetta al presidente”, ha annunciato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. Annunciati il 2 aprile, ribattezzato il giorno della Liberazione, i dazi reciproci, elemento chiave della politica economica di Trump per “rilanciare l’età dell’oro” non sono ancora entrati in vigore: il tycoon ha, infatti, concesso una pausa di 90 giorni cedendo alle tensioni dei mercati finanziari. Se entro il 9 luglio non saranno raggiunto accordi commerciali, il presidente americano ha assicurato che i dazi aumenteranno, tornando probabilmente al valore annunciato in aprile. L’amministrazione americana ha avviato trattative con i maggiori partner commerciali ma finora gli accordi annunciati sono ben pochi, se si esclude quello con il Regno Unito e l’intesa quadro raggiunta con la Cina e che prevede, per 90 giorni, un calo dei dazi del 115%. Con l’Ue le trattative sono in corso ma la casa Bianca ha più volte lamentato la lentezza con cui l’Europa procede e, soprattutto, ha criticato i molteplici interessi all’interno dell’Unione oltre che la mancanza di un unico referente in grado di decidere. Ma ora, a quanto pare, la scadenza slitterà nuovamente. La presidente della Commisisone Ue Ursula von der Leyen, a quanto si apprende da fonti vicine al dossier, ha informato i leader europei di aver ricevuto la controproposta statunitense nel negoziato sui dazi. L’offerta di Washington, composta da un testo di poche pagine, andrebbe a delineare “un accordo provvisorio” tra Usa e Ue. “Oggi abbiamo ricevuta la controproposta, la stiamo valutando. Quindi il nostro messaggio oggi è chiaro: siamo pronti per un accordo. Allo stesso tempo, ci stiamo preparando all’eventualità che non si raggiunga un accordo soddisfacente – ha detto von der Leyen al termine del vertice Ue –. Tutte le opzioni sono sul tavolo”.”Abbiamo parlato ampiamente del tema dei dazi e dell’America. Abbiamo incoraggiato la presidente della Commissione a raggiungere rapidamente un accordo, un’intesa con gli americani, nelle meno di due settimane disponibili. Tuttavia, se non si raggiunge un accordo con l’America, se non si raggiunge un accordo sui dazi, l’Unione europea è pronta e in grado di adottare autonomamente misure appropriate” ha commentato il cancelliere tedesco Friedrich Merz parlando alla stampa al termine del summit Ue a Bruxelles.”Ho piena e totale fiducia in Ursula von der Leyen e in Sefcovic circa la loro capacità di negoziare un accordo sui dazi” ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez al termine del Consiglio europeo.”La verità è che la miglior situazione possibile tra Stati Uniti ed Europa è dazi zero. Se dovrà essere al 10%, così sarà – ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al termine del vertice Ue –. Se alla fine gli Stati Uniti decidessero di mantenere un dazio del 10% contro la nostra economia, sarà inevitabile una misura di compensazione sui prodotti americani venduti nel mercato europeo. C’è una reale volontà da parte degli europei, siamo ben disposti a concludere un accordo sui dazi con gli Stati Uniti, ma questa buona volontà non deve essere interpretata come una debolezza: vogliamo concludere in fretta perché è nel nostro interesse collettivo, ma non vogliamo farlo a qualsiasi costo. Bisogna utilizzare tutti gli strumenti per garantire un accordo equilibrato”. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni pur ritenendo che serva un accordo al più presto, vuole comunque vederci chiaro. “Eventuali asimmetrie vanno debitamente compensate”, hanno sottolineato fonti italiane citando, tanto per fare un esempio, i settori dell’acciaio e dell’alluminio dove le tariffe americane vanno ben oltre il 10%. LEGGI TUTTO

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    Giappone, vendite al dettaglio sotto le attese a maggio

    (Teleborsa) – Crescono meno delle attese le vendite al dettaglio in Giappone. Secondo quanto reso noto dal Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria (METI), le vendite a maggio 2025, su base mensile, sono scese dello 0,2% contro il +0,7% del mese precedente. Le vendite sono cresciute del 2,2% su base annuale, dopo il +3,5% di aprile e contro il +2,4% atteso dagli analisti.Quanto alle vendite all’ingrosso, riportano un -0,9% su anno e un +0,8% su mese. Le vendite totali hanno evidenziato così un decremento dello 0,2% tendenziale e un aumento dello 0,3% su mese.(Foto: Photo by Alex Knight on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Giappone, tasso di disoccupazione maggio stabile al 2,5%

    (Teleborsa) – Risulta stabile la disoccupazione in Giappone. Il Ministero degli Affari interni delle poste e telecomunicazioni nipponico segnala che nel mese di maggio 2025 il tasso dei senza lavoro è rimasto al 2,5%, uguale anche al 2,5% atteso dagli analisti. Il numero di disoccupati è sceso a 1,83 milioni, in calo di circa 100 mila unità (-5,2%) rispetto l’anno precedente. Gli occupati sono pari a 68,38 milioni, in aumento di 720 mila unità (+1,1%) rispetto all’anno precedente.(Foto: Photo by Andre Benz on Unsplash) LEGGI TUTTO